A causa delle
avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale,
dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko
ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente.
O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli
(orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 361 del 24-08-13
(trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Caro Ministro
Giovannini
Oggetto: Pensioni
d'oro, equità e misure di welfare
Pubblico
la lettera che ho appena inviato al ministro Enrico Giovannini
Oggetto:
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Pensioni d'oro, equità e misure di welfare
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Da:
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A:
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Data:
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24/08/2013 16:36
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Caro Ministro Giovannini,
Sono rimasto spiacevolmente colpito e
meravigliato da alcune Sue affermazioni contenute nella Sua recente intervista
a Huffington Post. [1] Lei ha, tra l’altro, affermato, parlando
di pensioni d’oro: “Si capisce bene che un intervento su centinaia di persone
non è sufficiente per cambiare la situazione”.
Come
Lei certamente sa, si potrebbe/dovrebbe fare molto di più.
Dati
ISTAT 2010 - La distribuzione percentuale della spesa pensionistica è la
seguente (un terzo dei pensionati percepisce 2 o più pensioni):
….........................N.
Pensionati...% spesa
Meno
di 500€……....14,4%..........4,65%
500-1.000€………....31,0%.........18,01%
1.000-1.500€……….23,5%.........23,40%
1.500-2.000€.............14,5%.........20,45%
Sopra
2.000€.……....16,5%.........33,49%
-
Nel 2010, la spesa totale ammontava (al lordo di oltre 40 mld di imposte, che è
una partita di giro) a 258,5 miliardi di €, per un totale di 16 milioni e 500
mila pensionati.
I
percettori di una sola pensione rappresentavano il 67,3% del totale.
- I pensionati sopra i 2.000€ erano il 16,5% del totale, ma la loro spesa
(86,5 mld) era pari al 33,49% della spesa complessiva.
- Le pensioni sopra gli 8.000 € - le cosiddette pensioni d’oro - erano circa 109.000, pari allo 0,7% dei pensionati, per una spesa che si può stimare in quasi 13 mld, pari a quasi il 5% della spesa pensionistica complessiva. [2]
- Le pensioni sopra gli 8.000 € - le cosiddette pensioni d’oro - erano circa 109.000, pari allo 0,7% dei pensionati, per una spesa che si può stimare in quasi 13 mld, pari a quasi il 5% della spesa pensionistica complessiva. [2]
A quasi tutti gli Italiani (inclusi, incredibile ma
vero, docenti universitari di Economia e abituali frequentatori di blog
economici), manca il quadro complessivo dell'entità e della distribuzione delle
manovre finanziarie varate nella scorsa legislatura [3], pari complessivamente alla cifra
astronomica di 329,5 mld; distribuzione molto iniqua, soprattutto da parte del
governo Berlusconi, perché il governo Monti, se, da un lato, ha prodotto gli ‘esodati’
(ma in una certa misura l'aveva fatto anche il governo Berlusconi col DL
78/2010), almeno, dall'altro, ha colpito tutti, ha reintrodotto l'IMU sulla
prima casa ed ha aumentato il peso sulle altre. Il
mantenimento dell'IMU è anche un problema di equità. C'è, infatti, chi
(tantissimi - centinaia di migliaia - persino senza reddito e semmai senza
casa, quorum ego), per risanare i
conti pubblici, hanno "contribuito" in misura anche 50-100 volte
maggiore del gravame relativamente modesto dell'IMU sulla prima casa, pari in
media a 225 € all'anno.
Il successo economico attuale della Germania
pare poggi anche su 7 milioni di mini job
retribuiti 400 € al mese. Ma la situazione sociale regge anche perché là
esistono:
a)
il reddito minimo garantito (364 € al mese, compatibile coi mini job);
b)
un sussidio congruo per l’affitto (che peraltro di norma è notevolmente più
basso in Germania che in Italia).
La crisi economica ed occupazionale sarà
dura e lunga almeno 15 anni, occorre che il tema lavoro, in Italia, diventi
obiettivo prioritario e strategico ed occorrono misure incisive e radicali di
welfare. Occorre, per salvare la pace sociale:
a)
introdurre il reddito minimo garantito (RMG), adeguatamente disciplinato, come
esiste in tutti i Paesi UE tranne Grecia e Ungheria (i disoccupati sono quasi 3
milioni, i CIG circa 500 mila, gli inattivi oltre 14 milioni, per la più parte
donne e al Sud; i lavoratori precari, incluse le partite IVA più o meno spurie,
forse circa 7 milioni);
b)
varare un piano corposo pluriennale di alloggi pubblici di qualità (sovvenzionato, convenzionato e autocostruito, nonché recuperando edilizia
da rottamare; in
Italia, negli ultimi 25 anni, se ne sono costruiti meno di 1/10 che, in media,
negli altri Paesi UE27; la spesa per l’housing
sociale, infatti, è in Italia (dati 2009) appena dello 0,02% sul PIL, contro lo
0,57% della UE27) [4]), per dare anche un alloggio ad affitto sociale, che
è l’elemento imprescindibile che rende congruo un reddito di ammontare minimo;
ipotizzando un costo/appartamento di 100 mila € per 25.000-50.000 appartamenti
all’anno, vanno reperiti altri 2,5-5 mld; e
c)
incrementare i sussidi all’affitto;
d)
prendere le risorse, tra l’altro:
-
mantenendo l’IMU sulla prima casa, come in tutti i Paesi UE (4 mld in totale,
appena 225€ in media all’anno; l’85% ha pagato meno di 400 €);
-
imponendo un tetto e/o un contributo di solidarietà almeno alle pensioni
superiori a 8.000 € al mese, percepite dallo 0,7% dei 16,5 milioni di pensionati,
che però assorbono circa il 5% della spesa pensionistica complessiva;
-
introducendo un’imposta patrimoniale sulla metà del decile più ricco delle
famiglie, gli unici ad avere ora i soldi, dopo 330 mld di manovre finanziarie
correttive iniquamente distribuite.
Cordialmente,
[2]
AQQ/24 - Spesa pensionistica http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2783015.html
[3]
Il lavoro ‘sporco’ del governo Berlusconi-Tremonti http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2747515.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/il-lavoro-sporco-del-governo-berlusconi.html
[4] Dal rapporto
della CIES (Tab. 3.4, pag. 101), si ricava che, nel 2009, la spesa per l’housing sociale (case popolari) è, in
Italia, appena dello 0,02% sul PIL, contro lo 0,57% della UE27, lo 0,75% della
Danimarca, lo 0,65% della Germania, lo 0,20% della Spagna, lo 0,85% della
Francia e l’1,47% della Gran Bretagna, con un rapporto tra questi altri Paesi
UE e l’Italia, rispettivamente, di 28,5, 37,5, 32,5, 10, 42,5 e 73,5 volte: sono dati che parlano da soli e
costituiscono un vero scandalo!
(in
sostituzione di questo sotto, non più attivo:
http://www.lavoro.gov.it/NR/rdonlyres/64F52EE9-A07C-48CC-B16B-C76168EEFEB5/0/RAPPORTO_2011_2012_Fabbris.pdf)
link
sostituito da:
http://impiego.formez.it/sites/all/files/Rapporto2011_2012.pdf
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