lunedì 8 giugno 2015

Dialogo sulle rimesse degli immigrati


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 310 del 07-05-13 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Dialogo sulle rimesse degli immigrati


E’ in corso in questi giorni un nutrito e acceso dibattito sulla concessione della cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia, sostituendo lo ius sanguinis con lo ius soli, com’è intenzione della neo ministra dell’Integrazione, Cécile Kyenge, primo ministro nero in un governo italiano [*] (vedi ad esempio la discussione di ieri mattina su Radio3-Tutta la città ne parla http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-04bddae4-afc3-4071-9b17-fded06ded3ac.html ).
Colgo allora l’occasione per riportare una vecchia discussione sul tema collaterale delle rimesse degli immigrati, svoltasi due anni e mezzo fa sul blog Percentualmente di la Repubblica.

13 dic 2010

9 commenti

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Si tratta di rimesse uscite dall’Italia attraverso i canali formali: banche, poste, agenzie di money transfer (il canale del money transfer copre ad oggi, a livello globale, circa il 15% delle transazioni degli immigrati).
Non includono le rimesse effettuate tramite i canali informali (gli stessi immigrati quando vanno a casa loro o i numerosi automezzi che più o meno settimanalmente fanno la spola tra i Paesi d’origine e l’Italia).
Forse è utile leggere anche:
Analisi (fino al 2008) della Fondazione Leone Moressa su dati Bankitalia e Istat
http://www.fondazioneleonemoressa.org/newsite/wp-content/uploads/2010/10/comunicato_25.pdf
Le rimesse dei lavoratori immigrati – Intervento del dr Giovanni Carosio, Vice Direttore Generale della Banca d’Italia

http://www.bancaditalia.it/interventi/intaltri_mdir/carosio_91109/carosio_91109.pdf

link sostituito da:

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Immigrati sono fonte di stimolo per la crescita, apportano nuove energie in un ambiente statico e abulico.Una risorsa da spendere bene non sprecare con xenofobia.

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Chi lavora bene è fonte di stimolo per la crescita, non gli immigrati in particolare. L’Italia non è affatto statica e abulica e chi arriva qui da immigrato non dovrebbe essere presuntuoso. Le rimesse, inoltre, sono somme che non vengono spese in Italia e non vengono reimpiegate nel ciclo produttivo locale. E’ a tutti gli effetti una ricchezza che se ne va altrove. D’altro canto i paesi “sviluppati” producono ricchezze nel “terzo mondo” e se le portano via (petrolio, diamanti, oro…). Uguale.

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Non ritengo che questi immigrati siano come i nostri immigrati in America. Noi siamo occidentali e ben diversi dagli attuali nostri ospiti. Preferirei tornassero nei loro Paesi di origine.

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Alcune osservazioni:
1. E’ vero che sono capitali che vengono spesi nei Paesi d’origine, ma soltanto per il 50%, l’altro 50% viene speso in Italia.
2. Come si legge nel secondo “report” della Banca d’Italia che ho allegato sopra: “Gli stranieri hanno tassi di partecipazione al mercato del lavoro superiori a quelli degli italiani. Tuttavia, come in altri paesi avanzati interessati da flussi migratori rilevanti, l’aumento dell’offerta di lavoro dovuto all’immigrazione non sembra in media aver avuto effetti negativi sulle retribuzioni o sulle prospettive occupazionali dei nativi. (…).
Il principale effetto dell’immigrazione per un paese sviluppato è l’attenuazione degli squilibri demografici che discendono dal rapido invecchiamento della popolazione che già vi risiede; vi influiscono sia la più giovane età sia la maggiore fecondità degli stranieri”.
3. Ed ancora: “ Nel 2008, in Italia il tasso di dipendenza, misurato dal rapporto tra la popolazione con 65 anni e oltre e quella in età da lavoro (15-64 anni), era pari al 30,4 per cento. In assenza della popolazione straniera residente sarebbe risultato più elevato di due punti. L’apporto della popolazione di origine straniera è inoltre destinato a crescere rapidamente. Sulla base delle previsioni demografiche dell’Istat, nel 2050 il tasso di dipendenza dovrebbe collocarsi attorno al 60 per cento; in assenza dei flussi migratori previsti per i prossimi quarant’anni e tenuto conto della conseguente riduzione della fecondità media, potrebbe raggiungere circa il 75 per cento”.
4. La gestione dell’INPS presenta avanzi record da alcuni anni per effetto delle entrate dei contributi degli immigrati (oltre 7 miliardi), parecchi dei quali, a causa della normativa, poiché tornano nei loro Paesi, non prenderanno mai la pensione italiana.
5. Non ha nulla di scientifico – anche se qualche articolo di stampa e, per altro verso, l’aumento dell’elettorato femminile che vota Lega Nord lo confermano – ma da anni constato che sono le donne le più ostili verso gli immigrati, soprattutto le immigrate, poiché le vedono, talora a ragione, come temibili rivali in amore e causa di separazioni coniugali.

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ho dato in affitto un appartameto a una familia marocchina con l’intento di aiutarli, moglie e due figli.Risultato finale:€12000,00 di affitto + €850,00 di consumo di acqua non pagati e l’appartamento disfatto,sporco,impresentabile che ho dovuto svenderlo.Io ho 71 in qul tempo non mi curavo tanto della casa perchè accudivo mia madre e sono stato ripagato così.
Ora hanno una casa del comune hanno tre figli e dallo stesso si fanno mantenere.tra l’altro non mi versavano neppure l’assegno che il comune gli dava per allegerire la spesa dell’affitto.Queste persone andrebbero mandate da dove son venute.

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Penso che gli immigrati vadano accolti come persone, come lavoratori e come vicini di casa. Penso che il loro valore sia umano e sociale e penso che possiamo imparare molto da loro. Ma anche viceversa. Anche noi dobbiamo essere accolti da loro come persone, lavoratori, cittadini. Invece, a volte, credono di essere superiori (rif. Ben Scalas più sopra). Forse la paura, forse l’ignoranza. Non lo so. Per quanto riguarda la spesa ho grossi dubbi: credo che si limitino a comprare cibo e materiale di prima sussistenza, ma il nostro sistema si basa anche su di un’offerta merceologica molto varia, ai quali pochissimi immigrati attingono.
Certamente le donne, purtroppo, sono le nemiche delle donne, ma non per questione di uomini (altra presunzione maschile!), ma perchè non le capiamo: non interagiscono con noi in nessun ambito sociale (scuola, parco, feste, ecc.) e non ci sono collegamenti umani, affettivi, emotivi, che è ciò che lega le donne tra di loro.

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Effettivamente, anch’io penso che (quasi) sempre l’affermazione enfatica, incongrua di superiorità svela , non la paura, ma il suo opposto: un sentimento di inferiorità; come, talvolta, i punti esclamativi, proporzionalmente al loro numero, riflettono non sicurezza, ma il suo opposto: insicurezza.
Questo blog si chiama “Percentualmente”, a significare che tratta di analisi quali-quantitative, allegando le fonti dei dati. Questo mi ha suggerito fin dall’inizio della mia frequentazione di evitare o almeno limitare fortemente i giudizi soggettivi, le semplici percezioni, le supposizioni, e, ancor più, di opporre valutazioni soggettive non suffragate da dati per revocare in dubbio le tesi – documentate o non – degli interlocutori. Ma, basta dare un’occhiata ai commenti dei lettori, per ricavarne che parecchi si comportano all’opposto. Per inciso, ho rilevato che anche questo modo di fare rivela motivazioni “sottostanti”: superficialità, approssimazione, presunzione.
Fatta questa lunga premessa, allego, scusandomi di non averlo fatto prima, l’evidenza del dato del 50% del reddito (non delle rimesse, che essendo tali non rimangono qui) speso in Italia dagli immigrati:
“Le rimesse degli immigrati. Mezzo stipendio torna a casa. Come e perché”
http://www.radioradicale.it/scheda/238460?format=32 .
In questo articolo del “Corriere”, ma del 2004, secondo Western Union andava via solo il 16%, che, anche se lo raddoppiamo, arriva al 32%, e dove è scritto:
“(…) i grandi beneficiari del reddito prodotto dagli immigrati sono i Paesi ricchi dove risiedono e lavorano. Basta leggere i dati scorporati della Western Union che compongono il reddito complessivo degli immigrati. Dei 25,778 miliardi di dollari gli immigrati ne hanno inviato nei propri Paesi d’origine 4,083 miliardi, pari al 16 per cento del reddito; ne hanno risparmiato in Italia 5,671 miliardi di euro, pari al 22 per cento del reddito; e hanno speso in Italia 16,024 miliardi, pari al 62 per cento del reddito. Significa che gli immigrati spendono o risparmiano in Italia l’84 per cento del proprio reddito, mentre le rimesse che vanno nei Paesi in via di sviluppo sono solo il 16 per cento”.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/08_Agosto/11/magdi.shtml
Ma basta solo por mente a questo: gli immigrati in Italia sono circa 6 milioni, il 10% della popolazione, e contribuiscono per l’11% alla produzione del PIL (140 miliardi), di questi solo circa 7 miliardi, cioè il 5%, sono inviati (per i canali formali) come rimesse.
A parte la mia esperienza, ecco uno dei tanti link sul tema: “Perché le donne dell’Est ci rubano i mariti?”
http://forum.cosmopolitan.it/showthread.php?t=1799588 .
Infine, la difficoltà del rapporto. E’ vero, c’è la naturale ritrosia di uno straniero, per varie ragioni, ad un rapporto pieno ed aperto con gli Italiani. Ci sono anche gli aggressivi. Però, ho conosciuto e conosco diverse straniere (a proposito inviano tutte i soldi tramite i pullman o furgoni-navette, che prendono il 5%): vedo che si tratta anche quasi sempre di un rapporto italiano-straniero asimmetrico, sbilanciato, da superiore ad inferiore.

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salve,
si vede che a l’italiana piace la bote piena e la moglie ubriaca,un paese chi non da garanzie di soggiorno e cittadinanza agli immgrati,non deve pretendre che gli immigrati spendino tutto in italia
saluti


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