mercoledì 28 dicembre 2016

Un mio commento critico è stato considerato un regalo di Natale


Da 5 anni, ormai, tento di contrastare la vulgata che è stato il Governo Monti a causare la recessione economica, e lo faccio opponendo le nude cifre, le quali attestano che, nella scorsa legislatura, in un quasi equivalente lasso di tempo, cioè un anno e mezzo, il Governo Berlusconi ha varato manovre correttive (maggiori tasse e minori spese, su più anni o permanenti) per un ammontare quadruplo di quelle di Monti. E’ come dire, tradotto in termini calcistici, che Berlusconi ha battuto Monti per 4 a 1, ma la vittoria viene assegnata a Monti!
Da 5 anni, faccio lo stesso con le riforme delle pensioni, dimostrando attraverso un esame puntuale delle norme e dei documenti, inclusi articoli di giornale pubblicati nel corso degli anni, che la più severa riforma delle pensioni Sacconi (2010 e 2011) è stata via via completamente obliterata, fino ad arrivare al punto che non solo i giornali, ma anche i siti dei sindacati e perfino l’INPS parlano soltanto della supposta severissima riforma delle pensioni Fornero, alla quale, per varie ragioni, inclusa una stesura fuorviante del testo della legge, il DL 201/2011, art. 24, da parte della sua promotrice, vengono attribuite erroneamente anche misure recate dalle riforme precedenti (Dini, 1995; Damiano, 2007; Sacconi, 2010 e 2011).
Da quasi 4 anni, svolgo un’analoga opera di divulgazione controcorrente sull’attività della BCE durante la crisi economica, evidenziando sia una quasi universale ignoranza dei suoi compiti, sia la violazione del suo statuto, sia la natura restrittiva della sua politica monetaria nel corso dei primi 6 anni della crisi.
Su questi tre argomenti, mi è capitato di scrivere un commento critico anche in calce ad un articolo del quotidiano on-line Gli Stati Generali, che il suo autore, con mia piacevole sorpresa poiché di solito debbo registrare reazioni negative, ha addirittura giudicato un regalo di Natale, dedicandogli un intero articolo.

REGALO DI NATALE
GIOVANNI PASTORE  -  26 dicembre 2016
Voglio con questo articolo ringraziare Vincesko un, a me, ignoto lettore degli Stati Generali che 18 ore fa, il giorno di Natale ha postato un commento al mio articolo del 24 dicembre: http://www.glistatigenerali.com/banche/un-new-deal-nei-rapporti-fra-banche-imprese-famiglie/.
Non si tratta da parte mia di un episodio di narcisismo “commentano un mio articolo, sono importante” ma di cogliere finalmente un piccolo segnale, la speranza che ritorni un minimo di approfondimento nel dibattito sulle questioni economiche ed in generale nel dibattito culturale. […]
ECCO PERCHÉ IL COMMENTO DI VINCESKO È STATO PER ME UN REGALO DI NATALE. A prescindere dal condividerne o meno i contenuti che mi costringono, prima di ogni risposta, ad un approfondimento.

Riporto il mio commento in calce.

La ringrazio, faccio del mio meglio. In effetti, cerco di fare CONTROINFORMAZIONE da 8 anni (da quando frequento Internet), basandomi rigorosamente sui dati e sui fatti, che è davvero difficile se si è intellettualmente onesti non condividere. In temi economici, da 5 anni, cerco di combattere – ma è una vera fatica di Sisifo - la DISINFORMAZIONE imperante, quasi universale, che include anche docenti universitari, in particolare su 3 temi importanti, dallo scoppio nella crisi economica:
1. CHI HA MESSO DI PIU’ LE MANI NELLE TASCHE DEGLI ITALIANI E TAGLIATO DI PIU’ LA SPESA PUBBLICA, CAUSANDO L’AUSTERITA’;
2. CHI HA RIFORMATO DI PIU’ LE PENSIONI; e
3. LE RESPONSABILITA’ DELLA BCE, della quale il 99% almeno degli Italiani (e forse Europei e mondiali), inclusi professori di Economia famosi, ignorano o non conoscono bene lo statuto.
Le rispettive risposte, in breve, sono: 1. Di gran lunga, Berlusconi; poi SB, coi suoi potentissimi megafoni, ha addossato tutta la colpa sul cattivissimo Monti, e 60 milioni di Italiani allocchi – che in stragrande maggioranza odiano i numeri e tengono in non cale i fatti e la logica - gli hanno creduto: Riepilogo delle manovre correttive (importi cumulati da inizio legislatura): - governo Berlusconi-Tremonti 266,3 mld (80,8%) - governo Monti 63,2 mld (19,2%); Totale 329,5 mld (100,0%), cfr., per il dettaglio, “Il lavoro ‘sporco’ del governo Berlusconi-Tremonti” http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2747515.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/il-lavoro-sporco-del-governo-berlusconi.html; 2. Di gran lunga, Sacconi (non Fornero!), cfr. Sacconi vs Fornero, qual è stato il ministro che ha riformato di più le pensioni” http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2828986.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/sacconi-vs-fornero-qual-e-stato-il.html; e 3. La BCE ha disatteso per anni i suoi obiettivi statutari (che sono 2, non uno soltanto!) e aggravata e prolungata la crisi economica con la sua politica monetaria restrittiva: cfr. Replica alla risposta della BCE alla petizione sulla BCE” http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2845674.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2016/04/replica-alla-risposta-della-bce-alla.html, con, all’interno, l’“Allegato alla petizione contro la BCE” (con il testo dello statuto BCE) e “Chi non conosce lo statuto della BCE (elenco in divenire)”. Per un’analisi complessiva della politica monetaria della BCE durante la crisi, corredata dalle prove, allego la modifica da me elaborata della relativa voce di Wikipedia (poi annullata da un volontario-amministratore per ragioni strampalate): (scorrere la lunga pagina fino all'indice e cliccare sul cap. 8) 8. Attività della BCE dopo il trattato di Lisbona: analisi critica https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Banca_centrale_europea&diff=83520825&oldid=835061.

PS: E’ curioso osservare che ad alimentare la DISINFORMAZIONE sul cosiddetto consolidamento fiscale (manovre correttive con più tasse e minore spesa pubblica) e sulle pensioni abbiano contribuito e contribuiscano tuttora lo stesso Prof. Monti (vedi post n. 243 del 04-12-12 “Il Prof. Mario Monti, il millantatore” http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2764086.html  oppure  http://vincesko.blogspot.com/2015/05/il-prof-mario-monti-il-millantatore.html) e la stessa Professoressa Fornero (v. post n. 669 del 10-11-16 “Lettera alla Professoressa Elsa Fornero su pensioni e manovre correttive” http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2851776.html  oppure  http://vincesko.blogspot.com/2016/11/lettera-alla-professoressa-elsa-fornero.html). Entrambi, evidentemente, pur di passare alla storia come i salvatori dell’Italia (fin dal nome del loro primo DL 201/2011-“Salva-Italia”), hanno la debolezza di millantare meriti esagerati, pagando il prezzo salato delle critiche feroci e delle maledizioni da parte di tanti Italiani.


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sabato 24 dicembre 2016

Riformismo vs liberismo


Salvare il liberismo dai liberisti (ideologici)

–di Carlo Calenda  -  20 dicembre 2016

Mi posso senz’altro sbagliare, ma constato che forse non è un caso che, eliminata (per il momento) la presenza ingombrante del liberista Renzi, sotto la cui Presidenza del Consiglio si è consumata la scelta poco lungimirante di far cadere la nostra strategica TELECOM dalla padella spagnola alla brace francese,[1] il ministro del MISE Carlo Calenda mostri una volontà interventista negli assetti dei cosiddetti campioni nazionali, come avviene, in grado ben maggiore, fin dalla nascita dell’Unione europea, in Francia o in Germania.

Ci sono - lo spiegava anche Adam Smith 250 anni fa - essenzialmente tre ideologie economiche: quella liberista, quella statalista e quella intermedia, cosiddetta mista. Tutte le altre sono derivazioni di queste.
Da riformista, io sono favorevole alla terza, che assegna allo Stato un compito di programmazione economica, ormai obnubilata, obliterata quasi completamente dal quarantennio di esistenza dell'Unione europea a trazione ordoliberista, interpretata dai nostri governanti in maniera ottusa ed autolesionistica, e perciò occorre fare i conti con la mentalità imperante che vede lo Stato quasi esclusivamente come un soggetto inefficiente e corrotto.

Anche il riformista Romano Prodi (non tragga in inganno la dismissione dell'IRI, che fu una decisione politica italiana ed europea susseguente al Trattato di Maastricht, che l'allora tecnico Prodi eseguì[2]) sostiene da molto tempo la necessità di una politica industriale nel quadro dell'attuazione di una politica economica autenticamente di sinistra. Vincendo le terribili resistenze "culturali" che allignano, non tanto nelle file dei ricchi - che è normale -, quanto nella maggioranza del popolo, che normale non è. Rilevo, infatti, da diversi anni il paradosso (constatato recentemente in un suo articolo proprio da Romano Prodi[3]) che sono i poveri ad opporsi autolesionisticamente ad una politica autenticamente riformista, o a sostenere, come scriveva Einstein nel suo carteggio con Freud, politiche che vanno contro il proprio interesse (cfr. "Perché la guerra?").[4]
Questa renitenza culturale è, a ben vedere, insieme, lo specchio della natura profondamente conservatrice dell'elettorato italiano e il più grosso ostacolo alla sua maturazione in senso socialdemocratico (nella sua accezione europea, in particolare scandinava).

Dei tre principali partiti (PD, M5S e FI), il PD (fusione di ex comunisti ed ex democristiani di sinistra), superata la torsione destrorsa impressa da Renzi, dovrebbe essere ascrivibile “naturalmente” al campo riformista. Per M5S, il discorso è più complesso. Io non voto per M5S, ma sono molto interessato all'evolversi della situazione di M5S, date le implicazioni future in termini di possibili alleanze, a condizione che il buffone ignorante ed il suo nuovo socio provvedano a modificare il loro statuto, che le vieta. Ma nutro, in ogni caso, qualche dubbio sulla effettiva volontà di M5S di voler perseguire obiettivi riformisti, il che in soldoni significa, da una parte, affermare il ruolo dello Stato in economia; e, dall'altra, aumentare le tasse sui ricchi da investire in settori mirati (investimenti e welfare) e fare redistribuzione. E li nutro sulla base di una scelta concreta passata di M5S, cioè di espungere dalle coperture, nella seconda versione della loro proposta di legge sul reddito di cittadinanza, un'imposta patrimoniale, che invece era prevista nella prima versione.[5] Ed è proprio sull'imposta patrimoniale sui ricchi (il decile o la metà del decile più ricco), anche per un fatto di semplice equità vista la loro scarsa partecipazione al mastodontico risanamento dei conti pubblici effettuato nella scorsa legislatura (4/5 da Berlusconi, pari a 267 mld cumulati, in maniera scandalosamente iniqua, ed 1/5 da Monti, pari a 63 mld, in modo più equo)che, secondo me, si parrà la nobilitade di un qualunque partito che si dichiari riformista.

In definitiva, il succo che va estratto dal mio commento e dall’articolo del prof. Prodi è il seguente: (a) la sinistra deve fare la sinistra, non copiare – come è successo negli ultimi 25 anni - la destra; e (b) i poveri devono smettere l’abitudine masochistica plurimillenaria di fare AMMUINA e di difendere l’interesse dei ricchi, e fare il loro, che CON-FLIG-GE con quello dei ricchi.

[1] Telecom

[2] Un’illustrazione molto critica di Nino Galloni

[3] I riformisti possono tornare a vincere solo se ritrovano le loro radici
L’onda anti-sistema – I riformisti ritrovino la bussola (e gli elettori)
Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero del 11 dicembre 2016
http://www.romanoprodi.it/strillo/i-riformisti-possono-tornare-a-vincere-solo-se-ritrovano-le-loro-radici_13674.html

[4] L’ammuina dei poveri e l’egoismo dei ricchi

[5] Reddito di cittadinanza, commento alla proposta di legge di M5S

Appendice

Prodi ha le sue idee, che di solito condivido. Fanno eccezione: (1) il giudizio molto positivo su Draghi (gli ho anche scritto e francamente ho trovato la sua risposta insoddisfacente) e (2) il sì al referendum costituzionale, ma su questo ha detto che la riforma faceva schifo ma che la votava per altri motivi (che ha spiegato).
Sulla questione dell’ingresso nell’Euro, ho trovato questa incoerenza tra quanto Prodi afferma sulla stupidità della regola del 3% (fissata dal Trattato di Maastricht, del febbraio 1992, assieme all’adozione dell’Euro come moneta unica, firmatario il ministro del Tesoro Guido Carli del VII Governo Andreotti) e l’accettazione dei Regolamenti 1466 e 1467 che rendono più stringente quella regola, approvati il 17 giugno del 1997 da parte del Ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi del I Governo Prodi (poi sostituiti, prima, dal Reg. 1175/2011 e, poi, nel 2012, dal fiscal compact). Vedi questa ricostruzione (severa e insinuante nei riguardi di Prodi):
L’ingresso dell’Italia nell’euro: è stato veramente un golpe?
04/11/2015 - Simone Nastasi
PS: Quando allego un documento, non vuol dire necessariamente che ne condivido le tesi.

La risposta, credo, la dà questo lungo e interessante documento di analisi dei due regolamenti e del fiscal compact, del Prof. Giuseppe Guarino, laddove scrive: “L’adesione al regolamento fu formalmente volontaria. Sostanzialmente, almeno per alcuni degli Stati membri, coatta. Ottenere consensi formalmente volontari, sostanzialmente coatti, è un metodo che anche in seguito sarebbe stato praticato”. (pag. 11)
NB: Al termine del par. 31, pag. 18, c’è un “non” di troppo. Al par. 72, “Gli obiettivi fondamentali sono enunciati all’art. 2, n. 3” va corretto in “art. 3, n. 3”.
EURO: VENTI ANNI DI DEPRESSIONE (1992-2012) *di Giuseppe Guarino

Per chi vuole confrontare quanto scrive Giuseppe Guarino col testo del Trattato di Lisbona (TUE e TFUE), allego:
Trattato di Lisbona
Versione consolidata del trattato sull'Unione europea e del trattato sul funzionamento dell'Unione europea
Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (pubblicati on line il 27 febbraio 2013)

Segnalo, perché contiene considerazioni sulla politica monetaria della BCE:

Lectio magistralis in occasione del conferimento della Laurea honoris causa in Scienze Statistiche per le Decisioni
Università degli Studi di Napoli Federico II
Modelli e metodi quantitativi per le decisioni di politica monetaria: limiti e nuove prospettive
 Ignazio Visco, Governatore della Banca d’Italia
Napoli, 19 dicembre 2016


Post e articolo collegati:

Bersani vs Renzi: economia mista o liberismo?

Il governo corre ai ripari: fermare i francesi con Telecom
Cdp nel capitale dell’azienda di Tlc per bloccarne la vendita a Orange e costringere il finanziere bretone a trattare su Mediaset e Generali
FRANCESCO BEI
Pubblicato il 23/12/2016


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martedì 13 dicembre 2016

Governo, staffetta Renzi-Gentiloni



Il Governo Renzi (come quello Letta) non ha avuto quasi nessun merito, ha campato di rendita sul risanamento mastodontico effettuato nella scorsa legislatura (330 mld cumulati)[1] per 4/5 dal Governo Berlusconi (267 mld cumulati), in maniera scandalosamente iniqua, e per 1/5 dal Governo Monti (63 mld cumulati), in maniera più equa (vedi IMU, patrimonialina sui depositi, TTF). E le cui misure strutturali valgono tuttora (vedi, in particolare, la severissima riforma delle pensioni Sacconi, 2010 e 2011, e la riforma delle pensioni Fornero, 2011[2]), che procurano risparmi di una ventina di miliardi l'anno e che hanno reso possibile la politica monetaria espansiva della BCE,[3] che procura anch’essa un risparmio di circa 20 mld annui di interessi passivi.
Renzi è tosto, non c'è dubbio, ma si è opposto all'UE solo a chiacchiere, ha fatto solo scena: l'Italia è il Paese che rispetta di più il parametro deficit/Pil[4] (durante la crisi, gli altri Paesi se ne sono altamente fregati delle richieste dell'UE; come ora nella ripartizione dei migranti); ha l'avanzo primario più alto, che toglie risorse all'economia reale e perpetua la recessione-stagnazione. Renzi è stato solo interessato ad ottenere dall'UE una miserevole flessibilità, da distribuire e sprecare in mance elettorali o in regali costosi ed inefficaci agli imprenditori (22 mld) e non in provvedimenti più idonei (vedi ultimo rapporto OCSE, che suggerisce di investire in opere pubbliche in settori mirati[5]), tesi alla crescita economica, che intervengano congruamente sul denominatore del rapporto debito/Pil, che è l'unico che conta per la valutazione della sostenibilità del debito pubblico, che ovviamente finché c’è un deficit non può che crescere in valore assoluto. Va aggiunto che Renzi ci ha messo del suo per meritarsi la benevolenza dell'UE e della BCE: ha varato la riforma del lavoro, giudicata severa perfino dalla Professoressa Fornero.[6]
Infine, last but not least, l'anno prossimo è prevista l'approvazione dell'inserimento dello stupido (copyright Prodi, riferito già al 3%) fiscal compact nei trattati UE, che come si vede impedisce politiche economiche anticicliche: l'Italia dovrà dire NO! Però, intanto, Renzi l'aveva confermato nell'art. 81 della "sua" Costituzione, bocciata sonoramente dal popolo italiano.[7]
Ecco, il Governo Gentiloni non dovrà ripetere gli stessi errori e, soprattutto, dovrà, assieme a Renzi, che rimane segretario del PD ed ha i numeri al Parlamento europeo per far cadere la Commissione Juncker,[8] affrontare la questione fondamentale delle regole europee, sapendo, come conferma purtroppo il lavoro fatto dai parlamentari europei Mercedes Bresso e Elmar Brok nell’ambito della Commissione Affari costituzionali del Parlamento europeo che ha approvato il loro rapporto[9], che va fatto un duro lavoro perché esse, dall’approvazione del Trattato di Lisbona, vadano finalmente interpretate ed applicate NON in senso ordoliberista, secondo l'ottica e nell'interesse della Germania e dei suoi satelliti, ma mirate alla piena occupazione e al progresso sociale dell'intero popolo dell'Unione europea (vedi Preambolo e art. 3 del TUE).
Infine, il nuovo Governo ha ripristinato il Ministero per il Mezzogiorno, decisione sicuramente molto positiva che riporta sul tavolo l’annosa e dirimente per l’Italia questione meridionale, in parte “sporcata” dall’affidamento del CIPE al nuovo Ministero dello Sport, retto dal renziano Lotti, perché è di tutta evidenza che la chiave di volta per cominciare a risolverla è anche, ma non soltanto, l’entità delle risorse e la qualità del loro utilizzo.[10]

[1] Il lavoro ‘sporco’ del governo Berlusconi-Tremonti

[2] Lettera ai media, al Governo, al PD e ai sindacati: le pensioni e Carlo Cottarelli

[3] Quantitative easing e uscita dalla crisi economica

[4] EUROSTAT – Deficit/Pil
.................2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
Italia........ -1,5...-2,7..-5,3..-4,2...-3,5..-2,9...-2,9…-3,0..-2,6
Francia.....-2,5...-3,2...-7,2..-6,8..-5,1..-4,8...-4,0…-4,0...-3,5
Spagna.....+2,0..-4,4..-11,0..-9.4..-9,6.-10,4..-6,9…-5,9..-5,1
Gran Br.... -3,0..-5,0..-10,7..-9,6..-7,7...-8,3..-5,6…-5,6..-4,4
Germania +0,2..-0,2....-3,2..-4,2..-1,0...-0,1..-0,1...+0,3..+0,7

[5] Ocse: “Più investimenti pubblici per evitare trappola della bassa crescita. Il pil dell’Italia aumenterebbe fino al 2%”
L'organizzazione parigina ha calcolato di quanto salirebbe il prodotto interno dei diversi Paesi se abbandonassero l'austerity e aumentassero la spesa pubblica produttiva dello 0,5% del pil. Nell'Ue sarebbe la Germania a guadagnare più di tutti: +2,5% nel lungo periodo. Roma dovrebbe partire da interventi per la sicurezza anti-sismica, "la promozione di un’economia a basse emissioni" e spese per scuola e famiglie
di F. Q. | 28 novembre 2016

[6] Lettera alla Professoressa Elsa Fornero su pensioni e manovre correttive
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2851776.html  oppure 
http://vincesko.blogspot.com/2016/11/lettera-alla-professoressa-elsa-fornero.html 

[7] Referendum costituzionale, il NO vince col 59% contro il 41% del SI’ e riapre i giochi politici

[8] Il premier ribatte a Juncker: “È il ruggito di un debole, l’Italia merita rispetto”
FEDERICO GEREMICCA
16/01/2016
Sia come sia - e vista la decisione di Juncker di rispondere colpo su colpo - la scontro rischia di finire davvero fuori controllo: in un momento, per altro, tra i più difficili nella storia dell’Unione europea. Matteo Renzi, però, non sembra spaventato dalla prospettiva, e dopo l’affondo anti-Juncker prodotto mercoledì da Gianni Pitella a Strasburgo, la mette così, a chi gli chiede cosa accadrà: «Non credo nello scontro. E non credo, soprattutto, che convenga a Juncker. Abbiamo i numeri per far saltare la sua maggioranza», dice. Poi sorride e aggiunge: «Ma siamo saggi, e non lo faremo».

[9] 30.10.2015 DOCUMENTO DI LAVORO sul tema Migliorare il funzionamento dell'Unione europea sfruttando le potenzialità del Trattato di Lisbona Commissione per gli affari costituzionali Correlatori: Mercedes Bresso, Elmar Brok
http://www.mercedesbresso.it/wp-content/uploads/2015/11/Bresso-Brok.pdf  


C’è al par. 29 e al par. 45 la conferma di tutto l'armamentario attuale, incluso lo stupido e nefasto fiscal compact.
29. Abbiamo bisogno di ulteriori riforme dell'UEM che la dotino di una governance economica efficace e democratica (per i settori in cui la Commissione può fungere da organo esecutivo e il Parlamento europeo e il Consiglio possono agire in qualità di colegislatori). Qualsiasi ulteriore sviluppo dell'UEM dovrebbe essere basato e sulla normativa in vigore (come il Six pack, il Two pack e l'Unione bancaria) e sulla sua attuazione. Per essere efficace e legittimo, tale governo dovrebbe essere pienamente collocato all'interno del quadro istituzionale dell'Unione (cfr. il punto H di seguito) e dovrebbe rafforzare le sue capacità in sette ambiti (cfr. i punti da A a G):
45. Si dovrebbe garantire la piena attuazione dell'attuale quadro basato sul Six pack e sul Two pack e del semestre europeo. Gli squilibri macroeconomici dovrebbero essere affrontati in modo specifico, e il controllo di lungo periodo sul disavanzo e sui livelli ancora estremamente elevati del debito dovrebbe essere garantito migliorando l'efficienza della spesa, dando la PE569.777v02-00 8/15 DT\1077428IT.doc IT priorità agli investimenti produttivi, offrendo incentivi alle riforme strutturali e tenendo conto delle condizioni del ciclo economico.

C'è una sola menzione dell'art. 3 del TUE e parla di "rafforzare l'economia sociale di mercato", che è una presa in giro, uno specchietto per le allodole, poiché il titolo altisonante è ingannevole e smentito sia dal vero contenuto teorico che dalla realtà (v. Dialogo con Carlo Clericetti sulla solidarietà tra gli Stati dell’UE e sull’economia sociale di mercato http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2848095.html  oppure  
31. Dovrebbe essere individuato e stabilito per legge un numero limitato di ambiti chiave per le riforme strutturali che consentano di incrementare la competitività, la convergenza dell'economia reale e la coesione sociale nell'arco di un periodo di 5 anni, con l'obiettivo di rafforzare l'economia sociale di mercato europea (come previsto dall'articolo 3, paragrafo 3, del TUE).

Non c'è, invece, nessuna menzione dei veri obiettivi contenuti nella missione dell'Unione Europea, sanciti nel Preambolo e nell'art. 3 del TUE: la piena occupazione e il progresso sociale (v. Sono l’Ue e la Bce a non rispettare i trattati europei http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2837437.html  oppure  http://vincesko.blogspot.com/2015/09/sono-lue-e-la-bce-non-rispettare-i.html).

[10] Sud, false opinioni, alcuni dati e proposte


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sabato 10 dicembre 2016

Dialogo sul reddito minimo garantito e l’imposta patrimoniale



Pubblico una vecchia discussione, tratta dal mio archivio, relativa al Reddito minimo garantito ed alle sue coperture finanziarie, tra cui un’imposta patrimoniale sui ricchi, svoltasi in Huffington Post nel 2013, in calce al seguente articolo di Marianna Madia, attuale Ministro della Pubblica Amministrazione:

Parlamentare Partito democratico
Basta con la cassa integrazione in deroga, sì al reddito di inclusione
Pubblicato: 28/11/2013 19:00
Essa ben rappresenta l’inclinazione di fondo irresistibile dei poveri (nel senso di non ricchi): anziché solidarizzare con i loro simili, rispondere ad una sorta di richiamo ancestrale quasi inscritto nei geni e dedicarsi volentieri all’ammuina che favorisce i ricchi. Perfino il Movimento populista M5S, che nella sua prima proposta di legge di un reddito di cittadinanza aveva incluso nelle coperture un’imposta patrimoniale, poi nella seconda stesura della stessa proposta di legge l’ha cancellata.


9 Fans
"La povertà è cresciuta in tutti i Paesi avanzati." --> no, è cresciuta nei paesi malgestiti in cui il socialismo imperante, di cui lei è espressione, sta soffocando la libera impresa. E' troppo facile smentila, guardi al Canada, alla Germania, alla Svizzera, alla corea del Sud, a Singapore, all'Australia etc etc etc.
per il resto le solite belle parole. .. . che non tengono conto della fantastica e non trascurabile "partita doppia". Ci dica da dove deriverebbero le risorse per fare quanto ha detto, altrimenti è l'n-simo appello valente quanto l'aria fritta.
Le strade sono 2:
a) La solita via, chiamiamola alla "Paolo Cirino Pomicino" ---> indebitiamoci come dei dannati, ci penseranno più avanti. non credo sia molto praticabile, defaulteremmo nel giro di 15 minuti.
b) Tagliare la spesa pubblica. Se sì ci dica.. cosa?!?!? E' necessario fare delle scelte ben precise, con temi di spesa e relativi risparmi. Se vorrà rispondermi le anticipo che "lotta all'evasione e taglio agli sprechi" non valgono, troppo facile,m troppo generico. ci dica ----> COSA VUOLE TAGLIARE E PER QUALI IMPORTI?
Altrimenti siamo alla solita ARIA FRITTA!

38 Fans
L'ha scritto - non sai leggere? -, la CIG in deroga. Poi, come in Francia, si potrebbe aggiungere un'imposta patrimoniale sui ricchi.

9 Fans
sì, peccato che la copertura non sarebbe sufficiente, stiamo parlando di due ordini di grandezza assolutamente diversi!
ahh, giusto, tassiamo quei cattivi dei ricchi!
E poi c'è chi critica la mia accusa di "socialismo imperante"!

38 Fans
1. Ovviamente - ovviamente - la copertura deve essere in equilibrio con la spesa: spesa piccola, copertura piccola; spesa grande, copertura grande.
2. Per una spesa grande, occorre prevedere un mix di misure di copertura.
3. Per ricchi, s'intende il decile o la metà del decile più ricco, vale a dire rispettivamente il 10% o il 5% delle famiglie, che detiene quasi la metà della ricchezza nazionale e si è arricchito con l'attuale, terribile crisi, anche perché i ben 330 mld di manovre correttive varate nella scorsa legislatura per risanare i conti pubblici li han pagati in grandissima parte i NON ricchi. Non lo sapevi?
4. Presumo tu non ne faccia parte, allora perché fai AMMUINA e difendi i ricchi?
5. Una domanda simile, pensa tu, a proposito della guerra, la fece Einstein a Freud, chiedendogli lumi. [*]
[*] L’ammuina dei poveri e l’egoismo dei ricchi
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2671843.html  oppure 

38 Fans
Io non capisco tutto questo entusiasmo per:
- una misura della legge di stabilità che ha stanziato pochi milioni a fronte di un fabbisogno di almeno 5-7 mld, per non parlare della proposta M5S che ha fissato la spesa in 19 mld;
- una supposta adesione dei sindacati, che invece sono stati finora tra i principali oppositori del reddito minimo garantito; assieme ai parlamentari di provenienza sindacale, come Cesare Damiano;
- una proposta che probabilmente non avrà mai l'appoggio del centrodestra, perché, per implementarla in maniera efficace e rivolta ad una platea estesa di beneficiari, implicherebbe un'imposta patrimoniale sui ricchi.

PS:
Dossier reddito minimo garantito
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2798018.html  oppure 

20 Fans
Si continua a fare una grande confusione tra salario minimo di cittadinanza per garantire a tutti i cittadini che abbiano un reddito inferiore ad un certo minimo previsto per legge un salario mensile per garantire condizioni esistenziali minime indipendentemente dall'età e se lavora o è pensionato, cosa impossibile date le decine di mld che ciò comporterebbe e che rientra in provvedimenti di tipo assistenziale da garantire con la fiscalità generale.
Diverso invece è il salario minimo da erogare ad un lavoratore che perde temporaneamente il lavoro per crisi aziendale o di settore, in attesa di riqualificarsi e trovare un altro lavoro.
Personalmente non sono d'accordo con la tesi di Ichino per cui bisogna pensare al lavoratore invece che a salvare il lavoro, almeno in termini assoluti, in quanto ci sono crisi aziendali che sono dovute a crisi di settore per superamenti tecnologici ed allora quindi può avere rilevanza auspicare la chiusura dell'azienda e riqualificare i lavoratori ma, ci sono tanti casi in cui l'azienda produce prodotti innovativi ma si trova in crisi per motivi finanziari o per caduta della domanda dovuta a crisi generale del sistema e quindi può essere più utile non allontanare definitivamente i lavoratori perché la riqualificazione è comunque costosa ed è perdita di skills e competenze professionali utili per l'economia del paese.
La problematica è complessa ed un'unica soluzione non è auspicabile anche se una riforma degli ammortizzatori e fronteggiare la povertà è necessaria in tempi di crisi

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Ecco, appunto, proprio per non fare confusione perché anche tu non adotti i termini (come insegna anche Pietro Ichino):
- reddito minimo garantito, come ammortizzatore sociale selettivo e condizionato (visto che il reddito di cittadinanza sarebbe universale e quindi dal costo proibitivo); e
- salario minimo contrattuale?

Se leggi il mio dossier allegato più sopra, c'è, da parte degli studiosi e dei proponenti (anche la PdL M5S), una pletora di denominazioni, talvolta errate, per definire la stessa cosa. E' un altro esempio della solita ammuina italica.

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Più volte ho discusso con Ichino di quanto sia parziale la sua proposta come ho detto un contratto unico non corrisponde alle esigenze degli imprenditori e dei settori economici, fatta salva la necessità di sfoltire la giungla di tipi di contratto e soprattutto controllare la loro corretta applicazione. Prevedere in ogni caso la scissione tra lavoro e lavoratore è un errore come ho scritto sopra. Anche se funzionassero meglio i centri per l'impiego ed è cosa indispensabile, la cosa necessaria è l'esistenza di una politica industriale da parte del Governo per far riparire l'economia ed orientare la riqualificazione dei lavoratori attraverso l'organizzazione di corsi mirati ai settori che si vogliono valorizzare e sviluppare.
Invece sia Renzi che Ichino non prevedono l'intervento del Governo nell'economia, perché la loro impostazione in campo di politica economica è di stampo liberista e l'unica cosa che sanno dire per bocca del finanziere Serra è che bisogna smantellare la Spesa pubblica: in un paese che spende per i servizi sociali (scuola, trasporti, sanità, ricerca ecc.) in media procapite meno che tutti i paesi europei

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Sei andata fuori tema rispetto alla mia risposta, che poneva esclusivamente (anche nel riferimento ad Ichino, che in una sua newsletter fece un'analoga puntualizzazione lessicale) una questione terminologica. Rileggila più attentamente.

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Ho letto con attenzione la sua rassegna di post sull'argomento, forse manca un interessante articolo di Laura Pennacchi di qualche giorno fa sull'Unità, ho già detto che il problema è complesso e che sono da supportare ambedue gli aspetti cioè quello della povertà in cui si includono anche i pensionati al minimo e la riforma degli ammortizzatori sociali per il sostegno alla disoccupazione giovanile e dei 50enni che lo perdono, mi sono soffermata su quest'ultima tematica.
La sua è la stessa risposta che ho ottenuto da Ichino, la questione della politica economica non mi riguarda ma, lo volete capire che se non si creano le condizioni per aumentare i posti di lavoro non ci sarà assistenza sociale che basterà mai....

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Laura Pennacchi c'è nel dossier.
Sei tu - rileggi - che hai posto la questione terminologica.
Affermazione invero strampalata: da dove hai desunto che la politica economica "non mi riguarda"? Ed oso pensare che anche ad Ichino (col quale dissento su molte cose) interessi.

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I ggiovani del piddì tutti grillini diventano! Ma smettetela che fate solo ridere.

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Ti sbagli, il reddito minimo garantito (leggi il mio dossier più sopra) è una proposta del Csx già attuata in passato.

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Hahahah... Bella questa! Indovini un po'? Lo sa che il CSx aveva pure presentato una "legge sul conflitto di interessi di livello europeo"? E cosa è successo? Un bel NIENTE! Aveva anche detto che era "improrogabile la riforma dell'attuale legge elettorale" e cosa è successo? Di nuovo un bel NIENTE! Ormai il PD non mi frega più, sono solo "chiacchiere e distintivo"! E povero Lei che ancora gli crede.

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Io sono miscredente, figuriamoci se credo nel PD. Leggi il dossier.

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"Come noto solo l'Italia e la Grecia sono i due Paesi del nucleo storico della UE a non prevedere forme di reddito minimo o di basic income."
La Germania è uscita dalla Ue? Non me ne ero accorto ...

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Perché, in Germania non c'è il reddito minimo garantito?

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No, non c'è. Ed è infatti una delle "grandi questioni" in ballo in questi giorni per la Grosse Koalition. I socialdemocratici lo vogliono (8,5 €/ora), CDU e CSU no, ma a quanto pare dovranno mollare, perché qualche compromesso dovranno pur farlo.
Tanto più che non si capisce da quando dovrebbe entrare in vigore. Di certo NON nel 2014. Pare nel 2015. Ci sono poi infinite polemiche sull'aggiornamento all'indice di inflazione.
http://vocidallagermania.blogspot.it/2013/11/85-lora-meno-linflazione.html
Inoltre, non so se lo sai (sapete), in Germania non esiste neanche il servizio sanitario pubblico. Ci sono solo le assicurazioni private. In compenso, è obbligatorio essere assicurati.
Ma queste cose non si devono dire. Sulla Germania si devono solo recitare le giaculatorie di luoghi comuni che vanno per la maggiore. Come ad esempio quella che non ci sarebbe il nero, che i tedeschi sono alti, biondi, ariani, e non sporcano le strade.
Già, perché nella Germania c'è anche il nero, e anche la corruzione.
Ma anche di questo, meglio non parlare.

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Ti sbagli, sei disinformato e ti stai confondendo anche tu col salario minimo obbligatorio contrattuale (v. la mia risposta più sopra a Silvia Sighieri).
I dati dell'RMG in UE li avrò scritti in HP già una decina di volte (anche nel dossier allegato più sopra ci sono). Da ultimo qui:
Reddito di cittadinanza, commento alla proposta di legge di M5S
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2797058.html  oppure 
“2. Nel merito, su alcuni punti:
a) poiché è buona norma partire dal confronto internazionale (benchmarking), tutti i Paesi hanno l'RMG, tranne Italia, Grecia e Ungheria; riporto gli ammontari di Reddito minimo garantito in alcuni Paesi UE27:
Tabella 3.6 Ammontare del contributo erogato alla singola persona (€) in alcuni paesi europei.
Contributo per persona (€)
Paese............2011
Germania…...364
Francia ….….475
Spagna …..…412,7
Gran Br…..…742
Danimarca .1.389
Alcune misure sono, inoltre, integrabili con altre. […]
“Rapporto sulle politiche contro la povertà e l’esclusione sociale” 2011-2012
http://www.lavoro.gov.it/Documents/Resources/Lavoro/CIES/RAPPORTO_2011_2012_Fabbris.pdf”.
link sostituito da:
http://impiego.formez.it/sites/all/files/Rapporto2011_2012.pdf
I mini job tedeschi di 400 € mensili sono compatibili sia col reddito minimo garantito, sia col sussidio all’affitto, sia con altre provvidenze, anche sanitarie.

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Hai ragione, hai detto reddito e io ho letto "salario". Il reddito minimo garantito però non c'è nemmeno in Francia, se per questo, dove invece c'è il salario minimo. A meno di non voler contrabbandare per tale ogni forma di assistenza (come le integrazioni salariali ai minijobber da parte dei Lander, che Handelsblatt dice non vengono conteggiate del deficit pubblico, e l'esenzione dal premio assicurativo sanitario PRIVATO della Germania, diciamolo esplicitamente che in Germania non c'è la sanità pubblica).
In Francia il trattamento di disoccupazione (che garantisce un reddito) dura al massimo tre anni, poi stop. E anche meno, se non accetti determinate offerte di lavoro. E a proposito delle forme di reddito garantito, ristudiatevi la storia di Speenhamland. Fatto con le migliori intenzioni, ha provocato più miseria perché ha favorito il dumping salariale. Ti dice qualcosa questo a proposito della Germania?
E' il salario minimo ad essere importante, non il reddito minimo.
Questo non significa che si debba lasciare la gente morire di fame, ovviamente. Significa solo che prima si deve fare il salario minimo, e POI l'assistenza.
Questa enfasi sul reddito di cittadinanza, SENZA dire mezza parola sul salario minimo, è completamente sbagliata.

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Insisti? Ti sei sbagliato tu. L’RMG c’è sia in Germania che in Francia (e in tutti gli altri Paesi UE, tranne Italia, Grecia e Ungheria). Ovviamente, essendo un RMG, è sottoposto a condizioni.
L’assistenza sanitaria in Germania è sia pubblica che privata. Come in Italia, con la differenza che quella pubblica viene pagata al 50% dal datore di lavoro ed al 50% dal lavoratore. Per i disoccupati è gratuita.
“L’assistenza sanitaria in Germania”
20 febbraio 2013
http://totentanz.wordpress.com/2013/02/20/lassistenza-sanitaria-in-germania/

8 Fans
Che mi sia sbagliato io l'ho già detto: ho letto salario invece di reddito. Adesso, come diceva Giulietta, "una rosa, anche se smettessimo di chiamarla rosa, non per questo cesserebbe di odorare di rosa". Il Reddito Minimo Garantito è un provvedimento *assistenziale*, il salario minimo no. E dato che lo "RMG" che è condizionale, e in alcune condizioni non si applica, vuol dire che questo minimo "garantito" è zero. Ma naturalmente, secondo l'usanza tipica italiana, paese in cui il ventennio fascista non è mai passata, si violenta il lessico e la grammatica a scopi propagandistici. Come si fa ad esempio quando si dice che in Italia esiste una No-Tax-Area: non esiste, invece. Esiste un regime di detrazioni, che è un'altra cosa.
Quanto alla Germania, devi avere evidentemente problemi di comprensione del testo. Quello che hai postato tu dice esattamente quel che dico io (e che mi hanno raccontato numerosi amici tedeschi): in Germania non c'è nessuna sanità pubblica, c'è un regime *assicurativo*, come si dice nel tuo link. Sono due cose diverse. Il fatto che esistano delle assicurazioni pubbliche non cambia il dato. Assicurazioni restano. Poi se vogliamo giocare con le parole ...

38 Fans
Re-insisti?
1. Ti sei sbagliato 2 volte: a leggere me e, prima, a leggere l’accordo CDU-CSU-SPD, che non riguarda l’RMG, come erroneamente affermavi, ma il salario orario minimo obbligatorio.
2. Sei tu che non 'capisci' il testo chiarissimo relativo al sistema sanitario della Germania. Colà esiste una sanità sia pubblica che privata, esattamente come in Italia (e, presumo, in quasi tutti gli altri Paesi UE). La differenza con l’Italia è che da noi la sanità pubblica, al netto dei ticket, è gratuita (la pagano per il 40% le imprese con l’IRAP), in Germania è coperta da un’assicurazione obbligatoria individuale, pagata metà e metà dalle imprese e dai lavoratori; per i disoccupati è completamente gratuita.
3. Continui a dire 2 cose ovvie che nessuno contesta: a) l’RMG è assistenziale e b) è condizionale: soddisfatte le condizioni è obbligatorio.

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Elena: non facciamo come con la riforma del catasto. Dicono che ci vogliono 5 anni per farla ma lo dicono da 30 anni. Deduzione: se avessero cominciato 30 anni fa l'avrebbero fatta 6 volte ma se non si comincia mai, mai si finisce. All'estero ognuno ha il suo sistema ma se fanno qualcosa in tutti i paesi tranne che Italia e Grecia allora vuol dire che siamo in torto noi. Io mi sono informato molto e letto le varie proposte in giro circa il reddito di cittadinanza o minimo garantito o salario minimo ( dipende, ce ne sono tante di idee e denominazioni ) e secondo me farla come propone il M5s è la cosa migliore perché veloce e neanche tanto costosa. Certo non è gratis e i soldi vanno presi, come dicevo prima, dagli sprechi oltre che dalla lotta all'evasione. Poi è logico che tutto è perfettibile ma l'importante è iniziare a fare qualcosa che consenta a chi si trova in reale difficoltà oggi di poter almeno disporre di un minimo di dignità oggi, non domani. Tanti ne avrebbero bisogno "ieri". Abbiamo circa 6 milioni di "inoccupati": non aspettiamo che diventino di più. Dare un minimo sostegno economico vuol dire anche rimettere in circolo denaro e quindi rilanciare i consumi almeno nei settori indispensabili alla vita delle persone. A pioggia: più consumi = più benessere = ritorno positivo per tutti.
Ma bisogna iniziare a far qualcosa perché ad aspettare si muore.

38 Fans
Segnalo:
1. l'RMG è previsto in tutti i Paesi UE tranne Italia, Grecia e Ungheria;
2. altro che poco: la proposta di legge M5S costa 19 mld;
3, il salario minimo obbligatorio non c'entra nulla col reddito minimo obbligatorio;
4. per gli sprechi e la lotta all'evasione, è più facile a dirsi che a farsi;
5. sono necessarie, quindi, altre misure tra cui, come prevede anche la PdL M5S, un'imposta patrimoniale.

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Approvo in linea di principio, bisogna poi valutare la cosa da un punto di vista finanziario. Oggi, stante il numero dei disoccupati-aventi potenziali diritto, possiamo misurare a quanto deve corrispondere (%) il prelievo sulle pensioni d'oro per bilanciare esattamente le nuove uscite del welfare per il reddito minimo. Possiamo perciò imporre l'aliquota del prelievo sulle pensioni di conseguenza. Ma cosa succede se, domani, i disoccupati aumentano? Si alza di nuovo l'aliquota del prelievo? Non c'è capienza altrimenti. Per non dover stare sempre ad interrogarsi sulla sostenibilità di questa spesa aggiuntiva, in cui si concretizzerebbe il reddito minimo sociale, bisognerebbe -a mio parere- offrirle una copertura supplementare, dalla riduzione delle risorse adesso impegnate per finanziarie altri ammortizzatori, come appunto la Cig.

38 Fans
Succede che l'RMG non può essere finanziato soltanto da un prelievo sulle cosiddette pensioni d'oro.
Le pensioni > 8.000 € lordi sono 109.000 e valgono 13 mld al lordo delle imposte, quindi al netto molto meno; anche se 90 mila € lordi, limite minimo per fare scattare il contributo, fanno circa 7 mila € lordi al mese.
Occorre quindi un mix di coperture che includa un'imposta patrimoniale redistributiva sul decile più ricco, che si è arricchito ulteriormente con la crisi (come è previsto nella PdL di M5S che fissa la spesa massima in 19 mld ed un prelievo progressivo sulla ricchezza maggiore di 1,5 mln).

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Oggi i disoccupati in Italia sono circa 3,5 mln. Se il reddito minimo consistesse in un assegno di 800 euro lordi mensili, l'uscita complessiva equivalente per le casse statali sarebbe di circa 33 mld all'anno, non i 13 mld preventivati dai 5 stelle. Ma pur astraendo da questa obiezione, cosa succederebbe se domani i disoccupati fossero 5 mln (ossia 1,5 mln in più) come in Grecia? La spesa equivalente sarebbe allora di 48 mld all'anno. Come li finanzi? Posto che una patrimoniale, calcolata secondo i giusti parametri, garantisca una copertura per l'assegno a 3,5 mln di persone, a fronte di un aumento sensibile dei disoccupati, bisognerebbe reimpostarne l'aliquota. Altra obiezione: una patrimoniale ha senso una tantum: non puoi conservarla in eterno, soprattutto in fase recessiva del reddito. La recessione del reddito significa che il Paese non genera ricchezza addizionale da un anno all'altro e che, anzi, la ricchezza diminuisce; ciò importa che, da un anno al successivo, ferma restando l'aliquota lorda dell'imposta patrimoniale, il gettito calerebbe; e non solo: chi possiede un ricco patrimonio, potrebbe pensar bene di liquidarlo, per smettere di sopportarne i costi di mantenimento, già altissimi per le spese di manutenzione degli immobili e altre imposte. Aggiungo pure un'altra considerazione: se mi tassi gli immobili, disincentivi le compravendite, e l'edilizia è un settore già molto mortificato. Le imposte ipotecarie e catastali gravanti sulle compravendite immobiliari valgono 20 volte l'Imu. Per le casse statali, non è meglio allora stimolare le compravendite, invece che scoraggiarle con un'imposizione così aggressiva?

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a) M5S ha fissato in 19 mld la spesa massima. Chi è fuori è fuori.
b) Appunto. Ripeto: ci vuole un mix di coperture, il contributo sulle pensioni non basta. E l’RMG (NON Reddito di cittadinanza) deve essere sottoposto a condizioni, che screma la platea dei beneficiari.
Tu invece fai delle ipotesi (perché 800€ e non 400? E perché 3,5 milioni di disoccupati?) e poi ne trai le ovvie conseguenze. Ma, obietto, al limite, va considerato non il numero dei disoccupati, bensì quello degli inattivi, che sono circa 14 milioni. Elaborai un’analisi critica alla proposta originaria di M5S di un Reddito di cittadinanza di 1.000€ a tutti, che dava un fabbisogno di 168 mld l’anno.
Per la classificazione di "disoccupato" e "inattivo", v. la mia risposta all'on. Damiano riportata nel mio Dossier sul RMG linkato più sopra.
c) Sugli immobili non sono d'accordo, mentre sui ricchi osservo: sono il 10% o il 5% delle famiglie che hanno una ricchezza netta rispettivamente di 4.000 mld € e di oltre 2.000 mld €; si sono arricchiti con la crisi; hanno pagato pochissimo per il risanamento mastodontico dei conti pubblici (330 mld) scaricato sulle spalle degli altri; tu presumo non ne faccia parte e perciò dovresti evitare di fare AMMUINA e difenderli; e last but not least occorre redistribuire il reddito dai ricchi, a bassa propensione al consumo, ai poveri, ad alta propensione al consumo, per sviluppare la domanda, i consumi e l'occupazione.

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Che vuol dire "chi è fuori è fuori"? Se 19 mld non bastano a garantire l'assegno a tutti quanti ne abbiano i requisiti, che si fa? Chi resta senza?
Sull'ammontare dell'assegno, ho fatto un'ipotesi di 800 euro lordi, che netti sarebbero poco più di 500, vorresti che fossero ancora meno?
Sul discorso patrimoniale, va usato un criterio di efficacia, piuttosto che di giustizia sociale, per centrare la prospettiva giusta. Se, causa l'aggravio fiscale a carico dei proprietari, un patrimonio non produce il rendimento atteso, quelli sono indotti a liquidarne una parte, oppure a non incrementarlo (con l'effetto di una contrazione ulteriore delle compravendite). In secondo luogo: imposte rilevanti sulle case scoraggiano da acquistarle, con gravi conseguenze ai danni di un settore, l'edilizia, già fortemente provato.
L'ultima obiezione che sollevo riguarda la presunta efficienza dello spostamento della ricchezza dai ricchi ai poveri. E' possibile che il grado di concentrazione della ricchezza attuale, oltre che iniquo, non sostenga la domanda. Tuttavia non farei valutazioni a partire dal confronto delle propensioni al consumo tra ricchi e poveri: i secondi tendono ad eguagliare quasi completamente il loro reddito ai consumi, vero, ma consumano beni primari, a basso valore aggiunto. I ricchi invece acquistano barche, automobili, immobili, preziosi, arredi di lusso, vacanze: è la domanda per questi beni che spinge su la nostra economia, che è campione di queste produzioni, perciò, piuttosto che omogeneizzare verso il basso, la politica dovrebbe creare le condizioni affinché un numero crescente di famiglie acceda a classi elevate di reddito.

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1) Sulla PdL di M5S, ho già scritto, per non ripetermi allego:
Reddito di cittadinanza, commento alla proposta di legge di M5S
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2797058.html  oppure 
Da esso, puoi ricavare: a) l’art. 20 fissa il limite di spesa massima in 19 mld; b) va presentata una domanda; c) ad esaurimento dei fondi per forza si è fuori (come succede in tante altre leggi); d) io propongo 400 €: l’RMG in UE in media non supera i 500€, ma esso viene integrato dal sussidio all’affitto o da una casa popolare: è l’affitto sociale che rende congruo un reddito anche minimo e persino uno di 800€.
2) Efficacia, giustizia sociale, edilizia, bla bla bla... Per evitare che l’Italia vada a fondo, occorrono misure ‘rivoluzionarie’, cioè occorre immettere nel circuito economico almeno 150-200 mld. Gli unici che ora hanno i soldi – dopo manovre correttive inique per 330 mld pagate in grandissima parte dai non ricchi, con i drammatici effetti recessivi che vediamo - sono i ricchi (il decile o la metà del decile più ricco delle famiglie), come propongono anche alcuni borghesi illuminati (ma purtroppo privilegiando le privatizzazioni), cfr. Piano taglia-debito per la crescita
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2792930.html  oppure 
3) Come ho detto più sotto a Kirk79, presumo tu non ne faccia parte, allora perché fai AMMUINA e difendi i ricchi? Una domanda simile, pensa tu, a proposito della guerra, la fece Einstein a Freud, chiedendogli lumi. [*]
[*] L’ammuina dei poveri e l’egoismo dei ricchi
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2671843.html  oppure 

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Non sono ricco, e sei tu che, tacciandomi per tale, poni la questione su un piano ideologico: ricchi contro poveri. Il patrimonio è una grandezza stock, il reddito che lo alimenta è un flusso. Perciò se il Fisco esegue prelievi costanti sul patrimonio, mentre il reddito è in recessione, il patrimonio è gradualmente smantellato. E' un danno grave, perché un soggetto che voglia investire in attività reali, con cosa garantisce l'affidamento da una banca? Il patrimonio della nazione (pubblico e privato) è il suo capitale fisso: se si liquida per finanziare spese correnti (come il reddito di cittadinanza), mentre poco lo alimenta, si depaupera la nazione nel complesso. La ricchezza è come un lago che alimenta un acquedotto. Se le piogge sono scarse, ma si prelevano volumi crescenti di acqua, nel tempo il lago si prosciuga. Perciò penso sia meglio concentrarsi sulla sviluppo anziché architettare nuove uscite del Welfare, che senza crescita, avranno sempre un problema di copertura. Se l'economia non tira, il gettito cala. Osservavo altrove che paghiamo già fior di redditi di cittadinanza: 17000 dipendenti della Regione Sicilia (di cui l'11% dirigenti), 25000 forestali, sempre in Sicilia, e 11000 in Calabria, 62000 dipendenti del Comune di Roma (municipalizzate escluse), solo per citare i casi più eclatanti, ma c'è pure un fiume di gente che lavora in migliaia di enti inutili. http://www.corrierenazionale.it/home/politica/2012/08/08/news/70221-In-Italia-oltre-3mila-enti-inutili-r-n
Si può anche accettare che ai ricchi siano chiesti sacrifici, purché sostenibili, e non beffati da una politica di sprechi e ciecamente assistenzialista, che educa al parassitismo.

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Non leggi attentamente ciò che scrive il tuo interlocutore e ripeti come un mantra la difesa dei ricchi. Chissà perché? si chiederebbe Einstein, ed io con lui.
1. Da dove hai desunto ch'io ti abbia tacciato (sic!) di ricco? Ho scritto il contrario.
2. Da dove hai desunto ch’io voglia contrapporre i poveri e i ricchi? Ho scritto che finora, su ben 330 mld, [1] hanno iniquamente pagato i non ricchi, quindi mi pare equo che paghino ora i ricchi come avrò scritto già decine di volte a partire dal DL 78/2010.
3. Da dove hai desunto che il reddito dei ricchi sia calato? A me risulta il contrario.
4. Lo vedi che non leggi ciò che scrivono gli altri? Se tu ti fossi preso la briga di leggere la mia risposta a Damiano, avresti visto che io critico la politica dei figli e figliastri; ed aggiungo che in altri post, ad es. [2], ho propugnato la riduzione dei dipendenti pubblici (operando sul turn over), per co-finanziare il reddito minimo garantito.
5) E arrivare a scrivere come fai tu “Si può anche accettare che ai ricchi siano chiesti sacrifici” ponendo per giunta come condizione l’eliminazione degli sprechi e dei parassitismi, in un Paese come il nostro in cui milioni di ricchi vivono sulla rendita immobiliare e finanziaria parassitaria e sull’evasione fiscale, la dice lunga sul tuo strabismo, il tuo doppio standard e la tua sindrome di Stoccolma: roba da incuriosire perfino Einstein e Freud.
[1] Il lavoro ‘sporco’ del governo Berlusconi-Tremonti 
[2] I figli ‘pubblici’ ed i figliastri ‘privati’

Purtroppo, qui non ho salvato la risposta di Rondo_Shockmaster

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Mi spiace, francamente non mi sembra tu abbia la competenza tecnica per disquisire di economia con cognizione di causa, poiché inclini irresistibilmente a fare calcoli strampalati, tenendo in non cale sia i dati ufficiali, facilmente reperibili, sia ciò che scrive il tuo interlocutore: E sei persino ineducato nel glissare sistematicamente sulle contestazioni puntuali alle tue affermazioni strampalate e ripetere all'infinito le stesse cose. Anche ora:
1. La tua è una negazione freudiana. Fai proprio AMMUINA, l'ammuina che favorisce i ricchi.
2. E' affatto strampalato ipotizzare un'aliquota del 20% di imposta ordinaria sul patrimonio: tra tutte le proposte sul tavolo, l'aliquota massima prevista è quella del 3% di M5S, ma partendo dallo 0,5% sulla ricchezza maggiore di 1,5 mln.
3. E' affatto strampalato continuare a dire che l'aumento sensibile dei disoccupati (ancor più di adesso?) costringerebbe ad un prelievo patrimoniale crescente, quando ho scritto fin dall'inizio di un mix di misure e che l'imposta patrimoniale è solo una delle varie coperture.
4. E' affatto strampalato basare i tuoi ragionamenti sull'andamento della ricchezza su dati falsi, smentiti dalla Banca d'Italia o altri soggetti attendibili.
5. E' affatto strampalato inserire gli imprenditori piccoli e medi suicidatisi nel decile o metà del decile più ricco.
6. E' affatto strampalato e tignoso attribuire a me (con una evidente proiezione) "una puerile interpretazione della stratificazione sociale ricchi e poveri", quando anche un bambino saprebbe inferire dalla mia plurima citazione del decile più ricco che esistono altri 9 (nove) decili in cui si articola la ricchezza.
(continua)

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(segue)
7. Ah, finalmente, ecco spiegato l'arcano, la lingua batte dove il dente duole, sei anche tu uno dei milioni di Italiani egoisti e con scarso senso civico che aborrono l’IMU. L'IMU è un'imposta sacrosanta che esiste in tutta l'Europa, in cui la tassazione della casa è maggiore che in Italia, dove l'IMU media sulla prima casa è ascesa all'astronomica cifra di 225€ e l'85% dei contribuenti ha pagato meno di 400€. [*]
Conclusione. Lascia perdere l'economia, non è pane per i tuoi denti, ed approfondisci invece, dopo aver letto un centinaio di volte il breve scambio epistolare tra Einstein e Freud allegato prima, le motivazioni profonde della tua irrazionale, ostinata, irresistibile identificazione nei ricchi, segnatamente nell'egoismo che li contraddistingue. L'AMMUINA è solo una cortina fumogena.
[*] 12 (e più) motivi contro l'abolizione dell'IMU sulla prima casa, nessuno a favore

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Quello a corto di competenze economiche è lei. Se le mostrassi il mio curriculum, resterebbe imbarazzato, ma queste cose da "lei non sa chi sono io" le lascio al provincialismo altrui. 20% era solo un esempio per semplificare: quello che volevo banalmente spiegare è che, indipendentemente dall'aliquota (4, 5 o 20), se la ricchezza nazionale non cresce, mentre la spesa sociale aumenta, problemi di copertura finanziaria di quest'ultima c'è rischio si ripresentino. In secondo luogo, quando confronta l'Italia con altri Paesi occorrono i distinguo: in Germania, per esempio, esiste un'imposta federale fondiaria (equiparabile all'IMU), ma non esistono tasse patrimoniali sugli immobili. Esiste, piuttosto, un'imposta sul reddito da locazione, ad aliquota marginale. In Inghilterra, la tassa sulla casa ha diversa natura: tutti i suoli sono di proprietà della Corona, perciò i proprietari dei fabbricati pagano una tassa che vale una specie di canone e che ha comunque un'aliquota bassa: tra lo 0,5 e l'1,3%, senza coefficienti di rivalutazione. Anche in Inghilterra non c'è patrimoniale sulla casa.
Lei è in contraddizione: esclude dai ricchi la piccola borghesia commerciale e imprenditoriale, però difende l'Imu, che la colpisce. Altra contraddizione in cui lei cade: quando deve giustificare l'IMU, cita altri Paesi dove gli immobili sono tassati; quando invece sostiene la bontà di un'imposta sui patrimoni, allora il paragone con gli altri non le giova e non lo fa. In Inghilterra e Germania le risulta esistano patrimoniali? Lei è uno che gioca al cherry picking, e ripropone sempre le stesse solfe proprio per pochezza intellettuale.

38 Fans
Bla bla bla… Sei un genio incompreso, ma con una logica stortignaccola. Nella mia ipotesi, l’imposta patrimoniale sul decile più ricco non è sostitutiva ma aggiuntiva dell’IMU.
Ah ah ah, 1,3% è bassa? Più del doppio che in Italia. E che bisogno c’è di rivalutare? In GB non è come in Italia, dove – lo sanno pure i bambini - i valori catastali sono 1/3 di quelli di mercato; sei proprio incorreggibile. (Qualche mese fa, criticando l'abolizione dell'IMU sulla prima casa, un Italiano che viveva in GB scrisse che persino quelli che abitano in barca sul Tamigi pagano l’imposta comunale sugli immobili).
Oltre a fare ipotesi e calcoli strampalati, te l’ho detto, dai anche dati falsi: in UE, ad eccezione della Germania, la Gran Bretagna ha un’alta tassazione patrimoniale, doppia di quella italiana, ed i principali Paesi tassano il patrimonio di più che in Italia (abbiamo recuperato in parte con l’IMU).
Stessa solfa? Ah ahah… Ti ho punto nel vivo, eh? Se ti rileggi, forse – forse - ti accorgi che hai scritto per 6 volte sempre le stesse cose strampalate, altro che curriculum...
Lascia perdere l’economia, ricomincia a studiare daccapo, non tralasciando – mi raccomando - la logica ed un approfondimento del principio di realtà…
LA TASSAZIONE SUL PATRIMONIO IN ITALIA E IN EUROPA
4 gennaio 2013
http://www.economy2050.it/tassazione-patrimonio-italia-europa/
COMMENTO ALL’ARTICOLO DI MARIANNA MADIA

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Lei è come la televisione secondo enzensberger: trasmette il nulla -citato da Nanni Moretti- Basta leggere i suoi numeri su quanti sono i poveri in Italia, tante belle parole, e poi, scritto pure in neretto, 900 milioni. 900 milioni? Cioè 100 euro ciascuno per i 9 milioni di poveri stimati da Lei. E che ci fanno con 100 euro l'anno? L'unica cosa serie che dovreste fare è il sussidio di disoccupazione, pagato con qualche bella patrimoniale e il taglio di spese inutili, a partire da quelle faraoniche come TAV e F35. Il resto sono chiacchiere

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Va benissimo la patrimoniale, che darebbe dai 6 mld l'anno (cfr. proposta 2011 delle associazioni degli imprenditori) ai 18 (proposta CGIL), ma lascia perdere la TAV: è una perdita di tempo, sia perché una posta d'investimento, peraltro diluita su più anni, non può finanziare spesa corrente, sia perché i 15 mld complessivi della TAV (che serve per i prossimi secoli) finanzierebbero un anno o al massimo 2 di RMG, sia - soprattutto - perché è stata appena confermata la decisione Italia-Francia di realizzarla.

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Lei mi dovrebbe spiegare con quale morale io mi debba convincere che è giusto che lo stato prelevi dalle mie tasche soldi sudati e guadagnati col duro lavoro per dare uno stipendio a chi NON lavora.

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Non fare AMMUINA.
La stessa morale che ha fatto sì che in tutti i Paesi UE (tranne Italia, Grecia e Ungheria) esista l'RMG.
Non t'allargare troppo, i soldi saranno presi ai ricchi.


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