domenica 27 dicembre 2020

PNRR, l’immobilismo del Governo Conte è figlio naturale dell’incompetenza

  


IN ALTO MARE CON IL SURPLACE NON GALLEGGI
ITALIA&EUROPA. Se si innesca una crisi di governo si sa come si parte ma non dove si finisce
ROBERTO NAPOLETANO | 26 DIC. 2020 23:24 | 1
https://www.quotidianodelsud.it/laltravoce-dellitalia/gli-editoriali/politica/2020/12/26/leditoriale-di-roberto-napoletano-laltravoce-dellitalia-in-alto-mare-con-il-surplace-non-galleggi/  


PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

La PA italiana è la peggiore dEuropa. È come quella russa, ma del tempo di Gogol: inefficiente e corrotta. In tutti i manuali di Economia, da decenni, è indicata come la principale palla al piede dello sviluppo italiano. È dominata, in particolare al Sud, dalla cultura (in senso antropologico) del ferroviere-controllore. La spiegazione plausibile, infatti, ce la dà il grande Fedor M. Dostoevskij ne “I Demoni”, per bocca di Stepan Trofimovič Verchovenskij, parlando di ferrovieri (cito a memoria):

“Tu prendi un qualunque imbecille e lo metti dietro una scrivania a vendere biglietti ferroviari; la sua prima preoccupazione sarà quella di ‘nous montrer son pouvoir’.”

La PA è lo specchio dellItalia.

Una cultura di regole ambigue e di accese discussioni che non portano a nessun risultato preciso sembra fatta apposta per indurti a assumere un atteggiamento mentale basato sulla vendetta e il risentimento che succhia lenergia a ogni altro settore della vita. (Tim Parks).

Con uno strapotere dei Mandarini di Stato, i quali nell’esercizio abnorme e illogico del loro potere (“pour montrer leur pouvoir” ottuso) tengono in non cale perfino gli esposti adeguatamente motivati della Presidenza della Repubblica.[1]

Ed allora non bisogna meravigliarsi se da tutto ciò derivi lo spirito negativo che permea da 40 anni lintera società italiana, alimentato dalla terribile tv italiana che andrebbe chiusa per almeno 20 anni. Il contrario dello spirito positivo, che - secondo Robert Musil - è il vero fattore che fa forte un popolo.


IL PESCE PUZZA DALLA TESTA

Perché il Governo dovrebbe essere migliore della società che rappresenta? Soprattutto se al suo vertice c’è una persona che non ha le qualità e l’esperienza per pianificare e controllare progetti di sviluppo di alto livello, la cui gestione, necessariamente, deve coinvolgere le risorse umane più competenti.

Il PdC Conte, intellettualmente, non è né Prodi né Ciampi, neppure per la sensibilità alla Questione meridionale, intesa come fattore sia di equità che di sviluppo. Ed allora è “normale” se succede che al Sud vengano incredibilmente assegnate il 30% delle risorse perfino del PNRR, la cui missione principale è la riduzione dei divari territoriali. Anche per colpa dei presidenti di Giunta delle Regioni meridionali, di fatto incompetenti e psicologicamente vassalli di quelli spocchiosi, egoisti e sopravvalutati del Nord.


L’IMMOBILISMO È FIGLIO NATURALE DELL’INCOMPETENZA

A tutto questo si aggiunge la debolezza del quadro politico centrale. Con una maggioranza che deve sottostare ai ricatti del tagliatore di teste Renzi, il quale, dall’alto della sua incompetenza, affossa l’unica scelta intelligente (voluta dall’UE e adottata da tutti i Paesi) di Conte (anche se a modo suo, cioè dell’incompetente bulimico di poteri): vale a dire quella – considerata la storica inefficienza della PA – di far gestire il PNRR da un organismo dedicato, composto da persone altamente competenti. E l’incompetente Renzi muove come una marionetta l’incompetente e improvvida ministra Bellanova, che assicura che il problema storico dell’inefficienza della PA italiana, che, tranne qualche rara eccezione, non si riesce a risolvere da 150 anni, sarà risolto in pochi mesi. Se non fosse tragico, ci sarebbe da sganasciarsi dal ridere.

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[1] L'ineffabile Ragioniere Generale Biagio Mazzotta, che fa tanto il maestrino con il Parlamento bocciandone i provvedimenti a suo dire privi di copertura finanziaria, di concerto con la Direttrice Generale Previdenza Concetta Ferrari, interpretando alla belin di segugio la chiarissima norma della Riforma delle pensioni Fornero che modifica l’adeguamento periodico dell’età di pensionamento alla speranza di vita e dei coefficienti di trasformazione da triennale a biennale (L. 214/2011, art. 24, comma 13, ecc.) taglierà INGIUSTAMENTE le pensioni di coloro che andranno in pensione il prossimo 1.1.2021.

Ho scritto loro tre volte,[1] ed ho ottenuto anche l’appoggio del Quirinale. Ma se ne sono fregati non solo di me, il che forse è comprensibile, ma – incredibile ma vero - anche del Presidente della Repubblica.[2] (https://www.quotidianodelsud.it/laltravoce-dellitalia/gli-editoriali/economia/2020/12/23/leditoriale-del-direttore-roberto-napoletano-laltravoce-dellitalia-pensavo-fosse-amore-invece-era-un-calesse/ ).


Post collegati:

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e il monarca Giuseppe Conte
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2871228.html oppure 
https://vincesko.blogspot.com/2020/12/il-piano-nazionale-ripresa-e-resilienza.html

La cultura del ferroviere-controllore
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2824470.html oppure
http://vincesko.blogspot.com/2015/08/la-cultura-del-ferroviere-controllore.html

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http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2871425.html  

 

 

 

mercoledì 23 dicembre 2020

La resipiscenza tardiva del Governatore Ignazio Visco sugli obiettivi della BCE

 


Com’è noto ai lettori di questo blog, denuncio da sette anni la BUFALA, ormai mondiale, che la BCE ha un unico obiettivo statutario, la stabilità dei prezzi, bufala che ha come vittime quasi tutti gli economisti italiani e forse del mondo.[1]

Come forse è altrettanto noto, il protagonista assoluto della diffusione consapevole di questa BUFALA è l’ex presidente della BCE Mario Draghi.[2] Subito dopo viene il presidente della banca centrale tedesca Jens Weidmann.[3]

Voi non ci crederete, ma nel novero degli inconsapevoli propalatori sono incline a credere ci sia anche l’ex DG di Bankitalia Salvatore Rossi,[4] ma non sono sicurissimo che lo faccia inconsapevolmente.

In ogni caso, sono invece quasi sicuro che esponenti sia della BCE che della Banca d’Italia lo facciano inconsapevolmente, influenzati dai loro capi e dai documenti che sia la BCE che la Banca d’Italia diffondono periodicamente e che spiegano che la BCE abbia un unico obiettivo, e spesso lo fanno citando il vecchio testo superato dello statuto della BCE e non l’ultimo modificato dopo il Trattato di Lisbona.

Come è successo qualche mese fa alla Banca d’Italia.[5] Alla cui risposta molto deludente fui costretto a replicare manifestando la mia insoddisfazione.[6]

Leggo abbastanza assiduamente le dichiarazioni del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e perciò non mi risulta che egli abbia partecipato, assieme alla protagonista BCE, a propalare la bufala. Anzi, se gli si può addebitare qualcosa è proprio che non ha mai fatto chiarezza sugli obiettivi della BCE.

Fa eccezione soltanto un suo recente colloquio, il 28.09 scorso, con Repubblica, in cui egli ha finalmente precisato che la BCE in questa fase, come la FED, ha due obiettivi, non uno soltanto: la stabilità dei prezzi e la crescita.

Bce: Visco, in questa fase e' come la Fed, ha due obiettivi
(AGI) - Roma, 28 set. - La Bce? In questa fase "e' esattamente come la Fed: il nostro obiettivo e' accrescere la domanda e l'occupazione per ottenere una stabilita' dei prezzi in linea con i nostri obiettivi". Lo dichiara in un colloquio con Repubblica, a margine del Festival Economia di Trento, il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, per il quale si dice sempre che gli Stati Uniti "hanno un obiettivo duale; noi singolo. Ma non e' cosi'. Noi abbiamo un obiettivo primario che e' la stabilita' dei prezzi. Ma poi abbiamo quello, scritto nel Trattato, in base al quale, pur soggetti alla stabilita' dei prezzi, dobbiamo fare di tutto per contribuire agli obiettivi dell'Unione europea". E gli obiettivi, semmai, "sono la piena occupazione con uno stato sociale soddisfacente, e la stabilita' finanziaria". Pertanto, "esattamente come la Fed". Percio' quello di dire che la Fed ha due obiettivi inflazione e occupazione e la Bce uno solo, per Visco "e' un falso dilemma". (AGI)Rm3/Gip.[7]

Che è esattamente ciò che sostengo io dal 2013[8] e, da ultimo, anche in un mio saggio del 2018.[9] Osservo, infatti, che è una fase (di deflazione o troppo bassa inflazione) che dura dal lontano 2013, talché nel novembre 2014 presentai una petizione al Parlamento Europeo contro la BCE per violazione del proprio statuto, che è ancora all’esame della Commissione PETI, dopo due tentativi del segretariato di commissione di archiviarla, a seguito della risposta evasiva, incoerente e insufficiente della BCE, come da me segnalato e motivato alla predetta Commissione,[10] i cui coordinatori decisero di mantenerla all’esame.

Infatti, la BCE di Draghi ha continuato a violare il proprio statuto, derivato dai Trattati, ed ha aspettato altri due anni per dare avvio al QE (marzo 2015), con esattamente 6 anni di ritardo rispetto alla FED e alla BoE, ed ancor più alla BoJ. Nel frattempo, in Italia, c'è stata una doppia, profonda recessione, con conseguenze negative equivalenti a quelle di una guerra. E per salvarsi la coscienza e nascondere le sue responsabilità ha occultato accuratamente il secondo obiettivo statutario (si vedano i miei post sotto), ingannando quasi tutti, inclusi gli esperti e premi Nobel.

 

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[1] Chi non conosce lo statuto della BCE (elenco in divenire)
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2825230.html oppure
http://vincesko.blogspot.it/2015/03/chi-non-conosce-lo-statuto-della-bce.html

[2] Mario Draghi confessa che la BCE vìola il suo statuto
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2831066.html oppure
http://vincesko.blogspot.com/2015/04/mario-draghi-confessa-che-la-bce-viola.html

[3] Il bugiardo e imbroglione Jens Weidmann e la massima di Goebbels
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2845940.html oppure
http://vincesko.blogspot.com/2016/04/il-bugiardo-e-imbroglione-jens-weidmann.html

[4] Lettera al Dottor Salvatore Rossi e al Professor Jean Paul Fitoussi sulla BCE
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2866297.html oppure
https://vincesko.blogspot.com/2019/06/lettera-al-dottor-salvatore-rossi-e-al.html 

[5] L’ignoranza dello Statuto della BCE sembra aver fatto un’altra vittima illustre: la Banca d’Italia. Come istituzione, poiché era già successo col suo ex direttore generale (v. appresso). Pubblico la lettera che ho inviato pochi giorni fa alla nostra banca centrale, dopo aver letto un suo documento in cui è stato commesso un errore di citazione del predetto statuto. Errore che mi è servito per sviluppare un esame critico dello statuto, della sua scarsissima conoscenza, alimentata dalla stessa BCE, e delle conseguenze della sua errata interpretazione ed applicazione. Esame che ho concluso con questo invito: Pertanto, sarebbe benvenuta una Vostra analisi critica dell’art. 2 Statuto BCE, fedele alla lettera e allo spirito dello Statuto BCE, derivato dai Trattati, a beneficio soprattutto del tedesco Jens Weidmann e dell’olandese Klaas Knot. Rispettivamente, presidente della banca centrale tedesca e presidente della banca centrale olandese.

Lettera alla Banca d’Italia sulla sua errata citazione dello Statuto BCE
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2868142.html oppure
https://vincesko.blogspot.com/2019/12/lettera-alla-banca-ditalia-sulla-sua.html

[6] Replica alla risposta della Banca d’Italia sugli obiettivi e i poteri-doveri statutari della BCE
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2868821.html oppure
https://vincesko.blogspot.com/2020/03/replica-alla-risposta-della-banca.html

[7] Non voglio pensare che nella “conversione a U” del governatore Visco abbia influito il mio invito a fare chiarezza sull’art. 2 dello Statuto BCE, ma ripeto ciò che ho scritto nella mia lettera alla Banca d’Italia, alla quale ha poi fatto seguito la sua risposta deludente. Come fu deludente la risposta della BCE alla mia petizione al Parlamento Europeo contro la BCE.

Pertanto, sarebbe benvenuta una Vostra analisi critica dell’art. 2 Statuto BCE, fedele alla lettera e allo spirito dello Statuto BCE, derivato dai Trattati, a beneficio soprattutto del tedesco Jens Weidmann e dell’olandese Klaas Knot. Rispettivamente, presidente della banca centrale tedesca e presidente della banca centrale olandese.

Per chi è abbonato segnalo il link a Repubblica:
https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/09/27/news/visco_bce_come_la_fed_punta_alla_crescita_e_all_occupazione_-268743908/

Bce: Visco, in questa fase e' come la Fed, ha due obiettivi
lunedì 28 settembre 2020
http://www.regioni.it/ue-esteri/2020/09/28/bce-visco-in-questa-fase-e-come-la-fed-ha-due-obiettivi-619216/

[8] Bce, troppo poco e troppo tardi
di Nicola Melloni 08/11/2013
http://old.sbilanciamoci.info/Sezioni/globi/Bce-troppo-poco-e-troppo-tardi-20880.html 

[9] Dal quale traggo:
Ne discende che, in deflazione o con tasso d’inflazione sensibilmente inferiore al target (fissato a poco sotto il 2 per cento), la condizione sospensiva («fatto salvo» - «without prejudice», nella versione inglese -), costituita dal raggiungimento dell’obiettivo principale, è (più che) soddisfatta, quindi il rapporto duale-gerarchico tra i due obiettivi si modifica e diventa, come per la FED, paritario. Pertanto, la BCE è obbligata dal suo statuto (art. 2) a sostenere il raggiungimento del secondo obiettivo - «crescita economica» e «piena occupazione». E poiché l’inflazione dell’Eurozona è stata per cinque anni sotto zero (deflazione) o prossima allo zero o molto sotto il target (che rende necessaria una politica monetaria espansiva) il secondo obiettivo era (è tuttora) del tutto concordante, convergente e complementare con l’obiettivo principale, che è quello di riportare l’inflazione, da sotto zero o quasi zero o molto inferiore, a poco sotto il 2 per cento.

- Ne deriva come corollario che, in situazioni di deflazione o di tasso d’inflazione sensibilmente inferiore al target, come per la FED, i due obiettivi – controllo dei prezzi e crescita economica e dell’occupazione - sono su un piano paritario e la BCE ha i medesimi poteri-doveri della FED.

[10] Replica alla risposta della BCE alla petizione sulla BCE
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2845674.html oppure
http://vincesko.blogspot.com/2016/04/replica-alla-risposta-della-bce-alla.html

 

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http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2871353.html 

 

 


venerdì 11 dicembre 2020

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e il monarca Giuseppe Conte



La prima bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) aveva assegnato al Sud appena il 30% del totale delle risorse, cioè un livello neppure proporzionale alla popolazione, quantunque – ancorché fosse già stato rilevato in passato - sia ormai venuto completamente alla luce del Sole da oltre un anno per merito in particolare del Quotidiano del Sud, diretto da Roberto Napoletano, e sia ora oggetto di disputa tra gli specialisti, l’iniquo riparto delle risorse fra le tre ripartizioni territoriali dell’Italia: Nord, Centro e Sud.

Sarebbe utile sapere i nomi e i cognomi di chi ha (i) stilato e (ii) appoggiato la prima bozza del PNRR.

Sarebbe anche utile indagare se il 30% è stato un errore non intenzionale di un funzionario o una mossa tattica per rendere digeribile il 34% poi indicato a pag. 117 della seconda bozza del PNRR,[1] che rappresenta la quota di popolazione del Sud, ma comunque è ben lontano dal 45% della cosiddetta “clausola Ciampi” e ancor di più dal 60% che rappresenta la quota maggioritaria auspicata, pare anzi prescritta, dall’Unione Europea per il Mezzogiorno, che sarebbe la misura minima congrua sia per cominciare seriamente a colmare i divari territoriali, sia per compensare il Sud dello “scippo” dei fondi ordinari degli ultimi decenni determinato dal riparto iniquo e incostituzionale (art. 119)[2] basato sulla spesa storica e contravvenendo a quanto stabilito dalla legge 42 del 2009 (cosiddetta Legge Calderoli sul federalismo fiscale).[3]

Il PdC Conte non è Prodi o Ciampi. L’ex PdC Renzi ha contestato la governance verticistica del PNRR e minacciato la crisi di governo. In fatto di autoreferenzialità ed egotismo, Renzi è l’ultimo a poter parlare, ma nel caso del PNRR segnala un problema reale. Data l’inefficienza della PA, la centralizzazione della gestione dei 200 mld del PNRR – vedi appresso - è non solo utile ma necessaria. Ma in fatto di scelta e gestione di progetti complessi e competenze di eccellenza il ‘parvenu’ tuttologo e tuttofare PdC Conte non è, manco alla lontana, Prodi o Ciampi.

Nel difficile ruolo di PdC, egli ha palesemente raggiunto il suo livello di incompetenza.[4] Maschera e compensa i suoi limiti evidenti con una straordinaria capacità di resilienza.[5] Neppure Prodi aveva un suo partito, e pagò ciò caramente, ma aveva visione strategica, competenza tecnico-economica, sensibilità per la Questione meridionale, spirito di squadra e la statura intellettuale per avvalersi di persone altamente competenti (ancor più Ciampi), secondo il principio “Dimmi che collaboratori hai e ti dirò chi sei”. Forse il suo vero punto debole fu che si scelse il portavoce più taciturno del mondo, con conseguente défaillance comunicativa degli ottimi risultati ottenuti nonostante la breve durata dei suoi due governi.

Ecco, per incompetenza e inadeguatezza Conte è paragonabile a Berlusconi, che in politica, infatti, a differenza che nelle sue aziende, si è sempre contornato di personaggi mediocri, pescando - nellipotesi migliore - tra le seconde o terze file della Prima Repubblica. Ma almeno lui è un eccellente venditore. Beninteso, della corrente che propugna la tecnica di vendita manipolatoria (laltra corrente caldeggia la metodologia basata sulla costruzione di un rapporto di fiducia con il cliente protratto nel tempo).
In che cosa eccella Conte, tranne la sua formidabile resilienza, io non saprei dire. Neppure in lingua italiana, eccelle. Neppure in aritmetica o in diritto costituzionale, eccelle, visto che... la sua prima bozza del PNRR assegnava al Sud il 30% delle risorse, calpestando in un colpo solo la matematica, la demografia, la Costituzione, nonché la sua origine meridionale. Purtroppo, perché è doloroso ammetterlo.

Asili nido anziché case popolari. Le persone non vivono negli asili nido, come pare immagini il tuttologo e tuttofare PdC Conte, ma nelle case. Ma non sembra ci sia traccia nel PNRR del piano corposo di alloggi pubblici di qualità, estremamente carenti in Italia, in particolare al Sud, poiché essi attualmente rappresentano un misero 1,5% del totale dei 35.000.000 di immobili residenziali, che fa assegnare all’Italia, di gran lunga, l’ultimo posto in UE. Esprimo, allora, la speranza, come ho scritto a Conte, che lo si possa varare e finanziare con i 4 mld derivanti dal ripristino dell’ICI-IMU-TASI sulla casa principale, che verrebbe pagata per 2/3 dai ricchi e dai benestanti, mentre gli altri pagherebbero un piatto di lenticchie.[6]

Tasse. La riduzione delle tasse – come ha avvertito ripetutamente il Commissario europeo Gentiloni - non è finanziabile con il Piano Ripresa e Resilienza europeo, ma Conte, novello monarca all’incontrario, l’ha inclusa lo stesso.

Il Vice Segretario del PD, Andrea Orlando, ha affermato in un’intervista al Corriere della Sera: «Dovremo capire come questa struttura si raccorderà al lavoro dei ministeri, evitando duplicazioni, e come si eviteranno forme di accentramento. L’accentramento, comunque, non ha nulla a che vedere con la struttura esterna, si può avere anche senza e va evitato in tutti casi, non perché c’è diffidenza nei confronti di Conte ma perché se tutto arriva su un solo tavolo le risposte rischiano di giungere troppo tardi».

Duplicazioni. Giusto evitare le duplicazioni, ma bisogna risolvere questo problema a monte, suddividendo i compiti e gli obiettivi tra la struttura ordinaria, cioè quella ministeriale, e la struttura straordinaria che dovrà gestire i 209 mld, altrimenti sono inevitabili.

Accentramento. È fondamentale chiarire questo aspetto. Se per accentramento si intende evitare che il tuttologo e tuttofare PdC Conte entri nella gestione delle risorse è giusto e opportuno. Egli dovrà operare come opera un Presidente del Consiglio di amministrazione NON operativo in un’azienda, quindi limitarsi a nominare l’Amministratore Delegato, rappresentare legalmente l’azienda, curare i rapporti latamente politici, approvare il piano strategico aziendale e valutare i risultati.
L’accentramento, invece, è una condizione necessaria per il successo del PNRR (si veda il punto successivo). All’accentramento – variabile fondamentale – vanno perciò subordinate e condizionate le scelte organizzative e procedurali conseguenti.

Schema triangolare. Fontana, Zaia e Bonaccini, i primi due della Lega Nord, il terzo del PD e presidente della Conferenza Stato-Regioni, un organo non previsto dalla Costituzione ma che, secondo Roberto Napoletano, è diventato di fatto una sorta di terza Camera, i quali hanno chiesto, l’ultimo rivolgendosi direttamente a Bruxelles, i fondi del PNRR, rappresentano il vecchio schema.

L’attuale schema dei fondi europei è basato sulla triangolazione Stati -- > UE -- > Regioni: gli Stati nazionali versano a Bruxelles le risorse, che vengono retrocesse alle Regioni, che realizzano i vari piani. Come è noto, per varie ragioni, quote cospicue restano inutilizzate, in particolare nelle Regioni in ritardo di sviluppo, inefficienza che si somma al riparto iniquo e incostituzionale delle risorse nazionali tra le Regioni del Nord e quelle del Sud, aggravando i divari.

Questo schema inefficiente e iniquo va ribaltato nella gestione del PNRR, proprio attraverso la centralizzazione della gestione delle risorse. Pertanto, le richieste dei soliti egoisti e bulimici Fontana, Zaia e Bonaccini (presidenti di Regioni del Nord che da decenni prendono più soldi di quanti spetterebbero loro in base alla popolazione, sottraendoli al Sud) vanno rigettate, anzi si autoescludono, perché rispondono al vecchio schema triangolare, dimostratosi inefficiente e iniquo.

Nel nuovo schema, la ripartizione dei fondi viene decisa al centro, deve tener conto dei divari profondi tra il Nord e il Sud e quindi concentrare gran parte dei 209 mld del PNRR nel Mezzogiorno, dove peraltro, secondo il PNRR (pag. 118), i moltiplicatori sono molto più alti che al Nord.[7] 

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Note:

[1] PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA
“Per quanto riguarda la quota del PNRR afferente alle Regioni del Sud si è utilizzata l’ipotesi che ad esse sia destinato il 34 per cento dei fondi additivi.”
https://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato7468930.pdf

[2] Art. 119 […] La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante.

Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni.
https://www.senato.it/1025?sezione=136&articolo_numero_articolo=119

[3] Legge 5 maggio 2009, n. 42 "Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione"
http://www.parlamento.it/parlam/leggi/09042l.htm

[4] resilienza
1. Capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi.
2. In psicologia, la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà.

[5] Principio di Peter https://it.wikipedia.org/wiki/Principio_di_Peter

[6] Secondo il MEF, il gravame medio annuo nel 2012, ultimo anno di applicazione, fu di 225€ e l’85% pagò meno di 400€.

[7] Tavola 4-11: IMPATTO SUL PIL (deviazione percentuale dallo scenario di base)

 

Base

2021

2022

2023

ITALIA

0,43

0,93

1,05

1,10

Sud

1,96

4,21

4,89

5,29

Abruzzo

1,14

2,61

3,35

3,75

Molise

1,96

4,39

5,35

5,82

Campania

2,09

4,46

5,17

5,60

Puglia

1,94

4,17

4,85

5,23

Basilicata

1,50

3,18

3,69

4,00

Calabria

1,98

4,19

4,75

5,08

Sicilia

2,19

4,67

5,35

5,74

Sardegna

1,95

4,18

4,90

5,34

Fonte: Elaborazione su dati MACGEM-IT.

Come si evince dai risultati della simulazione, l’impatto sul PIL reale nazionale della manovra complessiva (shock combinati) raggiunge nel 2024 l’1,1 per cento. A livello regionale l’impatto della manovra complessiva si attesta per l’intera area interessata nel 2024 al 5,3 per cento circa con una variabilità regionale che va dal 3,75 per cento registrato in Abruzzo a oltre il 5 per cento per le altre Regioni. L’impatto differenziato è legato alla diversa struttura produttiva delle singole regioni. Inoltre, si evidenzia che la sinergia delle azioni ha un impatto sul PIL nazionale e regionale più elevato rispetto alla somma degli effetti delle manovre condotte separatamente. Tale risultato conferma la rilevanza degli impatti indiretti, indotti e non lineari che le manovre hanno a livello nazionale e regionale.

 

 

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domenica 6 dicembre 2020

Carlo Cottarelli, l'ostinato


 

L’ITALIA DA RIUNIRE
I NUMERI DA CHIARIRE DI COTTARELLI E LE CERTEZZE DELL’OPERAZIONE VERITÀ
ROBERTO NAPOLETANO | 05 DIC. 2020 22:41 | 1 commento
https://www.quotidianodelsud.it/laltravoce-dellitalia/gli-editoriali/2020/12/05/leditoriale-di-roberto-napoletano-laltravoce-dellitalia-litalia-da-riunire/  


Carlo Cottarelli

Conosco un poco il professor Carlo Cottarelli perché ho avuto con lui alcune interlocuzioni epistolari e perciò penso di poter esprimere la mia opinione su di lui. Che è questa:

1. Carlo Cottarelli è un bravo economista, ma capisce poco di contabilità (secondo la declaratoria dei settori universitari, le competenze di economia aziendale, ragionieristiche e finanziarie aziendali - da P/07 a P/09 - non rientrano nell’ambito dell’Economia Politica, da P/01 a P/06).

2. E’ di un’ostinazione rara quando difende le sue tesi, anche quando sono palesemente errate, o giustifica i suoi strafalcioni tecnici.

3. Purtroppo (avviso il direttore Napoletano) Cottarelli non ha nessuna remora quando è in gioco l’interesse e il buon nome nazionale (come ho rinfacciato esplicitamente a lui e al suo Osservatorio CPI in una delle mie lettere, allegate sotto "Oltre che per motivi tecnici, non c’è bisogno di essere patrioti sfegatati per evitare di prestarsi a danneggiare il proprio Paese."), difetto che lo accomuna, peraltro, a tutti i neo-liberisti (anche se lui dice di non esserlo), che io considero antitaliani in servizio permanente effettivo.

4. Con tutta la sua scienza, è rimasto anche lui vittima – come 60 milioni di Italiani, inclusi quasi tutti i docenti universitari - della potente DISINFORMAZIONE berlusconiana e del Centrodestra sulle responsabilità della recessione italiana e su chi ha varato la riforma delle pensioni più severa e incisiva.

5. Poi le due grandi BUFALE su Berlusconi e Monti (manovre finanziarie della XVI legislatura) e sulle riforme delle pensioni sono diventate mondiali, colpendo anche ISTAT, INPS, UPB, OCSE, FMI, premi Nobel e i più grandi media nazionali, incluso il Sole 24 Ore, e internazionali (su di esse ho scritto un saggio di 300 pagine, con tutte le prove documentali).


Allego le mie lettere e dialoghi con lui e/o il CPI:

Lettera a Carlo Cottarelli, direttore esecutivo del FMI, sua risposta e mia replica sulla spesa pensionistica
http://vincesko.blogspot.com/2015/05/lettera-carlo-cottarelli-direttore.html
 
Lettera ai Professori Brancaccio e Cottarelli sulle loro fake news su Monti e la riforma Fornero
http://vincesko.blogspot.com/2018/02/lettera-ai-professori-brancaccio-e.html

Lettera sulla spesa pensionistica all’Osservatorio sui conti pubblici (Università Cattolica), diretto da Carlo Cottarelli
http://vincesko.blogspot.com/2018/09/lettera-sulla-spesa-pensionistica.html
 
Lettera n. 2 all’Osservatorio CPI (diretto da Carlo Cottarelli) sulle sue notizie false sulla stretta fiscale 2012
http://vincesko.blogspot.com/2018/09/lettera-n-2-allosservatorio-cpi-diretto.html
(In calce, c'è il dialogo conseguente tra Cottarelli e me).
 

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Poiché in rete quasi nessuno si prende la briga o ha la curiosità di cliccare sui link, riporto il mio commento severo a Carlo Cottarelli (cfr. l’ultima lettera allegata).

Re: Lettera n. 2 all’Osservatorio sui conti pubblici sulle sue notizie false sulla stretta fiscale 2012
Da:  v
19/9/2018 22:08
A:  Cottarelli Carlo  

Caro professor Cottarelli,

Ritengo utile premettere, ove avesse qualche dubbio, che io non ho niente contro di Lei; ieri, ad esempio, ho inviato una lettera alla Segretaria generale della CGIL Susanna Camusso, che ha dato una notizia falsa sulla riforma delle pensioni Fornero, se va nel mio blog la trova e ne trova decine di altre dello stesso tenore inviate alle persone più disparate quando propalano bufale.

La “mia” posizione è solo quella della corretta informazione. La Sua qual è? A giudicare dalla Sua terribile “resistenza” a fornire i dati corretti, dopo aver riscontrato quest’ultima prova, io - detto molto francamente - ne ho tratto un giudizio severo.

Lei ha fatto soltanto una dichiarazione verbale, che peraltro tutti hanno travisato: si è chiesto perché? Ha fatto una rettifica? Nel Suo ruolo di depositario della verità sui conti pubblici, che ormai Le hanno attribuito, è il minimo che dovrebbe fare, anche perché rischia che un modesto censore come me, sulla base dei dati, la smentisca inviando una lettera di CONTROINFORMAZIONE a 500 destinatari (ne troverà l'elenco nel mio blog quando pubblicherò la lettera).

L’analisi scritta dell’Osservatorio CPI non fa nessuna menzione di Berlusconi, che ha deciso almeno i 2/3 della manovra di competenza del 2012, ma cita soltanto Monti, che ne ha deciso al massimo 1/3. Io vi ho dimostrato che questi sono i dati corretti: adesso, a mio avviso, Lei non dovrebbe rinviare la precisazione al futuro, ma pubblicare in calce al vostro articolo la mia lettera (come peraltro invitavate a fare, ma stranamente non trovo più l'invito...) o almeno una rettifica. E poi dedicare un po’ del vostro tempo ad analizzare quanto – tantissimo: l’81%! altro che una parte, come Lei insiste a scrivere - fatto dal governo Berlusconi, lasciando perdere Monti, che ha fatto soltanto il residuo 19% e che - Lei dimentica il mio post - ha sostituito Berlusconi, fatto fuori da un complotto sui generis, proprio per COMPLETARE quanto prescritto dalla lettera del 5/8/2011 della BCE, senza cancellare una virgola di quanto già fatto da Berlusconi, atteso che giuridicamente le leggi di Berlusconi non avevano bisogno di nessun avallo o conferma da parte di Monti, come Lei adombra, e come strampalatamente afferma il professor Cazzola per la riforma Sacconi da parte della Fornero, per tacitare la sua lunga coda di paglia (sto provando a scrivere su tutto ciò un libro, inclusa la DISINFORMAZIONE da parte degli esperti).

Non ho affrontato apposta il resto della vostra analisi. Se vuole sapere che cosa ne penso, a mio avviso essa ha un’evidente impostazione ideologica e perciò un epilogo preconfezionato, al quale tutto viene subordinato. Peraltro, sui moltiplicatori gli esponenti passati del FMI hanno fatto una magra figura: errare è umano, perseverare diabolico.

Cordiali saluti,

V.

PS: La informo che pubblicherò queste email nel mio blog.

 

 

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