lunedì 17 agosto 2015

Pil +0,2 per cento nel secondo trimestre 2015


PIL
La performance mediocre del Pil italiano nel II trimestre 2015,[1] che si inscrive in un trend negativo che, tranne il rimbalzo del 2010 e la quasi stazionarietà del 2011, dura da 7 anni (2008=-1,0; 2009=-5,0; 2010 =+1,3; 2011=+0,4 2012=-2,4; 2013=-1,8; 2014=-0,4), non è un fenomeno naturale, ma l’inevitabile conseguenza della politica economica prociclica (anziché anticiclica) imposta dall’ideologia neo-liberista - sub specie ordoliberista tedesca per renderla terminologicamente digeribile agli Europei di fede socialista -, che permea di sé sia i trattati costitutivi dell’UE, sia le altre regole adottate successivamente (ad esempio il fiscal compact). Sopperisce solo in parte l’andamento positivo della domanda estera, essendo preclusa all’Italia per volere dell’UE (lèggi: Germania) qualunque flessibilità sostanziale del parametro deficit/Pil (o, in alternativa, prendendo i soldi al 5% più ricco con un’imposta patrimoniale, come propose la Confindustria nel 2011 e Squinzi nel 2012, ma se ne sono dimenticati[2]) per stimolare la domanda interna.
La Spagna del popolare Rajoy ha una discreta performance perché è uno dei pochissimi Paesi dell’Eurozona (l’altro è la Francia) che faccia, in parte, una politica anticiclica e a cui venga permesso, per il 3° anno consecutivo, di sforare abbondantemente il limite del 3% del rapporto deficit/Pil, come premio per aver implementato la riforma del lavoro che piace alla Germania (e come pretese la Germania stessa per 3 anni tra il 2002 e il 2005).
Come si vede, alla Francia non basta neppure avere un deficit del 4%. Mentre la Germania, a causa del pareggio di bilancio e della crisi dei partner commerciali EUZ, sconta anch’essa l’effetto negativo della sua politica economica prociclica.

Occupazione
Com’è noto, perché si abbia un incremento dell’occupazione occorre che il Pil aumenti almeno del 2% su base annua. Quindi, jobs act o non, i disoccupati, per i prossimi 2 anni almeno, difficilmente troveranno un’occupazione.

Aggiustamenti degli squilibri infra Eurozona
L’Eurozona è un insieme di Paesi strutturalmente eterogenei; non sono previsti dai trattati (influenzati dall'ordoliberismo germanico) meccanismi di aggiustamento degli squilibri equamente distribuiti tra Paesi forti (sanzione dei surplus commerciali) e Paesi deboli, ma soltanto a carico dei Paesi deboli (deflazione dei salari e dei diritti), e non con trasferimenti fiscali ma attraverso i prestiti del circuito bancario privato (Target2), con le storture che abbiamo visto nel caso della Grecia. La Germania (e l’Olanda) sfora da anni la soglia del 6% (già di per sé sovradimensionata e fatta a sua misura), ma non viene sanzionata, né può esserla.[3]

BCE
L’ideologia ordoliberista tedesca ha influenzato anche – forse soprattutto – lo statuto della BCE,[4] che è soltanto un po’ meno rigido di quello della Bundesbank, ma prevede anch’esso che l’obiettivo principale sia la stabilità dei prezzi (“sotto, ma vicino, al 2%”). Fatto salvo questo, essa ha, però, anche l’obiettivo di sostenere le politiche economiche dell’UE fissate dall’art. 3 del TUE, tra cui “una crescita equilibrata” e “la piena occupazione”. Sotto questo aspetto, con la deflazione o l’inflazione molto sotto target e la crisi economica ed occupazionale che perdura da 7 anni (tranne in Germania e satelliti), la BCE ha mancato e sta mancando entrambi gli obiettivi statutari, con gravi conseguenze sui popoli europei e sui Paesi debitori (tra cui l’Italia). Il QE è tardivo e insufficiente sia qualitativamente che quantitativamente, e di per sé, se non è accompagnato da una politica fiscale espansiva anticiclica (taglio di tasse e aumento di spesa) che accresca la domanda aggregata (consumi, investimenti, spesa pubblica ed esportazioni nette), non sarà in grado di debellare da solo la deflazione (come, ovviamente, ammette la stessa BCE).[5]

[1] CRESCITA ECONOMICA
Pil II trimestre 2015, Italia a +0,2% Confindustria: «Non c’è ripresa vera» Mef: «Risultato come da attese»
Squinzi: «Si devono creare le condizioni favorevoli all’impresa». Berlino cresce dello 0,4% rispetto al trimestre precedente, mentre Parigi fa registrare un risultato invariato
14 agosto 2015

[2] Analisi quali-quantitativa/14/Imposta Patrimoniale

[3] Dialogo sul surplus commerciale eccessivo e il taglio dei salari

[4] Allegato alla Petizione al Parlamento europeo: la Bce non rispetta il suo statuto

[5] La BCE a trazione tedesca le spara grosse


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giovedì 13 agosto 2015

Grecia, raggiunto l'accordo-memorandum con la ex troika, ma l’arrogante Germania frena


L'altro ieri è stato raggiunto e trasmesso alle Cancellerie l’accordo-memorandum tra la Grecia e la ex troika. [1]
La cancelliera Merkel, massone, dopo aver chiamato l'applauso al Bundestag per il Maestro Venerabile Schaeuble per come ha condotto le trattative con la Grecia (perfino Der Spiegel ha definito l'accordo UE-Grecia "catalogo delle crudeltà"),[2] fa come al solito la "bottegaia" egoista e prepotente anziché la statista e, con la scusa che il testo dell'accordo in suo possesso è incompleto, sputtana letteralmente la troika, cioè l'organo giuridicamente deputato, anche a nome della Germania, a negoziare l'accordo in dettaglio, che evidentemente non è sufficientemente crudele per farlo digerire al predetto Maestro Venerabile ed ai boccaloni ed egoisti bottegai tedeschi, rincitrulliti per anni ad arte dai messaggi dei politici e dei media sugli scansafatiche e furbi popoli mediterranei.[3]
E' di due giorni fa[4] la notizia che un Istituto di ricerca tedesco ha quantificato in 100 mld il risparmio per la Germania in interessi sul debito, a seguito della crisi dell'Eurozona. Per non parlare della violazione da parte della Germania sia del limite del 3% del rapporto deficit/Pil per 3 anni tra il 2002 e il 2005, sia del limite del 6% del surplus commerciale (già di per sé sovradimensionato e fatto su misura della Germania dalla prona Commissione europea Barroso), che costituisce il principale fattore di perturbazione dell'Eurozona (oltre che del resto del mondo). O del trasferimento sulle spalle di tutti i popoli dell'Eurozona dei debiti della Grecia verso le banche tedesche, francesi e olandesi.[3]
A me, cittadino italiano ed europeo, francamente è diventato letteralmente insopportabile assistere a questo predominio arrogante della Germania, che, ogni qualvolta si tratta del proprio interesse, fa strame delle regole e dei trattati europei (oltre che della dignità degli altri leader dei Paesi dell'Eurozona).
Presidente del Consiglio Renzi, lasci stare per un po' la sinistra PD, se c'è batta un colpo, ma possibilmente non con il... compasso, bensì col bastone, che è l'unico attrezzo che gli arroganti conoscono.

[1] Grecia, Tsipras ottimista, Merkel frena. Varoufakis: tutto inutile
Un accordo tecnico è stato raggiunto per il salvataggio di Atene. L'intesa viene considerata un passo avanti da parte della Germania che però chiede di vedere tutte le carte prima di esprimere un'opinione. Ma Varoufakis avverte: il piano non funzionerà
Mercoledì, 12 agosto 2015 - 15:45:00

Draft agreed at staff level – 11 August 2015 Greece Memorandum of Understanding for a three-year ESM programme

Memorandum d'intesa

[2] L’accordo UE-Grecia non è stato una débacle per Tsipras

[3] False opinioni sull’Italia e la Germania

[4] Se Atene piange, Berlino ride
La crisi greca ha favorito i conti delle aziende e dello stato tedesco. In quattro anni e mezzo di crisi, i benefici economici per la Germania legati alle difficoltà elleniche sono stati calcolati in oltre 100 miliardi dall'istituto tedesco Leibnitz
10 agosto 2015


Articolo collegato:

È l’Europa, bellezza!
di Paolo Pini e Alessandro Somma
29 luglio 2015



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mercoledì 12 agosto 2015

La sinistra PD attacca Giorgio Napolitano

  
Alcuni esponenti di primo piano della sinistra PD hanno attaccato il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo che questi ha inviato una lettera al Corriere della Sera, nella quale ha difeso la riforma del Senato proposta dal governo Renzi.

Secondo il libro di Gioele Magaldi "Massoni", Giorgio Napolitano è massone, figlio di massone; fu iniziato in USA, nell’aprile 1978, in occasione del suo primo viaggio come ambasciatore del PCI, presso la “Three Eyes”, superloggia ultraconservatrice rockefeller-kissingeriana (Henry Kissinger lo ha insignito recentemente del Premio Kissinger http://www.ispionline.it/it/articoli/articolo/italia/giorgio-napolitano-presidente-onorario-ispi-insignito-del-premio-kissinger-13524 ).
Prima di ottenerne le dimissioni, presumibilmente su input della cancelliera Angela Merkel, massone, e affidare l’incarico a Mario Monti, massone, Napolitano fu per lunghi anni acquiescente e un po’ cerchiobottista con Silvio Berlusconi, anch’egli massone, della loggia P2 di Licio Gelli, che era la longa manus in Italia della “Three Eyes”, per salvare la governabilità.
Napolitano non è mai stato generoso con la sinistra del PD. Anzi, come sempre succede quando si ha la coda di paglia, ha spesso manifestato un sovrappiù di severità, forse proprio per questi “peccati” antichi.
Questo atteggiamento raggiunse l’acme col rifiuto di concedere a Pier Luigi Bersani (vincitore, checché se ne dica, delle elezioni politiche 2013) l’incarico pieno, a favore prima della nascita del governo Letta, paramassone, (col PDL), in barba alla volontà espressa, prima, dalla maggioranza di ben 3,2 milioni di elettori in libere elezioni primarie e, poi, dalla volontà della maggioranza relativa dell’intero elettorato; e successivamente del governo Renzi, candidato massone, funzionali alle c.d. larghe intese.
Finalmente, la sinistra del PD ha fatto la somma di tutto e ha deciso di andare alla guerra con Napolitano, ripagandolo con la stessa moneta.


Post collegato:

Napolitano, da comunista a custode della conservazione e degli interessi del potere egemone

AVVISO: Avarie frequentissime della piattaforma il.cannocchiale.it


ULTIMO POST TRASMIGRATO DA ILCANNOCCHIALE 

A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 548 del 19-03-15 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
AVVISO: Avarie frequentissime della piattaforma il.cannocchiale.it


A causa delle avarie frequentissime, ormai quotidiane, della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato finora quasi 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente, o, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla ove essa venisse chiusa.
Prendo questa decisione con dispiacere. Ma ho telefonato più volte all’azienda che gestisce la piattaforma (DOL Srl tel. 06/68301448), l’ultima volta mi ha risposto non la solita segretaria, la quale si limitava a rispondermi che non poteva passarmi il responsabile e che avrebbe segnalato l'avaria, ma un uomo, il quale ha confermato il mio sospetto che la gestiscono gratuitamente e che non aumenteranno le risorse per evitare le avarie.
Ho deciso pertanto di trasmigrare in Blogger (di Google) i vecchi post (oltre 500) a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.
A chi volesse continuare a seguirmi anche là, do volentieri l’indirizzo del mio nuovo blog:  http://vincesko.blogspot.it/


Lettera a Pablo Iglesias, leader di Podemos


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 545 del 14-03-15 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Lettera a Pablo Iglesias, leader di Podemos


Pubblico l’e-mail che ho inviato oggi a Pablo Iglesias,[1] leader di Podemos,[2] ed agli altri parlamentari europei spagnoli del suo raggruppamento politico Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica[3]:

Caro On. Pablo Iglesias,
Ieri, sul canale tv italiano “La7”, durante la trasmissione “Bersaglio mobile”, è stata trasmessa una Sua intervista ed è stato affermato che Lei ha chiesto che nello statuto della BCE venga incluso l’obiettivo del pieno impiego. Mi permetto di osservare che tale obiettivo c’è già! Ed ha la stessa cogenza statutaria dell’obiettivo principale (stabilità dei prezzi) quando il tasso d’inflazione – come ora - è sensibilmente sotto target.[4]
Le trasmetto, per opportuna conoscenza, il testo della Petizione da me lanciata in Change.org, che ho inviato lo scorso anno alla Commissione per le petizioni del Parlamento Europeo (ed è iscritta nel ruolo generale con il n. 2401/2014), e p.c. alla Corte di Giustizia Europea, alla Corte Costituzionale italiana ed al Governo italiano.
L’ho anche trasmessa – l’anno scorso - a tutti i parlamentari europei italiani.
Cordiali saluti

[3] Parlamento Europeo/Deputati http://www.europarl.europa.eu/meps/it/map.html
[4] Allegato alla Petizione al Parlamento europeo: la Bce non rispetta il suo statuto
[5] Commissione per le petizioni PETI)


Articolo collegato:

Le radici latinoamericane di Podemos
REDAZIONE 29 MARZO 2015


martedì 11 agosto 2015

La cattiva memoria dei benpensanti sul caso Grecia


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 544 del 13-03-15 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
La cattiva memoria dei benpensanti sul caso Grecia


Leggo le analisi e i commenti nel web sul caso Grecia. La Grecia ha indubbiamente le sue colpe, ma i benpensanti temo abbiano un problema di memoria. Nessuna dimenticanza – direbbe Freud – è casuale.

Riepilogo
1. Secondo l’OCSE, la Grecia è il Paese in UE 28 che ha fatto più riforme (poi siccome era una rivelazione scomoda per qualcuno che comanda in UE ha tentato di nasconderla, cfr. “La Grecia, le riforme e il giallo della tabella” di Carlo Clericetti),[1] lo dimostra anche il suo avanzo primario.
2. La Grecia ha chiesto all’UE: a) di portare l’avanzo primario, previsto nel 3% nel 2015 e nel 4,5% nel 2016 (umanamente insostenibile dopo 5 anni di sacrifici e di tagli) all’1-1,5%, per poter affrontare la crisi umanitaria (v. “Piano di Salonicco”);[2] e b) un prestito ponte, in attesa di trovare un accordo definitivo e soddisfacente per tutti.
3. Gli attuali governanti non hanno alcuna responsabilità degli imbrogli del passato ed hanno solo chiesto di non essere discriminati dall’UE e dalla BCE rispetto ai governi precedenti (v. l’intervista di Danilo Taino a Yanis Varoufakis pubblicata dal Corriere della Sera [3]).
4. Per i meccanismi della struttura monetaria dell’Eurozona e per volontà della Germania e della Francia, “la stragrande maggioranza del debito greco” (330 miliardi), fino al 2012 detenuto soprattutto dalle banche francesi, tedesche e olandesi, ora è distribuito così: il 72% in mano a istituzioni pubbliche (60% della Ue attraverso i suoi fondi Efsf e Esm, e 12% dell’Fmi); l'8% è detenuto dalla Bce; il 5% sono altri prestiti; il restante 15% sono marketable debt, cioè titoli di debito trattabili sul mercato secondario). Dei famosi prestiti alla Grecia (254 mld), solo 27 mld sono andati alla gente greca. Il resto è servito soprattutto per salvare le banche private tedesche, francesi, olandesi e greche, ma non a spese solo dei rispettivi Paesi, ma di tutti, inclusa l’Italia (cfr., per i dati di dettaglio, “I furbetti del salvataggio”).[4]
5. Il “taglio” (“haircut” = sconto) è stato subìto dalle banche private (soprattutto francesi, tedesche e olandesi), non dai fondi salva-Stato.
6. Ma dopo aver introitato interessi a tassi elevatissimi, correlati al livello del rischio. Poi le stesse banche, in barba al principio liberista che l’investitore si assume il rischio, hanno gentilmente “girato” i loro crediti residui ai fondi salva-Stato, ai quali l’incolpevole Italia ha partecipato e partecipa per il 17,9%, cioè per salvare dette banche – tedesche, francesi e olandesi - si è trovata sul groppone circa 30 mld (+ altri 10 di prestiti bilaterali a titolo oneroso) finanziati a debito.
7. I debiti della Grecia sono serviti a pagare beni tedeschi e francesi, talvolta ridondanti o inutili, tra cui le armi (sommergibili, aerei, che ha più della Germania e della Francia, ecc.), nell'ambito di un "sistema" basato anche sulla corruzione, in cui le pure aziende tedesche o francesi (come è risultato da inchieste giudiziarie) svolgevano il ruolo di corruttori interessati ed i governanti e funzionari greci quello di corrotti.[5]
8. Il TARGET2 [6] è un meccanismo imperfetto che serve a far funzionare l'imperfetto Eurosistema, che mette insieme ECONOMIE DISOMOGENEE, sostituendo i TRASFERIMENTI FISCALI, come avviene in Italia tra Centro-Nord e Sud o negli USA o come avverrebbe negli Stati Uniti d'Europa.
9. O altri ammennicoli tecnici del genere, come le sanzioni ai Paesi con surplus commerciale eccessivo, aborrite - et pour cause - dalla Germania.[7]
10. Ora la Germania, anziché fare i compiti a casa sua, pretende di continuare imponendo alla Grecia un ulteriore aggiustamento di oltre 13 mld. Che è un ammontare enorme ed insostenibile per la Grecia. E’ “anomalo” che non si parli mai dei compiti che toccano alla Germania, ma soltanto di quelli che deve (continuare a) fare la Grecia, che poi consistono dappertutto nell’addossare ai non ricchi l’onere del risanamento, impoverendo milioni di persone, preservando i ricchi (tra cui le banche).
11. Come si vede, il problema è un po' più complesso dello schema tipico dei benpensanti, che stravedono per la supposta virtuosa, egemone Germania (che è il Paese che trae i maggiori vantaggi dall'attuale, squilibrato Eurosistema) e disprezzano la Grecia imbrogliona, che (assieme agli altri Piigs, inclusa quindi l'Italia) è punita dall'attuale Eurosistema, poiché ne trae più svantaggi che vantaggi.

Il problema per l’UE non è la furba Grecia, ma l’arrogante ed egoistica Germania
Il Pil della Grecia pesa meno del 3% del totale dell’UE. Ancor meno il suo potere. Il problema è lo strapotere della Germania.[8]
L’UE si sta conformando sempre più ad immagine e somiglianza della Germania, bulimica come tutti gli arroganti. Nulla sazia gli arroganti egoisti e moralistici.
Tralascio questa volta il riferimento al disegno della Massoneria reazionaria e vincente.[9] Segnalo, invece, in conclusione, questo articolo offerto da Economia e politica, su cui secondo me - anche se propone una prospettiva che sospetto sia di gradimento dei benpensanti, poiché massimizza il ruolo del banchiere-burocrate - farebbero bene tutti, anche i benpensanti, a riflettere.[10]

[1] La Grecia, le riforme e il giallo della tabella
Carlo Clericetti 20 FEB 2015

[2] Buon voto, Grecia, dai la sveglia all’Europa!

[3] Grecia, parla Varoufakis: «Atene non chiederà altri prestiti»
Intervista al ministro delle Finanze greco: «La Bce nel 2012, in una crisi simile ma con un governo conservatore, aumentò senza problemi la nostra possibilità di emettere titoli a breve termine Ora invece è molto ”disciplinante” con la Grecia»
di Danilo Taino, inviato a Venezia
8 marzo 2015 | 07:58
Com’è il suo rapporto con Mario Draghi e la Bce?
«Formale».
Cosa intende?
«La Bce è molto “disciplinante” nei confronti della Grecia. Nel 2012, in una situazione di crisi simile ma con un governo conservatore, fu flessibile, aumentò senza problemi la possibilità del governo di emettere titoli a breve termine. Ora invece ha molto ridotto la nostra agibilità». 
Quando crede che la Bce comprerà titoli greci all’interno del programma di Quantitative Easing che ha lanciato? Si dice a luglio.
«Penso che il Quantitative Easing andrebbe fatto dove la mancanza di crescita è massima. Invece si compreranno grandi quantità di titoli tedeschi. Quindi credo che la Bce avrebbe dovuto comprarli ieri i titoli greci. Non un domani. Ritengo Draghi uno splendido banchiere centrale, date le condizioni di scarsa libertà in cui si muove. Ma l’indipendenza della banca centrale deve essere nei due sensi: anche la Bce non deve dare giudizi politici, deve trattare tutti i Paesi allo stesso modo».

[4] L’arrogante predominio tedesco, il salvataggio della Grecia e l’abuso delle stupide regole UE  http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2828301.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/08/larrogante-predominio-tedesco-il.html

[5] Siemens, tangenti in Grecia: chiesto rinvio a giudizio per 19 dirigenti tedeschi
Tra mazzette e mancati incassi, gli imputati sono accusati di aver prodotto un danno di 70 milioni di euro all'azienda greca di telecomunicazioni Ote. Il caso ha già portato alla sostituzione dei vertici della multinazionale. Nel mirino anche gli appalti vinti per le Olimpiadi del 2004 costate il triplo del previsto
di Francesco De Palo | 25 novembre 2014

[6] Ecco come funziona il cervellone che protegge l'euro (e perché al Sud viene imposta austerity anche in fasi recessive)
di Vito Lops  16 aprile 2014

I famosi saldi TARGET2
28 marzo 2013 • enzo michelangeli

[7] Dialogo sul surplus commerciale eccessivo e il taglio dei salari

[8] Eliminare l’Euro o ridurre lo strapotere della Germania?

[9] UE, dirigenti illuminati o massoni reazionari?
Manfredi De Leo* - 09 marzo 2015
Altro che effetti espansivi sulla crescita. Come sostenuto più volte su Economia e Politica, in assenza di una ripresa degli investimenti pubblici il quantitative easing della BCE non servirà a rimettere in moto l’economia. Sarà piuttosto uno strumento con il quale le autorità monetarie potranno imporre nuovi tagli e riforme strutturali.
[…] Il programma di acquisti della BCE può essere dunque considerato come una sorta di “accumulazione originaria” di titoli pubblici, un processo che trasformerebbe l’autorità monetaria nel principale creditore di tutti i governi dell’eurozona: da quella posizione, la banca centrale potrà esercitare un’influenza sulle economie europee ben superiore a quella formalmente prevista. […]


Articolo collegato:

L'Eurozona non ha permesso la bancarotta della Grecia nel 2010 per proteggere le banche tedesche e francesi. La tv di stato tedesca
12/03/2015


Note sul potere in UE, scontro Juncker-Merkel


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 542 del 09-03-15 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Note sul potere in UE, scontro Juncker-Merkel


Nel dicembre scorso, rispondendo a @domenicobasile, evidenziavo il carattere indipendente del neo-presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e allegavo un mio post con alcune prove:

  http://0.gravatar.com/avatar/12a4443da31088320ef8a3947a01b343?s=48&d=http%3A%2F%2F0.gravatar.com%2Favatar%2Fad516503a11cd5ca435acc9bb6523536%3Fs%3D48&r=G
@domenicobasile (15 dicembre 2014 alle 18:42)
[…]
“Quanto a Junker, a parte taluni difetti non troppo mediatizzati, è l'uomo che di fatto è stato il garante dell'evasione fiscale in Europa durante un ventennio! (bel primato per guidare la commissione di Delors et Prodi!!!)”
A parte il Luxleaks, ti segnalo che Prodi ha dato su Juncker un giudizio positivo. I politici per solito non disdegnano la “flessibilità” e quindi possono essere incoerenti, ma al netto di questo, per la sua propensione all’indipendenza dalla Germania ed altro, leggi il mio <i>post</i> linkato nel poscritto.
Vincesko

Segnalo perciò volentieri questo interessante articolo di oggi, che parla di un rapporto teso tra Juncker e la cancelliera Merkel proprio riguardo alla distribuzione del potere nell'UE:

La Commissione Ue si svincola dalla Germania: tensione tra Juncker e Merkel
di MAURIZIO RICCI
(07 marzo 2015)
La telefonata è di qualche settimana fa e la racconta lo Spiegel. "Il mio commissario - si lamenta Angela Merkel, riferendosi a Guenther Oettinger, commissario tedesco a Bruxelles - ha ricevuto il progetto solo la mattina della riunione". All'altro capo del filo, un gelido Jean-Claude Juncker: "Quale tuo commissario? Quello è il mio commissario!". E' uno scontro che ha un solo significato: il braccio di ferro su chi detiene il potere in Eurolandia è ricominciato. Non è difficile vederne i segnali. A sorpresa, sui media tedeschi la bestia nera non è il greco Tsipras, nè il suo riottoso sodale Varoufakis. E neanche l'italiano Mario Draghi, che si appresta ad inondare l'Europa di banconote, stampate nel retrobottega della Bce, all'insegna del quantitative easing. E' l'intramontabile Juncker, presidente di una Commissione che Berlino sente sempre più lontana. […]

http://1.gravatar.com/avatar/96a34fb50de32f7c7cb22bb6d65b3e41?s=48&d=http%3A%2F%2F1.gravatar.com%2Favatar%2Fad516503a11cd5ca435acc9bb6523536%3Fs%3D48&r=G
@magnagrecia7 7 marzo 2015 alle 14:02
Che il caso Grecia abbia agitato le acque,in Europa e che le posizioni si stiano ridefinendo in funzione del redde rationem, lo dimostra anche questo articolo sul Sole (v. in particolare il finale):

http://0.gravatar.com/avatar/12a4443da31088320ef8a3947a01b343?s=48&d=http%3A%2F%2F0.gravatar.com%2Favatar%2Fad516503a11cd5ca435acc9bb6523536%3Fs%3D48&r=G
@jeantine01 (7 marzo 2015 alle 19:41)
1. Rilevo che l’articolo è di Luigi Zingales.
2. Se si “condivide” l’articolo, anziché il titolo Solo l’Unione politica permette scelte economiche democratiche, viene fuori il seguente titolo e sottotitolo:
Nel braccio di ferro tra Grecia ed Europa io sto con Atene
L’Europa ha maltrattato la Grecia e lo ha fatto perché la Germania e la Francia hanno protetto i loro interessi a scapito di quelli greci
.
Il che significa – credo – che qualcuno (il direttore? il caporedattore?) lo ha poi cambiato, forse perché l’ha ritenuto troppo forte (!).
3. Fin dall’inizio, dopo aver approfondito un po’ la materia, ed anche nel dialogo con Carlo Clericetti, propedeutico al lancio della mia Petizione al Parlamento europeo (BCE, il re è nudo (dialogo con Carlo Clericetti) oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/07/bce-il-re-e-nudo-dialogo-con-carlo.html , io ho definito il caso UE-Euro-BCE un esempio eclatante della fiaba di Hans Andersen “I vestiti nuovi dell’imperatore”. Tutto è alla luce del sole: le iniquità, le violazioni, le prepotenze, le furbizie, gli stravolgimenti della lingua, della logica e della matematica (Stravolgimenti europei oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/07/stravolgimenti-europei.html ). Mancava il bambino. Finché è arrivato Varoufakis (Il moloch UE-Germania-BCE e il “bambino” Varoufakis oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/08/il-moloch-ue-germania-bce-e-il-bambino.html ).
4. Nell’articolo del Sole 24 ore, Luigi Zingales cita come “testimone”, per dimostrare che gli aiuti alla Grecia sono serviti per salvare le banche tedesche e francesi, Athanasios Orphanides, ex governatore della Banca di Cipro ed ex membro del Consiglio direttivo della Bce ed ora docente al MIT. Io ho riportato le sue critiche severe al QE prima del suo varo nell’intervista a Federico Fubini su Repubblica nello Allegato alla Petizione al Parlamento europeo: la Bce non rispetta il suo statuto oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/allegato-alla-petizione-al-parlamento.html ).
Dopo
che la BCE ha deciso il varo del QE, Federico Fubini ha partecipato al coro degli elogiatori di Draghi. Per non parlare di Eugenio Scalfari, che quasi ogni domenica tesse le lodi del salvatore Draghi, arrivando, forse per l’età, a stravolgere sia le tesi che diffondeva nei suoi formidabili editoriali nel 2010 (L’involuzione di Eugenio Scalfari oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/08/linvoluzione-di-eugenio-scalfari.html ), sia le più banali leggi economiche, che fino a qualche anno fa conosceva benissimo. E Scalfari su Repubblica (per non parlare del Corriere) influenza molte più persone di Zingales sul Sole 24 ore. Ed invece, per sortire qualche effetto, Repubblica, Il Corriere della Sera e Il Sole 24 ore, che pure sono critici con l’UE e la BCE, dovrebbero – come fanno i media tedeschi - unirsi per fare pressione sui nostri governanti (Renzi e Padoan!) affinché tutelino maggiormente i nostri interessi contro lo strapotere tedesco.
5. In conclusione, a mio sommesso avviso, occorre, però, una spinta dal basso e, da un lato, (continuare a) unirci al “bambino” Varoufakis nel gridare all’unisono che Il re è nudo, e, dall’altro, “valorizzare”, utilizzare di più il fattore regole, poiché è nella legge – correttamente ed equamente applicata - la tutela dei più deboli contro la prepotenza dei potenti e dei ricchi, che sono quattro gatti, ma dettano legge perché possono contare su 4 fattori: a) risorse finanziarie enormi; b) il controllo dei media; c) l’aiuto di un certo numero di “agit-prop” ben retribuiti; e d) l’ammuina di milioni, miliardi di poveri.
Vincesko


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di Danilo Taino, inviato a Venezia
8 marzo 2015 | 07:58
Com’è il suo rapporto con Mario Draghi e la Bce?
«Formale».
Cosa intende?
«La Bce è molto “disciplinante” nei confronti della Grecia. Nel 2012, in una situazione di crisi simile ma con un governo conservatore, fu flessibile, aumentò senza problemi la possibilità del governo di emettere titoli a breve termine. Ora invece ha molto ridotto la nostra agibilità». 
Quando crede che la Bce comprerà titoli greci all’interno del programma di Quantitative Easing che ha lanciato? Si dice a luglio.
«Penso che il Quantitative Easing andrebbe fatto dove la mancanza di crescita è massima. Invece si compreranno grandi quantità di titoli tedeschi. Quindi credo che la Bce avrebbe dovuto comprarli ieri i titoli greci. Non un domani. Ritengo Draghi uno splendido banchiere centrale, date le condizioni di scarsa libertà in cui si muove. Ma l’indipendenza della banca centrale deve essere nei due sensi: anche la Bce non deve dare giudizi politici, deve trattare tutti i Paesi allo stesso modo».

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L’altolà presidente Dijissembloem alla vigilia degli incontri a Bruxelles. Tispras chiama Draghi e Hollande
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Quest’ultimo ha speso la domenica lavorando alle relazioni in Europa e ha chiamatoper primo, in mattinata, Mario Draghi ribadendo il rispetto per l’indipendenza della Banca centrale europea e auspicando la distanza dell’Authority dai tentativi di pressione politica.

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Domani la Bce comincerà a comprare titoli e obbligazioni pubbliche nell'Eurozona. Al governo spetterà di trasformare questo beneficio in una forte ripresa di investimenti
di EUGENIO SCALFARI
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