lunedì 3 agosto 2015

L’involuzione di Eugenio Scalfari


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 506 del 02-12-14 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
L’involuzione di Eugenio Scalfari


Il macigno del debito italiano e il buco nero della Grecia
di EUGENIO SCALFARI
30 novembre 2014

Nell’editoriale di domenica scorsa, Eugenio Scalfari ha scritto:
Draghi ha esordito con un'affermazione che, pur avendola già pronunciata in vari luoghi, non aveva mai sostenuto in modo così esplicito: è necessario che l'Europa garantisca i debiti sovrani di tutti gli Stati membri. Il motivo proviene dal rischio delle elezioni politiche in Grecia. I sondaggi danno in testa Tsipras che guida il suo partito Syriza, ma una sua vittoria porterebbe con sé una situazione di estremo pericolo per l'Europa e per la moneta comune perché Tsipras è deciso a ripudiare sia l'euro sia l'Europa.

Ieri, dopo averlo letto, ho postato questo commento:
L'involuzione di Eugenio Scalfari, negli ultimi 4 anni, è impressionante. Sarà l'età. Tsipras NON è contro l'UE e neppure contro l'Euro, ma contro lo strapotere delle banche e l'egoismo arrogante della Germania. Draghi è il maggiore responsabile del perdurare della depressione economica italiana, per ubbidire alla Germania, sta disattendendo da tempo il proprio statuto (art. 2-Obiettivi) e mancando entrambi gli obiettivi statutari: tenere il tasso d'inflazione "sotto il 2%, ma vicino" e "sostenere la crescita economica ed un elevato livello dell'occupazione". La BCE andrebbe denunciata alla Corte di Giustizia Europea (art. 35 Statuto BCE).

Oggi, sulla stessa Repubblica, c’è questo articolo, che conferma a) la bugia di Scalfari; b) la necessità di un intervento della BCE sul debito pubblico per uscire dal pantano (l'alternativa è solo un'imposta patrimoniale straordinaria e/o un prestito forzoso sui ricchi); e c) che il modo peggiore per contrastare l’arroganza della Germania – e in generale degli arroganti - è l’acquiescenza (una buona lezione per l'ex tosto Renzi, che si è fatto "ammansire" dal burocrate Padoan).

Tsipras: "Se vince Syriza la Grecia resta nell'euro"
Il leader della sinistra ellenica ribadisce i suoi piani: "Non usciremo dalla moneta unica, ma serve una conferenza per rinegoziare il debito di tutti i paesi in crisi. Un asse con Draghi per gestire le banche, i depositi sono sicuri e la Merkel non può parlare per tutti i 27 membri della Ue"
di ETTORE LIVINI
02 dicembre 2014

Appendice

Leggo Scalfari da oltre 40 anni, trovo che è diventato, negli ultimi 4 anni, un insopportabile conservatore. Anche in tema di tassazione dei ricchi, rispetto a suoi editoriali del 2010 in cui protestava, dopo il varo da parte del governo Berlusconi-Tremonti della prima manovra correttiva dopo la crisi greca (DL 78 del 31/5/2010), di 24,9 mld, scandalosamente iniqua, implorava provocatoriamente il ministro Tremonti di far pagare anche a lui e scriveva: “Debbono cioè impostare un piano globale di redistribuzione del reddito da chi più ha a chi meno ha. Lo spostamento può avvenire in vari modi, manovrando soprattutto il fisco (ma non soltanto); sgravando il peso fiscale sui redditi di lavoro dipendente e sulle famiglie e finanziando la redistribuzione con maggior carico tributario sulle rendite, sui patrimoni e sui consumi opulenti”.

Traggo da: A Pomigliano comincia l'epoca dopo Cristo
di Eugenio Scalfari - 20 giugno 2010:
“Qualche cosa si può e si deve fare. Ma occorre molta lucidità e molto coraggio. I Paesi opulenti, al loro interno, non sono affatto livellati per quanto riguarda la diffusione del benessere. Ci sono, nelle zone ricche del mondo, sacche di povertà impressionanti e diseguaglianze mai verificatesi prima con questa intensità. Voglio dire che la legge dei vasi comunicanti deve entrare in funzione dovunque e spetta alla politica rimuovere gli impedimenti che la bloccano. Perciò i sindacati e le forze di opposizione debbono spostare l'obiettivo. Le categorie svantaggiate e costrette a rinunciare ad una parte delle conquiste raggiunte nell'epoca "prima di Cristo" debbono recuperarle su altri piani e in altre forme nell'epoca del "dopo Cristo". Debbono cioè impostare un piano globale di redistribuzione del reddito da chi più ha a chi meno ha. (…)”.

E da: La vera storia del caso Marchionne
di Eugenio Scalfari - 25 luglio 2010
“C'è un modo per compensare la perdita di benessere che il "dopo Cristo" comporta per i ceti deboli che abitano paesi opulenti? Certo che sì, un modo c'è ed è il seguente: far funzionare il sistema dei vasi comunicanti non solo tra paese e paese, ma anche all'interno dei singoli paesi. L'Italia è certamente un paese ricco. Anzi fa parte dei paesi opulenti del mondo, che sono in prevalenza in America del nord e nella vecchia Europa. Ma l'Italia è anche un paese dove esistono sacche di povertà evidenti (e non soltanto nel Sud) e dislivelli intollerabili nella scala dei redditi e dei patrimoni individuali”.
“Tra l'Italia dei ceti benestanti e quella dei ceti poveri e miserabili il sistema dei vasi comunicanti è bloccato, non funziona. Il benessere prodotto non viene redistribuito, rifluisce su se stesso e alimenta il circuito perverso e regressivo dell'arricchimento dei più ricchi e dell'impoverimento dei poveri. Una politica che volesse perseguire il bene comune dovrebbe dunque smantellare il circuito perverso e far funzionare il circuito virtuoso. Attraverso una riforma fiscale che sbloccasse il meccanismo e redistribuisse il benessere. […]. Questa delle ingiustizie sociali da combattere è la madre delle riforme. Perciò mi domando: che cosa aspettate? Che la casa vi crolli addosso?


Post e articoli collegati:

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Dialogo su Renzi in calce ad un editoriale di Eugenio Scalfari

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Lo ‘schiaffo’ benvenuto di Draghi alla cancelliera Merkel

Quesito aperto a Mario Draghi

Mario Draghi, Dottor Jekyll e Signor Hyde

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Draghi, incongruenze o misfatti?


Dialogo tra il prof. Paolo Pini e me sui poteri della BCE

Appelli o minacce forti?

Dialogo sui poteri, gli obiettivi e le violazioni statutarie della BCE

BCE, il re è nudo (dialogo con Carlo Clericetti)

Allegato alla Petizione al Parlamento europeo: la Bce non rispetta il suo statuto

QE, gli obiettivi ed i poteri della BCE e della FED
Draghi al Quirinale? No grazie. Parla Luttwak
12 - 09 – 2014 Michele Pierri
Luttwak, prende quota l’ipotesi di Mario Draghi al Quirinale? Lo ha scritto su Formiche.net l’analista Francesco Galietti e ne ha accennato anche lo storico Benedetto Ippolito. Che ne pensa? 
Se sia uno scenario possibile non saprei dirlo. Però sono convinto che Draghi non meriti affatto di diventare presidente della Repubblica. La sua storia passata e recente dimostra quanto egli non abbia mai lavorato nell’interesse del vostro Paese, perfino nel suo ruolo a capo della Bce, dove è stato nei fatti un emissario della Germania e un fautore di quel rigore che strangola l’economia italiana e fa volare quella di Berlino.


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