A causa delle
avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale,
dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko
ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente.
O, meglio, di tenermi
pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di
5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 510 del 08-12-14 (trasmigrato da
IlCannocchiale.it)
Struttura UE,
assenza di democrazia o di legalità?
Carlo
Clericetti
6 DIC 2014
L’ultima speranza contro la crisi infinita
Assenza di
democrazia o di legalità?
L’ammissione
di Carlo Clericetti che “la struttura
dell'Europa non abbia nulla a che fare con la democrazia” è oggettivamente
grave e può avere due conseguenze opposte: la prima è quella di giudicare con
realismo e con almeno un occhio benevolo, se non assolutorio, come da un po’ di
tempo mi pare inclini a fare Carlo Clericetti (ma è un atteggiamento che sto
riscontrando in quasi tutti i critici in passato di Draghi, come se si fossero
per qualche motivo passata parola) -, i comportamenti e le responsabilità dei
principali attori della scena europea, in primo luogo Draghi per il ruolo
cruciale che ricopre; la seconda è quella che elimina alla radice tale
possibilità, poiché a me pare che più che assenza di democrazia, concetto facilmente
eludibile in concreto in tutte le democrazie rappresentative, nella struttura
dell’UE ci sia assenza di legalità, che è molto più grave.
Vorrei sottolineare che, in sostanza, il mio assunto, che mi
ha indotto a lanciare una petizione per la messa in stato di accusa della BCE,
prima alla Corte di Giustizia Europea (ma essa non può ricevere che ricorsi
legali tramite un avvocato, se si è ricevuto un danno diretto da atti o
omissioni della BCE) e poi obtorto collo
al Parlamento Europeo – e mi sorprende che neppure un giurista come Agustìn
José Menéndez (cfr. http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/capitali/Il-potere-di-Draghi-si-ferma-a-Karlsruhe-27447 ) e i promotori degli inefficaci appelli e i tanti
commentatori lo colgano – è che, pur nel fisiologico divenire dei rapporti di
forza nel contesto di un organismo giovane come Unione Europea/Euro/BCE, senza
legalità (cioè un sistema di riferimento giuridico codificato certo e
rispettato) prevale il più forte.
Cui prodest?
In calce al post “Finalmente l’Italia contesta (un
po’) la Ue”, dialogando con sergionero, ho scritto:
“1) Io sono
un miscredente e coltivo laicamente il dubbio, ma in questo caso sono
certissimo che la colpa è della Germania, cioè del suo establishment politico-industriale-finanziario.
Ovviamente, ai ricchi egoisti, bulimici e spietati va benissimo che il lavoro
sporco lo faccia la Germania, ma sarebbero pronti a sostituirla con qualunque
altro.
2) Ci sono alcuni (incluso il tuo amico Bagnai) che pensano che la Germania sia talmente rigida e ottusa da continuare con il dogma dell’austerità anche quando – come sta già succedendo – questa produrrà conseguenze negative anche su di essa”.
2) Ci sono alcuni (incluso il tuo amico Bagnai) che pensano che la Germania sia talmente rigida e ottusa da continuare con il dogma dell’austerità anche quando – come sta già succedendo – questa produrrà conseguenze negative anche su di essa”.
I
dati dimostrano che: a) l’ordoliberalismo tedesco non è assimilabile per vari
aspetti al credo neo-liberista; b) anche la Germania ci sta perdendo,
dall’austerità; e c) si comporta così perché è arrogante a dismisura ed inclina
anch’essa alla furbizia egoistica e questa le provoca una lunga coda di paglia,
che risolve – succede sempre così a tutti - con una maggiore severità verso gli
altri, in primis l’Italia, la cui ricchezza
privata è maggiore di quella tedesca, per
cui la Germania sta cercando di addossare sull'Italia, dopo il costo del
risanamento, l’onere della crescita. Qualche dato aiuta a capire meglio i
termini della questione:
1) La quota della Deutsche Bundesbank nel capitale della BCE
è pari al 18,9373%, quella della Banca d’Italia al 12,4966% e quella della
Banca di Francia al 14,2212%, quindi bastano Italia e Francia per superare
ampiamente la Germania. 2) Le quote del MES (Fondo salva-Stati) sono
rispettivamente 27,1464%, 17,9137% e 20,3859%, in ragione delle quali si
versano i contributi e si guadagnano i relativi interessi; ovviamente la
Germania (che come l’Italia e la Francia finora non ha preso da esso un Euro) è
quella che lucra di più dal differenziale tra il tasso a cui essa si finanzia
(molto basso) e il tasso dei prestiti ai Paesi in difficoltà (ben più alto). 3)
I Tedeschi: a) lucrano dalle disfunzioni dell’attuale assetto dell’UE,
dell’Euro e della BCE; b) lucrano dal livello dell’Euro; c) lucrano dal surplus
commerciale eccessivo, favorito dall’Euro, e si rifiutano di ridurlo ancorché
ci sia il limite del 6%; d) lucrano dalla deflazione dei salari e la integrano
con il reddito minimo e il sussidio all’affitto (concorrenza sleale verso i
partner UE); e) lucrano dalla deflazione come creditori e impediscono alla BCE
di combatterla adeguatamente; f) lucrano dai salvataggi degli Stati (vedi
Deutsche Bank con la Grecia); g) lucrano dall’interpretazione pro domo sua dei
trattati e dello Statuto BCE.
Conclusione
I veri nemici da combattere sono i ricchi (finanza e
multinazionali). Tuttavia, i Tedeschi sono talmente arroganti da rasentare
l’ottusità e perciò pericolosi per tutti. Come insegna il caso Tsipras (pare
che la Merkel abbia detto che è disposta a trattare con lui se vincerà le
prossime elezioni greche), il modo peggiore per contrastare gli arroganti è
l’acquiescenza. Draghi è colpevolmente acquiescente. Padoan è colpevolmente
acquiescente. L’ex tosto Renzi è colpevolmente acquiescente. Oggi i rapporti di
forza sono favorevoli alla Germania, perché la Spagna retta dal popolare Rajoy
è aggiogata per interesse al carro tedesco e la Francia di Hollande è debole e
starà al gioco finché viene trattata con un occhio di riguardo, mentre i Paesi
che prima si appoggiavano alla Gran Bretagna ora si stanno anch’essi
avvicinando alla Germania. Questa situazione potrebbe cambiare sostanzialmente
se, alle prossime elezioni, in Spagna vincesse Podemos e in Grecia Siryza. Nel
frattempo, occorre seguire la via dell’affermazione della legalità, in primis contro la BCE, come ha fatto
perfino l’arrogante Corte Cost. tedesca nel caso degli OMT.
Articolo
collegato:
Perché la teoria della finanza degli economisti ortodossi è inutile
ISMAEL HOSSEIN-ZADEH
ED. IT. DI MARIA
CARANNANTE 21 novembre 2014
[…]
La figura seguente mostra chiaramente questa tendenza inquietante: mentre il
credito al settore FIRE è quadruplicato a partire dal 1950, la quota di risorse
destinata all’economia reale è rimasta pressoché invariata.
Qui di seguito sono elencati ulteriori esempi di crescita
astronomica del settore FIRE negli ultimi trent’anni. Tra il 1980 e il 2005, i
profitti del settore finanziario sono aumentati dell’800%, oltre tre volte la
crescita dei settori non finanziari. Nei primi anni Novanta, esistevano solo un
paio di fondi speculativi; nel 2007, hanno raggiunto i 10.000. Il numero di
mediatori di ipoteca, che hanno sostituito il vecchio Savings & Loans e le
banche territoriali, si è, allo stesso modo, moltiplicato: attualmente sono
50.000 e impiegano circa 400.000 agenti, più di tutta l’industria tessile
statunitense [4]. Come candidamente dichiarato da Raymond Dalio di Bridgewater
Associates: «la ricchezza che si crea con la
produzione è un’inezia rispetto a quanto si può ottenere facendo girare denaro.
Il quarantaquattro percento dei profitti delle imprese degli Stati Uniti
proviene dal settore finanziario contro l’appena dieci percento del settore
manifatturiero» [5]. […]
Gli economisti neoclassici non hanno, finora, saputo
far riconciliare il settore finanziario con la teoria dell’equilibrio economico generale e il modello del flusso circolare.
Tristemente, invece di cercare di incorporare il settore finanziario nel loro
modello sull’economia reale, hanno scelto di ignorarlo per non disturbare il
loro perfettamente ordinato modello di comodo.
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