martedì 27 ottobre 2015

L’errore del sindaco Ignazio Marino


Mi aspettavo la decisione del sindaco Marino di andare al voto in Consiglio comunale,[1] che approvo. A ben vedere, è uno tosto. Con qualche debolezza – diciamo così - per l’appropriazione indebita, ma mai in grande, soltanto di piccole cifre. Chissà che gli è successo da piccolo, per indurlo poi a questi comportamenti – come dire? – da ricco cleptomane.
Valuto al riguardo tre episodi. Il primo avvenne durante la sua campagna elettorale per la segreteria del PD (cui partecipai attivamente a sostegno della sua mozione, la terza), in cui, com’è noto, venne fuori, da parte de Il Foglio, la faccenda dei rimborsi spese gonfiati, presentati all’Università statunitense presso cui lavorava.[2] Rammento che alcuni suoi sostenitori gliene chiesero conto nel sito che aveva creato apposta per la campagna, ma egli non diede mai una spiegazione convincente.
Il secondo riguarda il suo recente viaggio in USA in occasione della visita del Papa. Nell’aereo prestò soccorso ad un passeggero. In risposta ai ringraziamenti del comandante dell’aereo, fece la seguente battuta, più o meno: “La prossima volta che succede, voglio il biglietto gratuito dalla Compagnia”.
Il terzo attiene alla questione delle note spese presentate come sindaco, in cui pare aver pagato, con i soldi pubblici, pranzi a familiari. L’inchiesta, se ci sarà, lo chiarirà.
Ma, in questo, chi è senza peccato scagli la prima pietra.
A me sembra il tipico genovese, almeno quello raccontato dalla vulgata: tirchio e sparagnino.
Come ha dichiarato il suo assessore Sabella, ha però commesso un errore: nel momento in cui s’è messo contro tutti, doveva essere cristallino, senza macchia, perché, come s’è visto, gliel’avrebbero fatta pagare cara. Soprattutto da parte di chi ha una lunga coda di paglia (la severità eccessiva è sempre indizio di coda di paglia). Come – lo scrivo da ben prima che succedesse lo scandalo Volkswagen - la hanno i Tedeschi.[3] O come – pare – l’ha Renzi.[4] O Bonanni.[5] O Mastrapasqua.[6]

[1] Roma, Marino ai suoi fan in piazza: "Ripensarci? Non vi deluderò". Nove consiglieri e cittadini in sciopero della fame
Il sindaco: "Da questa piazza il coraggio e la determinazione di andare avanti. Ora il confronto con gli eletti". E cita Che Guevara. Al Campidoglio centinaia in sit-in con cartelli, palloncini e fasce tricolori
di VIOLA GIANNOLI
25 ottobre 2015

[2] Quando Marino fu allontanato
Una lettera riservata da Pittsburgh. Imputa irregolarità amministrative al chirurgo fattosi politico e antipolitico. Una storia opaca che il candidato nelle primarie alla guida del Pd potrà ora spiegare ai suoi elettori
di Redazione | 24 Luglio 2009

Ignazio Marino e quella vecchia storia (falsa) dell’Ismett

Sentenza Marino contro Il Foglio, Libero, Studio Aperto, Il Giornale e Italia Oggi

[3] Tedeschi, anche i popoli hanno una psicologia
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2827359.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/08/tedeschi-anche-i-popoli-hanno-una.html

[4] Renzi, il ristoratore fiorentino: “Era sempre qui, fatturavo al Comune”
Lino Amantini, titolare del ristorante alle spalle di Palazzo Vecchio preferito dal premier quando era sindaco e presidente della provincia: "Non era mai solo e portava la qualunque. Sa quante tavolate, feste, pranzi e cene di lavoro qui dentro? Un’infinità. E poi si mandava la fattura direttamente al municipio. Da quando Matteo è andato a Roma m'è calato parecchio l'incasso"
di Davide Vecchi | 11 ottobre 2015

[5] Dialogo (2010) su “Il fumogeno contro Bonanni”

[6] Il presidente dell’INPS, Antonio Mastrapasqua

Roma, truffa alla sanità: visite e cartelle cliniche false. Ai domiciliari medici e dirigenti dell'ospedale Israelitico
Coinvolte 17 persone, tra cui Mastrapasqua dg della struttura ed ex presidente Inps. Fornivano dati fittizi per ottenere rimborsi più elevati. L'ordine dei dirigenti, avvertiti da una 'talpa' dell'arrivo degli ispettori: "Famo come a Cinecittà", ossia venivano allestiti laboratori, reparti, documenti, per passare indenni il controllo
di DANIELE AUTIERI
21 ottobre 2015


Aggiornamento:

Roma, Marino ci ripensa e ritira le dimissioni. "Ci vediamo in Aula". Il Pd ai suoi consiglieri: "Via dal Campidoglio"
Dietrofront del sindaco a tre giorni dalla decadenza d'ufficio: "Sono pronto a confrontarmi con la mia maggioranza". E' sfida al Nazareno. Il vice Causi e 4 assessori confermano l'addio. In mattinata il primo cittadino in Campidoglio: "Non devo negoziare con nessuno". Sulle affermazioni di Cantone ("Milano capitale morale"), replica: "Gli anticorpi nella capitale esistono, devono essere valorizzati". "Renzi? Ho di meglio da fare che andare in aeroporto"
29 ottobre 2015
http://roma.repubblica.it/cronaca/2015/10/29/news/roma_marino_non_ho_niente_da_chiedere_non_devo_negoziare_-126138740/

Marino: "Resto sindaco". Ma si riapre il fronte delle note spese: adesso è indagato
Il sindaco è stato iscritto nel registro degli indagati per il caso degli scontrini. Una notizia di cui è al corrente almeno da mercoledì. Le ipotesi di reato sono peculato e concorso in falso in atto pubblico
30 ottobre 2015
http://www.repubblica.it/politica/2015/10/30/news/ma_per_il_sindaco_si_riapre_il_fronte_delle_note_spese_adesso_e_indagato-126202170/

Roma, è finita l'era Marino: 26 consiglieri consegnano le dimissioni, decade la giunta
Le firme depositate e protocollate in Campidoglio dopo il dietrofront di ieri del sindaco. Orfini: "Ha detto bugie e commesso una enormità di errori". E' indagato sul caso degli scontrini. E lui: "Atto dovuto". Nominato Tronca commissario. L'Osservatore romano: "Vicenda sta diventando una farsa"
30 ottobre 2015
http://roma.repubblica.it/cronaca/2015/10/30/news/caos_campidoglio_ora_basta_pronti_alle_dimissioni_25_consiglieri-126218801/

Aggiornamento (25/11/2015) 

Leggeremo le motivazioni, per ora la sentenza è questa:

Firenze, Corte dei Conti archivia gli scontrini di Renzi sindaco
La Procura contabile ha esaminato le spese sostenute dall'allora primo cittadino
di LUCA SERRANO'
25 novembre 2015
http://firenze.repubblica.it/cronaca/2015/11/25/news/corte_dei_conti_archivia_gli_scontrini_di_renzi_sindaco-128120459/


Documento collegato:

Mappa il PD di Roma
Rapporto conclusivo
19 giugno 2015



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domenica 25 ottobre 2015

Errori grammaticali diffusi


I 10 errori grammaticali più diffusi tra gli adolescenti alla maturità 2015
Ansa
22/10/2015

Ne approfitto per segnalare anch’io quattro errori grammaticali molto diffusi tra gli adolescenti e non.
1. L'errore più diffuso tra i giornalisti (e non solo) è usare "fila" come plurale di "fila", anziché il normale e corretto "file" (es. "nelle fila del partito"), confondendolo evidentemente con "fila", che è invece (anche) plurale di "filo", in senso figurato ("tessere, reggere le fila di un complotto").[1] Poiché coltivo il vezzo di contrastare il radicamento di errori linguistici (si sa che appena diventano di uso abbastanza comune, i dizionari li accolgono), ho dovuto scrivere a parecchi giornalisti di "Repubblica" e poi a quelli di "HP", nonché ad altri. Perfino il toscano Indro Montanelli faceva questo errore, ma a lui non potetti scrivere poiché era già morto quando me ne accorsi leggendo un suo libro di storia (quello sul periodo napoleonico e dei moti risorgimentali italiani).[2]
2. Da un po' di tempo, sta prendendo piede "paventare" ( = temere) usato anche per le cose positive! Al posto, evidentemente, di "ventilare", "adombrare", "ipotizzare".[3]
3. Un altro errore diffusissimo è "implementare" ( = adempiere, attivare, rendere operante) usato erroneamente (probabilmente per assonanza) nel significato di "incrementare", "potenziare".[4] Anni fa, dovetti scrivere a numerose Aziende di ricerca di personale, anche famose, le quali iniziavano gli annunci immancabilmente nel seguente modo: "Al fine di implementare l'organico di...". Eclatante fu quando il generale comandante dei soldati italiani schierati a Nassiriya, intervistato dalla TV dopo l'attentato con un camion bomba, che era stato favorito dalle scarse difese approntate, dichiarò che le misure di sicurezza a difesa della base italiana sarebbero state "implementate", senza evidentemente accorgersi che stava in realtà dicendo che le misure di sicurezza non erano state ancora attivate.
4. Infine, il terribile "piuttosto", usato scorrettamente, anche da persone colte, in luogo di "oppure", per indicare un'equivalenza e non una preferenza. Per fortuna - diciamo così -, in questo caso i dizionari resistono, poiché il significato, nei due casi, è completamente diverso.[4]


[1] Accademia della Crusca: Il filo --> i fili / le fila. Il maschile va adoperato nel significato concreto: i fili del telefono ecc., il femminile invece sta per ‘trama di un ordito’ oppure nel senso metaforico di ‘intreccio’: le fila di una congiura ecc. ATTENZIONE! È sbagliato l’uso di fila come plurale di fila ‘serie, successione’, ad esempio nella locuzione, spesso impiegata, *serrare le fila in luogo del corretto serrare le file.
http://www.accademiadellacrusca.it/en/italian-language/language-consulting/questions-answers/plurali-doppi

[2] Indro Montanelli L'Italia giacobina e carbonara (1789-1831), Milano, Rizzoli, 1971

[3] paventare
[pa-ven-tà-re] v.tr. (pavènto ecc.) [sogg-v-arg]
  • • Temere qlcu. o qlco.: p. il nemico; anche con arg. espresso da frase (introd. Da di oche): p. di non essere all'altezza, che cambi la situazione
  • • sec. XIV


 [4] Implementazione (Da Wikipedia, l'enciclopedia libera)
Implementare deriva dal verbo inglese to implement (traducibile con realizzare, attuare), da cui il sostantivo gergale implementation, che significa "attuazione". Il verbo, a sua volta, proviene dal sostantivo implement, che significa attrezzo, utensile.
L'etimologia del termine inglese, peraltro, deriva dal verbo latino impleo (inf. implere), ma solo nel senso di realizzare e non di colmare.
Il termine italiano sostitutivo può quindi essere, secondo il contesto:
. verbo: realizzare, mettere in opera, porre in essere, attuare, applicare;
. sostantivo: realizzazione, sviluppo, attuazione, posa in opera, utilizzo, applicazione.
http://it.wikipedia.org/wiki/Implementazione

[5] Piuttosto
link non più attivo, sostituire con:


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venerdì 23 ottobre 2015

Dialogo (2010) su “Il fumogeno contro Bonanni”


Pubblico questa serie di miei vecchi commenti (che avevo in serbo da parecchio come bozza, ma poi me l'ero dimenticata), relativi a una discussione svoltasi nel 2010 nel sito del Circolo “PD-Obama”, in calce ad un post (non mio) dal titolo “Il fumogeno contro Bonanni”.
E’ una discussione che può servire a rinfrescare la memoria su un periodo doloroso e crudele per milioni di Italiani e sul fatto che la gravità e la durata della crisi economica non erano un destino ineluttabile, ma sono state la conseguenza logica di scelte scellerate e inique, da parte sia dei governanti italiani che di quelli UE.
Purtroppo non ho salvato a suo tempo i commenti dei miei interlocutori.
Ai misfatti commessi al tempo del governo Berlusconi-Tremonti, Bonanni ha successivamente aggiunto quello della sua pensione d’oro, costruita ad arte attraverso aumenti abnormi decisi da sé medesimo del suo stipendio. Come si può vedere, avevo prontamente “diagnosticato” che la sua spietatezza eccessiva verso gli altri era il sintomo di una lunga coda di paglia.

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Forse per la prima volta in 25 anni (lo incrociai quando su l'Unità fece una serie di articoli molto gradevoli in giro per l'Italia, che il quotidiano del PD ha rifatto quest'anno in Vespa) non sono d'accordo con Michele Serra.
Io credo che si debba andare oltre l'episodio in sé, pur criticabile, cosa che e Michele Serra e Sergio Chiamparino omettono colpevolmente di fare, e prendere consapevolezza della gravità del momento che richiederebbe risposte, in senso verbale ed operativo, adeguate.
Ma, per spiegarmi meglio, riporto il mio commento appena pubblicato su Europa, in calce all'articolo "Gli idioti di Torino", di Giovanni Cocconi.

Editoriale di “Europa” del 29 luglio scorso, a firma di Giovanni Cocconi:
29 luglio 2010
link sostituito da:

Mi pare proprio su “Europa” che qualcuno abbia scritto tempo fa che Bonanni persegue questo tipo di tattica: flessibile, molto flessibile nelle vertenze riguardanti settori esposti alla concorrenza internazionale; dura e rivendicativa invece in quelle relative a settori protetti da tale concorrenza, come con lo Stato.
Allora, vien legittimamente da chiedersi perché Bonanni ed Angeletti abbiano non solo NON proclamato, come la CGIL e tutti gli altri sindacati europei, alcuno sciopero, ma addirittura CONCORDATO (come ha confermato da ultimo Tremonti nell'intervista della settimana scorsa a “la Repubblica”) con i ministri-sedicenti-socialisti Tremonti e Sacconi (che si sono avvalsi, per la materia della previdenza, della “consulenza” di Antonio Mastrapasqua, presidente dell'INPS, un signore che cumula per cariche varie ben 54 – cinquantaquattro – emolumenti!) la manovra correttiva più crudele ed iniqua della nostra storia repubblicana, una manovra che addossa su categorie deboli o debolissime (invalidi come i down, misura poi rientrata, pensionandi inattivi, precari, insegnanti, altri dipendenti pubblici) tutto il peso del risanamento dei conti pubblici (non dell'INPS, che ha un avanzo record di 7,9 miliardi!), e risparmia invece, tranne i farmacisti, tutto il settore privato; e miliardari come Berlusconi, milionari come Tremonti o abbienti come Sacconi, che l'hanno progettata e pervicacemente attuata, non pagheranno - letteralmente - neanche un centesimo.

Faccio presente che, in Francia, i sindacati francesi hanno scioperato – tutti assieme - contro il progetto di riforma delle pensioni, ritenuta iniqua, che prevede l'aumento di 2 anni, nell'arco di ben 8 anni, dell'età pensionabile, da 60 a 62, e preannunciano una lotta ancora più dura.

In Italia, ha scioperato solo la CGIL, contro una riforma delle pensioni, inserita con qualche semplice comma nella manovra correttiva, che ha allungato l'età di pensionamento per vecchiaia a 66 anni, anche per i pensionandi inattivi, più l'adeguamento triennale all'aspettativa di vita.

Ho già scritto qui su “Europa” che Luigi Angeletti aveva dichiarato che la riforma delle pensioni – l'ennesima in pochi anni! – avrebbe comportato un rinvio del pensionamento di soli 2-3 mesi ed espresse perciò un giudizio positivo sul testo del DL uscito dal Consiglio dei Ministri, che poi ha incredibilmente confermato dopo che tale rinvio si è addirittura triplicato.
Mi chiedo anche come possa un sindacalista degno di questo nome accettare che il rinvio non si applichi ai lavoratori in mobilità, ma solo fino al limite di 10.000 persone (!!), che presumo debba essere perfino incostituzionale, o che, con l'alibi della decisione della Corte di Giustizia UE (che prescriveva solo l'equiparazione uomini-donne), si sia aumentata l'età pensionabile delle dipendenti pubbliche in pratica anche di oltre 6 anni.

Non vorrei fare della psicologia spicciola, ma quando una persona – vedi Bonanni o Angeletti o il “talebano” Sacconi o l'incompetente Tremonti – manifesta un sovrappiù di severità, di cattiveria, di crudeltà verso gli altri, l'eziologia, la causa è sempre riconducibile ai sensi di colpa e alle code di paglia per qualche magagna interiore, abbinata a debolezza caratteriale intrinseca.

La crisi per certi versi drammatica che investe aliquote consistenti e crescenti della società italiana, con un aumento dello scarto tra i ricchi ed i poveri, richiederebbe scelte improntate alla massima equità e giustizia sociale e politici e sindacalisti di ben altra dirittura e tempra morale, che i Bonanni, gli Angeletti, i Sacconi ed i Tremonti.
link sostituito da:
Vincesko

P.S.: non so se sia vero, la do con beneficio d'inventario, ma su Il Fatto Quotidiano, i lettori scrivono che Bonanni sia stato in segreto ad Arcore per concordare con Berlusconi non so che cosa.
09-09-10

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Giovanni, il problema non è Michele Serra (forse inconsapevolmente influenzato dalla sua pancia piena), ma Raffaele Bonanni, indegno - oggettivamente: per quel che fa in concreto - di fregiarsi della qualifica di sindacalista.
E poi, quali milioni di iscritti? Non c'è un censimento certificato, e non c'è perché - ho letto - anche Bonanni vi si oppone. Perché?
Si critica tanto la CGIL, descritta come un centro di potere fatto di burocrati, sordi ai diritti che non siano quelli dei lavoratori regolari a tempo indeterminato. Forse bisognerebbe essere almeno altrettanto severi verso la CISL e la UIL, che sono diventate delle camarille, che spremono a più non posso la mammella pubblica e, per soprammercato, satolli, se ne fottono anche di difendere i diritti dei lavoratori. Basti dire che sono gli unici - ripeto: gli unici - sindacati europei a non aver partecipato alle manifestazioni contro le manovre correttive.
Ed il cui prodest è, nel caso di specie, una emblematica argomentazione da moderati con la pancia piena e/o una delle orecchie tappata.
Quali dietrologie? Anche Europa o non ricordo chi l'ha scritto. E Tremonti lo ha confermato. Poi basta vedere le decisioni...
I fischi, armi estreme da riservare ai neonazisti? Giovanni, scommetto che ti è sfuggita anche questa...
Pochi giorni fa, Blair è stato preso addirittura a scarpate e nessuno si è messo a piangere, come fate voi moderati in Italia.
Vincesko
09-09-10

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Io, invece, non sono affatto d'accordo con Paolo:
- primo, perché, in generale, è incongruo pretendere di ragionare sull'effetto di un fatto, di un fenomeno, senza indagarne, analizzarne e commentarne le cause;
- secondo, perché è palesemente e semplicemente una contraddizione logica affermare il diritto di parola per tutti, anche per Bonanni, e poi non riconoscerlo ai commentatori supposti "eterodossi" o OT;
- terzo, perché è salutare, anche in questo caso, far emergere le sensibilità, i punti di vista diversi all'interno del PD e del Circolo "PD-Obama", piuttosto che nasconderli o stigmatizzarli;
- quarto, perché la contestazione a Bonanni è il sintomo evidente del problema più importante, davvero epocale cui stiamo di fronte oggi, che anche il PD deve affrontare: su chi e come deve gravare il peso della crisi economica, che durerà ancora non un paio d'anni, ma un paio di decenni, perché conseguenza del radicale mutamento delle ragioni di scambio, effetto della globalizzazione;
- quinto, last but not least, perché non si è mai visto nella storia che un Paese, sostanzialmente sordo nella sua classe dirigente alle ragioni delle vittime della crisi - milioni di persone -, cioè di quelli che devono pagarne i prezzi, tutti i prezzi (vedi anche l'ultima manovra correttiva), possa andare esente da fenomeni di ribellione, anche violenta.  Meravigliarsene e limitarsi a stigmatizzarli - come ha fatto in maniera francamente per me un po’ ridicola ed isterica, l'impreparato Enrico Letta - e non affrontarle alla radice è solo un atteggiamento – controproducente - da anime belle, convinte, nel loro mondo immaginario, che esiste, per forza endogena senza alcun intervento, comunque e sempre solo il bene.
Vincesko
10-09-10

***

Sì, ma non l'hai detto: ti sei fermata e continui a fermarti su un solo punto, quello che è stato impedito a Bonanni di parlare. Perché non ti esprimi sul resto, incluse le scelte del sedicente sindacalista Bonanni (guarda che questo l'ho già scritto direttamente a lui), che è molto più importante?
D'accordo, ho sentito che la persona che ha lanciato il fumogeno è la figlia di un magistrato, il mondo è pieno di stupidi e violenti, ma in tutti i ceti e sotto varie forme: sei d'accordo?
Quelli erano quattro gatti con la propensione a protestare in maniera rumorosa, ma continui ad estrapolare uno solo degli elementi del problema - il sintomo - e trascuri tutto il resto - le cause - di un problema enorme, serissimo e grave, che ci occuperà e preoccuperà per i prossimi vent'anni: ne sei consapevole?
Lo strabismo - confermato dalla tua accusa infondata di retorica - non è mai indice di una buona qualità della risposta.

Questo articolo de L'Espresso, con un capitolo del libro-testamento di Edmondo Berselli, ed il commento di Ilvo Diamanti cadono proprio a fagiolo nella nostra discussione:
Cultura
Rivoluzione capitale
di Edmondo Berselli
Finanzieri dal volto umano. E marxisti illuminati dal pensiero cattolico. Per progettare un mondo più equo. Pubblichiamo il capitolo chiave del libro postumo di un grande maestro
(10 settembre 2010)

IL LIBRO
La bella economia, testamento di Berselli
L'ultimo saggio per una società più giusta 
Nel libro scritto durante la malattia l'intellettuale scomparso ad aprile affronta il futuro del capitalismo. Con una ricetta sorprendente
di ILVO DIAMANTI
10 settembre 2010

Vincesko
10-09-10

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E' inutile scandalizzarsi che ragazzi dei centri sociali, avendone la possibilità, esercitino volentieri la loro propensione alla protesta dura, talora anche violenta.
Capisco anche che persone benpensanti, moderate o anche come Michele Serra, intelligenti, gentili e con la pancia piena, stigmatizzino comportamenti siffatti. Capisco anche, addirittura, che lo faccia Sofri, violento pentito, diciamo così. Questo però, secondo me, o meglio secondo il mio infallibile “istinto” (cioè, in sostanza, la parte del cervello che ragiona per conto suo, anche se non ne siamo consapevoli) non è sufficiente, se non si ragiona anche sul fatto se Bonanni meritasse o non una buona salva di fischi, tale da zittirlo: non per sempre, solo una volta.
Cerco di spiegare – spero di riuscirci - il ragionamento del mio “istinto”.
1. Io, quando subisco un torto, evangelicamente, non reagisco contraccambiando con la stessa moneta, ma cercando di capire le motivazioni profonde del comportamento dell'altro. Gli concedo anche una seconda possibilità. Ma, alla terza offesa, reagisco ed applico eventualmente la massima “a brigante, brigante e mezzo”, e posso diventare, se occorre, anche spietato (spietato nel senso proprio, senza pietà).
2. Nel caso di Bonanni è successo proprio questo: egli ha perpetrato nei miei riguardi (e di milioni di altri) più di un sopruso, perché si è prestato – assieme ad Angeletti - a cooperare con l'attuale governo, un governo di destra, ad attuare una politica economica e sociale che è la negazione di quella che dovrebbe essere la stella polare di un sindacalista di centrosinistra: la giustizia sociale. Perché, come diceva il socialista Sandro Pertini, la libertà da sola non basta, ci vuole anche la giustizia sociale. 
3. Il sopruso più macroscopico perpetrato da Bonanni ed Angeletti è stato quello di concordare col governo una manovra correttiva scandalosamente iniqua, che fa gravare il peso del risanamento dei conti pubblici su categorie deboli o debolissime (invalidi, precari, pensionandi inattivi, insegnanti, altri dipendenti pubblici), che perderanno migliaia o decine di migliaia di € in un solo anno, mentre i ricchi ed i ricchissimi non pagheranno letteralmente neanche un centesimo. Oggi, su Repubblica, lo conferma di nuovo Scalfari, che nell'incontro con Paolo Mieli ha dichiarato: “Obama nei giorni scorsi ha tassato i ceti più ricchi e stanziato 50 miliardi per opere pubbliche. Da noi hanno fatto una manovra tagliando sui servizi e a me, che sono certamente abbiente, non hanno chiesto una lira in più. Io - ha alzato la voce Scalfari - voglio pagare più tasse. Lo Stato deve tassare i patrimoni oltre un certo livello e ridurre le tasse sui redditi"  http://www.repubblica.it/politica/2010/09/11/news/scalfari_e_mieli_duello_su_mondadori-6961579.
4. Ho già scritto che ho seguito tutto l'iter dell'approvazione della manovra e telefonato  più volte a CISL e UIL percependo una sostanziale sordità ed alla fine ho inviato una dura e-mail a Bonanni ed Angeletti; ne riporto ora il testo:
AL SEGRETARIO GENERALE
AL RESPONSABILE UFFICIO PREVIDENZA CISL
E' inaccettabile che lo slittamento delle pensioni di vecchiaia, previsto in 6
mesi nella stessa bozza del DL sulla manovra economica reperibile sui
principali giornali on-line e nel sito Tesoro.it fino a ieri sera, sia passato
– chissà perché e senza colpo ferire - a 12 mesi, con un minor introito per i
64enni, a vario titolo disoccupati, di migliaia o decine di migliaia di €,
mentre i percettori di reddito privati, anche milionari, non pagheranno un
centesimo per il risanamento dei conti.
E' inaccettabile che Raffaele Bonanni, nonostante ciò, continui ad esprimere un
giudizio sostanzialmente positivo sulla manovra finanziaria.
Vien da chiedersi: ma che sindacato è diventata la CISL? E che sindacalista è
Raffaele Bonanni?
Dopo di questa, ho inviato via e-mail il testo della nostra lettera, ma quella alla UIL mi è stata rifiutata dal loro server: evidentemente mi avevano inserito nella loro black list: quando si dice diritto di parola.
5. E c'è un altro motivo. I ministri-sedicenti-socialisti Tremonti e Sacconi, gli ostinati e crudeli ideatori ed attuatori della manovra correttiva, si sono addirittura vantati che non ci siano state manifestazioni di protesta. Lo so, è difficile che lo comprendano appieno perché vivono, come Brunetta, per compensare i loro sensi di colpa, in una loro “realtà parallela”; ma, dopo il fatto di Torino, forse hanno capito l'antifona e staranno un po' più attenti. Anche Bonanni e Angeletti.
6. Il gioco cui si stanno prestando Bonanni e Angeletti è un gioco sporco e miope, indegno di sindacalisti, e che merita tutta la disapprovazione mia e di tutti quelli che sono contro le ingiustizie, le prepotenze, i gretti egoismi. E' un gioco duro che vedrà impegnato il Paese per i prossimi 20 anni. Al mio “istinto” ed alla mia lealtà pare giusto sanzionare, anche severamente, i comportamenti sleali reiterati di coloro i quali, per funzione e collocazione politica, avrebbero il compito della tutela dei diritti e dei legittimi interessi dei più deboli.
Vincesko
10-09-10

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domenica 18 ottobre 2015

Abolizione IMU-TASI, l'allievo Renzi ha superato il maestro Berlusconi


Come ha insegnato il suo “maestro” Berlusconi (ma l’allievo, come talvolta succede, è più bravo e soprattutto più determinato e spietato del maestro), la pessima decisione del sempre più destrorso PdC Renzi di abolire l'IMU-TASI, e per tutti, anche i ricchi proprietari di case di lusso (cat. A1), ville (cat. A8) e castelli (cat. A9), cosa che Berlusconi non osò fare, è solo marketing elettorale e solletica l'egoismo di milioni di Italiani che odiano le tasse, in particolare quelle sulla casa, che viene subito dopo la mammina.

Certamente la legge ordinaria può - sbagliando, da tutti i punti di vista, salvo prova contraria (sfido a trovarla) - escludere dall’imposizione fiscale la casa principale, ma: 1. deve avere una ratio ( = principio, motivazione); e 2. non essere incostituzionale.

Si leggono, infatti, come successe per l’abolizione dell’IMU nel 2012, dei ragionamenti, al minimo, capziosi, che, in definitiva, servono soltanto a giustificare l’egoismo di chi li fa. Non indicano mai una sola motivazione valida per cui la casa principale, indicatore di capacità contributiva ex art. 53 Cost.,[*] debba per giunta essere addirittura esclusa dal pagamento di un tributo locale (anche se in parte viene incamerato dall'onnivoro Stato centrale italiano), destinato a pagare servizi erogati dal Comune, di cui i possessori delle citate case beneficiano, talvolta o spesso in misura maggiore rispetto ad altri contribuenti (si pensi, ad esempio, all'incremento del valore dell'immobile grazie all'effetto di spese d'investimento infrastrutturale o spese correnti - illuminazione pubblica, trasporti, ecc. - effettuate dal Comune medesimo).

La considerazione più importante, però, che, a mio avviso, va fatta è che il dibattito, aperto dalle dichiarazioni del medesimo Renzi, prontamente alimentato ad arte dai suoi reggitori di coda vecchi e nuovi, sull'abolizione della IMU-TASI sui ricchi (appena 60.000 residenze su circa 34 milioni) è fumo per i gonzi, poiché è solo un modo furbesco di stornare l'attenzione dalla colpa principale: favorire i ricchi e i relativamente benestanti, che costituiscono la stragrande maggioranza degli Italiani, fregandosene sia – come ha osservato Bersani - del principio contenuto nell’art. 53 della Costituzione,[*] sia della natura iniqua e destrorsa del provvedimento che snatura vieppiù il PD, sia degli affittuari, che sono "soltanto" 15 milioni e che - come fiscalità generale - pagheranno anch'essi lo sgravio. Come dire? Cornuti e mazziati.

Infatti, quelli che abitano in affitto, in particolare milioni di anziani, stanno molto peggio, a causa sia dell'elevatezza del costo degli affitti, sia della estrema penuria di alloggi pubblici, sia della carenza dei sussidi all'affitto, ma di loro nessuno quasi si cura. Anzi, come fiscalità generale, contribuiranno, appunto, a pagare lo sgravio dell'IMU e della TASI, a beneficio anche dei ricchi e dei benestanti. E' un'ingiustizia talmente evidente e scandalosa (che replica quella del governo Berlusconi con l’eliminazione dell’ICI ai ricchi ed ai più abbienti, finanziata anche col taglio della spesa sociale, destinata ai poveri) che soltanto in Italia, popolata da milioni di individui egoisti, piagnoni e con scarsissimo senso civico, cui un PdC senza pudore liscia il pelo per un egoistico calcolo elettoralistico, si può provare, invero con qualche successo, a obliterare.

[*] Art. 53 Cost.: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.
IL PRINCIPIO DI CAPACITA’ CONTRIBUTIVA (art. 53 Cost.)
Le leggi che istituiscono e regolano i tributi, pertanto, devono rispettare il principio di capacita` contributiva, sancito dall’art. 53 Cost., secondo cui Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacita` contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
• Quali sono i fatti che esprimono capacità contributiva?
• Che cosa è la capacità contributiva?
• L’indice generatore di capacità contributiva è, per eccellenza, il reddito.
• Oltre al reddito, sono considerati indici diretti di cap. contributiva, anche il patrimonio e gli incrementi di valore del patrimonio.
• Sono, invece, indici indiretti di capacita` contributiva, il consumo e gli affari (colpiti dalle imposte indirette, come le imposte di fabbricazione, l’imposta sul valore aggiunto, l’imposta di registro, ecc.).


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19 ottobre 2015
http://www.cgiamestre.com/2015/10/labolizione-di-tasi-e-imu-avvantaggia-i-meno-abbienti/


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