venerdì 23 ottobre 2015

Dialogo (2010) su “Il fumogeno contro Bonanni”


Pubblico questa serie di miei vecchi commenti (che avevo in serbo da parecchio come bozza, ma poi me l'ero dimenticata), relativi a una discussione svoltasi nel 2010 nel sito del Circolo “PD-Obama”, in calce ad un post (non mio) dal titolo “Il fumogeno contro Bonanni”.
E’ una discussione che può servire a rinfrescare la memoria su un periodo doloroso e crudele per milioni di Italiani e sul fatto che la gravità e la durata della crisi economica non erano un destino ineluttabile, ma sono state la conseguenza logica di scelte scellerate e inique, da parte sia dei governanti italiani che di quelli UE.
Purtroppo non ho salvato a suo tempo i commenti dei miei interlocutori.
Ai misfatti commessi al tempo del governo Berlusconi-Tremonti, Bonanni ha successivamente aggiunto quello della sua pensione d’oro, costruita ad arte attraverso aumenti abnormi decisi da sé medesimo del suo stipendio. Come si può vedere, avevo prontamente “diagnosticato” che la sua spietatezza eccessiva verso gli altri era il sintomo di una lunga coda di paglia.

***

Forse per la prima volta in 25 anni (lo incrociai quando su l'Unità fece una serie di articoli molto gradevoli in giro per l'Italia, che il quotidiano del PD ha rifatto quest'anno in Vespa) non sono d'accordo con Michele Serra.
Io credo che si debba andare oltre l'episodio in sé, pur criticabile, cosa che e Michele Serra e Sergio Chiamparino omettono colpevolmente di fare, e prendere consapevolezza della gravità del momento che richiederebbe risposte, in senso verbale ed operativo, adeguate.
Ma, per spiegarmi meglio, riporto il mio commento appena pubblicato su Europa, in calce all'articolo "Gli idioti di Torino", di Giovanni Cocconi.

Editoriale di “Europa” del 29 luglio scorso, a firma di Giovanni Cocconi:
29 luglio 2010
link sostituito da:

Mi pare proprio su “Europa” che qualcuno abbia scritto tempo fa che Bonanni persegue questo tipo di tattica: flessibile, molto flessibile nelle vertenze riguardanti settori esposti alla concorrenza internazionale; dura e rivendicativa invece in quelle relative a settori protetti da tale concorrenza, come con lo Stato.
Allora, vien legittimamente da chiedersi perché Bonanni ed Angeletti abbiano non solo NON proclamato, come la CGIL e tutti gli altri sindacati europei, alcuno sciopero, ma addirittura CONCORDATO (come ha confermato da ultimo Tremonti nell'intervista della settimana scorsa a “la Repubblica”) con i ministri-sedicenti-socialisti Tremonti e Sacconi (che si sono avvalsi, per la materia della previdenza, della “consulenza” di Antonio Mastrapasqua, presidente dell'INPS, un signore che cumula per cariche varie ben 54 – cinquantaquattro – emolumenti!) la manovra correttiva più crudele ed iniqua della nostra storia repubblicana, una manovra che addossa su categorie deboli o debolissime (invalidi come i down, misura poi rientrata, pensionandi inattivi, precari, insegnanti, altri dipendenti pubblici) tutto il peso del risanamento dei conti pubblici (non dell'INPS, che ha un avanzo record di 7,9 miliardi!), e risparmia invece, tranne i farmacisti, tutto il settore privato; e miliardari come Berlusconi, milionari come Tremonti o abbienti come Sacconi, che l'hanno progettata e pervicacemente attuata, non pagheranno - letteralmente - neanche un centesimo.

Faccio presente che, in Francia, i sindacati francesi hanno scioperato – tutti assieme - contro il progetto di riforma delle pensioni, ritenuta iniqua, che prevede l'aumento di 2 anni, nell'arco di ben 8 anni, dell'età pensionabile, da 60 a 62, e preannunciano una lotta ancora più dura.

In Italia, ha scioperato solo la CGIL, contro una riforma delle pensioni, inserita con qualche semplice comma nella manovra correttiva, che ha allungato l'età di pensionamento per vecchiaia a 66 anni, anche per i pensionandi inattivi, più l'adeguamento triennale all'aspettativa di vita.

Ho già scritto qui su “Europa” che Luigi Angeletti aveva dichiarato che la riforma delle pensioni – l'ennesima in pochi anni! – avrebbe comportato un rinvio del pensionamento di soli 2-3 mesi ed espresse perciò un giudizio positivo sul testo del DL uscito dal Consiglio dei Ministri, che poi ha incredibilmente confermato dopo che tale rinvio si è addirittura triplicato.
Mi chiedo anche come possa un sindacalista degno di questo nome accettare che il rinvio non si applichi ai lavoratori in mobilità, ma solo fino al limite di 10.000 persone (!!), che presumo debba essere perfino incostituzionale, o che, con l'alibi della decisione della Corte di Giustizia UE (che prescriveva solo l'equiparazione uomini-donne), si sia aumentata l'età pensionabile delle dipendenti pubbliche in pratica anche di oltre 6 anni.

Non vorrei fare della psicologia spicciola, ma quando una persona – vedi Bonanni o Angeletti o il “talebano” Sacconi o l'incompetente Tremonti – manifesta un sovrappiù di severità, di cattiveria, di crudeltà verso gli altri, l'eziologia, la causa è sempre riconducibile ai sensi di colpa e alle code di paglia per qualche magagna interiore, abbinata a debolezza caratteriale intrinseca.

La crisi per certi versi drammatica che investe aliquote consistenti e crescenti della società italiana, con un aumento dello scarto tra i ricchi ed i poveri, richiederebbe scelte improntate alla massima equità e giustizia sociale e politici e sindacalisti di ben altra dirittura e tempra morale, che i Bonanni, gli Angeletti, i Sacconi ed i Tremonti.
link sostituito da:
Vincesko

P.S.: non so se sia vero, la do con beneficio d'inventario, ma su Il Fatto Quotidiano, i lettori scrivono che Bonanni sia stato in segreto ad Arcore per concordare con Berlusconi non so che cosa.
09-09-10

***

Giovanni, il problema non è Michele Serra (forse inconsapevolmente influenzato dalla sua pancia piena), ma Raffaele Bonanni, indegno - oggettivamente: per quel che fa in concreto - di fregiarsi della qualifica di sindacalista.
E poi, quali milioni di iscritti? Non c'è un censimento certificato, e non c'è perché - ho letto - anche Bonanni vi si oppone. Perché?
Si critica tanto la CGIL, descritta come un centro di potere fatto di burocrati, sordi ai diritti che non siano quelli dei lavoratori regolari a tempo indeterminato. Forse bisognerebbe essere almeno altrettanto severi verso la CISL e la UIL, che sono diventate delle camarille, che spremono a più non posso la mammella pubblica e, per soprammercato, satolli, se ne fottono anche di difendere i diritti dei lavoratori. Basti dire che sono gli unici - ripeto: gli unici - sindacati europei a non aver partecipato alle manifestazioni contro le manovre correttive.
Ed il cui prodest è, nel caso di specie, una emblematica argomentazione da moderati con la pancia piena e/o una delle orecchie tappata.
Quali dietrologie? Anche Europa o non ricordo chi l'ha scritto. E Tremonti lo ha confermato. Poi basta vedere le decisioni...
I fischi, armi estreme da riservare ai neonazisti? Giovanni, scommetto che ti è sfuggita anche questa...
Pochi giorni fa, Blair è stato preso addirittura a scarpate e nessuno si è messo a piangere, come fate voi moderati in Italia.
Vincesko
09-09-10

***

Io, invece, non sono affatto d'accordo con Paolo:
- primo, perché, in generale, è incongruo pretendere di ragionare sull'effetto di un fatto, di un fenomeno, senza indagarne, analizzarne e commentarne le cause;
- secondo, perché è palesemente e semplicemente una contraddizione logica affermare il diritto di parola per tutti, anche per Bonanni, e poi non riconoscerlo ai commentatori supposti "eterodossi" o OT;
- terzo, perché è salutare, anche in questo caso, far emergere le sensibilità, i punti di vista diversi all'interno del PD e del Circolo "PD-Obama", piuttosto che nasconderli o stigmatizzarli;
- quarto, perché la contestazione a Bonanni è il sintomo evidente del problema più importante, davvero epocale cui stiamo di fronte oggi, che anche il PD deve affrontare: su chi e come deve gravare il peso della crisi economica, che durerà ancora non un paio d'anni, ma un paio di decenni, perché conseguenza del radicale mutamento delle ragioni di scambio, effetto della globalizzazione;
- quinto, last but not least, perché non si è mai visto nella storia che un Paese, sostanzialmente sordo nella sua classe dirigente alle ragioni delle vittime della crisi - milioni di persone -, cioè di quelli che devono pagarne i prezzi, tutti i prezzi (vedi anche l'ultima manovra correttiva), possa andare esente da fenomeni di ribellione, anche violenta.  Meravigliarsene e limitarsi a stigmatizzarli - come ha fatto in maniera francamente per me un po’ ridicola ed isterica, l'impreparato Enrico Letta - e non affrontarle alla radice è solo un atteggiamento – controproducente - da anime belle, convinte, nel loro mondo immaginario, che esiste, per forza endogena senza alcun intervento, comunque e sempre solo il bene.
Vincesko
10-09-10

***

Sì, ma non l'hai detto: ti sei fermata e continui a fermarti su un solo punto, quello che è stato impedito a Bonanni di parlare. Perché non ti esprimi sul resto, incluse le scelte del sedicente sindacalista Bonanni (guarda che questo l'ho già scritto direttamente a lui), che è molto più importante?
D'accordo, ho sentito che la persona che ha lanciato il fumogeno è la figlia di un magistrato, il mondo è pieno di stupidi e violenti, ma in tutti i ceti e sotto varie forme: sei d'accordo?
Quelli erano quattro gatti con la propensione a protestare in maniera rumorosa, ma continui ad estrapolare uno solo degli elementi del problema - il sintomo - e trascuri tutto il resto - le cause - di un problema enorme, serissimo e grave, che ci occuperà e preoccuperà per i prossimi vent'anni: ne sei consapevole?
Lo strabismo - confermato dalla tua accusa infondata di retorica - non è mai indice di una buona qualità della risposta.

Questo articolo de L'Espresso, con un capitolo del libro-testamento di Edmondo Berselli, ed il commento di Ilvo Diamanti cadono proprio a fagiolo nella nostra discussione:
Cultura
Rivoluzione capitale
di Edmondo Berselli
Finanzieri dal volto umano. E marxisti illuminati dal pensiero cattolico. Per progettare un mondo più equo. Pubblichiamo il capitolo chiave del libro postumo di un grande maestro
(10 settembre 2010)

IL LIBRO
La bella economia, testamento di Berselli
L'ultimo saggio per una società più giusta 
Nel libro scritto durante la malattia l'intellettuale scomparso ad aprile affronta il futuro del capitalismo. Con una ricetta sorprendente
di ILVO DIAMANTI
10 settembre 2010

Vincesko
10-09-10

***

E' inutile scandalizzarsi che ragazzi dei centri sociali, avendone la possibilità, esercitino volentieri la loro propensione alla protesta dura, talora anche violenta.
Capisco anche che persone benpensanti, moderate o anche come Michele Serra, intelligenti, gentili e con la pancia piena, stigmatizzino comportamenti siffatti. Capisco anche, addirittura, che lo faccia Sofri, violento pentito, diciamo così. Questo però, secondo me, o meglio secondo il mio infallibile “istinto” (cioè, in sostanza, la parte del cervello che ragiona per conto suo, anche se non ne siamo consapevoli) non è sufficiente, se non si ragiona anche sul fatto se Bonanni meritasse o non una buona salva di fischi, tale da zittirlo: non per sempre, solo una volta.
Cerco di spiegare – spero di riuscirci - il ragionamento del mio “istinto”.
1. Io, quando subisco un torto, evangelicamente, non reagisco contraccambiando con la stessa moneta, ma cercando di capire le motivazioni profonde del comportamento dell'altro. Gli concedo anche una seconda possibilità. Ma, alla terza offesa, reagisco ed applico eventualmente la massima “a brigante, brigante e mezzo”, e posso diventare, se occorre, anche spietato (spietato nel senso proprio, senza pietà).
2. Nel caso di Bonanni è successo proprio questo: egli ha perpetrato nei miei riguardi (e di milioni di altri) più di un sopruso, perché si è prestato – assieme ad Angeletti - a cooperare con l'attuale governo, un governo di destra, ad attuare una politica economica e sociale che è la negazione di quella che dovrebbe essere la stella polare di un sindacalista di centrosinistra: la giustizia sociale. Perché, come diceva il socialista Sandro Pertini, la libertà da sola non basta, ci vuole anche la giustizia sociale. 
3. Il sopruso più macroscopico perpetrato da Bonanni ed Angeletti è stato quello di concordare col governo una manovra correttiva scandalosamente iniqua, che fa gravare il peso del risanamento dei conti pubblici su categorie deboli o debolissime (invalidi, precari, pensionandi inattivi, insegnanti, altri dipendenti pubblici), che perderanno migliaia o decine di migliaia di € in un solo anno, mentre i ricchi ed i ricchissimi non pagheranno letteralmente neanche un centesimo. Oggi, su Repubblica, lo conferma di nuovo Scalfari, che nell'incontro con Paolo Mieli ha dichiarato: “Obama nei giorni scorsi ha tassato i ceti più ricchi e stanziato 50 miliardi per opere pubbliche. Da noi hanno fatto una manovra tagliando sui servizi e a me, che sono certamente abbiente, non hanno chiesto una lira in più. Io - ha alzato la voce Scalfari - voglio pagare più tasse. Lo Stato deve tassare i patrimoni oltre un certo livello e ridurre le tasse sui redditi"  http://www.repubblica.it/politica/2010/09/11/news/scalfari_e_mieli_duello_su_mondadori-6961579.
4. Ho già scritto che ho seguito tutto l'iter dell'approvazione della manovra e telefonato  più volte a CISL e UIL percependo una sostanziale sordità ed alla fine ho inviato una dura e-mail a Bonanni ed Angeletti; ne riporto ora il testo:
AL SEGRETARIO GENERALE
AL RESPONSABILE UFFICIO PREVIDENZA CISL
E' inaccettabile che lo slittamento delle pensioni di vecchiaia, previsto in 6
mesi nella stessa bozza del DL sulla manovra economica reperibile sui
principali giornali on-line e nel sito Tesoro.it fino a ieri sera, sia passato
– chissà perché e senza colpo ferire - a 12 mesi, con un minor introito per i
64enni, a vario titolo disoccupati, di migliaia o decine di migliaia di €,
mentre i percettori di reddito privati, anche milionari, non pagheranno un
centesimo per il risanamento dei conti.
E' inaccettabile che Raffaele Bonanni, nonostante ciò, continui ad esprimere un
giudizio sostanzialmente positivo sulla manovra finanziaria.
Vien da chiedersi: ma che sindacato è diventata la CISL? E che sindacalista è
Raffaele Bonanni?
Dopo di questa, ho inviato via e-mail il testo della nostra lettera, ma quella alla UIL mi è stata rifiutata dal loro server: evidentemente mi avevano inserito nella loro black list: quando si dice diritto di parola.
5. E c'è un altro motivo. I ministri-sedicenti-socialisti Tremonti e Sacconi, gli ostinati e crudeli ideatori ed attuatori della manovra correttiva, si sono addirittura vantati che non ci siano state manifestazioni di protesta. Lo so, è difficile che lo comprendano appieno perché vivono, come Brunetta, per compensare i loro sensi di colpa, in una loro “realtà parallela”; ma, dopo il fatto di Torino, forse hanno capito l'antifona e staranno un po' più attenti. Anche Bonanni e Angeletti.
6. Il gioco cui si stanno prestando Bonanni e Angeletti è un gioco sporco e miope, indegno di sindacalisti, e che merita tutta la disapprovazione mia e di tutti quelli che sono contro le ingiustizie, le prepotenze, i gretti egoismi. E' un gioco duro che vedrà impegnato il Paese per i prossimi 20 anni. Al mio “istinto” ed alla mia lealtà pare giusto sanzionare, anche severamente, i comportamenti sleali reiterati di coloro i quali, per funzione e collocazione politica, avrebbero il compito della tutela dei diritti e dei legittimi interessi dei più deboli.
Vincesko
10-09-10

**********




Nessun commento:

Posta un commento