venerdì 9 agosto 2019

Replica alla risposta della DG Affari Economici della Commissione Europea (anche per conto della Commissaria Margrethe Vestager)




Nello scorso mese di giugno inviai una lunga lettera alla Commissaria europea Margrethe Vestager [1 o 2]. Alla quale è seguita, ieri, la risposta della Direzione Generale Affari Economici e Finanziari della Commissione Europea, anche per conto della Commissaria Vestager [1 o 2]. Pubblico oggi la mia replica.

Re: Ares(2019)5154481 - [Re] Lettera alla Commissaria Margrethe Vestager sui suoi pregiudizi sull’Italia
Da: V
8/8/2019 20:27
A: francesco.rossi-salvemini@ec.europa.eu   Copia  president.juncker@ec.europa.eu   e altri 27

Replica alla vostra risposta, anche per conto della Commissaria Margrethe Vestager

Egr. Signora Alienor Margerit
Egr. Sig. Francesco Rossi-Salvemini

Vi ringrazio della Vostra cortese risposta. Ma permettetemi di formulare con franchezza i seguenti rilievi.
- Non mi meraviglia, avendo già avuto un’esperienza analoga con una risposta della BCE ad una mia petizione al Parlamento Europeo sulle violazioni statutarie della BCE, che anche Voi, come la Commissione Europea nel caso delle raccomandazioni all’Italia per fare fronte alla grave crisi economica, avete inserito, per rispondermi, il “pilota automatico”, non rispondendo puntualmente alle mie osservazioni, ma richiamando le regole applicate o le interpretazioni che la Commissione dà di quanto avvenuto, che conosco bene e proprio perché le conosco bene mi hanno indotto a scrivere prima al Commissario Moscovici e poi alla Commissaria Vestager.
- Perché, mi spiace, è davvero difficile poter sostenere tranquillamente, come fate Voi, che la Commissione sta ancora lavorando, nel 2019!, alla revisione della formula ascientifica del deficit strutturale, ritenuta inaffidabile dalla stessa Commissione già nel lontano 2013, che – rammento - giudica “naturale”, non inflazionistico, per l’Italia un tasso di disoccupazione del 10-11% (cfr. punto 15 della mia lettera).
- Perché, mi spiace, è davvero difficile poter sostenere tranquillamente, come fate Voi, attenendovi ovviamente alla predetta formula inattendibile per ammissione della stessa Commissione, che “L’Italia è infatti lo Stato Membro che ha più beneficiato delle clausole di flessibilità previste dal braccio preventivo del Patto di Stabilità e Crescita.”, in presenza dei seguenti dati relativi allo sforamento complessivo del parametro del 3% deficit/Pil nel periodo 2007-2016, in parte già richiamati nella mia lettera: Irlanda 55,2%, per 7 anni; Grecia 54,4%, per 9 anni; Spagna 40,2%, per 9 anni; Portogallo 29,3%, per 8 anni; Francia 15%, per 9 anni; (Gran Bretagna 24,2%, per 7 anni); Italia 4%, per 3 anni.
- Perché, mi spiace, è corretto ma formalistico richiamare il dato del debito pubblico italiano, che superava il 115% già all’atto del suo ingresso nell’Euro (1996) e da 27 anni (tranne il 2009) è cresciuto ESCLUSIVAMENTE a causa della spesa degli interessi passivi, che si autoalimenta, anche a causa del tasso d’interesse ingiustificato in base ai fondamentali macroeconomici (cfr. punto 8 della mia lettera). E non considerare anche il debito totale (cfr. punti 3 e 4 della mia lettera).
- Perché, mi spiace, è facilissimo sostenere, come fate Voi, che “Ridurre il debito pubblico in linea con le raccomandazioni europee permetterebbe quindi all'Italia e agli italiani di risparmiare vaste risorse che potrebbero essere ridirette verso utilizzi più produttivi.”, senza indicare come farlo senza alimentare la recessione ovvero almeno proporre – come ha fatto invano qualcuno – uno scambio Italia-Commissione tra equilibrio di bilancio e riduzione del tasso medio di finanziamento del debito pubblico al livello di quello francese (equivalente in valore assoluto a quello italiano), che da solo farebbe risparmiare all’Italia almeno 30 mld annui.
Infine, per quanto concerne le regole applicate, (i) ribadisco che il doppio standard della Commissione nella loro applicazione è stato sancito dalla Corte dei Conti Europea (cfr. mia lettera); e (ii) la loro approvazione da parte dell’Italia, talvolta incomprensibile anche ad un europeista come me (se si escludono il masochismo e il tradimento), almeno in alcuni casi è stata influenzata da elementi spuri (la debolezza del PdC Berlusconi, nell’adozione nel 2011 del nefasto, prociclico fiscal compact, peraltro non a caso non trasfuso nei Trattati UE; o, a dire del ministro dell’Economia Giovanni Tria, minacce ricattatorie dell’ex ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, nel caso macroscopico dell’adozione nel 2013 del bail-in, applicato in Italia per prima nel 2016, retroattivamente, senza gradualità e con criteri esageratamente severi anche per volontà della Commissaria Vestager (come tutte le esagerazioni, tipico indizio di coda di paglia per senso di colpa: si vedano i precedenti salvataggi delle banche tedesche, francesi, olandesi, ecc. per centinaia di miliardi di € con soldi pubblici, zero in Italia), poi sanzionati dal Tribunale UE, per giunta senza la contestuale approvazione del c.d. terzo pilastro dell’Unione bancaria - la condivisione dei rischi - ancora oggi non realizzato.
In conclusione, mi auguro che la Commissaria Vestager voglia farsi promotrice, con il suo noto vigore, delle modifiche accennate, alle quali mi permetto di aggiungere l’adozione della TTF, che fa registrare un ritardo inspiegabile, che contrasta con la celerità delle severissime misure applicate a danno dei poveri cristi (in Italia, 330 mld cumulati soltanto nel quadriennio 2011-2014 - ma le misure strutturali vigono tuttora -, che hanno alimentato una doppia recessione). Se lo farà, sicuramente accrescerà l’europeismo negli europei come me e ridurrà il populismo.
I miei più cordiali saluti,
V.

Fwd: Re: Ares(2019)5154481 - [Re] Lettera alla Commissaria Margrethe Vestager sui suoi pregiudizi sull’Italia
Da: v
9/8/2019 16:30
A  francesco.rossi-salvemini@ec.europa.eu   Copia  president.juncker@ec.europa.eu   e altri 27
Buonasera,
sostituisco il link non funzionante relativo alla sentenza del Tribunale UE:
Tribunale dell’Unione europea COMUNICATO STAMPA n. 34/19 Lussemburgo, 19 marzo 2019
Il Tribunale annulla la decisione della Commissione secondo cui un intervento di sostegno di un consorzio di diritto privato a favore di uno dei suoi membri costituiva un «aiuto concesso da uno Stato»
Cordiali saluti,
V.


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giovedì 8 agosto 2019

Risposta della DG Affari Economici della Commissione Europea, anche per conto della Commissaria Margrethe Vestager





Nello scorso mese di giugno inviai una lunga lettera alla Commissaria europea Margrethe Vestager [1 o 2]. Pubblico la risposta della Direzione Generale Affari Economici e Finanziari della Commissione Europea, anche per conto della Commissaria Vestager, che ho ricevuto oggi.

COMMISSIONE EUROPEA
DIREZIONE GENERALE
AFFARI ECONOMICI E FINANZIARI
Economies of the Member States II
Italy, United Kingdom

Bruxelles, 8 Agosto 2019
ECFIN.DDG1G.3/AM/FRS

Gentile Sig. V.,

Le scrivo anche a nome della Commissaria Vestager, in risposta alla sua lettera inviata lo scorso 24 giugno.

Innanzitutto La ringrazio per l’interesse portato alle politiche comunitarie, tanto più lodevole in quanto accompagnato da un approfondimento attento e critico. Allo stesso tempo, mi permetta di esprimere alcune considerazioni generali, in particolare riguardo all’applicazione delle regole del Patto di Stabilità e Crescita, senza entrare nel merito specifico dei diversi punti da Lei sollevati.

In primo luogo, le regole fiscali incluse nel Patto di Stabilità e Crescita così come ogni loro successiva modifica sono state discusse, concordate e sottoscritte da tutti gli Stati Membri, inclusa l’Italia. Questo si applica anche alle specificazioni operative delle regole, come la metodologia di stima del prodotto potenziale, da Lei citata, che è costantemente perfezionata e discussa da un collegio di esperti rappresentanti tutti gli Stati Membri dell’Unione. Se da un lato le regole esistenti sono certamente migliorabili - e un processo di revisione promosso dalla Commissione è attualmente in corso - esse hanno svolto e svolgono un ruolo importante per la solidità dell’unione economica e monetaria.

In secondo luogo, le regole di bilancio europee sono disegnate in modo da tenere conto, a diversi livelli, della situazione economica degli Stati Membri così come di circostanze eccezionali. In aggiunta a ciò, in casi determinati la Commissione Europea dispone di margini, ben definiti e specificati dai regolamenti, per tenere conto di una valutazione complessiva della situazione economica di ciascuno Stato Membro. In linea generale, è difficile sostenere che l’applicazione delle regole fiscali sia stata particolarmente rigida nel caso dell’Italia. L’Italia è infatti lo Stato Membro che ha più beneficiato delle clausole di flessibilità previste dal braccio preventivo del Patto di Stabilità e Crescita.
Inoltre, nonostante il livello e l’evoluzione del debito pubblico italiano non rispettassero prima facie le regole del Patto, per diversi anni la Commissione ha ritenuto che non fosse opportuno aprire una procedura per deficit eccessivo proprio sulla base di analisi e valutazioni circostanziate (pubblicate in successive relazioni preparate a norma dell'articolo 126, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea) che hanno tenuto conto, tra gli altri fattori rilevanti, del difficile contesto macroeconomico.

Infine, il rispetto dei vincoli europei di finanza pubblica non soltanto corrisponde agli impegni sottoscritti dall'Italia come Stato Membro dell'Unione Europea, ma è anche nell'interesse del paese e della sua popolazione. Attualmente l'alto livello di debito pubblico causa un'ingente spesa per interessi, che riduce la capacità del governo di sostenere la crescita economica e l'occupazione. Ridurre il debito pubblico in linea con le raccomandazioni europee permetterebbe quindi all'Italia e agli italiani di risparmiare vaste risorse che potrebbero essere ridirette verso utilizzi più produttivi.

I miei saluti più cordiali,
(e-signed)
Alienor MARGERIT
Il Capounità

Persona da contattare: ROSSI SALVEMINI, Francesco, Francesco.ROSSI-SALVEMINI@ec.europa.eu


Firmato elettronicamente il 08.08.2019 11.24 (UTC+02) in conformità all'articolo 4.2 (Validità dei documenti elettronici) della decisione 2004/563 della Commissione


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