Nello scorso mese di giugno inviai una
lunga lettera alla Commissaria europea Margrethe Vestager [1 o 2]. Alla quale è seguita, ieri, la risposta
della Direzione Generale Affari Economici e Finanziari della Commissione
Europea, anche per conto della Commissaria Vestager [1 o 2].
Pubblico oggi la mia replica.
Re: Ares(2019)5154481 - [Re] Lettera alla Commissaria Margrethe
Vestager sui suoi pregiudizi sull’Italia
Da: V
8/8/2019 20:27
A: francesco.rossi-salvemini@ec.europa.eu Copia president.juncker@ec.europa.eu e altri 27
Replica alla vostra risposta, anche per conto della Commissaria Margrethe Vestager
Egr. Signora Alienor Margerit
Egr.
Sig. Francesco Rossi-Salvemini
Vi
ringrazio della Vostra cortese risposta. Ma permettetemi di formulare con franchezza
i seguenti rilievi.
- Non mi meraviglia, avendo già avuto un’esperienza
analoga con una risposta della BCE ad
una mia petizione al Parlamento Europeo sulle violazioni statutarie della BCE,
che anche Voi, come la Commissione Europea nel caso delle raccomandazioni all’Italia
per fare fronte alla grave crisi economica, avete inserito, per rispondermi, il
“pilota automatico”, non rispondendo puntualmente alle mie osservazioni, ma richiamando
le regole applicate o le interpretazioni che la Commissione dà di quanto
avvenuto, che conosco bene e proprio perché le conosco bene mi hanno indotto a
scrivere prima al Commissario Moscovici e poi alla Commissaria Vestager.
- Perché, mi spiace, è davvero difficile
poter sostenere tranquillamente, come fate Voi, che la Commissione sta ancora lavorando,
nel 2019!, alla revisione della formula ascientifica del deficit strutturale,
ritenuta inaffidabile dalla stessa Commissione già nel lontano 2013, che – rammento - giudica “naturale”, non inflazionistico,
per l’Italia un tasso di disoccupazione del 10-11% (cfr. punto 15 della
mia lettera).
- Perché, mi spiace, è davvero difficile poter sostenere
tranquillamente, come fate Voi, attenendovi ovviamente alla predetta formula
inattendibile per ammissione della stessa Commissione, che “L’Italia è infatti lo Stato Membro che ha più beneficiato delle clausole di
flessibilità previste dal braccio preventivo del Patto di Stabilità e Crescita.”,
in presenza dei seguenti dati relativi allo sforamento complessivo del parametro del 3%
deficit/Pil nel periodo 2007-2016, in parte già richiamati nella mia lettera:
Irlanda 55,2%, per 7 anni; Grecia 54,4%, per 9 anni; Spagna 40,2%, per 9 anni; Portogallo
29,3%, per 8 anni; Francia 15%, per 9 anni; (Gran Bretagna 24,2%, per 7 anni); Italia 4%, per 3
anni.
- Perché, mi spiace, è corretto ma formalistico
richiamare il dato del debito pubblico italiano, che superava il 115% già all’atto
del suo ingresso nell’Euro (1996) e da 27 anni (tranne il 2009) è cresciuto
ESCLUSIVAMENTE a causa della spesa degli interessi passivi, che si autoalimenta,
anche a causa del tasso d’interesse ingiustificato in base ai fondamentali macroeconomici
(cfr. punto 8 della mia lettera). E non considerare anche il debito totale
(cfr. punti 3 e 4 della mia lettera).
- Perché, mi spiace, è facilissimo
sostenere, come fate Voi, che “Ridurre il debito pubblico in linea con le raccomandazioni europee permetterebbe
quindi all'Italia e agli italiani di risparmiare vaste risorse che potrebbero
essere ridirette verso utilizzi più produttivi.”, senza indicare come farlo senza
alimentare la recessione ovvero almeno proporre – come ha fatto invano qualcuno
– uno scambio Italia-Commissione tra equilibrio di bilancio e riduzione del tasso
medio di finanziamento del debito pubblico al livello di quello francese
(equivalente in valore assoluto a quello italiano), che da solo farebbe risparmiare
all’Italia almeno 30 mld annui.
Infine, per quanto concerne le regole
applicate, (i) ribadisco che il doppio standard della Commissione nella loro
applicazione è stato sancito dalla Corte dei Conti Europea (cfr. mia lettera);
e (ii) la loro approvazione da parte dell’Italia, talvolta incomprensibile
anche ad un europeista come me (se si escludono il masochismo e il tradimento), almeno in alcuni casi è stata influenzata da
elementi spuri (la debolezza del PdC Berlusconi, nell’adozione nel 2011 del nefasto,
prociclico fiscal compact, peraltro non a caso non trasfuso nei Trattati
UE; o, a dire del ministro dell’Economia Giovanni Tria, minacce ricattatorie dell’ex ministro delle Finanze
tedesco Wolfgang Schaeuble, nel caso macroscopico dell’adozione nel 2013 del bail-in,
applicato in Italia per prima nel 2016, retroattivamente, senza gradualità e con criteri esageratamente
severi anche per volontà della Commissaria Vestager (come tutte le esagerazioni, tipico indizio di coda di paglia per senso di colpa: si vedano i precedenti
salvataggi delle banche tedesche, francesi, olandesi, ecc. per centinaia di miliardi
di € con soldi pubblici, zero in Italia), poi sanzionati dal Tribunale UE, per giunta senza la contestuale
approvazione del c.d. terzo pilastro dell’Unione bancaria - la condivisione dei
rischi - ancora oggi non realizzato.
In conclusione, mi auguro che la
Commissaria Vestager voglia farsi promotrice, con il suo noto vigore, delle
modifiche accennate, alle quali mi permetto di aggiungere l’adozione della TTF,
che fa registrare un ritardo inspiegabile, che contrasta con la celerità delle severissime
misure applicate a danno dei poveri cristi (in Italia, 330 mld cumulati soltanto
nel quadriennio 2011-2014 - ma le misure strutturali vigono tuttora -, che
hanno alimentato una doppia recessione). Se lo farà, sicuramente accrescerà l’europeismo
negli europei come me e ridurrà il populismo.
I miei più cordiali saluti,
V.
Fwd: Re: Ares(2019)5154481 - [Re] Lettera alla Commissaria Margrethe
Vestager sui suoi pregiudizi sull’Italia
Da: v
9/8/2019 16:30
A francesco.rossi-salvemini@ec.europa.eu Copia president.juncker@ec.europa.eu e altri 27
Buonasera,
sostituisco
il link non funzionante relativo alla sentenza del Tribunale UE:
Tribunale
dell’Unione europea COMUNICATO STAMPA n. 34/19 Lussemburgo, 19 marzo 2019
Il
Tribunale annulla la decisione della Commissione secondo cui un intervento di
sostegno di un consorzio di diritto privato a favore di uno dei suoi membri
costituiva un «aiuto concesso da uno Stato»
Cordiali
saluti,
V.
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