lunedì 13 aprile 2020

MES, diverbio Conte vs Salvini-Meloni: analisi dei fatti



Per me i fatti non hanno colore politico: sono veri o falsi.
È un criterio che ho seguito nel caso di Conte come negoziatore: io penso, sulla base dei fatti, che è una schiappa, perfino un autolesionista.[1]
O delle scelte Conte-Gualtieri sul Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) - il Fondo salva-Stati -, che non mi sono piaciute.[2] 
Anche nel diverbio in corso Conte vs Salvini-Meloni sul MES, io ho esaminato i fatti, che sono rinvenibili nei documenti UE e parlamentari e nelle scelte concrete che se ne desumono.
E ne ho dedotto che Salvini e Meloni sono due bugiardi. Perché anche le mezze verità sono bugie intere.
Analizziamo i fatti.
Il PdC Giuseppe Conte ha accusato Matteo Salvini (Lega Nord) e Giorgia Meloni (FdI) di diffondere notizie false su chi abbia approvato il MES, che essi ritengono uno strumento troppo oneroso date le sue pesanti condizionalità, che includono l’attivazione della cosiddetta troika (Commissione, BCE e FMI) e l’adozione di misure severe di riduzione del deficit e del debito pubblico, oltre alle cosiddette riforme strutturali.
Le gestazioni dei trattati richiedono anni. La trattativa sul MES è cominciata, in sostanza, nel 2010, dopo la crisi del debito greco. Con la decisioneall’ECOFIN del 9-10 maggio 2010, di istituire due fondi di stabilità temporanei: il MESF e il FESF.  Rappresentante per l’Italia fu il ministro dell’Economia del governo Berlusconi-Bossi-Fini-Meloni: Giulio Tremonti.
Traggo dal mio saggio LE MENZOGNE SUI GOVERNI BERLUSCONI E MONTI (nota 127):
[127] Fiscal compact e MES
Il Consiglio Economia e Finanza (ECOFIN) del 9-10 maggio 2010, a seguito della crisi del debito sovrano greco, deliberò di istituire due fondi temporanei di assistenza per gli Stati membri dell’Eurozona in condizioni finanziarie critiche: il Meccanismo Europeo di Stabilizzazione Finanziaria (MESF), volume di risorse fino a 60 miliardi, finanziati dal bilancio dell’UE, e il Fondo Europeo per la Stabilità Finanziaria (FESF), volume di risorse fino a 440 miliardi, integrati da 220 miliardi del Fondo Monetario Internazionale: «In terzo luogo abbiamo deciso di stabilire un meccanismo europeo di stabilizzazione, che si fonda sull'articolo 122, paragrafo 2 del trattato e su un accordo intergovernativo degli Stati membri della zona euro; la sua attivazione è subordinata a una forte condizionalità, nel contesto di un sostegno congiunto UE/FMI, e a condizioni analoghe a quelle dell'FMI. L'FMI parteciperà alle disposizioni finanziarie e si prevede che fornisca un contributo pari almeno alla metà del contributo dell'UE»; a rappresentare l’Italia fu il ministro dell’Economia e delle Finanze del IV Governo Berlusconi, Giulio Tremonti, http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/it/ecofin/121115.pdf.
Il Consiglio Europeo del 24-25 marzo 2011 decise di istituire un Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), in sostituzione sia del MESF che del FESF, ma non dei prestiti bilaterali (tra cui quello di 10 miliardi dell’Italia alla Grecia), vi confermò le severe condizionalità dei due fondi temporanei MESF e FESF e modificò allo scopo l’art. 136 del TFUE: «Art. 136 3. Gli Stati membri la cui moneta è l’euro possono istituire un meccanismo di stabilità da attivare ove indispensabile per salvaguardare la stabilità della zona euro nel suo insieme. La concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria nell’ambito del meccanismo sarà soggetta a una rigorosa condizionalità».
L’11 luglio 2011 i ministri delle Finanze dei 17 Paesi dell’area euro (per l’Italia Giulio Tremonti) firmarono il Trattato che istituisce il MES.

Quello che nessuno evidenzia, poi, è che il MES è un complemento, in un certo senso positivo, del famigerato FISCAL COMPACT, che fu deciso dal Consiglio Europeo del 24-25 marzo 2011. In quella sede fu anche decisa la modifica dell’art. 136 del TFUE per inserirvi il MES, del quale furono ribadite le pesanti condizionalità. L’Italia era rappresentata dal PdC Silvio Berlusconi. Il quale poi presentò i due DdL per il MES e il FISCAL COMPACT (il secondo fu un DdL costituzionale), entrambi votati, durante il governo Monti, nel 2012.
Questo secondo è stato votato anche da Meloni e dalla Lega Nord (Salvini era europarlamentare).
Riporto la nota [128] del mio saggio citato.
[128] Fiscal Compact. Questo patto, come avviene sempre per accordi di tale importanza, si è sviluppato in più fasi. Le basi giuridiche del Fiscal Compact furono poste nel Consiglio Europeo del 24 e 25 marzo 2011[a] (pag. 19), con l’accettazione e la firma da parte del PdC Berlusconi, assieme alla modifica del Trattato (art. 136 TFUE), approvato il 23 marzo dal Parlamento Europeo, per inserirvi il MES,[b] nel quale furono confermate le severe condizionalità dei due fondi temporanei MESF e FESF. Il Fiscal Compact fu firmato il 2 marzo 2012.[c] Poi il patto venne ratificato da 25 Paesi su 27.[d] Quindi, com’era stato raccomandato, fu necessario inserirlo nella legislazione dei singoli Paesi in una norma di rango costituzionale o equivalente. Il relativo DdL costituzionale fu presentato dal governo Berlusconi nel mese di settembre 2011. Poi votato e introdotto in Costituzione nel 2012 durante il governo Monti, col voto favorevole di PDL, PD, Scelta Civica e Lega Nord.[e]
Lo stesso Monti ha rammentato più volte che il Fiscal Compact fu accettato da Berlusconi, che infatti diede inizio all'iter di approvazione parlamentare.
[a] Consiglio Europeo del 24 e 25 marzo 2011 - Conclusioni
§ Regole di bilancio nazionali Gli Stati membri partecipanti si impegnano a recepire nella legislazione nazionale le regole di bilancio dell'UE fissate nel patto di stabilità e crescita. Gli Stati membri manterranno la facoltà di scegliere lo specifico strumento giuridico nazionale cui ricorrere ma faranno sì che abbia una natura vincolante e sostenibile sufficientemente forte (ad esempio costituzione o normativa quadro). Anche l'esatta forma della regola sarà decisa da ciascun paese (ad esempio potrebbe assumere la forma di "freno all'indebitamento", regola collegata al saldo primario o regola di spesa), ma dovrebbe garantire la disciplina di bilancio a livello sia nazionale che subnazionale. La Commissione avrà la possibilità, nel pieno rispetto delle prerogative dei parlamenti nazionali, di essere consultata in merito alla precisa regola di bilancio prima dell'adozione in modo da assicurare che sia compatibile e sinergica con le regole dell'UE. https://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/it/ec/120304.pdf
[b] TRATTATO SULL’UNIONE EUROPEA (VERSIONE CONSOLIDATA)

Conclusione. L’accettazione del MES fu sicuramente una decisione del IV Governo Berlusconi, che avviò anche l’iter legislativo parlamentare. Né Matteo Salvini, all’epoca parlamentare europeo, né tanto meno Giorgia Meloni, all’epoca ministra della Gioventù, si pronunciarono contro il MES o ne presero le distanze in alcun modo durante il periodo che intercorre tra la decisione di istituirlo (9-10 maggio 2010 come FESF; 24-25 marzo 2011 come MES), prevedendo fin dall’inizio pesanti condizioni, e la caduta del Governo Berlusconi (16 novembre 2011).
Col Governo Monti, subentrato al Governo Berlusconi, i Gruppi parlamentari di appartenenza di Salvini e Meloni appoggiarono o non appoggiarono i vari provvedimenti valutando di volta in volta. Nel caso del MES, la Lega Nord votò contro, mentre il PDL votò a favore, ma Giorgia Meloni risultò assente. Nel caso del Fiscal Compact, entrambi votarono a favore.


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Note
[1] Vedi la modifica del regolamento di Dublino nel 2018, in cui ha rinunciato all’obbligatorietà della ripartizione degli immigrati (sancita anche da una decisione del Parlamento Europeo), faticosamente costruita dalla Commissione Europea, dicendo che avrebbe convinto lui i partner europei. Si è visto come è andata: non ha convinto nessuno.
Poi ha sabotato la candidatura del socialista Timmermans a favore di una tedesca della CDU, che come tutti i Tedeschi aborre i Paesi con alto debito.

[2] Riporto questo mio commento del 26 giugno 2019.
Il lupo Germania - inidonea come paese leader dell’UE - ha il solito vizio: mantenere il potere agli Stati, dove essa detta legge. Segnalo questo articolo di Sergio Fabbrini sul Sole 24 ore sulla bozza del trattato relativo alla revisione del MES, che contempla una minoranza di blocco. Chissà se anche il governo gialloverde, come hanno fatto i precedenti,[*] firmerà questo trattato che penalizza l’Italia (ma non solo, poiché i nuovi criteri di “accesso alle linee precauzionali di emergenza dell’Esm”, secondo una simulazione di Marcello Minenna sulla base dei dati macro-economici della Commissione Europea, escluderebbero 10 dei 19 Paesi dell’Eurozona, inclusa la Francia).
[*] Come ex iscritto PD, dico che questi PD-dc sono o degli ignoranti o degli autolesionisti che non difendono l’interesse del Paese che rappresentano. Non c’entra nulla la credibilità dell’Italia, è soltanto il solito appello a sottoscrivere accordi svantaggiosi. Negli altri accordi svantaggiosi per l’Italia: Fiscal Compact e MES (Berlusconi-Tremonti) o Unione bancaria (priva del cosiddetto terzo pilastro, cioè l’assicurazione dei depositi) e Bail-in, cioè il salvataggio “interno” con i soldi degli azionisti e dei correntisti sopra i 100.000€, delle banche in difficoltà, applicato in maniera retroattiva e senza gradualità[i] (Letta-Saccomanni e Renzi-Padoan) sono stati ricattati (lo hanno scritto millanta per quanto riguarda l’azzoppatissimo Berlusconi, lo ha detto Tria l'anno scorso, su confidenze di Saccomanni, nel secondo caso. Non dobbiamo ripetere gli stessi errori. La riforma del MES - che è una tecnostruttura, frutto di un trattato intergovernativo, controllata dalla Germania e priva di responsabilità - serve ai Paesi del Nord per continuare a tenere sotto schiaffo l’Italia, poiché si sono resi conto che la Commissione Europea non è abbastanza severa. È questo il nocciolo della questione, non la sbandierata ad arte credibilità dell’Italia, che è quella che rispetta di più la regola del deficit/Pil da 27 anni (che equivale ad una politica economica restrittiva, che deprime il Pil). Atteso che il debito pubblico cresce ESCLUSIVAMENTE a causa della spesa per interessi passivi, che è elevata soprattutto a cagione del livello troppo alto e ingiustificato del tasso d’interesse.
[i] Salvataggio banche italiane, il Tribunale UE dà torto alla Commissione Europea

La partita vera sul Fondo Salva-Stati
di Sergio Fabbrini - 23 Giugno 2019
Anche se la Commissione è coinvolta nel processo di valutazione della richiesta di aiuto (insieme alla direzione del Fondo, alla Banca centrale europea e all’Fmi), appare evidente che il Fondo finirà per dare vita ad una supervisione delle condizioni finanziarie dei Paesi membri dell’Eurozona che si sovrapporrà a quella già stabilita dal Patto di stabilità e crescita (e dai suoi sviluppi successivi). Ma tra le due procedure c’è una differenza significativa. Nel Patto, la Commissione ha acquisito un ruolo autonomo nella valutazione delle condizioni finanziarie di un Paese, anche se le sue raccomandazioni (ad esempio, di avviare una procedura d’infrazione) possono essere poi neutralizzate da una maggioranza qualificata contraria del Consiglio dei ministri finanziari. Nel Fondo, invece, l’autonomia della Commissione viene fortemente ridimensionata da una governance costituita esclusivamente dai rappresentanti dei governi nazionali (i membri del Board of Governors, del Board of Directors, e il Managing Director sono tutti nominati dai governi nazionali).
Questi ultimi dovranno prendere decisioni generalmente all’unanimità (mutual agreement), oppure a maggioranza qualificata (in casi specifici) o a maggioranza semplice (in casi molto limitati). Ogni Paese dell’Eurozona che partecipa al Fondo ha un numero di voti correlato al suo contributo finanziario. Secondo l’Appendice II del Fondo, la Germania ha quasi il 27 per cento, la Francia poco più del 20 per cento e l’Italia poco più del 17 per cento dei voti. Naturalmente, ciò è giustificato dal contributo finanziario di quei Paesi. Si faccia attenzione, però. Recita l’articolo 4.4 (Capitolo 2 della bozza), «l’adozione di una decisione attraverso il mutual agreement (da parte dei due Board), nel contesto della procedura d’emergenza, richiede una maggioranza qualificata dell’85 per cento dei voti». Ciò significa, dunque, che nessuna decisione potrà essere presa, in condizioni di emergenza, senza l’autorizzazione della Germania, in quanto dotata (molto più che la Francia e l’Italia) di un pesante voto di blocco. Ecco come i governi nazionali (o alcuni di essi) contrastano la Commissione europea nella sua richiesta ad avere un ruolo nella politica finanziaria.
Insomma, dietro la confusione di Bruxelles c’è in realtà un conflitto tra governi nazionali e istituzioni sovranazionali. I primi vogliono trasformare l’Ue in un’associazione di Stati gestita dal Consiglio europeo, le seconde in un’unione parlamentare governata dalla Commissione. Più il Parlamento europeo e la Commissione hanno rivendicato nuovi poteri, più gli organismi intergovernativi hanno controbattuto con nuovi meccanismi (come il Fondo) da essi controllati. La logica intergovernativa richiederebbe di essere contrastata dal suo interno, non solo dall’esterno. Almeno da quei governi che la subiscono. Eppure, il governo italiano non dice niente. A Roma sono in campagna elettorale, mentre a Bruxelles stanno cambiando l’Europa contro i nostri interessi.

Allego il testo della bozza del trattato sulla revisione del MES (attualmente disponibile solo in inglese).

Questi sono gli allegati al trattato.


Post collegati:

Lettera n. 2 all’On. Matteo Salvini sulle sue notizie false-fake news-bufale sulla riforma delle pensioni Fornero

Lettera all'On. Giorgia Meloni sulle pensioni: propaganda o truffa politico-elettorale?



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venerdì 10 aprile 2020

Analisi quali-quantitativa/35 - Classifica Forbes 2020 dei ricchissimi





Ovunque c'è grande proprietà, c'è grande diseguaglianza. Per ogni uomo molto ricco ce ne devono essere per lo meno cinquecento poveri, e l'opulenza di pochi presuppone l'indigenza di molti”(Adam Smith).

La classifica dei miliardari di Forbes: super ricchi in calo. Trump esce dai primi mille
Il coronavirus e la turbolenza dei mercati borsistici stanno deprimendo il patrimonio personale di molti Paperoni del mondo. In un solo mese, il presidente degli Stati Uniti ha visto ridursi il suo patrimonio
di ALDO FONTANAROSA - 07 Aprile 2020

La top ten (tra parentesi, gli anni 2019 e 2018)
1   - Jeff Bezos 113 (131 - 112) miliardi di dollari
2   - Bill Gates 98 (96,5 - 90) miliardi di dollari
3  - Bernard Arnault 76 (76 - 82,7) miliardi di dollari
4   - Warren Buffett 67,5 (82,5 - 84) miliardi di dollari
5  - Larry Ellison 59 (62,5 - 58,5) miliardi di dollari
6   - Amancio Ortega 55,1 (62,7 - 70) miliardi di dollari
7  - Mark Zuckerberg 54,7 (62,3 - 71) miliardi di dollari
8   - Jim Walton 54,6 (44,6) miliardi di dollari

9   - Alice Walton 54,4 (44,4) miliardi di dollari
10   - Rob Walton 54,1 (44,3) miliardi di dollari

I 10 italiani tra i primi 495 (tra parentesi, gli anni 2019 e 2018)
32 (39 - 37) - Giovanni Ferrero 24,5 (22,4 - 23) miliardi di dollari
62 (50 - 45) - Leonardo Del Vecchio 16,1 (19,8 - 21,2) miliardi di dollari
133 (107 - 127) - Stefano Pessina 10,2 (12,4 - 11,8) miliardi di dollari
224 (198 - 196) – Massimiliana Aleotti (Menarini) 6,6 (7,4 - 7,9) miliardi di dollari
304 (173 - 174) - Giorgio Armani 5,4 (8,5 - 8,9) miliardi di dollari
308 (257 - 190) - Silvio Berlusconi 5,3 (6,3 - 8) miliardi di dollari
437 (244 - 251) - Augusto & Giorgio Perfetti 4,1 (6,5 - 6,6) miliardi di dollari
616 (478 - 404) - Paolo &Gianfelice Mario Rocca 3,2 (4,1 - 4,9) miliardi di dollari
648 (               ) - Gustavo Denegri 3,1 (2,6) miliardi di dollari
680 (546 499) - Giuseppe De Longhi 3 (3,8 - 4,3) miliardi di dollari

NB: Il valore della ricchezza è influenzato dal valore dell’Euro rispetto al Dollaro.


I primi 10 hanno una ricchezza pari a 686,4 miliardi di dollari, con un decremento di 57,4 miliardi di dollari rispetto ai 743,8 del 2019 e di 68,9 rispetto ai 755,3 miliardi di $ del 2018.

I primi 10 Italiani hanno una ricchezza pari a 81,5 miliardi di dollari, con una diminuzione di 12,9 miliardi rispetto ai 94,4 del 2019 e di 19,2 rispetto ai 100,7 miliardi di dollari del 2018.

Per una comparazione con gli anni scorsi (ho modificato l’anno in quello della pubblicazione):

AnalisiQQ/34/Classifica Forbes 2019 dei ricchissimi

AnalisiQQ/33/Classifica Forbes 2018 dei ricchissimi

AnalisiQQ/32/Classifica Forbes 2016 dei ricchissimi

AnalisiQQ/31/Classifica Forbes 2015 dei ricchissimi

AnalisiQQ/26/Classifica Forbes2014 dei ricchissimi

AnalisiQQ/23/Classifica Forbes 2013 dei ricchissimi

AnalisiQQ/17/Classifica Forbes 2012 dei ricchissimi

Classifica 2011 dei ricchissimi

Classifica 2010 dei ricchissimi


Post e articoli collegati:

Dossier Imposta Patrimoniale

Piketty, i ricchi si abbuffano e i poveri annaspano

Piketty: "L'economia è soffocata dal denaro. Come ai tempi di Marx"
Lo studioso francese analizza tre secoli di evoluzione dei paesi occidentali: "La rendita cresce più del Pil, per questo aumenta la disuguaglianza"
di Fabio Gambaro
06 marzo 2014

Les limites du classement des milliardaires par « Forbes »
Le palmarès des grandes fortunes établi chaque année par le magazine américain est entaché de nombreuses limites méthodologiques.
LE MONDE | 06.03.2018 à 16h44 • Mis à jour le 07.03.2018 à 06h37 |


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giovedì 9 aprile 2020

Lettera a Die Welt su un suo articolo mediocre sull’Italia a tinta unica e dominata dalla Mafia





Commento a un Vostro mediocre articolo sull'Italia a tinta unica e dominata dalla Mafia.
v
9/4/2020 13:00
A  redaktion@welt.de

Spett. Die Welt,
Egregio Signor Direttore,
Egr. Signora Virginia Kirst,
In riferimento al Vostro articolo, francamente piuttosto mediocre, che dipinge un’Italia – il secondo Paese manifatturiero d’Europa - a tinta unica e dominata dalla Mafia,
AUSLAND CORONA NOSTRA
„Die Pandemie ist der ideale Nährboden für die Mafia“
Stand: 05.04.2020 – Von Virginia Kirst
osservo che l’Italia è il Paese che da 28 anni fa registrare il maggiore avanzo primario (entrate meno spese, esclusa la spesa per interessi passivi); è contribuente netto dell’Unione Europea, ha contribuito per decine di miliardi e non ha mai preso un Euro netto finora; e ha molti svantaggi dall’appartenenza all’UE e all’UEM (Euro). Ma gli Italiani sono furbi stupidi ed, anche per colpa dei media tedeschi e italiani, hanno la nomea di essere tutti spendaccioni e approfittatori.
Mentre la Germania è il Paese che trae i maggiori vantaggi e vuole soltanto i vantaggi dell’attuale assetto incompleto UE/Euro. In più, i furbi intelligenti Tedeschi hanno preteso e ottenuto dall’Italia i soldi per salvare le banche tedesche, francesi e olandesi dai crediti inesigibili verso la Grecia. E siccome il governo Berlusconi-Tremonti non era d’accordo di accollarseli in proporzione alle quote nel capitale del fondo salva-Stati ma in proporzione alle rispettive esposizioni, hanno organizzato una sorta di golpe e lo hanno defenestrato, quantunque avesse ubbidito a quasi tutti i diktat dell’UE. E poi hanno imposto e ottenuto che il subentrato governo Monti completasse la severa opera fiscale. Causando una depressione economica, le cui conseguenze noi Italiani paghiamo tuttora.
Altro che la mafia!
Potete trovare i dettagli e le prove documentali nel mio saggio:
 “LE TRE PIU’ GRANDI BUFALE DEL XXI SECOLO: La responsabilità della Grande Recessione – Berlusconi vs Monti. La Riforma delle pensioni più severa – Sacconi vs Fornero. Gli Obiettivi e i poteri-doveri statutari della BCE – Draghi vs Yellen.” (con prefazione di Carlo Clericetti e commento di Elsa Fornero).

Distinti saluti,
V.

PS: Altre considerazioni in:
Lettera a Regina Krieger e Frank Wiebe di Handelsblatt sui pregiudizi verso l’Italia, l’ignoranza dei dati e i furbi stupidi o intelligenti

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Traduzione (giudicate anche voi se non è un articolo mediocre e a senso unico, facendo un collage ad arte):
L'Italia soffre della crisi del Corona-virus come nessun altro paese. E di tutte le cose, la mafia potrebbe trarne il massimo beneficio. I clan sono già pronti ad arricchirsi dalla chiusura del Paese.
Sulla scia della crisi del Coronavirus, la paura di un vecchio nemico: la mafia sta crescendo in Italia. Perché i clan sono ben posizionati per arricchirsi dalla chiusura del paese e dalla grave crisi economica che seguirà.Il giornalista ed esperto di mafia Roberto Saviano avverte in un contributo per il quotidiano "La Repubblica": "La pandemia è il terreno fertile ideale per la mafia per una semplice ragione: chi ha fame cerca il pane, non importa da quale forno provenga o da chi lo distribuisce , Chiunque abbia bisogno di un farmaco paga per questo senza chiedere chi lo vende. Puoi permetterti il lusso di scegliere solo in tempi di pace e prosperità. "In effetti, la mafia si è affermata in quelle aree della vita sociale che sono indispensabili anche in tempi di crisi. Il portafoglio dei clan comprende partecipazioni in società attive in settori essenziali come lo smaltimento dei rifiuti, la pulizia degli edifici, la logistica, i servizi funebri e la vendita di cibo e benzina. “La mafia sa cosa sarà necessario ora e cosa sarà necessario in futuro e lo distribuiscono alle loro condizioni. È sempre stato così ”, scrive Saviano. Ancora più drammatico è che la mafia si è diffusa in tutto il paese nel settore sanitario, come dimostra la convinzione di Carlo Chiriaco. Il direttore dell'autorità sanitaria di Pavia, nel nord Italia, era anche la persona di contatto per "Ndrangheta, sorella calabrese dell'organizzazione mafiosa siciliana Cosa Nostra.
Un altro vantaggio della criminalità organizzata in tempi di crisi è il calo dell'attenzione. La pandemia domina la notizia quasi completamente, quindi la mafia può operare in modo più inosservato e il già lento sistema giudiziario ha ancora meno pressioni per agire.
Naturalmente, la mafia soffre anche della limitata libertà di movimento nel quadro del blocco, ma è agile e può adattarsi rapidamente alle mutate condizioni. Ad esempio, il traffico di droga è stato rapidamente spostato dai luoghi pubblici alle infinite file di persone schierate di fronte a supermercati e farmacie in tutta Italia in questi giorni.
Ma i benefici che la mafia può ottenere dalla crisi del coronavirus non si esauriscono se le rigide misure precauzionali per contenere il virus sono allentate. Dopo la pandemia, l'Italia si troverà in una grave crisi economica in cui la mafia può anche sfruttare la sua elevata liquidità a suo vantaggio.Giuseppe Sala, il sindaco di Milano, ha formulato il rischio per la sua città nel modo seguente: “Dopo questa crisi, i più adatti avranno le migliori possibilità di fare affari. I clan mafiosi hanno una grande solidità finanziaria, quindi saranno in grado di sfruttare le opportunità che offre il mercato ".
Tuttavia, la situazione nel sud del paese sta diventando più grave, afferma Sala: "Lì, la mafia si prenderà cura dei cittadini più bisognosi e conquisterà questa parte della popolazione". Il governo italiano è consapevole di questo pericolo, ma ha affrontato il problema la crisi della Corona nel nord e la preparazione del sud per un'eventuale diffusione del virus lì così tanto che gli aiuti non arrivano sempre così rapidamente e in modo non burocratico quanto è necessario.
I giornali italiani, ad esempio, sono gelosi del fatto che gli imprenditori in difficoltà in Germania ricevano ingenti quantità di aiuti pubblici di emergenza dal governo. In Italia, d'altra parte, il sito web dell'autorità fiscale è crollato il 1 ° aprile perché troppi lavoratori autonomi che avevano perso il lavoro volevano richiedere il "Bonus Coronavirus" per un importo di 600 euro - rimarranno tali per due settimane dopo la chiusura dei negozi senza il sostegno del governo.
Il pubblico ministero Nicola Gratteri, che è stato sotto la protezione della polizia per la sua lotta contro la 'Ndrangheta calabrese dal 1989, ora ha proposto al programma radiofonico "Circo Massimo" per combinare la distribuzione di aiuti governativi per mitigare la crisi da Coronavirus con la lotta alla mafia , Lo stato dovrebbe fornire i fondi che vengono distribuiti ai bisognosi dalle amministrazioni comunali solo se il rispettivo sindaco dichiara chi ottiene quanti soldi e quale destinatario è sospettato di essere mafioso."È positivo mettere i fondi direttamente a disposizione dei sindaci perché consente di risparmiare molti passaggi", afferma Gratteri. "Ma se il sindaco è un intermediario mafioso o mafioso, passerà tutti i vantaggi ai soliti sospetti e ai suoi potenziali elettori, e gli altri non otterranno nulla."
D'altra parte, se fossero stati creati almeno elenchi di beneficiari e si notassero casi sospetti, ci sarebbe un po 'più di trasparenza. E questo è forse il mezzo più importante contro la mafia.


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lunedì 6 aprile 2020

Le BUFALE dell’ex ministro dell’Economia dalla lingua biforcuta Giulio Tremonti





Giulio Tremonti conferma la mia antica accusa, oltre che di essere come ministro dell’Economia un esempio preclaro della validità del principio di Peter, di avere una lingua biforcuta; accusa rinnovata nel mio saggio sulla XVI legislatura: mentre, su richiesta del suo protettore Bossi, stornava decine di miliardi di fondi FAS dal Sud al Nord, diceva di essere filomeridionale perché aveva zie calabresi.

La settimana scorsa ha sparato due BUFALE gigantesche.
Prima BUFALA
Il 30 marzo scorso, a Radio Radicale, l’ex ministro dellEconomia del IV governo Berlusconi, Giulio Tremonti, oltre a dirsi ovviamente contrario all’imposta patrimoniale sui ricchi, ha accusato il governo Monti di aver causato l’austerità.
Lo trovo scandaloso. Si tratta di una BUFALA gigantesca. Una BUFALA propalata intenzionalmente.
Come è noto ai lettori di questo blog, l’importo totale delle manovre finanziarie correttive del governo Berlusconi-Tremonti, in un quasi equivalente lasso di tempo (circa un anno e mezzo), è stato ben il quadruplo di quelle del governo Monti, come risulta dalla sintesi dei loro valori:
Riepilogo delle manovre correttive XVI legislatura (valori cumulati)
- Governo Berlusconi-Tremonti 266,3 mld (80,8%)
- Governo Monti 63,2 mld (19,2%)
Totale 329,5 mld (100,0%)
Il governo Berlusconi-Tremonti è stato molto più iniquo del governo Monti e perciò ancor più recessivo, perché ha colpito i redditi medio-bassi ad alta propensione al consumo. Il fiscalista dei ricchi Tremonti arrivò a tagliare dell’87% la spesa sociale dei Comuni e delle Regioni, destinata ai poveri. Mentre sbagliò apposta il contributo di solidarietà sui redditi e sulle pensioni elevati per farlo poi dichiarare incostituzionale.
Il governo Monti fu molto più equo: v. IMU, patrimonialina sui depositi, TTF e modifica dell’iniqua clausola di salvaguardia tremontiana.
Le misure strutturali (cioè permanenti) valgono tuttora.
Seconda BUFALA
Naturalmente il fiscalista dei ricchi, il sunnominato milionario Tremonti, per difendere i suoi soldi, prefigura disastri e arriva a scrivere sul Corriere della Sera: “E’ da escludere in radice l’introduzione di un’imposta patrimoniale che, per effetto del suo prelievo, dirottando verso lo Stato capitali attualmente depositati o investiti in banche e assicurazioni, le farebbe fallire, così creando un disastro ancora peggiore di quello che si vorrebbe evitare”. Si badi che sui conti bancari e postali sono depositati 1.300 miliardi.
E propone: “In alternativa rispetto all’imposta patrimoniale, rispetto alla troika, rispetto alle perdite in linea capitale che ovunque e comunque sarebbero generate da una crisi così determinata, si lancia un “piano di difesa e ricostruzione nazionale”. “Un piano basato sull’emissione di titoli pubblici a lunghissima scadenza, con rendimenti moderati, ma sicuri e fissi, garantito dal sottostante patrimonio della Repubblica (per cui si può e si deve introdurre un regime speciale, anche urbanistico), titoli assistiti, come in un tempo che è stato felice, da questa formula: “esenti da ogni imposta presente e futura”.
E conclude da vero patriota: “E’ essenziale che tutti insieme e ora più che mai si abbia una proiezione patriottica, comunitaria e sociale”.
Risata oceanica.


Post collegato:
Il Sig. Giulio T. ed il principio di Peter/9/IRI
Nel post/1, ho scritto della sua “pulsione bulimica (potente quasi come quella del suo Capo S.B.) - che nel caso di Tremonti è forse riconducibile al c.d. istinto di proprietà... che caratterizza i bambini fino a 5 anni di età” e concludevo così: “Speriamo di evitare che al "matto" S.B. possa eventualmente subentrare un altro "matto" (beninteso: "Sarà pazzia, ma non manca di logica", Amleto), fors'ancora più incompetente e dannoso”. Quanto tempo deve ancora passare e quanti danni deve ancora arrecare quest’incompetente al popolo italiano ed alle classi medio-basse (lavoratori, precari, pensionati, disoccupati, inattivi, invalidi, altre categorie a rischio, poveri) prima che riusciamo a mandarlo via, assieme al suo sodale, ancor più incompetente e bulimico, S.B.? 


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http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2869193.html