Per me i fatti non hanno colore
politico: sono veri o falsi.
È un criterio che ho seguito nel caso di Conte come negoziatore: io penso, sulla base dei fatti, che è una schiappa, perfino un autolesionista.[1]
O delle scelte Conte-Gualtieri sul Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) - il Fondo salva-Stati -, che non mi sono piaciute.[2]
O delle scelte Conte-Gualtieri sul Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) - il Fondo salva-Stati -, che non mi sono piaciute.[2]
Anche nel diverbio in corso Conte vs
Salvini-Meloni sul MES, io ho esaminato i fatti, che sono rinvenibili nei documenti UE e
parlamentari e nelle scelte concrete che se ne desumono.
E ne ho dedotto che Salvini e Meloni sono
due bugiardi. Perché anche le mezze verità sono bugie
intere.
Analizziamo i fatti.
Il PdC Giuseppe
Conte ha accusato Matteo Salvini (Lega Nord) e Giorgia Meloni (FdI) di
diffondere notizie false su chi abbia approvato il MES, che essi ritengono uno
strumento troppo oneroso date le sue pesanti condizionalità, che includono l’attivazione
della cosiddetta troika (Commissione, BCE e FMI) e l’adozione di misure
severe di riduzione del deficit e del debito pubblico, oltre alle cosiddette
riforme strutturali.
Le gestazioni dei trattati richiedono anni. La trattativa sul MES è
cominciata, in sostanza, nel 2010, dopo la crisi del debito greco. Con la decisione, all’ECOFIN del 9-10 maggio 2010, di
istituire due fondi di stabilità temporanei: il MESF e il FESF. Rappresentante per l’Italia
fu il ministro dell’Economia del governo Berlusconi-Bossi-Fini-Meloni: Giulio
Tremonti.
Traggo dal mio saggio LE MENZOGNE SUI GOVERNI BERLUSCONI E MONTI (nota
127):
[127]
Fiscal compact e MES
Il Consiglio Economia e Finanza (ECOFIN) del 9-10 maggio 2010, a seguito della crisi
del debito sovrano greco, deliberò di istituire due fondi temporanei di
assistenza per gli Stati membri dell’Eurozona in condizioni finanziarie
critiche: il Meccanismo Europeo di Stabilizzazione Finanziaria (MESF), volume di risorse fino a 60 miliardi, finanziati dal bilancio dell’UE,
e il Fondo Europeo per la Stabilità
Finanziaria (FESF),
volume di risorse fino a 440 miliardi, integrati da 220 miliardi del Fondo Monetario
Internazionale: «In terzo luogo abbiamo deciso di stabilire un meccanismo
europeo di stabilizzazione, che si fonda sull'articolo 122, paragrafo 2 del
trattato e su un accordo intergovernativo degli Stati membri della zona euro; la
sua attivazione è subordinata a una forte condizionalità, nel contesto di
un sostegno congiunto UE/FMI, e a condizioni analoghe a quelle dell'FMI. L'FMI
parteciperà alle disposizioni finanziarie e si prevede che fornisca un
contributo pari almeno alla metà del contributo dell'UE»; a rappresentare
l’Italia fu il ministro dell’Economia e delle Finanze del IV Governo
Berlusconi, Giulio Tremonti, http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/it/ecofin/121115.pdf.
Il Consiglio
Europeo del 24-25 marzo 2011 decise di istituire un Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), in sostituzione sia del MESF che del FESF, ma
non dei prestiti bilaterali (tra cui quello di 10 miliardi dell’Italia alla
Grecia), vi confermò le severe condizionalità dei due fondi temporanei MESF e
FESF e modificò
allo scopo l’art. 136 del TFUE: «Art. 136 3.
Gli Stati membri la cui moneta è l’euro possono istituire un meccanismo di
stabilità da attivare ove indispensabile per salvaguardare la stabilità della
zona euro nel suo insieme. La concessione di qualsiasi assistenza finanziaria
necessaria nell’ambito del meccanismo sarà soggetta a una rigorosa
condizionalità».
L’11 luglio 2011 i ministri delle Finanze dei 17 Paesi dell’area euro (per l’Italia Giulio Tremonti) firmarono il Trattato che istituisce il MES.
Quello che nessuno evidenzia, poi, è che il MES è un complemento, in un certo senso positivo, del famigerato FISCAL COMPACT, che fu deciso dal Consiglio Europeo del 24-25 marzo 2011. In quella sede fu anche decisa la modifica dell’art. 136 del TFUE per inserirvi il MES, del quale furono ribadite le pesanti condizionalità. L’Italia era rappresentata dal PdC Silvio Berlusconi. Il quale poi presentò i due DdL per il MES e il FISCAL COMPACT (il secondo fu un DdL costituzionale), entrambi votati, durante il governo Monti, nel 2012.
Questo secondo è stato votato anche da
Meloni e dalla Lega Nord (Salvini era europarlamentare).
Riporto la nota [128] del mio saggio citato.
[128] Fiscal Compact. Questo patto, come avviene
sempre per accordi di tale importanza, si è sviluppato in più fasi. Le
basi giuridiche del Fiscal Compact
furono poste nel Consiglio Europeo del 24 e 25 marzo 2011[a] (pag. 19), con l’accettazione e la firma da parte del PdC
Berlusconi, assieme alla modifica del Trattato (art. 136
TFUE), approvato il 23 marzo dal Parlamento Europeo, per inserirvi il MES,[b]
nel quale furono confermate le severe condizionalità dei due fondi temporanei
MESF e FESF. Il Fiscal Compact fu firmato il 2 marzo 2012.[c] Poi
il patto venne ratificato da 25 Paesi su 27.[d] Quindi, com’era stato raccomandato, fu
necessario inserirlo nella legislazione dei singoli Paesi in una norma di rango
costituzionale o equivalente. Il relativo DdL costituzionale fu presentato dal
governo Berlusconi nel mese di settembre 2011. Poi votato e introdotto in
Costituzione nel 2012 durante il governo Monti, col voto favorevole di PDL, PD,
Scelta Civica e Lega Nord.[e]
Lo stesso Monti ha rammentato più volte che il Fiscal Compact fu accettato da Berlusconi, che infatti diede inizio
all'iter di approvazione parlamentare.
[a] Consiglio Europeo
del 24 e 25 marzo 2011 - Conclusioni
§
Regole di bilancio nazionali Gli Stati membri partecipanti si impegnano a
recepire nella legislazione nazionale le regole di bilancio dell'UE fissate nel
patto di stabilità e crescita. Gli Stati membri manterranno la facoltà di
scegliere lo specifico strumento giuridico nazionale cui ricorrere ma faranno
sì che abbia una natura vincolante e sostenibile sufficientemente forte (ad
esempio costituzione o normativa quadro). Anche l'esatta forma della regola
sarà decisa da ciascun paese (ad esempio potrebbe assumere la forma di
"freno all'indebitamento", regola collegata al saldo primario o
regola di spesa), ma dovrebbe garantire la disciplina di bilancio a livello sia
nazionale che subnazionale. La Commissione avrà la possibilità, nel pieno
rispetto delle prerogative dei parlamenti nazionali, di essere consultata in
merito alla precisa regola di bilancio prima dell'adozione in modo da
assicurare che sia compatibile e sinergica con le regole dell'UE.
https://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/it/ec/120304.pdf
[b] TRATTATO
SULL’UNIONE EUROPEA (VERSIONE CONSOLIDATA)
LEGGE 23 luglio 2012, n. 115 Ratifica modifica TFUE (per inserire il MES)
[c] TRATTATO SULLA STABILITÀ, SUL
COORDINAMENTO E SULLA GOVERNANCE NELL'UNIONE ECONOMICA E MONETARIA
Fatto a
Bruxelles, addì due marzo duemiladodici
[e] LEGGE 23 luglio 2012, n. 114 (Fiscal
Compact) http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2012;114
Voto finale http://parlamento16.openpolis.it/votazione/camera/pareggio-di-dibilancio-in-costituzione-tu-dll-c-4205-abb-a-voto-finale/37608Conclusione. L’accettazione del MES fu sicuramente una decisione del IV Governo Berlusconi, che avviò anche l’iter legislativo parlamentare. Né Matteo Salvini, all’epoca parlamentare europeo, né tanto meno Giorgia Meloni, all’epoca ministra della Gioventù, si pronunciarono contro il MES o ne presero le distanze in alcun modo durante il periodo che intercorre tra la decisione di istituirlo (9-10 maggio 2010 come FESF; 24-25 marzo 2011 come MES), prevedendo fin dall’inizio pesanti condizioni, e la caduta del Governo Berlusconi (16 novembre 2011).
Col Governo Monti, subentrato al Governo
Berlusconi, i Gruppi parlamentari di appartenenza di Salvini e Meloni appoggiarono
o non appoggiarono i vari provvedimenti valutando di volta in volta. Nel caso
del MES, la Lega Nord votò contro, mentre il PDL votò a favore, ma Giorgia
Meloni risultò assente. Nel caso del Fiscal Compact, entrambi votarono a
favore.
____________________
Note
[1] Vedi la modifica
del regolamento di Dublino nel 2018, in cui ha rinunciato all’obbligatorietà
della ripartizione degli immigrati (sancita anche da una decisione del
Parlamento Europeo), faticosamente costruita dalla Commissione Europea, dicendo
che avrebbe convinto lui i partner europei. Si è visto come è andata: non ha
convinto nessuno.
Poi ha sabotato la candidatura del socialista
Timmermans a favore di una tedesca della CDU, che come tutti i Tedeschi aborre
i Paesi con alto debito.
[2] Riporto questo mio commento del 26 giugno 2019.
Il lupo Germania - inidonea come paese leader dell’UE -
ha il solito vizio: mantenere il potere agli Stati, dove essa detta legge.
Segnalo questo articolo di Sergio Fabbrini sul Sole 24 ore sulla bozza del
trattato relativo alla revisione del MES, che contempla una minoranza di blocco. Chissà se anche il
governo gialloverde, come hanno fatto i precedenti,[*] firmerà questo trattato
che penalizza l’Italia (ma non solo, poiché i nuovi criteri di “accesso alle
linee precauzionali di emergenza dell’Esm”, secondo una simulazione di Marcello
Minenna sulla base dei dati macro-economici della Commissione Europea,
escluderebbero 10 dei 19 Paesi dell’Eurozona, inclusa la Francia).
[*] Come
ex iscritto PD, dico che questi PD-dc sono o degli ignoranti o degli
autolesionisti che non difendono l’interesse del Paese che rappresentano. Non c’entra
nulla la credibilità dell’Italia, è soltanto il solito appello a sottoscrivere accordi
svantaggiosi. Negli altri accordi svantaggiosi per l’Italia: Fiscal Compact
e MES (Berlusconi-Tremonti) o Unione bancaria (priva del
cosiddetto terzo pilastro, cioè l’assicurazione dei depositi) e Bail-in,
cioè il salvataggio “interno” con i soldi degli azionisti e dei correntisti
sopra i 100.000€, delle banche in difficoltà, applicato in maniera retroattiva
e senza gradualità[i] (Letta-Saccomanni e Renzi-Padoan) sono stati
ricattati (lo hanno scritto millanta per quanto riguarda l’azzoppatissimo
Berlusconi, lo ha detto Tria l'anno scorso, su confidenze di Saccomanni, nel
secondo caso. Non dobbiamo ripetere gli stessi errori. La riforma del MES - che
è una tecnostruttura, frutto di un trattato intergovernativo, controllata dalla
Germania e priva di responsabilità - serve ai Paesi del Nord per continuare a
tenere sotto schiaffo l’Italia, poiché si sono resi conto che la Commissione
Europea non è abbastanza severa. È questo il nocciolo della questione, non la
sbandierata ad arte credibilità dell’Italia, che è quella che rispetta di più la
regola del deficit/Pil da 27 anni (che equivale ad una politica economica restrittiva, che deprime il Pil).
Atteso che il debito pubblico cresce ESCLUSIVAMENTE a causa della spesa per
interessi passivi, che è elevata soprattutto a cagione del livello troppo alto
e ingiustificato del tasso d’interesse.
[i] Salvataggio banche
italiane, il Tribunale UE dà torto alla Commissione Europea
La partita vera
sul Fondo Salva-Stati
di Sergio Fabbrini
- 23 Giugno 2019
Anche se la
Commissione è coinvolta nel processo di valutazione della richiesta di aiuto
(insieme alla direzione del Fondo, alla Banca centrale europea e all’Fmi),
appare evidente che il Fondo finirà per dare vita ad una supervisione delle
condizioni finanziarie dei Paesi membri dell’Eurozona che si sovrapporrà a
quella già stabilita dal Patto di stabilità e crescita (e dai suoi sviluppi
successivi). Ma tra le due procedure c’è una differenza significativa. Nel Patto,
la Commissione ha acquisito un ruolo autonomo nella valutazione delle
condizioni finanziarie di un Paese, anche se le sue raccomandazioni (ad
esempio, di avviare una procedura d’infrazione) possono essere poi
neutralizzate da una maggioranza qualificata contraria del Consiglio dei
ministri finanziari. Nel Fondo, invece, l’autonomia della Commissione viene
fortemente ridimensionata da una governance costituita esclusivamente dai
rappresentanti dei governi nazionali (i membri del Board of Governors, del Board
of Directors, e il Managing Director sono tutti nominati dai governi
nazionali).
Questi ultimi
dovranno prendere decisioni generalmente all’unanimità (mutual agreement),
oppure a maggioranza qualificata (in casi specifici) o a maggioranza semplice
(in casi molto limitati). Ogni Paese dell’Eurozona che partecipa al Fondo ha un
numero di voti correlato al suo contributo finanziario. Secondo l’Appendice II
del Fondo, la Germania ha quasi il 27 per cento, la Francia poco più del 20 per
cento e l’Italia poco più del 17 per cento dei voti. Naturalmente, ciò è
giustificato dal contributo finanziario di quei Paesi. Si faccia attenzione,
però. Recita l’articolo 4.4 (Capitolo 2 della bozza), «l’adozione di una
decisione attraverso il mutual agreement (da parte dei due Board), nel contesto
della procedura d’emergenza, richiede una maggioranza qualificata dell’85 per
cento dei voti». Ciò significa, dunque, che nessuna decisione potrà essere
presa, in condizioni di emergenza, senza l’autorizzazione della Germania, in quanto
dotata (molto più che la Francia e l’Italia) di un pesante voto di blocco. Ecco
come i governi nazionali (o alcuni di essi) contrastano la Commissione europea
nella sua richiesta ad avere un ruolo nella politica finanziaria.
Insomma, dietro la
confusione di Bruxelles c’è in realtà un conflitto tra governi nazionali e
istituzioni sovranazionali. I primi vogliono trasformare l’Ue in
un’associazione di Stati gestita dal Consiglio europeo, le seconde in un’unione
parlamentare governata dalla Commissione. Più il Parlamento europeo e la
Commissione hanno rivendicato nuovi poteri, più gli organismi intergovernativi
hanno controbattuto con nuovi meccanismi (come il Fondo) da essi controllati.
La logica intergovernativa richiederebbe di essere contrastata dal suo interno,
non solo dall’esterno. Almeno da quei governi che la subiscono. Eppure, il
governo italiano non dice niente. A Roma sono in campagna elettorale, mentre a
Bruxelles stanno cambiando l’Europa contro i nostri interessi.
Allego il testo
della bozza del trattato sulla revisione del MES (attualmente disponibile solo
in inglese).
Questi sono gli
allegati al trattato.
Post collegati:
Lettera n. 2 all’On. Matteo Salvini sulle sue notizie false-fake news-bufale sulla riforma delle pensioni Fornero
Lettera all'On. Giorgia Meloni sulle pensioni: propaganda o truffa politico-elettorale?
**********
Gentile Vincesko, ho rintracciato questo suo blog dopo aver fatto una sommaria ricerca su Google rispetto alla shut down della piattaforma ilcannocchiale.it. Ho due amici non vedenti che avevano il loro blog su quella piattaforma e con l'arrivo della quarantena volevano riprendere un po' i loro contenuti, ma hanno avuto l'amara sorpresa del sito completamente dismesso. Mi sa dare qualche informazione in più ed eventualmente anche un contatto per l'assistenza se c'è modo di recuperare qualcosa in qualche modo? Grazie
RispondiEliminaGentile Andrea,
EliminaTrova i dati in questo post. Questa volta non gli ho telefonato, perché, contrariamente a come mi aveva promesso, hanno chiusa la piattaforma senza preavvisare.
AVVISO n. 2 sullo shut down (chiusura, spegnimento) della piattaforma il.cannocchiale.it
Mi faccia sapere.
Al tempo, ho visto adesso che la piattaforma IlCannocchiale è stata riattivata!
RispondiEliminaLei scrive il FALSO.
RispondiEliminaIl trattato che istituisce il MES è stato sottoscritto dai 17 Paesi dell’Eurozona il 2 febbraio 2012 in una nuova versione che supera quella sottoscritta l’11 luglio 2011 che NON è stata avviata a ratifica in nessun Paese dell’Eurozona.
La versione precedente ( negoziata da Tremonti ) prevedeva gli Eurobond che furono la condizione per la modifica dell'art.136 del TFUE.
RispondiEliminaTra l'altro lei dimentica chein data 23/03/2011 al Parlamento Europeo la Lega votò CONTRO la modifica dell'art.136 del TFUE che ha poi permesso l'istituzione del MES
( seppure nella versione precedente a quella attualmente in vigore approvata nel 2012 ).
Non proietti i suoi difetti, ripetendo a pappagallo le bugie del linguabiforcuto Tremonti. Non sa leggere? Che il trattato MES definitivo sia stato firmato da Monti nel 2012 è scritto sopra. Ma il punto principale è che le severe condizionalità, previste fin dalla prima stesura dopo l'ECOFIN del 10.05.2010 (per l'Italia, ministro Tremonti) sono state travasate nella versione definitiva.
EliminaQuella degli Eurobond nel MES stesura Tremonti è l'ennesima BUFALA di Tremonti, salvo prova contraria.
La mia trattazione arriva all'approvazione del 2012.