sabato 23 settembre 2023

Ricostruzione sintetica delle due BUFALE mondiali Berlusconi-Monti e Sacconi-Fornero

 



Negli ultimi tre mesi sono accaduti tre fatti (la morte di Silvio Berlusconi, l’uscita del libro dell’ex presidente francese Nikolas Sarkozy, con la sua confessione di aver costretto, assieme alla cancelliera tedesca Angela Merkel, Silvio Berlusconi alle dimissioni nel 2011, la morte ieri dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano) perché TUTTI i media - con qualche ovvia differenza tra quelli di destra e gli altri - rinverdissero la vulgata che Silvio Berlusconi fu punito dai mercati finanziari e poi costretto alle dimissioni perché rifiutava di approvare le dolorose riforme chieste dalla BCE con la famosa lettera del 5 agosto 2011, per cui il presidente Napolitano, per tranquillizzare i mercati e salvare l’Italia dal default, in sostanza, ordì un complotto contro Berlusconi e lo indusse alle dimissioni, per sostituirlo con il governo tecnico Monti. Il quale avrebbe fatto quelle dolorose riforme, deciso una terribile stretta fiscale e causato la crisi economica.

Com’è noto ai lettori abituali di questo blog, si tratta di una (tripla) BUFALA, ormai diventata mondiale, che, sulla base dei dati ufficiali, contrasto praticamente da solo da 13 anni.

Una seconda BUFALA mondiale, quasi altrettanto grande nelle dimensioni delle cifre relative (cioè fra i due governi), riguarda le pensioni. Anche in questo caso, quando è arrivato il governo Monti-Fornero, il grosso era già stato fatto dal governo Berlusconi. Ma poi è stato attribuito interamente al governo Monti-Fornero.

Una terza BUFALA mondiale attiene agli obiettivi e ai poteri-doveri statutari della Banca Centrale Europea.

In base alla mia ricerca ultradecennale, ho tratto la convinzione che a conoscere bene i fatti e soprattutto i dati di quel periodo fossimo molto meno di un centinaio di persone su 60 milioni, inclusi gli esperti. A conoscerli, dopo l’invio delle mie lettere “circolari”, forse un migliaio su 8 miliardi nel mondo. Eppure tutti, in primis gli esperti, si sentono in grado di parlarne con cognizione di causa e, “catturati” dalla vulgata, resistono a qualunque prova contraria.

Per rinverdire, a mia volta, la mia opera di CONTROINFORMAZIONE, traendola dal mio saggio sulla XVI legislatura LE TRE PIU’ GRANDI BUFALE DEL XXI SECOLO, Premio saggistica 2021 Istituto Italiano di Cultura di Napoli, riporto la mia personale ricostruzione, basata in grandissima parte su documenti ufficiali, delle due BUFALE mondiali, la seconda dentro la prima, Berlusconi-Monti e Sacconi-Fornero (pensioni) e, incidentalmente, della BCE. 

Ma prima, come rappresentazione icastica della prima BUFALA mondiale, riporto le cifre delle manovre finanziarie varate dai due governi Berlusconi e Monti. Come si può vedere, in un lasso di tempo equivalente (circa un anno e mezzo), l’importo totale di quelle di Berlusconi è il quadruplo di quelle di Monti.

Riepilogo delle Manovre correttive XVI legislatura (valori cumulati)

- Governo Berlusconi-Tremonti 266,3 mld (80,8%)

- Governo Monti-Fornero 63,2 mld (19,2%)

Totale 329,5 mld (100,0%)


***

Ricostruzione sintetica delle due BUFALE mondiali Berlusconi-Monti e Sacconi-Fornero

Dopo la crisi della Grecia, raccomandazione del 30 novembre 2009 dell’Ecofin all’Italia, che dal 2 dicembre successivo viene posta dal Consiglio Europeo sotto procedura di infrazione per disavanzo eccessivo.

In data 31.05.2010, per rispondere alla raccomandazione dell’Ecofin (che aveva dato il termine del 2 giugno 2010) e contrastare il contagio greco ormai esploso, il Governo Berlusconi vara la prima Manovra straordinaria (DL 78 del 31.5.2010, convertito dalla L. 122 del 30.07.2010), di 62 mld cumulati a valere per il triennio 2011-13, probabilmente la più scandalosamente iniqua della storia repubblicana. All’art. 12 è prevista la severa Riforma delle pensioni Sacconi.

Provvedimenti salienti della Riforma Sacconi del 2010 (DL 78/2010, Legge 122 del 2010 http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legge:2010-5-31;78~art12!vig=):

• aumento dell’età di pensionamento mediante la sostituzione della «finestra» fissa Damiano di 4 mesi in media (L. 247/2007) con la «finestra» mobile di 12 mesi per i dipendenti e 18 mesi per gli autonomi, sia per la pensione di vecchiaia (che passa da 65 a 66 anni o 66 anni e 6 mesi), sia per quella di anzianità (che passa da 40 a 41 anni o 41 anni e 6 mesi);

• allungamento da 60 a 65 anni (più ‘finestra’ di 12 mesi), quasi senza gradualità, per le lavoratrici dipendenti pubbliche per equipararle ai dipendenti pubblici maschi;

• modificando il DL 78/2009, art. 22-ter, comma 2, convertito dalla L. 102/2009 (Sacconi), introduzione dell’adeguamento triennale all’aspettativa di vita a decorrere dal 2014, relativamente alle pensioni di vecchiaia, alle «quote» e all’assegno sociale. Finora ci sono stati tre scatti: 3 mesi nel 2013, +4 nel 2016, +5 nel 2019 = 1 anno, dal 1.1.2019, per cui l’età di pensionamento di vecchiaia aumenta da 66 a 67 anni.

Provvedimenti salienti della Riforma Sacconi del 2011 (Legge 15.07.2011, n. 111, e Legge 14.09.2011, n. 148 https://tuttoprevidenza.it/wp-content/uploads/2014/03/Numero-30-settembre-2011.pdf:

anticipo al 2013 dell’adeguamento all’aspettativa di vita (DL 98);

• posticipo ulteriore di 3 mesi per il pensionamento di anzianità (la ‘finestra’ di attesa passa da 41 anni a 41 e 3 mesi per i dipendenti e da 41 anni e 6 mesi a 41 anni e 9 mesi per gli autonomi), (DL 98);

• estensione al comparto della scuola e dell’università della «finestra» di 12 mesi e rinvio del pagamento della buonuscita (DL 138).

Raffaele Bonanni (CISL) e Luigi Angeletti (UIL) collaborano con i ministri Tremonti e Sacconi e la presidentessa di Confindustria Emma Marcegaglia alla stesura della Manovra primaverile, in particolare in materia previdenziale, che vede – pare - 4 versioni man mano peggiorative (il 30 maggio sera, sul sito del Tesoro, la “finestra” mobile era prevista di 6 mesi).
http://www.repubblica.it/economia/2010/09/04/news/tremonti_l_emergenza_finita_patto_con_l_opposizione_per_l_economia-6747603/

In data 12.06.2010, manifestazione della CGIL contro la Manovra del 31.5.
http://www.flcgil.it/pagine-web/scioperi-e-manifestazioni/contro-la-manovra-economica-del-governo-manifestazione-nazionale-il-12-giugno-2010-a-roma.flc

In data 25.06.2010, sciopero generale della CGIL contro la Manovra del 31.5 (CISL e UIL non scioperano). http://www.flcgil.it/notizie/news/2010/giugno/manovra_economica_cgil_25_giugno_sciopero_generale

In data 18.10.2010, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy si incontrano nella piccola cittadina balneare francese di Deauville. Questo incontro è commentato dal Governatore Ignazio Visco nel corso della sua lunga audizione del 19.12.2017 alla Commissione banche. https://www.radioradicale.it/scheda/528725/commissione-parlamentare-di-inchiesta-sul-sistema-bancario-e-finanziario

L’attacco al debito sovrano italiano (che seguiva a quelli alla Grecia, all’Irlanda, al Portogallo e alla Spagna) comincia nella primavera 2011 e si accentua nell’estate successiva, con una prima impennata del differenziale BTP-Bund, poco dopo la comunicazione del 26 luglio - improvvisa, parziale e di fatto manipolatoria del mercato - della vendita al 30.06.2011 di sette miliardi di titoli di Stato italiani da parte della Deutsche Bank, degli otto che possedeva l’1.01.2011; ma già in luglio risaliti da uno a tre miliardi, dato che invece fu tenuto nascosto.

In data 6.5.2011, sciopero generale della CGIL contro la politica economica del Governo Berlusconi (CISL e UIL non scioperano). http://www.rsusiaemic.org/archivio/6_5_2011.pdf
http://m.flcgil.it/attualita/sindacato/6-maggio-sciopero-generale-l-occasione-da-non-perdere.flc

In data 6.07.2011, anticipando a luglio la Manovra di bilancio triennale per far fronte alle tensioni dei mercati finanziari e su richiesta dell’UE, il Governo Berlusconi vara la prima Manovra estiva (DL 98 del 6.07.2011, convertito dalla L. 111 del 15.07.2011), di 82 mld cumulati a valere per il quadriennio 2011-14). L’art. 18 reca la modifica della Riforma Sacconi: accelerazione dell’allineamento delle donne del settore privato e anticipo al 2013 della decorrenza dell’adeguamento alla speranza di vita.

Crisi: Spread Italia vola a 330 punti dopo aste Btp 29 luglio 2011.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2011/07/28/visualizza_new.html_761113654.html

In data 5.08.2011, la BCE invia al Governo Berlusconi (e a quello Zapatero, il quale però la chiude in un cassetto e non ne informa nessuno) una lettera, con delle prescrizioni precise, tra le quali l’anticipo del pareggio di bilancio dal 2014 al 2013 e il completamento della severa Riforma Sacconi: revisione delle pensioni di anzianità (che include le “quote”) e accelerazione dell’allineamento delle donne del settore privato a tutti gli altri.

In data 13.08.2011, in risposta alla lettera della BCE, il Governo Berlusconi vara la seconda Manovra estiva (DL 138 del 13.08.2011, convertito dalla L. 148 del 14.09.2011), di 65 miliardi cumulati dal 2011 al 2014, come contropartita degli acquisti di titoli di Stato italiani nell’ambito del Securities Markets Programme (SMP) per cercare di raffreddare lo spread. Il totale delle tre Manovre è pari a 209 mld cumulati a valere per un quadriennio, ma le misure strutturali, cioè permanenti, valgono tuttora. Tra le misure del DL 138, c’è l’anticipo del pareggio di bilancio dal 2014 al 2013 chiesto dalla BCE. In materia di pensioni, viene estesa la “finestra” mobile di 12 mesi al comparto della scuola e dell’università e rinviato il pagamento della buonuscita.

Il 22.08.2011, cioè nove giorni dopo l’approvazione della seconda Manovra estiva, la BCE inizia gli acquisti di titoli di Stato italiani sul mercato secondario, che ammonteranno complessivamente, fino al febbraio 2012, a un valore nominale di 218 mld, di cui 102,8 mld dell’Italia.

In data 6.9.2011, sciopero generale della CGIL contro la politica economica del Governo Berlusconi (CISL e UIL non scioperano).
http://www.flcgil.it/attualita/il-6-settembre-sciopero-generale-un-altra-manovra-economica-e-possibile.flc

Si registra il declassamento del debito pubblico dell’Italia da parte prima di Standard & Poor’s il 20 settembre e, pochi giorni dopo, di Moody’s il 4 ottobre e di Fitch il 7 ottobre.

Al Consiglio Europeo del 23 ottobre 2011 a Bruxelles, sorrisini irridenti in pubblico di Merkel e Sarkozy all’indirizzo di Berlusconi.

In data 26 ottobre 2011, ultimo giorno del Consiglio Europeo, prima lettera del Governo italiano all’UE, redatta sotto la supervisione del ministro della P.A., Renato Brunetta (Tremonti era in rotta con Berlusconi, col quale si scambiava accuse di pazzia). Nella lettera c’è il grave errore dell’età di pensionamento di vecchiaia a 67 anni entro il 2026 (che invece valeva soltanto per le donne del settore privato), anziché il 2021.

In data 4.11.2011, il Commissario UE Olli Rehn invia al ministro dell’Economia Giulio Tremonti, dando per la risposta il termine dell’11 novembre, la richiesta di 39 chiarimenti sulla lettera del 26.10.2011.

In data 9 novembre 2011, lo spread BTP-Bund raggiunge il picco di 574 punti base.

In data 10.11.2011, io invio una lettera al Commissario Olli Rehn, che aveva chiesto un’altra Manovra e, forse ingannato dall’errore 2026, ulteriori misure sulle pensioni, tra l’altro invitandolo a distinguere tra le pensioni di vecchiaia, ormai benchmark in UE a 67 anni nel 2021, e le pensioni di anzianità, disallineate rispetto alla media UE.

In data 11.11.2011 (?), risposta del Governo Berlusconi alla richiesta di 39 chiarimenti, nella quale viene corretto l’errore sulle pensioni ed evidenziato che l’Italia raggiungerà l’età di pensionamento a 67 anni prima della Germania e molto prima della Francia.

In data 12.11.2011, invio una segnalazione ai media e ad alcuni parlamentari circa l’errore del 2026 in luogo del 2021, a partire dall’ANSA (ore 20:36), alla quale chiedo di emettere un comunicato.

In data 16.11.2011, il Governo Berlusconi IV si dimette e viene sostituito dal Governo Monti.

In data 22.11.2011, pubblico la notizia del grave errore sulle pensioni nel blog di Lavinia Rivara su Repubblica, elencando i numerosi destinatari.

In data 6.12.2011, il Governo d’emergenza Monti vara la sua prima Manovra (DL 201, convertito dalla L. 214 del 22.12.2011), battezzata pomposamente e infedelmente «salva-Italia», di 63 mld cumulati a valere per il triennio 2012-14; nelle entrate ci sono i 23,7 mld annui dell’IMU (anticipazione e aggravamento dell’IMU, istituita dal Governo Berlusconi con il D.lgs. n. 23 del 14.03.2011, e sua reintroduzione per la prima casa, pari a 4 mld), i quali coprono gran parte del fabbisogno (i 32 mld «lordi» per il 2012 includono 10 mld «restituiti» in sussidi, essenzialmente sgravi IRAP, e incentivi, ACE-Aiuti alla crescita economica); all’art. 24 è contemplata la Riforma delle pensioni Fornero, le cui principali misure sono:

• metodo contributivo esteso pro-rata a quelli che erano precedentemente esclusi dalla riforma Dini del 1995 (cioè coloro che nel 1995 avevano già almeno 18 anni di contributi versati), a decorrere dall’1.1.2012 [è la misura della Riforma Fornero meno incisiva e più sopravvalutata, v. la Relazione tecnica della legge];

• aumento di un anno delle pensioni di anzianità, ridenominate «anticipate», limitatamente agli uomini (da 41 anni e 3 mesi a 42 anni e 3 mesi);

abolizione delle cosiddette «quote» (somma di età anagrafica e anzianità contributiva);

• accelerazione graduale entro il 2018 dell’età di pensionamento di vecchiaia delle lavoratrici del settore privato da 60 anni a 65 (più «finestra» mobile di 12 mesi Sacconi-Damiano), per allinearle a tutti gli altri;

• estensione dell’adeguamento all’aspettativa di vita alle pensioni anticipate e modifica della sua periodicità da triennale a biennale, dopo quello del 2019 [cioè dal 2022]; ciò è solo un’estensione della misura decisa da Sacconi, ma quasi tutti (nel mondo) attribuiscono l’adeguamento interamente a Fornero, alimentando la BUFALA;

• riduzione da 18 mesi a 12 della «finestra» mobile per i lavoratori autonomi (equiparandoli, dunque, a tutti gli altri).

NB: La Riforma Fornero ha opportunamente eliminato la «finestra» mobile di 12 mesi sostituendola con un allungamento corrispondente dell’età base ed equiparando i lavoratori autonomi ai lavoratori dipendenti, ma l’allungamento (già recato dalla Riforma Sacconi) è solo formale. Ed è stato fatto in tre commi diversi (5, eliminazione ‘finestra’, e 6, aumento età base pensione vecchiaia, o 10, anticipata) e senza avvertire del legame. Ciò ha ingannato tutti e alimentato la BUFALA mondiale.

Nel 2012, di fronte alla riduzione delle pensioni del 35% rispetto all’anno precedente, tutti i mass media decantano gli effetti portentosi della Riforma Sacconi. Questo è un esempio:

Il Sole 24 ore Crollano le nuove pensioni. Nei primi nove mesi il 35,5% in meno (e la riforma Fornero non c'entra) di An. C. - 21 ottobre 2012

In data 6.7.2012, il Governo Monti vara la seconda Manovra correttiva (DL 95, convertito dalla L. 135 del 7.08.2012), di 20.326 milioni di spese e 19.680 di entrate, con un impatto sul fabbisogno di appena 646 mln. Il totale cumulato delle due Manovre è pari a 63 mld, vale a dire (63 mld contro 209) meno di 1/3 del Governo Berlusconi in uno stesso lasso di tempo (circa un anno e mezzo); rispetto al totale della legislatura (330 mld cumulati), appena il 19% contro l’81% del Governo Berlusconi. Ma tutti attribuiscono erroneamente la recessione a Monti, che in più è stato molto più equo di Berlusconi (v. IMU, patrimonialina sui depositi, leggera TTF, modifica dell’iniqua clausola di salvaguardia tremontiana).

Nel luglio 2012, nonostante Mario Monti e la Riforma Fornero, lo spread torna pericolosamente sopra i 500 punti base. Il 26 luglio, Mario Draghi fa la famosa dichiarazione del «whatever it takes» e, senza spendere un solo Euro, fa scendere lo spread a rotta di collo.

Dal 2014 (circa), tutti i mass media, dimentichi di ciò che avevano scritto un paio di anni prima sugli effetti portentosi della Riforma Sacconi, coadiuvati da noti esperti di previdenza (Giuliano Cazzola, Oscar Giannino, Tito Boeri, Pietro Garibaldi, Pietro Ichino, Alberto Brambilla), e dalla stessa Elsa Fornero, che, per varie ragioni, è uno dei principali responsabili della vulgata sulla sua riforma, cominciano ad alimentare la BUFALA sulla Riforma Fornero, che prima inganna 60 milioni di Italiani, inclusi gli esperti, e poi diventa mondiale. Almeno due dei noti esperti citati alimentano la BUFALA scientemente e lo fanno tuttora. Ma decidano loro se è malafede o ignoranza.

Questo ne è un esempio (del medesimo Sole 24 Ore):

Cosa prevede la Riforma Fornero
di Ma.l.C.  20 gennaio 2015
Aumento dell’età pensionistica
Contestualmente la riforma Fornero ha innalzato l'età pensionistica di uomini e donne, stabilendo i requisiti per la “pensione di vecchiaia” (in base all’età anagrafica): minimo 20 anni di contribuzione e 66 anni di età per donne del pubblico impiego e uomini (Pa e privati), 62 anni per donne del settore privato (poi 66 anni e 3 mesi nel 2018), 63 anni e 6 mesi per donne lavoratrici autonome (che diventeranno gradualmente 66 anni e 3 mesi nel 2018).

Essi continuano tuttora, nonostante le mie decine di lettere «circolari».

Ad essi si aggiungono Maurizio Sacconi e Cesare Damiano. I quali, tra l’altro, in data 14.7.2017, quando erano presidenti, rispettivamente, delle Commissioni Lavoro del Senato e della Camera, arrivano a convocare una conferenza stampa in una sala del Parlamento e distribuiscono un manifesto nel quale attribuiscono l’adeguamento alla speranza di vita a Fornero (http://www.cesaredamiano.org/2017/07/14/appello-a-parlamento-e-governo-sulleta-pensionabile/). Ma poi, verbalmente, Sacconi ammette spontaneamente di essere stato lui a introdurlo (http://www.repubblica.it/economia/2017/07/11/news/pensioni_damiano_e_sacconi_contro_gli_adeguamenti_automatici_serve_gradualita_-170550410/).

Due parlamentari e per giunta presidenti di Commissione parlamentare (Sacconi e Damiano) che, di concerto, mentono volutamente a un gruppo di giornalisti che hanno convocato in una sala del Parlamento, allo scopo di propalare una loro notizia scritta falsa contro una persona (Elsa Fornero, ex ministra) oggetto di insulti e minacce da anni, provocate in gran parte dalle decisioni da essi medesimi (Sacconi e Damiano) prese in passato. E forniscono essi stessi la prova testimoniale della falsità del documento, da essi distribuito in una sala del Parlamento, cioè – come recita il dizionario Treccani - «dell’organo rappresentativo per eccellenza», a dei giornalisti, sedicenti cani da guardia contro l’illegalità. Dovrebbe scoppiare uno scandalo. Ed invece, come avviene da otto anni in questo stranissimo caso della Riforma delle pensioni Fornero (e delle Manovre finanziarie di Monti), neppure questa volta succede nulla.

In conclusione gli esodati. Scrive in merito ad essi la professoressa Elsa Fornero nel suo libro già citato, evidenziando la carenza dei dati (non era infatti prevista la comunicazione a Roma di tutti gli accordi di prepensionamento):

«Le recriminazioni riguardarono principalmente l’assenza di un periodo di transizione, il che esasperò la questione degli “esodati”, nata essenzialmente per la mancanza di dati attendibili (come fu chiaro, purtroppo, a riforma approvata) ma cresciuta a dismisura anche per effetto di una cinica strumentalizzazione politica.»

Il numero degli esodati fu prima sottostimato (la prima salvaguardia riguardò 65.000 persone, cioè prudenzialmente 15 mila in più dei 50 mila stimati inizialmente dalla burocrazia, cfr. la relazione tecnica della L. 214/2011) e poi sovrastimato dalla stessa burocrazia di RGS e INPS, che, nell’arco di 6 anni e su 8 salvaguardie, «ridetermina il numero massimo degli esodati a 153.389 soggetti», contro una stima rettificata di 389.200, cioè a meno della metà della nuova stima.

Inoltre, la questione esodati fu aggravata dalle precedenti norme Sacconi; ed ampliata dall’allargamento delle maglie dei criteri per essere classificato esodato.

Infine, anche la Riforma Sacconi ha avuto i suoi esodati, almeno diecimila persone (cfr. il DL 78/2010, L. 122/2010, art. 12, comma 6), ma sono stati anch’essi imputati alla Riforma Fornero. A questi si potrebbero aggiungere migliaia di pensionandi inattivi, ma non esclusi dall’applicazione delle nuove norme Sacconi.

I numeri, dunque, danno ragione alla ex ministra Fornero sulla sua accusa al Centrodestra di avere orchestrato una «cinica strumentalizzazione politica». Se, infatti, dal totale di 153.000 sottraiamo i 10.000 di Sacconi e i 65.000 della previsione iniziale (per la quale era stata prevista la copertura finanziaria), residuano non le centinaia di migliaia di cui tutti cianciano, ma appena 78.000 unità di esodati «forneriani» classificati tali con griglie larghe, non subito sanabili. Davvero poca cosa, considerato lo scandalo montato ad arte dal Centrodestra, proporzionale alla sua lunghissima coda di paglia, che perdura dopo otto anni e forse resterà nei secoli a venire, appetto al silenzio assordante (o quasi) che è seguito alle decine di migliaia di esodati «sacconiani».

 

Post collegato:

LA RIFORMA DELLE PENSIONI FORNERO È UNA BUFALA MONDIALE
https://vincesko.blogspot.com/2021/10/la-riforma-delle-pensioni-fornero-e-una.html

 

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Per chi non ama i libri troppo lunghi, riporto il seguente link ai singoli saggi (cartacei ed ebook), integrati da altri capitoli:

I miei 4 saggi sulle tre BUFALE mondiali “Berlusconi-Monti”, “Sacconi-Fornero” e “Draghi-Yellen”.
https://www.amazon.it/Libri-Vincenzo-Battipaglia/s?rh=n%3A411663031%2Cp_27%3AVincenzo+Battipaglia