A causa delle avarie frequenti della
piattaforma IlCannocchiale, dove - in
4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko
ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente.
O, meglio, di tenermi
pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di
5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 488 del 07-10-14 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Piketty, i
ricchi si abbuffano e i poveri annaspano
Dallo
studio recente di Thomas Piketty (Capitale nel
XXI secolo, cfr. l’interessante recensione del libro in Quel capitale pericoloso: tutte le formule
di Piketty, di Giorgio Gattei [1]),
emerge che, a partire dal 1700, l’unico periodo in cui si sia invertito il trend ascendente della concentrazione
della ricchezza e del reddito e delle disuguaglianze è stato, nel 1900, quando
si sono applicate le teorie di Keynes (deficit
spending) [2] e di Beveridge (welfare).[3] Dopo la scomparsa dell’Unione Sovietica e del comunismo, che
fungeva da contraltare e da elemento competitore-dissuasore, il trend si è nuovamente capovolto.
Negli
ultimi 30 anni - ripeto: negli ultimi trent’anni! -, infatti, è stata applicata
la ricetta mainstream neo-liberista, basata
sull’ossimorica “austerità espansiva”, con tutti i guasti che ne sono derivati
e che ora sono sotto i nostri occhi: crisi economica (tramutatasi in Italia in
depressione economica), aumento della disoccupazione, aumento della
concentrazione della ricchezza e del reddito e aumento delle disuguaglianze. In
una tale misura e durata, che persino i vessilliferi di tale dottrina nefasta -
ad esempio, Alesina e Giavazzi - ora, per salvare la faccia, sono transitati
sulla sponda (quasi) keynesiana e chiedono maggiore deficit e un intervento
congruo della BCE. [4]
Mentre
i ricchi s’abbuffano sempre di più e gongolano, i “poveri”, attoniti se non
atterriti, non sanno che pesci prendere e, come al solito, anziché reagire
compatti, fanno ammuina (basta leggere i commenti sui giornali per rendersene
conto facilmente), per cui, se non si attua – forse per volontà dello Spirito
Santo? - una politica fiscale espansiva,
resa possibile da un intervento congruo della BCE, e non si rafforzano gli ammortizzatori
sociali finanziandoli con un prelievo forzoso sui ricchi, la situazione già
grave è destinata a peggiorare.
Le
teorie di Keynes furono applicate, appunto, dopo il 1930, dopo la grande
depressione, e quelle di Beveridge dopo la seconda Guerra mondiale. Il che attesta,
a mio giudizio, che l’esistenza del comunismo sovietico fu una potente co-determinante,
non l’unica. Giocarono un ruolo altrettanto determinante sia un duplice shock bellico
mondiale, sia, soprattutto, la presenza di politici di alto livello (in
particolare, Franklin Delano Roosevelt,[5] negli
USA, e Winston
Churchill,[6] in Gran Bretagna).
La riprova – e il dramma di oggi - è nell’inadeguatezza di quelli attuali
europei, in primo luogo la potentissima cancelliera tedesca Merkel (figlia del
pastore protestante Horst Kasner, dal quale forse ha appreso i
suoi teutonici furori moralistici, che sicuramente hanno inciso sulla sua
personalità),[7] che stanno facendo
incancrenire una crisi regalataci generosamente dagli USA nel 2008 e che è
esplosa rapidamente in quasi tutta l’UE perché, proprio per volontà della
egemone, egoista ed ottusa Germania, non si è posto subito riparo, nel 2010, alla
crisi del debito pubblico della Grecia, che aveva appena il 3% del Pil UE, debito
finanziato, fino a quel momento, a iosa proprio dalle banche tedesche (oltre
che francesi e olandesi), scatenando questo po’ po’ di conseguenze negative a
catena.
Giorgio Gattei - 29 settembre 2014
Quel piano Beveridge che pare scritto oggi
[4] John Maynard Giavazzi (o quasi)
Pubblicato
da keynesblog il 22
agosto 2014
Italia e Ue: un incrocio favorevole
di
Alberto Alesina e Francesco Giavazzi
29
agosto 2014
Renzi alla prova della verità: promesse finite il
tempo scade
di
Alberto Alesina e Francesco Giavazzi
12
settembre 2014
Più democrazia per più Europa
[…]
la seconda, che occorre una maggiore enfasi nel ruolo esercitato in negativo
dai protagonisti politici (Merkel, Sarkozy e Barroso, in ambito esterno;
Berlusconi e Tremonti, in ambito nazionale) nella gestione di una crisi che per
gli effetti è equivalsa ad una guerra con migliaia di morti e feriti. Alla
quale se ne potrebbe aggiungere una terza (in parte ventilata nell'articolo):
che la Germania, oltre ad avere uno strapotere economico, industriale e
commerciale, ha anche uno strapotere nell’interpretazione e nell’applicazione
dei trattati. […]
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2812094.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/07/piu-democrazia-per-piu-europa.html
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2812094.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/07/piu-democrazia-per-piu-europa.html
Articolo collegato:
Ho trovato adesso queste sorprendenti - per chi le fa, non per il merito -
affermazioni del governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, membro del board
della BCE. Preluderanno a un cambio di rotta del Consiglio direttivo della BCE?
Io ne dubito.
La
svolta di Visco: l'Europa ha sbagliato nel 2010, e ora i banchieri centrali
pensino al benessere della gente e non ai parametri
di Guido Gentili.
Analisi di Alberto Quadrio Curzio e Luigi Zingales 5 ottobre
2014
“Il
problema di Bruxelles non è il debito pubblico ma quello delle banche”
Gaël Giraud, economista gesuita, si
batte in Francia per separare il credito dalla finanza: in Europa ci sono molte
bombe a orologeria
Non esiste un’«economia cattolica», ci
dice padre Giraud, esiste un «forum pubblico mondiale nel quale si discutono le
opzioni politiche. In questo forum gli economisti hanno un ruolo importante
nell’aiutare la ripartizione delle risorse». La voce del quarantenne gesuita
Gaël Giraud, che prima di diventare gesuita ha studiato da economista nelle
alte scuole parigine (Normale e Polytechnique), ha un suo peso in questo «forum»
e – ovviamente – una sua originalità. Non solo per la denuncia del «cin...
CESARE MARTINETTI
08/10/2014
La rivoluzione di Piketty: "Salario minimo e
supertasse sugli stipendi dei manager"
di GIULIANO BALESTRERI
e RAFFAELE RICCIARDI
08 ottobre 2014
LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO ALLA BOCCONI
L’economista Piketty: l’austerità è stata un disastro ma gli europei hanno
molta ricchezza privata
La soluzione «potrebbe venire in parte da una politica
fiscale europea comune»
di Francesca Basso
08 ottobre 2014
UE. Dall’inizio della crisi ci sono 8,5 milioni di
disoccupati in più
8 ottobre 2014
Bortolussi: “Le politiche di austerità e di rigore hanno fallito”
Lagarde: serio rischio
recessione nell’area euro, la Bce compri titoli di Stato
9 ottobre 2014
Aggiornamento
(01/01/2015)
Segnalo molto volentieri questa notizia, poiché
la considero un meritatissimo schiaffo morale ad un presidente socialista
francese mediocre e amico dei banchieri come Hollande.
Piketty rifiuta la Legion
d'Onore: "Il governo pensi alla crescita"
L'economista autore del best
seller Il Capitale nel XXI secolo torna a far parlare di sé
con un gesto contro Hollande: "Non penso che sia il ruolo del governo
decidere chi sia da onorare". Prima di lui i coniugi Curie e Sartre
01
gennaio 2015
Rileggere Beveridge 73 anni
dopo il suo Rapporto
Michele
Colucci 15 dicembre 2015
Michele Colucci ci riporta al dicembre del 1942
quando a Londra venne presentato il Rapporto finale della Commissione sulla
riforma delle assicurazioni sociali, presieduta da William Beveridge. Colucci
ricostruisce la personalità di Beveridge, ricorda l’enorme successo del suo
Rapporto, che ha rappresentato una svolta storica del dibattito sullo Stato
sociale e sostiene che esso conserva, pur nel mutato contesto, una perdurante
attualità. La sua conclusione è un invito a non limitarsi a citarlo ma a leggerlo
o rileggerlo.
November
26, 1942
Beveridge Report
Social Insurance and Allied Services
Report by Sir William Beveridge
Presented to Parliament by Command of His Majesty November 1942
HMSO CMND 6404
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