A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000
visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi
pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di
5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 415 del 16-12-13 (trasmigrato
da IlCannocchiale.it)
AnalisiQQ/25 –
La ricchezza delle famiglie italiane – 2010, 2011 e 2012
Riporto
le statistiche relative alla ricchezza delle famiglie italiane elaborate
annualmente dalla Banca d’Italia nel mese di dicembre, riferite all’ultimo
triennio.
Segnalo
la strana reticenza della Banca d’Italia sulla distribuzione della ricchezza
delle famiglie italiane nella statistica relativa al 2012, in cui mancano sia i
dati che la nota esplicativa che la tavola relativi alla distribuzione della
ricchezza netta, inclusa la percentuale della ricchezza detenuta dal decile più
ricco, che è stata una variabile citatissima negli ultimi anni.
Sarebbe
stato invece interessante sapere se, dopo un quinquennio di crisi economica, a
fronte di una diminuzione della ricchezza totale sia a prezzi correnti, sia
ancor più a prezzi costanti, tale calo abbia riguardato anche il decile più
ricco o invece, come risulterebbe dall’aumento delle disuguaglianze, sia in
Europa che in Italia che nel resto del mondo, gli Italiani ricchi si siano
ulteriormente arricchiti, sia in termini relativi che in termini assoluti. A
conferma del fatto che il costo enorme del risanamento dei conti pubblici, pari
a 330 mld nella scorsa legislatura, è stato pagato in grandissima parte dai non
ricchi. [*]
Informo
che ci sono discrepanze nei dati, riguardanti la stessa voce e lo stesso anno, tra
i vari Bollettini (vedi ad esempio il dato della ricchezza netta per famiglia
relativo al 2011 nelle tavole conclusive).
[*]
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2747515.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/il-lavoro-sporco-del-governo-berlusconi.html
Riepilogo ultimo
triennio (a prezzi correnti):
………………………………………………...2010…...2011…..2012
Ricchezza
totale lorda (mld)……………….…9.525…..9.519…..9.437
Ricchezza
totale netta (mld)…………….……8.638…..8.619…..8.542
Ricchezza
netta pro capite (K€)………...….….142……..142…….143
Ricchezza
netta per famiglia (K€)…………….367……..352……..357
Ricchezza
del decile più ricco (%)……......….44,9…….45,9………?
Attività
reali (mld)……………………….......5.925…...5.978…..5.768
Attività
reali (%)…………………………....…62,2..…..62,8…..…61,1
Abitazioni
(mld)………………………...........4.950…...5.027…..4.833
Abitazioni
per famiglia (K€)…………………...200…....200……...201
Attività
finanziarie (mld)…….……………....3.600……3.541…..3.670
Attività
finanziarie (%)………………….…....37,8……..37,2……38,9
Contanti,
Depositi bancari e postali (mld)…..1.087…....1.091…..1.149
Titoli
di Stato (mld)…………………………...155….…...184…….185
Passività
(mld)………………………………...887….…...900…….895
2010
La ricchezza
delle famiglie italiane – anno 2010, n. 64 – 14-12-2012
LA RICCHEZZA
DELLE FAMIGLIE ITALIANE – 2010
I PRINCIPALI
RISULTATI
Alla fine del
2010 la ricchezza lorda delle famiglie italiane era pari a circa 9.525 miliardi
di euro, corrispondenti a poco meno di 400 mila euro in media per famiglia. Le
attività reali rappresentavano il 62,2 per cento della ricchezza lorda, le
attività finanziarie il 37,8 per cento. Le passività finanziarie, pari a 887
miliardi di euro, rappresentavano il 9,3 per cento delle attività complessive.
Fra la fine
del 2009 e la fine del 2010 la ricchezza netta complessiva a prezzi correnti è
rimasta invariata; a prezzi costanti (utilizzando il deflatore dei consumi) si
è ridotta nell’ultimo anno dell’1,5 per cento. Dalla fine del 2007, quando
l’aggregato ha raggiunto il suo valore massimo, il calo è stato pari al 3,2 per
cento.
Alla fine del
2010, la ricchezza in abitazioni detenuta dalle famiglie italiane era stimata
in circa 4.950 miliardi di euro. In termini nominali la ricchezza abitativa è
aumentata dell’1 per cento rispetto alla fine del 2009 (-0,5 per cento in
termini reali).
L’aumento
delle attività reali (1,1 per cento) è stato compensato da una diminuzione
delle attività finanziarie (0,8 per cento) e da un aumento delle passività (4,2
per cento).
A fine 2010
circa il 35 per cento dell’ammontare dei titoli depositati presso le banche
italiane da famiglie residenti era riferito a conti titoli di valore
complessivamente inferiore a 50 mila euro; i finanziamenti erogati alle
famiglie di importo compreso tra 30 mila e 75 mila euro rappresentavano il 20
per cento circa del totale; quelli compresi fra 75 mila e 250 mila euro erano
il 56 mentre il restante 23 per cento era ascrivibile a finanziamenti di
importo superiore a 250 mila euro.
Secondo stime
preliminari, nel primo semestre 2011 la ricchezza netta della famiglie italiane
sarebbe aumentata dello 0,4 per cento in termini nominali: l’aumento delle
passività è stato più che compensato dalla crescita delle attività reali e
finanziarie.
Nel confronto
internazionale le famiglie italiane mostrano un’elevata ricchezza, pari, nel
2009, a 8,3 volte il reddito disponibile, contro l’8 del Regno Unito, il 7,5
della Francia, il 7 del Giappone, il 5,5 del Canada e il 4,9 degli Stati
Uniti).
Esse risultano
inoltre relativamente poco indebitate: l’ammontare dei debiti è pari all’82 per
cento del reddito disponibile (in Francia e in Germania è di circa il 100 per
cento, negli Stati Uniti e in Giappone è del 130 per cento, nel Regno Unito del
170 per cento).
La distribuzione della ricchezza è
caratterizzata da un elevato grado di concentrazione: molte famiglie detengono
livelli modesti o nulli di ricchezza; all’opposto, poche famiglie dispongono di
una ricchezza elevata. Le informazioni sulla distribuzione della ricchezza –
desunte dall’indagine campionaria della Banca d’Italia sui bilanci delle
famiglie italiane9 – indicano che
alla fine del 2008 la metà più povera delle famiglie italiane deteneva il 10
per cento della ricchezza totale, mentre il
10 per cento più ricco deteneva quasi il 45 per cento della ricchezza
complessiva. L’indice di Gini, che varia tra 0 (minima concentrazione) e 1
(massima concentrazione)10, risultava pari a 0,613. Seconde stime provvisorie, nel 2010 sarebbe
cresciuto a 0,624, un aumento presumibilmente attribuibile agli effetti della
grande recessione che, tuttavia, lo riporta in linea con i valori della fine
degli anni novanta11.
link sostituito
da:
2011
La ricchezza
delle famiglie italiane – anno 2011, n. 65 – 13-12-2012
LA RICCHEZZA DELLE FAMIGLIE ITALIANE – 2011
I PRINCIPALI RISULTATI
Alla fine del
2011 la ricchezza netta delle famiglie italiane era pari a circa 8.619 miliardi
di euro, corrispondenti a poco più di 140 mila euro pro capite e 350 mila euro
in media per famiglia.
Le attività
reali rappresentavano il 62,8 per cento del totale delle attività, le attività
finanziarie il 37,2 per cento. Le passività finanziarie, pari a 900 miliardi di
euro, rappresentavano il 9,5 per cento delle attività complessive.
Nel
corso del 2011 la ricchezza netta complessiva a prezzi correnti è diminuita dello
0,7 per cento; l’aumento delle attività reali (1,3 per cento) è stato più che compensato
da una diminuzione delle attività finanziarie (3,4 per cento) e da un aumento
delle passività (2,1 per cento). In termini reali (utilizzando il deflatore dei
consumi) la ricchezza netta si è ridotta del 3,4 per cento. Dalla fine del
2007, quando l’aggregato ha raggiunto il suo valore massimo in termini reali,
il calo è stato complessivamente pari al 5,8 per cento.
Alla fine del
2011, la ricchezza abitativa detenuta dalle famiglie italiane era stimata poco
più di 5.000 miliardi di euro. Questo valore è aumentato dell’1,3 per cento
rispetto alla fine del 2010, riducendosi dell’1,4 per cento in termini reali.
Secondo stime
preliminari, nel primo semestre del 2012 la ricchezza netta della famiglie
italiane sarebbe ulteriormente diminuita, dello 0,5 per cento in termini nominali
rispetto alla fine dello scorso dicembre.
Nel confronto
internazionale le famiglie italiane mostrano un’elevata ricchezza netta, pari,
nel 2010, a 8 volte il reddito disponibile, contro l’8,2 del Regno Unito, l’8,1
della Francia, il 7,8 del Giappone, il 5,5 del Canada e il 5,3 degli Stati
Uniti. Esse risultano inoltre relativamente poco indebitate, con un ammontare
dei debiti pari al 71 per cento del reddito disponibile (in Francia e in Germania
è di circa il 100 per cento, negli Stati Uniti e in Giappone è del 125 per
cento, nel Canada del 150 per cento e nel Regno Unito del 165 per cento
La distribuzione della ricchezza è
caratterizzata da un elevato grado di concentrazione: molte famiglie detengono
livelli modesti o nulli di ricchezza; all’opposto, poche famiglie dispongono di
una ricchezza elevata. Le informazioni sulla distribuzione della ricchezza – desunte
dall’indagine campionaria della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie
italiane9 – indicano che alla fine del 2010 la metà più povera delle famiglie
italiane deteneva il 9,4 per cento della ricchezza totale, mentre il 10 per cento più ricco deteneva il 45,9
per cento della ricchezza complessiva. L’indice di Gini, che varia tra 0 (minima
concentrazione) e 1 (massima concentrazione) è stato pari a 0,624 nel 2010, in
leggero aumento, rispetto ai valori fatti registrare nello scorso decennio; il
valore del 2010 è in linea con i valori della fine degli anni novanta10.
link sostituito
da:
https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/ricchezza-famiglie-italiane/2012-ricchezza-famiglie/suppl_65_12.pdf
2012
La ricchezza
delle famiglie italiane – anno 2012, n. 65 – 13-12-2013
LA RICCHEZZA DELLE FAMIGLIE ITALIANE – 2012
I PRINCIPALI RISULTATI
Alla fine del
2012 la ricchezza netta delle famiglie italiane era pari a circa 8.542 miliardi
di euro, corrispondenti in media a 143 mila euro pro capite e a 357 mila euro
per famiglia. Le attività reali rappresentavano il 61,1 per cento del totale delle
attività, quelle finanziarie il restante 38,9 per cento. Le passività, di poco inferiori
a 900 miliardi di euro, sfioravano il 10 per cento delle attività complessive.
Nel 2012 il
valore della ricchezza netta complessiva è diminuito rispetto all'anno precedente
dello 0,6 per cento a prezzi correnti; la flessione del valore delle attività
reali (-3,5 per cento), dovuta al calo dei prezzi delle abitazioni (-5,2 per cento),
è stata solo in parte compensata da un aumento delle attività finanziarie (4,5
per cento) e da una riduzione delle passività (-0,4 per cento). In termini
reali (utilizzando il deflatore dei consumi) la ricchezza netta si è ridotta
del 2,9 per cento rispetto al 2011. Dalla fine del 2007 la flessione a prezzi
costanti è stata complessivamente pari al 9 per cento.
Secondo stime
preliminari, nel primo semestre del 2013 la ricchezza netta della famiglie
italiane sarebbe ulteriormente diminuita, dell’1 per cento in termini nominali
rispetto allo scorso dicembre.
Alla fine del
2012, la ricchezza abitativa detenuta dalle famiglie italiane superava i 4.800
miliardi di euro; tale valore registrava una flessione del 3,9 per cento rispetto
all'anno precedente (-6 per cento in termini reali).
Nonostante il
calo degli ultimi anni, le famiglie italiane mostrano nel confronto internazionale
un'elevata ricchezza netta, pari nel 2011 a 7,9 volte il reddito lordo disponibile;
tale rapporto è comparabile con quelli di Francia, Regno Unito e Giappone e
superiore a quelli di Stati Uniti, Germania e Canada. Il rapporto fra attività
reali e il reddito disponibile lordo, pari a 5,5, è inferiore soltanto a quello
delle famiglie francesi; relativamente basso risulta il livello di indebitamento
(82 per cento del reddito disponibile), nonostante i significativi incrementi
degli ultimi anni.
Analisi
collegata:
Il risparmio e
la ricchezza delle famiglie italiane durante la crisi
di
Laura Bartiloro e Cristiana Rampazzi
Febbraio
2013
link sostituito
da:
Aggiornamento:
Supplementi
al Bollettino Statistico
Indagini
campionarie
I bilanci delle
famiglie italiane nell’anno 2012
Anno
XXIV - 27 Gennaio 2014 - Numero 5
link sostituito
da:
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