sabato 25 luglio 2015

Floris lascia la RAI per La7, una buona notizia per la RAI


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 462 del 04-07-14 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Floris lascia la RAI per La7, una buona notizia per la RAI


Floris lascia la Rai, andrà a La7
Per il conduttore un contratto da 4 milioni in tre anni. I vertici della tv pubblica, in un periodo di tagli e austerity, non erano andati oltre l’offerta di 1,8 milioni
03 luglio 2014


Francamente, la reputo una buona notizia per la RAI. Giovanni Floris è un conduttore sopravvalutato, ha una voce querula ed è incapace di disciplinare la discussione tra i numerosi ospiti quando sale la tensione, e poi ha la fissa... dell'IMU.
"Ballarò" - con 6 poltrone in studio + altri ospiti esterni + Pagnoncelli + numerosi servizi su vari argomenti i più disparati, confezionati da 2 giornaliste "vispeterese" copiaincolla dalla voce e dai testi un po' troppo chiocci e ridanciani e recitati a mo’ di filastrocca + un intervistatore girovago alto e dalle domande brevi ma di solito di livello mediocre - era diventato un programma pretenzioso, cacofonico e superficiale superiore alle forze di Floris ed, almeno per me, indigesto.


Articolo collegato:

07.06.14
Le accuse alla Rai sono sempre le stesse da decenni: politicizzazione, cattiva amministrazione, sprechi, raccomandazioni.  Bisogna andare oltre queste critiche qualitative. Ecco perché la Rai deve dimagrire. E di ben più di 150 milioni.

Al debutto di Floris su La7, con cattivi ascolti. se ne accorge anche l’Espresso:

L'insostenibile inutilità di Giovanni Floris
Buio, disagio, disinteresse totale: il nuovo programma su La7 "DiciannovEquaranta" è uno show senza sostanza e senza idee. Una passerella di già visto e già sentito. Dove la fragilità degli ascolti è solo il segno di un quarto d'ora di vuoto televisivo
di Riccardo Bocca
10 settembre 2014


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