mercoledì 8 luglio 2015

Osservazioni a ‘Un decalogo per il Piano del Lavoro’


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 423 del 21-01-14 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Osservazioni a ‘Un decalogo per il Piano del Lavoro’


Occupazione
Un decalogo per il Piano del Lavoro
14/01/2014
La disoccupazione giovanile non è altro che un aspetto particolare della disoccupazione tout court. E maggiore occupazione si giustifica solo se vi è maggiore produzione di merci o servizi e maggiore attività, pubblica o privata che sia. Aspettando il “Job Act” di Renzi, un decalogo di principi da tenere ben presenti

Formulo alcune osservazioni sui punti 2, 3, 6, 8, 9 e 10:

Punto 2: a) il tasso di disoccupazione giovanile correttamente inteso (cfr. ISTAT http://www.istat.it/it/archivio/79007 ) è dato dal rapporto percentuale tra il numero dei giovani 15-24 anni disoccupati (cioè che non hanno il lavoro e lo cercano) ed il numero dei giovani 15/24 anni occupati (non del totale dei giovani 15-24 anni); b) il tasso di disoccupazione, sia giovanile che generale, è influenzato dagli spostamenti da inattivi-“scoraggiati” (la SVIMEZ li definisce “disoccupati impliciti”) a disoccupati in cerca di occupazione; c) i CIG, anche quelli a zero ore delle aziende decotte, sono classificati occupati; e d) ne discende che il tasso giovanile ed il tasso generale di disoccupazione raccontati di solito dai media e su cui si discute sono rispettivamente circa il triplo e circa la metà di quelli effettivi (cfr. Tasso di disoccupazione e tasso di occupazione http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2738031.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/tasso-di-disoccupazione-e-tasso-di.html ).

Punto 3: a) sono del tutto d’accordo; come scrivevo qui (http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/alter/Finanziaria-alcune-proposte-per-cambiarla-20808 ), “Poiché questa in corso è una crisi di domanda, in luogo della riduzione del cuneo fiscale, sarebbe più efficace - come raccomanda il Prof. Paolo Leon da almeno 6 mesi - una riduzione delle imposte sulle famiglie con redditi bassi, ad alta propensione al consumo”; e b) invece, dati i vincoli europei, occorre NON demordere dal perseguimento dell’obiettivo di attingere dalla ricchezza nazionale, ancora tra le più alte al mondo: (cfr. Piano taglia-debito per la crescita http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2792930.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/06/piano-taglia-debito-per-la-crescita.html ):
“[…] 4. per finanziare una crescita congrua ed occuparsi dei disoccupati e dei pensionati (con pensioni basse) ad alta propensione al consumo richiede risorse, da prendere agli unici che ora le hanno: i potentissimi ricchi, tutelati dal miliardario SB, che controllano i media e fanno terrorismo informativo, perciò si tergiversa e finché ci sarà SB non lo si farà mai (anzi si danno soldi ai ricchi con l'abolizione dell'IMU per tutti); 5. infatti, è evidente che delle due l’una: o si adottano - per realismo, per carità, dato l’assetto politico attuale – misure di basso profilo, per giunta in contraddizione tra loro (vedi la restituzione dell’IMU ai ricchi ed ai proprietari di case – gravame medio annuo pari a 225 € e l’85% ha pagato meno di 400 €), [6] anziché, più correttamente dal punto di vista tecnico-economico e dell’equità, utilizzare i 4 mld per finanziare la riduzione delle imposte sui redditi bassi o un piano corposo pluriennale di alloggi pubblici o misure di welfare come i sussidi all’affitto); o si varano misure incisive e ‘rivoluzionarie’ per permettere all’Italia, in crisi grave, di agganciare la ripresa economica; tertium non datur; […]”.

Punto 6: d’accordo, ed al riguardo non si può non pensare ad una riforma incisiva dei Centri per l’impiego (e non solo), sia per l’impiego, sia per la formazione, sia per il reimpiego, retti da un soggetto snello, efficiente ed autorevole, con a capo un Sottosegretario di Stato con qualità adeguate (v. testo e nota 9 del post linkato al punto 10) [“introduzione di un soggetto ad hoc, snello ed autorevole, che dia lavoro e formazione alle persone disoccupate ed inattive in cambio di un salario di cittadinanza, adeguatamente disciplinato; integrando nell'amministrazione, così come viene proposto dal DdL “Ghedini-Passoni-Treu”, artt. 12 e 13, e prospettato dallo studio della Commissione d'indagine sull'esclusione sociale [9], i preesistenti Uffici provinciali del Lavoro ed i servizi sociali degli Ambiti Territoriali, integrati da risorse umane specializzate, nonché l'ISFOL e Italia Lavoro;”].

Punti 8 e 9: giusto, occorre rompere il circolo vizioso tra bassa produttività derivante da bassi investimenti (anche in innovazione di prodotto e di processo)-basso valore aggiunto-strategie aziendali basate solo sulla leadership di costo-bassi salari.

Punto 10: infine, come rilevato dalla Banca d’Italia e confermato dai dati ISTAT, il problema principale italiano (e del Sud in particolare) è costituito dal basso tasso di attività femminile (più che dei giovani: peraltro, spesso i giovani disoccupati sono donne e meridionali), cfr. Lettera di PDnetwork alla Segreteria Nazionale PD http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2593370.html oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/lettera-di-pdnetwork-alla-segreteria.html , note 17 e 18).


Post collegato:

E’ giusto preoccuparsi soltanto dei giovani?


Nessun commento:

Posta un commento