A
causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000
visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad
abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di
5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 458 del 21-06-14
(trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Italia-Costarica
0-1
Io
ho giocato a calcio, da ragazzo, ero abbastanza bravo. M'intendo di calcio, so
valutare un giocatore (e sono molto severo), o meglio, sapevo, perché prima
seguivo molto di più, e senz'altro preferivo - e anticipai la “scelta”, prima
che iniziasse la finale ripetuta dopo 2 giorni dell’Europeo ’68 in Italia [1] (ma non ricordo manco più i diversi
giocatori che subentrarono); o al mondiale '70 in Messico [2] - il grande Rosato (scomparso pochi anni fa) all'autolesionista
e mediocre Niccolai (che... per fortuna s'infortunò nella prima partita), o –al
mondiale '78 in Argentina [3] – il giovane Cabrini al più esperto
Maldera, o il giovanissimo Paolo Rossi che giocava nel Vicenza e quindi non era
sostenuto da un grande club (impressionante la sua prestazione come ala destra in
una partita internazionale); e poi Dino Baggio, Donadoni e così via.
Quando
ero a Milano (5 anni e mezzo, per lavoro), a S. Siro andavo poche volte: mi
impressionarono solo 2 giocatori: Gigi Riva, soprannominato da Gianni Brera “Rombo
di tuono”, e - pur essendo io un estimatore di Mazzola - Gianni Rivera, che
giocava solo 20 minuti in una partita (l’infaticabile Giovanni Lodetti correva anche
al posto suo), ma vedevi il gioco illuminarsi. Leggevo il grande Gianni Brera,
che allora scriveva su Il Giorno e poi nel '76 passò a la Repubblica,
e mi trovavo sempre d'accordo con lui, tranne in un caso: Dino Zoff, ch'egli
definiva “il portierone” ed io, dal mondiale del '78 in poi in Argentina, “il
mongoloide”.
Ma
di tattica la penso come Gianni Rivera: non so un tubo. Sono rimasto ancora al
portiere, 2 terzini, di cui uno fluidificante, 2 mediani, un centromediano, 2
ali, 2 mezzali e un centravanti. Anche se so per esperienza (negli ultimi anni,
nel torneo aziendale, giocavo da regista) che la disposizione dei giocatori in
campo è importante, ma se hai visione di gioco te ne accorgi e provvedi
empiricamente.
Anche
oggi mi intendo poco di tattiche di gioco, anzi meno di prima, ché le tattiche sono
millanta, ma riesco ancora a valutare un giocatore, e sono sempre molto severo,
poiché nel calcio amo la perfezione, almeno come aspirazione, e cerco di
seguire i dettami di Brera, che, di ciascun giocatore, esaminava le caratteristiche
fisico-atletiche (illuminante, in un tempo in cui si marcava a uomo, la sua
considerazione sul baricentro in rapporto all’altezza e quindi la ripartizione
tra brevilineo, normolineo e longilineo, ma aggiungendo che esistono dei
normolinei di statura alta), tattiche, psicologiche e morali; riteneva lo stile,
assieme ad altre qualità, una delle componenti della classe.
Ed
allora mi capirete e forse mi scuserete se dico francamente che non ho
apprezzato per niente certe scelte individuali dell’allenatore Prandelli nella
partita Italia-Costarica (ma mi capitava anche prima). Mi riferisco, in
particolare, al bradipo Thiago Motta, al mediocre Abate, all’evanescente
Cassano, che mai avrei convocato in Nazionale. Il primo a me sembra troppo
lento fisicamente e mentalmente, inadeguato ai ritmi attuali. Il secondo a me
pare un giocatore potenzialmente dotato, ma nei fatti un buon giocatore di
serie B. Il terzo – lo confesso - non mi è mai piaciuto, sia per ragioni
caratteriali sia per ragioni tecniche, anche quando era giovane e istintivamente
faceva giocate di classe; sottolineo istintivamente,
poiché a me pare che egli accusi abitualmente una sorta di cesura tra
raziocinio e gesto calcistico; fateci caso: capita spesso di vederlo lanciare
la palla o triangolare, con sussiego da campione, scambiando, però, - come
dire? - un avversario… per un proprio compagno. Ora, per giunta, è vecchio ed
imbolsito.
Per
quanto riguarda gli altri, dico questo:
-
Col senno di poi, forse era meglio non far giocare Buffon, non al massimo della
forma e quindi non sempre lucido e reattivo.
-
Il mancino Chiellini, un leone come volontà ed impegno, non mi è mai piaciuto
molto, ha per me 2 difetti: il meno grave è che, non avendo piedi “buoni”,
pretende di fare i lanci lunghi ed è incapace di crossare; il più grave, come
stopper, di essere (come scriveva Brera) unipede (ricordo che, prima della
finale del campionato mondiale in Germania, scrissi una lettera virtuale
all’allenatore Lippi perché non schierasse l’altro unipede mancino Materazzi,
perché avrebbe commesso un fallo da rigore su Henry, che l’avrebbe attaccato
sul lato del piede destro, come in effetti successe, anche se non fu Henry ma Malouda).
-
De Rossi, forse acciaccato, è diventato un giocatore normale, senza guizzi e
tiri da fuori.
-
Barzagli a me piace, fin da quando giocava nell’Under 21 ed era sottovalutato
perché non militava in una squadra di primo livello; personalmente ne…
caldeggiai la convocazione in Nazionale A al posto dello sleale Materazzi, per
me indegno di giocare in Nazionale.
-
Marchisio è uno dei migliori, sia come impegno, sia per corsa, sia per acume
tattico, sia per qualità dei passaggi, sia per stile, sia nell’inclinazione
naturale a finalizzare, che dovrebbe essere la preoccupazione normale di ogni
giocatore.
-
Pirlo è un grande, ma contro il Costarica è stato inferiore alle attese;
fisicamente mi sembra a posto, secondo me non è tranquillo, forse a causa della
recente separazione dalla moglie.
-
Mai visto prima Darmian, sul quale esprimo un giudizio complessivo positivo.
-
Insigne, che conoscevo già appena appena, mi sembra un peperino potenzialmente
utile alla squadra perché capace di saltare l’uomo, ma che rischia, come
Giovinco ed altri giocatori minuti, di essere sistematicamente sovrastato
fisicamente in campo internazionale.
-
Balotelli, capace sì di grossi exploit quando è guidato dall’istinto, ma anche
di errori madornali quando è costretto al ragionamento; grossi problemi di
autostima.
-
Infine Prandelli, che ne sa molto, molto più di me in fatto di tattica, credo meno
di me in fatto di scelte individuali e di “lettura” della partita e conseguente
gestione delle sostituzioni.
PS:
Non avevo mai visto prima Immobile, non mi è piaciuto nello scorcio di tempo in
cui è stato impiegato nella partita contro l’Inghilterra: o era in fuorigioco o
era impreciso nei passaggi.
Post collegato:
Il
giocattolo calcio
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2741511.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/il-giocattolo-calcio.html
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