A causa delle avarie
frequenti della piattaforma IlCannocchiale,
dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko
ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente.
O, meglio, di tenermi
pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di
5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 140 del 31-05-12 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Il
giocattolo calcio
Non solo la PA, è da riformare da cima a
fondo. [1]
Gli togli il giocattolo calcio
all’isterico bambino Zamparini, che gli rimane? [2]
E l’“abatino” Rivera, grande campione un
po’ sfaticato (sopperiva, col suo gran correre, Lodetti [3]) in questo caso merita appieno l’appellativo di “ragiunat” che
gli affibbiò un po’ spregiativamente (a lui e a Sandro Mazzola) il sommo Gianni
Brera.
Sono
d’accordo con la “proposta” del premier Monti. [2] Ma è anche un problema culturale e quindi di lunga e difficile
soluzione. Come è scritto in questa
interessante disamina, “Il calcio costituisce ormai una grande industria dell’entertainment che fa da sovrastruttura
alla semplice competizione”. [4]
Io ho giocato a calcio (anni '60), nei
campionati del CSI, da 14 a 18 anni, e poi talvolta nel torneo aziendale. Me ne
sono schifato abbastanza fin da ragazzo (perché già allora lo vedevo come una
scuola di slealtà, di imbroglio, di furbizia, di violenza, assurdi i rischi che
si correvano nei derby con le squadre dei paesi vicini, rinverdendo le gesta
degli antichi progenitori, [5] ed alla fine del girone di andata, per
disintossicarmi, me ne andavo a giocare a pallavolo, poi verso fine campionato
tornavo), da seguirlo molto poco adesso.
Perché, al netto dei compensi
astronomici di oggi, è stato sempre così il calcio in Italia, al Sud, al Centro
e al Nord; la propensione ad imbrogliare non è affatto un fenomeno negativo
recente.
D'altronde, deve far parte - come dire?
- costitutiva di questo sport, se il calcio in passato, in Gran Bretagna, è
stato talvolta addirittura vietato [6],
e l'attuale gioco moderno deriva - pare – in parte da quello praticato, con
regole diverse, molto tempo fa a Firenze, in Toscana [7], regione nella quale si svolge il Palio di Siena [8], che ammette qualunque mezzo e
mezzuccio, inclusa appunto la corruzione, per ottenere la vittoria. Altro che
l'importante è partecipare.
Il bambino isterico Zamparini fa anche
disinformazione. E’ talmente ottuso o accecato dal pregiudizio che fa finta
furbescamente di non sapere o non si è ancora accorto che il lavoro sporco lo
ha fatto non Monti ma Berlusconi (Tremonti), varando in un anno e mezzo, a
partire dalla crisi greca dell’aprile 2010, manovre finanziarie per un
ammontare complessivo di 200 mld, addossandone il grosso sul ceto medio-basso e
persino sui poveri col taglio feroce
della spesa sociale.
Se poi l’isterico bambino Zamparini
allude ad Equitalia, egli ignora o fa finta di non sapere che essa opera sulla
base della normativa emanata dal Parlamento ed inasprita negli ultimi anni
dall'ex ministro del governo Berlusconi, Giulio Tremonti. Infatti, le norme iugulatorie sulla riscossione le
ha varate Tremonti, non il
centrosinistra con Visco, né Monti [9].
“ZAMPARINI: "MONTI SI
VERGOGNI" - ''Monti si
vergogni''. Reagisce così Maurizio Zamparini alle parole del Premier:
"L'unica cosa indegna in questo Paese è che uno come Monti osi dire quello
che ha detto: ci sta massacrando, sta distruggendo l'Italia, dice solo delle
stupidaggini. Dovrebbe pensare prima di parlare. Prima di dire che bisogna
chiudere il gioco del calcio, dovrebbe pensare ai suoi problemi e a tutto
quello che sta distruggendo e facendo chiudere lui con i suoi provvedimenti.
Sulla seconda sua affermazione sul calcio, poi, Monti dimostra di essere
ignorante perchè allo Stato ogni anno le società di calcio professionistiche
versano ben 800 milioni di euro".”.
[1] “Ancora sulla
Pubblica Amministrazione, una delle chiavi di volta dello sviluppo del Paese”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2741372.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/ancora-sulla-pubblica-amministrazione.html
[2]
Monti: "Il calcio andrebbe
sospeso". Zamparini: "Si vergogni"
[3] Giovanni Lodetti (da Wikipedia)
[4]
“La psicologia del tifoso nella prevenzione del calcio violento” [*]
[5] Zuffa tra
Pompeiani e Nocerini (da Wikipedia)
[6] Calcio (sport) (da Wikipedia).
[7] Calcio in costume
(da Wikipedia)
[8] Palio di Siena (da Wikipedia).
[9]
“Le norme iugulatorie di Equitalia”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2738891.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/le-norme-iugulatorie-di-equitalia.html
***
[*] La
psicologia del tifoso nella prevenzione del calcio violento
Firenze, 27 giugno 2007
Dott.ssa Silvia CALZOLARI - Psicologo Criminologo
Differenze
fra realtà e percezione
• In un numero sempre maggiore di contesti si avverte la
presenza di un gap fra ciò che esiste oggettivamente e ciò che viene
soggettivamente percepito
• Più specificamente, il rapporto dell’uomo con il proprio
mondo fenomenico è tale che tutto ciò che è creduto esiste
Possibili
interpretazioni dell’evento sportivo
a) aspetto di attività fisica
b) componente ludica
c) elemento competitivo
d) aspetti disciplinanti e pedagogici
e) dimensione dello spettacolo
f) componente professionale
Rappresentazione
sociale dello sport
• E’ il significato della nostra esperienza attribuita ai
contesti di vita a determinare la loro rilevanza “realistica” e non la loro
esistenza puramente fattuale
• Il passaggio da una dimensione all’altra avviene nella mente
del tifoso attraverso un salto cognitivo
• Alcune competizioni non esistono nella mente delle persone
solo perché non sono rappresentate
• Nel tifo violento si colpiscono cose o persone non per
quello che sono ma per ciò che rappresentano
Comportamenti
di massa
• Non sono la semplice somma dei processi psicologici
individuali o una loro estensione
• Traggono origine dai processi cognitivi (intraindividuali,
interpersonali, situazionali) che ricorrono nei discorsi collettivi
• Rispondono a normative interne del gruppo
• Funzionano secondo dinamiche e schemi primitivi (assunti di
base)
Bion -
Dinamiche di gruppo
• Il gruppo ha delle modalità di funzionamento tendenzialmente
psicotico (regressivo), che permette la drammatizzazione dei vissuti
individuali.
• Nel gruppo avvengono “processi psicologici osservabili e
descrivibili, stereotipi, comportamenti e sentimenti che indicano l’esistenza
di materiale inconscio che il gruppo va elaborando nella prospettiva comune, e
illusoria, di trasformare gli oggetti in conflitto in alleati”.
Bion -
Assunti di base
• Gli assunti di base sono fantasie gruppali di tipo onnipotente
e magico sulla modalità di raggiungimento degli scopi. Coincidono con stati
emotivi tendenti ad evitare la frustrazione connessa all’apprendimento
dall’esperienza.
Mentre la mentalità del gruppo è il contenitore, gli assunti
di base sono il contenuto dell’opinione del gruppo
1)
assunto di base di accoppiamento
Convinzione inconscia della necessità di un essere o di un
avvenimento futuro per la soluzione dei problemi del gruppo.
Rappresenta una speranza di tipo messianico. Il “figlio” dell’accoppiamento
non deve però mai nascere, deve essere una speranza, un desiderio, che per restare
tale non si può realizzare.
2)
assunto di base di attacco-fuga
Convinzione irrazionale dell’esistenza di un nemico. Il gruppo
si sente chiamato a difendersi attaccando o fuggendo; per questo gruppo la sola
idea di usare il pensiero o la comprensione è un vero sacrilegio. Ci sarà l’impressione
che il benessere individuale non ha importanza fin tanto che il gruppo continua
ad esistere. Qualsiasi via che non contempli l’attacco o la fuga sembra
inesistente o opposta al bene comune.
3)
assunto di base di dipendenza
Convinzione magica che esista un’entità, esterna al gruppo, in
grado di soddisfarne i bisogni; ciò significa che viene sempre attribuita ad
una persona la capacità di
soddisfare tutti i bisogni del gruppo, mentre tutti gli altri
sono in attesa di veder soddisfatti i propri. La persona prescelta solleva i
membri dalla responsabilità di pensare.
Funzioni
del gruppo-tifoseria
• Garantisce un’identità anche a chi non ce l’ha (laboratorio
di socializzazione)
• L’identità del singolo coincide con quella del gruppo e
viene “gridata” attraverso l’utilizzo di un linguaggio comune e di segni e
simboli di riconoscimento
• In situazioni di ambiguità o incertezza il gruppo diventa
più coeso e temibile
• Tende a deresponsabilizzare e proteggere il singolo in caso
di agire violento
Ruolo
dei mass media
• Producono una rappresentazione sociale dell’evento sportivo
secondo schemi e cornici di senso proprie
• Trasformano una realtà materiale (fatto sportivo) in un
universo di significati in cui campeggiano atleti, pubblico, dirigenti e
tifosi, presi da una convinzione comune
• Il calcio costituisce ormai una grande industria dell’entertainment
che fa da sovrastruttura alla semplice competizione
Effetti
della rappresentazione mediatica sul pubblico
• L’overtalking mediatico continua ad avere effetto nei giorni
seguenti all’ evento sportivo e crea morbosità nello spettatore-tifoso
• La contaminazione del calcio-sport da parte del calcio-spettacolo
(divismo del giocatore anche al di fuori del campo)ha influenza sulla percezione
dell’evento
• E’ in grado di “costruire” delle realtà, con il potere di
influenzare le masse e canalizzare l’attenzione su ciò che è più funzionale
• Il gesto atletico viene sovraccaricato e talora distorto
Relazione
fra evento-partita ed emozioni del tifoso
• Le emozioni del tifoso (collera, gioia, ostilità, rancore,
etc..) sono in funzione degli schemi cognitivi in base ai quali egli ha appreso
ad interpretare gli eventi della partita
• Il tifo si trasforma in violenza quando l’agonismo dell’evento
sportivo non riesce a realizzare le attese emotive e cognitive che promette in
maniera simbolica ai tifosi
Ricerche
fra aggressività e spettacolo sportivo
• Le emozioni provocate dalla partita favoriscono le condotte
aggressive solo se
queste fanno già parte del repertorio comportamentale del
soggetto
• La teoria catartica afferma che l’aggressività del tifoso
rappresenta una compensazione alle frustrazioni
• In realtà la caratteristica del tifoso violento è l’eccitazione
emotiva più che la frustrazione
• Il livello di aggressività agita nel pubblico non è
direttamente correlata con il livello di aggressività contemplato dal tipo di
competizione che si sta svolgendo in campo
• Il gesto violento, che può sembrare subitaneo e isolato,
rappresenta in realtà l’evolversi di un percorso progressivo che inizia nella
mente del tifoso già molto prima dell’evento-partita
Motivazioni
inconsce
• L’ invidia inconscia è alla base della tensione emotiva che
accompagna molti tifosi violenti, che si vogliono aggiudicare un pezzetto di
spettacolo
• Il divismo/vittimismo degli atleti d’élite alimenta
l’aggressività
• Meccanismi difensivi psichici primitivi (scissione,
identificazione proiettiva)
• Nel tifo c’è una forte componente di virilizzazione
Elementi
situazionali
• Nelle città particolarmente “calde” lo stato d’animo dei
cittadini-tifosi risulta fortemente correlato alle vicende della squadra, anche
durante la settimana; ciò produce un’attesa che “carica la molla”
• La settimana che precede l’evento fa da incubatrice di molte
delle dinamiche che si realizzano la domenica durante la partita
• Il tipo di avversario che si affronta condiziona già in
anticipo lo stato d’animo e le convinzioni con cui si va allo stadio
• L’andamento della partita e il comportamento arbitrale svolgono
il ruolo di detonatori
Tifoso
moderato
• Ha propri valori individuali sul calcio
• Non è interessato ad apparire
• Non cerca conferme del proprio Sé allo stadio
• Non è mosso da problematiche inconsce
• Utilizza simboli positivi di appartenenza alla squadra
• E’ radicato nella cultura e nelle tradizioni del posto
• Ha una forte attivazione emozionale legata all’evento partita,
che cessa all’uscita dallo stadio
Tifoso
violento
• E’ sempre sostenuto dal gruppo di cui condivide valori e
regole
• Ha bisogno e rabbia d’apparire
• Si rappresenta attraverso gli occhi degli altri che gli
confermano il proprio ruolo negativo
• Colpisce sempre un proprio simbolo interno quando si scaglia
contro qualcuno/qualcosa
• Maschera le proprie intenzioni distruttive dietro
espressioni di alti ideali e credo
• E’ sradicato dal tessuto sociale del luogo
• L’impulso violento è indipendente dalla partita ed è
presente fuori dallo stadio
Le due
facce della sicurezza
• “Security”: indica le misure di sicurezza, protezione e
difesa di edifici e persone da attacchi o minacce di varia natura. Si parla di
security forces (polizia, esercito, etc.) o security alert (allarmi, supporti
tecnologici, etc..)
• “Safety”: indica una condizione, uno “stato delle cose” più
stabile (ad es. un posto dove i bambini possono divertirsi), data dalla
percezione generale del livello di gradevolezza, vivibilità e coesione sociale
di un luogo.
La tessera del tifoso rappresenta uno strumento di sicurezza
in grado di soddisfare entrambi gli aspetti:
• da una parte costituisce una misura tecnica esterna che
oltre a rendere più sicuro lo stadio è in grado di velocizzare le procedure
• dall’altra è in grado di stimolare nel pubblico
atteggiamenti e stili di vita positivi rispondenti ad una cultura della
legalità, isolando i violenti
Possibili
effetti della tessera del tifoso
• Crea una “rete” intorno al tifoso e interviene sull’
auto-percezione
• Identificando il tifoso, contrasta la “diffusione di responsabilità”
tipica del gruppo, restituendola al singolo
• Non viola la privacy ma rafforza il senso di appartenenza e
fiducia ad una realtà territoriale
• Tende a circoscrivere e danneggiare la parte della tifoseria
violenta, riducendo l’errore di giudizio
• Risponde al metodo edonistico nei confronti del tifoso
Ruolo
attivo del tifoso
• Si sente protagonista della buona riuscita dell’evento
• Si sente partecipe di un progetto importante e condiviso
• Si sente rispettato e non solo controllato
• E’ premiato per la sua scelta di buona condotta attraverso
un riconoscimento, rinforzando così il proprio comportamento
• Favorisce l’empatia, che contrasta l’antisocialità
Aspetti
strategici
• Simbolicamente la tessera rappresenta un’ identità positiva che abilita il tifoso
a far parte di un patto socialmente approvato
• E’ in grado di interferire con gli schemi cognitivi del
tifoso violento, privandolo di alibi e giustificazioni al proprio comportamento
• Riduce la paura,
concependo un’idea smilitarizzata di stadio, inteso come teatro del calcio,
centro di aggregazione sociale per tutti.
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