A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5
mesi - il mio blog Vincesko ha
totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O,
meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini
di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli
nuovi.
Post n. 78 del
23-05-11 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Lettera al
Presidente Maurizio Gasparri
Riporto
la lettera che inviai il 17 novembre scorso [2010] al presidente del Gruppo dei
Senatori del PDL, Maurizio Gasparri. Ad oggi, non ho ricevuto alcuna risposta.
Egr.
Sig. Presidente Gasparri,
ci
deve essere un motivo se una persona come Lei si mette a fare politica in un
partito di destra, e questo motivo deve avere a che fare per forza con il suo
retroterra educativo. AscontandoLa ieri a “Ballarò”, sembrava di essere davanti
al solito film: un'analisi solo in parte rispondente ai dati della realtà e per
il resto fatta di autoconsolatorie rivendicazioni di supposti, roboanti
successi. Se ne ricava la fondata impressione, Sig. Presidente, che la Sua
struttura psicologica sia stata determinata fortemente dall’educazione
autoritaria ricevuta, abbia dovuto da piccolo subire troppi no e troppe
frustrazioni ad opera di un padre autoritario e, uscito sconfitto dal conflitto
edipico, abbia conservato la propensione a seguire un “capo”, da cui farsi dirigere
ed in cui immedesimarsi. E (come il Sig. Silvio B., che ha avuto un padre
severo ed una mamma autoritaria) sia diventato un frequentatore abituale della
triade menzogna- negazione freudiana- proiezione. E si sia per questo anche
creato una sorta di “realtà parallela”, che Le fa prendere lucciole per
lanterne ancora oggi che è adulto e ricopre un ruolo di responsabilità. E,
conseguenza significativa e ricorrente, poiché questo Le provoca anche qualche
senso di colpa, reiteri ancor più spietatamente ciò che dovette subire da
piccolo.
Ed
allora forse si spiega perché Lei, ieri, abbia sciorinato tra i successi del
governo, senza vergognarsi, quello di aver stabilito l'adeguamento graduale (ed
ha sottolineato graduale) dell'età di pensionamento all'aspettativa di vita,
“dimenticando” di aver votato (cfr. DL n. 78 del 31.5.2010, cosiddetta manovra
correttiva 2010, la più crudele ed iniqua della storia repubblicana)
l'allungamento di botto di un anno del pensionamento sia di vecchiaia che di
anzianità, per tutti, anche per quelli inattivi. Per non parlare
dell'allungamento di botto di 6 anni – con l'alibi della sentenza della Corte
di Giustizia Europea - del pensionamento delle dipendenti pubbliche.
Le
ritrasmetto, per dimostrare l'iniquità della manovra correttiva, la lettera
relativa alla previdenza, inviata al Presidente ed ai Membri delle Commissioni
Finanze e Bilancio del Senato, e per conoscenza al Sig. Presidente della
Repubblica (poi, ai Presidenti della Camera e del Senato, nonché ai Gruppi
parlamentari).
Iniquità della manovra finanziaria correttiva: Previdenza
Il
Presidente della Repubblica ha chiesto più volte che la manovra correttiva
fosse equa. Purtroppo, essa non lo è affatto. Isolando uno dei capitoli della
manovra - quello della previdenza -, per evidenziare l'iniquità della misura
prevista dal DL 78 di un rinvio di 6-9 mesi per le pensioni di vecchiaia, che
si aggiunge a quello prima vigente di 3-6 mesi , che fu deciso dal governo
Prodi con la legge 247/07, il cui combinato disposto porta quindi l'età
pensionabile per vecchiaia da 65 a 66 anni (l'allungamento di 12 mesi vale
anche per quelle di anzianità), è sufficiente dire che in soli 3 anni si è
aumentata l'età pensionabile di 4 trimestri, mentre per l'aumento a 67 anni,
cioè di altrettanti 4 trimestri, come prevede il regolamento emanato dal
governo la settimana scorsa, ci vorranno ben 11 anni.
Il
DL ora approvato ha visto succedersi varie stesure ed anche la parte relativa
alla previdenza ha avuto – pare - quattro redazioni e subìto varie modifiche,
ma mentre quelle riguardanti altri capitoli sono state migliorative per i
destinatari, la quarta, quella definitiva, riguardante la previdenza è stata
invece molto peggiorativa.In un primo momento (come risultava dal testo del DL
approvato dal Consiglio dei Ministri), questa “finestra” mobile era stata
fissata a 6 mesi dalla maturazione del diritto (cioè a 65 anni e mezzo), poi,
chissà perché e senza colpo ferire, a 12 mesi.
Se
si analizza il testo del DL relativo alla previdenza - valido d'ora in poi
permanentemente per tutti e perciò da considerare intervento strutturale -,
riepilogando, risulta quanto segue: il rinvio di 12 mesi vale anche per chi ha
maturato già 40 anni di anzianità (!); non vale per i lavoratori in mobilità,
ma fino al limite di 10.000 persone (!!); vale anche per gli inoccupati o
inattivi
a qualunque titolo (!!!).
Ne
discende che l'onere dell'aggiustamento dei conti pubblici (non dell'INPS, si
badi, la cui gestione presenta un avanzo record di 7,9 miliardi) ricadrà anche
su categorie deboli o debolissime, a reddito basso, bassissimo o addirittura
pari a zero – che perderanno in un solo anno introiti di migliaia o decine di
migliaia di € [ciascun pensionando perderà tredici mensilità di pensione:
nell'ipotesi che la pensione sia di 1.000 €, avrà perso, in un solo anno, 13
mila €; se è di 1.500, ne avrà perse 19.500, e così via, perdita molto, ma
molto maggiore del congelamento per 3.000 € in 3 anni degli scatti ai
dipendenti pubblici (che uno stipendio continueranno a prenderlo), che ha fatto
protestare i Sindacati ed altri] -, mentre tutti i percettori di reddito
privati - ad eccezione dei produttori di farmaci generici, dei grossisti di
farmaci, dei farmacisti e dei beneficiari di stock option, per la parte
eccedente il triplo della retribuzione fissa (cioè nessuno, neanche Passera e
Profumo!) -, anche milionari, non pagheranno – letteralmente - neanche un
centesimo.
Non
pare esagerato, allora, definire la manovra finanziaria correttiva – per la
parte relativa alla previdenza (e all'invalidità) - iniqua, anzi crudele ed
iniqua, molto iniqua.
Chiediamo
di correggerla prevedendo: a) una “finestra” mobile al massimo di 6 mesi dalla
maturazione del diritto; b) che il rinvio non si applichi per i lavoratori in
mobilità; c) che il rinvio non si applichi ai pensionandi inattivi (gli over
45-50 rimasti senza lavoro sono stimati in oltre un milione: quanti sono – e
saranno - su 140.000 nuovi pensionati ogni anno?).
In
conclusione, Sig. Presidente, le Sue affermazioni sull'assenza di
manifestazioni di protesta e sul consenso del “popolo” (Le rammento: nel
“villaggio” Italia, 23 votanti PDL alle ultime elezioni politiche e 17 a quelle
europee, un terzo in meno a quelle regionali) sono davvero incongrue e
s'inscrivono coerentemente nello schema accennato della Sua “realtà parallela”.
Faccia uno sforzo, scenda con i piedi per terra, e forse s'accorgerà anche Lei
che far pagare per il risanamento dei conti pubblici, ad esempio, ad un
pensionando inattivo qualche decina di migliaia di € in un anno, mentre né un
miliardario come Berlusconi, né un milionario come Tremonti, né un abbiente
come Lei o Sacconi pagheranno un solo centesimo, è una misura crudele ed
iniqua, molto iniqua, inaccettabile anche per un politico di destra appena
appena onesto.
Distinti
saluti
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