mercoledì 22 aprile 2015

Analisi quali-quantitativa/18 – Fisco: Evasione fiscale 2011 e Irpef 2010

A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato finora quasi 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 118 del 02-04-12 (trasmigrato da IlCannocchiale.it
Analisi quali-quantitativa/18 – Fisco: Evasione fiscale 2011 e Irpef 2010


L’evasione è stimata in 280 miliardi di reddito che equivalgono ad un minor gettito fiscale di 130 miliardi.

Secondo l’Associazione Contribuenti.it, l’evasione ammonterebbe complessivamente, nel 2011, addirittura a 180 MLD, così determinata per aree:

a) La prima riguarda l'economia sommersa. L'esercito di lavoratori in nero è composto da circa 2,9 milioni di persone, molti dei quali cinesi o extracomunitari. In tale categoria sono stati ricompresi anche 850.000 lavoratori dipendenti che fanno il secondo o il terzo lavoro. Si stima un'evasione d'imposta pari a 34,3 MLD di euro.

b) La seconda è l'economia criminale realizzata dalle grandi organizzazioni mafiose italiane e straniere (Russia e Cina in testa) che, nel nord Italia è cresciuta nel 2011 del 18,7%. Si stima che il giro di affari non "contabilizzati" produca un'evasione d'imposta pari a 78,2 MLD di euro l'anno.

c) La terza area è quella composta dalle società di capitali, escluso le grandi imprese. Dall'incrocio dei dati è emerso che il 78% circa delle società di capitali italiane dichiara redditi negativi o meno di 10 mila euro o non versa le imposte. Molte di queste chiudono nel giro di 5 anni per evitare accertamenti fiscali o utilizzano "teste di legno" tra i soci o amministratori. In pratica su un totale di circa 800.000 società di capitali operative, l' 81% non versa le imposte dovute. Si stima un'evasione fiscale attorno ai 22,4 MLD di euro l'anno.

d) La quarta area è quella composta delle big company. Una su tre ha chiuso il bilancio in perdita e non pagando le tasse. Inoltre il 94 % delle big company abusano del "transfer pricing" per spostare costi e ricavi tra le società del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione nei paesi dove di fatto non vi sono controlli fiscali sottraendo al fisco italiano 37,2 MLD di euro all'anno. Nel 2011, le 100 maggiori compagnie del paese hanno ridotto del 14% le imposte dovute all'erario.

e) Infine c'è l'evasione dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese dovuta alla mancata emissione di scontrini, di ricevute e di fatture fiscali che sottrae all'erario circa 8,2 miliardi di euro l'anno.

In testa nel 2011, tra le regioni, dove sono aumentati numericamente gli evasori fiscali, risulta la Lombardia, con +15,3%. Secondo e terzo posto spettano rispettivamente al Veneto con + 14,9% e la Valle d'Aosta con +13,6%. A seguire la Liguria con +13,5%, il Piemonte con +13,4%, il Trentino con 13,1%, il Lazio con +12,9%, l'Emilia Romagna con +12,8%, la Toscana con +12,6%, le Marche con +11,3%, la Puglia con +10,6%, alla Campania +8,0 %, la Sicilia con +7,6% e l'Umbria con +7,1%.

In Italia i principali evasori sono gli industriali (33,2%) seguiti da bancari e assicurativi (30,7%), commercianti (11,8%), artigiani (9,4%), professionisti (7,5%) e lavoratori dipendenti (7,4%).

A livello territoriale l'evasione è diffusa soprattutto nel Nord Ovest (31,4% del totale nazionale), seguito dal Nord Est (27,1%). dal Centro (22,2%) e Sud (19,3%).

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Ecco, invece, i dati comunicati 3 giorni fa dal MEF, relativi alle dichiarazioni IRPEF 2010:

Il Dipartimento delle Finanze pubblica le statistiche sulle dichiarazioni delle persone fisiche (IRPEF) relative all'anno d'imposta 2010, a sei mesi dal termine di presentazione (settembre 2011).
L'accelerazione impressa negli ultimi anni dal Dipartimento delle Finanze alle procedure di validazione statistica ed il continuo miglioramento delle attività di ricezione e trattamento delle dichiarazioni da parte dell'Agenzia delle Entrate consentono di rendere tempestivamente disponibili i dati fiscali.

Quadro generale
Dopo la profonda crisi economica che ha segnato il 2009, il 2010 è stato caratterizzato da una lieve ripresa, con un recupero del PIL reale (+1,8%) e nominale (+2,2%).

Numero di contribuenti
Circa 41,5 milioni di contribuenti hanno assolto direttamente l'obbligo dichiarativo attraverso la presentazione dei modelli di dichiarazione Unico e 730, ovvero indirettamente attraverso la dichiarazione dei sostituti d'imposta (Modello 770). Nel 2010 il numero dei contribuenti torna a crescere, seppur in maniera molto lieve (+24 mila), recuperando in minima parte il calo registrato nell'anno precedente (-280 mila), soprattutto grazie all'aumento dei contribuenti che dichiarano un reddito da lavoro dipendente (+56 mila)[1]. Si assiste anche ad una contrazione dei soggetti che dichiarano reddito d'impresa e di lavoro autonomo, influenzata dalla fuoriuscita dalla tassazione ordinaria IRPEF di coloro che hanno optato per il regime dei minimi (+90 mila adesioni nel 2010).

Reddito complessivo dichiarato
A livello nazionale il reddito complessivo totale dichiarato è pari a 792 miliardi di euro mentre il reddito medio è pari a 19.250 euro. Entrambi i valori sono in aumento rispetto all'anno precedente (+1,2 per cento)[2].

L'analisi territoriale mostra che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (22.710 euro), seguita dal Lazio (21.720 euro), mentre la Calabria ha il reddito medio più basso con 13.970 euro.
Nel 2010 si evidenzia, in controtendenza rispetto al 2009, una crescita superiore del reddito complessivo medio nelle regioni settentrionali rispetto al resto del Paese: gli incrementi variano da un massimo dell'1,3 per cento al nord-ovest ad un minimo dello 0,6 per cento nelle isole.
La distribuzione per classi di reddito mostra che un terzo dei contribuenti (circa 14 milioni) non supera un reddito complessivo lordo di 10.000 euro e circa la metà (49 per cento, pari a 20,2 milioni) non supera i 15.000 euro. Il 30 per cento dei contribuenti dichiara redditi compresi tra i 15.000 ed i 26.000 euro, il 20 per cento dichiara redditi compresi tra i 26.000 ed i 100.000 euro. Solo l'un per cento dei contribuenti dichiara redditi superiori ai 100.000 euro. Da quest'anno viene pubblicata anche l'informazione relativa ai soggetti con redditi dichiarati superiori ai 300.000 euro: si tratta di 30.590 soggetti, pari allo 0,07 per cento del totale dei contribuenti, che rappresentano la platea potenziale del contributo di solidarietà del 3 per cento che verrà applicato negli anni d'imposta 2011-2013. La distribuzione per classi di reddito è in linea con l'anno precedente.

Tipologie di redditi dichiarate
Dall'analisi per tipologia di reddito, emerge che i lavoratori autonomi hanno il reddito medio più elevato, pari a 41.320 euro[3], mentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori è pari a 18.170 euro[4]. Il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è pari a 19.810, quello dei pensionati pari a 14.980 euro e, infine, il reddito medio da partecipazione è stato pari a 16.500 euro.
Il reddito medio d'impresa, ricalcolato tenendo conto delle sole imprese che operano per tutti i 365 giorni dell'anno ed al lordo delle quote attribuite ai familiari collaboratori, sale a 22.080 euro.
Il confronto con l'anno d'imposta 2009 mostra una crescita dei redditi medi d'impresa (+3,8 per cento) da lavoro autonomo (+3,6 per cento) da partecipazione (+2,1 per cento) da pensione (+2,6 per cento) in misura maggiore del reddito medio complessivo (+1,2 per cento), mentre il reddito medio da lavoro dipendente cresce solo dello 0,1 per cento.
Rispetto al reddito da lavoro dipendente si segnala il notevole incremento delle somme erogate per incrementi di produttività, soggette a tassazione sostitutiva dell'Irpef con aliquota agevolata pari al 10 per cento[5], che raggiungono nel 2010 il valore di circa 10 miliardi di euro. Hanno usufruito di tale agevolazione circa 6 milioni di dipendenti, con un importo imponibile medio di 1.700 euro. Tenendo conto di tali somme si ottiene un reddito medio da lavoro dipendente di 20.300 euro, con un incremento del 2,3 per cento rispetto al dato omogeneo del 2009.
Relativamente al reddito d'impresa, l'analisi per settori economici consente di cogliere l'entità della ripresa economica, con un'inversione di tendenza rispetto all'anno precedente.
In particolare il settore manifatturiero, il cui reddito nel 2009 aveva segnato una contrazione del 20 per cento, nel 2010 registra un incremento di circa il 4 per cento, mentre il settore finanziario-assicurativo cresce del 10 per cento (a fronte di un -7 per cento nel 2009). Più modesto risulta invece il recupero nel settore del commercio (+0,5 per cento nel 2010 a fronte di -7 per cento nel 2009).

Oneri deducibili, detrazioni ed oneri detraibili
Ai fini della determinazione della base imponibile il reddito complessivo viene ridotto degli oneri deducibili e, una volta ottenuta l'imposta, essa viene ridotta dalle detrazioni. I dati 2010 relativi agli oneri deducibili (circa 22 miliardi di euro) evidenziano un complessivo incremento (+0,9 per cento) rispetto al 2009, gli incrementi percentuali maggiori riguardano i contributi per servizi domestici e familiari (+31,5 cento) ed i versamenti per la previdenza complementare (+16,7 per cento).
Le detrazioni per lavoro dipendente e pensioni ammontano nel 2010 a 41,9 miliardi di euro, mentre quelle per carichi di famiglia ammontano a 11,4 miliardi.
Riguardo agli oneri detraibili al 19 per cento (circa 28 miliardi di euro), si constata una contrazione complessiva dello 0,6 per cento, determinata principalmente dalla riduzione degli interessi passivi relativi a mutui (in particolare si assiste ad un calo del 28 per cento degli oneri relativi ai mutui per recupero edilizio). Circa 15 milioni di contribuenti dichiarano oneri detraibili per spese sanitarie, per un totale di 13,6 miliardi di euro; i due terzi dell'ammontare di tale agevolazione sono concentrati nei contribuenti con un reddito complessivo superiore a 20.000 euro. E' interessante anche notare l'aumento del numero dei contribuenti (+18 mila circa) che ha sostenuto spese per addetti all'assistenza personale (badanti), con un incremento del 21,8% dell'ammontare totale di tali spese e la circostanza che quasi un milione di contribuenti (915 mila) ha effettuato nel 2010 erogazioni liberali a favore delle ONLUS. Si segnala, infine, il forte aumento delle spese per la riqualificazione energetica detraibili al 55 per cento (+23 per cento) e delle spese per il recupero edilizio detraibili al 36 per cento (+12 per cento).

Imposta netta
L'imposta netta IRPEF ha un valore medio di 4.840 euro (+2,5 per cento rispetto ai 4.720 euro del 2009) ed è dichiarata da circa 30,9 milioni di soggetti (il 74 per cento del totale contribuenti). In linea con l'anno d'imposta 2009, circa 10,7 milioni di soggetti hanno imposta netta pari a zero, si tratta prevalentemente di contribuenti con livelli reddituali compresi nelle soglie di esenzione, ovvero di contribuenti la cui imposta lorda si azzera con le numerose detrazioni riconosciute dal nostro ordinamento.
L'imposta netta totale dichiarata, pari a 149,4 miliardi di euro, è in crescita del 2 per cento rispetto all'anno precedente. I contribuenti con redditi fino a 35.000 euro (86 per cento del totale contribuenti con imposta netta) dichiarano il 47 per cento dell'imposta netta totale, mentre il restante 53 per cento dell'imposta netta totale è dichiarata dai contribuenti con redditi superiori a 35.000 euro (14 per cento del totale dei contribuenti). I soggetti con un reddito complessivo maggiore di 300.000 euro dichiarano il 4,7 per cento dell'imposta totale. Tale andamento è in linea con quello del 2009.
L'addizionale regionale all'Irpef ammonta complessivamente a 8,6 miliardi di euro (+3,7 per cento rispetto al 2009) con un importo medio per contribuente pari a 280 euro, mentre quella comunale ammonta a circa 3 miliardi di euro (+0,4 per cento) con un importo medio pari a 120 euro. L'addizionale regionale media più alta si registra nel Lazio (440 euro), seguito dalla Campania (360 euro), in relazione agli automatismi fiscali previsti in caso di deficit sanitario, mentre l'addizionale regionale più bassa si registra in Puglia e Basilicata (180 euro)

Tutte le statistiche e le analisi dei dati sono disponibili, anche in serie storica, attraverso un sistema di navigazione dinamica dei dati, sul sito internet del Dipartimento delle Finanze (Collegamento a sito esterno www.finanze.gov.it) sotto la voce "dati e statistiche fiscali".

[1] Nel 2009 si era registrato un forte calo dei contribuenti che dichiaravano un reddito da lavoro dipendente (-273 mila).
[2] Si precisa che non rientrano nel reddito complessivo le somme erogate a lavoratori dipendenti per incrementi di produttività, poiché soggette ad imposizione sostitutiva. Tali somme hanno registrato un notevole incremento nel 2010, come evidenziato in seguito.
[3] Il reddito medio di imprenditori e lavoratori autonomi è calcolato con riferimento ai soli contribuenti che non dichiarano perdite.
[4] Nello specifico il reddito medio è pari a 27.330 euro per le imprese in contabilità ordinaria e pari a 16.830 euro per le imprese in contabilità semplificata.
[5] Erogati ai lavoratori dipendenti del settore privato, con un reddito da lavoro dipendente inferiore ai 35.000 euro annui
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Roma, 30 marzo 2012


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di VALENTINA CONTE
(31 marzo 2012)


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N.B.: Nella discussione, sono riportati link utili sul tema.


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