A causa delle
avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale,
dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko
ha totalizzato finora quasi 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla
gradualmente.
Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli
(orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 118 del
02-04-12 (trasmigrato da IlCannocchiale.it
Analisi quali-quantitativa/18 –
Fisco: Evasione fiscale 2011 e Irpef 2010
L’evasione è stimata in 280 miliardi di reddito che
equivalgono ad un minor gettito fiscale di 130 miliardi.
Secondo l’Associazione Contribuenti.it, l’evasione
ammonterebbe complessivamente, nel 2011, addirittura a 180 MLD, così
determinata per aree:
a) La prima riguarda l'economia sommersa. L'esercito di lavoratori in nero è composto da
circa 2,9 milioni di persone, molti dei quali cinesi o extracomunitari. In tale
categoria sono stati ricompresi anche 850.000 lavoratori dipendenti che fanno
il secondo o il terzo lavoro. Si stima un'evasione d'imposta pari a 34,3 MLD di euro.
b) La seconda è l'economia
criminale realizzata dalle grandi organizzazioni mafiose italiane e
straniere (Russia e Cina in testa) che, nel nord Italia è cresciuta nel 2011
del 18,7%. Si stima che il giro di affari non "contabilizzati"
produca un'evasione d'imposta pari a 78,2
MLD di euro l'anno.
c) La terza area è quella composta dalle società di capitali, escluso le grandi
imprese. Dall'incrocio dei dati è emerso che il 78% circa delle società di
capitali italiane dichiara redditi negativi o meno di 10 mila euro o non versa
le imposte. Molte di queste chiudono nel giro di 5 anni per evitare
accertamenti fiscali o utilizzano "teste di legno" tra i soci o
amministratori. In pratica su un totale di circa 800.000 società di capitali
operative, l' 81% non versa le imposte dovute. Si stima un'evasione fiscale
attorno ai 22,4 MLD di euro l'anno.
d) La quarta area è quella composta delle big company. Una su tre ha chiuso il
bilancio in perdita e non pagando le tasse. Inoltre il 94 % delle big company
abusano del "transfer pricing" per spostare costi e ricavi tra le
società del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione nei paesi dove di
fatto non vi sono controlli fiscali sottraendo al fisco italiano 37,2 MLD di euro all'anno. Nel 2011, le
100 maggiori compagnie del paese hanno ridotto del 14% le imposte dovute
all'erario.
e) Infine c'è l'evasione dei lavoratori autonomi e delle piccole
imprese dovuta alla mancata emissione di scontrini, di ricevute e di
fatture fiscali che sottrae all'erario circa 8,2 miliardi di euro l'anno.
In testa nel 2011, tra le regioni, dove sono aumentati numericamente gli evasori fiscali,
risulta la Lombardia, con +15,3%. Secondo e terzo posto spettano
rispettivamente al Veneto con + 14,9% e la Valle d'Aosta con +13,6%. A seguire
la Liguria con +13,5%, il Piemonte con +13,4%, il Trentino con 13,1%, il Lazio
con +12,9%, l'Emilia Romagna con +12,8%, la Toscana con +12,6%, le Marche con
+11,3%, la Puglia con +10,6%, alla Campania +8,0 %, la Sicilia con +7,6% e
l'Umbria con +7,1%.
In Italia i principali evasori sono gli industriali (33,2%) seguiti da bancari e assicurativi (30,7%), commercianti
(11,8%), artigiani (9,4%), professionisti (7,5%) e lavoratori dipendenti (7,4%).
A livello territoriale l'evasione è diffusa
soprattutto nel Nord Ovest (31,4%
del totale nazionale), seguito dal Nord
Est (27,1%). dal Centro (22,2%)
e Sud (19,3%).
***
Ecco, invece, i dati comunicati 3 giorni fa dal MEF,
relativi alle dichiarazioni IRPEF 2010:
Il Dipartimento delle Finanze pubblica le statistiche sulle dichiarazioni
delle persone fisiche (IRPEF) relative all'anno d'imposta 2010, a sei mesi dal
termine di presentazione (settembre 2011).
L'accelerazione impressa negli ultimi anni dal
Dipartimento delle Finanze alle procedure di validazione statistica ed il
continuo miglioramento delle attività di ricezione e trattamento delle
dichiarazioni da parte dell'Agenzia delle Entrate consentono di rendere
tempestivamente disponibili i dati fiscali.
Quadro generale
Dopo la profonda crisi economica che ha segnato il
2009, il 2010 è stato caratterizzato da una lieve ripresa, con un recupero del
PIL reale (+1,8%) e nominale (+2,2%).
Numero di contribuenti
Circa 41,5 milioni di contribuenti hanno assolto
direttamente l'obbligo dichiarativo attraverso la presentazione dei modelli di
dichiarazione Unico e 730, ovvero indirettamente attraverso la dichiarazione
dei sostituti d'imposta (Modello 770). Nel 2010 il numero dei contribuenti
torna a crescere, seppur in maniera molto lieve (+24 mila), recuperando in
minima parte il calo registrato nell'anno precedente (-280 mila), soprattutto
grazie all'aumento dei contribuenti che dichiarano un reddito da lavoro
dipendente (+56 mila)[1].
Si assiste anche ad una contrazione dei soggetti che dichiarano reddito
d'impresa e di lavoro autonomo, influenzata dalla fuoriuscita dalla tassazione
ordinaria IRPEF di coloro che hanno optato per il regime dei minimi (+90 mila
adesioni nel 2010).
Reddito complessivo dichiarato
A livello nazionale il reddito complessivo totale
dichiarato è pari a 792 miliardi di euro mentre il reddito medio è pari a
19.250 euro. Entrambi i valori sono in aumento rispetto all'anno precedente
(+1,2 per cento)[2].
L'analisi territoriale mostra che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la
Lombardia (22.710 euro), seguita dal Lazio (21.720 euro), mentre la Calabria ha
il reddito medio più basso con 13.970 euro.
Nel 2010 si evidenzia, in controtendenza rispetto al
2009, una crescita superiore del reddito complessivo medio nelle regioni
settentrionali rispetto al resto del Paese: gli incrementi variano da un
massimo dell'1,3 per cento al nord-ovest ad un minimo dello 0,6 per cento nelle
isole.
La distribuzione per classi di reddito mostra
che un terzo dei contribuenti (circa 14 milioni) non supera un reddito
complessivo lordo di 10.000 euro e circa la metà (49 per cento, pari a 20,2
milioni) non supera i 15.000 euro. Il 30 per cento dei contribuenti dichiara
redditi compresi tra i 15.000 ed i 26.000 euro, il 20 per cento dichiara
redditi compresi tra i 26.000 ed i 100.000 euro. Solo l'un per cento dei
contribuenti dichiara redditi superiori ai 100.000 euro. Da quest'anno viene
pubblicata anche l'informazione relativa ai soggetti con redditi dichiarati
superiori ai 300.000 euro: si tratta di 30.590 soggetti, pari allo 0,07 per
cento del totale dei contribuenti, che rappresentano la platea potenziale del
contributo di solidarietà del 3 per cento che verrà applicato negli anni
d'imposta 2011-2013. La distribuzione per classi di reddito è in linea con
l'anno precedente.
Tipologie di redditi dichiarate
Dall'analisi per tipologia di reddito, emerge che i
lavoratori autonomi hanno il reddito medio più elevato, pari a 41.320 euro[3],
mentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori è pari a 18.170 euro[4].
Il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è pari a 19.810, quello
dei pensionati pari a 14.980 euro e, infine, il reddito medio da partecipazione
è stato pari a 16.500 euro.
Il reddito medio d'impresa, ricalcolato tenendo conto
delle sole imprese che operano per tutti i 365 giorni dell'anno ed al lordo
delle quote attribuite ai familiari collaboratori, sale a 22.080 euro.
Il confronto con l'anno d'imposta 2009 mostra una
crescita dei redditi medi d'impresa (+3,8 per cento) da lavoro autonomo (+3,6
per cento) da partecipazione (+2,1 per cento) da pensione (+2,6 per cento) in
misura maggiore del reddito medio complessivo (+1,2 per cento), mentre il
reddito medio da lavoro dipendente cresce solo dello 0,1 per cento.
Rispetto al reddito da lavoro dipendente si segnala il
notevole incremento delle somme erogate per incrementi di produttività,
soggette a tassazione sostitutiva dell'Irpef con aliquota agevolata pari al 10
per cento[5],
che raggiungono nel 2010 il valore di circa 10 miliardi di euro. Hanno
usufruito di tale agevolazione circa 6 milioni di dipendenti, con un importo
imponibile medio di 1.700 euro. Tenendo conto di tali somme si ottiene un
reddito medio da lavoro dipendente di 20.300 euro, con un incremento del 2,3
per cento rispetto al dato omogeneo del 2009.
Relativamente al reddito d'impresa, l'analisi per
settori economici consente di cogliere l'entità della ripresa economica, con
un'inversione di tendenza rispetto all'anno precedente.
In particolare il settore manifatturiero, il cui
reddito nel 2009 aveva segnato una contrazione del 20 per cento, nel 2010
registra un incremento di circa il 4 per cento, mentre il settore
finanziario-assicurativo cresce del 10 per cento (a fronte di un -7 per cento
nel 2009). Più modesto risulta invece il recupero nel settore del commercio
(+0,5 per cento nel 2010 a fronte di -7 per cento nel 2009).
Oneri deducibili, detrazioni ed oneri detraibili
Ai fini della determinazione della base imponibile il
reddito complessivo viene ridotto degli oneri deducibili e, una volta ottenuta
l'imposta, essa viene ridotta dalle detrazioni. I dati 2010 relativi agli oneri
deducibili (circa 22 miliardi di euro) evidenziano un complessivo incremento
(+0,9 per cento) rispetto al 2009, gli incrementi percentuali maggiori
riguardano i contributi per servizi domestici e familiari (+31,5 cento) ed i
versamenti per la previdenza complementare (+16,7 per cento).
Le detrazioni per lavoro dipendente e pensioni
ammontano nel 2010 a 41,9 miliardi di euro, mentre quelle per carichi di
famiglia ammontano a 11,4 miliardi.
Riguardo agli oneri detraibili al 19 per cento (circa
28 miliardi di euro), si constata una contrazione complessiva dello 0,6 per
cento, determinata principalmente dalla riduzione degli interessi passivi
relativi a mutui (in particolare si assiste ad un calo del 28 per cento degli
oneri relativi ai mutui per recupero edilizio). Circa 15 milioni di
contribuenti dichiarano oneri detraibili per spese sanitarie, per un totale di
13,6 miliardi di euro; i due terzi dell'ammontare di tale agevolazione sono
concentrati nei contribuenti con un reddito complessivo superiore a 20.000
euro. E' interessante anche notare l'aumento del numero dei contribuenti (+18
mila circa) che ha sostenuto spese per addetti all'assistenza personale
(badanti), con un incremento del 21,8% dell'ammontare totale di tali spese e la
circostanza che quasi un milione di contribuenti (915 mila) ha effettuato nel
2010 erogazioni liberali a favore delle ONLUS. Si segnala, infine, il forte
aumento delle spese per la riqualificazione energetica detraibili al 55 per
cento (+23 per cento) e delle spese per il recupero edilizio detraibili al 36
per cento (+12 per cento).
Imposta netta
L'imposta netta IRPEF ha un valore medio di 4.840 euro
(+2,5 per cento rispetto ai 4.720 euro del 2009) ed è dichiarata da circa 30,9
milioni di soggetti (il 74 per cento del totale contribuenti). In linea con
l'anno d'imposta 2009, circa 10,7 milioni di soggetti hanno imposta netta pari
a zero, si tratta prevalentemente di contribuenti con livelli reddituali
compresi nelle soglie di esenzione, ovvero di contribuenti la cui imposta lorda
si azzera con le numerose detrazioni riconosciute dal nostro ordinamento.
L'imposta netta totale dichiarata, pari a 149,4
miliardi di euro, è in crescita del 2 per cento rispetto all'anno precedente. I
contribuenti con redditi fino a 35.000 euro (86 per cento del totale
contribuenti con imposta netta) dichiarano il 47 per cento dell'imposta netta
totale, mentre il restante 53 per cento dell'imposta netta totale è dichiarata
dai contribuenti con redditi superiori a 35.000 euro (14 per cento del totale
dei contribuenti). I soggetti con un reddito complessivo maggiore di 300.000
euro dichiarano il 4,7 per cento dell'imposta totale. Tale andamento è in linea
con quello del 2009.
L'addizionale regionale all'Irpef ammonta
complessivamente a 8,6 miliardi di euro (+3,7 per cento rispetto al 2009) con
un importo medio per contribuente pari a 280 euro, mentre quella comunale
ammonta a circa 3 miliardi di euro (+0,4 per cento) con un importo medio pari a
120 euro. L'addizionale regionale media più alta si registra nel Lazio (440
euro), seguito dalla Campania (360 euro), in relazione agli automatismi fiscali
previsti in caso di deficit sanitario, mentre l'addizionale regionale più bassa
si registra in Puglia e Basilicata (180 euro)
Tutte le statistiche e le analisi dei dati sono
disponibili, anche in serie storica, attraverso un sistema di navigazione
dinamica dei dati, sul sito internet del Dipartimento delle Finanze
(Collegamento a sito esterno www.finanze.gov.it) sotto la voce "dati e statistiche fiscali".
[1] Nel 2009 si era registrato un forte calo dei contribuenti che dichiaravano
un reddito da lavoro dipendente (-273 mila).
[2] Si precisa che non rientrano nel reddito complessivo le somme erogate a
lavoratori dipendenti per incrementi di produttività, poiché soggette ad
imposizione sostitutiva. Tali somme hanno registrato un notevole incremento nel
2010, come evidenziato in seguito.
[3] Il reddito medio di imprenditori e lavoratori autonomi è calcolato con
riferimento ai soli contribuenti che non dichiarano perdite.
[4] Nello specifico il reddito medio è pari a 27.330 euro per le imprese in
contabilità ordinaria e pari a 16.830 euro per le imprese in contabilità
semplificata.
[5] Erogati ai lavoratori dipendenti del settore privato, con un reddito da
lavoro dipendente inferiore ai 35.000 euro annui
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Roma, 30 marzo 2012
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IL DOSSIER
Seicentomila ricchi tra fondi, barche e Suv, ma per il fisco sono venti
volte di meno
Le supercar sono quasi 600 mila, gli yacht 100mila e
500 gli elicotteri di proprietà di privati cittadini. Il 10% più benestante
della popolazione possiede il 44% della ricchezza nazionale. Eppure molti di
loro dichiarano poco, pochissimo
di VALENTINA CONTE
(31 marzo 2012)
LE PROPOSTE DEL PD/9/FISCO
N.B.: Nella discussione, sono riportati link utili sul
tema.
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