A causa delle avarie
frequenti della piattaforma IlCannocchiale,
dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko
ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente.
O, meglio, di tenermi
pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di
5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n.
94 del 30-10-11 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Lettera all’On. Pierferdinando Casini
Egr. Sig. Presidente Casini,
Lei, in questi ultimi giorni,
come misura strutturale per finanziare la crescita, ha affermato che l’UDC
appoggerebbe la riforma delle pensioni. Senza menzionare altro.
Mi permetto di osservare
(premettendo che io sono già in pensione, ma la stessa mi verrà erogata dopo 12
mesi, con un mancato introito quest'anno di quasi 20 mila €):
1) Spesa pensionistica.
E’ vero che la spesa sociale
italiana è in linea con quella media OCSE, ma non la voce pensioni, né l’età di
pensionamento. Quindi ci sono margini d’intervento, che andrebbero però
definiti sulla base di incentivi-disincentivi decisi con la riforma Dini del
1995, che è una delle 7 (sette) riforme delle pensioni varate a partire dal
1992,
che
hanno messo in equilibrio il sistema pensionistico italiano fino al 2050, per
cui esso è ora tra i più solidi e severi (e l’UE lo sa molto bene!). Dopo le
manovre economiche del 2011, nel 2026 gli uomini riscuoteranno la pensione di
vecchiaia a 67 anni e 7 mesi, nel 2032 a 68 anni e 2 mesi. L’accordo
intervenuto uniformerà (sembra) il trattamento pensionistico per vecchiaia
delle donne del settore privato a quello degli uomini, e delle donne del
settore pubblico (come chiesto dalla BCE, vedi sotto).
E’ altresì vero, però, che il
problema del sistema previdenziale non è soltanto l’età pensionabile di anzianità
o non è soltanto il c.d. “tasso di sostituzione”, ma anche l’assenza di un
limite agli importi pensionistici. Dai dati dell’Osservatorio statistico sulle
pensioni dell’Inps emerge che al 2009 il 2,21 per cento delle pensioni vigenti
è di importo superiore ai 2.500 euro mensili, che incidono per più del 10,6 per
cento della spesa complessiva (tra queste quelle dei dirigenti, la cui gestione
è dovuta confluire nell’INPS perché andata in difficoltà per troppa
generosità).
In ogni caso, per allinearci
alla media OCSE, i risparmi rivenienti dall’aumento dell’età pensionabile
dovranno rimanere nel capitolo previdenza (e assistenza), ad esempio
finanziando il REDDITO MINIMO GARANTITO UNIVERSALE (l’Italia è l’unico Paese,
oltre alla Grecia, che non lo prevede) oppure per adeguare il ‘tasso di
sostituzione’ per i lavoratori precari.
Della
famosa lettera della BCE, * scritta da Draghi e Trichet, resa pubblica dal
“Corriere”, riporto il passo relativo alle pensioni:
“È possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l'età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012”.
La lettera della BCE, però, va considerata integralmente, anche per quanto riguarda il rafforzamento degli ammortizzatori sociali, poiché - s'informi - ci sono milioni di cittadini, parecchi di loro over 45, ed anche over 60, anche con famiglia a carico, senza lavoro e completamente privi di tutele:
“c) Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi”.
“È possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l'età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012”.
La lettera della BCE, però, va considerata integralmente, anche per quanto riguarda il rafforzamento degli ammortizzatori sociali, poiché - s'informi - ci sono milioni di cittadini, parecchi di loro over 45, ed anche over 60, anche con famiglia a carico, senza lavoro e completamente privi di tutele:
“c) Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi”.
2) Imposta patrimoniale.
Non credo che l’UDC sia
composto solo da milionari, come Suo suocero. Ormai l’imposta patrimoniale,
sulla ricchezza netta oltre una certa soglia (almeno 800 mila €), è chiesta dal
70 per cento degli Italiani; e non è un tabù neppure per le associazioni
imprenditoriali, ed è positivo che esse abbiano aperto alla sua introduzione,
anche se, se si guardano i numeri delle loro proposte, si vede che:
a) le entrate da loro
previste per le pensioni vanno da 2,9 a 18 mld (“Si può stimare che le misure proposte - vedi box - determinino un risparmio
iniziale complessivo di circa 2,9 miliardi di euro nel 2013 e di circa 18
miliardi di euro nel 2019. Tali stime si riferiscono al solo sistema Inps”.).
b) Mentre dall’imposta
patrimoniale prevedono un introito di 6 mld, che a me appare decisamente insufficiente,
se si pensa che la sola abolizione dell’ICI sulla prima casa ha comportato
minori entrate per quasi 4 mld (cfr. “Abolizione ICI
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2558596.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/03/analisi-quali-quantitativa2-abolizione_19.html).
In altri studi e proposte
(cfr. Dossier Imposta patrimoniale
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2670796.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/analisi-quali-quantitativa14imposta.html),
si ipotizzano ed auspicano
introiti maggiori.
3) Doppio stipendio ai
magistrati fuori ruolo.
Il nostro Bel Paese è pieno
di ingiustizie e di privilegi. Tra questi ultimi spicca lo scandaloso doppio
stipendio dei quasi 250 magistrati posti fuori ruolo e passati ad altro
incarico, che prendono non uno ma due lauti stipendi, per un costo complessivo
annuo di ben 20 milioni. Ad esempio, il presidente dell’Autorità Antitrust,
Antonio Catricalà, che prende il lautissimo stipendio di presidente pari a 500
mila € e quello di magistrato, di oltre 200 mila; o il consigliere giuridico
del presidente della Repubblica, Salvatore Sechi.
E tutto questo mentre, dai
dati ISTAT sul rapporto annuale dell'INPS diffuso a maggio scorso, emerge che
il 70,5 per cento dei trattamenti pensionistici erogati non supera i mille € al
mese e che il 39,1 per cento delle pensioni è inferiore a 500 € al mese.
Conclusione.
E’ necessario evitare, Egr.
Onorevole, che, come succede troppo spesso in un Paese stortignaccolo come il
nostro, si appronti un tavolo con le solite 3 gambe che riguardano i ceti meno
abbienti, “dimenticando” o riducendo le dimensioni della quarta, che riguarda i
più abbienti.
E perciò è colpevole chiunque contribuisce ad alimentare la solita
ammuina da “utili idioti” dei ricchi. La concentrazione della ricchezza e le
disuguaglianze sono scandalose e crescenti; basta leggere le statistiche
(dell’ONU, dell’OCSE, della Banca d’Italia, non di “Liberazione” **) o il
documento del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, uscito lunedì
scorso ***, dove nelle conclusioni si legge: “In tale contesto, per ogni cristiano c’è una speciale chiamata dello
Spirito ad impegnarsi con decisione e generosità, perché le molteplici
dinamiche in atto si volgano verso prospettive di fraternità e di bene comune.
Si aprono immensi cantieri di lavoro per lo sviluppo integrale dei popoli e di
ogni persona. Come affermano i Padri del Concilio Vaticano II, si tratta di una
missione al tempo stesso sociale e spirituale, che, « nella misura in cui può
contribuire a meglio ordinare l’umana società, è di grande importanza per il
regno di Dio »”, per rendersene conto. O
basta analizzare sulle spalle di chi sta gravando e graverà l’onere dei quasi
140 miliardi di € (pari a 270.000 mld di Lire) delle manovre correttive
(escluse, cioè, le leggi di stabilità) varate dall’attuale governo nell’ultimo
anno e mezzo. Anche… Catalano direbbe che è più equo se la crisi – e la
crescita - la pagano ANCHE i ricchi (soprattutto quelli che l'hanno provocata),
non soltanto i meno abbienti ed i poveri.
Cordialmente,
Data: 27/10/2011
20:20
[*]
Lettera BCE
http://www.corriere.it/economia/11_settembre_29/trichet_draghi_italiano_405e2be2-ea59-11e0-ae06-4da866778017.shtml
http://www.corriere.it/economia/11_settembre_29/trichet_draghi_italiano_405e2be2-ea59-11e0-ae06-4da866778017.shtml
[**] Ricchezza dei
ricchissimi.
Nel 2006, secondo il World Institute for Development
Economics Research of the United Nations, riportato dal "Guardian",
il 10% della popolazione adulta del mondo detiene l'85% della ricchezza
mondiale; la metà più povera della popolazione adulta se ne spartisce solo l'1
per cento
Nel 2008 (dati Bankitalia), il 10% della popolazione
italiana possiede il 45% della ricchezza nazionale.
link
sostituito da:
link sostituito da:
Classifica 2009 dei ricchissimi
Disuguaglianze sociali
“Dal rapporto Growing Unequal dell’Ocse emerge che tra i 30
paesi Ocse oggi l’Italia ha il sesto più grande gap tra ricchi e poveri. Non è
solo colpa della crisi, anche se la crisi certo ha accentuato questa tendenza:
redditi da lavoro, capitale e risparmi sono diventati il 33% più diseguali a
partire dalla metà degli anni ottanta. Si tratta del più elevato aumento nei
paesi Ocse, dove l’aumento medio é stato del 12%”.
[***] “Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale
nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale”
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