venerdì 3 aprile 2015

Il processo Mills, il padre di tutti i processi di Silvio B.

A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 70 del 31-03-11 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Il processo Mills, il padre di tutti i processi di Silvio B./1

In occasione del blitz del centrodestra ieri alla Camera dei Deputati di anticipare l’iter dell’introduzione della norma sul c.d. processo breve, che azzererebbe il processo Mills e quello Mediatrade, pubblico qui un mio vecchio thread sul processo Mills.

Poiché non sono esperto di nulla, preavviso che le mie sono semplici considerazioni di un cittadino normale, che però talora, semplicemente facendo 2+2, riesce a capire cose che soloni o sedicenti tali fanno fatica a comprendere.
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R E P U B B L I C A I T A L I A N A 15208/10
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
L A   C O R T E   S U P R E M A   D I   C A S S A Z I O N E
SEZIONI UNITE PENALI

-- il delitto di cui agli artt. 110, 319, 319 ter cod. pen. “perché, in concorso con Silvio Berlusconi, deponendo MILLS, in qualità di testimone, nei processi penali a carico di Berlusconi denominati:
* Arces ed altri, relativo a reati di corruzione nei confronti di militari della Guardia di Finanza;
* All Iberian, relativo a reati di falso in bilancio della “Fininvest spa” e finanziamento illegale dei partiti politici,
accettava da Carlo Bernasconi, su disposizione di Silvio Berlusconi, la promessa di una somma di danaro per compiere atti contrari ai doveri d’ufficio del testimone, denaro confluito, e di seguito occultato, nella massa di fondi di proprietà di Diego Attanasio movimentati – su istruzioni di MILLS – presso conti bancari a Londra, in Svizzera a Gibilterra e altrove attraverso plurime operazioni di trasferimento e investimenti azionari ed infine entrato nella disponibilità di DavidMILLS con l’intestazione a suo nome, in data 29 febbraio 2000, di 2.802 unità del fondo Torrey Global Offshore Fund del valore nominale di $ 600.000.
In particolare, al fine di favorire Silvio Berlusconi, e per effetto della retribuzione promessa, affermava il falso e taceva ciò che era a sua conoscenza in ordine al ruolo dello stesso Berlusconi nella struttura di trust, società offshore e fondi extra bilancio creata dallo stesso MILLS alla fine degli anni ’80 e convenzionalmente denominata “Fininvest B Group”, utilizzata nel corso del tempo per attività illegali e operazioni riservate del Gruppo Fininvest: (…).
8.1 Con riferimento all’addebito relativo al fatto di avere MILLS celato l’identità della proprietà delle società offshore del cosiddetto [size=18]“Gruppo Fininvest B”[/size], la sentenza emessa nel processo Arces ed altri aveva accertato in maniera definitiva che la Guardia di Finanza era stata corrotta affinché non venissero svolte approfondite indagini in ordine alle società del Gruppo Fininvest e non ne emergesse la reale proprietà, pur non essendo stato ritenuto certo il collegamento diretto fra i funzionari corrotti e Silvio Berlusconi, collegamento invece definitivamente provato rispetto ad altro dirigente di Fininvest, Salvatore Sciascia, responsabile del servizio centrale fiscale della società, condannato con sentenza irrevocabile.
Parimenti, i fatti relativi all’illecito finanziamento in favore di Bettino Craxi da parte di Fininvest, tramite All Iberian, erano stati, sulla base di plurime prove testimoniali e documentali, definitivamente dimostrati [visto che la sentenza di primo grado, di condanna dei vertici della società e fra di essi di Silvio Berlusconi, non è stata riformata nel merito ma per intervenuta prescrizione], così come si era accertato che All Iberian e le società offshore collegate erano state costituite su iniziativa del Gruppo Fininvest e che All Iberian era stata utilizzata quale tesoreria delle altre offshore inglesi costituite per conto del Gruppo Fininvest e dallo stesso finanziate tramite Principal Finance, adoperata come ponte anche dalla Silvio Berlusconi Finanziaria, tesoreria estera del Gruppo. (…).
La sentenza impugnata, in conclusione, deve essere annullata senza rinvio, perché il reato è estinto per prescrizione, maturata il 23 dicembre 2009.
12. Deve essere quindi applicata la disposizione dell’art. 578 c.p.p. che impone al giudice di appello o alla Corte di cassazione di decidere sull’impugnazione ai fini delle statuizioni civilistiche qualora, dopo la condanna in primo grado, il reato ascritto all’imputato sia estinto per prescrizione.
Al riguardo deve osservarsi che, alla stregua delle valutazioni dianzi effettuate, [size=18]risulta verificata la sussistenza degli estremi del reato di corruzione in atti giudiziari[/size], dal quale discende il diritto al risarcimento della parte civile. (…).
                                                                                
Sentenza Mills di 1° grado, quasi 400 pagine di: nomi, documenti, c/c, cifre, confessioni, riscontri, testimonianze, ecc.:

Breve commento (da profano):
- la prescrizione estingue il reato;
- se la prescrizione interviene dopo il 1° grado di giudizio, il processo (ex art. 578 c.p.p.) continua ai fini delle statuizioni civilistiche (l'ha rammentato anche il giudice Piercamillo D'Avigo, due settimane fa, intervistato al programma della Dandini “Parla con me”);
- la Corte Suprema di Cassazione giudica (almeno in teoria) la legittimità delle sentenze;
- i giudizi di merito sono pronunciati dalle Corti di 1° e 2° grado;
- la Corte di Cassazione ha stabilito alcuni criteri-guida in caso di prescrizione, ad esempio che:
"Qualora l'applicazione della causa estintiva della prescrizione del reato sia conseguenza della concessione di attenuanti, la sentenza di caratterizza per un previo riconoscimento di colpevolezza dell'imputato ed è fonte per costui di pregiudizio" (Corte di Cassazione penale, sezione IV, sentenza numero 5069 del 21 maggio 1996).
Oppure
"Qualora alla declaratoria di estinzione del reato per prescrizione si giunga dopo la concessione delle circostanze attenuanti generiche, la sentenza di proscioglimento deve contenere in motivazione l'accertamento incidentale della responsabilità penale dell'imputato" (Corte di Cassazione penale, sezione VI, sentenza numero 12048 del 23 novembre 2000).
E, preso direttamente dalla sentenza di cui stiamo discutendo, a pagina 26:
Parimenti, i fatti relativi all’illecito finanziamento in favore di Bettino Craxi da parte di Fininvest, tramite All Iberian, erano stati, sulla base di plurime prove testimoniali e documentali, definitivamente dimostrati [visto che la sentenza di primo grado, di condanna dei vertici della società e fra di essi di Silvio Berlusconi, non è stata riformata nel merito ma per intervenuta prescrizione];...
- il reato di corruzione è un reato “duale”, nel senso che se c'è un corrotto c'è ovviamente anche un corruttore, che sembra una banalità, ma invece è una premessa logica;
- come si evince dalla sentenza della Corte di Cassazione, risulta verificata la sussistenza degli estremi del reato di corruzione in atti giudiziari a carico di David Mills
(e, aggiungo io, indirettamente, di Silvio Berlusconi, che l'ha corrotto);
- il processo Mills è il padre di tutti i processi che vedono imputato Silvio Berlusconi: occorrerebbe diffonderne capillarmente la sentenza;
- il sistema corruttivo (denominato “Fininvest B”), messo in piedi da Silvio Berlusconi per evadere le imposte, corrompere parlamentari, magistrati e pubblici funzionari, finanziare occultamente i partiti che facevano le leggi a suo favore, eludere i divieti antitrust, sovvertire le regole economiche, contravvenire alle leggi, è confermato dalla sentenza della Corte di Cassazione; in occasione dell'approvazione della legge Mammì, ad esempio, ben 91 miliardi di Lire risultano prelevati dal conto All Iberian e destinati per corrompere parlamentari;
- infine, chiedere a uno di destra di usare la testa nel valutare la sentenza Mills o qualunque altra che riguardi direttamente Silvio Berlusconi spesso è come chiedere a un innamorato cotto di usare il raziocinio (= facoltà di ragionare e buon uso di essa) nel giudizio dell'oggetto del suo innamoramento; fortunatamente, qualcuno si va disamorando, ed occorrerebbe lavorare a fondo con gli altri: quelli “border line” o parzialmente critici.


Appendice

(…). In sostanza al fisco [inglese] Mills decideva di raccontare i fatti scegliendo – con sempre maggior nettezza – di dire quanto serviva ad evitare ogni possibile conseguenza negativa sia nelle sedi giudiziarie sia in campo fiscale. (…).

Tanto premesso, deve rilevarsi, in primo luogo, la spontaneità delle dichiarazioni di natura confessoria, rese sia in forma scritta sia orale, da David Mills, intendendosi per spontaneità la libertà del soggetto di determinarsi nei propri comportamenti. (…). [pag. 347]

La narrazione dell'intera vicenda si dipanava infatti secondo un incontrovertibile ordine temporale ed una perfetta sequenza logica, e va qui brevemente ripercorsa usando le parole che lo stesso Mills – o per lui i suoi consulenti – avevano usato, come documentato nelle pagine che precedono.
Mills offriva un ampio resoconto dei presupposti professionali, finanziari e giudiziari intercorsi con il gruppo Fininvest, ed in particolare con Silvio Berlusconi ed i suoi dirigenti, a far tempo dalla fine degli anni ‘70/inizio anni ‘80, ovvero dalla commissione affidatagli di costituire un gruppo di società offshore al fine di realizzare da un lato la creazione di poste contabili che non avrebbero dovuto figurare nel bilancio consolidato del gruppo, dall'altro l'allocazione estero su estero di ingenti somme di denaro i cui beneficiari erano individuati, quanto alle società Century One e Universal One, nei figli di Silvio Berlusconi, Marina e Pier Silvio.

Mills descriveva, poi, come e perché avesse conseguito lui stesso un profitto delle società offshore, il cosiddetto dividendo Horizon pari a circa dieci miliardi di lire, che i dirigenti del Gruppo Fininvest gli avevano chiesto di trattenere in conto e in nome proprio, sottoponendolo a tassazione fiscale secondo la legge britannica, al fine di cancellare qualsiasi traccia finanziaria che avrebbe potuto ricondurre a Silvio Berlusconi la proprietà delle società offshore, e, fra esse, del canale televisivo Telepiù, in aperta violazione della legge italiana che impediva la concentrazione di proprietà di sistemi di comunicazione di massa.
E questo quando l’Autorità giudiziaria italiana indagava proprio sulle società offshore, su Telepiù e altro.
Mills dichiarava al fisco, in più occasioni, di aver percepito anche altre somme: direttamente su disposizione di Silvio Berlusconi al suo studio ed a lui personalmente, nei primi mesi del 1996; da Fininvest circa 100.000 sterline, in epoca successiva e fino al 2004, per le spese connesse ai procedimenti a suo carico in corso.
Mills raccontava del grave contrasto sorto con i precedenti soci dello studio legale Withers di Londra e di come egli, obtorto collo, al fine di tenere riservata la percezione della somma, avesse dovuto accettare di suddividerla con gli altri soci dello studio, Virginia Rylatt, Jeremy Scott e Christopher Coffin.

Mills collegava la successiva dazione di 600.000 dollari alla volontà di Carlo Bernasconi – ossia del dirigente Fininvest che, a suo dire, era strettamente collegato a Silvio Berlusconi [“a close associated of Silvio Berlusconi” 5], se non addirittura lo rappresentava – che intendeva risarcirlo di quella parte del dividendo Horizon inopinatamente sottrattagli dagli altri soci e compensarlo di tutte le difficoltà e i disagi che aveva dovuto affrontare a causa delle vicende giudiziarie italiane. Collocava la comunicazione della volontà di Bernasconi di concedergli tale somma a titolo di liberalità in un’epoca successiva alle deposizioni dibattimentali rese innanzi al Tribunale di Milano.
Mills affermava esplicitamente di esser stato reticente in tali deposizioni, consapevole che avrebbe creato un mare di guai a Silvio Berlusconi ove avesse detto tutto ciò che sapeva. Affermava altrettanto esplicitamente che ben lo sapevano anche i massimi vertici di Fininvest, e fra essi Bernasconi: tutti erano consapevoli che Mills non aveva detto niente di più di quello che non poteva non dire.
Mills dichiarava, inoltre, che per la dazione della somma era volutamente stato scelto un sistema di versamento coperto, che rendesse impossibile o quantomeno assai difficile l’identificazione della sua esistenza, della sua causale, e del soggetto donante; dichiarava anche che la somma materialmente versata sul conto di pertinenza di Flavio Briatore, riferibile alla società Struie, era stata messa verbalmente a sua disposizione solo dalla fine di ottobre del 1999, ed era entrata concretamente nel suo patrimonio nel marzo 2000. [pag. 353]

Ed allora: vi sono tutti gli elementi per ritenere che la confessione stragiudiziale di Mills sia stata, di per sé, veridica, genuina, attendibile.
Si può tranquillamente escludere che essa sia stata determinata da un intento autocalunniatorio oppure da una intervenuta costrizione: l’indagine fiscale ne è stata semplicemente l’origine. (…).

Il fatto che Mills conoscesse perfettamente, in particolare, che Century One e Universal One erano di Marina e Pier Silvio Berlusconi, e che ogni decisione in ordine a tali società poteva esser presa solo da Silvio Berlusconi e dalle persone dal medesimo delegate risulta altrettanto incontrovertibilmente dalle prove assunte ed esposte nel capitolo 2.2) i beneficiari economici di Century One e Universal One e i rapporti di Paolo del Bue con la famiglia Berlusconi (pagine da 91 a 98). [pag. 355]

Da tutti i predetti elementi emerge con chiarezza che le deposizioni di Mills nei procedimenti n. 1612/96 e 3510+3511/96 erano state quanto meno reticenti.
Nel primo, “Guardia di Finanza”, è stato accertato, in maniera definitiva il fatto storico di cui lì si trattava: che cioè la Guardia di Finanza era stata corrotta e che le somme erano state pagate affinché non venissero svolte approfondite indagini in ordine alle società del Gruppo Fininvest e non ne emergesse la reale proprietà, e che l’azione era stata commessa al fine di eludere le disposizioni della legge Mammì in tema di concentrazione di mezzi di diffusione di massa. [pag. 356]

Nel secondo, “All Iberian”, i fatti relativi all’illecito finanziamento a Bettino Craxi da parte di Fininvest tramite All Iberian sono definitivamente provati, visto che la sentenza di primo grado, di condanna dei vertici della società e fra essi di Silvio Berlusconi, non è stata riformata nel merito, ma per intervenuta prescrizione.

È risultato in questo dibattimento che la condotta di Mills era dettata appunto dalla necessità di distanziare la persona di Silvio Berlusconi da tali società, al fine di eludere il fisco e la normativa anticoncentrazione, consentendo anche, in tal modo, il mantenimento della proprietà di ingenti profitti illecitamente conseguiti all’estero, la destinazione di una parte degli stessi a Marina e Pier Silvio Berlusconi.
[pag.357]

In quel momento dunque Mills era già stato gratificato di una ingentissima somma, che però non era fin dall’origine certo potesse restare nella sua disponibilità.
In sostanza: l’importo di quasi sei miliardi di lire sarebbe potuto restare nella disponibilità di Mills a condizione che la giustizia italiana non lo bloccasse, quale illecito profitto da sequestrare.

Questa la promessa di colui che Mills ha dichiarato essere il reale, originario proprietario della somma, Silvio Berlusconi. Soggetto che era comunque certamente l’interessato al buon esito dei procedimenti; che era ed è al vertice del Gruppo di cui le società offshore facevano parte; alla cui volontà era subordinata qualsiasi decisione quanto a Century One e Universal One; in nome e per conto del quale agivano tutti i dirigenti Fininvest con cui Mills entrava in contatto e collaborava; il cui consenso esplicito, infine, aveva consentito il passaggio del dividendo nella disponibilità di Mills.
L’esito dei procedimenti italiani dipendeva anche dalle testimonianze di Mills. [pag. 359]    (Fine/5)


Intervista ad un servo, con la faccia di tolla:

INTERVISTA
Alfano: "Non ci fermeremo su nessuna legge
il Pd vuole solo far cadere Berlusconi"
Il Guardasigilli: "In piazza per difendere la riforma costituzionale. Per piazza intendo comizi per le amministrative e piazze televisive, spiegherò le norme. Approvazione entro l'estate". Legge ad personam? "Non si applica ai processi in corso, per il premier nessun beneficio". Responsabilità dei giudici: "Chi sbaglia paga"
di CLAUDIO TITO
03 aprile 2011
(…). E pensa di intavolare una trattativa essendoci di mezzo il conflitto di attribuzione che può paralizzare il processo Ruby e la prescrizione breve che può fa saltare il caso Mills?
"Finché si discute del conflitto di attribuzione e del processo europeo (il processo breve ndr), i democratici hanno un bel dire che non possono fare la riforma con noi perché siamo brutti e cattivi. Quando ci si troverà nelle commissioni di fronte a un ragionevole testo di riforma costituzionale, allora saranno chiamati a pronunciarsi nel merito e con serietà. E finalmente capiremo il loro disegno in materia di giustizia".

In campo, però, c'è l'ennesima legge ad personam che lei aveva giurato di evitare.
"Capisco l'artificio retorico di chi in Parlamento e sui giornali sostiene che il sottoscritto aveva promesso di non fare leggi ad personam ma, per quanto astuta, la considerazione è fraudolenta".

Perché?
"Perché io ho detto, e lo ripeto, che la riforma costituzionale non si applica ai processi in corso e infatti non ci sarà alcun beneficio per Berlusconi. Questa è la sacrosanta verità e basta leggere l'articolo 17 del ddl per verificarla. Se poi l'onorevole Paniz presenta un emendamento per gli incensurati, non si può affermare che equivale a tradire gli impegni assunti. È solo un pretesto grande come una casa per chi non vuole fare la riforma costituzionale".

L'on Paniz, però, è un deputato del Pdl: bastava invitarlo a non depositare quell'emendamento.
"Per dirla con le parole che usa sempre il presidente del consiglio: visto il centinaio di provvedimenti a suo carico, non c'è norma in materia di giustizia che non lo coinvolga".

Non è la dimostrazione del conflitto di interessi?
"Secondo me, è il contrario. Gli altri hanno interesse al conflitto. Vogliono tenerlo sulla corda giudiziaria per logorarlo. Il punto, comunque, è che oggi è complicato parlare di queste cose. La controversia è troppo calda. Tra due o tre settimane, quando si entrerà nel merito della riforma costituzionale, questi argomenti avranno già perso peso". (…).  (Fine/2)
http://www.repubblica.it/politica/2011/04/03/news/alfano_intervista-14432889


All’intervista al ministro Alfano, giustappongo l’editoriale di oggi di Eugenio Scalfari, in cui egli parla di politica, di cartellini gialli e rossi, di conflitto di attribuzione, di processo e prescrizione breve, di responsabilità civile dei magistrati, della riforma della giustizia, e di altro.

IL COMMENTO
Un governo fantasma e un paese allo sfascio
di EUGENIO SCALFARI
03 aprile 2011


APPELLO DI “LIBERTA’ E GIUSTIZIA”
Il manifesto
L’ora della mobilitazione
2 aprile 2011
Gustavo Zagrebelsky*


Prescritto, NON innocente!

LA SENTENZA
Il caso Mills arriva alla conclusione
Prescritto il reato di Silvio Berlusconi
Lo scorso 25 febbraio hanno prosciolto per prescrizione l'ex premier dall'accusa di corruzione in atti giudiziari. Nessuna delle parti ha fatto ricorso e, oggi, la sentenza è passata in giudicato
09 luglio 2012


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