A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5
mesi - il mio blog Vincesko ha
totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O,
meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini
di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli
nuovi.
Post n. 75 del
13-04-2011 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Il Sig. Silvio B., il mammone
dal collo taurino ed il suo tallone d’Achille/15/Madre Silvio
Berlusconi, ovvero la mamma degli italiani...
Qual è
la vera natura della relazione fra il Cavaliere e i suoi elettori? Nel libro
“Madre Silvio” lo psicologo Alessandro Amadori scopre che dietro il machismo
quasi compulsivo del premier si nasconde una verità inaspettata. Leggine un
estratto
27
marzo, 2011
|
di Alessandro Amadori
Nel ciclo dell’eroe attuato dal Cavaliere, ossia nel suo percorso narrativo come figura eroica che ha rivoluzionato la politica italiana, tutti gli elementi esteriori convergono verso l’identificazione di un archetipo, e di un collegato codice emozionale (un coinema, come si dice in psicologia dinamica), di tipo maschile (il coinema del Padre). Rigorosamente, quasi patologicamente maschile. Il politico Berlusconi sarebbe semplicemente la trasposizione, in ambito appunto politico, di una specie di ideal-tipo caricaturale di maschio latino ricco, potente, vincente e bisognoso di continue conferme della propria capacità di sedurre (quest’ultimo elemento, tuttavia, farebbe già sospettare che, al di sotto e al di là dell’apparenza, vi sia una realtà differente).
Ovvero, quanto di più direttamente maschile, e per molti versi anche maschilista, si possa immaginare. Questa è come detto l’apparenza, o meglio questa è una parte della verità. Molto infatti, nel comportamento del Cavaliere, può essere letto come manifestazione di coinemi (codici affettivi) maschili.
Lui stesso, sinceramente, lo confessa.
Tuttavia, la vera domanda da porsi non è su come si comporta esteriormente Berlusconi; la domanda cruciale è un’altra, è questa: che tipo di relazione ha instaurato il Cavaliere con il suo elettorato? Qual è l’esatta natura dello scambio affettivo, del contratto emozionale, sottostante? Che cosa chiede, Berlusconi, a chi lo vota, e che cosa dà, sempre Berlusconi, a chi lo vota?
Bene, se passiamo dal livello del comportamento esteriore a quello della relazione affettiva con l’elettorato, l’immagine che abbiamo del Cavaliere, e dei suoi codici affettivi, cambia completamente. Addirittura, si rovescia nel suo opposto (dal coinema del Padre a quello della Madre). La relazione che Berlusconi ha costantemente attuato con il suo elettorato è infatti una relazione materna di accudimento. È la stessa relazione che una madre benevola instaura nei confronti del proprio figlio piccolo, molto piccolo, che si lamenta. È una relazione di ascolto e di presa in carico. È una relazione basata sul fornire una cura lenitiva al malessere, al disagio che il proprio figlio prova ed esprime.
Nel ciclo dell’eroe attuato dal Cavaliere, ossia nel suo percorso narrativo come figura eroica che ha rivoluzionato la politica italiana, tutti gli elementi esteriori convergono verso l’identificazione di un archetipo, e di un collegato codice emozionale (un coinema, come si dice in psicologia dinamica), di tipo maschile (il coinema del Padre). Rigorosamente, quasi patologicamente maschile. Il politico Berlusconi sarebbe semplicemente la trasposizione, in ambito appunto politico, di una specie di ideal-tipo caricaturale di maschio latino ricco, potente, vincente e bisognoso di continue conferme della propria capacità di sedurre (quest’ultimo elemento, tuttavia, farebbe già sospettare che, al di sotto e al di là dell’apparenza, vi sia una realtà differente).
Ovvero, quanto di più direttamente maschile, e per molti versi anche maschilista, si possa immaginare. Questa è come detto l’apparenza, o meglio questa è una parte della verità. Molto infatti, nel comportamento del Cavaliere, può essere letto come manifestazione di coinemi (codici affettivi) maschili.
Lui stesso, sinceramente, lo confessa.
Tuttavia, la vera domanda da porsi non è su come si comporta esteriormente Berlusconi; la domanda cruciale è un’altra, è questa: che tipo di relazione ha instaurato il Cavaliere con il suo elettorato? Qual è l’esatta natura dello scambio affettivo, del contratto emozionale, sottostante? Che cosa chiede, Berlusconi, a chi lo vota, e che cosa dà, sempre Berlusconi, a chi lo vota?
Bene, se passiamo dal livello del comportamento esteriore a quello della relazione affettiva con l’elettorato, l’immagine che abbiamo del Cavaliere, e dei suoi codici affettivi, cambia completamente. Addirittura, si rovescia nel suo opposto (dal coinema del Padre a quello della Madre). La relazione che Berlusconi ha costantemente attuato con il suo elettorato è infatti una relazione materna di accudimento. È la stessa relazione che una madre benevola instaura nei confronti del proprio figlio piccolo, molto piccolo, che si lamenta. È una relazione di ascolto e di presa in carico. È una relazione basata sul fornire una cura lenitiva al malessere, al disagio che il proprio figlio prova ed esprime.
Con un piccolo sforzo aggiuntivo, si può
addirittura azzardare questa interpretazione psicoanalitica: ossia, che il
comportamento archetipicamente maschile che Silvio Berlusconi manifesta nella
sua vita personale sia una formazione reattiva (cioè, la trasformazione
nell’opposto) rispetto a un bisogno profondo, quasi certamente inconscio, di
accudire maternamente e, quindi, in realtà di essere accudito. Accudito dalla
propria madre, o da suoi surrogati (e allora non è un caso che, stando a
quanto emerge dalle intercettazioni telefoniche e dalle testimonianze del caso
Ruby, negli spettacoli serali che andavano in scena ad Arcore alcune delle
sexy-ballerine invitate si esibissero travestite da infermiera, tipico simbolo
di figura femminile che accudisce).
Il maschile, così marcato, che c’è nell’esteriorità del Cavaliere sarebbe allora la copertura appunto esteriore, complementare e compensatoria, di un atteggiamento affettivo dominato dai codici del femminile. Il coinema apparente del Padre costituirebbe perciò la schermatura del vero coinema sottostante, quello della Madre. E attraverso la conferma della propria capacità di sedurre, Berlusconi esorcizzerebbe il timore di non essere amato dalla propria figura materna e, parallelamente, di non essere abbastanza maschile da attrarre la figura femminile in generale. Per mezzo del coinema del Padre, egli cercherebbe rassicurazione rispetto alla paura di perdere l’amore della Madre.
Dietro il tentativo di sedurre Ruby, ammesso che sia andata così, vi sarebbe la paura di non essere accettato dall’Eterno Femminino. (Giusto per evitare qualsiasi fraintendimento, è bene precisare che stiamo parlando non di orientamento sessuale, che in Berlusconi è fin troppo chiaramente eterosessuale, bensì di dinamiche profonde affettive e relazionali).
È proprio questa inconscia valenza femminile, questo stretto rapporto di Berlusconi con la sua parte femminile, che c’è nella relazione affettiva fra il Cavaliere e il suo elettorato, ad averlo reso per così tanto tempo immune dalle conseguenze negative dei suoi stessi comportamenti esteriori. A lungo infatti noi ricercatori (e tanti giornalisti, fra cui lo stesso Severgnini) ci siamo scervellati su un vero e proprio paradosso demoscopico: nonostante il dibattito politico-mediatico fosse da tempo dominato dal problema della discutibilità dei comportamenti personali del premier, gli indicatori appunto demoscopici sono rimasti a lungo relativamente stabili (Severgnini ne parla a proposito del fattore harem).
La tesi più utilizzata per spiegare questo fenomeno era quella della dissociazione fra la valutazione del Cavaliere come leader politico e quella di Silvio Berlusconi come individuo, con una sua propria vita personale. Discutibile quanto si vuole, però comunque privata e personale. Era insomma la tesi classica della separazione fra vizi privati e pubbliche virtù. Ma era una tesi debole, che personalmente non mi convinceva pienamente. Però, all’epoca, non avevo un’idea migliore in testa.
È invece molto più efficace, come interpretazione, l’ipotesi secondo cui, semplificando, a Berlusconi si perdona tutto perché dell’interazione con la figura materna, con la Madre, nonostante i difetti che essa può mostrare (e la soggezione o la frustrazione che può evocare o provocare), non si può fare a meno. Volenti o nolenti, siamo costretti a perdonare la nostra Madre, perché ne siamo troppo dipendenti. Il Padre lo vogliamo abbattere, come ci ha insegnato Freud con la sua teoria del complesso di Edipo; la Madre no, la vogliamo salvare (persino quando si comporta contro la morale comune, persino quando si comporta da prostituta). La Madre intesa, in termini di codici affettivi (cioè di coinemi), come colei o colui che si prende cura di noi, che ci accudisce, che ci ascolta, che ci protegge dalle nostre paure più profonde.
Il maschile, così marcato, che c’è nell’esteriorità del Cavaliere sarebbe allora la copertura appunto esteriore, complementare e compensatoria, di un atteggiamento affettivo dominato dai codici del femminile. Il coinema apparente del Padre costituirebbe perciò la schermatura del vero coinema sottostante, quello della Madre. E attraverso la conferma della propria capacità di sedurre, Berlusconi esorcizzerebbe il timore di non essere amato dalla propria figura materna e, parallelamente, di non essere abbastanza maschile da attrarre la figura femminile in generale. Per mezzo del coinema del Padre, egli cercherebbe rassicurazione rispetto alla paura di perdere l’amore della Madre.
Dietro il tentativo di sedurre Ruby, ammesso che sia andata così, vi sarebbe la paura di non essere accettato dall’Eterno Femminino. (Giusto per evitare qualsiasi fraintendimento, è bene precisare che stiamo parlando non di orientamento sessuale, che in Berlusconi è fin troppo chiaramente eterosessuale, bensì di dinamiche profonde affettive e relazionali).
È proprio questa inconscia valenza femminile, questo stretto rapporto di Berlusconi con la sua parte femminile, che c’è nella relazione affettiva fra il Cavaliere e il suo elettorato, ad averlo reso per così tanto tempo immune dalle conseguenze negative dei suoi stessi comportamenti esteriori. A lungo infatti noi ricercatori (e tanti giornalisti, fra cui lo stesso Severgnini) ci siamo scervellati su un vero e proprio paradosso demoscopico: nonostante il dibattito politico-mediatico fosse da tempo dominato dal problema della discutibilità dei comportamenti personali del premier, gli indicatori appunto demoscopici sono rimasti a lungo relativamente stabili (Severgnini ne parla a proposito del fattore harem).
La tesi più utilizzata per spiegare questo fenomeno era quella della dissociazione fra la valutazione del Cavaliere come leader politico e quella di Silvio Berlusconi come individuo, con una sua propria vita personale. Discutibile quanto si vuole, però comunque privata e personale. Era insomma la tesi classica della separazione fra vizi privati e pubbliche virtù. Ma era una tesi debole, che personalmente non mi convinceva pienamente. Però, all’epoca, non avevo un’idea migliore in testa.
È invece molto più efficace, come interpretazione, l’ipotesi secondo cui, semplificando, a Berlusconi si perdona tutto perché dell’interazione con la figura materna, con la Madre, nonostante i difetti che essa può mostrare (e la soggezione o la frustrazione che può evocare o provocare), non si può fare a meno. Volenti o nolenti, siamo costretti a perdonare la nostra Madre, perché ne siamo troppo dipendenti. Il Padre lo vogliamo abbattere, come ci ha insegnato Freud con la sua teoria del complesso di Edipo; la Madre no, la vogliamo salvare (persino quando si comporta contro la morale comune, persino quando si comporta da prostituta). La Madre intesa, in termini di codici affettivi (cioè di coinemi), come colei o colui che si prende cura di noi, che ci accudisce, che ci ascolta, che ci protegge dalle nostre paure più profonde.
© 2011 Mind Edizioni
Tratto da Madre Silvio, di Alessandro Amadori, Mind Edizioni, pp.188, euro 15
Alessandro Amadori, genovese di nascita, milanese di adozione, è laureato in Psicologia sperimentale, dottore di ricerca in Psicologia dei processi cognitivi superiori e ricercatore di mercato da oltre venti anni. Fondatore e direttore dell'istituto Coesis Research, con il libro Mi Consenta (2002), dedicato all'analisi semiotica dei modelli di comunicazione di Silvio Berlusconi, ha contribuito a fondare la psicopolitica, la disciplina che studia i processi psicologici profondi che stanno alla base del comportamento elettorale.
Tratto da Madre Silvio, di Alessandro Amadori, Mind Edizioni, pp.188, euro 15
Alessandro Amadori, genovese di nascita, milanese di adozione, è laureato in Psicologia sperimentale, dottore di ricerca in Psicologia dei processi cognitivi superiori e ricercatore di mercato da oltre venti anni. Fondatore e direttore dell'istituto Coesis Research, con il libro Mi Consenta (2002), dedicato all'analisi semiotica dei modelli di comunicazione di Silvio Berlusconi, ha contribuito a fondare la psicopolitica, la disciplina che studia i processi psicologici profondi che stanno alla base del comportamento elettorale.
Commento:
1. Da più di 10 anni, uso chiamare Silvio
B. “il mammone dal collo taurino” ed
ho individuato nella madre, mamma Rosa
(v. post/1, 2 e 3), la figura chiave
nella formazione della sua personalità.
2. Su “Europa”, l’anno scorso scrissi:
da magnagrecia inviato il 7/8/2010 alle 1:22
“Vorrei avvertire la brava Mariantonietta Colimberti che quello di Alfano e sodali non è nervosismo. Lui, Bondi, Frattini, Cicchitto, Capezzone, ecc. fanno solo il loro mestiere: di bravi servi zelanti e vigili mamme vicarie, che hanno tra i loro compiti anche e soprattutto quello di prendere le difese del "mammone dal collo taurino".
In occasione del caso Noemi, su parecchi giornali fu pubblicata la notizia che il premier si era lamentato della scarsa solidarietà ricevuta da parte delle ministre, in particolare la Prestigiacomo e la Meloni (e la prima fu anche poi un pò emarginata).
Fateci caso d'ora in poi: quelli con maggiore attitudine servile, i ministri Bondi, Frattini ed Alfano, non commettono mai questo errore”.
“Vorrei avvertire la brava Mariantonietta Colimberti che quello di Alfano e sodali non è nervosismo. Lui, Bondi, Frattini, Cicchitto, Capezzone, ecc. fanno solo il loro mestiere: di bravi servi zelanti e vigili mamme vicarie, che hanno tra i loro compiti anche e soprattutto quello di prendere le difese del "mammone dal collo taurino".
In occasione del caso Noemi, su parecchi giornali fu pubblicata la notizia che il premier si era lamentato della scarsa solidarietà ricevuta da parte delle ministre, in particolare la Prestigiacomo e la Meloni (e la prima fu anche poi un pò emarginata).
Fateci caso d'ora in poi: quelli con maggiore attitudine servile, i ministri Bondi, Frattini ed Alfano, non commettono mai questo errore”.
link sostituito da:
http://europa.118.aws.dol.it/dettaglio/120435/lappello_del_bersani_costruttore
(il mio commento è sparito, ndr 15/5/2015).
3. Ho già scritto dell’Italia
come di un Paese antico, cinico e mammone ed evidenziato inoltre che sono le
donne a tenere in piedi elettoralmente Silvio B. Quando ascoltavo i Soloni
dell’analisi politologica discettare sulla natura dei rapporti tra Silvio B. ed
il suo elettorato (v. anche post/9) e
tra Silvio B. ed i suoi collaboratori, mi veniva da sorridere vedendo che non
riuscivano a fare 2+2, a ravvisare l’evidente natura maternale di quei
rapporti.
Io non credo però, come fa
Alessandro Amadori, che Silvio B. sia “soltanto” la “madre” degli Italiani, ma
più verosimilmente che egli sappia principalmente suscitare sapientemente
l’istinto materno e continui quindi a svolgere magnificamente soprattutto il
suo (quasi, per fortuna *) irresistibile ruolo di figlio-mammone, ma dal collo
taurino.
Egli è mamma solo come
proiezione e ad imitazione della sua (cfr. post/1),
che ha svolto la funzione educativa senza tenere insieme la dimensione affettiva (amore debordante
e incondizionato) con la dimensione etico-normativa:
la sola educazione positiva, completa e che costituisce un fattore protettivo
enorme; la sola capace di formare individui forti ed equilibrati, e non
soggetti deboli come lui, malato di narcisismo, che coltiva un senso di
onnipotenza che lo fa credere legibus
solutus, pronto a punire chiunque (vedi la Magistratura) osi arrecare
offese al suo amor proprio ipertrofico e malato, lesioni alla sua autorità,
sconfitte al suo orgoglio di unico ed insostituibile.
(*) Il grande imbroglione
di GIUSEPPE D'AVANZO
(…) è suggestiva l'interpretazione di chi avvista Berlusconi afflitto da
"pseudologia phantastica".
«Una forma di isteria caratterizzata dalla particolare capacità di prestar fede alle proprie bugie. Di solito succede - scrive Carl G. Jung - che simili individui abbiano per qualche tempo uno strepitoso successo e che siano perciò socialmente pericolosi».
«Una forma di isteria caratterizzata dalla particolare capacità di prestar fede alle proprie bugie. Di solito succede - scrive Carl G. Jung - che simili individui abbiano per qualche tempo uno strepitoso successo e che siano perciò socialmente pericolosi».
PS:
Ho inviato lo scorso 9.4
all’1 e 42 la seguente e-mail all’autore del libro, Alessandro Amadori (prima
di leggere l’articolo riportato sopra, dove è scritto: “orientamento
sessuale, che in Berlusconi è fin troppo chiaramente eterosessuale”).
Non
ho ricevuto finora alcuna risposta:
“Ho appena
finito di ascoltare a "Linea Notte" la Sua acuta analisi psicologica
del Sig. Silvio B.
Mi permetto di inviarLe il profilo psicologico che, da non esperto, ho
tracciato di lui una decina di anni fa e che ho riportato in questa serie di
'post' nel mio blog (profilo nel 'post/1, in calce a questo post/14):
IL SIG. SILVIO B., IL MAMMONE DAL COLLO TAURINO ED IL SUO TALLONE D'ACHILLE
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2598138.html
Cordialmente,
PS:
Gliela riferisco con beneficio d'inventario. Tempo fa, lessi sul “Fatto” che
dopo l’asportazione della prostata, s’è fatto installare presso il “S.
Raffaele” del suo amico Don Verzé un impianto ad hoc, che aziona a comando per
il bunga bunga.
Può permettersi ora, per soddisfare la sua terribile, incoercibile bulimia ed
esorcizzare lo spettro della vecchiaia, invitare 20 o 30 giovani donne alla
volta – preferibilmente, non a caso, di estrazione sociale bassa, cultura
insufficiente e capacità intellettive mediocri – ed esibirsi in stressanti
performance copulatorie “a tergo” di gruppo, preferibilmente anali e, pare,
rigorosamente senza preservativo, potendo azionare ad libitum il suo
attrezzo.
Dall’alto della Sua esperienza, sarà forse d’accordo con me che la sua
predilezione per i rapporti anali è forse spia di omosessualità latente. Il che
vorrebbe dire che abbiamo un premier... incompetente, matto, impotente ed
omosessuale latente.
E’ probabile che se mamma Rosa avesse potuto usufruire di un’assistenza
adeguata durante il periodo critico, ci avrebbe risparmiato tutto o buona parte
del casino che il figlio primogenito ha provocato e sta provocando”.
del Sig. Silvio B.
Mi permetto di inviarLe il profilo psicologico che, da non esperto, ho
tracciato di lui una decina di anni fa e che ho riportato in questa serie di
'post' nel mio blog (profilo nel 'post/1, in calce a questo post/14):
IL SIG. SILVIO B., IL MAMMONE DAL COLLO TAURINO ED IL SUO TALLONE D'ACHILLE
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2598138.html
Cordialmente,
PS:
Gliela riferisco con beneficio d'inventario. Tempo fa, lessi sul “Fatto” che
dopo l’asportazione della prostata, s’è fatto installare presso il “S.
Raffaele” del suo amico Don Verzé un impianto ad hoc, che aziona a comando per
il bunga bunga.
Può permettersi ora, per soddisfare la sua terribile, incoercibile bulimia ed
esorcizzare lo spettro della vecchiaia, invitare 20 o 30 giovani donne alla
volta – preferibilmente, non a caso, di estrazione sociale bassa, cultura
insufficiente e capacità intellettive mediocri – ed esibirsi in stressanti
performance copulatorie “a tergo” di gruppo, preferibilmente anali e, pare,
rigorosamente senza preservativo, potendo azionare ad libitum il suo
attrezzo.
Dall’alto della Sua esperienza, sarà forse d’accordo con me che la sua
predilezione per i rapporti anali è forse spia di omosessualità latente. Il che
vorrebbe dire che abbiamo un premier... incompetente, matto, impotente ed
omosessuale latente.
E’ probabile che se mamma Rosa avesse potuto usufruire di un’assistenza
adeguata durante il periodo critico, ci avrebbe risparmiato tutto o buona parte
del casino che il figlio primogenito ha provocato e sta provocando”.
Post
collegato:
Berlusconi-Renzi, interpretazione psicologica di un incontro scandaloso
Puntate
precedenti:
post/1-Silvio B. http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2576326.html
post/2-Mamma Rosa http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2577094.html
post/3-Padre http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2578158.html
post/4-Lettera
a S.B. http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2587498.html
post/5-Figlie
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2588389.html
post/6-Léggi http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2588710.html
post/7-Amor
proprio http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2589028.html
post/8-Marina
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2591169.html
post/9-Innamoramento http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2592704.html
post/10-La sberla http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2593988.html
post/11-Ciampi
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2595766.html
post/12-GallidLoggia
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2596988.html
post/13-Ciampi2 http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2597402.html
post/14-Napolitano http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2598138.html
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