A causa delle avarie
frequenti della piattaforma IlCannocchiale,
dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko
ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente.
O, meglio, di tenermi
pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di
5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 126 del 03-05-12 (trasmigrato
da IlCannocchiale.it)
Analisi
QQ/19-Spesa pubblica e revisione della spesa in rapporto alla crescita
Costi della
Pubblica Amministrazione - Spese militari - Costi della politica
In barba allo sbandierato controllo
della spesa, ai patti di stabilità ed ai tagli lineari applicati (ottusamente),
l’incompetente ministro Giulio Tremonti ed il centrodestra hanno vanificato in
2 anni tutto il risanamento attuato nel biennio giugno 2006-giugno 2008 da
Tommaso Padoa-Schioppa (con la spending
review), sia facendo crescere del 4,6% medio la spesa pubblica corrente in
8 anni del periodo 2001-2010, e di conseguenza il deficit, sia facendo risalire
il rapporto debito/PIL dal 103,6% (2007) al 119% (2010). E tutto questo senza
aver dovuto salvare il sistema del credito, né avere
speso per misure anticrisi.
Ora, ridotta
ancor più la spesa sociale con la
riforma Monti-Fornero delle pensioni (l’ottava dal 1992 [1]), che comporteranno tutte insieme risparmi notevoli dell’ordine
di qualche decina di miliardi l’anno (tutti destinati ad avanzo primario! [2]), bisogna attaccare 3 comparti di
spesa che presentano – soprattutto il primo – significativa latitudine di risparmio:
riduzione dei costi della PA [3],
delle spese militari [4] e dei costi della politica [5].
Inoltre,
occorre lavorare su quanto denunciato dalla Corte dei Conti, secondo la quale la corruzione e l’inefficienza della PA costano 110 mld all’anno. Ed, in particolare,
su quanto ha evidenziato Enrico Morando,
secondo il quale la spesa pubblica corrente è aumentata, appunto, del 4,6% in media sotto la gestione di
Tremonti e del centrodestra, dato confermato da Romano Prodi, che l’anno scorso ha scritto nel suo sito: “le spese correnti (esclusi cioè gli
investimenti sempre stagnanti) sono passate da 444 miliardi di euro nel 2000 a
670 miliardi nel 2010. I 226 miliardi in più sono pari a una crescita superiore
al 50%. Si tratta di oltre 20 miliardi all’anno di spesa aggiuntiva, metà dei
quali dovuti all’inflazione ma metà imputabili ad un aumento netto della spesa
corrente. Fatta eccezione per il biennio 2007-2008, la spesa pubblica è sempre
cresciuta in maniera sensibilmente più elevata rispetto al Prodotto nazionale
lordo”.
Dati, poi,
confermati a Rainews dal Sen. Baldassarri,
presidente della Commissione Finanze, sia per quanto riguarda la spesa corrente
complessiva, sia in particolare quella per “beni e servizi” (beni, appalti, ecc. a prezzi gonfiati) cresciuta
in maniera anomala e che vale quasi 140
mld all’anno: una riduzione di
questa voce di almeno il 10% non dovrebbe essere impossibile.
Infine,
sicuramente non vanno ripetuti provvedimenti dispendiosi come:
- il
cosiddetto salvataggio dell’ALITALIA
(3,1 + 2 mld di ammortizzatori sociali) [6];
-
l’abolizione dell’ICI sulla prima
casa dei ricchi e dei più abbienti (minori entrate per almeno 2,5 mld) [7];
-
l’organizzazione di un doppio G8
(0,5 mld sprecato) [8];
- la firma
di un trattato d’amicizia come
quello Italia-Libia (voluto da
Prodi, che però s’era rifiutato di firmarlo perché troppo oneroso), con un
costo di 5 mld $ (250 mln all’anno per 20 anni). [9]
***
Per
rinfrescare la memoria sullo stato dell’arte, sugli obblighi dell’Italia e
sulla direttrice di marcia più congrua, riporto uno dei miei molteplici
commenti su questo tema, di quasi un anno fa, pubblicati in PDnetwork (e
altrove):
[…]
- il debito pubblico italiano è elevatissimo
e comporta un costo di interessi
intorno a 75 mld all’anno, togliendo
queste risorse ad altre finalità;
- il
trattato di Maastricht indica come limite il rapporto debito/PIL al 60%;
- fino
all’anno scorso, la UE ha chiuso un occhio, anzi due;
- dopo la
crisi greca, il cui PIL vale il 3% mi pare del totale UE, per l’indecisione dei
principali Paesi UE, la Francia e soprattutto la Germania, la situazione è
sembrata fuori controllo, il che ad un certo punto ha reso necessarie sia le manovre correttive, sia un obiettivo di
severo rispetto dei parametri deficit e debito;
-
l’incompetente Tremonti, anziché negoziare condizioni meno onerose o almeno
diluite in un arco temporale più ampio (ricostituzione graduale dell’avanzo
primario, com’è previsto nel piano PD, prevedendo un aumento della spesa pari
alla metà dell’aumento del PIL) ha garantito, pur non avendo le risorse, il pareggio di bilancio addirittura entro
il 2014;
- la tecnica
dei tagli lineari impedisce un
adeguato, intelligente, efficace controllo della spesa;
- il reperimento delle risorse, necessarie
alla riduzione del debito ed alla crescita, esige invece un “trasferimento” oculato e calibrato di
risorse dall’enorme settore improduttivo e parassitario all’economia
produttiva, dai ricchi ai poveri, dalle rendite e dai redditi alti ai redditi
medio-bassi;
- a parità
di saldi, le misure da adottare devono conformarsi a questa strategia;
-
individuare i settori e le misure non è un problema, il problema sono le resistenze potenti, sia negli interessi
forti costituiti, sia purtroppo nei ceti che avrebbero tutto da guadagnarci, ma
per ignoranza e per un riflesso condizionato autolesionistico fanno ammuina (vedi l’ICI sulla prima casa
dei ricchi, l’imposta patrimoniale o la TTF);
- il
problema, soprattutto, è questo ministro dell’Economia e questo governo d’incompetenti
dannosi, che, vedi le misure adottate, vanno in direzione opposta a ciò che
sarebbe opportuno fare: lasciano indenni – letteralmente - i ricchi ed il ceto
parassitario e tolgono lavoro e soldi a chi dovrebbe sostenere la crescita ed i
consumi.
L’ammuina dei poveri e l’egoismo dei ricchi
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2671843.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/lammuina-dei-poveri-e-legoismo-dei.html
***
Infine -
nell’ambito del costi della politica - sull’abolizione delle province, o almeno di una parte di esse, come ha
chiesto anche recentemente la BCE ( http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/associata/2012/04/30/Spending-rewiew-Richiamo-Bce-speranze-Province_6794458.html ), allego a scopo informativo tre
scritti, già da me linkati in passato:
Ciao Vincesko,
ieri il PD alla Camera si è astenuto
sulla proposta di cancellazione delle Province perché non è cancellando una
parola che si risolve il problema dei costi della politica. Esiste una nostra
proposta per quanto riguarda il riordino complessivo del sistema delle
autonomie locali e delle regioni e in questa si colloca anche quella specifica
relativa alle province. Un riordino che non deve e non può avvenire
indipendentemente da una nuova e più snella visione dello Stato, per fornire
così servizi efficienti e non duplicazioni burocratiche.
Ecco perché non è sufficiente dire
che si aboliscono le province. E’ facile demagogia tracciare un segno sulla
parola province, sarebbe una operazione identica a quella fatta da Berlusconi
con le grandi opere, con i famosi cartelloni pieni di segni che, da inchiostro,
non si sono mai trasformati in infrastrutture.
La nostra proposta è concreta e
riorganizza il settore con veri tagli e grandi possibilità di risparmio, essa è
già depositata in parlamento ed è visibile sul nostro sito internet
all’indirizzo partitodemocratico.it/legge province.
Se si vuole fare sul serio bisogna
quindi dire a chi, una volta abolite , vanno le funzioni delle province, almeno
quelle essenziali, come verrà dislocato il personale che oggi vi lavora.
Altrimenti, parlare di costi della politica solo per le province diventa un
modo per eludere il problema, per non affrontarlo mai sul serio.
E i tempi di questa nostra riforma
saranno brevissimi. Il paese va riformato e riavvicinato alle esigenze dei
cittadini e in questo ci stiamo impegnando.
Grazie per l'attenzione, aiutaci a
diffondere la proposta del PD
Davide Zoggia, responsabile Enti
Locali Pd.
PROPOSTE DI
LEGGE - CAMERA
Modifica
all'articolo 133 della Costituzione, in materia di mutamento delle
circoscrizioni provinciali e di soppressione delle province, nonché norme per
la costituzione delle città metropolitane e il riassetto delle province
Proposta di
Legge Costituzionale N. 4439 presentata il 21 giugno 2011. Tra i firmatari
Bersani e Franceschini
Una riforma radicale delle province
“Ridurre il numero, abolire i
consigli, alleggerire i costi: si può”
Una legge
per cambiare radicalmente il volto delle Province ridisegnandone le funzioni e
alleggerendone i costi. Una legge che ne riduca drasticamente il numero e
abolisca gli attuali consigli provinciali sostituendoli con l'assemblea dei
sindaci del territorio. Ecco il testo.
***
PROGETTO DI
RIDUZIONE DELLA SPESA: ALCUNE OSSERVAZIONI EMPIRICHE.
Non vorrei
essere sembrato troppo possibilista o superficiale nell’avere indicato come un
obiettivo possibile la riduzione di almeno il 10% della voce “beni e servizi”.
Ed invece, per ragioni professionali, parlo con cognizione di causa.
Mi spiego. Essendo all’epoca il responsabile del controllo di gestione, ebbi l’incarico, dal direttore divisionale della mia ricca azienda a partecipazione statale, ma di diritto privato (oltre un migliaio di miliardi di Lire di fatturato complessivo e 7 mila dipendenti circa, in Italia e all’estero), di formulare una proposta di riduzione dei costi, resa necessaria dalla liberalizzazione del mercato e dalla diminuzione (in termini relativi) dei prezzi-ricavo (prezzi di vendita), rimasti stazionari negli ultimi 3 anni, a fronte di un aumento dei costi di almeno il 10% l’anno, che aveva ridotto i margini; il tutto aggravato dalla decisione dell’AD di aver resa pletorica la struttura territoriale decentrata, con l’inevitabile conseguenza dell’aumento dei “costi di struttura” e della loro incidenza sul fatturato.
Ed invece, per ragioni professionali, parlo con cognizione di causa.
Mi spiego. Essendo all’epoca il responsabile del controllo di gestione, ebbi l’incarico, dal direttore divisionale della mia ricca azienda a partecipazione statale, ma di diritto privato (oltre un migliaio di miliardi di Lire di fatturato complessivo e 7 mila dipendenti circa, in Italia e all’estero), di formulare una proposta di riduzione dei costi, resa necessaria dalla liberalizzazione del mercato e dalla diminuzione (in termini relativi) dei prezzi-ricavo (prezzi di vendita), rimasti stazionari negli ultimi 3 anni, a fronte di un aumento dei costi di almeno il 10% l’anno, che aveva ridotto i margini; il tutto aggravato dalla decisione dell’AD di aver resa pletorica la struttura territoriale decentrata, con l’inevitabile conseguenza dell’aumento dei “costi di struttura” e della loro incidenza sul fatturato.
Proposi: la
creazione di un gruppo di lavoro (in gergo, PMT = Project Management Team),
costituito dai soggetti divisionali coinvolti nel procedimento di
approvvigionamenti (Ufficio Acquisti, Reparti produttivi richiedenti i beni e
servizi, Controllo di gestione), in modo da ottenere un coordinamento degli
sforzi e la loro rapida “sensibilizzazione” ed attivazione. Furono rinegoziati,
su mia esplicita proposta, tutti i contratti già emessi ed “aperti” con i nostri
fornitori di beni e servizi (in genere, PMI, quindi molto più piccole della
nostra), con l’obiettivo di ottenere – stante già un livello di prezzi-costo
convenienti per la nostra azienda - un risparmio di almeno il 5%. Non fu invece
accolta la mia proposta di retrocedere (come avviene – o almeno avveniva – in
tutti i Paesi più evoluti dal punto di vista organizzativo) una quota dei
risparmi conseguiti ai componenti del PMT. In breve, furono poste le premesse
per conseguire gli obiettivi e si cominciò a realizzarli.
La reazione dei portatori di “interessi” contrastanti col progetto non si fece attendere: il direttore centrale degli approvvigionamenti, sollecitato dai nostri fornitori, pose il veto alla rinegoziazione dei contratti di fornitura. Il direttore di Divisione non riuscì ad ottenere dalla direzione generale la revoca del veto (ebbe solo il contentino dell’incremento a 50 mln di Lire della soglia degli acquisti decisi e gestiti localmente). Il gruppo di lavoro (PMT) fu sciolto.
La reazione dei portatori di “interessi” contrastanti col progetto non si fece attendere: il direttore centrale degli approvvigionamenti, sollecitato dai nostri fornitori, pose il veto alla rinegoziazione dei contratti di fornitura. Il direttore di Divisione non riuscì ad ottenere dalla direzione generale la revoca del veto (ebbe solo il contentino dell’incremento a 50 mln di Lire della soglia degli acquisti decisi e gestiti localmente). Il gruppo di lavoro (PMT) fu sciolto.
Vale forse
la pena aggiungere che: 1) nella mia azienda, in parallelo, imperavano le
cordate: dei top manager e dei fornitori di riferimento; 2) l’AD fu coinvolto
in tangentopoli; 3) allora, non fu un caso se il controllo era edulcorato,
addomesticato, “politicizzato”, per cui mal ne incoglieva ai controllori che
non si adeguavano (in quel periodo ne ho viste e sopportate di tutti i colori).
Non ho una grande esperienza di PA: soltanto pochissimi casi per ragioni di lavoro e poi, soprattutto, come fruitore, ma già questo è bastato a potermene fare un’idea (questo potrebbe costituire un altro capitolo dell’analisi), pertanto sono consapevole che essa ha regole formalmente più stringenti e differenti da un’azienda privata.
E tuttavia, anche in questo caso, i 60 mld all'anno stimati per la corruzione ed i 50 mld quantificati per la cattiva amministrazione sono proprio il frutto malato dell’inefficienza e dell’inefficacia della spesa pubblica (opere esistenti solo sulla carta o reiterate più volte, come certi lavori stradali, o eseguite in maniera qualitativamente difforme dal capitolato d’appalto e/o valutati e remunerati in maniera esagerata, anche 3 o 4 o 5 volte o più il prezzo di mercato; senza dimenticare le tangenti alle mafie per tutti i lavori pubblici eseguiti nelle Regioni Sicilia e Calabria). Ma proprio per questo essa offre una notevole latitudine di risparmio, a condizione che a capo di questo importante obiettivo si metta il responsabile massimo e vengano sensibilizzati ed incentivati adeguatamente, con metodo trasparente, i soggetti coinvolti ai vari livelli.
Posso capire, quindi, perché il ministro Giarda si sente solo di fronte all’immane ed ingrato compito.
Non ho una grande esperienza di PA: soltanto pochissimi casi per ragioni di lavoro e poi, soprattutto, come fruitore, ma già questo è bastato a potermene fare un’idea (questo potrebbe costituire un altro capitolo dell’analisi), pertanto sono consapevole che essa ha regole formalmente più stringenti e differenti da un’azienda privata.
E tuttavia, anche in questo caso, i 60 mld all'anno stimati per la corruzione ed i 50 mld quantificati per la cattiva amministrazione sono proprio il frutto malato dell’inefficienza e dell’inefficacia della spesa pubblica (opere esistenti solo sulla carta o reiterate più volte, come certi lavori stradali, o eseguite in maniera qualitativamente difforme dal capitolato d’appalto e/o valutati e remunerati in maniera esagerata, anche 3 o 4 o 5 volte o più il prezzo di mercato; senza dimenticare le tangenti alle mafie per tutti i lavori pubblici eseguiti nelle Regioni Sicilia e Calabria). Ma proprio per questo essa offre una notevole latitudine di risparmio, a condizione che a capo di questo importante obiettivo si metta il responsabile massimo e vengano sensibilizzati ed incentivati adeguatamente, con metodo trasparente, i soggetti coinvolti ai vari livelli.
Posso capire, quindi, perché il ministro Giarda si sente solo di fronte all’immane ed ingrato compito.
[1] Riforme delle Pensioni: Amato, 1992; Dini, 1995; Prodi, 1997; Berlusconi/Maroni, 2004; Prodi/Damiano, 2007; Berlusconi/Sacconi, 2010; Berlusconi/Sacconi, 2011; Monti-Fornero, 2011.
[2] Secondo il rapporto Giarda [all. d] la “spesa per le pensioni è superiore alla media OCSE”. Dopo le 8 riforme delle pensioni dal 1992, in particolare quella Dini del 1995 (poi in parte inapplicata), la sesta e settima - Berlusconi-Sacconi - (finestra mobile a 12 mesi o 18 per i lavoratori autonomi, adeguamento all’aspettativa di vita, ecc.) e l’ottava - Monti-Fornero - (metodo contributivo per tutti, ecc.), che stanno comportando una minore spesa, già a partire dal 2012, e comporteranno in futuro - a regime - un risparmio di decine di miliardi l’anno, non è più così, tant’è che ora il sistema pensionistico italiano è giudicato dagli esperti - come ho già evidenziato qui in passato - il più severo ed in equilibrio in ambito UE.
Inoltre, poiché la spesa sociale complessiva (di cui la spesa pensionistica fa parte) già era in linea con la media OCSE, mentre quella degli ammortizzatori sociali era inferiore - come è confermato dallo stesso rapporto Giarda [all. d] –, il governo Monti non avrebbe dovuto – come ha deciso di fare sotto l’urgenza del pareggio di bilancio - destinare tutti i notevoli risparmi della spesa pensionistica, che la Ragioneria dello Stato, come conferma Cesare Damiano [*], quantifica in centinaia di miliardi nel periodo 2020-2050, ad avanzo primario, ma impiegarne una quota (come sto scrivendo da tempo) per finanziare ammortizzatori sociali universali, eventualmente compensata da un’imposta patrimoniale ordinaria sui grandi patrimoni, come fu suggerito persino dalle associazioni degli imprenditori, quale contropartita alla (ennesima) riforma delle pensioni ed alla modifica del diritto del lavoro.
[*] “Abbiamo voluto fare alcuni conti basandoci sulle stime della Ragioneria generale dello Stato. Se soltanto con l’ultima riforma si risparmieranno ogni anno, dal 2020, 22 miliardi di euro, ciò significa che nel periodo 2020-2050 si produrrà una colossale redistribuzione di risorse da Stato sociale a debito di quasi 650 miliardi di euro. Se a questa cifra dovessimo sommare gli interventi fatti dai diversi governi dal 2004 al 2011 sul sistema pensionistico andremmo al raddoppio” (C. Damiano).http://www.manuelaghizzoni.it/?p=31627
Inoltre, poiché la spesa sociale complessiva (di cui la spesa pensionistica fa parte) già era in linea con la media OCSE, mentre quella degli ammortizzatori sociali era inferiore - come è confermato dallo stesso rapporto Giarda [all. d] –, il governo Monti non avrebbe dovuto – come ha deciso di fare sotto l’urgenza del pareggio di bilancio - destinare tutti i notevoli risparmi della spesa pensionistica, che la Ragioneria dello Stato, come conferma Cesare Damiano [*], quantifica in centinaia di miliardi nel periodo 2020-2050, ad avanzo primario, ma impiegarne una quota (come sto scrivendo da tempo) per finanziare ammortizzatori sociali universali, eventualmente compensata da un’imposta patrimoniale ordinaria sui grandi patrimoni, come fu suggerito persino dalle associazioni degli imprenditori, quale contropartita alla (ennesima) riforma delle pensioni ed alla modifica del diritto del lavoro.
[*] “Abbiamo voluto fare alcuni conti basandoci sulle stime della Ragioneria generale dello Stato. Se soltanto con l’ultima riforma si risparmieranno ogni anno, dal 2020, 22 miliardi di euro, ciò significa che nel periodo 2020-2050 si produrrà una colossale redistribuzione di risorse da Stato sociale a debito di quasi 650 miliardi di euro. Se a questa cifra dovessimo sommare gli interventi fatti dai diversi governi dal 2004 al 2011 sul sistema pensionistico andremmo al raddoppio” (C. Damiano).http://www.manuelaghizzoni.it/?p=31627
[3] AQQ10-Pubblica Amministrazione http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2576028.html oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/analisi-quali-quantitativa10-pubblica.html
[4] AQQ6-Spese militari http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2564326.html oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/analisi-quali-quantitative6-spese.html
[5a] Costi della politica http://www.uil.it/costi-politica.pdf
[5b] Costi della politica – AQQ/16-Trattamento economico dei parlamentari 2012
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2714102.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/analisi-quali-quantitativa16.html
[6] AQQ1-Piano Fenice http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2555569.html oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/analisi-quali-quantitativa1-piano.html
[7] AQQ2-Abolizione dell’ICI http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2558596.html oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/analisi-quali-quantitativa2-abolizione_19.html
[8] AQQ3-Spese G8 http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2561165.html oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/analisi-quali-quantitativa3-spese-g8.html
[9] Trattato di amicizia Italia-Libia http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/schedela/apriTelecomando_wai.asp?codice=16PDL0017390&stampa=true&mostraP=true&mostraRif=false
Allegati:
[a] Il contenimento della spesa pubblica (2007)
La spending review
[b] Libro verde sulla spesa pubblica (2007)
[c] Rapporto Giarda (settembre 2011)
[d] Il rapporto Giarda sulla spending review“Le anomalie che dilatano il debito pubblico”
Alti interessi sul debito, spesa superiore alla media per le pensioni, costo spropositato dei servizi pubblici, organizzazioni carenti
30 aprile 2012 | 22:14http://www.corriere.it/economia/12_aprile_30/cinque-anomalie-rapporto-giarda_fb4b9634-92ff-11e1-96f9-bbc2eef37e85.shtml
Alti interessi sul debito, spesa superiore alla media per le pensioni, costo spropositato dei servizi pubblici, organizzazioni carenti
30 aprile 2012 | 22:14http://www.corriere.it/economia/12_aprile_30/cinque-anomalie-rapporto-giarda_fb4b9634-92ff-11e1-96f9-bbc2eef37e85.shtml
[e] IL DOSSIER
Tagli a tribunali, prefetture e ministeri
arriva una forte stretta sugli acquisti
arriva una forte stretta sugli acquisti
Le riduzioni non saranno lineari ma selettive e coinvolgeranno, oltre allo Stato centrale, Regioni e Comuni. Direttiva ai dicasteri, 80 miliardi di pagamenti da "rivedere"
di Roberto Petrini
01 maggio 2012
[f] IL DOCUMENTO
Direttiva per la riduzione della spesa pubblicahttp://media2.corriere.it/corriere/pdf/2012/direttiva_30042012.pdf
Direttiva per la riduzione della spesa pubblicahttp://media2.corriere.it/corriere/pdf/2012/direttiva_30042012.pdf
[g] Sintesi
DEF 2012 Il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma
18 Aprile 2012
[h] Documento completo
Documento di economia e finanza 2012
(Doc. LVII, n. 5)
[i] Documento di economia e finanza 2012 – Aspetti di interesse per la 7a Commissione
Edizione provvisoria
[l] Misurazione, valutazione e comparazione della PA
MEF – Dipartimento Ragioneria dello Stato
La spesa pubblica in Europa
http://www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VERSIONE-I/Servizio-s/Studi-per-1/La-spesa-pubblica-in-Europa/La_spesa_pubblica_in_Europa.pdf
Banca d'Italia - Mezzogiorno e politiche regionali (pag. 223 e seguenti))
CAPITALE PUBBLICO E COMPETITIVITÀ
http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/seminari_convegni/mezzogiorno/2_volume_mezzogiorno.pdf
MEF – Dipartimento Ragioneria dello Stato
Performance-Budgeting, spesa pubblica e contesto istituzionale: l’esperienza italiana
http://www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VERSIONE-I/RGS-comuni/Eventi/WORKSHOP—3/Performance-budgeting-spesa-pubblica-e-contesto-istituzionale-l-esperienza-italiana.pdf
MEF – Dipartimento Ragioneria dello Stato
Una analisi degli indicatori di performance
http://www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VERSIONE-I/RGS-comuni/Eventi/WORKSHOP—3/Una-analisi-degli-indicatori-di-performance-nelle-note-preliminari-2008-2009.pdf
UNIROMA
Fonti e strumenti di misurazione della Pubblica Amministrazione: un’analisi a livello internazionale
http://uniroma2.academia.edu/DenitaCepiku/Papers/103558/Fonti_e_strumenti_di_misurazione_della_Pubblica_Amministrazione_unanalisi_a_livello_internazionale
La spesa pubblica in Europa
http://www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VERSIONE-I/Servizio-s/Studi-per-1/La-spesa-pubblica-in-Europa/La_spesa_pubblica_in_Europa.pdf
Banca d'Italia - Mezzogiorno e politiche regionali (pag. 223 e seguenti))
CAPITALE PUBBLICO E COMPETITIVITÀ
http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/seminari_convegni/mezzogiorno/2_volume_mezzogiorno.pdf
link sostituito da:
http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/collana-seminari-convegni/2009-0002/2_volume_mezzogiorno.pdfMEF – Dipartimento Ragioneria dello Stato
Performance-Budgeting, spesa pubblica e contesto istituzionale: l’esperienza italiana
http://www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VERSIONE-I/RGS-comuni/Eventi/WORKSHOP—3/Performance-budgeting-spesa-pubblica-e-contesto-istituzionale-l-esperienza-italiana.pdf
MEF – Dipartimento Ragioneria dello Stato
Una analisi degli indicatori di performance
http://www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VERSIONE-I/RGS-comuni/Eventi/WORKSHOP—3/Una-analisi-degli-indicatori-di-performance-nelle-note-preliminari-2008-2009.pdf
UNIROMA
Fonti e strumenti di misurazione della Pubblica Amministrazione: un’analisi a livello internazionale
http://uniroma2.academia.edu/DenitaCepiku/Papers/103558/Fonti_e_strumenti_di_misurazione_della_Pubblica_Amministrazione_unanalisi_a_livello_internazionale
***
Post, articoli e dati collegati:
I figli ‘pubblici’ ed i figliastri ‘privati’ (25-5-12)
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2740663.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/i-figli-pubblici-ed-i-figliastri-privati.html
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2740663.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/i-figli-pubblici-ed-i-figliastri-privati.html
Ancora sulla Pubblica
Amministrazione, una delle chiavi di volta dello sviluppo del Paese
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2741372.html oppure
http://vincesko.blogspot.com/2015/04/ancora-sulla-pubblica-amministrazione.html
I
PREZZI DELLA PA
Dalla siringa…
(leggere i valori mediani; il valore mediano per le siringhe è il doppio di
quello standard, il che significa che in alcune ASL è anche triplo o quadruplo
o più)
AVCP-Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici
“Guida alla lettura dei prezzi di riferimento in
ambito sanitario”
…
alla TAV
“L'alta velocità italiana è la
più cara d'Europa”
Il costo medio al km è di 32 milioni contro i 10 di
Francia e Spagna.
Lunedì, 05 Marzo 2012
I COSTI PER L’ALTA
VELOCITÀ IN ITALIA SONO MEDIAMENTE IL 500% PIÙ ELEVATI DI QUELLI FRANCESI,
SPAGNOLI E GIAPPONESI
L’apparato burocratico (3,5 milioni circa di persone)
– nel quale, secondo Adam Smith, vanno ricompresi tutti i cosiddetti
“improduttivi”, e quindi anche tutti gli organi politico-istituzionali (“Dal re
all’ultimo impiegato”) - è un costo notevolissimo di per sé; a fortiori in rapporto all’output (i risultati) che produce.
Analisi
QQ/10-Pubblica Amministrazione
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2576028.html oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/analisi-quali-quantitativa10-pubblica.html
Allego due
articoli interessanti sul tema:
Spending review Italia, dove e come si può
tagliare
Entro fine aprile verrà presentato
il rapporto sulla revisione critica della spesa pubblica, il ministro Piero
Giarda conta di far risparmiare 13 miliardi allo Stato tra il 2012 e il 2013
Conti Pubblici
UN DECALOGO SULLA SPESA
di Massimo
Bordignon 02.05.2012
Tagliare la spesa pubblica non è poi
così semplice. Perché gran parte va in interessi, pensioni e stipendi, capitoli
sui quali i vari governi sono già intervenuti. Ridurre i bilanci di sanità,
scuola, giustizia e altri servizi richiederebbe una revisione del confine
pubblico-privato. Gli interventi possono essere solo strutturali con risparmi
nel lungo periodo. Positiva allora la formazione della task force ministeriale
perché mostra la volontà politica di agire davvero. Ma su questo tema
fondamentale, il governo dei tecnici poteva sfruttare meglio il poco tempo a
sua disposizione.
***
Il senatore
Enrico Morando, nel suo intervento sul DEF, ha menzionato la “produttività
totale dei fattori” quale elemento fondamentale per la crescita. Questo
interessante e riccamente documentato articolo cade a fagiolo:
Economia e Politica
Perché la riforma Fornero va contro produttività e crescita
Domenico Moro - 30 Aprile 2012
1. Produttività e crescita economica
In Italia e in Europa si ripete come
un mantra la necessità di accompagnare la crescita al risanamento dei conti
pubblici. La crescita economica è riconducibile a molte e complesse fonti.
Secondo molti economisti, una delle più importanti è l’aumento della
produttività globale, sebbene i meccanismi che legano questa alla crescita
siano diversi a seconda della prospettiva di analisi adottata.[1] Proprio con
lo scopo dichiarato di innalzare la produttività italiana e, in questo modo, di
spingere la crescita, da tempo entrambe stagnanti, è stata presentata dal
ministro Fornero una proposta di riforma del mercato del lavoro. La logica
sottostante a tale riforma, in accordo con il senso comune del mainstream economico
e politico, è che il declino della produttività in Italia dipende da un mercato
del lavoro troppo poco deregolamentato. A nostro avviso si tratta di una logica
non solo errata ma anche controproducente. […]
A mia volta,
ripropongo:
Produttività. [*]
Provo a fare qualche notazione.
a) “La produttività è il rapporto tra la quantità o il
valore del prodotto ottenuto e la quantità di uno o più fattori, richiesti per
la sua produzione”. Quello più oggettivo – diciamo così - è il rapporto tra quantità,
perché prescinde dal prezzo-ricavo: ad esempio, il rapporto tra quantità di
autovetture o frigoriferi o libri o computer prodotti ed il numero di unità
lavorative (o meglio, le ore lavorate) impiegate nella produzione (prescindendo
dalla cause, non tutte addebitabili ai lavoratori dipendenti, segnalo ad
esempio che lo stabilimento polacco della FIAT produce da solo un numero di
autovetture pari a quelle globalmente prodotte da tutti gli stabilimenti
italiani della stessa FIAT).
b) E’ importante notare che, almeno teoricamente, dal
livello di produttività e dal suo incremento nel tempo dipendono sia il livello
dei salari che il loro aumento.
c) E’ quasi superfluo altresì rilevare che il livello
del prezzo-ricavo (cioè di vendita) o del valore aggiunto, che è la “differenza
tra il valore della produzione di beni e servizi conseguita dalle singole
branche produttive e di quelli consumati (materie prime e ausiliarie impiegate
e servizi forniti da altre unità produttive”) [2] di norma, in un mercato
concorrenziale, rispecchia anche sia il livello qualitativo che il contenuto
tecnologico dei prodotti, frutto, da un lato, della politica industriale di un
Paese; dall’altro, della Ricerca&Sviluppo (R&S) sia privata che
pubblica (v. al riguardo differenze tra Italia e Germania, entrambi Paesi a
forte vocazione manifatturiera).
[*] ISTAT - Produttività http://www.istat.it/dati/catalogo/20110523_00/grafici/1_3.html
[**] ISTAT – Valore aggiunto http://www.istat.it/dati/catalogo/20110523_00/grafici/1_1.html
Sempre a proposito di produttività.
Nei miei corsi di formazione aziendali rivolti a
figure di vario livello e persino laureati e capi d’azienda (piccola), quasi
all’inizio del corso, non mancavo mai, qualunque fossero i destinatari, di
chiarire il significato dei termini efficacia ed efficienza (e qualità ed economicità).
Ma prima lo chiedevo: quasi nessuno sapeva rispondere
con precisione.
Efficacia ed efficienza
sono (o dovrebbero essere) due concetti molto noti nel mondo del lavoro.
Etimologicamente, per efficacia
si intende la capacità di produrre un effetto, di raggiungere un determinato
obiettivo, mentre per efficienza
la capacità di raggiungerlo con la minima allogazione possibile di risorse
(anche il termine economicità, non tutti lo sanno, ha un significato analogo).
Università Partenope
Efficienza, efficacia, economicità (riferite alla
mamma e alle pizze)
Ed infine allego questo mio vecchio commento con un
articolo di Sbilanciamoci.info, che sostiene la stessa tesi dell’articolo
linkato più sopra:
Qual è la
causa e quale l’effetto? Qual è la relazione del sottoutilizzo in Italia del
capitale umano qualificato e/o della sua bassa remunerazione – in assoluto e
comparativamente agli altri Paesi - con l’evoluzione del PIL?
Da questa
interessante ed acuta analisi di Sbilanciamoci.info, “La Lombardia che si allontana dall'Europa”, ricavo:
“la correlazione tra produzione e
occupazione, come investimenti e pil, mostra come le riforme del mercato del
lavoro degli anni ’90 e quelle di “mercato” realizzate in Italia sono state
efficaci solo a margine del sistema economico e del lavoro, cioè le misure
adottate dai governi nazionali dell’Italia hanno consolidato la debolezza di
struttura del paese, e paradossalmente inibito le necessarie azioni di cambiamento
di struttura necessari per una regione importante come la Lombardia”.
E poi: “Infatti, i provvedimenti legati al mercato
del lavoro per “flessibilizzare” lo stesso lavoro dal lato dell’offerta si è
tradotto in un allargamento del tasso di occupazione per le figure che
intrinsecamente producono meno valore aggiunto. Se il pil cresce poco
all’aumentare dell’occupazione vuol dire che si producono beni e servizi a
basso valore aggiunto, oppure che i redditi di ingresso dei nuovi occupati sono
molto bassi. Forse la riflessione non è nuova per gli economisti, ma la
profondità e drammaticità dell’attuale situazione ha caratteristiche abbastanza
inedite”.
Appendice
commento di magnagrecia inviato il 14 maggio 2012
SPENDING REVIEW
Corte dei Conti: "Tagli P.A., servizi peggiori"
Patroni Griffi: "Ispezioni sulle consulenze"
La relazione 2012 della corte sul costo del lavoro pubblico ammonisce sui riflessi negativi sulla qualità dei servizi causati dai "tagli lineari agli organici". Sotto osservazione anche la perdità di produttività e il peso dei permessi sindacali sull'erario: 151 milioni nel 2010. Il ministro rivela ad Agorà di essere al lavoro con Gdf e Corte dei Conti su blitz negli ent
14 maggio 2012
Corte dei Conti: "Tagli P.A., servizi peggiori". Patroni Griffi: "Ispezioni sulle consulenze"
Corte dei Conti: Relazione 2012 sul costo del lavoro pubblico - Nota di sintesi
Corte dei Conti: "Tagli P.A., servizi peggiori"
Patroni Griffi: "Ispezioni sulle consulenze"
La relazione 2012 della corte sul costo del lavoro pubblico ammonisce sui riflessi negativi sulla qualità dei servizi causati dai "tagli lineari agli organici". Sotto osservazione anche la perdità di produttività e il peso dei permessi sindacali sull'erario: 151 milioni nel 2010. Il ministro rivela ad Agorà di essere al lavoro con Gdf e Corte dei Conti su blitz negli ent
14 maggio 2012
Corte dei Conti: "Tagli P.A., servizi peggiori". Patroni Griffi: "Ispezioni sulle consulenze"
Corte dei Conti: Relazione 2012 sul costo del lavoro pubblico - Nota di sintesi
commento di magnagrecia inviato il 14 maggio 2012
ACCORDO SUL LAVORO PUBBLICO: ANCHE I
PEGGIORI SARANNO PREMIATI
L’INTESA GOVERNO-SINDACATI SULLA DISCIPLINA DELL’IMPIEGO PUBBLICO SEMBRA SEGNARE UNA RINUNCIA ALLA PARTE POSITIVA DELLA RIFORMA DEL 2009
Articolo di Alberto Alesina e Andrea Ichino pubblicato sul Corriere della Sera il 10 maggio 2012 – In argomento v. anche il mio secondo editoriale telegrafico per la Newsletter n. 199 del 7 maggio 2012 – Posso aggiungere, per completezza d’informazione dei lettori di questo sito, che il ministro della Funzione pubblica intende correggere drasticamente il messaggio che la maggior parte degli osservatori ha tratto dall’Intesasiglata il 3 maggio con i sindacati; resta il fatto, però, che questo è effettivamente il messaggio prevalentemente colto
ACCORDO SUL LAVORO PUBBLICO: ANCHE I PEGGIORI SARANNO PREMIATI
L’INTESA GOVERNO-SINDACATI SULLA DISCIPLINA DELL’IMPIEGO PUBBLICO SEMBRA SEGNARE UNA RINUNCIA ALLA PARTE POSITIVA DELLA RIFORMA DEL 2009
Articolo di Alberto Alesina e Andrea Ichino pubblicato sul Corriere della Sera il 10 maggio 2012 – In argomento v. anche il mio secondo editoriale telegrafico per la Newsletter n. 199 del 7 maggio 2012 – Posso aggiungere, per completezza d’informazione dei lettori di questo sito, che il ministro della Funzione pubblica intende correggere drasticamente il messaggio che la maggior parte degli osservatori ha tratto dall’Intesasiglata il 3 maggio con i sindacati; resta il fatto, però, che questo è effettivamente il messaggio prevalentemente colto
ACCORDO SUL LAVORO PUBBLICO: ANCHE I PEGGIORI SARANNO PREMIATI
commento di magnagrecia inviato il 11 maggio 2012
Conti Pubblici
QUEL DUBBIO LEGAME TRA DEBITO E CRESCITA
di Ugo Panizza e Andrea Filippo Presbitero 11.05.2012
Paesi caratterizzati da elevati livelli di debito pubblico registrano anche una ridotta crescita economica. La correlazione tra debito e crescita è spesso utilizzata come argomento a favore di una politica fiscale restrittiva. Tuttavia, non è chiaro se sia l'elevato debito pubblico a provocare un rallentamento della crescita economica o viceversa. Uno studio recente mostra che non esiste alcuna evidenza a sostegno dell'ipotesi secondo la quale il debito pubblico provoca una riduzione della crescita economica.
Verificare se elevati livelli di debito pubblico generino un effetto negativo sulla crescita economica è una questione di politica economica particolarmente rilevante. Una risposta affermativa implicherebbe che, sebbene efficaci nel breve periodo, politiche fiscali espansive che fanno aumentare il rapporto debito/Pil potrebbero rallentare la crescita di lungo periodo, annullando parzialmente (o completamente) l'effetto positivo dello stimolo fiscale.
QUEL DUBBIO LEGAME TRA DEBITO E CRESCITA
QUEL DUBBIO LEGAME TRA DEBITO E CRESCITA
di Ugo Panizza e Andrea Filippo Presbitero 11.05.2012
Paesi caratterizzati da elevati livelli di debito pubblico registrano anche una ridotta crescita economica. La correlazione tra debito e crescita è spesso utilizzata come argomento a favore di una politica fiscale restrittiva. Tuttavia, non è chiaro se sia l'elevato debito pubblico a provocare un rallentamento della crescita economica o viceversa. Uno studio recente mostra che non esiste alcuna evidenza a sostegno dell'ipotesi secondo la quale il debito pubblico provoca una riduzione della crescita economica.
Verificare se elevati livelli di debito pubblico generino un effetto negativo sulla crescita economica è una questione di politica economica particolarmente rilevante. Una risposta affermativa implicherebbe che, sebbene efficaci nel breve periodo, politiche fiscali espansive che fanno aumentare il rapporto debito/Pil potrebbero rallentare la crescita di lungo periodo, annullando parzialmente (o completamente) l'effetto positivo dello stimolo fiscale.
QUEL DUBBIO LEGAME TRA DEBITO E CRESCITA
commento di magnagrecia inviato il 11 maggio 2012
IL CASO di CARLO BONINI
Sistri, costi gonfiati e flop tecnologico
L'affare milionario di Finmeccanica
Doveva diventare l'arma definitiva per sconfiggere le eco-mafie, ma dietro al sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti si nasconde una voragine di sperperi pubblici a vantaggio della holding di Stato, incaricata - attraverso la controllata Selex - di progettare e mettere a regime il sistema. Tutto sancito da un contratto siglato in gran segreto con il Ministero dell'Ambiente che Repubblica è in grado di rivelare. E che scoperchia un business da quasi 500 milioni di euro ai danni di 400 mila aziende italiane
Sistri, costi gonfiati e flop tecnologico. L'affare milionario di Finmeccanica
Sistri, costi gonfiati e flop tecnologico
L'affare milionario di Finmeccanica
Doveva diventare l'arma definitiva per sconfiggere le eco-mafie, ma dietro al sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti si nasconde una voragine di sperperi pubblici a vantaggio della holding di Stato, incaricata - attraverso la controllata Selex - di progettare e mettere a regime il sistema. Tutto sancito da un contratto siglato in gran segreto con il Ministero dell'Ambiente che Repubblica è in grado di rivelare. E che scoperchia un business da quasi 500 milioni di euro ai danni di 400 mila aziende italiane
Sistri, costi gonfiati e flop tecnologico. L'affare milionario di Finmeccanica
commento di magnagrecia inviato il 5 maggio 2012
La crisi
durerà a lungo, almeno 15 anni…
L'INCONTRO
De Benedetti: "Mentana il più bravo. Un anno fa interessato a La 7"
A Dogliani il presidente del Gruppo editoriale L'Espresso intervistato da Giovanni MInoli. Sulla crisi: "Bisogna scardinare l'austerità cieca della Merkel"
[…] L'ingegnere ha affrontato anche i temi della crisi: "Ci sono motivi validi non per suicidarsi, che è una decisione individuale, ma per fare gesti estremi. La società in questo momento mette la gente in condizioni di disperazione.
C'è poco da farsi delle illusioni - ha aggiunto - la crisi sarà molto lunga, durerà qualche anno e il peggio deve ancora arrivare dal punto di vista del lavoro. Il Paese dovrà abituarsi a vivere con meno fatuità, bisognerà abituarsi a standard diversi rispetto a quelli attuali".
Per De Benedetti, "bisogna scardinare l'austerità bieca e cieca della Merkel. Le elezioni francesi e greche di questa domenica obbligheranno a una revisione di questa austerità fine a se stessa". Il presidente del gruppo Espresso ha lodato il premier Mario Monti: "Si è mosso in maniera straordinariamente positiva. Per creare una triangolazione con Francia e Germania l'Italia avrà ora un ruolo diverso".
De Benedetti: "Mentana il più bravo. Un anno fa interessato a La 7"
L'INCONTRO
De Benedetti: "Mentana il più bravo. Un anno fa interessato a La 7"
A Dogliani il presidente del Gruppo editoriale L'Espresso intervistato da Giovanni MInoli. Sulla crisi: "Bisogna scardinare l'austerità cieca della Merkel"
[…] L'ingegnere ha affrontato anche i temi della crisi: "Ci sono motivi validi non per suicidarsi, che è una decisione individuale, ma per fare gesti estremi. La società in questo momento mette la gente in condizioni di disperazione.
C'è poco da farsi delle illusioni - ha aggiunto - la crisi sarà molto lunga, durerà qualche anno e il peggio deve ancora arrivare dal punto di vista del lavoro. Il Paese dovrà abituarsi a vivere con meno fatuità, bisognerà abituarsi a standard diversi rispetto a quelli attuali".
Per De Benedetti, "bisogna scardinare l'austerità bieca e cieca della Merkel. Le elezioni francesi e greche di questa domenica obbligheranno a una revisione di questa austerità fine a se stessa". Il presidente del gruppo Espresso ha lodato il premier Mario Monti: "Si è mosso in maniera straordinariamente positiva. Per creare una triangolazione con Francia e Germania l'Italia avrà ora un ruolo diverso".
De Benedetti: "Mentana il più bravo. Un anno fa interessato a La 7"
commento di magnagrecia inviato il 5 maggio 2012
CRISI
Deficit, il piano di Monti alla Ue
"Via dal calcolo investimenti e rimborsi"
Il premier vuole portare le misure al Consiglio di giugno. Il bilancio dell'Unione usato tutto per la crescita mentre la spesa produttiva e i soldi da restituire alle imprese non vanno contati nei parametri di Maastricht
di ALBERTO D'ARGENIO e ROBERTO PETRINI
(05 maggio 2012)
ROMA - Tra contatti riservati e pressioni che rimbalzano tra le due sponde dell'Atlantico, prende forma il piano per la crescita che il 28 giugno Mario Monti porterà al Consiglio europeo di Bruxelles. Il premier prende la rincorsa lunga, insieme al ministro Enzo Moavero inizia a sondare i partner già adesso sperando di arrivare al vertice con il maggior consenso possibile. E un ruolo lo svolgerà anche il presidente Usa Obama. Ma intanto preoccupano i conti pubblici: vanno tenuti a bada perché la recessione morde, rischiando di allontanare quell'azzeramento del deficit nel 2013 vitale per mantenere credibilità in Europa e di fronte ai mercati internazionali.
Il piano italiano per riportare il Continente a crescere - e ad uscire dalla letale recessione - è un mix tra misure liberali e keynesiane. […]
Deficit, il piano di Monti alla Ue. "Via dal calcolo investimenti e rimborsi"
Deficit, il piano di Monti alla Ue
"Via dal calcolo investimenti e rimborsi"
Il premier vuole portare le misure al Consiglio di giugno. Il bilancio dell'Unione usato tutto per la crescita mentre la spesa produttiva e i soldi da restituire alle imprese non vanno contati nei parametri di Maastricht
di ALBERTO D'ARGENIO e ROBERTO PETRINI
(05 maggio 2012)
ROMA - Tra contatti riservati e pressioni che rimbalzano tra le due sponde dell'Atlantico, prende forma il piano per la crescita che il 28 giugno Mario Monti porterà al Consiglio europeo di Bruxelles. Il premier prende la rincorsa lunga, insieme al ministro Enzo Moavero inizia a sondare i partner già adesso sperando di arrivare al vertice con il maggior consenso possibile. E un ruolo lo svolgerà anche il presidente Usa Obama. Ma intanto preoccupano i conti pubblici: vanno tenuti a bada perché la recessione morde, rischiando di allontanare quell'azzeramento del deficit nel 2013 vitale per mantenere credibilità in Europa e di fronte ai mercati internazionali.
Il piano italiano per riportare il Continente a crescere - e ad uscire dalla letale recessione - è un mix tra misure liberali e keynesiane. […]
Deficit, il piano di Monti alla Ue. "Via dal calcolo investimenti e rimborsi"
commento di magnagrecia inviato il 5 maggio 2012
La solita
politica del granchio, un passo avanti e uno indietro [*] (per la cronaca, il
ministro Patroni Griffi è un magistrato fuori ruolo).
Una volta (fino agli anni ’70), i privilegi dei dipendenti statali rispetto a quelli privati (non licenziabilità, orari ridotti e scarso impegno nel lavoro) erano compensati da più bassi stipendi. Ora anche gli stipendi sono più alti.
Dall’ottima analisi di NoisefromAmerika che ho linkato più sotto emerge la conferma (cfr. il mio ‘post’ sulla PA [3]) che l’aumento del numero dei dipendenti pubblici (+23% nell’ultimo trentennio) si è verificato soprattutto negli Enti locali ed in particolare nella Sanità:
i) da tre decenni gli organici crescono di circa il 7% ogni decennio;
ii) dal 1990 al 2000 la spesa in €2010 è addirittura diminuita (nonostante la costante crescita degli organici): complimenti ad Amato, Ciampi e anche a Prodi anzi a Giarda (un protagonista del primo governo Prodi);
iii) l'ultimo decennio ha visto una crescita della spesa del lavoro a € 2010 di 17,6% contro una crescita del Pil, sempre a € 2010 di solo lo 6,3% (nonostante la spesa per lavoro nel 2009 e 2010 sia rimasta praticamente costante in termini nominali al livello 2008; il male è stato fatto nel lustro terribile 2001-2006).
iv) il lordo erogato al personale degli enti locali valeva nel 1980 il 37.8% del totale: nel 2010 è salito al 45,6%. La spesa è aumentata sopratutto negli enti locali (in particolare regioni/sanità). L'elefante nella stanza è il federalismo. Difficile discutere di tagli al settore pubblico senza discutere di federalismo.
http://noisefromamerika.org/articolo/due-commenti-sfogo-sul-settore-pubblico-aspettando-giarda
Una volta (fino agli anni ’70), i privilegi dei dipendenti statali rispetto a quelli privati (non licenziabilità, orari ridotti e scarso impegno nel lavoro) erano compensati da più bassi stipendi. Ora anche gli stipendi sono più alti.
Dall’ottima analisi di NoisefromAmerika che ho linkato più sotto emerge la conferma (cfr. il mio ‘post’ sulla PA [3]) che l’aumento del numero dei dipendenti pubblici (+23% nell’ultimo trentennio) si è verificato soprattutto negli Enti locali ed in particolare nella Sanità:
i) da tre decenni gli organici crescono di circa il 7% ogni decennio;
ii) dal 1990 al 2000 la spesa in €2010 è addirittura diminuita (nonostante la costante crescita degli organici): complimenti ad Amato, Ciampi e anche a Prodi anzi a Giarda (un protagonista del primo governo Prodi);
iii) l'ultimo decennio ha visto una crescita della spesa del lavoro a € 2010 di 17,6% contro una crescita del Pil, sempre a € 2010 di solo lo 6,3% (nonostante la spesa per lavoro nel 2009 e 2010 sia rimasta praticamente costante in termini nominali al livello 2008; il male è stato fatto nel lustro terribile 2001-2006).
iv) il lordo erogato al personale degli enti locali valeva nel 1980 il 37.8% del totale: nel 2010 è salito al 45,6%. La spesa è aumentata sopratutto negli enti locali (in particolare regioni/sanità). L'elefante nella stanza è il federalismo. Difficile discutere di tagli al settore pubblico senza discutere di federalismo.
http://noisefromamerika.org/articolo/due-commenti-sfogo-sul-settore-pubblico-aspettando-giarda
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2576028.html oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/analisi-quali-quantitativa10-pubblica.html
[*] IL
PUBBLICO IMPIEGO
La «controriforma» degli statali
Patroni Griffi firma con i sindacati.
Licenziamenti: niente indennità, solo reintegro
Roberto Bagnoli
5 maggio 2012 | 9:54
http://www.corriere.it/economia/12_maggio_05/controriforma-statali-bagnoli_d251d310-9674-11e1-a8a2-11f8cf758d5e.shtml
La «controriforma» degli statali
Patroni Griffi firma con i sindacati.
Licenziamenti: niente indennità, solo reintegro
Roberto Bagnoli
5 maggio 2012 | 9:54
http://www.corriere.it/economia/12_maggio_05/controriforma-statali-bagnoli_d251d310-9674-11e1-a8a2-11f8cf758d5e.shtml
commento di magnagrecia inviato il 5 maggio 2012
Lavoro / Immigrazione
I NUOVI MIGRANTI SONO EUROPEI *
di Andrea Stuppini 04.05.2012
La crisi fa crescere la disoccupazione nei paesi europei del Mediterraneo, soprattutto tra i giovani. Che reagiscono lasciando la madre patria per cercare lavoro altrove, spesso sull'onda di un passaparola che si avvantaggia dei social network. I ragazzi di Spagna e Portogallo scelgono in particolare Argentina e Brasile, le loro ex colonie in rapido sviluppo, grazie alla lingua condivisa. Per i greci e per gli italiani la meta preferita sembra essere la Germania, forte anche di salari di ingresso decisamente più alti, specialmente per i lavori più qualificati.
I NUOVI MIGRANTI SONO EUROPEI
I NUOVI MIGRANTI SONO EUROPEI *
di Andrea Stuppini 04.05.2012
La crisi fa crescere la disoccupazione nei paesi europei del Mediterraneo, soprattutto tra i giovani. Che reagiscono lasciando la madre patria per cercare lavoro altrove, spesso sull'onda di un passaparola che si avvantaggia dei social network. I ragazzi di Spagna e Portogallo scelgono in particolare Argentina e Brasile, le loro ex colonie in rapido sviluppo, grazie alla lingua condivisa. Per i greci e per gli italiani la meta preferita sembra essere la Germania, forte anche di salari di ingresso decisamente più alti, specialmente per i lavori più qualificati.
I NUOVI MIGRANTI SONO EUROPEI
commento di magnagrecia inviato il 5 maggio 2012
Lettura
suggerita a chi ha liquidità.
Quanto conviene ancora l’investimento immobiliare
Andrea Nicoletti
04/05/2012 17:42
Inutile aspettare tempi migliori, non torneranno. Ma per chi ha fiuto le possibilità di combinare buoni affari non mancano, anche se bisogna fare lo slalom tra nuovi oneri fiscali, prima tra tutti l’Imu
Quanto conviene ancora l’investimento immobiliare
Quanto conviene ancora l’investimento immobiliare
Andrea Nicoletti
04/05/2012 17:42
Inutile aspettare tempi migliori, non torneranno. Ma per chi ha fiuto le possibilità di combinare buoni affari non mancano, anche se bisogna fare lo slalom tra nuovi oneri fiscali, prima tra tutti l’Imu
Quanto conviene ancora l’investimento immobiliare
commento di magnagrecia inviato il 5 maggio 2012
L’affermazione
del premier Monti che l’abolizione dell’ICI sulla prima casa fu un errore,
segnatamente sulla prima casa dei ricchi e dei più abbienti decisa dal governo
Berlusconi (-2,5 mld), è stata quasi un’ovvietà (v. Abolizione dell’ICI [7]).
Ho detto ‘quasi’, per lisciare un attimo il pelo anch’io alla particolare avversione degli Italiani (acclarata da sondaggi) verso quell’imposta.
Avversione strumentalizzata dal furbo Berlusconi, che ne fece il suo cavallo di battaglia propagandistico in campagna elettorale.
Le conseguenze furono – oltre a rendere l’Italia un caso unico al mondo di esenzione fiscale della prima casa e di abolizione da parte di un partito federalista dell’unica imposta federalista - un buco complessivo annuo di 3,7 mld nelle casse dello Stato, proprio nel periodo critico della terribile crisi economica mondiale. Al quale poi si aggiunsero (v. questo ‘post’) quelli causati da:
- il cosiddetto salvataggio dell’ALITALIA (3,1 + 2 mld di ammortizzatori sociali) [6];
- l’organizzazione di un doppio G8 (0,5 mld sprecato) [8];
- la firma di un trattato d’amicizia come quello Italia-Libia (voluto da Prodi, che però s’era rifiutato di firmarlo perché troppo oneroso), con un costo di 5 mld $ (250 mln all’anno per 20 anni). [9]
Ho detto ‘quasi’, per lisciare un attimo il pelo anch’io alla particolare avversione degli Italiani (acclarata da sondaggi) verso quell’imposta.
Avversione strumentalizzata dal furbo Berlusconi, che ne fece il suo cavallo di battaglia propagandistico in campagna elettorale.
Le conseguenze furono – oltre a rendere l’Italia un caso unico al mondo di esenzione fiscale della prima casa e di abolizione da parte di un partito federalista dell’unica imposta federalista - un buco complessivo annuo di 3,7 mld nelle casse dello Stato, proprio nel periodo critico della terribile crisi economica mondiale. Al quale poi si aggiunsero (v. questo ‘post’) quelli causati da:
- il cosiddetto salvataggio dell’ALITALIA (3,1 + 2 mld di ammortizzatori sociali) [6];
- l’organizzazione di un doppio G8 (0,5 mld sprecato) [8];
- la firma di un trattato d’amicizia come quello Italia-Libia (voluto da Prodi, che però s’era rifiutato di firmarlo perché troppo oneroso), con un costo di 5 mld $ (250 mln all’anno per 20 anni). [9]
La storia
ora si ripete con l’IMU, alimentata colpevolmente dai media, che arrivano a
considerare insostenibile un gravame di poche centinaia di € all’anno (va
molto, molto peggio ai non proprietari che devono pagare l’affitto, ma nessuno
ne parla) e addirittura a definire difficilissimo (sic) il calcolo dell’imposta
(qui un sito che lo fa gratuitamente http://www.irpef.info ). Che Paese, è
l’Italia.
5 maggio 2012
Acqua fredda sull’Imu
Raffaella Cascioli
Acqua fredda sull’Imu
5 maggio 2012
Acqua fredda sull’Imu
Raffaella Cascioli
Acqua fredda sull’Imu
commento di magnagrecia inviato il 4 maggio 2012
NoiseFromAmerika
Due Commenti e uno Sfogo sul Settore Pubblico, Aspettando G...iarda
23 aprile 2012 •aldo lanfranconi
Due Commenti e uno Sfogo sul Settore Pubblico, Aspettando G...iarda
Due Commenti e uno Sfogo sul Settore Pubblico, Aspettando G...iarda
23 aprile 2012 •aldo lanfranconi
Due Commenti e uno Sfogo sul Settore Pubblico, Aspettando G...iarda
commento di magnagrecia inviato il 4 maggio 2012
Spending
review
Il governo ha pubblicato sul proprio sito una nuova sezione dedicata all’argomento. C’è anche un modulo online, attraverso il quale è possibile inviare suggerimenti e segnalazioni sugli sprechi.
Io ho inviato questa mia proposta (che è stata letta ieri mattina alla trasmissione di Radio3 “Tutta la città ne parla”):
Oggetto: Proposte tagli spesa pubblica
DOPPIO STIPENDIO AI MAGISTRATI FUORI RUOLO.
A seguito della campagna iniziata da “Report” sull’eliminazione dello scandalo del doppio, lauto stipendio ai magistrati posti fuori ruolo e passati ad altro incarico, il decreto “Salva-Italia” del governo Monti ha tagliato del 75% lo stipendio relativo all’incarico non esercitato. Poiché il 25% residuo è un compenso per un lavoro non svolto, propongo che esso venga tagliato del tutto.
Il governo ha pubblicato sul proprio sito una nuova sezione dedicata all’argomento. C’è anche un modulo online, attraverso il quale è possibile inviare suggerimenti e segnalazioni sugli sprechi.
Io ho inviato questa mia proposta (che è stata letta ieri mattina alla trasmissione di Radio3 “Tutta la città ne parla”):
Oggetto: Proposte tagli spesa pubblica
DOPPIO STIPENDIO AI MAGISTRATI FUORI RUOLO.
A seguito della campagna iniziata da “Report” sull’eliminazione dello scandalo del doppio, lauto stipendio ai magistrati posti fuori ruolo e passati ad altro incarico, il decreto “Salva-Italia” del governo Monti ha tagliato del 75% lo stipendio relativo all’incarico non esercitato. Poiché il 25% residuo è un compenso per un lavoro non svolto, propongo che esso venga tagliato del tutto.
commento di magnagrecia inviato
il 4 maggio 2012
Uno sguardo sul passato: Il Rapporto della Commissione Onofri:
COMMISSIONE PER L’ANALISI DELLE COMPATIBILITA’ MACROECONOMICHE DELLA SPESA SOCIALE
RELAZIONE FINALE
28 FEBBRAIO 1997
Il Parlamento italiano è il più caro d’Europa.pdf
La riforma del welfare
Dieci anni dopo la «Commissione Onofri»
Il reddito minimo di inserimento
di Emanuele Ranci Ortigosa
La riforma del welfare. Dieci anni dopo la «Commissione Onofri». Il reddito minimo di inserimento
LA RIFORMA DEL WELFARE. Dieci anni dopo la «Commissione Onofri»
A cura di LUCIANO GUERZONI
Libro bianco realizzato da Astrid,
Fondazione Gorrieri, Istituto per la ricerca sociale
LA RIFORMA DEL WELFARE. Dieci anni dopo la «Commissione Onofri»
COMMISSIONE PER L’ANALISI DELLE COMPATIBILITA’ MACROECONOMICHE DELLA SPESA SOCIALE
RELAZIONE FINALE
28 FEBBRAIO 1997
Il Parlamento italiano è il più caro d’Europa.pdf
La riforma del welfare
Dieci anni dopo la «Commissione Onofri»
Il reddito minimo di inserimento
di Emanuele Ranci Ortigosa
La riforma del welfare. Dieci anni dopo la «Commissione Onofri». Il reddito minimo di inserimento
LA RIFORMA DEL WELFARE. Dieci anni dopo la «Commissione Onofri»
A cura di LUCIANO GUERZONI
Libro bianco realizzato da Astrid,
Fondazione Gorrieri, Istituto per la ricerca sociale
LA RIFORMA DEL WELFARE. Dieci anni dopo la «Commissione Onofri»
commento di magnagrecia inviato
il 4 maggio 2012
ECONOMIA
30/01/2012 - LA CASTA IL COSTO DELLE ISTITUZIONI
Il Parlamento italiano è il più caro d’Europa
L’indagine: i costi di Montecitorio (foto) sono stati confrontati con quelli delle Camere basse degli altri Paesi europei
Ma a pesare è soprattutto la struttura, non gli onorevoli
CARLO BERTINI
Il Parlamento italiano è il più caro d’Europa
Il Parlamento italiano è il più caro d’Europa.pdf
30/01/2012 - LA CASTA IL COSTO DELLE ISTITUZIONI
Il Parlamento italiano è il più caro d’Europa
L’indagine: i costi di Montecitorio (foto) sono stati confrontati con quelli delle Camere basse degli altri Paesi europei
Ma a pesare è soprattutto la struttura, non gli onorevoli
CARLO BERTINI
Il Parlamento italiano è il più caro d’Europa
Il Parlamento italiano è il più caro d’Europa.pdf
commento di magnagrecia inviato
il 4 maggio 2012
Conti Pubblici
LA MISSIONE SPECIALE DI MR. BONDI
di Luigi Oliveri 04.05.2012
Far sì che gli acquisti di beni e servizi della pubblica amministrazione avvengano a prezzi standard di mercato: è il compito affidato a Enrico Bondi. Ed è un compito improbo perché le stazioni appaltanti in Italia sono circa 20mila. Soprattutto, però, la nomina del commissario è la conferma che si è sbagliato in passato, quando sono stati eliminati i sistemi di controllo preventivo di legittimità sugli atti degli enti. Una scelta che andrebbe ripensata, almeno per quei territori dove le inefficienze sono più evidenti e frequenti.
LA MISSIONE SPECIALE DI MR. BONDI
LA MISSIONE SPECIALE DI MR. BONDI
di Luigi Oliveri 04.05.2012
Far sì che gli acquisti di beni e servizi della pubblica amministrazione avvengano a prezzi standard di mercato: è il compito affidato a Enrico Bondi. Ed è un compito improbo perché le stazioni appaltanti in Italia sono circa 20mila. Soprattutto, però, la nomina del commissario è la conferma che si è sbagliato in passato, quando sono stati eliminati i sistemi di controllo preventivo di legittimità sugli atti degli enti. Una scelta che andrebbe ripensata, almeno per quei territori dove le inefficienze sono più evidenti e frequenti.
LA MISSIONE SPECIALE DI MR. BONDI
commento di magnagrecia inviato
il 4 maggio 2012
Conti Pubblici
COME DARE OSSIGENO ALL'ECONOMIA ITALIANA
di Andrea Boitani, Giuseppe Pisauro e Pippo Ranci 03.05.2012
Rigore e riforme strutturali sono certo indispensabili, ma danno risultati di lungo periodo. Nel breve, la politica per la crescita è il contrasto della recessione tramite stimolo della domanda, come sanno bene negli Stati Uniti. E nessuna politica anti-recessiva può essere fatta in un solo paese europeo, tanto che si inizia a parlare di un "growth compact". Una boccata d'ossigeno per l'economia italiana può arrivare dal pagamento di una parte dei debiti dello Stato verso le imprese, con un intervento una tantum che non violerebbe gli impegni con l'Europa sui conti pubblici del 2012.
COME DARE OSSIGENO ALL'ECONOMIA ITALIANA
COME DARE OSSIGENO ALL'ECONOMIA ITALIANA
di Andrea Boitani, Giuseppe Pisauro e Pippo Ranci 03.05.2012
Rigore e riforme strutturali sono certo indispensabili, ma danno risultati di lungo periodo. Nel breve, la politica per la crescita è il contrasto della recessione tramite stimolo della domanda, come sanno bene negli Stati Uniti. E nessuna politica anti-recessiva può essere fatta in un solo paese europeo, tanto che si inizia a parlare di un "growth compact". Una boccata d'ossigeno per l'economia italiana può arrivare dal pagamento di una parte dei debiti dello Stato verso le imprese, con un intervento una tantum che non violerebbe gli impegni con l'Europa sui conti pubblici del 2012.
COME DARE OSSIGENO ALL'ECONOMIA ITALIANA
commento di magnagrecia inviato
il 4 maggio 2012
Ne raccomando la lettura integrale (raccomandazione NON rivolta agli
interdetti, con seri problemi col principio di realtà):
CRISI
Crescita, Monti critico con l'Europa. "Molti vincoli, non sta facendo bene"
Il premier incontra a Roma il Nobel per l'Economia Joseph Stiglitz. Ue frenata dalla "crescita delle sue istituzioni". All'Italia "non basterà poco tempo", ma il "mostro" della mancata crescita è stato a lungo "negato". Capitolo tasse: "Non ce l'avevo con Alfano, ma compensazione impossibile". Investimenti pubblici: "Non dispero di convincere la Germania". "Su Bondi commenti superficiali"
(02 maggio 2012)
ROMA - "L'Europa, sul piano della crescita, non sta facendo molto bene". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Mario Monti, nel corso di un confronto pubblico a Roma con il premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz, spiegando però che l'Ue sta dedicando molte energie alla costruzione delle istituzioni e non ha ancora un mercato unico come quello Usa. "Il policy making in Europa ha due obiettivi - ha spiegato Monti -: non solo far crescere di più e meglio l'economia, che è già una sfida difficile, ma far crescere se stessa e le sue istituzioni. Questo comporta una rinuncia alla crescita, perché molti vincoli vengono destinati a quelle riforme. Ecco perché l'Europa non si lancia a briglie sciolte nella prateria della crescita". […]
Crescita, Monti critico con l'Europa. "Molti vincoli, non sta facendo bene"
CRISI
Crescita, Monti critico con l'Europa. "Molti vincoli, non sta facendo bene"
Il premier incontra a Roma il Nobel per l'Economia Joseph Stiglitz. Ue frenata dalla "crescita delle sue istituzioni". All'Italia "non basterà poco tempo", ma il "mostro" della mancata crescita è stato a lungo "negato". Capitolo tasse: "Non ce l'avevo con Alfano, ma compensazione impossibile". Investimenti pubblici: "Non dispero di convincere la Germania". "Su Bondi commenti superficiali"
(02 maggio 2012)
ROMA - "L'Europa, sul piano della crescita, non sta facendo molto bene". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Mario Monti, nel corso di un confronto pubblico a Roma con il premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz, spiegando però che l'Ue sta dedicando molte energie alla costruzione delle istituzioni e non ha ancora un mercato unico come quello Usa. "Il policy making in Europa ha due obiettivi - ha spiegato Monti -: non solo far crescere di più e meglio l'economia, che è già una sfida difficile, ma far crescere se stessa e le sue istituzioni. Questo comporta una rinuncia alla crescita, perché molti vincoli vengono destinati a quelle riforme. Ecco perché l'Europa non si lancia a briglie sciolte nella prateria della crescita". […]
Crescita, Monti critico con l'Europa. "Molti vincoli, non sta facendo bene"
IL CASO
Piano segreto Monti-Merkel: road map parallela per la crisi
Trattativa per un patto su rigore e crescita. Approvazione in contemporanea dei due Parlamenti del "fiscal compact". L'obiettivo è orientare i tedeschi verso gli eurobond e lo scorporo dal deficit degli investimenti
di FRANCESCO BEI
30 aprile 2012
Piano segreto Monti-Merkel: road map parallela per la crisi
Piano segreto Monti-Merkel: road map parallela per la crisi
Trattativa per un patto su rigore e crescita. Approvazione in contemporanea dei due Parlamenti del "fiscal compact". L'obiettivo è orientare i tedeschi verso gli eurobond e lo scorporo dal deficit degli investimenti
di FRANCESCO BEI
30 aprile 2012
Piano segreto Monti-Merkel: road map parallela per la crisi
commento di magnagrecia inviato
il 4 maggio 2012
conti pubblici
Con una spending review al minimo sindacale, aumento dell’IVA inevitabile
L’aumento può slittare al massimo al 2013; in più, il 79,42% grava sui cittadini, il 19,88% su Regioni ed enti locali e solo lo 0,7% sullo Stato
Giovedì 03 maggio 2012
[…] Rispetto alla spesa pubblica (al netto del costo del debito) del 2000: quella del 2011 evidenzia un incremento in termini reali di 124 miliardi di euro; quella attesa per il 2014 evidenzia un aumento in termini reali in via di riassorbimento, ma ancora rilevantissimo: 109 miliardi.
Se una parte rilevante di questo incremento è riconducibile alle dinamiche demografiche d’invecchiamento della popolazione, altrettanta parte è riconducibile alla voce “consumi intermedi”, relativa agli acquisti di beni e servizi, il cui incremento, in termini reali, rispetto al 2000, è di 62,5 miliardi sul 2011 e si mantiene di 57,5 miliardi sul 2014. Al netto della peculiarità di vedere un Ministro tecnico nominare un altro tecnico, la scelta di affidare a Enrico Bondi un incarico finalizzato proprio alla razionalizzazione di questa voce appare dunque centrata. […]
Con una spending review al minimo sindacale, aumento dell’IVA inevitabile
L’aumento può slittare al massimo al 2013; in più, il 79,42% grava sui cittadini, il 19,88% su Regioni ed enti locali e solo lo 0,7% sullo Stato
Giovedì 03 maggio 2012
[…] Rispetto alla spesa pubblica (al netto del costo del debito) del 2000: quella del 2011 evidenzia un incremento in termini reali di 124 miliardi di euro; quella attesa per il 2014 evidenzia un aumento in termini reali in via di riassorbimento, ma ancora rilevantissimo: 109 miliardi.
Se una parte rilevante di questo incremento è riconducibile alle dinamiche demografiche d’invecchiamento della popolazione, altrettanta parte è riconducibile alla voce “consumi intermedi”, relativa agli acquisti di beni e servizi, il cui incremento, in termini reali, rispetto al 2000, è di 62,5 miliardi sul 2011 e si mantiene di 57,5 miliardi sul 2014. Al netto della peculiarità di vedere un Ministro tecnico nominare un altro tecnico, la scelta di affidare a Enrico Bondi un incarico finalizzato proprio alla razionalizzazione di questa voce appare dunque centrata. […]
Dal raffronto tra i conti economici disaggregati del DEF 2012 e quelli del
DEF 2011, al netto dei trasferimenti interni tra pubbliche amministrazioni, le
amministrazioni centrali risultano guadagnarci nel 2012 (+2,1 miliardi, anziché
-1,7) e nel 2013 (+0,8 miliardi, anziché - 4,8), mentre nel 2014 ci rimettono
appena 0,5 miliardi (anziché 4,2). Le amministrazioni periferiche e le gestioni
previdenziali vedono ridurre il proprio budget previsionale di spesa,
rispettivamente di 3,6 e 2,7 miliardi sul 2012, 11,4 e 8,9 miliardi sul 2013,
16,3 e 11,3 miliardi dal 2014.
Considerato che le minori spese delle gestioni previdenziali coincidono con i risparmi dagli interventi sui trattamenti pensionistici, ad oggi lo sforzo di riequilibrio dei conti pubblici grava per il 79,42% sui cittadini contribuenti e pensionati, per il 19,88% su Regioni ed Enti locali, per lo 0,7% sullo Stato.
Con una spending review al minimo sindacale, aumento dell’IVA inevitabile
Considerato che le minori spese delle gestioni previdenziali coincidono con i risparmi dagli interventi sui trattamenti pensionistici, ad oggi lo sforzo di riequilibrio dei conti pubblici grava per il 79,42% sui cittadini contribuenti e pensionati, per il 19,88% su Regioni ed Enti locali, per lo 0,7% sullo Stato.
Con una spending review al minimo sindacale, aumento dell’IVA inevitabile
commento di magnagrecia inviato il 4 maggio 2012
Da questo articolo emerge una situazione paradossale e per certi versi
drammatica e perciò preoccupante dell’effettivo potere degli organi
politico-istituzionali dell’amministrazione della Cosa pubblica e
dell’infedeltà dell’apparato burocratico, formalmente subordinato. Mi torna in
mente un’affermazione del socialista Pietro Nenni, il quale, quando era
diventato vicepresidente del Consiglio del primo governo di centrosinistra
(1963), aveva invano cercato a Palazzo Chigi "la stanza dei bottoni".
3 maggio
2012
Bondi, l’asso nella manica di Monti. E la Ragioneria finisce sotto tutela
Rilanciata l’azione di governo: entro 15 giorni il piano del commissario sui tagli per 2,1 miliardi
Raffaella Cascioli
Con una spending review al minimo sindacale, aumento dell’IVA inevitabile
Bondi, l’asso nella manica di Monti. E la Ragioneria finisce sotto tutela
Rilanciata l’azione di governo: entro 15 giorni il piano del commissario sui tagli per 2,1 miliardi
Raffaella Cascioli
Con una spending review al minimo sindacale, aumento dell’IVA inevitabile
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