A causa delle avarie
frequenti della piattaforma IlCannocchiale,
dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko
ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente.
O, meglio, di tenermi
pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di
5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 102 del 09-12-2011 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Esenzione della Chiesa dall’ICI:
discussione con Piergiorgio Odifreddi
Riporto
l’ultima fase di una lunga discussione tra Piergiorgio Odifreddi ed il
sottoscritto sul tema dell’esenzione della Chiesa dall’ICI - tema ritornato
attualissimo - avvenuta sul suo blog, per ultimo in calce al ‘post’ Porgere l’altro portafoglio (dopo che ne
avevamo già discusso in calce a due suoi precedenti ‘post’).
Faccio
notare che i dati da me contestati sono stati da lui pubblicati, come è
riportato nel suo ‘post’, in un suo noto libro.
Traggo,
per cominciare, due passi del suo ‘post’ introduttivo:
Avvenire tira in
ballo anche me, per la citazione su L’Espresso di quello
che viene definito un mio “misterioso libro, nel quale accuso la Chiesa di
evasione”. In realtà, il “misterioso libro” non è altro che il ben noto Perchè
non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici), che tante
volte il cardinal Ravasi e altri collaboratori del giornale dei vescovi hanno
attaccato e criticato: evidentemente, senza mai preoccuparsi di leggerlo. […].
Come se
non bastasse, alle esenzioni fiscali statali si aggiungono anche quelle
comunali: ad esempio dall’Ici, “Imposta Comunale sugli Immobili”, in quanto gli
enti ecclesiastici si autocertificano come “non commerciali”. La Legge n. 248
del 2006, approvata sotto il governo Prodi, garantisce infatti l’esenzione
dall’Ici agli enti “non esclusivamente commerciali”.
In tal
modo i comuni italiani perdono un gettito valutato intorno ai 2 miliardi e 250
milioni di euro annui. La Santa Sede possiede infatti un enorme patrimonio
immobiliare anche fuori della Città del Vaticano, in parte specificato dal
Trattato del 1929: dal palazzo del Sant’uffizio a Piazza San Pietro a quello di
Propaganda Fide a Piazza di Spagna, dall’Università Gregoriana al Collegio
Lombardo, dalla Basilica di San Francesco ad Assisi a quella di Sant’Antonio a
Padova, da Villa Barberini a Castelgandolfo all’area di Santa Maria di Galeria
che ospita la Radio Vaticana, e che da sola è più estesa del territorio
dell’intero Stato (44 ettari).
Ecco
la terza puntata della discussione.
Caro
Piergiorgio Odifreddi,
1)
Lei scrive, di nuovo: “La Legge n. 248 del 2006,
approvata sotto il governo Prodi, garantisce infatti l’esenzione dall’Ici agli
enti ‘non esclusivamente commerciali’.”
Ripeto, per la terza volta (cfr. “Sono invalsi i
giudizi” [*] e, recentemente, “Evasione fiscale, da che pulpito” [**]):
dall’analisi dei testi normativi, risulta che il DL Bersani-Visco 223/2006, L.
248/06, non abbia introdotto, ma invece abbia abrogato (art. 39), a seguito di
un emendamento al testo originario, l’esenzione dall’ICI relativa agli immobili
della Chiesa strumentali alle attività commerciali, che era stata decisa da
Berlusconi con DLgs. 203/2005, ma con una formulazione (sostengono le critiche
lette) ambigua, il cavillo del “non esclusivamente”, per non far pagare alla
Chiesa l’ICI. E’ falso, quindi, che Prodi abbia introdotto l’esenzione della
Chiesa dall’ICI, ma viceversa che, per obbligo contratto con i due partiti
comunisti prima delle elezioni, ha presentato un testo di abrogazione
dell’esenzione decisa da Berlusconi; che poi un emendamento parlamentare (non
governativo) al testo originario, approvato da una maggioranza trasversale, ha
modificato, introducendo la formulazione ambigua, che comunque ha determinato
una esenzione NON totale, ma parziale.
2)
Lei scrive, di nuovo: “In tal modo i comuni
italiani perdono un gettito valutato intorno ai 2 miliardi e 250 milioni di
euro annui”.
Come utile termine di comparazione: gli immobili ad
uso abitativo (trova i dati ufficiali in calce al mio ‘post’ sull’ICI), ripeto,
sono 32 milioni; su questi,
l’ICI persa a seguito dell’abolizione sulla prima casa ammonta
complessivamente, al massimo, a 3,7 mld.
Sia per Wikipedia, sia, soprattutto, secondo l’ANCI, il mancato introito per l’esenzione della Chiesa dall’ICI ammonta a 400 milioni, cifra non trascurabile, ma molto lontana dall’importo da Lei indicato di 2,250 mld.
Sia per Wikipedia, sia, soprattutto, secondo l’ANCI, il mancato introito per l’esenzione della Chiesa dall’ICI ammonta a 400 milioni, cifra non trascurabile, ma molto lontana dall’importo da Lei indicato di 2,250 mld.
P.S.: sono non credente.
· Piergiorgio Odifreddi scrive:
caro vincesko,
non ho ben capito se
stiamo giocando a scarica barile, cercando di far passare berlusconi come colui
che ha introdotto l’esenzione dell’ici per la chiesa, e prodi colui che l’ha
abolita.
in realtà, l’abolizione
introdotta da berlusconi era un provvedimento temporaneo, introdotto nella
finanziaria per il 2006, e tamponava una sentenza della corte di cassazione,
che obbligava un ente religioso dell’aquila a pagare.
è vero che prodi ha
dapprima abrogato quel provvedimento, dando grande risalto mediatico alla cosa.
e poi l’ha reintrodotto ad agosto, nella miglior tradizione democristiana, col
cavillo che conosciamo, anch’esso nella stessa tradizione.
la valutazione del mancato
reddito, ovviamente, non era mia, ma derivava dalle fonti che ho citato. non ho
problemi a credere che possa essere sbagliata, essendo comunque appunto una
valutazione controfattuale.
ps. anch’io sono non
credente. e dunque, più che far pagare l’ici alla chiesa, sarei apertamente per
l’esproprio delle sue proprietà.
Caro
Piergiorgio Odifreddi,
Lo
scaricabarile (tutto attaccato) non c’entra: io, di solito, non faccio sconti a
nessuno, neppure a Prodi. In questo caso, ho semplicemente, sulla base
dell’esame dei documenti, ristabilita la verità dei fatti; e, indizio
significativo (direbbe Auguste Dupin), debbo anche rilevare che Lei mi ha costretto
a farlo per la terza volta. Ci riprovo per la quarta: Prodi l’aveva abolita,
l’esenzione introdotta da Berlusconi (per adempiere ad un accordo
preelettorale). L’”inghippo” è stato poi il frutto di un’iniziativa
parlamentare, non del Governo, che poteva contare, come Lei sa benissimo, su
una maggioranza risicatissima e molto indisciplinata (da cui l’accusa
ricorrente a Prodi di non avere il controllo della situazione; d’altronde, si
sa come andò a finire). (Francamente, non sono in grado di dire se la decisione
dispiacque al cattolico Prodi o non).
Noto
con piacere, intanto, che Lei ora si è finalmente “arreso” di fronte
all’evidenza dell’ammontare del mancato introito derivante dall’esenzione.
(Anche la scelta e/o l’accettazione acritica delle fonti costituirebbe per
Auguste Dupin un indizio significativo…).
caro vincesko,
non mi sono “arreso”. ho
semplicemente evitato di impelagarmi in una discussione sulle fonti.
ad esempio, l’inchiesta de
“il mondo” di qualche anno fa valutava al venti per cento del patrimonio
immobiliare italiano le proprietà della chiesa. e al venticinque per cento
quelle della città di roma (ovviamente, vaticano escluso). dunque, se anche il
mancato introito dell’ici fosse di 3,7 miliardi di euro (ammesso, e non
concesso), si potrebbe valutare l’esenzione per la chiesa a un miliardo circa:
cioè, al doppio della sua valutazione.
naturalmente, il metodo
più scientifico per dirimere la questione sarebbe di reintrodurre l’ici,
togliere l’esenzione alla chiesa e vedere gli introiti…
Caro Piergiorgio Odifreddi
(31.8 01:04),
Vedo che Lei non s’arrende
mai ed ama ripetersi, costringendomi a fare altrettanto.
1) La stima di 400 milioni
è di Wikipedia e dell’ANCI.
2) Un miliardo, ammesso e
non concesso che sia la stima corretta (vedi punto successivo) è, in ogni caso,
pari al 45% di 2,250 mld.
3) Sul dato del “Mondo”, Le
ho già risposto lo scorso 1 giugno (cfr. “Sono invalsi i giudizi”): “Anche “Il Mondo” scrive di 20.000 tra immobili e terreni a Roma.
Gli immobili ad uso abitativo (trova i dati ufficiali in calce al ‘post’ sull’ICI), ripeto, sono 32 milioni!”
Gli immobili ad uso abitativo (trova i dati ufficiali in calce al ‘post’ sull’ICI), ripeto, sono 32 milioni!”
Se ne ricava facilmente, a
spanne, che se a 60 milioni di abitanti corrispondono 32 milioni di immobili
residenziali, a 3 milioni di abitanti a Roma corrispondono 1,6 milioni di
immobili residenziali. 20.000 equivalgono, quindi, ad appena lo 0,6%, e non arriviamo
al 20 o 25% neanche se lo decuplichiamo.
La settimana scorsa, il
sindaco Alemanno, in risposta ad un’interrogazione dei Radicali Italiani, ha
quantificato in 11 milioni il mancato introito a Roma.
Pertanto, come nel ‘post’
predetto, concludo dicendo: Converrà che forse c’è qualcosa che non torna. Mi
sa tanto di leggenda metropolitana, come per le 600.000 auto blu.
Alcuni mesi
fa ebbi una discussione su un forum politico sul numero delle auto blu. La
fonte dei dati del mio interlocutore era “Il Sole 24 ore”, dati confermati da
Vincenzo Borgomeo di “Repubblica”. Feci una ricerca accurata e accertai che i
dati del “Sole 24 ore” e di “Repubblica” erano di terza mano e completamente
sballati. Le fantomatiche 600.000 auto blu, di cui da anni si ciancia in
Italia, sono soltanto 86.000 circa!
Due
settimane fa, ho scoperto che anche “Repubblica” ora parla di 90 mila auto blu.
Ecco
l’analisi delle auto blu
http://partitodemocratico.gruppi.ilcannocchiale.it/?t=post&pid=2569442
link non più attivo, sostituito da:
------------------------------------
Note:
Chi ha modificato la norma sull’esenzione della Chiesa
dall’ICI
Fermo restando che la
disciplina fu introdotta dal DLgs. 504/1992 (governo Amato), si ricava da
Wikipedia “Finanziamenti alla Chiesa cattolica in Italia”:
“Il contenuto del decreto, decaduto per mancata
conversione in legge nei tempi utili, viene ripreso nel decreto fiscale
collegato alla legge finanziaria 2006 [governo
Berlusconi], in cui si estende
l’esenzione anche alle organizzazioni no-profit e alle Chiese con cui lo Stato
ha stretto un’intesa”.
Infatti (come ho riportato
nella discussione con PGO, in data 30.8 18:55), l’art. 39 del DL Bersani-Visco 223/2006, L. 248/06 (governo Prodi),
abroga l’art. 7, comma 2 bis del DL 203/2005 + L. 248/2005 (governo
Berlusconi):
Art. 39. Modifica
della disciplina di esenzione dall'ICI
1. All'articolo 7 del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con
modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, il comma 2-bis è sostituito dal seguente: «2-bis. L'esenzione disposta dall'articolo 7, comma 1, lettera i), del
decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, si intende
applicabile alle attività indicate nella medesima lettera che non abbiano
esclusivamente natura commerciale.».
(( 2-bis. L'esenzione disposta
dall'articolo 7, comma 1, lettera i), del decreto legislativo 30 dicembre 1992,
n. 504, si intende applicabile alle attivita' indicate nella medesima lettera a
prescindere dalla natura eventualmente commerciale delle stesse )).
E’ quasi superfluo notare che la discussione tra PGO e
chi scrive verteva sul fatto che fosse stata una decisione di Prodi, mentre
invece – come ho dovuto scrivere per 4 volte - si trattò di un emendamento
parlamentare approvato da una maggioranza trasversale.
Oratori
Ricavo dalla voce predetta di Wikipedia:
La "legge
sugli oratori" (L. 203/2003) è presentata alla Camera dei deputati nel
2001 da Luca Volonté, Rocco Buttiglione ed altri parlamentari dell’Udc; passa
il 19 giugno 2003, e grazie all'intervento del Presidente del Senato Marcello
Pera, che ne consente l’esame in Commissione Affari Costituzionali del Senato in
sede deliberante, ovvero senza passaggio in aula, è approvata
nell'agosto dello stesso anno. […].Il mancato introito da parte dei comuni
derivante dall'esenzione dall'ICI sui locali degli oratori, sancito dalla
stessa legge 203 e calcolato in 2,5 milioni di euro annui, viene coperto
interamente dallo Stato.
Statistiche degli
immobili
Le “Statistiche catastali 2008” dell’Agenzia del Territorio
sono in calce a questo ‘post’:
Abolizione dell’ICI
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2558596.html
oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/analisi-quali-quantitativa2-abolizione_19.html
Avvenire
Dossier: Chiesa e
ICI
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