sabato 27 giugno 2015

Piano taglia-debito per la crescita


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 381 del 26-09-13 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Piano taglia-debito per la crescita


Piano taglia debito: Montezemolo lo rilancia, ma nessuno ascolta
Guido Salerno, L'Huffington Post  |  Pubblicato: 24/09/2013 16:51 CEST  |  Aggiornato: 24/09/2013 16:51 CEST

Osservo:

1. Secondo la Banca d’Italia, negli ultimi 15-20 anni, l’aumento del debito pubblico è dovuto agli interessi passivi, non alla spesa primaria; [1] agli interessi passivi si sono aggiunti ora i conferimenti al MES (aiuti ai Paesi in difficoltà [2]);

2. infatti, da anni esiste un avanzo primario (cioè il saldo tra la spesa pubblica e gli interessi passivi): cospicuo durante il breve 2° governo Prodi, quasi azzerato dal precedente e dal successivo governo Berlusconi-Tremonti; avanzo poi ricostituito negli ultimi 3 anni ed ora il più alto in UE27, [3] al prezzo di manovre correttive per oltre 300 (trecento) mld, addossate in gran parte sui ceti medio e basso; [4]

3. alcune riforme strutturali – le pensioni - sono state fatte e stanno portando e porteranno risparmi per centinaia di mld entro il 2060 (resta inevasa unicamente la questione delle cosiddette pensioni d’oro); [5]

4. per finanziare una crescita congrua ed occuparsi dei disoccupati e dei pensionati (con pensioni basse) ad alta propensione al consumo occorrono risorse, da prendere agli unici che ora le hanno: i potentissimi ricchi, tutelati dal miliardario SB, che controllano i media e fanno terrorismo informativo, perciò si tergiversa e finché ci sarà SB non lo si farà mai (anzi si danno soldi ai ricchi con l'abolizione dell'IMU per tutti);

5. infatti, è evidente che delle due l’una: o si adottano - per realismo, per carità, dato l’assetto politico attuale – misure di basso profilo, per giunta in contraddizione tra loro (vedi la restituzione dell’IMU ai ricchi ed ai proprietari di case – gravame medio annuo pari a 225 € e l’85% ha pagato meno di 400 €), [6] anziché, più correttamente dal punto di vista tecnico-economico e dell’equità, utilizzare i 4 mld per finanziare la riduzione delle imposte sui redditi bassi o un piano corposo pluriennale di alloggi pubblici o misure di welfare come i sussidi all’affitto); o si varano misure incisive e ‘rivoluzionarie’ per permettere all’Italia, in crisi grave, di agganciare la ripresa economica; tertium non datur;

6. ci sono già sul tavolo varie proposte sia di imposta patrimoniale che di abbattimento congruo (150-200 mld) del debito pubblico, per ridurre celermente i gravosi interessi passivi, variamente modulate, una persino di Alfano, [7] per lo più basate, non su un contributo doverosissimo dei superricchi, ma sulla vendita di asset pubblici (cioè di noi tutti) o sul conferimento di asset pubblici ad un fondo apposito, come auspicato dall’autore di questo articolo;

In termini strutturali, il deficit è già prossimo allo zero, tra i migliori in UE27 (cfr. Le stime del governo sui conti pubblici  http://www.repubblica.it/economia/2013/09/20/news/le_stime_del_governo_sui_conti_pubblici-66975551/ ).
In recessione, la riduzione del debito non è una priorità, anzi è esiziale, salvo che a) non sia finalizzato alla riduzione consistente degli interessi passivi, per liberare risorse congrue da destinare alla crescita; e b) non ricada esclusivamente sui ricchi.
In ogni caso, le opzioni per ridurlo sono essenzialmente 3:
1. come decisero Prodi e Padoa-Schioppa, gradualmente contenendo l’aumento di spesa entro, poniamo, il 50% della variazione del PIL o dell’inflazione, ma occorrono molti anni;
2. vendendo asset pubblici oppure, in alternativa, conferendoli ad un fondo che si finanzi sul mercato, a tassi più vantaggiosi, per una cifra importante (almeno 150 mld), ma i beni pubblici: a) sono di tutti, ricchi e poveri; b) sono a garanzia del debito pubblico; e c) in passato, la loro vendita spesso si è risolta in una svendita;
3. varando (come hanno proposto alcuni, anche ricchi) un’imposta patrimoniale e/o un prestito forzoso su una platea selezionata (la metà del decile più ricco, che possiede una ricchezza di circa 2.000 mld), per un ammontare di 150-200 mld.
La maggioranza delle proposte dei ricchi è per l’opzione 2; io sono per la terza opzione. Non bisognerebbe dividersi e fare ammuina.

7. vista l’ignoranza dei più, vale la pena di guardare meglio il colossale aggiustamento dei conti pubblici avvenuto nella scorsa legislatura, soprattutto a partire dal maggio 2010 (DL 78), dopo lo scoppio della crisi greca: esso, ripeto, è ammontato alla stratosferica cifra di 330 mld: 4/5 ascrivibili al governo Berlusconi-Tremonti; 1/5 attribuibile al governo Monti:
riepilogo delle manovre correttive (importi cumulati da inizio legislatura):
- governo Berlusconi-Tremonti 266,3 mld;
- governo Monti 63,2 mld;
totale 329,5 mld. [4]
addossati in grandissima parte sui ceti con maggiore propensione al consumo: medio e basso e persino sui poveri col taglio feroce della spesa sociale; perché meravigliarsi ora degli effetti recessivi?

8) Riepilogando, la crisi economica dura da 5 anni e perdurerà a lungo; in una situazione siffatta, il nostro Paese rischia di andare a fondo (stanno chiudendo o delocalizzando migliaia di imprese) e c'è bisogno, non di pannicelli caldi, ma di misure incisive e ‘rivoluzionarie’ per evitarlo dell'ordine di 150-200 mld, da prendere ai ricchi (gli unici che ora hanno i soldi) mediante un’imposta patrimoniale ed un prestito forzoso sulla metà del decile più ricco delle famiglie, [8] a bassa propensione al consumo e perciò con scarsi effetti recessivi (come anche qualche sparuto borghese illuminato propone).

[2] Meccanismo europeo di stabilità
Conferimenti dell’Italia al MES: 45 mld nel 2012 (fonte: Intervista del governatore Ignazio Visco al Corriere del 07-07-2012  http://www.corriere.it/economia/12_luglio_07/intervista-visco-governatore-bankitalia-de-bortoli_e779b78c-c87c-11e1-9d90-c5d49ff3a387.shtml ).
Nei prossimi cinque anni il contributo italiano ai meccanismi di supporto finanziario varati dalla Ue raggiungerà i 303,7 miliardi (55,06 nel 2013; 61,71 nel 2014; 62,07 nel 2015; 62,33 nel 2016 e 62,51 nel 2017). [Passata la crisi, essi saranno di 125 mld, pari al 17,9137% del totale del fondo di 700 mld, e che è pari alla quota dell'Italia nel capitale della BCE].
http://www.businesspeople.it/Business/Economia/Aiuti-Ue-l-Italia-contribuira-con-300-miliardi-in-cinque-anni_47435
[3] Grafico del Giorno: Saldo Primario nei 27 paesi UE. Italia e Germania le piu’ virtuose
[6] 12 (e più) motivi contro l’abolizione dell’IMU sulla prima casa, nessuno a favore
[7] Dossier Imposta Patrimoniale (all’interno, l’elenco ulteriore nell’articolo della CGIL)
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2670796.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/analisi-quali-quantitativa14imposta.html
Un prestito forzoso decennale è migliore della tassa sui patrimoni
http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/13Z3/13Z3QG.pdf
Attaccare il debito (ma di brutto)
http://www.ilfoglio.it/soloqui/12287
[8] La ricchezza delle famiglie italiane - anno 2011, n. 65 - 2012
http://www.bancaditalia.it/statistiche/stat_mon_cred_fin/banc_fin/ricfamit/2012/suppl_65_12.pdf
link sostituito da:


Aggiornamento

Fondo Monetario Internazionale, la proposta: prelievo del 10% sulla ricchezza per ridurre il debito
L'Huffington Post  |  Pubblicato: 16/10/2013 

Piketty: "L'economia è soffocata dal denaro. Come ai tempi di Marx"
Lo studioso francese analizza tre secoli di evoluzione dei paesi occidentali: "La rendita cresce più del Pil, per questo aumenta la disuguaglianza"
di Fabio Gambaro
06 marzo 2014

Appendice

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10 ore fa (11:53)
Altra soluzione, che io preferisco perche' piu' chiara ma equivalente a quella proposta da Montezemolo, e' una patrimoniale secca su depositi bancari e azioni, da valutare nella consistenza ma diciamo dell'ordine del 0.5%.
Questa fu la "cura" Amato nel 1992. Mi sembra che nessuno mori' e quella soluzione permise all'Italia di uscire dal tunnel in cui si era cacciata con le politiche di Craxi e compagni.
In diversa forma, ma con uguale sostanza, la cosa fu ripetuta nel 1998 con Prodi per entrare nell'euro. Di nuovo nessuno mori' !!

22:44 su 25/09/2013
E che cosa risolveresti? Alla fine del 2011, secondo la Banca d'Italia, [*] le attività finanziarie ammontavano a 3.500 miliardi di euro, di cui i depositi ammontavano a circa 1.000 mld e obbligazioni private, titoli esteri, prestiti alle cooperative, azioni e altre partecipazioni e quote di fondi comuni di investimento a circa 1.500 mld,
per un totale di 2.500 mld. Applicando lo 0,5%, si ricaverebbero 12,5 mld, pari a 1/12 degli almeno 150 mld che servirebbero.
Lo 0,6% deciso da Amato fu soltanto una delle varie misure della sua famosa legge finanziaria di 90.000 mld di Lire.

[*] La ricchezza delle famiglie italiane - anno 2011, n. 65 - 2012
http://www.bancaditalia.it/statistiche/stat_mon_cred_fin/banc_fin/ricfamit/2012/suppl_65_12.pdf
link sostituito da:

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14:09 su 26/09/2013
Grazie per i riferimenti che dai in quest'ultima pagina.
Mi trovi d'accordo su tutto il tuo scritto.
Pero' ti faccio notare che le tue proposte al punto 4 e al punto 8 sono del tutto simili alla mia proposta di patrimoniale alla quale mi hai risposto ieri (per inciso lo 0.5% farebbe 17.5 mld e non 12.5 come quotavi tu. Probabilmente un errore di battitura!).
Leggendo la tua risposta, in un primo momento, ho creduto che tu non fossi d'accordo sulla patrimoniale in se, ora leggendo questo tuo esauriente post mi sono tranquillizzato!

15:26 26/09/2013
Faccio alcune precisazioni:
a) l'imposta patrimoniale (mio cavallo di battaglia da 3 anni) può essere o ordinaria a bassa aliquota prevedendo una franchigia (come in Francia) o straordinaria ad aliquota elevata (vedi dossier);
b) in alternativa a quest'ultima, alcuni (ad es. Fitoussi) propongono un prestito forzoso su una platea selezionata, a basso interesse. Il prestito può essere redimibile o irredimibile (nella storia italiana, ci sono già stati prestiti irredimibili);
c) in alternativa ancora, alcuni propongono o la vendita di asset pubblici o il loro conferimento in un fondo apposito;
d) nella base di calcolo, vanno incluse anche - e soprattutto - le attività reali (fabbricati, ecc.) che valgono, al netto dei debiti, a circa 5 mila mld;
e) lo 0,5% non va applicato sull'intero ammontare della ricchezza finanziaria di 3.500 mld, poiché vi sono inclusi i titoli di Stato (sicuramente esenti) ed altre voci che prudenzialmente ho escluso dalla base di calcolo (v. report della Banca d'Italia); in ogni caso, è un calcolo estimativo approssimativo e poi occorre ben altro importo.
E la scelta più razionale ed opportuna sarebbe un mix di misure: l'imposta patrimoniale ordinaria a bassa aliquota per co-finanziare misure di welfare; il prestito forzoso di 150-200 mld, per ridurre celermente il debito e gli interessi passivi e liberare risorse congrue per la crescita.

Ho riportato tutto, con ulteriori osservazioni, in questo mio 'post':

"Piano taglia-debito per la crescita"
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2792930.html oppure 


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