A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000
visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi
pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di
5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 389 del 09-10-13 (trasmigrato
da IlCannocchiale.it)
Il ‘change over’
Lira-Euro e le responsabilità di Berlusconi
Romano Prodi al Quirinale,
le risposte di Rodotà e Monti: "Non fummo noi i responsabili della mancata
elezione"
L'Huffington Post | Pubblicato: 08/10/2013 08:59
CEST | Aggiornato: 08/10/2013 09:06 CEST
Ecco sul tema del rapporto di cambio Lira/Euro
una discussione paradigmatica.
[…] Confermo il maleducato: “duro di comprendonio”, che cos’è, un complimento? Per giunta gratuito.
Però, rettifico in parte: non sei furbo, ma uno sprovveduto (bastava leggere i
miei commenti…), oltre che – ripeto - una vittima della propaganda
berlusconiana. E mi è agevole dimostrarlo (ma cerca di seguirmi con attenzione,
poiché ti mancano proprio le basi tecniche per la questione del rapporto di
cambio Euro/Lira; in Europa, per esprimere il rapporto di cambio, si adotta il
metodo “certo” per “incerto” [1]). Sarò quindi didascalico.
1) L’elemento da cui partire è il rapporto di cambio
Marco/Lira.
2) Al momento di determinare
il tasso di cambio, il Marco tedesco oscillava tra 900 e 1.000 Lire. E' vero che
furono seguiti - ovviamente - dei criteri tecnici, ma ci furono margini di
negoziazione e la decisione finale NON fu esclusivamente tecnica ma anche politica.
3) Per favorire le
esportazioni italiane, aumentandone la competitività (e, simmetricamente,
sfavorire le importazioni), l’impegno del governo italiano ed in particolare
del ministro del Tesoro di allora, Ciampi, fu di negoziare un rapporto lira/marco
il più vicino possibile a 1.000 (una sorta di svalutazione competitiva
preventiva), mentre la Germania, per i motivi opposti, lo voleva il più vicino
possibile a 900. Ciampi, dopo un tira e molla, ottenne, con l’appoggio del
potente governatore della Bundesbank, Hans Tietmeyer, suo amico, che forse
anche per quello si è poi meritato la più alta onorificenza italiana dal
presidente Ciampi, [2] un tasso di
cambio intorno a 990, che di conseguenza determinò un rapporto Lira/Euro di
1.936,27. Quando tornò in Italia, gli incontentabili industriali, anziché
complimentarsi con lui, lo criticarono perché il cambio L/€ era troppo basso.[3]
4) Altro discorso è
l’aumento dei prezzi interni. Com’è noto, in tutti i Paesi
il “change over” ha provocato un aumento dei prezzi, ma non come in Italia (e
in Grecia), presumibilmente per specifiche carenze del governo in carica.
5) Com’è altrettanto noto, il
“change over” avvenne nel 2002, sotto il governo Berlusconi, che – non si sa
perché… – non attuò i provvedimenti programmati dal precedente governo Prodi:
né decise il mantenimento per almeno 6 mesi del doppio prezzo Euro-Lira, né
effettuò i controlli sulla distribuzione, ecc., né soprattutto attivò i
previsti Comitati provinciali Euro.[4]
Le conseguenze
furono un aumento generalizzato dei prezzi (ma non il raddoppio di cui si
ciancia), che causò un colossale trasferimento di soldi dalle tasche di quasi
tutti a quelle di una parte degli Italiani, quelli che possono determinare i
prezzi: industriali, commercianti, professionisti, artigiani, alcuni Enti
pubblici che dettero subito il cattivo esempio aumentando il prezzo del
biglietto dell’autobus (a Napoli, ad esempio, da 1.500 Lire a 1 Euro, misura
poi ritirata per le proteste, ma ormai il danno era stato già irreparabilmente
fatto).[5]
[1] In poche parole: I Tassi di Cambio
http://vocidallestero.blogspot.com/p/in-poche-parole-i-tassi-di-cambio.html
http://vocidallestero.blogspot.com/p/in-poche-parole-i-tassi-di-cambio.html
link non
più attivo, sostituito da:
[3] Romiti: La Lira è troppo forte
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/05/19/romiti-la-lira-troppo-forte.html
[4] Comitati Provinciali
Euro (CEP), previsto dal decreto del Ministro del Tesoro 6 agosto 1997, G.U. n. 207
del 05/09/1997, attivi da 1.1.98
I Comitati Provinciali per l'Euro
COMITATO
EURO
Nome abbreviato del Comitato di indirizzo e coordinamento per
l’attuazione dell’euro. L’istituzione di
struttura nazionale di orientamento (pilotage in fr.; for supervising in ingl.) che riunisca tutti gli operatori
coinvolti (governo, banca centrale, settore privato, consumatori) per
concertare e coordinare le innovazioni procedurali e tecniche per il passaggio
alla moneta unica era raccomandata già dal Libro Verde sulle misure pratiche per
l’introduzione della moneta unica pubblicato dalla Commissione europea nel maggio 1995.
[5] IL PRIMO GENNAIO DEL 2002, CON IL «CHANGEOVER», LA NUOVA VALUTA IN TASCA
AGLI ITALIANI
C'era una volta la vecchia
lira. Euro, i prezzi dieci anni dopo
http://www.corriere.it/economia/13_aprile_14/decennio-rincari-luce-gas-consumatori_525ccdaa-a4cd-11e2-9ee4-532c6d76e49d.shtml
http://www.corriere.it/economia/13_aprile_14/decennio-rincari-luce-gas-consumatori_525ccdaa-a4cd-11e2-9ee4-532c6d76e49d.shtml
Articoli
collegati:
Il cambio lira-euro sbagliato? A chi dice una panzana simile, raccontate il
capolavoro di Carlo Azeglio Ciampi, 24 novembre 1996
24 Novembre 2011
Il punto chiave del rientro nello SME era il tasso di cambio
ritenuto corretto dagli altri partner europei. Nella riunione di sabato mattina
a Palazzo Chigi, il Presidente del Consiglio Prodi e Ciampi appresero dal
Governatore della Banca d’Italia Fazio che la video-consultazione del venerdì
aveva prospettato la posizione tedesco-olandese, che sostenevano che il cambio
giusto per la lira sarebbe stato 925 per un marco. Prodi e Ciampi dissero che
non se ne parlava neppure. Gli industriali italiani fantasticavano tassi di
cambio ben superiori a quota 1.000, tipo 1.030/1.040. Il Governo sapeva che
l’unica speranza era aggrapparsi alla cifra tonda: quota 1.000. Per ottenere
1.000, si decise si dare a Draghi e Ciocca il mandato di chiedere 1.010, con la
facoltà di scendere a 1.000. Il tasso di cambio sui mercati in quei giorni
viaggiava intorno a 985 lire per marco.
Il Sole 24 ore
Quel serpente padre dell’Euro
di Luca Paolazzi
13 gennaio 2006
[…] Il 24
novembre 1996, domenica, la delegazione italiana cercò di tutelare gli
interessi competitivi del Paese: le imprese invocavano una parità lira/marco a
1.050. Ma a Bruxelles i rappresentanti degli altri Paesi dicevano 950 o anche
meno […].
La storia del cambio tra lira ed euro
Quelli che ‘l’euro era giusto, ma il cambio era
sbagliato’
di Alberto Bagnai | 18 gennaio 2016
Appendice
Prima
discussione (su Huffington Post)
10:31 su 08/10/2013
Che c'entra
Rodotà; di certo Prodi è stato boicottato da D'Alema, al quale si sono aggiunti
vari personaggi del PD. I voti di Scelta Civica non erano comunque
determinanti. Ma Prodi, con lo scherzetto del cambio euro/lira non era degno di
essere eletto! Non parliamo poi delle consulenze a Nazarbayev.
12:11 su 08/10/2013
Un ripassino
sulle addizioni ?
13:52 su 08/10/2013
Cos'è che
non ti torna? Prova a fare due conti.
12:51 su 08/10/2013
Cambio
Euro/Lira? Persino il demagogo ignorante Berlusconi ha capito che era una
sesquipedale sciocchezza... Informati meglio.
13:53 su 08/10/2013
Se non hai
capito il senso vuol dire che sei duro di comprendonio.
16:36 su 08/10/2013
Non fare il
maleducato e il furbo, non sta bene lanciare il sasso e nascondere la mano. Di
solito, io “non” capisco le affermazioni insensate o infondate, come la tua.
Perché non la spieghi, la questione cambio Euro/Lira, riferita a Prodi?
Altrimenti, chi legge può pensare, anzi trarre la conferma, che sei stato
manipolato dalla propaganda dell’ignorante Berlusconi e lo ripeti senza manco
sapere di che cosa si tratta.
17:11 su 08/10/2013
Non mi
risulta di essere stato maleducato nè tantomeno furbetto. Forse sei troppo
giovane per ricordare. E vabbè, santa pazienza, te lo spiego. Quotando l'euro a
1936,qualcosa senza contemporaneamente attivare controlli sul mercato, ci
ritrovammo piano piano a pagare 1 Euro quello che prima costava 1000 Lire, cioè
1936,qualcosa. Quindi il potere di acquisto degli italiani si dimezzò. Questo
avvenne sotto l'egida di Prodi Romano da Bologna. E' chiaro ora. Ti sembrano
rilievi da poco o, come dici, "insensati o infondati"?
19:29 su 08/10/2013
Confermo il
maleducato: “duro di comprendonio”, che cos’è, un complimento? Per giunta
gratuito.
Però, rettifico in parte: non sei furbo, ma uno sprovveduto (bastava leggere i miei commenti…), oltre che – ripeto - una vittima della propaganda berlusconiana. E mi è agevole dimostrarlo (ma cerca di seguirmi con attenzione, poiché ti mancano proprio le basi tecniche per la questione del rapporto di cambio Euro/Lira; in Europa, per esprimere il rapporto di cambio, si adotta il metodo “certo” per “incerto” [1]). Sarò quindi didascalico.
1) L’elemento da cui partire è il rapporto di cambio Marco/Lira.
2) Al momento di determinare il tasso di cambio, il Marco tedesco oscillava tra 900 e 1.000 Lire.
3) Per favorire le esportazioni italiane, aumentandone la competitività (e, simmetricamente, sfavorire le importazioni), l’impegno del governo italiano ed in particolare del ministro del tesoro di allora, Ciampi, fu di negoziare un rapporto lira/marco il più vicino possibile a 1.000 (una sorta di svalutazione competitiva preventiva), mentre la Germania, per i motivi opposti, lo voleva il più vicino possibile a 900. Ciampi, dopo un tira e molla, ottenne, con l’appoggio del potente governatore della Bundesbank, Hans Tietmeyer, suo amico, che forse anche per quello si è poi meritato la più alta onorificenza italiana dal presidente Ciampi, [2] un tasso di cambio intorno a 960, che di conseguenza determinò un rapporto Lira/Euro di 1.936,27.
(continua)
Però, rettifico in parte: non sei furbo, ma uno sprovveduto (bastava leggere i miei commenti…), oltre che – ripeto - una vittima della propaganda berlusconiana. E mi è agevole dimostrarlo (ma cerca di seguirmi con attenzione, poiché ti mancano proprio le basi tecniche per la questione del rapporto di cambio Euro/Lira; in Europa, per esprimere il rapporto di cambio, si adotta il metodo “certo” per “incerto” [1]). Sarò quindi didascalico.
1) L’elemento da cui partire è il rapporto di cambio Marco/Lira.
2) Al momento di determinare il tasso di cambio, il Marco tedesco oscillava tra 900 e 1.000 Lire.
3) Per favorire le esportazioni italiane, aumentandone la competitività (e, simmetricamente, sfavorire le importazioni), l’impegno del governo italiano ed in particolare del ministro del tesoro di allora, Ciampi, fu di negoziare un rapporto lira/marco il più vicino possibile a 1.000 (una sorta di svalutazione competitiva preventiva), mentre la Germania, per i motivi opposti, lo voleva il più vicino possibile a 900. Ciampi, dopo un tira e molla, ottenne, con l’appoggio del potente governatore della Bundesbank, Hans Tietmeyer, suo amico, che forse anche per quello si è poi meritato la più alta onorificenza italiana dal presidente Ciampi, [2] un tasso di cambio intorno a 960, che di conseguenza determinò un rapporto Lira/Euro di 1.936,27.
(continua)
19:32 su 08/10/2013
(segue)
4) Com’è noto, in tutti i Paesi il “change over” ha provocato un aumento dei prezzi, ma non come in Italia (e in Grecia), presumibilmente per specifiche carenze del governo in carica.
5) Com’è altrettanto noto, il “change over” avvenne nel 2002, sotto il governo Berlusconi, che – non si sa perché – non attuò i provvedimenti programmati dal precedente governo Prodi: né decise il mantenimento per almeno 6 mesi del doppio prezzo Euro-Lira, né effettuò i controlli sulla distribuzione, ecc., né soprattutto attivò i previsti Comitati provinciali prezzi.
Le conseguenze furono un aumento generalizzato dei prezzi che causò un colossale trasferimento di soldi dalle tasche di quasi tutti a quelle di una parte degli Italiani. [3]
[1] In poche parole: I Tassi di Cambio
http://vocidallestero.blogspot.com/p/in-poche-parole-i-tassi-di-cambio.html
[2] http://www.quirinale.it/qrnw/statico/ex-presidenti/ciampi/dinamico/discorso.asp?id=9760
[3] IL PRIMO GENNAIO DEL 2002, CON IL «CHANGEOVER», LA NUOVA VALUTA IN TASCA AGLI ITALIANI
C'era una volta la vecchia lira. Euro, i prezzi dieci anni dopo
http://www.corriere.it/economia/13_aprile_14/decennio-rincari-luce-gas-consumatori_525ccdaa-a4cd-11e2-9ee4-532c6d76e49d.shtml
4) Com’è noto, in tutti i Paesi il “change over” ha provocato un aumento dei prezzi, ma non come in Italia (e in Grecia), presumibilmente per specifiche carenze del governo in carica.
5) Com’è altrettanto noto, il “change over” avvenne nel 2002, sotto il governo Berlusconi, che – non si sa perché – non attuò i provvedimenti programmati dal precedente governo Prodi: né decise il mantenimento per almeno 6 mesi del doppio prezzo Euro-Lira, né effettuò i controlli sulla distribuzione, ecc., né soprattutto attivò i previsti Comitati provinciali prezzi.
Le conseguenze furono un aumento generalizzato dei prezzi che causò un colossale trasferimento di soldi dalle tasche di quasi tutti a quelle di una parte degli Italiani. [3]
[1] In poche parole: I Tassi di Cambio
http://vocidallestero.blogspot.com/p/in-poche-parole-i-tassi-di-cambio.html
[2] http://www.quirinale.it/qrnw/statico/ex-presidenti/ciampi/dinamico/discorso.asp?id=9760
[3] IL PRIMO GENNAIO DEL 2002, CON IL «CHANGEOVER», LA NUOVA VALUTA IN TASCA AGLI ITALIANI
C'era una volta la vecchia lira. Euro, i prezzi dieci anni dopo
http://www.corriere.it/economia/13_aprile_14/decennio-rincari-luce-gas-consumatori_525ccdaa-a4cd-11e2-9ee4-532c6d76e49d.shtml
14 ore fa (22:10)
Quoto al 100% la sua ricostruzione della vicenda euro....non avrei potuto
fare di meglio.
Non si crucci troppo...alcuni sono ancora irretiti dalla propaganda tremontian-berlusconiana.
Non si crucci troppo...alcuni sono ancora irretiti dalla propaganda tremontian-berlusconiana.
14 ore fa (22:12)
Ricostruzione
risibile, in malafede e infondata economicamente....
P.S. il change-over lo gestì il governo del pregiudicato di Arcore...
P.S. il change-over lo gestì il governo del pregiudicato di Arcore...
22:30) su 08/10/2013
sei un po'
pirlotto vero?
circa il cambio, vai a studiare cos'era l'ECU ed il suo cambio.
Circa i "controlli" vedi un po' chi era al governo quando entro' l'euro... non hai piu' l'euroconvertitore? non ti e' arrivato?
circa il cambio, vai a studiare cos'era l'ECU ed il suo cambio.
Circa i "controlli" vedi un po' chi era al governo quando entro' l'euro... non hai piu' l'euroconvertitore? non ti e' arrivato?
08:52) su 09/10/2013
Se vi
informaste un pò di più prima di scrivere stupidate sarebbe meglio per tutti.
Mi sembrate o in malafede o degli ingenui. Però non voglio continuare su questa
falsariga, non è utile per nessuno e io non ho tempo da perdere con voi. Vi
lascio due indicazioni: 1°guardatevi il video youtube-1992-2002 Guerra
Finanziaria all'Italia (guarda caso le prime privatizzazioni di Prodi di alcune
branche dell'IRI sono del 1993!) e la 2° "L'Ungheria caccia l' FMI e batte
moneta propria rimetendo in sesto l'economia, restituendo i 2 bilioni di debito
1 anno prima della scadenza" nonchè, notizia non trascurabile, il
Procuratore della Repubblica Ungherese mette sotto accusa gli ultimi tre primi
ministri per "alto tradimento". Di notizie ce ne sarebbero a bizzeffe
ma come si fa a dirle tutte.
13:24 su 09/10/2013
@Gilberto Coppa
Anziché scusarti e andarti a nascondere per la figuraccia fatta sulle responsabilità del "change over", insisti adducendo altre elucubrazioni?
Lascia perdere, fai solo la figura dell’ignorante manipolato, poiché quelle su Prodi sono solo delle grandi balle paranoiche, che restano tali anche se sono ripetute ossessivamente dalla quasi ventennale, forsennata propaganda anti-prodiana del centrodestra.
Per quanto riguarda le “colpe” di Prodi sulle privatizzazioni, in qualità di presidente dell’IRI, tanto sbandierate da anni, mi limito ad osservare che egli allora non aveva responsabilità politiche e le privatizzazioni furono fatte in esecuzione e di direttive UE e di leggi emanate dal Parlamento italiano e sotto lo stretto controllo del Ministero del Tesoro e del Ministero delle Partecipazioni Statali. Certo, nessuno è perfetto, e neppure le privatizzazioni lo furono, ma non sono mai emersi profili penali e le valutazioni – il “capital budgeting” è problema complesso (v. ad es. il caso SME), non da Bar Sport - venivano fatte da consulenti di rango sotto il controllo degli advisors. Sul tema, allego:
a) questa ottima e dettagliata ricostruzione:
“Privatizzazioni” http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=3847
b) le voci di Wikipedia sull’IRI e sulla SME (con alcune note critiche attendibili, che pur all’epoca e successivamente ci sono state)
http://it.wikipedia.org/wiki/IRI
http://it.wikipedia.org/wiki/Vicenda_SME
@Gilberto Coppa
Anziché scusarti e andarti a nascondere per la figuraccia fatta sulle responsabilità del "change over", insisti adducendo altre elucubrazioni?
Lascia perdere, fai solo la figura dell’ignorante manipolato, poiché quelle su Prodi sono solo delle grandi balle paranoiche, che restano tali anche se sono ripetute ossessivamente dalla quasi ventennale, forsennata propaganda anti-prodiana del centrodestra.
Per quanto riguarda le “colpe” di Prodi sulle privatizzazioni, in qualità di presidente dell’IRI, tanto sbandierate da anni, mi limito ad osservare che egli allora non aveva responsabilità politiche e le privatizzazioni furono fatte in esecuzione e di direttive UE e di leggi emanate dal Parlamento italiano e sotto lo stretto controllo del Ministero del Tesoro e del Ministero delle Partecipazioni Statali. Certo, nessuno è perfetto, e neppure le privatizzazioni lo furono, ma non sono mai emersi profili penali e le valutazioni – il “capital budgeting” è problema complesso (v. ad es. il caso SME), non da Bar Sport - venivano fatte da consulenti di rango sotto il controllo degli advisors. Sul tema, allego:
a) questa ottima e dettagliata ricostruzione:
“Privatizzazioni” http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=3847
b) le voci di Wikipedia sull’IRI e sulla SME (con alcune note critiche attendibili, che pur all’epoca e successivamente ci sono state)
http://it.wikipedia.org/wiki/IRI
http://it.wikipedia.org/wiki/Vicenda_SME
Rettifico: non 960, ma 990 Lire.
Il cambio lira-euro sbagliato? A chi dice una panzana simile, raccontate il capolavoro di Carlo Azeglio Ciampi, 24 novembre 1996
Beniamino Andrea Piccone
24 November 2011
http://www.linkiesta.it/blogs/faust-e-governatore/il-cambio-lira-euro-sbagliato-chi-dice-una-panzana-simile-raccontate-il-ca#ixzz2hE9Sj4HE
Il cambio lira-euro a 1.500 è una fandonia http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/01/19/il-cambio-lira-euro-500-una-fandonia.html
Seconda discussione (su Il Corriere della Sera)
Prodi é colui che ci ha fatto entrare nell'Euro con un
cambio di 1.936,27 quando é ormai assodato che il rapporto corretto sarebbe
stato 1.450 circa. Complimenti! In quanto agli altri 2, beh... no comment!
Risposta
a: avonlo
Non so dove Lei trovi che era assodato un cambio di
1450 lire visto che l'ECU (unità di conto europea esistente prima della moneta
€) il giorno prima del cambio era scambiata a circa 1975 lire. Il cambio
lira/ecu era 1483 lire per ECU il 15 luglio del 1988. Il cambio €/lira
scaturisce dalla parità €/$ (1x1) e dal cambio che la valuta di ogni paese
aveva nei confronti del dollaro al momento della conversione. Quindi Prodi non
c'entra nulla.
Risposta
a: polpy46
RAPPORTO DI CAMBIO LIRA/EURO A 1936,27. Non mi pare tu
(come milioni di altri Italiani, dal condottiero SB in giù, poi persino lui ha
capito che era una sesquipedale sciocchezza) abbia le idee molto chiare sul
tema da te sollevato. L’elemento da cui partire è il rapporto di cambio
Marco/Lira. Al momento di determinare il tasso di cambio, il Marco tedesco
oscillava tra 900 e 1.000 Lire. Per favorire le esportazioni italiane,
aumentandone la competitività (e, simmetricamente, sfavorire le importazioni),
l’impegno del governo italiano ed in particolare del ministro del Tesoro di
allora, Ciampi, fu di negoziare un rapporto lira/marco il più vicino possibile
a 1.000 (una sorta di svalutazione competitiva preventiva), mentre la Germania,
per i motivi opposti, lo voleva il più vicino possibile a 900. Ciampi, dopo un
tira e molla, ottenne, con l’appoggio del potente governatore della Bundesbank,
Hans Tietmeyer, suo amico, che forse anche per quello si è poi meritato la più
alta onorificenza italiana dal presidente Ciampi, un tasso di cambio intorno a
990, che di conseguenza determinò un rapporto Lira/Euro di 1.936,27. Quando
tornò in Italia, gli incontentabili industriali, anziché complimentarsi con
lui, lo criticarono perché il cambio L/€ era troppo basso.
Risposta
a: polpy46
giustissimo quel che scrivi......anche perche' i
concambi non furono oggetto (E NON POTEVA ESSERE CHE COSI') di particolari
negoziazioni....E' da sfatare l'idea che uno andava a Bruxelles dava un pugno
sul tavolo ed otteneva......fu un calcolo prodotto congiuntamente da tutti su
basi assolutamente MATEMATICO-RAZIONALI dove la negoziazione gioco' pochissimo
ruolo.....
Risposta
a: Vincesko
Spiacente, non sapete quello che scrivete. I rapporti reali
fra le monete sono regolati da valori assoluti rapportati al potere di
acquisto. I rapporti di cambio sono regolati dai mercati, e il più delle volte
sono artificiali o meglio "pilotati". O vi pare corretto il rapporto
attuale fra €/$? La differenza - in questo caso è dovuta la fatto che gli USA
fanno una politica monetaria e "regolano" il valore della Loro moneta
in base agli interesse della Loro economia e della Loro industria. Questo é
elementare, il resto sono speculazioni cervellotiche. In quanto a dare
dell'ignorante a chi non è d'accordo con voi, bella prova di apertura mentale!
.... e poi basta con Berlusconi! Vi manca?
Risposta
a: Vincesko
ripropongo un giochino dimenticato...ma sempre valido
lit 1936,27 = 1 EURO...........Germania 1 marco = 1 Euro.....valore del marco
al tempo della truffa Lit 990...........chi decise sara anche stato un
illuminato economista e statista......ma stava in cantina allo scuro....
Risposta
a: EnricoSanJust
Ho letto sull'Euro,chi ancora da la colpa a Prodi del
Cambio Euro a 1936,27 ancora non ragiona con la sua testa o quantomeno non sa
di cosa parla,la Germania non c'entra nulla,il Marco in quel periodo,valeva
attorno a 950/975 Lire,ma comunque il valore dato è un calcolo complicato da
fare,in ogni caso la base di partenza era ed è stato l'ECU che il valore in
quel momento viaggiava attorno a 1500 Lire,Smettiamola di ascoltare ciarlatani
che parlano per ottenere vantaggi elettorali sfruttando la difficoltà economica.Chi
andava in svizzera prima dell'euro,quando ci davano il resto,ci sembravano
pochi soldi,ma era solo un'illusione,ed è quello che capita con l'Euro,i
Venditori e commercianti hanno giocato sul numero,1000/lire 1 Euro,questo è
stato il gioco sporco lasciato fare,il Governo non è intervenuto ne PRIMA ne
DOPO,per loro interesse.SE avessero,prima dell'entrata in vigore
dell'Euro,preteso di far depositare i listini prezzi,obbligare il doppio prezzo
con Lire in grande e fra parentesi il valore in Euro,chi aumentava più
dell'ISTAT sarebbe stato controllato dalla GdF per verificare se era dovuto,SE
AVESSERO FATTO SOLO QUESTO,la SPECULAZIONE non ci sarebbe stata,COME NON C'è
stata per gli STIPENDI,"COME MAI GLI STIPENDI NON SONO RADDOPPIATI Come il
resto dei Prodotti?,basta questo per dire che l'Euro non ha colpa,ma altre ne
hanno sulla coscienza,BISOGNA RITORNARE AL1999 e Fissare le regole
sopra,vedrete che i prezzi di oggi calano della Metà,MINIMO!.
spiacente, non ha capito nulla. Si rilegga il mio
commento in proposito. A scanso di polemiche inutili, preciso che ho fatto
l'Università, abitato e lavorato in Germania.
Risposta
a: aqmazz
Ineccepibile
Risposta
a: aqmazz
gioca pure come vuoi.......ma all'epoca..i concambi
furono fatti CON RAGIONEVOLEZZA....quello che fu fatto poco o male per non dire
che non fu fatto fu vigilare SU AUMENTI INDSCRIMINATI DI PREZZO....UN ESEMPIO
PER TUTTI: al ristorante un piatto di pasta che costava 5.000 lire in
pocchissimo tempo passo' a 5 euro....QUESTO PASSAGGIO FU FATTO MALE anche se
qualcuno dice che i prezzi medi calcolati nei 10 anni successivi all'euro
dimostrebbero prezzi MEDIAMENTE CORRETTI e senza situazioni poco chiare....IO dico
la mia su queste pseudostatistiche : NON CI CREDO...perche' c'ero nel 2001 e
nel 2002 ed a seguire e per alcune situazioni GLI AUMENTI CON PASSAGGIO
PARITETICO FRA 1000 lire ed un euro ci furono alla grandissima....
Risposta
a: filidoro
MA COME ERA POSSIBILE fare consegnare a tutti i
fruttivendoli i loro prezzi PRE..per vedere cosa combinavano
dopo...............il punto Egregio sig.re è che con l Euro siamo stati
americanizzati mantenendo lo stipendiuccio italiano.........sono stato per
lavoro 4 volte negli usa recentemente e il loro costo vita cibo benzina
vestiario ecc ecc e di molto inferiore al nostro oltre al fatto che chi vuole lavorare
trova lavoro....si intende anche a luglio agosto inclusi i week end........ c e
un altro particolare chi sgarra paga..........
Risposta
a: aqmazz
L'ho già chiesto l'altro giorno a tutti quelli che
sostengono la sua tesi, senza ottenere nessuna risposta, e lo chiedo quindi ora
a lei. Ma se fosse vero quanto dite, ovvero che Pro di ha f atto le cos e per b
e n e (non sono errori di stampa, ho proprio difficoltà a scriverlo) e che la
colpa è di chi non ha vigilato sui prezzi, permettendo addirittura il cambio 1
€ = 1000 Lire, allora: 1) Come mai l'inflazione in quel primo anno fu del 2,6%,
addirittura più bassa dell'1,8% avuto l'anno precedente? 2) Come mai a
lamentarsi dell'aumento dei prezzi furono e sono anche i tedeschi, i belgi, i
francesi, i greci, insomma, qualsiasi popolo abbia ora l'euro, nonostante in
quei Paesi non governasse SB? 3) Come mai i Paesi in cui si fece un referendum
sull'Euro, l'Euro perse? In Danimarca guardavano cosa succedeva nella
lontanissima Italia o nelle ben più vicine Svezia e Finlandia? 4) Considerando
che viviamo in un libero mercato e chiunque può applicare i prezzi che vuole,
salvo poi avere problemi di clientela, cosa avrebbe potuto fare un Governo,
qualsiasi Governo? Le ricordo che i doppi prezzi c'erano e che addirittura
milioni di persone di una certa età ricevettero un convertitore in omaggio. E a
chi dice che Prodi aveva previsto tutto, 5) in quale suo decreto attuativo è
scritto nero su bianco cosa aveva previsto? E ancora, 6) In quale decreto di SB
sono state cancellate le direttive imposte da Prodi che avrebbero limitato
quell'incredibile inflazione al 2,6%...?
Risposta
a: aqmazz
Errata corrige: Come mai l'inflazione in quel primo
anno fu del 2,6%, addirittura più bassa del 2,8% avuto l'anno precedente. 2,8%
non 1,8% come avevo erroneamente scritto.
Risposta
a: Chiarissimo
CHANGE-OVER LIRA/EURO E REFERENDUM. 1) Lei ha le idee
errate sul “change-over” e chiede riferimenti normativi che può cercarsi
benissimo da solo, visto che frequenta Internet. Com’è noto, in tutti i Paesi
il “change over” ha provocato un aumento dei prezzi, ma non come in Italia (e
in Grecia), presumibilmente per specifiche carenze del governo in carica e per
la furbizia elevata degli Italiani, oltre alla dabbenaggine di amministratori
pubblici, che quasi il giorno dopo aumentarono il prezzo del biglietto del tram
(a Napoli, ad es. da 1.500 Lire a 1 €) , dando il cattivo esempio. Com’è
altrettanto noto, il “change over” avvenne nel 2002, sotto il governo Berlusconi,
che – non si sa perché – non attuò i provvedimenti programmati dal precedente
governo Prodi: né decise il mantenimento per almeno 6 mesi del doppio prezzo
Euro-Lira, né effettuò i controlli sulla distribuzione, ecc., né soprattutto
attivò i previsti Comitati provinciali prezzi. Le conseguenze furono un aumento
generalizzato dei prezzi che causò un colossale trasferimento di soldi dalle
tasche di quasi tutti a quelle di una parte degli Italiani. 2) Lei si sbaglia
anche sul referendum. Il referendum negli altri Paesi non ha riguardato l’Euro,
ma la Costituzione europea, ed è stato bocciato solo in Francia (Paese
sciovinista) ed in Olanda. 3) A parte che non è vero che i prezzi raddoppiarono
subito, l'inflazione dipende dal paniere ISTAT e vanno analizzate le voci
disaggregate..
Risposta
a: Chiarissimo
Bravissimo stavo rispondendogli , ma lei mi ha
anticipato in modo preciso e dettagliato. Oltretutto non ho mai sentito che un
inflazione al 2.6% sia più bassa di un inflazione al 1.8% che era quella
dell'anno prima di quella vergognosa truffa ma lui esprime concetti abbastanza
strani. Mi permetto di risponderle sul perchè berlusconi nonostante
l'opposizione lo chiedesse ad alta voce, non uso' mai gli strumenti di
controllo di Prodi: le categorie che approfittarono brutalmente di quella
situazione per arricchirsi furono negozianti, piccoli artigiani, grossisti,
ristorazione, liberi professionisti che come sappiamo bene sono bacino di voti
elettorali di berlusconi con percentuali bulgare. Buona serata
Risposta
a: Vincesko
Grazie. Certo, l'avverbio "presumibilmente"
e l'inciso "non si sa perché" erano ironici. C'è un'altra persona che
ha colpe ben maggiori di Berlusconi nella incredibile, colpevole, mancata
attivazione degli strumenti di controllo e deterrenza dei prezzi: l'ineffabile
ministro dell'Economia, il sedicente socialista, docente e titolare di studio
affermato di tributarista Giulio Tremonti, se non altro perché - stante le
prerogative dei ministri rispetto al PdC, che è un "primus inter
pares"- ne aveva lui l'obbligo istituzionale. Il ministro Tremonti è stato
l'amico del giaguaro dei pochi milioni di Italiani (commercianti,
professionisti, lavoratori autonomi) che possono decidere il prezzo dei beni e
servizi venduti, arricchitisi a danno di tutti gli altri.
Risposta
a: publius48
Lei guarda i risultati,non come dovevano essere.
Comunque,Prodi,è uno dei MIGLIORI e ONESTI economisti,oltre che ce lo invidiano
in Molti nel Mondo+eletto in Europa,Punto,Berlusconi,possono votarlo solo in
Italia,da gente poco attenta ai FATTI,perchè?,Perchè non è sapere che una
persona è piena di denaro che lo rende credibile,non è così,SONO I FATTI che
dimostrano chi è capace e onesto,non l'Apparenza,Punto Basta perdere tempo con
questa nullità DIMOSTRATA. 1)L'Inflazione ISTAT non è reale,in Italia,non
corrisponde alla realtà,calcolata su tutto,auto e prodotti vitali,quando
prodotti non necessari calano e quelli di VITALE importanza aumentano e di
molto,l'Istat andrebbe fatto considerando i prodotti tenendo separati quelli
di: di VITALE Importanza,Di servizi essenziali per vivere,Di prodotti non
necessari per vivere,Di prodotti di Lusso,solo dopo l'inflazione potrà essere
quasi reale. 2) Si Lamentavano anche altre Nazioni,perchè chi Governava erano
della stessa pasta,cioè hanno chiuso gli occhi perchè gli faceva comodo. 3)Dove
hanno fatto i Referendum contro l'euro,l'Euro perse perchè chi raccontava balle
fu creduto,ma hanno perso per il resto,il tempo lo dirà,.e se si potesse
tornare indietro,lo saprebbero da subito, 4)Infatti il mercato è libero,ma dato
che gli stipendi non possono essere aumentati più dell'ISTAT,questo deve valere
anche per altri,comunque possono aumentare,sono liberi di farlo,ma saranno controllati
dalla GdF,il resto è solo Propaganda e poco seria.
Risposta
a: Chiarissimo
Per i professinionisti la formazione dei prezzi
relativi agli onorari è un aspetto più complesso, considerando il ruolo degli
ordini professionali.
Risposta
a: Vincesko
1) Prendo atto che mi elenca una serie di
"provvedimenti" che avrebbe preso Prodi, ma non mi sa dire dove sono
scritti nero su bianco, nè sa dirmi con quale provvedimento Berlusconi li
avrebbe cancellati 2) Io ho citato la Danimarca, che il referendum l'ha fatto
sull'Euro, non sulla Costituzione europea 3) Tutti i prodotti nel paniere
concorrono a formare il paniere ed hanno pesi studiati per evitare che un auto,
ad esempio, entri in concorrenza con uno zucchino. Ergo, per valutare
l'inflazione, concorrono diversi prodotti, e se come si racconta in giro una
quantità sterminata di prodotti addirittura raddoppiarono, l'inflazione avrebbe
dovuto essere ben più alta di quel 2,6%, in linea con l'anno precedente. Ora
lei mi dice che in realtà non aumentarono subito, ma così facendo si smentisce
da solo, visto che poco prima mi aveva raccontato che una grande colpa del
Governo Berlusconi fu quella di non aver provveduto a lasciare i doppi
prezzi... PER I PRIMI SEI MESI!!!
Risposta
a: Vincesko
A parte il fatto che già dopo pochi minuti era uscito
con una errata corrige, precisando che l'inflazione dell'anno precedente era
del 2,8% e non dell'1,8% come avevo erroneamente scritto; a parte questo, come
dicevo, vedo che fingi di rispondere ma al solito non rispondi. Quei
provvedimenti di cui parli, che secondo te Prodi aveva rpevisto, dove sono
messi nero su bianco? E con quale decreto Berlusconi li avrebbe cancellati?
Basta demagogia ed invenzioni propagandistiche, Publius!
Risposta
a: publius48
La storia dell'aumento dei prezzi con l'euro e
talmente falsa che non trova nessuna giustificazione tranne quella di poter
attaccare Berlusconi, e questa la dice lunga su l'onestà intellettuale di una
certa "sinistra".
Risposta
a: Chiarissimo
Ricordo un'intervista televisiva a una sottosegretario
del Governo Berlusconi (non ricordo se Economia o Finanze) pochi mesi prima
dell'entrata in vigore dell'Euro al quale fu chiesto quali misure avrebbe preso
il Governo per evitare che quel cambio venisse interpretato come cambio 1 euro
a 2000 lire (quindi inflazionistico) e il sottosegretario rispose che il Governo
non avrebbe potuto farci nulla, ma che era convinto che i commercianti non
avrebbero aumentato i prezzi. Naturalmente l'idea sottostante era quella di
favorire il lavoro autonomo (leggi 'elettori Berlusconiani') contro quello
dipendente . Come sono andate le cose lo abbiamo visto tutti. Altro che falsità
anti-berlusconiane.
Risposta
a: Lettore_3499202
Certo che guardo i risultati, il "come doveva
essere" è lo spot elettorale di Prodi e la sua eterna giustificazione per
il mostro da lui creato, ma se così non è stato DA NESSUNA PARTE un motivo ci
sarà, e va trovato nel mostro, non in chi se l'è ritrovato. Francamente non so
chi ci invidi Prodi, ma sono d'accordo sul fatto che Berlusconi,possono votarlo
solo in Italia. Non però per i motivi detti da lei, ma per un altro: SB ha
fatto sempre gli interessi dell'Italia ed è per questo che all'estero lo hanno
avversato, facendo passare solo una parte dell'informazione e non quella che
qui, pure se in minoranza, ha comunque una voce. Per fare un esempio,
all'estero arriva solo della condanna di SB, dei giri che hanno fatto certi pm
per arrivarci 1)L'Inflazione è un dato comunque oggettivo. Per quanti
aggregamenti lei faccia, rimane il dato che nel 2002 fu più bassa che nel 2001
2) Si lamentavano TUTTE le altre Nazioni, perchè gli aumenti dei prezzi erano
inevitabili. 3) I danesi si stanno ancora complimentando per la scelta fatta,
in Inghilterra non si sono neanche mai posti il problema, che si stanno ponendo
invece quelli che ci devono entrare. 4) Quest'ultimo punto è così confuso che
per commentarlo potrei parlare tranquillamente delle reti neurali, sarebbe la stessa
cosa. Chiarisca e ne riparliamo.
Risposta
a: aqmazz
Certo, certo. E infatti in quei giorni file di
dipendenti pubblici, anzichè andare al mercato, andavano alle COOP, che i
prezzi senz'altro non li avevano aumentati. Ciò portò al fallimento di migliaia
di piccoli commercianti, tanto che le COOP in breve tempo divennero un
monopolio che perdura ai giorni nostri. O meglio, questo è quello che sarebbe
successo se ci fosse una parola di vero in quanto scrive lei, visto che queste
sono le leggi del libero mercato, che evidentemente non conosce.
Risposta
a: sophomore
"C’erano due strumenti che Ciampi aveva
elaborato: le commissioni provinciali di controllo che erano state istituite ma
non sono state fatte lavorare, e il doppio prezzo in lire e in euro per sei
mesi in modo che la gente si sarebbe potuta difendere da sola. Non ho mai
capito perché questi due semplici provvedimenti che Ciampi aveva raccomandato,
non siano stati usati dal governo Berlusconi». Queste iniziative erano state
concordate da Prodi e da Ciampi. Con te oggi non aggiungo altro in quanto ho
una giornata complessa e non voglio perdere tempo con chi come al solito
denigra senza essere informato. saluti
Risposta
a: Chiarissimo
Non ti affaticare, l´utente Chiarissimo vive in un
mondo parallelo
Risposta
a: Lettore_9263061
risposta a tinauser Lei scrive "Non ti
affaticare, l´utente Chiarissimo vive in un mondo parallelo temo che Lei abbia
ragione seguendo la politica dal 1983 ho imparato a rispettare le opinioni di
tutti dal PCI al MSI e quindi rispetto anche le idee di chiarissimo e mi batterò
affinché chiarissimo possa votare Forza Italia per sempre, ma questo non
significa che avere le proprie opinioni dia il diritto di negare la realà e i
dati di fatto Che con Berlusconi stavamo fallendo è un dato di fatto che
Berlusconi abbia spesso mentito (sulla crisi su Ruby nipote di Mubarak ecc) è
un dato di fatto . Nelle altre nazioni europee (esempio Germania) un politico
del genere (non importa se di destra sinitra o centro) dopo essersi comportato
così ammesso che riesca a ricandidarsi non prende neppure un voto, perché in
primis a non votarlo sono i suoi ex elettori vorrei che in Italia fosse lo
stesso .. cordialità e grazie
Risposta
a: tinauser
A parte che la disinformazione (o la propaganda)l'hai
domsotrata tu più volte, la mia domanda era ben diversa, e non ti salvi di
certo riportando il virgolettato di un altro lettore. La mia domanda era: in
quale decreto attuativo erano presenti quegli strumenti di controllo di cui
parli? E con quale emendamento o decreto SB li avrebbe cancellati? Perchè è
chiaro che, condizione 1, se davvero c'erano e condizione 2, se non sono stati
cancellati, allora è perchè non funzionavano. Nel ripetere poi che con SB non
ci sarebbe stato "il doppio prezzo in lire e in euro per sei mesi"
ripeti poi l'errore del lettore di cui riporti il virgolettato. A precisa
domanda, su perchè allora l'inflazione fosse stata in linea con l'anno
precedente, anzi addirittura più bassa (2,6% nel 2002, 2,8% nel 2001), il
lettore mi ha risposto che i prezzi non sono aumentati subito. Ma come è
possibile allora che abbia avuto qualche influenza il fatto che, secondo voi
(che ricordate solo quello che volete ricordare, non quello che è successo
veramente) nei primi sei mesi non fossero riportati i doppi prezzi? Povero
Publius, non ti bastavano i tuoi boomerang, ora ti prendi anche quelli degli
altri...
Risposta
a: publius48
Verissimo. Vivo in un mondo in cui i fatti e i dati
hanno importanza, parallelo a quello della propaganda antiberlusconiana in cui
vive lei.
Risposta
a: tinauser
Il berlusconismo ha fatto peggio: ha fatto crescere la
subcultura già diffusissima in Italia: 1 - dell'egoismo particolaristico, 2 -
dello scarso senso civico, 3 - del familismo amorale (includendo nel concetto
la "famiglia" piduista o mafiosa o politica), 4 - del nepotismo che
premia i meno capaci (come quasi tutti i collaboratori politici di SB), 5 - del
chiagne e fotte, 6 - dell'insofferenza alle regole, 7 - dell'idiosincrasia ai
controlli, 8 - dell'apparenza e non della sostanza effettuale, 9 - della triade
menzogna-negazione freudiana-proiezione psicologica, 10 - della negazione del
principio di realtà, 11 - del racconto mendace di una realtà parallela avulsa
dai fatti e dai dati, 12 - del pessimismo cosmico venato di paranoia
(alimentato ad arte dalle terribili tv*), 13 - della lamentela infinita e
sterile, che è lo sport nazionale più diffuso...
Risposta
a: tinauser
Brutta cosa essere del tutto disinformato e denigrare,
doppia figura ma oramai ci sei abituato. Quel virgolettato si riferisce ad una
famosa intervista di Prodi nella quale accennava a fatti oramai risaputi e cioè
di due strumenti messi a punto da lui e Ciampi per impedire che gli italiani
venissero tuffati dalle categorie che ho illustrato, note fucine di elettori
del pregiudicato con percentuali bulgare. Cosa che invece avvenne con la
complicità del pluri condannato con esplosione dei prezzi dall'autunno 2001
alla primavera 2002. Anche questo facilmente rintracciabile on line. Ti
risaluto
Risposta
a: Chiarissimo
Se c’era, c'è, una costante della propaganda
berlusconiana - consustanziale alla sua struttura psicologica di mammone
"bambino" narcisista e con problemi seri col principio di realtà (che
caratterizza, appunto, i bambini fino a 5 anni di età), che è conseguenza
dell’educazione ricevuta da una mamma autoritaria (la mitica mamma Rosa, la
vera responsabile) e da un padre severo, che ne ha fatto un campione nell’uso
della triade menzogna-negazione freudiana-proiezione psicologica, è la
costruzione di una realtà parallela. Infatti, la stragrande maggioranza di
questi individui - fateci caso - vota e milita a destra, e non per un fatto di
geni, ma perché la scelta politica è conseguenza della struttura psicologica, e
quelli di destra - quasi tutti - lo sono, di destra, perché hanno ricevuto una
educazione troppo severa, autoritaria, talvolta addirittura castrante, che poi
provoca in loro problemi col principio di realtà, per cui sono costretti a
crearsi una realtà parallela che impedisce loro di valutare i fatti, i dati e
i... 'post' che perturbano la loro visione a senso unico ed il loro giudizio
preconcetto. E, spesso, mentono e "proiettano" i loro difetti e li
criticano ferocemente negli altri.
Risposta
a: tinauser
Vabbè che siamo il 16 luglio e fa molto caldo... ma
questo non si uò leggere
Risposta
a: Vincesko
Caspita, avevo letto la tua stessa frase riportata da
un altro lettore, che però aveva aggiunto il nome di Prodi, avevo ritenuto che
quindi quella fosse una sua frase e non avevo riconosciuto che era una
dichiarazione di Prodi di qualche anno fa! Ma allora sono veramente
disinformato! Suvvia, Publius, questi tuoi tentativi di denigrazione sono
veramente ridicoli, quasi più dei boomerang che lanci continuamente e della tua
nuova tattica per non rispondere alle domande che ti faccio: intervenire a metà
conversazione, uscirtene con un tuo pensiero e poi dire che mi saluti perchè è
inutile parlare con me. E anche stavolta, nel lanciarti un nuovo boomerang
(l'euro nell'autunno del 2001 non c'era!) non rispondi a una domanda molto
semplice: ma se i prezzi come dici si impennarono, come mai l'inflazione nel
2002 calò rispetto al 2001?
Risposta
a: publius48
CHANGE-OVER. A parte che non ho letto nessuna replica
di chiarissimo al mio commento, 1) segnalo: Comitati Provinciali Euro (CEP),
previsto dal decreto del Ministro del Tesoro 6 agosto 1997, G.U. n. 207 del
05/09/1997, attivi da 1.1.98; non credo ci sia un decreto ministeriale che li
abbia aboliti, ovviamente, ma che non siano stati fatti funzionare come
avrebbero dovuto e potuto, viste le conseguenze. 2) Non ho scritto che i prezzi
non sono aumentati subito, ma che non sono raddoppiati subito, come milioni di
Italiani dicono o scrivono, secondo me sbagliando. 3) Per quanto riguarda il
dato dell’inflazione (ed è una critica annosa e abituale che prescinde dal
change-over), all’epoca ci fu una diatriba accesissima tra le associazioni dei
consumatori e l’Istat sui criteri di composizione del paniere e di rilevazione
dei prezzi. In ogni caso, cito a memoria, da studi risultò che i prezzi dei
prodotti non tecnologici (che erano addirittura diminuiti in ragione della
concorrenza accesa) e che costituivano i consumi tipici dei ceti popolari erano
aumentati dell’8% circa. A causa della furbizia delle categorie (elettrici Cdx)
e dell’inefficienza della PA forse gli aumenti abnormi (che ci furono) ci
sarebbero stati lo stesso anche con i controlli programmati; quel che è certo,
però, è che il ministro dell’Economia e Finanze Tremonti non li attuò bene, né
fece molto quando si palesarono gli abusi.
Risposta
a: Chiarissimo
Io, che me ne intendo un po', la considero una replica
rivelatrice.
Risposta
a: Ninanina68
So bene che è (quasi) inutile dire al 95% degli
Italiani: controlla i numeri o usa la logica; ma ciononostante, per combattere
i pifferai magici, è quello che faccio da sempre e da 5 anni in Internet,
proponendo analisi quali-quantitative e progetti di educazione, poiché solo in
questa c'è la soluzione (a lungo termine). Perché ritengo che serva mettere dei
punti fermi sui dati di realtà, per contrastare l'affermarsi della solita
tattica del Cdx di raccontare una realtà parallela, propagandata ad arte dal loro
sistema di DISINFORMAZIONE, che fa molte vittime anche nel Csx, agevolato da 2
fattori: a) il controllo e l'uso spregiudicato dei media; e b) la cultura
controriformistica italiana sedimentatasi nei secoli, che fa odiare i numeri,
la logica ed i fatti. A questo, io oppongo il mio piccolo sistema di
CONTROINFORMAZIONE, basato rigorosamente sui dati, sui fatti e sulle
argomentazioni logiche, che ha anche una funzione pedagogica, chiaramente
insufficiente poiché occorrerebbe una rivoluzione culturale, partendo non dalla
scuola (che viene dopo), ma dalla famiglia. In attesa che s’inizi quest’opera
di educazione, occorrerà sobbarcarsi alla fatica di Sisifo di discutere con i
vari “chiarissimi” e “svegli” (già dal nickname io riesco ad individuarli), e
bisognerà farlo, prima che come polemica politica, come dovere civico.
Risposta
a: tinauser
Si capisce chiaramente che a lei non si può nascondere
nulla!
Risposta
a: Vincesko
Insisti? Ripeto: metti i piedi a terra e prova a fare
i conti con la realtà effettuale, non con quella immaginaria. E’ molto doloroso
per te, lo so, ma prima o poi bisogna pure uscire dalla “età del piacere” della
prima infanzia (è lì l’eziologia del tuo problema) e provare a diventare
adulti. Con questo mio dialogo, ti sto solo dando una mano.
Risposta
a: Chiarissimo
<< ...a parte non è vero che i prezzi
raddoppiarono subito...>>quindi confermi che comunque i prezzi
raddoppiarono...dopo.
Risposta
a: Vincesko
Sembri avere qualche problema... L'eristica non è mai
esercizio di capacità, ma vuoto pneumatico riversato sugli altri.
Risposta
a: Vincesko
L'Educatore ha preso un abbaglio grosso come l'enfasi
un po' stupida che mette nelle sue parole. Vito Tanzi "Sono stato
presidente del Comitato € da sett 2001 allo scioglimento (6 mesi dopo la
cessazione del corso legale della lira, come fissato dall’art. 2, c. 10, DPR
268/98). Durante questo periodo, il Comitato, che aveva ampia rappresentanza di
istituzioni pubbliche e private, si riunì spesso per affrontare problemi
logistici o giuridici connessi con l'avvio dell'€ e contribuì alla soluzione di
molti problemi...Si ignora che l'Italia ha un’ECONOMIA DI MERCATO e in
quella..un venditore (di scarpe, cipolle, triglie) può stabilire QUALUNQUE
PREZZO per ciò che vende. Se lo fissa più alto di altri, perderà clienti e sarà
costretto ad abbassarlo. Quindi…in ogni momento il venditore chiederà il prezzo
più alto che può ottenere senza aspettare € o altre scuse...In un'economia di
mercato, non è la GdF che impedisce l'aumento dei prezzi, ma libera concorrenza
e politica monetaria. Ovvio, più prezzi politici (es. tariffe), prezzi
amministrati (i taxi) o di monopolio ci sono, minore è l'effetto di concorrenza
nel contenere l'aumento dei prezzi. Date ste premesse, è ovvio che il Comitato
€ non aveva nessuna responsabilità rispetto al controllo dei prezzi. Il DPR
268/98, che ne specificava le competenze, NON faceva nessun RIFERIMENTO al
CONTROLLO dei PREZZI. E infatti, nessuno ha precisato cosa si dovesse
controllare in un sistema di libertà dei prezzi" La Voce.info del
18.3.2004.
Risposta
a: Chiarissimo
Quello che dice Vito Tanzi, letto attentamente, in
merito ai prezzi politici, amministrati o di monopolio, per paradosso disvela
casomai (e le raddoppia) le immense responsabilità della sx, di quel disastro
degli anni 90: le 'finte' privatizzazioni vennero fatte con prezzi garantiti
(penso a Telecom, Infostrada, Autostrade, alle banche!), addirittura con
tariffe stabilite dal parlamento. E quindi, secondo Tanzi, quanto più ci sono
queste distorsioni del mercato, tanto meno il mercato risponde a certe
sollecitazioni. Sarebbe da sondare quella via, altrochè Mr Prezzi!! Guarda
caso, in UE quando cominciano a temere la distruzione del giochino (vedi voto
anti UE, alle ultime elezioni. Ovvio, Italia a parte, ove la propaganda ha una
violenza smisurata!!), arriva la disinformacjia a rimettere tutti in riga!!
Perfino l'Educator Veruska!!
Risposta
a: svegliaitalia
Che ci vuoi fare: era già scritto nero su bianco nel
decreto stesso che mi aveva detto di guardare... sono fatti così, purtroppo.
***
INCONTRO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
CON IL PROF. HANS TIETMEYER
EX PRESIDENTE DELLA BUNDESBANK
Palazzo del Quirinale, in occasione del conferimento "motu proprio" dell'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell'OMRI - 21 febbraio 2000
Sono lieto di avere qui il Presidente Tietmeyer per potergli conferire personalmente la "Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana". E vorrei anche, non dico spiegare perché tutti credo che già lo sappiano, ma anche ricordare a noi tutti i motivi per i quali ho ritenuto che il Presidente Tietmeyer meriti altamente questa onorificenza.
Ci siamo conosciuti molti anni fa, proprio in quel Comitato di Politica Economica, di cui qui abbiamo presente il primo Presidente, il Prof. Malinvaud; qualche anno dopo Hans Tietmeyer fu nominato Presidente di quel Comitato. E lavorammo insieme in quegli anni e nei successivi.
Allora Hans Tietmeyer era - se ben ricordo - Sottosegretario alle Finanze; egli ha passato tutta la vita nella pubblica amministrazione: venti anni nel Ministero dell'Economia, dal 1962 al 1982; e poi dal 1982 fino al 1989. Era, quindi, nel Comitato di Politica Economica, come Sottosegretario alle Finanze.
Successivamente entrò, all'inizio degli anni '90, nel Direttorio della Bundesbank, e nel 1993 fu nominato Presidente; carica che ha tenuto fino allo scorso anno.
Credo che in tutta questa attività Hans Tietmeyer abbia dimostrato quattro meriti. In primo luogo l'essere stato il più deciso sostenitore di quella che io chiamo la "cultura della stabilità" e con questo di avere confermato la forza e la funzione del "Deutsch-Mark".
Il secondo merito nel suo Paese è quello di essere stato anche un grande protagonista dell'unificazione tedesca. Non a caso, era da poco entrato nel Direttorio della Bundesbank, quando nel 1989 il Cancelliere Kohl chiese al Presidente della Bundesbank Pöhl di potere riavere temporaneamente Hans Tietmeyer per dedicarlo all'unificazione tedesca per tutto quello che riguardava gli aspetti monetari.
Il terzo merito, a mio avviso ancora maggiore, è quello di essere stato un protagonista e, direi anche uno degli anticipatori della unificazione monetaria europea. E non a caso egli già fece parte del Comitato Werner, nel 1970. Tutte le vicende successive, tutti i negoziati che hanno portato, alla fine del 1978, alla creazione dello SME e poi tutti gli avvenimenti che si sono succeduti hanno visto Hans Tietmeyer, sia come rappresentante del Governo tedesco, sia come Governatore, una figura di primo piano in questa creazione dell'Euro.
Il prestigio che ha acquisito in tutti questi anni è dimostrato anche da uno dei più recenti, uno degli ultimi incarichi che ebbe come Presidente della Bundesbank, cioè quello di essere incaricato dal G7 di presiedere il "Financial Stability Forum".
Tutta questa sua attività ha avuto delle "guide lines" ben chiare, che si possono ritrovare nella recente opera editoriale da lui pubblicata, con il volume che va sotto il titolo di "Social market economy and monetary stability".
Il titolo del libro risponde alla sua visione di collegare l'attività monetaria, nella quale si è particolarmente impegnato, con l'andamento generale dell'economia in un quadro di grande attenzione alla realtà sociale.
A Lui l'Italia deve molto. Prima di tutto, perché è stato il Presidente della Bundesbank con una più profonda e sicura visione europeista.
Ricordo ancora - e qui entro nelle memorie personali - uno dei nostri ultimi incontri, nel febbraio del 1998 - quando in Germania - dopo avere avuto vari contatti politici a Bonn, andai a Francoforte alla Bundesbank: le preoccupazioni che allora Hans mi espose erano quelle di un vero europeista. Egli aveva chiaramente in mente la consapevolezza che creare l'Euro era un passo di non ritorno verso l'integrazione europea. Per questo era preoccupato dell'ingresso della lira.
Egli mi diceva con tutta franchezza che entrare in una moneta unica senza possibilità di ritorno - e ancor più in vista di una crescente integrazione europea - implica avere economie con la flessibilità necessaria a vivere in una condizione del genere. E l'Italia la flessibilità era stata costretta a cercarla per troppe volte nella svalutazione della lira. Questa era la grossa preoccupazione di Tietmeyer
Ci eravamo già trovati a vivere momenti drammatici già nel novembre del 1992, quando avvenne la crisi non solo della lira ma di tutto il sistema monetario europeo. Hans sicuramente ricorderà quella riunione di un sabato pomeriggio negli uffici del Ministero del Tesoro - insieme a Kohler, il Ministro Barucci, Dini ed io - a cercare una soluzione, che giustamente vedevamo nella necessità di una svalutazione ampia, non solamente dell'Italia, ma anche di altri Paesi, nei confronti del marco e di una riduzione dei tassi di interesse nella Germania. Presidente del Consiglio era l'attuale Ministro del Tesoro, on. Amato, che ci seguiva per via telefonica.
E poi ci siamo ritrovati in altri incontri non facili, nel novembre 1996, per la riammissione della lira nella banda stretta, e poi nel 1998 per la finale decisione delle valute che dovevano far parte dell'Euro. Ma tutte queste nostre discussioni ci hanno sempre visto operare in spirito di grande lealtà ed amicizia.
Hans temeva, quando sostenevo la candidatura dell'Italia all'ingresso nell'Euro, che mi sbagliassi per eccesso di europeismo e per eccesso di amore di Patria. E al termine del nostro incontro, mi permetterò di dargli, con il permesso del Ministro del Tesoro, un grafico dei conti pubblici italiani negli ultimi venti anni. Questo grafico dimostra che egli aveva ragione di dubitare, ma che anche noi avevamo ragione di essere fiduciosi nell'Italia.
Oggi l'Italia può ben dire di avere non solo sradicato l'inflazione ma di avere condotto all'equilibrio i propri conti pubblici e di avere iniziato una riduzione anche di quell'altro importante rapporto che è quello tra il debito e il prodotto interno lordo. Certo c'è ancora molto da fare in Europa e, non meno che negli altri Paesi, in Italia per rafforzare questa nostra Unione Europea, per rafforzare questa nostra valuta comune.
Quello che posso dirti, caro Hans, è che la fiducia che mi esprimesti a York, in occasione dell'Ecofin nella primavera del 1998, quando mi facesti capire indirettamente che anche la Bundesbank era d'accordo per l'ingresso dell'Italia nell'Euro, non è stata una fiducia mal riposta. E al tempo stesso voglio ringraziarti, a nome dell'Italia e mio personale, perché senza il tuo pungolo, senza la tua costanza non si sarebbero realizzate tante cose né in Europa, né in Italia.
Per questo desidero consegnarti questa Onorificenza che intende dimostrarti la stima, l'amicizia e il ringraziamento del mio Paese.
RISPOSTA DEL PROF. HANS TIETMEYER
Signor Presidente, Signore e Signori,
prima di tutto vorrei dire quanto mi senta onorato e quanto questo incontro mi riempie di emozione.
Sono felice di avere potuto ricevere da Lei, dalle sue mani, questa Onorificenza. E mi fa molto piacere rivedere tanti vecchi amici con i quali ho potuto collaborare per tanto tempo. E per me è stato anche un onore poter lavorare con loro.
Vorrei prendere uno dei pensieri che Lei ha menzionato, Signor Presidente: l'Italia è stato ed è uno degli elementi centrali dell'Europa. E l'amicizia tra la Germania e l'Italia ha potuto funzionare anche in situazioni di crisi e nei momenti difficili.
Ho sempre cercato di lavorare a favore dell'Europa. Già nel 1951; uno dei miei professori mi ha scritto sotto un tema che riguardava l'unione del carbone e dell'acciaio: "Auguro ogni bene a un europeista convinto".
Sono convinto che l'Europa possa esistere soltanto se da un lato abbiamo dei valori in comune e dall'altro dobbiamo anche trovare altri aspetti in comune che devono rispecchiare la realtà. E penso, che senza riferirci alla realtà in cui viviamo non potremmo mai avere una integrazione duratura. E se questo non ci dovesse riuscire avremo una evoluzione in Europa che può portare a dei conflitti.
Quello che ho detto vale anche per l'Euro. L'Euro di per sé è stato un notevole progresso, ma l'Euro è anche una grandissima sfida per tutti. Sono felice che abbiamo potuto affrontare insieme momenti non facili durante questo processo. Ci sono stati infatti delle situazioni critiche, ma non li abbiamo affrontati soltanto pensando alla nostra amicizia, ma abbiamo sempre avuto presente anche la realtà. E sono convinto che abbiamo bisogno di un Euro veramente durevole e stabile; questo è necessario soprattutto se vogliamo rimanere competitivi nei confronti del dollaro.
So che ci sono state persone che mi hanno criticato, anche nel mio stesso Paese, poiché si riteneva che fossi contrario all'Euro. Qui in Italia si credeva, addirittura, che fossi contrario all'ingresso della lira nell'Euro: tutto questo non è esatto. Sono convinto che sia veramente un bene che sia stato istituito l'Euro e credo che sia anche un bene che l'Italia faccia parte dell'Euro.
E devo dire che ciò è merito di tante persone che sono qui presenti in questa sala. Vorrei aggiungere che Lei, Signor Presidente, ha contribuito a tutto questo, nei suoi vari incarichi istituzionali ricoperti, ma anche nella sua politica monetaria. Lo stesso vale per il Presidente Amato, quando era Presidente del Consiglio dei Ministri e nelle sue vari funzioni come Ministro e per il Ministro degli Esteri Dini, che proveniva dalla Banca d'Italia, con il quale abbiamo lavorato nei vari Comitati di giorno e di notte, senza sosta. E vorrei anche ricordare l'attuale Governatore della Banca d'Italia, Fazio. Tutti costoro hanno contribuito in modo decisivo alla partecipazione dell'Italia all'Euro.
Devo dire che molte persone mi criticano, anche nel mio Paese sono stato criticato, però oggi sono abbastanza soddisfatti di quello che ho detto allora, perché a volte bisogna anche correre il rischio di dire delle cose un po' spiacevoli, ma che rispecchiano la realtà.
Vorrei ancora ribadire quanto mi senta onorato e rinnovare il mio ringraziamento per l'alta onorificenza che mi è stata conferita. Spero e auspico che l'Euro abbia il suo successo, come spero ed auspico che l'amicizia tra l'Italia e la Germania possa ulteriormente progredire. E naturalmente spero anche che l'integrazione europea possa svilupparsi ulteriormente.
E con questo vi ho espresso tutte le speranze di una persona che ormai ritiratasi in pensione.
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