domenica 14 giugno 2015

Analisi quali-quantitativa/24 - Spesa pensionistica


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 320 del 22-05-13 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Analisi quali-quantitativa/24 - Spesa pensionistica


Come si vede dal dialogo tra Pietro Reichlin e Sergio Cesaratto, [1] non soltanto "tagliatori" compulsivi di destra, ma anche economisti di sinistra come Reichlin, pur al netto della sinteticità e dell’approssimazione inevitabili in un semplice dialogo, menzionano colpevolmente ancora l’esigenza di rimodulare la spesa sociale (quota parte della spesa pubblica) riducendo la spesa pensionistica, ripetendo una sorta di mantra che da anni inonda i media. Colpevolmente, poiché ignorano o trascurano il fatto che, soprattutto a partire dal 2010, dopo la crisi della Grecia, si sono succeduti ulteriori interventi strutturali (cioè permanenti) pesanti sulla materia delle pensioni, che, da un lato, hanno reso quello italiano il sistema pensionistico più solido in UE; [2] dall’altro, hanno già prodotto, continuano a produrre e produrranno in futuro risparmi di spesa per decine di miliardi all’anno (recati finora dalle riforme Damiano del 2007 e Sacconi del 2010, mentre la riforma Fornero produrrà i suoi effetti nel corso del 2013 e nei prossimi anni). [3]
La terribile crisi economica in corso richiede ulteriori interventi incisivi in tema di reperimento delle risorse: il sistema pensionistico ha già dato, eccetto le cosiddette pensioni d’oro (vedi appresso), occorre rivolgersi ad altri capitoli, sia dal lato delle entrate (evasione fiscale [4] e imposta patrimoniale [5] e/o prestito forzoso [6]), sia dal lato delle uscite (capitolo “beni e servizi”, oltre 130 mld all’anno, che include la corruzione e il funzionamento efficiente della PA). [7]

ATTENDIBILITA’ DELLE CIFRE.
(Quasi tutte le statistiche menzionate su Spesa sociale e Spesa pensionistica  - EUROSTAT, OCSE, ISTAT - sono datate e non tengono ancora conto delle ultime riforme varate tra il 2010 e il 2011).

PENSIONI. Dal 1992, sono state varate 8 riforme pensionistiche (Amato, 1992; Dini, 1995; Prodi, 1997; Berlusconi/Maroni, 2004; Prodi/Damiano, 2007; Berlusconi/Sacconi, 2010; Berlusconi/Sacconi, 2011; Monti-Fornero, 2011). Le ultime 4 riforme: Damiano (2007), Sacconi (2010 e 2011) e Fornero (2011) stanno dando e daranno risparmi nei prossimi decenni per centinaia di mld.

IMPOSTE. Il 90% circa di Irpef, contributi e imposte indirette è pagato dai dipendenti e dai pensionati, i cui redditi sono pari solo al 60% del totale. [4]

EVASIONE. L'evasione annua è di 120 mld. [4]

MISURE. I 330 mld di manovre correttive della scorsa legislatura (fonte "Sole-24 ore" [8]) sono stati addossati in gran parte sul ceto medio-basso e sui poveri (taglio spesa sociale), ora tocca ai ricchi (il 10% delle famiglie che possiede il 45,9% della ricchezza totale) sia a mezzo di un'imposta patrimoniale ordinaria a bassa aliquota con  franchigia di almeno 800 mila € (ipotesi CGIL), [5] sia con un prestito forzoso [6] per ridurre celermente l'enorme debito pubblico e gli ingenti interessi passivi.
PS: Segnalo che tra la Banca d’Italia e l’Agenzia del Territorio c’è una differenza di 1.535 mld sulla stima del valore immobiliare (nel 2010, 4.800 mld contro 6.335, dovuto al n. degli immobili).  

Chi assorbe la maggior parte della spesa pensionistica.

3.3 Distribuzione per classe di importo mensile
La distribuzione delle pensioni per classe di importo mensile delle prestazioni (Prospetto
3.7) presenta frequenze maggiori in prossimità delle classi di importo meno elevate. Infatti, la maggior parte delle pensioni ha importi mensili inferiori a 500 euro (38,8 per cento nel 2010 e 39,1 per cento del totale nel 2009). Seguono le pensioni con importi mensili compresi tra 500 e 1.000 euro (30,8 per cento nel 2010 e 31,4 per cento nel 2009). Un ulteriore 13,6 per cento di pensioni vigenti al 31 dicembre 2010 (13,4 per cento nel 2009) ha importi compresi tra 1.000 e 1.500 euro mensili e il restante 16,9 per cento del totale (16,1 per cento nel 2009) ha importi mensili superiori a 1.500 euro.
Passando dall’esame della distribuzione del numero delle pensioni a quello del relativo importo complessivo annuo risulta che il 37,4 per cento del totale è associato a pensioni con importi inferiori a mille euro che, in termini numerici, rappresentano il 69,6 per cento delle pensioni complessivamente erogate. Il 33,1 per cento dell’importo complessivo annuo è riferito invece a prestazioni con importi mensili compresi fra mille e duemila euro, cui corrisponde il 21,3 per cento delle pensioni. È chiaro, quindi, che nonostante il maggiore numero di pensioni nelle fasce meno elevate della distribuzione degli importi mensili, oltre un terzo dell’importo complessivo annuo dei trasferimenti pensionistici è collegato a prestazioni che si collocano nella parte medio-alta della distribuzione (Figura 3.4). In particolare nella classe di importo più elevata, relativa agli importi mensili superiori ai tremila euro, si concentra solo il 2,5 per cento dei trattamenti, per una quota dell’importo complessivo annuo pari però al 12 per cento.

La tabella che segue è ricavata dai dati diffusi dall’INPS sulla distribuzione delle pensioni per fasce di importo.
(Dati ISTAT 2010)
La distribuzione percentuale della spesa pensionistica è la seguente (un terzo dei pensionati percepisce 2 o più pensioni [*]):
…………………...N. Pensionati…….....% spesa
Meno di 500€…..…..….14,4%.................4,65%
500-1.000€……...……..31,0%................18,01%
1.000-1.500€………..…23,5%................23,40%
1.500-2.000€………..…14,5%................20,45%
Sopra 2.000€………..…16,5%................33,49%

[*] La distribuzione dei pensionati per numero di prestazioni evidenzia una prevalenza del genere femminile crescente all’aumentare del numero di trattamenti percepiti (Figura 3). Tra i percettori di una sola pensione (che rappresentano il 67,3% del totale) la quota femminile è leggermente più bassa della maschile (48,3% sono donne e il 51,7% uomini); tra i titolari di due pensioni le donne sono il 59,8%, la quota sale al 70,9% tra i percettori di tre pensioni e arriva al 74,1% tra i titolari di quattro o più trattamenti.

Rispetto alla spesa totale, che ammonta (al lordo di oltre 40 mld di imposte, che è una mera partita di giro) a 258,5 miliardi di €, per un totale di 16 milioni e 500 mila pensionati:
1) Il 45% (7 milioni e 425mila pensionati) che sta sotto i 1000 € assorbe solamente il 22,66% (58.558.500.000€) della spesa totale. 2) Per contro, i pensionati sopra i 2000 €, pari al 16,5 % del totale, per una spesa di 86.578.250.000€, assorbono il 33,49% della spesa totale.
Tale distribuzione sperequata è ancora più marcata se si scorpora il dato relativo alle donne. “Analizzando le differenze di genere in funzione delle classi di reddito pensionistico mensile emerge – in linea con quanto finora osservato – la maggiore concentrazione degli uomini nelle classi di reddito più elevate. Il 24,1% dei pensionati percepisce, infatti, un reddito mensile superiore ai 2.000 euro, assorbendo il 47,7% della spesa pensionistica destinata agli uomini; solo il 9,9% delle donne percepisce tali livelli di reddito, per una spesa complessiva pari al 24,8% (Tavola 2). Nella classe di reddito più elevata, che raccoglie i beneficiari di trattamenti superiori ai 3.000 euro mensili, le differenze sono ancora più marcate: le donne sono solo il 2% del totale, pari a una spesa complessiva del 7,6%, contro il 7,6% osservato tra gli uomini, pari al 22,1% di spesa”.

Dai dati INPS risulta che le pensioni sopra gli 8.000 € - le cosiddette pensioni d’oro - sono circa 109.000. Tra queste vi sono anche numerose pensioni che superano di parecchio i 10.000 €, perciò si può ipotizzare una media sui 9.000 €, che fa ascendere la spesa annua per queste pensioni di importo alto a non meno di 12 miliardi e 700 milioni.

[1] Eguaglianza? Dipende*
Dialogo fra Sergio Cesaratto e Pietro Reichlin
Martedì 14 Maggio 2013
[3] “Abbiamo voluto fare alcuni conti basandoci sulle stime della Ragioneria generale dello Stato. Se soltanto con l’ultima riforma si risparmieranno ogni anno, dal 2020, 22 miliardi di euro, ciò significa che nel periodo 2020-2050 si produrrà una colossale redistribuzione di risorse da Stato sociale a debito di quasi 650 miliardi di euro. Se a questa cifra dovessimo sommare gli interventi fatti dai diversi governi dal 2004 al 2011 sul sistema pensionistico andremmo al raddoppio” (C. Damiano).
http://www.manuelaghizzoni.it/?p=31627 
Pensioni: risparmi vadano a esodati
[4] AQQ22-Le cifre di ricchezza, imposte, contributi sociali ed evasione fiscale
[5] Dossier Imposta Patrimoniale
[6] Un prestito forzoso decennale è migliore della tassa sui patrimoni
Fonte: JEAN-PAUL FITOUSSI e GABRIELE GALATERI DI GENOLA - Corriere della Sera
Mercoledì 07 Settembre 2011 09:43
-
http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/13Z3/13Z3QG.pdf
L’ipotesi del prestito forzoso è stata illustrata, da ultimo, alla trasmissione di La7 “Ottoemezzo” del 14 giugno 2012 “Suicidio per debiti” da Oscar Giannino http://www.la7.tv/richplayer/index.html?assetid=50270284
[7] Analisi QQ/19 - Spesa pubblica e revisione della spesa in rapporto alla crescita
[8] Il lavoro ‘sporco’ del governo Berlusconi-Tremonti


Post, analisi e articoli collegati:

Contributo sulle pensioni, eccellente analisi-proposta de LaVoce.info

Lettera ai media, al Governo, al PD e ai sindacati: le pensioni e Carlo Cottarelli

La spesa pubblica in Europa
anni 2000-2011
Tavola 10 - Spesa primaria per Protezione sociale: incidenza percentuale sul PIL
Paesi …..2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Belgio ….17,0 17,2 17,7 ..18,0 .18,1  18,0  17,8  17,5  18,0  19,8  19,4  19,5
Bulgaria ..13,2 13,5 12,8 ..12,4 .12,0  11,0  10,9  10,7  11,2  13,6  13,5  12,9
Rep. Ceca 13,0 12,9 14,0 ..13,8 12,5  12,3  12,3  12,5  12,5  13,7  13,6  13,6
Danimarca 22,5 22,9 23,2  24,1 24,0  23,2  22,5  22,0  22,2  25,1  25,3  25,2
Germania  21,0  21,0 21,2  21,7 21,3  21,3  20,5  19,4  19,3  21,2  20,5  19,6
Estonia      10,7  10,2   9,9    9,9 10,2   9,8    9,4    9,3   11,6  15,8  14,6  13,1
Irlanda        8,3    8,8  9,4     9,5    9,9  10,7 10,8 11,7   13,9   16,9  17,3  17,3
Grecia       17,0  16,6 16,9  15,1 14,4   15,3 15,1 16,0  17,0   18,4  18,9  20,4
Spagna      13,1  12,8 13,0  13,0 13,0   12,9 12,9 13,1  14,1   16,3  17,0  16,9
Francia      20,5  20,4 20,8  21,4 21,4   21,5 21,9 21,7  22,1   23,9  23,9  23,9
Italia          17,4 17,2 17,6  17,9  17,9  18,0  18,0 18,1  18,7    20,4 20,4 20,5
Cipro           7,9   7,9   8,7    9,4  10,0  10,6  10,3   9,5    9,8   11,0  11,7 12,0
Lettonia     13,1 11,9 11,5  10,8 10,5    9,9    9,6    8,5    9,6    14,1  13,7 12,1
Lituania    12,5  11,6 10,7  10,3 10,2    9,9    9,8  10,9  12,3   16,8   14,5 12,7
Lussemburgo 15,7 16,5 17,2 17,7 17,7 17,4 16,4 15,3 16,8    19,4  18,5  18,1
Ungheria   14,9  14,6 15,5  16,1  16,1  17,0  17,7  17,6 17,8   18,6  17,7 17,1
Malta        12,2  13,2 13,4  13,5  13,7  13,7  13,7  13,9  13,7  14,6   14,3 14,4
Paesi Bassi 15,6 15,6 15,9 16,2 16,0   15,5   15,2  14,9  15,3  17,1   17,2 17,2
Austria      21,1  20,9 21,2  21,3 20,9  20,6   20,2  19,8  20,0  21,8   21,7 21,0
Polonia       0,0    0,0 18,3  18,8 17,6   17,0   16,9  15,6  15,6  16,4   16,9 15,9
Portogallo 12,0 12,5  13,1 14,2 14,6   15,2   15,4  15,3  15,7  17,9   18,0  18,1
Romania   10,9 11,1  10,1 10,0 11,0   11,1   11,0  11,2  12,4  14,6   14,9  14,1
Slovenia    17,2 17,1 17,0 17,0 16,9   16,9   16,4  15,5   15,9  18,0  18,6  18,9
Slovacchia 14,5 14,6 14,9 12,8 12,1   13,2   12,3 10,6   10,2   12,3  12,2  11,9
Finlandia    20,3 20,1 20,8 21,4 21,3  21,2   20,7 20,0    20,4  24,0   24,0 23,7
Svezia        23,2 22,9 23,0 23,9 23,5  23,0   22,3 21,1   21,1   22,9   21,6 20,8
Regno Unito 14,8 15,2 15,4 15,6 15,7 15,6 15,3 15,3   15,9   17,9   18,0 17,9
Unione Europea (27) 0,0 0,0 18,2 18,5 18,3 18,2 17,9 17,6 18,0 20,0 19,9 19,6

Maurizio Benetti
Radiografia della spesa pensionistica
28/03/2012

Età di pensione, nell’UE ora non ci batte nessuno
25/02/2012

Dalle pensioni 15 miliardi in 3 anni
13/02/2012

Spesa per pensioni, così è se vi pare
20/02/2010

Pensioni d’oro, il PD non ha colpe
Carlo Clericetti
07/05/2012

Aggiornamento:

Pensioni, spesa sotto controllo ma gli assegni futuri saranno più leggeri:
di Davide Colombo 3 giugno 2013

Rapporto n. 14, anno 2013
[i 2 link di RGS sono stati sostituiti da questi altri:

Dopo aver bocciato l’analogo intervento di cui all’art. 9, comma 2 del decreto-legge n. 78 del 2010 (sentenza n. 223 del 2012) e la stessa norma oggi impugnata, con la sentenza n. 241 del 2012, la Corte Costituzionale ha decretato anche l’illegittimità costituzionale del contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro:
Bocciato il prelievo fiscale sulle pensioni d’oro: irragionevole
Corte costituzionale - Sentenza 5 maggio 2013 n. 116

30.05.13
Una proposta per realizzare un prelievo sulle pensioni “più generose”, vuoi perché l’assegno è alto, vuoi perché il loro rendimento implicito è molto elevato. Servirebbe a tutelare l’equità attuariale e intergenerazionale. Quanto si potrebbe ricavarne e come andrebbero impiegate queste risorse.

29.08.2013

Arriva un’autorevole conferma:

MELONI (FLI): «FISSARE UN TETTO»
Pensioni d'oro, una sorpresa da 90mila euro al mese
Sono oltre centomila e costano allo Stato più di 13 miliardi l'anno: primo Sentinelli, ex manager Telecom, inventore della "ricaricabile"
8 agosto 2013

Vitalizi d'oro alla Regione Lombardia: ecco gli ex consiglieri con il privilegio
31 ottobre 2013

Tagli alle pensioni, o inutili o da esproprio
Ipotesi e conti degli interventi ipotizzati prima sulle “pensioni d’oro”, poi su quasi tutte: a meno di colpi pesantissimi il gettito non sarebbe mai molto alto. E semmai dovrebbe essere usato a vantaggio dei pensionati futuri, per i quali si prospettano assegni assai più miseri di ora
Maurizio Benetti
(03/11/2013)

Pensioni, quelle d’oro a volte non luccicano
Il rendimento dei contributi è in molti casi molto più elevato per le pensioni basse che per quelle molto alte: il fattore più rilevante è l’età di pensionamento. Chi parla di tagli spesso fa confusione, pensando che tutti i vitalizi alti contengano un “regalo”. Un ricalcolo (cosa mai fatta in nessun paese) dovrebbe comunque riguardare tutti gli assegni pena l’incostituzionalità
Ruggero Paladini
(25/11/2013)


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