A causa delle avarie frequenti della
piattaforma IlCannocchiale, dove - in
4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko
ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente.
O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli
(orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 326 del 29-05-13 (trasmigrato
da IlCannocchiale.it)
Dialogo sulla
crisi economica, i PIL che si inseguono ed altro - Appendice
Dopo
la prima parte pubblicata ieri http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2783599.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/06/dialogo-sulla-crisi-economica-i-pil-che.html
riporto sulla crisi economica una serie di altri commenti ed articoli, che
possono costituire un utile sguardo all’indietro.
Appendice (commenti ed
articoli vari)
OMSA: chiude stabilimento a Faenza e apre in Serbia.
Licenziati 350 dipendenti
(27-07-10)
Vincesko 1 novembre
2010 alle 00:13 (cliccare sulla data per aprire il commento originale)
Ecco un esempio emblematico della situazione italiana,
della delocalizzazione e dell’ingordigia degli imprenditori: le scelte di
delocalizzazione non sono dettate dall’assottigliamento o azzeramento delle
vendite, della produttività e dei margini, ma: a) dalla propensione
dell’imprenditore a massimizzare il suo profitto (e gli utili degli azionisti),
fregandosene degli effetti sociali; b) dall’assenza del soggetto pubblico come
calmieratore delle pulsioni egoistiche dell’imprenditore; c) dalla possibilità
di vendere in Italia i prodotti fatti all’estero, con lo stesso marchio e
presumibilmente agli stessi prezzi di prima, incamerando tutto l’extramargine.
Conclusione: a) lavoratori italiani a spasso, a spese della collettività e poi forse alla fame; b) lavoratori dei Paesi in via di sviluppo sottopagati, senza tutele sindacali e ad orari di lavoro settecenteschi, ma contenti; c) extraprofitti nelle tasche di pochi ricchi. Ad alimentare la loro età dell’oro.
Conclusione: a) lavoratori italiani a spasso, a spese della collettività e poi forse alla fame; b) lavoratori dei Paesi in via di sviluppo sottopagati, senza tutele sindacali e ad orari di lavoro settecenteschi, ma contenti; c) extraprofitti nelle tasche di pochi ricchi. Ad alimentare la loro età dell’oro.
“Manifatture tabacco. La Bat lascia Lecce, le Ms in
Romania
La British American Tobacco chiude l’ultimo sito italiano nonostante gli alti margini di guadagno. 500 posti a rischio”
http://cesaredamiano.files.wordpress.com/2010/10/damianoi_bellanova.pdf
La British American Tobacco chiude l’ultimo sito italiano nonostante gli alti margini di guadagno. 500 posti a rischio”
http://cesaredamiano.files.wordpress.com/2010/10/damianoi_bellanova.pdf
Manovra: CGIL, domani presidio a Montecitorio
Continua la mobilitazione del sindacato contro un provvedimento 'ingiusto,
iniquo e depressivo' e per rappresentare e sostenere le sue proposte. Domani in
piazza dalle ore 10.00
(27-07-10)
Europa, invece, si chiede [“Europa”, approfittando della recente ristrutturazione
del suo sito, ha pensato ‘bene’ di cancellare i commenti dei lettori; per
trovare l’articolo, utilizzare la funzione “cerca” nel sito stesso o, forse,
con Google]:
29 luglio 2010
Giovanni Cocconi
link
sostituito da:
In calce all'articolo, c'è questo mio commento, perché mi è parso opportuno
allargare la critica a Luigi Angeletti.
da magnagrecia inviato il 29/7/2010 alle
20:53
Luigi Angeletti ha fatto anche peggio. Intervistato da Radio3, per commentare la notizia appena uscita del trasferimento in Serbia di parte della produzione di Mirafiori, in sostanza si dichiarò meravigliato della sfiducia di Marchionne nella disponibilità della UIL di ridefinire un patto per Fiat Torino sulla falsariga di quello di Pomigliano. Quello che più m'impressionò fu il tono (si può recuperare sul sito di Radio3).
D'altra parte, è sufficiente vedere la maniera vergognosa ed inaccettabile in cui Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti si sono comportati in merito alla manovra correttiva, vera macelleria sociale, la più iniqua probabilmente della storia repubblicana, se addossa l'onere del risanamento dei conti pubblici su categorie deboli o debolissime: invalidi, poi almeno parzialmente emendato, precari, pensionandi, in particolare quelli inattivi e quindi a reddito zero che perderanno in un solo anno migliaia o decine di migliaia di €, insegnanti, altri dipendenti pubblici; e risparmia invece, tranne i farmacisti, tutto il settore privato; e miliardari come Berlusconi, milionari come Tremonti o abbienti come Sacconi, che l'hanno progettata e pervicacemente attuata, non pagheranno - letteralmente - neanche un centesimo.
Ho già scritto qui su “Europa” che Luigi Angeletti aveva dichiarato che la riforma delle pensioni – l'ennesima in pochi anni! – avrebbe comportato un rinvio del pensionamento di soli 2-3 mesi ed espresse perciò un giudizio positivo sul testo del DL uscito dal Consiglio dei Ministri, che poi ha incredibilmente confermato dopo che tale rinvio si è addirittura triplicato.
Mi chiedo anche come possa un sindacalista degno di questo nome accettare che il rinvio non si applichi ai lavoratori in mobilità, ma solo fino al limite di 10.000 persone (!!), che presumo debba essere perfino incostituzionale o che, con l'alibi della decisione della Corte di Giustizia UE (che prescriveva solo l'equiparazione uomini-donne) si sia aumentata l'età pensionabile delle dipendenti pubbliche in pratica anche di 7 anni.
Luigi Angeletti ha fatto anche peggio. Intervistato da Radio3, per commentare la notizia appena uscita del trasferimento in Serbia di parte della produzione di Mirafiori, in sostanza si dichiarò meravigliato della sfiducia di Marchionne nella disponibilità della UIL di ridefinire un patto per Fiat Torino sulla falsariga di quello di Pomigliano. Quello che più m'impressionò fu il tono (si può recuperare sul sito di Radio3).
D'altra parte, è sufficiente vedere la maniera vergognosa ed inaccettabile in cui Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti si sono comportati in merito alla manovra correttiva, vera macelleria sociale, la più iniqua probabilmente della storia repubblicana, se addossa l'onere del risanamento dei conti pubblici su categorie deboli o debolissime: invalidi, poi almeno parzialmente emendato, precari, pensionandi, in particolare quelli inattivi e quindi a reddito zero che perderanno in un solo anno migliaia o decine di migliaia di €, insegnanti, altri dipendenti pubblici; e risparmia invece, tranne i farmacisti, tutto il settore privato; e miliardari come Berlusconi, milionari come Tremonti o abbienti come Sacconi, che l'hanno progettata e pervicacemente attuata, non pagheranno - letteralmente - neanche un centesimo.
Ho già scritto qui su “Europa” che Luigi Angeletti aveva dichiarato che la riforma delle pensioni – l'ennesima in pochi anni! – avrebbe comportato un rinvio del pensionamento di soli 2-3 mesi ed espresse perciò un giudizio positivo sul testo del DL uscito dal Consiglio dei Ministri, che poi ha incredibilmente confermato dopo che tale rinvio si è addirittura triplicato.
Mi chiedo anche come possa un sindacalista degno di questo nome accettare che il rinvio non si applichi ai lavoratori in mobilità, ma solo fino al limite di 10.000 persone (!!), che presumo debba essere perfino incostituzionale o che, con l'alibi della decisione della Corte di Giustizia UE (che prescriveva solo l'equiparazione uomini-donne) si sia aumentata l'età pensionabile delle dipendenti pubbliche in pratica anche di 7 anni.
(29-07-10)
Ecco, invece, il punto di vista di un amministratore
d'impresa innovativo, con propensione al rischio ed al cambiamento ed anche
colto, e che, pur consapevole delle terribili disuguaglianze ed ingiustizie,
esprime un'ottica comunque coerente col difficile ruolo svolto.
La storia dirà se avrà saputo trovare un giusto punto
di equilibrio – la dico così per semplificare - tra il rispetto dei diritti e
l'esigenza dell'osservanza dei doveri.
26/8/2010 (12:20) - DOCUMENTO
L'intervento integrale di Marchionne al Meeting Cl di Rimini
(…). Avrei voluto condividere con voi le questioni più
spinose con le quali l’umanità si deve confrontare: - come sia possibile
restare indifferenti di fronte allo scandalo della distribuzione della
ricchezza mondiale; - come sia possibile parlare di sviluppo e benessere se
gran parte della nostra società non ha nulla da mettere in gioco al di fuori
della propria vita. (…).
Cesare Romiti non mi è stato mai molto simpatico;
questa antipatia è notevolmente cresciuta a seguito della vicenda
dell'inceneritore di Acerra, non perché ero contrario all'inceneritore, ma
perché la sua azienda, l'Impregilo, ha tentato di rifilare un modello d'impianto obsoleto. Quando penso a
lui, per associazione mi vieme in mente – e la stessa cosa mi succede per De
Mita - il termine albagìa. [*]
Quando era amministratore delegato della FIAT, ricordo
che, forte dell'appoggio del potentissimo patron di Mediobanca, Enrico Cuccia,
guardava dall'alto in basso perfino Gianni Agnelli, che dipendeva dai prestiti
della banca capeggiata da Cuccia (poi infatti, appena la situazione della FIAT
migliorò, Agnelli ruppe sia con Romiti che con Cuccia). Però una cosa bisogna
ammettere: è uno che ha le idee chiare (of course) e le cose non le
manda a dire.
[*] Albagìa, boria (Treccani)
Ecco la sua intervista al Corriere.
L'intervista - L'ex amministratore delegato: bisogna imparare dal passato.
L'Italia ha visto situazioni tragiche ed è riuscita a superarle
«A Marchionne dico: i sindacati? Li puoi battere, non dividere»
Romiti: durante le vertenze anche le tensioni vanno governate Operai e
azienda? La contrapposizione di interessi ci sarà sempre
(28-08-10)
In questo suo editoriale, Eugenio Scalfari critica
Marchionne, Tremonti, la Marcegaglia e CL perché hanno omesso al Meeting di
Rimini il tema oggi centrale delle disuguaglianze sociali interne.
Tema cruciale anche per un partito riformista come il
PD.
Tema che andrebbe tenuto presente anche quando si
parla di cogestione, partecipazione (anche azionaria), cooperazione tra
lavoratori ed imprese, mutuando ciò che avviene in Germania e in alcuni Paesi scandinavi (una volta, al tempo di
Tito, per la cogestione si faceva l'esempio della Jugoslavia). Do un link: http://www.sapere.it/enciclopedia/cogesti%C3%B3ne.htm
Tema interessante, la partecipazione, che mi ha sempre
intrigato, fin da quando, frequentando a fine anni '60 il biennio della SAA
(Scuola di Amministrazione Aziendale) dell'Università di Torino (la prima business school creata in Italia http://www.unito.it/unitoWAR/page/scuole1/Z003/Z003_saa3 ), Sezione di Salerno, feci un
figurone tenendo io la lezione (non era ancora disponibile il testo di studio)
proprio sul tema della partecipazione proposto dal giovane docente di Organica
(figlio del preside della facoltà), che veniva apposta da Torino 3 giorni
consecutivi al mese, e ogni volta faceva disporre i banchi in quadrilatero e si
sedeva in un banco qualsiasi, mai in cattedra (e che a fine anno mi propose di
diventare suo assistente, ma preferii accettare l'offerta di un'azienda di
Milano).
In Italia, uno dei pochi a favore della partecipazione
era Pierre Carniti, segretario generale della CISL.
Do tre elementi meramente indicativi:
1. Una ventina di anni fa, ci fu un dibattito tv tra
Gianni Agnelli, Luciano Lama, comunista riformista, ed il cancelliere tedesco
Helmut Schmidt, socialdemocratico, e venne fuori anche il tema della
partecipazione. L'unico favorevole, ovviamente, fu quest'ultimo, ma quello che
mi colpì fu l'espressione di Agnelli, tra l'irritato (con classe, of course) e
chi compatisce.
2. Durante la seconda guerra mondiale, nei sottomarini
italiani, famosi per le dimensioni mediocri e gli spazi angusti, c'erano
addirittura due mense: una per gli ufficiali ed una per la truppa. Ho ricavato
questa informazione da un libro tedesco sulla guerra, che la riferiva come un
fatto bizzarro e quasi incomprensibile.
3. All'inizio degli anni '80, ho lavorato per la mia
azienda del Gruppo IRI (di mentalità un po' fascista) per un anno e mezzo in
Africa settentrionale: nel campo centrale, c'erano per gli Italiani ben 5
livelli di sistemazione logistica.
In Italia, per ragioni storiche e culturali, esistono
ancora le classi; che si contrappongono ancora secondo gli schemi dell''800 e
del '900; quella italiana (tranne pochissime eccezioni: ad esempio Adriano
Olivetti o, in parte, Leopoldo Pirelli) non è (mai stata) una borghesia
illuminata; l'invidia sociale,
alimentata da una cultura cattolica che non premia il merito e le capacità,
acuisce il conflitto tra le classi ed impedisce o rende molto difficile un
dialogo leale per ridurre le differenze sociali. La conseguenza è che il
pendolo oscilla da un estremo all'altro, senza mai potersi fermare in una
posizione mediana, l'unica utile per poter trovare un compromesso fruttuoso per
tutti. Ora il pendolo è nettamente dalla parte dei ricchi e i Tremonti, come si
dice a Milano, ciurlano nel manico.
COMMENTI
Le regole di Marchionne e
l'etica di Berlinguer
di EUGENIO SCALFARI
29 agosto 2010
(…). Se si deve attuare una vasta modernizzazione istituzionale e un
trasferimento di benessere sociale dalle economie opulente verso quelle
emergenti; se un così gigantesco riassetto non può essere disgiunto da un
riassetto analogo all'interno delle aree opulente; è evidente che i più deboli
debbono partecipare in primissima fila a questa operazione. I ceti medi e
medio-bassi non possono essere oggetto del riassetto sociale senza esserne al
tempo stesso il principale soggetto.
Questo è il punto che manca all'analisi di Tremonti e che Marchionne ha vistosamente omesso come l'ha omesso la Marcegaglia. L'intero meeting di Rimini su questo punto ha taciuto. (…).
Questo è il punto che manca all'analisi di Tremonti e che Marchionne ha vistosamente omesso come l'ha omesso la Marcegaglia. L'intero meeting di Rimini su questo punto ha taciuto. (…).
(29-08-10)
Costume
29/08/2010 - SOLO IN GRAN BRETAGNA 3 MILIONI DI CONSUMATORI ALL'ANNO
"Le merci contraffatte vanno bene"
Parola di Unione Europea
Parola di Unione Europea
Louis Vuitton, Yves Saint Laurent, Burberry e Gucci potrebbero trarre
vantaggio dalla vendita di prodotti falsi
(01-09-10)
Questa
interessante analisi dei bilanci Fininvest da parte di sbilanciamoci.info forse spiega anche l'iperattivismo di Silvio
Berlusconi sul versante russo e libico.
SBILANCIAMOCI.INFO
Newsletter n. 90 – 1 settembre 2010
Viaggio nei bilanci di Fininvest e delle controllate: Mediaset, Mondadori,
Mediolanum e Milan. Dai debiti degli anni '90 alla ristrutturazione
finanziaria, con ricca distribuzione degli utili alla famiglia padrona. Adesso
i numeri volgono al peggio: siamo agli anni del declino. In quest'articolo si
spiega perché
(01-09-10)
Che ingenuo, Scalfari, per superare la crisi
economica, chiede al ministro milionario Tremonti, il Robin Hood
all'incontrario, quello che toglie sadicamente ai poveri per dare ai ricchi
(come lui), un trasferimento del peso fiscale dai poveri ai ricchi.
L'EDITORIALE
Il fisco classista che
blocca il Paese
C'è una crisi dell'occupazione con 200 mila precari della scuola e 500 mila
lavoratori a rischio. Serve una manovra che punti ad un trasferimento
tributario dalle fasce deboli a quelle opulenti
di EUGENIO SCALFARI
05 agosto 2010
(05-09-10)
Sulla crisi economica, due editoriali del Corriere
della Sera, il primo di Francesco Giavazzi ed il secondo di Mario Monti.
LE MANCATE RIFORME CHE CI TENGONO FERMI
L'emergenza non è finita
Francesco Giavazzi
05 settembre 2010
Un tema chiave di cui non si parla
Il silenzio sulla crescita
Mario Monti
04 settembre 2010
(05-09-10)
Ecco la seconda parte dell'analisi dei bilanci
Fininvest e sue controllate.
SBILANCIAMOCI.INFO
Newsletter n. 91 – 8 settembre 2010
Le grandi imprese/7 di Pitagora
Mediaset & co., conti a pezzi
08/09/2010
Se Fini fa paura, Fininvest fa tremare. Mediaset perde colpi, Mondadori
avrebbe bisogno di un robusto aumento di capitale per riportare le voci
dell’attivo di bilancio a valori reali, il Milan deve reintegrare le perdite degli
ultimi anni. Su tutto pesa il maxi-risarcimento Cir. Ma è sul piano strategico
che emergono le maggiori difficoltà
Nel precedente articolo abbiamo analizzato
l'andamento del gruppo Fininvest basandoci sui dati consolidati. Qui
approfondiamo le novità che emergono dall’esame dei bilanci di Mediaset,
Mondadori, Mediolanun e Milan.
(08-09-10)
Riporto questo articolo molto tecnico ma comprensibile sul modo di uscire
dall'attuale crisi economica.
Proposte per il Sud dell'Unione Monetaria
Alberto Alonso*, Jorge Uxó** e Antonio Cuerpo*** - 07 Settembre 2010
(08-09-10)
SBILANCIAMOCI.INFO
Newsletter n. 92 – 15 settembre 2010
Le grandi imprese/8 di Vincenzo Comito
Il segreto della Nutella
14/09/2010
Michele Ferrero ha superato persino Berlusconi nella top ten di Forbes
sugli uomini più ricchi d'Italia
[al 28esimo posto del ranking
mondiale con 17 miliardi, mentre Berlusconi è al 74esimo con 9 miliardi, cfr.
thread “Statistiche ed analisi quali-quantitative Classifica 2010
dei ricchissimi http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2609397.html
oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/03/analisi-quali-quantitativa12-classifica.html ]. Viaggio nei conti della sua società, multinazionale di famiglia
con sede in Lussemburgo, produttrice di cioccolato e dolci e distributrice di
ricchissimi dividendi. Una storia per molti aspetti misteriosa e piena di
paradisi fiscali
Soluzione argentina per i Pigs europei?
di Andrea Baranes
15/09/2010
Lo stato dei paesi della periferia europea in un'analisi dell'Rmf: gli
interventi degli stati hanno placato i mercati ma non hanno certo risolto la
crisi del debito
Lo specchietto di Marchionne
Guido Viale
15/9/2010
(15-09-10)
(…). “Altrimenti c'è il rischio che all'annus horribilis della finanza, il
2008, e quello dell'economia, il 2009, seguano quello del lavoro, il 2010, e
della coesione sociale, il 2011”, ha commentato il commissario europeo, Laszlo
Andor. (…).
«Non c'è altra soluzione che mettere al centro delle politiche economiche
la creazione di occupazione», ha detto il direttore generale dell'Ilo, Juan
Somavia. Il sostegno alla domanda aggregata attraverso la politica monetaria e
fiscale (senza gli incentivi altri 23 milioni di persone avrebbero perso il
lavoro nella crisi, stima l'Fmi), tuttavia, non è sufficiente, è stata
conclusione di Oslo, senza istituzioni del mercato del lavoro che nel breve
periodo forniscano sussidi alla disoccupazione e riqualificazione della
manodopera.
Il reddito minimo garantito non è mai stato attuato
dallo Stato italiano. Per prima, fu introdotto dalla Regione Campania (“Reddito
di cittadinanza”). L'attuale governo non l'ha rifinanziato. Ma, unica, la
Regione Lazio ha quest'anno stanziato a questo scopo 20 milioni.
Ecco un'analisi di Ugo Colombino de Lavoce.info:
Introdurre un reddito minimo
garantito per redistribuire il benessere ma senza creare sprechi
di Ugo Colombino
Un argomento che fu già trattato in passato da Lavoce.info:
Un Reddito minimo garantito per l'Italia
di Tito Boeri 17.01.2006
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1948-351.html link sostituito da: http://www.lavoce.info/archives/23400/un-reddito-minimo-garantito-per-litalia/
(16-09-10)
SBILANCIAMOCI.INFO
Newsletter n. 93 – 23 settembre 2010
Le grandi imprese/9 di Vincenzo Comito
Una banca per il sovrano
E' il primo gruppo bancario in Italia, il secondo in Germania. Ricacciato
in poco tempo dalle stelle della finanza globale alle stalle dei feudi
partitici. Ecco come, dopo le dimissioni di Profumo, procede una mostruosa
concentrazione di potere politico-economico-finanziario. Prossima tappa:
Mediobanca-Generali
23/09/2010
Conclusioni
Con la cacciata di Profumo, si pongono ora le premesse per la creazione di
una mostruosa concentrazione di potere economico-finanziario nel nostro paese,
concentrazione che potrà comprendere gran parte del sistema finanziario
nazionale e una parte consistente del sistema delle grandi imprese. Il prossimo
passo di questo progetto sarà quasi ovviamente quello della fusione tra
Mediobanca e Assicurazioni Generali, sotto la guida del presidente di Generali,
Cesare Geronzi (Giannini, 2010), progetto osteggiato sino a ieri dallo stesso
Profumo e sostanzialmente anche dal management di Mediobanca e forse delle
stesse Generali. Con tale fusione, tra l’altro, quella che era sino a ieri la
società controllata, la stessa Generali, diventerà la controllante. La
possibile opposizione al progetto che potrà venire eventualmente dal management
delle due società sarebbe facilmente tolta di mezzo. A questo punto si
registrerà una situazione che non ha riscontro in nessun paese occidentale e
che ricorda invece abbastanza da vicino, tra l’altro, la situazione dei paesi
dell’allora blocco sovietico. Ci troveremo con delle solide fondamenta
economico-finanziarie per un regime di stampo autoritario.
Banche, crisi, finanza di Andrea Baranes
Basilea III. Ovvero: continuiamo così
Le nuove regole per le banche a regime nel 2019: tempi biblici, per una
finanza che si muove invece velocissima. Mentre nessun passo in avanti si fa sulla
separazione tra banche e speculazione, e su una nuova concezione del
"rischio"
23/09/2010
(23-09-10)
Nonostante la crisi Autostrade per l'Italia continua a
produrre utili, grazie all'aumento delle tariffe e ai sistemi telematici di
pagamento. Ma che non mantiene le promesse sugli investimenti fatte al momento
della privatizzazione. Radiografia di un gruppo privato molto vicino al potere
politico
di Anna Donati
di Anna Donati
Mediobanca da Mattioli a Geronzi. L'ex salotto buono
del potere economico italiano è adesso un groviglio spaventoso di azioni, dove
i controllati controllano i controllanti e viceversa. Un jurassic park del
capitalismo nostrano, che rischia di peggiorare con una ancora maggiore
concentrazione con Generali
di Vincenzo Comito
di Vincenzo Comito
A dieci anni dal lancio della Campagna del millennio,
finalmente entra in discussione la tassa sulle transazioni finanziarie. Ma le
risorse latitano
di Antonio Tricarico
di Antonio Tricarico
Alcune riflessioni sull'evoluzione del diritto tra
democrazia, lavoro e consumo. L'attacco ai diritti conquistati, la sfida di
quelli da conquistare
di Roberto RomanoMassimiliano Lepratti
di Roberto RomanoMassimiliano Lepratti
(08-10-10)
SBILANCIAMOCI.INFO
Newsletter
n. 95 - 8 ottobre 2010
L'effetto lungo del liberismo sulla cultura e
sull'economia, analizzato attraverso due parole-simbolo: flessibilità e
globalizzazione. Usate e abusate per negare un'autonomia della società rispetto
a presunte leggi economiche
di Roberto Schiattarella
di Roberto Schiattarella
Stralci da un saggio su "Kindleberger e
l'instabilità", pubblicato su Moneta e Credito, n. 69 del 2010
di Pierluigi Ciocca
di Pierluigi Ciocca
Nella puntata precedente, dedicata a "un
dinosauro nel salotto", abbiamo parlato dell'effetto domino provocato dal
ribaltone in Unicredit in Mediobanca. Qui passiamo al caso Generali, gigante
assicurativo, e del suo rapporto con il "nuovo" asse di potere
di Vincenzo Comito
di Vincenzo Comito
Imprenditore spregiudicato, filantropo generoso. In
una biografia di Gerolamo Gaslini, una illuminante storia italiana. Con giallo
finale
di Lia Fubini
di Lia Fubini
L'economia sostenibile cambia il lavoro vecchio e
introduce mestieri nuovi: i risultati di uno studio Ires sulla formazione di
nuove figure professionali
di Serena Rugiero
di Serena Rugiero
(08-10-10)
Nello stabilimento di Zonghsen del gruppo Piaggio gli
operai cinesi fabbricano scooter a 160 euro al mese, 235 con gli straordinari.
I risultati di un'inchiesta Fim-Cisl e Iscos
di Gianni Alioti
di Gianni Alioti
Dall'abbigliamento alle autostrade e autogrill. La
parabola di un gruppo che ha vissuto una mutazione genetica, partendo da un un
business di successo per poi legarsi progressivamente al carro pubblico. E
portandosi dietro grossi problemi di indebitamento
di Vincenzo Comito
di Vincenzo Comito
Dalla microfinanza per includere i poveri al business
sociale. Il premio Nobel Yunus spiega come "si può fare". Alleandosi
con le multinazionali
di Guglielmo Ragozzino
di Guglielmo Ragozzino
Un'anticipazione da Capitalismo e (dis)ordine
mondiale, raccolta degli scritti di Giovanni Arrighi a cura di Giorgio Cesarale
e Mario Pianta, in uscita presso Manifestolibri
di * * *
di * * *
(14-10-10)
Visioni “minimaliste”
della disoccupazione1
Il Nobel
2010 per l’Economia a Diamond, Mortensen e Pissarides per i loro studi sui
mercati
caratterizzati da “frizioni” e in particolare sul problema del mancato
“incontro” tra domanda e offerta di lavoro
di Emiliano
Brancaccio
http://www.emilianobrancaccio.it/wp-content/uploads/2010/10/brancaccio-sui-nobel-2010-eep-121010.pdf
(14-10-10)
La Banca d'Italia, sui dati della disoccupazione, dà
ragione alla CGIL e torto al governo, perché vi include i lavoratori in cassa
integrazione, e sul dato delle entrate smentisce il governo.
I due ministri-sedicenti-socialisti, Tremonti e
Sacconi, gli autori della manovra finanziaria correttiva più scandalosamente
iniqua della storia repubblicana, tenaci costruttori di una campagna
paramafiosa di disinformazione, tesa a propalare dati edulcorati o falsi, si
arrabbiano.
15/10/2010 (20:46)
Bankitalia, allarme su entrate e lavoro
Il Tesoro: "Dati ansiogeni e non reali"
Il Tesoro: "Dati ansiogeni e non reali"
Palazzo Koch: disoccupazione reale all'11%, spese ed entrate sono inferiori
a quelle stimate. L'ira di Sacconi: "Dati esoterici"
BANCA D'ITALIA - Bollettino Economico n. 62, ottobre
2010
Sintesi
http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/bollec/2010/bolleco62 link sostituito da: https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/bollettino-economico/2010-0004/index.html
Bollettino
http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/bollec/2010/bolleco62/bollec62/boleco_62.pdf link sostituito da: https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/bollettino-economico/2010-0004/boleco_62.pdf
Appendice statistica
http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/bollec/2010/bolleco62/bollec62/be62_appendice.pdf link sostituito da: https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/bollettino-economico/2010-0004/be62_appendice.pdf
(15-10-10)
Contro una politica recessiva, in Italia, del ministro
dell'Economia, Giulio Tremonti, e, in Europa, del Paese leader, la Germania, ma
non per sé bensì imposta ai Paesi poco virtuosi, gli Stati Uniti continuano la
loro politica di forte sostegno alla ripresa.
16/10/2010 (8:18) - IL CASO
La Fed: finanzieremo la ripresa degli Usa
Al via l’acquisto di Tbond. Per gli analisti: un piano da 500 miliardi
Francesco Semprini
(16-10-10)
Lunga analisi economica a tutto campo di un preoccupato Eugenio Scalfari.
Ieri, nella mia e-mail di replica al noto economista Mario Deaglio, [cfr. la lettera allegata nella prima parte di questo post pubblicata ieri 28/5/2013] cui avevo
scritto criticandolo perché aveva mentito su Tremonti (“Tremonti effettivamente
non ha messo le mani nelle tasche degli italiani”, cfr. l'articolo de La Stampa
dell'11-10 che ho riportato nel '3d' “Il governo Berlusconi-Bossi-Tremonti”),
terminavo scrivendogli: “In conclusione, io non Le ho scritto perché, “per
una volta, non sono d'accordo con Lei” (né tanto meno l'ho apostrofata bugiardo
e venduto: questo lo lascio dedurre a Lei), ma perché sto facendo una piccola
battaglia personale contro l'evidente, sistematica, interessata, paramafiosa
DISINFORMAZIONE, attuata dal governo Berlusconi-Bossi-Tremonti-Sacconi, e mi
sono meravigliato e dispiaciuto nel doverLa annoverare, assieme a tanti, tra i
propalatori di dati e informazioni edulcorate o false. La crisi economica non
sarà breve e si aggraverà, perché è l'effetto del riequilibrio della
produzione, della ricchezza e del benessere a livello planetario; il suo costo
– lo attesta anche l'ultima classifica “Forbes” 2010 - viene fatto pagare solo
ai più poveri, risparmiando i ricchi, come ha fatto anche la manovra correttiva
2010: questo è un dato oggettivo, inconfutabile per qualunque persona onesta
intellettualmente. Spero, semplicemente, di vederLa, in futuro, dalla parte di
chi racconta la verità”.
L'EDITORIALE
Le promesse bugiarde del ministro senza soldi
di EUGENIO SCALFARI
17 ottobre 2010
(…). Il presidente del Consiglio pensa ai suoi problemi personali e
aziendali, il ministro dell'Economia non ritiene di tassare i ricchi per
alleviare il ceto medio. Perciò andremo a sbattere di brutto nei prossimi mesi.
Non vorrei essere anch'io ansiogeno come Draghi, mi limito come Draghi a dire
semplicemente la verità.
(17-10-10)
CRISI
Bersani scrive a Tremonti
"La riforma del fisco è urgente"
18 ottobre 2010
(…). Le proposte dei democratici. E' nella formula '20-20-20' il cuore
della riforma fiscale targata Pd, allegata alla lettera che Pier Luigi Bersani
ha inviato a Giulio Tremonti. Questi i punti principali della
piattaforma.
Irpef. Il Pd chiede la riduzione della prima aliquota dal 23 al 20 per cento; la riduzione delle aliquote intermedie per sostenere i redditi bassi e medi; una revisione delle detrazioni a vantaggio dei giovani sotto i 35 anni e degli ultra-settantacinquenni. Inoltre si propone un aumento delle detrazione e il recupero fiscal drag per i dipendenti.
Bonus figli. Si chiede l'introduzione di un "bonus per i figli" per dipendenti, parasubordinati e indipendenti.
Lavoro femminile. Proposta una consistente detrazione fiscale ad hoc per il reddito da lavoro delle donne in nuclei familiari con figli minori.
Lavoro autonomo. Si propone una tassazione del lavoro autonomo, professionale e di impresa al 20 per cento.
Utili reinvestiti. Si chiede di azzerare l'Irpef o l'Ires sulla parte di capitale re-investita in attività o impresa.
Irap. Chiesta l'eliminazione graduale dell'Irap sul costo del lavoro.
Redditi da capitale. Tassazione dei redditi di capitale al 20 per cento, esclusi i titoli di Stato
Ambiente. Il Pd chiede di spostare il carico fiscale dal lavoro alle risorse ambientali utilizzate nei processi produttivi e dai consumi nocivi ai consumi sostenibili - LOTTA ALL'EVASIONE E ALL'ELUSIONE: Per il Pd si possono recuperare 40-50 miliardi di euro l'anno, attraverso controlli a posteriori e l'innalzamento della fedeltà fiscale.
Irpef. Il Pd chiede la riduzione della prima aliquota dal 23 al 20 per cento; la riduzione delle aliquote intermedie per sostenere i redditi bassi e medi; una revisione delle detrazioni a vantaggio dei giovani sotto i 35 anni e degli ultra-settantacinquenni. Inoltre si propone un aumento delle detrazione e il recupero fiscal drag per i dipendenti.
Bonus figli. Si chiede l'introduzione di un "bonus per i figli" per dipendenti, parasubordinati e indipendenti.
Lavoro femminile. Proposta una consistente detrazione fiscale ad hoc per il reddito da lavoro delle donne in nuclei familiari con figli minori.
Lavoro autonomo. Si propone una tassazione del lavoro autonomo, professionale e di impresa al 20 per cento.
Utili reinvestiti. Si chiede di azzerare l'Irpef o l'Ires sulla parte di capitale re-investita in attività o impresa.
Irap. Chiesta l'eliminazione graduale dell'Irap sul costo del lavoro.
Redditi da capitale. Tassazione dei redditi di capitale al 20 per cento, esclusi i titoli di Stato
Ambiente. Il Pd chiede di spostare il carico fiscale dal lavoro alle risorse ambientali utilizzate nei processi produttivi e dai consumi nocivi ai consumi sostenibili - LOTTA ALL'EVASIONE E ALL'ELUSIONE: Per il Pd si possono recuperare 40-50 miliardi di euro l'anno, attraverso controlli a posteriori e l'innalzamento della fedeltà fiscale.
(18-10-10)
Le cinque autoillusioni della politica nell´era
globale
Fonte: ULRICH BECK - la Repubblica | 26 Ottobre 2010
(26-10-10)
SBILANCIAMOCI.INFO
Newsletter
n. 97 - 27 ottobre 2010
Mentre la finanza ha ripreso il suo gioco globale, fa molti passi avanti la
proposta di tassare le transazioni finanziarie. Ma il governo italiano non se
ne accorge
di Andrea Baranes
di Andrea Baranes
Concentrazione, accaparramento, speculazione. Le cause che erano alla base
della crisi alimentare del 2007 sono tuttora presenti. E non possono essere
risolte con una modernizzazione forzata
di Luca Colombo
di Luca Colombo
Il gruppo che fa capo all'imprenditore di Paternò riassume il modello
italiano di business nella sua forma più pura: scarsi rischi e alti utili,
profitti privati e perdite pubbliche. Dagli esordi immobiliari alla profonda
crisi attuale - ignorata dalla Consob dormiente - i numeri di una storia tutta
italiana
di Vincenzo Comito
di Vincenzo Comito
Se la dimensione economica esclude tutte le altre, l'idea di
"interesse generale" si perde e quest'ultimo esce di scena. Svuotando
il ruolo della politica
di Roberto Schiattarella
di Roberto Schiattarella
Un'anticipazione dal libro “L’economia come scienza sociale e politica”
(Aracne, 2010)
ISTAO – Facoltà di Economia “G. Fuà”
Associazione degli Economisti di Lingua Neolatina
Convegno in ricordo di Giorgio Fuà
“Sviluppo economico e benessere”
Crescita, benessere e compiti
dell’economia politica
Lezione Magistrale del Governatore
della Banca d’Italia
Mario Draghi
Ancona, 5 novembre 2010
Creato lo spin-off serve
l'imprenditore
In Italia il mondo accademico è in stallo, la ricerca – soprattutto quella
pubblica – langue. Ciononostante gli spin-off, che dell'uno e dell'altra
rappresentano la progenie naturale, continuano a nascere: con tutti i suoi
limiti, la ricerca che si fa in università oggi è in grado di generare un
centinaio d'imprese tecnologiche l'anno, e l'ultima fotografia scattata dalla
Scuola superiore Sant'Anna di Pisa ne ha censite 802, per un volume d'affari
che oggi tocca i 600 milioni l'anno. Dato il contesto, è bene non lamentarsi.
Ma ora, fatte le imprese, è probabilmente giunto il momento di fare anche
gli imprenditori: nel 55% dei casi, invece, chi fonda uno spin-off al momento
preferisce non abbandonare il proprio posto da professore o ricercatore. Una
scelta comprensibile, dati i chiari di luna del momento, che però genera
ambiguità, tiene lontani gli investitori e spesso priva la stessa impresa di
prospettive certe (e rapide) di crescita. Chi trova la forza di buttarsi
dovrebbe avere anche il coraggio di mettere da parte il salvagente: in fondo,
meglio correre il rischio di annegare in mare aperto che sbattere i piedi nel
bagnasciuga.
CRISI
Papa: "Dopo il G20 urge serietà globale"
E' necessario "rilanciare l'agricoltura"
E' necessario "rilanciare l'agricoltura"
Nel breve discorso che ha preceduto l'Angelus Papa
Benedetto XVI, ricordando la giornata del Ringraziamento promossa dalla Cei, ha
toccato temi attuali come la disoccupazione, gli eccessi della
"industrializzazione" e il futuro: "Adesso bisogna prendere sul
serio la crisi economica"
14 novembre 2010
SBILANCIAMOCI.INFO
Dalle energie rinnovabili alla mobilità sostenibile, dalla lotta ai
cambiamenti climatici alla fiscalità ambientale, dall'altra economia al disarmo
i leader del centro sinistra sono chiamati da Sbilanciamoci! a pronunciarsi sui
concreti impegni che intendono prendere per portare “l'ecologia al governo”.
Forum a Roma il 10 dicembre
di Giulio Marcon
di Giulio Marcon
Crisi e guerra delle valute: tutta colpa della Cina? Contestazione di
alcuni luoghi comuni sui cattivi cinesi che spendono poco e risparmiano troppo
di Alberto Bagnai
di Alberto Bagnai
E’ almeno per metà italiana la più grande impresa europea operante nel
settore dei semiconduttori, una delle punte avanzate dell’innovazione
tecnologica del nostro continente. Ma da noi quasi nessuno lo sa e nessuno se
ne cura troppo; rischiamo così di perderne del tutto il controllo a favore
degli altri soci, i francesi.
di Vincenzo Comito
di Vincenzo Comito
I numero di Sbilinfo, giunto alla centesima newsletter
di Roberta Carlini
di Roberta Carlini
In vetrina:
>> Finmeccanica in cattedra, accordo
con Gelmini di Stefano Ferrario da it.peacereporter.net
>> La crisi del capitalismo a cartoni
animati di David Harvey da www.youtube.com
>> Attenzione ai fondamentalisti
della trasparenza di John Feffer da www.ips-dc.org
>> Wikileaks: quando trapela la
notizia di Arturo Di Corinto da www.dicorinto.it
>> Clima, Cancun tra attese e
speranze di Alberto Zoratti da www.altreconomia.it
IL COMMENTO
Le esequie scomposte di un potere defunto
di EUGENIO SCALFARI
05 dicembre 2010
IL COMMENTO
Nove banche vogliono dividere l'euro in due
di EUGENIO SCALFARI
19 dicembre 2010
“(…). È vero, gli "hedge funds" sono un'ingente massa di manovra ma non
rappresentano il cervello della speculazione. Il cervello sta al vertice del
sistema bancario internazionale e vede insieme sia le grandi banche di credito sia
le grandi banche d'affari americane, inglesi, svizzere, tedesche. Le piazze
dalle quali si irradiano gli impulsi speculativi sono quelle di New York,
Londra, Parigi, Francoforte, Tokyo, Hong Kong. Il New York Times ha descritto
pochi giorni fa il funzionamento di questa "Cupola" ed ha anche
indicato le banche che la compongono: J. P. Morgan, Bank of America, Goldman
Sachs, Ubs, Credit Suisse, Barclays, Citigroup ed altre per un totale di nove.
Ma ciascuna di esse possiede una quantità di partecipazioni e diramazioni in
tutto il mondo e capitali immensi a disposizione.
In un giorno fisso della settimana i capi delle nove banche principali si riuniscono in un club riservato, esaminano gli ultimi dati sull'occupazione, sui mutui immobiliari, sulla produzione manifatturiera, sui tassi di cambio delle principali valute (dollaro, euro, yen, yuan), sugli "spread" tra i principali debiti sovrani, sulle materie prime. L'esame dura un'ora o poco più. Poi tirano le somme e decidono come muoversi sui mercati oppure non muoversi e restare in attesa”.
In un giorno fisso della settimana i capi delle nove banche principali si riuniscono in un club riservato, esaminano gli ultimi dati sull'occupazione, sui mutui immobiliari, sulla produzione manifatturiera, sui tassi di cambio delle principali valute (dollaro, euro, yen, yuan), sugli "spread" tra i principali debiti sovrani, sulle materie prime. L'esame dura un'ora o poco più. Poi tirano le somme e decidono come muoversi sui mercati oppure non muoversi e restare in attesa”.
IL
COMMENTO
Il sindacato americano padrone
di Marchionne
di
Eugenio Scalfari
02
gennaio 2011
L'EDITORIALE
La
crescita è possibile ma Tremonti non la vuole
di EUGENIO SCALFARI
06 marzo 2011
Diamond, Mortensen e Pissarides
Ecco i Nobel per l’economia
Ecco i Nobel per l’economia
IL COMMENTO
Il boomerang finale dell'Aldo longobardo
di EUGENIO SCALFARI
27 giugno 2010
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