domenica 7 giugno 2015

L’agguato dei 101 traditori del PD


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 302 del 19-04-2013 (trasmigrato da IlCannocchiale.it
L’agguato dei 101 traditori del PD


Purtroppo ciò che temevo si è verificato.

Presidente Repubblica, niente quorum per Prodi.
Bersani si dimette: "Uno su quattro ha tradito"
Pd nel marasma. Il segretario lascia. Bindi fa la stessa scelta. L'ex premier al quarto scrutinio si è fermato sotto quota 400 voti, molto lontano dai 504 necessari per l'elezione, e ha deciso di ritirarsi. Pdl e Lega non hanno partecipato all'elezione per protesta. Il M5S ha insistito su Rodotà, raccogliendo oltre 50 consensi più del previsto. Un manipolo di franchi tiratori per D'Alema
19 aprile 2013

Oggi pomeriggio, avevo postato nel blog di Marco Bracconi il seguente commento:

Romano Prodi for president!
In questa vicenda (almeno potenzialmente, poi vedremo), si sommano almeno due pericoli; il primo è l’inclinazione alla slealtà dei democratici cattolici, adusi a servire uno Stato straniero come il Vaticano, e rimasti i soli in questa prassi dopo la scomparsa dell’impero del male (comunista); il secondo è l’inclinazione inciucista dei democratici d’alemiani.
Per quanto riguarda i primi, propongo un mio commento dell’anno scorso.
Filippo Ceccarelli ha scritto sul "Venerdì" di "Repubblica" che i politici non sono né migliori, né peggiori, ma lo specchio degli Italiani. La decisione dei 15 parlamentari del PD (su quasi 300), che, anziché sostenere la candidatura a premier del segretario gentiluomo Bersani o di Renzi o di uno del loro piccolo gruppo, per veder affermate le loro tesi appoggiano quella dell'esterno Monti, come la vogliamo chiamare? tradimento? slealtà? In qualunque Paese civile credo sarebbe definita così, in Italia è accettata come normale. E' vero, l'Europa - per fortuna - ci sta costringendo su un cammino virtuoso, ed anche la terribile crisi economica almeno ha questo di buono, che ci sta dando una mano per mantenervici ed abbassare la soglia di tolleranza degli sprechi; tuttavia ancora molta strada ci aspetta dal punto di vista dell'etica dei comportamenti; secondo Max Weber, la politica non è il luogo della lealtà, ma almeno cominciamo a smetterla con gli eufemismi e chiamiamo le azioni scorrette col loro nome. O in politica devono continuare a vigere un’etica ed un vocabolario diversi?

Il galantuomo Bersani ha ora sdoganato nel PD lo stesso termine: tradimento, per i 101 che la mattina hanno approvato assieme agli altri grandi elettori ed applaudito con una standing ovation la candidatura al Colle di Romano Prodi e nel pomeriggio nel chiuso nell'urna l'hanno affossata, tradendo prima se stessi e poi il PD.

Aggiornamento:

Sandra Zampa si autosospende: "Franchi tiratori anche qui"
La portavoce di Romano Prodi si rifiuta di sedere accanto a chi lo "ha accoltellato alle spalle". Per la prodiana c'è stata una vendetta dei gruppi che fanno capo a D'Alema. "Nei giovani il futuro del Pd". Il professore: "Meglio che esca in punta di piedi, si apre nuova fase"
di SILVIA BIGNAMI
21 aprile 2013

La base del Pd invoca: "Cacciate i traditori"
Scambi di accuse sui franchi tiratori. Zampa: ce ne sono anche a Bologna e in Emilia. Monari: è la sinistra che ha  affossato Prodi. E la resa dei conti slitta a martedì
di ELEONORA CAPELLI
22 aprile 2013

Pd, Civati all'attacco: "Ora con il bis i traditori potranno fare i ministri"
Resta alta la tensione tra i democratici alla vigilia della direzione che dovrà stabilire la linea da seguire nel corso delle consultazioni con Napolitano. Sempre più insistenti le voci di fuoriuscite, ma Puppato e Marino smentiscono

Questo articolo conferma la mia ipotesi:
La vera storia dei 101 “traditori” nei giorni che bruciarono Prodi
Il ruolo di Bersani, D’Alema, Rodotà e Renzi nel no al Professore
Fabio Martini  26/1/2015

Appendice:

Se il PD non avesse avuto forza attrattiva invincibile
Supererà anche questa prova, con i correttivi del caso:
Fabrizio Barca e la rottamazione gentile del PD
Sapendo, però, che non può esistere un partito forte senza una leadership forte.

@ Beppe (20 aprile 2013 alle 12:12)
”Quello che molti-tantissimi elettori Pd hanno capito è che una buona parte dei Parlamentari Pd sono semplicemente “collusi con Silvio Berlusconi”

Non esageriamo. 101 su 496 sono tantissimi, ma sono poco più del 22%. Nella scorsa legislatura i 15 sleali parlamentari cattolici “montiani”, ora questi altri traditori, cercano di far prevalere le loro tesi alleandosi con gli avversari. Abominevole, ma sono meno di 1 su 4. Il che vuol dire: a) che oltre 3 su 4 sono leali; b) che applicando un criterio severo ma necessario i 101 traditori, che la mattina hanno approvato ed applaudito con una standing ovation la candidatura di Prodi al Colle e nel pomeriggio l’hanno affossata nel segreto dell’urna, andrebbero stanati uno per uno ed espulsi dal partito.

“Bersani non ne ha azzaccata una”

Per la prima volta non sono d’accordo con te (ma il tuo piccolo errore rivela che la tua è un’esagerazione dovuta allo sconforto). Ne ha invece azzeccate parecchie. E’ che lui è un galantuomo concreto, pochissimo incline agli arzigogoli ed alle negoziazioni, quasi negato per la comunicazione televisiva e dal carattere bonario, tutti difetti in politica; per giunta sviato - o “traviato”? - nell’ultimo periodo dal miraggio della presidenza del Consiglio.


Post e articoli collegati:

La coda di paglia del Prof. Stefano Ceccanti

L’inciucista emerito Franco Marini

La macroscopica mistificazione pro-Monti e la slealtà dei democratici ‘montiani’


PD
di Vincenzo Cerami
Il Partito Democratico mi fa venire alla mente il nostro grande giocoliere di parole Giampaolo Dossena, scomparso poche settimane fa. È autore di un famoso dizionario di giochi e incastri verbali. Per esempio definisce la parola "simbolo" un segno convenzionale per indicare in modo rapido cose di vario genere. L'origine è greca e vuol dire mettere insieme. Era un codice: si spezzava in due in modo irregolare una moneta e chi aveva una delle parti poteva farsi riconoscere mostrando come si accostasse all'altra, come combaciasse con l'altra. E a proposito delle parole, Dossena è d'accordo con chi pensa che non esiste parola che non significhi più cose. Gli stessi sinonimi non riescono ad aiutarci a precisare inequivocabilmente un significato. Gatto e micio sono sinonimi, ma il gatto è un gatto qualsiasi e il micio è un gatto al quale si vuole bene. Insomma per farsi capire perfettamente bisogna fare molta attenzione a come si parla, se no ci si fraintende. Bisogna sapere che la penicillina non è stata inventata ma è stata scoperta. L'ascia e la scure sono oggetti che hanno un uso diverso. E quanta confusione tra monache e suore, monaci e frati, monasteri e conventi. Anche tra speme e speranza c'è una differenza gerarchica, ce lo mostra questa frase di Gadda: "Furono vissuti giorni di speme, dire speranza sarebbe dir poco". Ci vuole perizia nella definizione dei significati. Le migliori condizioni per parlarsi con correttezza è di appartenere allo stesso universo lessicale. Gli economisti non confondono tasse e imposte, quando si parlano si capiscono. E i medici distinguono la colite dal mal di pancia. Quando due militanti del PD si incontrano dovrebbero tirar fuori dalla tasca la loro mezza moneta e far combaciare l'una con l'altra prima di aprire bocca.
22 February 2009


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