mercoledì 24 giugno 2015

Lucia Riina e il lapsus freudiano capovolto


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 364 del 29-08-2013 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Lucia Riina e il lapsus freudiano capovolto


Totò Riina: parla la figlia Lucia: "Onorata del mio cognome" (VIDEO)
L'Huffington Post  |  Pubblicato: 28/08/2013 13:49 CEST  |  Aggiornato: 28/08/2013 13:49 CEST


Onorata? Questo aggettivo ha tutta l'aria di un - come dire? - lapsus freudiano [1] capovolto: ascoltate le sue dichiarazioni, non tradisce il pensiero, ma lo rafforza, ne costituisce la quintessenza, il sostrato educativo fondamentale, che - si badi - per le generazioni meridionali, ed in particolare per quelle mafiose o camorriste o 'ndranghetiste, è soprattutto quello inculcato dalla madre. [2] Detto su basi empiriche ed intuitive e non di studi particolari, dal punto di vista educativo, la società meridionale, segnatamente nell'"enclave" criminale, è ancora oggi, dopo secoli, una società matriarcale.

"O. società, denominazione data alla camorra dai suoi appartenenti; estens., può indicare altre associazioni similari (es. la mafia siciliana e la ’ndrangheta calabrese)".

[2] Non è solo nelle famiglie di mafia, che è la donna che tramanda la cattiveria e l'odio. Specularmente, è la donna-madre, soprattutto, che dà l'impronta alla prole, nel bene, nelle regole. Il senso civico, la cultura civica dipendono dal padre e dalla madre, ma è la madre che crea le condizioni favorevoli o sfavorevoli. Sarebbe interesse dello Stato incentivare, attraverso la madre, il capitale sociale di una comunità come la nostra, in cui è troppo sviluppato il senso di appartenenza alla famiglia rispetto all'appartenenza alla Nazione, all'intera collettività.


Appendice

16:51 su 28/8/2013
Purtroppo la mia precedente risposta a questo tuo intervento si è persa nell'etere, ma tenevo a farti sapere che il tuo commento sul substrato culturale del pensiero della giovane Riina mi è sembrato eccellente e illuminante. Effettivamente traspare proprio questa eredità familiare e addirittura ancestrale dal discorso della ragazza, senza contare che esso probabilmente contiene messaggi rivolti a "chi sa intendere". Ho trovato soprattutto lugubre e minaccioso il riferimento alle future generazioni...

17:50 su 28/8/2013
Grazie!


Post e articolo collegati:

Questione femminile, questione meridionale, rivoluzione culturale e progetto educativo

La ferocia delle donne di Gomorra nella Scianél di Cristina Donadio
Titti Marrone
Pubblicato: 19/05/2016 08:44 CEST Aggiornato: 19/05/2016 08:44 CEST



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