I 10 errori grammaticali più
diffusi tra gli adolescenti alla maturità 2015
Ansa
22/10/2015
Ne approfitto per segnalare anch’io
quattro errori grammaticali molto diffusi tra gli adolescenti e non.
1. L'errore più diffuso tra i giornalisti (e non solo) è usare
"fila" come plurale di "fila", anziché il normale e
corretto "file" (es. "nelle fila del partito"),
confondendolo evidentemente con "fila", che è invece (anche) plurale
di "filo", in senso figurato ("tessere, reggere le fila di un
complotto").[1] Poiché coltivo
il vezzo di contrastare il radicamento di errori linguistici (si sa che appena
diventano di uso abbastanza comune, i dizionari li accolgono), ho dovuto scrivere a
parecchi giornalisti di "Repubblica" e poi a quelli di
"HP", nonché ad altri. Perfino il toscano Indro Montanelli faceva
questo errore, ma a lui non potetti scrivere poiché era già morto quando me ne
accorsi leggendo un suo libro di storia (quello sul periodo napoleonico e dei
moti risorgimentali italiani).[2]
2. Da un po' di tempo, sta prendendo piede "paventare" ( =
temere) usato anche per le cose positive! Al posto, evidentemente, di
"ventilare", "adombrare", "ipotizzare".[3]
3. Un altro errore diffusissimo è "implementare" ( = adempiere,
attivare, rendere operante) usato erroneamente (probabilmente per assonanza)
nel significato di "incrementare", "potenziare".[4] Anni fa, dovetti scrivere a
numerose Aziende di ricerca di personale, anche famose, le quali iniziavano gli
annunci immancabilmente nel seguente modo: "Al fine di implementare
l'organico di...". Eclatante fu quando il generale comandante dei soldati
italiani schierati a Nassiriya, intervistato dalla TV dopo l'attentato con un
camion bomba, che era stato favorito dalle scarse difese approntate, dichiarò
che le misure di sicurezza a difesa della base italiana sarebbero state
"implementate", senza evidentemente accorgersi che stava in realtà
dicendo che le misure di sicurezza non erano state ancora attivate.
4. Infine, il terribile "piuttosto", usato scorrettamente, anche
da persone colte, in luogo di "oppure", per indicare un'equivalenza e
non una preferenza. Per fortuna - diciamo così -, in questo caso i dizionari
resistono, poiché il significato, nei due casi, è completamente diverso.[4]
[1] Accademia della Crusca: Il filo --> i fili / le fila. Il
maschile va adoperato nel significato concreto: i fili del telefono ecc., il
femminile invece sta per ‘trama di un
ordito’ oppure nel senso metaforico di ‘intreccio’: le fila di una congiura ecc. ATTENZIONE! È sbagliato l’uso
di fila come plurale di fila ‘serie,
successione’, ad esempio nella locuzione, spesso impiegata, *serrare le fila in luogo del corretto serrare le file.
http://www.accademiadellacrusca.it/en/italian-language/language-consulting/questions-answers/plurali-doppi
http://www.accademiadellacrusca.it/en/italian-language/language-consulting/questions-answers/plurali-doppi
[2] Indro Montanelli
L'Italia giacobina e carbonara (1789-1831), Milano, Rizzoli,
1971
[3] paventare
[pa-ven-tà-re] v.tr. (pavènto ecc.)
[sogg-v-arg]
- • Temere
qlcu. o qlco.: p. il nemico; anche con arg. espresso da frase (introd. Da di oche): p. di non essere all'altezza, che
cambi la situazione
- • sec. XIV
[4] Implementazione (Da
Wikipedia, l'enciclopedia libera)
Implementare deriva dal verbo inglese to implement (traducibile con realizzare, attuare), da cui il sostantivo gergale implementation, che significa "attuazione". Il verbo, a sua volta, proviene dal sostantivo implement, che significa attrezzo, utensile.
L'etimologia del termine inglese, peraltro, deriva dal verbo latino impleo (inf. implere), ma solo nel senso di realizzare e non di colmare.
Il termine italiano sostitutivo può quindi essere, secondo il contesto:
. verbo: realizzare, mettere in opera, porre in essere, attuare, applicare;
. sostantivo: realizzazione, sviluppo, attuazione, posa in opera, utilizzo, applicazione.
http://it.wikipedia.org/wiki/Implementazione
Implementare deriva dal verbo inglese to implement (traducibile con realizzare, attuare), da cui il sostantivo gergale implementation, che significa "attuazione". Il verbo, a sua volta, proviene dal sostantivo implement, che significa attrezzo, utensile.
L'etimologia del termine inglese, peraltro, deriva dal verbo latino impleo (inf. implere), ma solo nel senso di realizzare e non di colmare.
Il termine italiano sostitutivo può quindi essere, secondo il contesto:
. verbo: realizzare, mettere in opera, porre in essere, attuare, applicare;
. sostantivo: realizzazione, sviluppo, attuazione, posa in opera, utilizzo, applicazione.
http://it.wikipedia.org/wiki/Implementazione
[5] Piuttosto
link
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