giovedì 28 maggio 2015

Italia-Francia e un editoriale indigesto


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 261 del 11-01-13 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Italia-Francia e un editoriale indigesto


10 gennaio 2013   Fortuna che c’è Hollande   Stefano Menichini
link sostituito da:

Di questo editoriale, francamente indigesto, la cosa più indigesta è la difesa indiretta dei ricchi egoisti tramite la questione Depardieu.
La Francia e l'Italia non sono comparabili, perché: a) la Francia non ha fatto in 4 anni e mezzo manovre correttive per 330 mld [1] per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, a causa dell'enorme debito pubblico e dello spread e degli obblighi imposti dall’UE e dalla BCE, [2] il cui peso è stato addossato in gran parte sulle spalle dei più deboli e non dei ricchi; b) né ha realizzato una serie di riforme delle pensioni [3] che hanno reso il sistema pensionistico italiano benchmark in UE, capaci – le ultime tre - di procurare risparmi per centinaia di miliardi nei prossimi decenni (22 - pare - solo nel 2012), anche a costo di ridurre senza reddito centinaia di migliaia di persone over 55; c) né deve apprestare ancora (come richiesto anche dalla BCE) un sistema di ammortizzatori sociali adeguati e possibilmente universali, poiché ce li ha già; d) né deve introdurre un'imposta patrimoniale ordinaria a bassa aliquota sui patrimoni oltre una certa soglia, poiché ce l'ha già. [4]
E’, per converso, vero che non dovrà in futuro, per il fiscal compact [5] (se non verrà modificato) ridurre, in ragione di un ventesimo all’anno, il debito pubblico dal 126% al 60%, ma “soltanto” partendo dal 91% circa; avendo però un target di deficit al 3% nel 2013.
Ci sono quindi molte cose da fare in Italia, ma esse – al di là delle gonfiate ad arte richieste esagerate della sinistra – saranno tutte nel segno dell’equità, della giustizia sociale e della redistribuzione del reddito. I più deboli (di cui palesemente non fa parte il direttore Menichini) hanno già dato. Ora tocca ai ricchi, gli unici peraltro ad averli ora, i soldi!

[1] Il lavoro ‘sporco’ del governo Berlusconi-Tremonti
[2] Appunto dopo le lettere della BCE al Governo e del Governo all’UE
[3] Riforme delle Pensioni: Amato, 1992; Dini, 1995; Prodi, 1997; Berlusconi/Maroni, 2004; Prodi/Damiano, 2007; Berlusconi/Sacconi, 2010; Berlusconi/Sacconi, 2011; Monti/Fornero, 2011.
[4] Dossier Imposta patrimoniale
[5] Cos'è il Fiscal Compact? Ecco le sue regole base


Post e Articoli collegati:

L’ammuina dei poveri e l’egoismo dei ricchi

Queste cose oggi affermate dal presidente dell’Eurogruppo Juncker, io le vado scrivendo da ormai quasi 3 anni, sulla base dei numeri e dei fatti, a partire dal DL 78 del 31.5.2010, la manovra correttiva più scandalosamente iniqua varata dal governo Berlusconi-Tremonti, con l’avallo sostanziale di Bonanni (CISL) e Angeletti (UIL).

Crisi: Juncker, non ricada solo sui piu' deboli. Anche ricchi paghino
10 Gennaio 2013 - 12:37
(ASCA) - Bruxelles, 10 gen - ''Non bisogna credere che sarebbe giusto avere politiche di austerita' che chiedono i piu' grandi sforzi ai piu' deboli. Vorrei che le conseguenze della crisi ricadessero sui piu' forti: questa e' solidarieta' sociale''. Lo afferma il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, in audizione in commissione Problemi economici del Parlamento europeo. ''Non dico che i miliardari debbano per forza pagare, dico che non mi va che i miliardari non paghino''.

Crisi: Juncker, serve salario minimo in tutta Eurozona
10 Gennaio 2013 - 12:06
(ASCA) - Bruxelles, 10 gen - Vanno definiti salari minimi in tutti i paesi della zona euro, e provvedere a colmare ''l'elemento carente'' dell'unione economica e monetaria, ''vale a dire la dimensione sociale''. Lo afferma il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, in audizione in commissione Problemi economici del Parlamento europeo.
''Serve un impianto chiaro e ineludibile di diritti sociali per i lavoratori, una sorta di 'zoccolo duro' dei diritti dei lavoratori'', sostiene Juncker. Occorre, piu' precisamente, rispondere ''alle rivendicazioni essenziali di salario minimo legale in tutta l'area dell'eurozona''. Altrimenti, avverte Juncker, ''rischiamo di perdere la nostra credibilita' e, per dirla alla Marx, il sostegno della classe operaia''.

Crisi: Vendola, anche Juncker e' un pericoloso estremista?
10 Gennaio 2013 - 15:16
(ASCA) - Roma, 10 gen - ''Non dire ai ''moderati nostrani'' che Juncker (Ppe) cita Marx e propone addirittura il salario minimo garantito in tutta Europa. Evidentemente e' un pericoloso estremista''. Cosi Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Liberta', commenta su twitter le parole del presidente dell'Eurogruppo ed esponente del Ppe al parlamento europeo. ''Chiediamo da tempo un reddito minimogarantito contro la solitudine di una generazione prigioniera dell'ergastolo della precarieta' e disoccupazione'', ribadisce Vendola.

Nessun commento:

Posta un commento