A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5
mesi - il mio blog Vincesko ha
totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O,
meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini
di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli
nuovi.
Post n. 217 del 13-11-2012 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Immigrazione nel
mare di Lampedusa
Quanto deve essere
grande il cimitero di Lampedusa?
Con Giusi Nicolini, Michele Cerconi, Dagmany Yiner, Stefano
Liberti, Santino Sciré e Pietro Benassi
09/11/2012
Difficile trovare una soluzione quando si scontrano due ragioni:
la insopprimibile aspirazione degli emigranti ad una vita dignitosa e il
diritto dei Paesi europei a regolamentare i flussi d'ingresso.
Occorre fare un’analisi il più possibile scevra da ideologie e
facili entusiasmi (come quelli manifestati per solito da quelli di sinistra,
spesso pronti a difendere i più deboli purché e finché essi siano a migliaia di
Km lontano dall’uscio di casa) o nette chiusure (che caratterizzano per solito
quelli di destra, sempre timorosi del diverso, dello straniero).
Il ragionamento invece dovrebbe essere impostato razionalmente
sull’esame lucido sia dello stato dell’arte, sia dei vantaggi/svantaggi. Provo
a fissare qualche punto.
1) Secondo l’ISTAT, [1] la popolazione residente straniera in Italia supera i 4,5
milioni, cioè circa il 7,5% della popolazione (in linea con la media europea,
pari al 7%);
2) gli immigrati sono il 10% degli occupati
e contribuiscono al PIL per l’11%, per un valore intorno ai 150 mld;
3) la popolazione italiana è la più vecchia
d’Europa, la cui popolazione è la più vecchia tra tutti i continenti;
4) l’Italia è un Paese economicamente in
declino, facente parte di un sub-continente - l’Europa – in declino, per
effetto di un riequilibrio planetario della produzione, della ricchezza e del
benessere, a favore soprattutto dell’Asia;
5) le imprese degli immigrati crescono di
più, resistono meglio alla crisi, falliscono di meno rispetto a quelle degli
autoctoni;
6) già ora, ma ancor più in prospettiva
futura, sia l’Italia che l’Europa hanno interesse ad accogliere gli immigrati,
che di solito sono una selezione dei più forti, linfa vitale per accrescere o
almeno mantenere il proprio livello di benessere;
7) si tratta di gestire al meglio questo
processo difficile, ineliminabile e ineludibile, senza ideologismi ma
pragmaticamente, poiché conviene a tutti, anche a noi indigeni.
[1]
ISTAT: Popolazione
residente straniera
ISTAT:
Stranieri
Aggiornamento
I LIMITI DELL’OPERAZIONE «MARE NOSTRUM»
Accogliere sì ma ragionare
di Ernesto Galli Della Loggia
18 giugno 2014
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