A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5
mesi - il mio blog Vincesko ha
totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O,
meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini
di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli
nuovi.
Post n. 251 del 19-12-2012 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
I 2.000 miliardi
che dividono i figli dai padri
15 dicembre 2012 2000
miliardi, la grande rapina dei padri Mario
Adinolfi
link sostituito
da:
Articolo
come al solito ambivalente e con qualche errore tecnico o di prospettiva.
1) In linea
generale, è vero che il debito pubblico è servito ad assicurare e mantenere ai
"padri" un benessere ed un tenore di vita superiori a quello permesso
dal reddito disponibile;
2) è anche vero
che questo ora si scarica sulle attuali generazioni (non solo figli, ma anche
padri e nonni);
3) è altresì vero,
però, che il reddito disponibile privato, accresciuto – diciamo così - dal
debito pubblico, si è trasformato in parte in patrimonio (reddito non speso e
accumulato), pari ora complessivamente, secondo la Banca d'Italia a 8.600 mld
netti, cioè oltre 4 volte il debito pubblico (forse addirittura maggiore di
oltre 1.500 mld, stante la valutazione del patrimonio immobiliare da parte dell'Agenzia
del Territorio in 6.335 mld contro 4.800 di Bankitalia, cfr. [*], nota 4), che
ora è sia dei padri sia dei nonni sia dei figli;
4) non è corretto
dire che "Su un debito da duemila
miliardi di euro ogni punto di spread affonda ulteriormente l’Italia nelle
sabbie mobili, perché sono interessi sul debito più gravosi da dover
pagare", poiché lo spread
riguarda i titoli del 2° mercato, non le nuove emissioni, che infatti, come
talvolta precisato dagli organi politici e tecnici del MEF, sono mediamente
venduti a tassi sensibilmente più bassi;
5) infine, è
sbagliato ed un po' maldestro perché oggettivamente contraddittorio con la
difesa dei giovani precari criticare in toto Vendola, fautore, come o ancor più
del PD, dell'introduzione del Reddito minimo garantito (Rmg); di una
legislazione a favore dei lavoratori precari; della copertura integrativa
pubblica di una maggiorazione del c.d. "tasso di sostituzione
pensionistico" per i lavoratori precari (che sono soprattutto giovani, ma
ormai anche non giovani). A queste misure, io aggiungo con forza un corposo
piano pluriennale di alloggi pubblici di qualità, per dare una casa ad affitto
sociale, che può fare la differenza tra la sostenibilità economica e la
povertà.
[*]
Promemoria delle misure anti-crisi”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2761788.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/promemoria-delle-misure-anti-crisi.html
[4]
Analisi quali-quantitative/5/Distribuzione della ricchezza
Secondo la Banca d’Italia, nel 2008 e nel 2009, il 10% della popolazione italiana possiede il 45% della ricchezza nazionale e “Alla fine del 2009 la ricchezza netta delle famiglie italiane cioè la somma di attività reali (abitazioni, terreni, ecc.) e di attività finanziarie (depositi, titoli, azioni, ecc.), al netto delle passività finanziarie (mutui, prestiti personali, ecc.), è stimabile in circa 8.600 miliardi di euro (Tavv. 1A e 3A)” (pag. 7); e “le attività reali (5.883 miliardi di euro; Tav. 1A) rappresentavano il 62,3 per cento della ricchezza lorda, le attività finanziarie (3.565 miliardi di euro) il 37,7 per cento e le passività finanziarie (860 miliardi di euro) circa il 9,1 per cento”. (pag. 10).
Per completezza, rilevo (v. [2], nota 1) che la Banca d’Italia valuta il patrimonio immobiliare (facente parte delle “Attività reali”) in 4.800 mld, l’Agenzia del Territorio in 6.335 mld (una differenza di ben 1.535 mld, il motivo è spiegato nella predetta nota 1).
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2563890.html oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/analisi-quali-quantitative5.html
Secondo la Banca d’Italia, nel 2008 e nel 2009, il 10% della popolazione italiana possiede il 45% della ricchezza nazionale e “Alla fine del 2009 la ricchezza netta delle famiglie italiane cioè la somma di attività reali (abitazioni, terreni, ecc.) e di attività finanziarie (depositi, titoli, azioni, ecc.), al netto delle passività finanziarie (mutui, prestiti personali, ecc.), è stimabile in circa 8.600 miliardi di euro (Tavv. 1A e 3A)” (pag. 7); e “le attività reali (5.883 miliardi di euro; Tav. 1A) rappresentavano il 62,3 per cento della ricchezza lorda, le attività finanziarie (3.565 miliardi di euro) il 37,7 per cento e le passività finanziarie (860 miliardi di euro) circa il 9,1 per cento”. (pag. 10).
Per completezza, rilevo (v. [2], nota 1) che la Banca d’Italia valuta il patrimonio immobiliare (facente parte delle “Attività reali”) in 4.800 mld, l’Agenzia del Territorio in 6.335 mld (una differenza di ben 1.535 mld, il motivo è spiegato nella predetta nota 1).
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2563890.html oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/analisi-quali-quantitative5.html
Post collegato:
AQQ21-Piccolo
Dossier Debito pubblico
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2765477.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/analisi-quali-quantitativa21-dossier.html
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