mercoledì 20 maggio 2015

Carteggio tra il Sen. Pietro Ichino e me


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 224 del 19-11-2012 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Carteggio tra il Sen. Pietro Ichino e me


Preliminarmente, a mo’ di antefatto, traggo dal mio post “Gli “ottusi” (= intelligentoni) delle Brigate Rosse” http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2741169.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/gli-ottusi-intelligentoni-delle-brigate.html  questo passo:
“Io non condivido spesso le proposte del sen. Pietro Ichino. Due anni fa, ho espresso questo giudizio critico in un mio commento ad un articolo su “Europa”:
“I Senatori Pietro Ichino, Tiziano Treu e Cesare Damiano non hanno una grossa “audience"” né a sinistra, né nel centrosinistra. Credo, anche basandomi sui commenti dei lettori dei giornali on-line, essenzialmente per due motivi: il primo, perché, quando progettano le loro belle e razionali riforme, si preoccupano di considerare tutte le variabili in gioco, ma poi, quando le traducono in articolati di legge di attuazione, per problemi di copertura finanziaria, ma anche per un fatto - come dire? - di cultura, di logica e di etica di fondo nazionale piuttosto stortignaccole e strabiche, omettono sempre una gamba del tavolo: quella di sostituire le tutele e le indennità particolari e selettive dei tanti privilegiati (tra cui quelle dei parlamentari) con quelle universali; il secondo, perché, essendo essi professori dipendenti pubblici (oltre che parlamentari), con tutte le tutele e la sicurezza connesse, sono sempre severi a pretendere dagli altri l'accettazione dei rischi legati ad un 'posto' che non può essere più solo fisso o i sacrifici – quasi sempre iniquamente distribuiti tra privilegiati e non - per l'equilibrio dei conti pubblici”.
Dopo di che, però (come ho già scritto qui un anno e mezzo fa, in occasione della stesura della Lettera di PDnetwork [3], discutendone animatamente con un intelligentone che criticava Ichino senza averne lette le proposte, ho fatto tre cose:
1. Mi sono iscritto alla newsletter di Ichino (e di Damiano) e ne seguo le iniziative; devo riconoscere che è una persona seria, leale (finora non ha mai votato contro le proposte legislative del PD), più sincera e netta di Tiziano Treu (anch'egli però legislatore pentito), che è (era) molto più incline a fare il pesce in barile.
2. Ho “bilanciato”, nel documento di 11 pagine di PDnetwork [3], la propensione del coautore (al 20%) Giuseppe A. a favore di Pietro Ichino, sia aggiungendo le altre tre proposte del PD (maggioritarie, peraltro, nel partito) e chiedendone esplicitamente il coordinamento, sia inserendo una critica esplicita al DdL Ichino, laddove (vedi nota 9) ho scritto: “Sia l'ipotesi Ichino, sia l'ipotesi recente della CGIL non hanno il carattere della universalità ed esprimono un'ottica centrata sulla figura del lavoratore occupato, con un'accumulazione nel tempo di contributi a carico delle imprese, soprattutto, e dei lavoratori; per erogare, in sostanza, sussidi di disoccupazione, la prima per un arco temporale di 4 anni, la seconda di 3 anni; anche il suggerimento del governatore Draghi e la proposta di legge della deputata Marianna Madia hanno entrambi un'ottica parziale e volano basso, disinteressandosi tutti e quattro di milioni di persone che sono forse in situazioni ancora peggiori dei precari, come ad esempio le centinaia di migliaia di OVER 45 (stimati in un milione), la più parte con famiglia a carico, rimasti disoccupati e “troppo vecchi per il lavoro, troppo giovani per la pensione”, che quasi nessuno considera”.
3. Ho avuto con lui uno scambio di e-mail (è uno dei pochi parlamentari che rispondono) e sono stato piuttosto severo sul suo modo di comunicare (ha una cattiva stampa a sinistra, talora a torto), suggerendogli – se non se la sentiva di affrontare la genesi profonda della sua effettiva o almeno percepita scarsa empatia (ho scoperto dopo che ha avuto un padre ufficiale ed egli stesso è stato ufficiale) – almeno indirettamente attraverso un corso di marketing, lavorando in particolare, con uno specialista, sulla sua voce, piuttosto querula (la voce rispecchia la parte profonda di ciascuno di noi e quindi è una spia fedele della personalità)”.

Ho deciso ora (19/11) di pubblicare sia il primo che il secondo scambio di e-mail tra il Sen. Ichino e me, perché forse può essere utile sia a lui (al quale lo trasmetterò) che a noi, che siamo soggetti e talora oggetti delle proposte e delle decisioni cui egli autorevolmente partecipa; e l’ho deciso dopo aver avuto con lui, appunto, un secondo, breve scambio di e-mail (riportate qui di seguito, nella seconda parte), sulla diatriba tra Bersani e Renzi sulla finanza, che si è concluso con un deludente per me nulla di fatto, nel senso che il senatore Ichino è venuto meno, con mia sorpresa, ad un obbligo di correttezza nei riguardi dei tanti – favorevoli o contrari – che leggono le sue newsletter ed i suoi articoli, perché secondo me ha palesemente e scientemente travisato le affermazioni di Bersani ed invece di ammetterlo, di fronte a obiezioni di un’evidenza palmare, inoppugnabili, non solo non ne ha tenuto conto nelle successive newletter, ma ha confermato il suo giudizio del tutto immotivato.
Non aggiungo nessun commento, basta leggere.

Primo scambio di e-mail:

Oggetto:
R: Newsletter Pietro Ichino - Newsletter n. 137
Data:
03/02/2011 15:13
Egr. Sen. Ichino,
mi permetto segnalarLe un refuso nella nota (1) in calce al Suo interessante secondo editoriale, sull’imposta patrimoniale: la ricchezza complessiva lorda è pari a 9.500 mld, quella netta a 8.600 mld.
Colgo l’occasione per chiederLe se ha ricevuto da RedazioneWeb la Lettera di PDnetwork alla Segreteria Nazionale ed ai Gruppi parlamentari PD.
Cordiali saluti

Oggetto:
R: Newsletter Pietro Ichino - Newsletter n. 137
Data:
03/02/2011 20:07
Grazie di questa utilissima correzione. Essendo io profano della materia, posso chiederLe a che cosa si riferisce la differenza tra ricchezza “lorda” e “netta”? Grazie anche di questa informazione!
    Pietro Ichino

Oggetto:
R: Newsletter Pietro Ichino - Newsletter n. 137
Data:
03/02/2011 21:16
Egr. Sen. Ichino,
Immaginavo fosse utile, visto che è su questo valore che si potrà calcolare il “contributo” – indispensabile - dei ricchi.
Nella terminologia aziendale, per valore “netto” dei cespiti s’intende il valore capitale (d’acquisto) al netto delle quote d’ammortamento.
Nella terminologia (finanziaria) della Banca d’Italia, per valore “netto” della ricchezza s’intende il valore “lordo” dei beni detratti i debiti.
Riporto i passi del Supplemento al Bollettino statistico “LA RICCHEZZA DELLE FAMIGLIE ITALIANE – 2009” della Banca d’Italia (di cui trova il link nella nota 2 “Ricchezza dei ricchissimi” della Lettera di PDnetwork), riguardanti la Sua domanda:
Alla fine del 2009 le attività reali (5.883 miliardi di euro; Tav. 1A) rappresentavano il 62,3 per cento della ricchezza lorda, le attività finanziarie (3.565 miliardi di euro) il 37,7 per cento e le passività finanziarie (860 miliardi di euro) circa il 9,1 per cento. Rispetto ai primi anni del decennio la quota di ricchezza lorda in attività reali è cresciuta, mentre quella detenuta in attività finanziarie ha subito una riduzione. La crescita della quota in passività finanziarie è stata lenta ma costante.
4. Le passività finanziarie
A fine 2009 le passività finanziarie delle famiglie italiane erano costituite per circa il 41 per cento da mutui per l’acquisto dell’abitazione; la quota di indebitamento per esigenze di consumo ammontava a circa il 12,5 per cento14, quella per altri usi personali al 21,4 per cento. I debiti commerciali e gli altri conti passivi15 costituivano circa il 22 per cento delle passività delle famiglie (Fig. 7; Tav. 3A)”.
Per quanto riguarda la Lettera di PDnetwork alla Segreteria Nazionale ed ai Gruppi parlamentari del PD, La prego vivamente di farmi sapere se Le è pervenuta (tramite la RedazioneWeb del PD, in allegato formato Word, con lettera di accompagnamento). Si tratta di uno sviluppo (11 pagg. complessive, incluse le 7 pagg. di note integrative-esplicative) del documento da Lei discusso – mi pare - con Giuseppe A.
Cordiali saluti

Oggetto:
Lettera di PDnetwork alla Segreteria Nazionale ed ai Gruppi parlamentari del PD
Data:
04/02/2011 01:04
Allegati:
Caro Senatore,
dalla Sua risposta, arguisco che Lei non ha ricevuto la Lettera di PDnetwork, per cui provvedo io direttamente.
Mi corre l’obbligo di precisare che, se non l’ha ricevuta, ciò è dipeso da un disservizio causato da un membro particolarmente inefficiente - anzi, quasi sempre assente - della RedazioneWeb del PD e non da altro.
Per un difetto caratteriale mio, invece, come avrà potuto già notare, ed apprezzando le sue doti di competenza, di correttezza, di franchezza e di coraggio, mi permetto di suggerirLe, essendo io un po’ esperto di comunicazione, di curare molto di più questo aspetto, accrescendo la Sua propensione all’empatia ed agendo – non scherzo - sulla voce, il che vuol dire, indirettamente, sulle propensioni caratteriali.
Cordiali saluti

Oggetto:
R: Lettera di Pdnetwork alla Segreteria Nazionale ed ai Gruppi parlamentari del PD
Data:
04/02/2011 9:37
Grazie del consiglio. Ma che cosa intende con l'espressione "agire sulla voce" e "agire sulle propensioni caratteriali"?
 p.i.

Oggetto:
R: Lettera di PDnetwork alla Segreteria Nazionale ed ai Gruppi parlamentari del PD
Data:
04/02/2011 21:23
Egr. Sen. Ichino,
sono consapevole di incamminarmi su un terreno sdrucciolevole, ma provo a risponderLe, anche per ricambiare la dovizia di informazioni delle Sue newsletter; mi scuso sia per la lunghezza (preferisco dirLe “tutto” in una volta), sia per la franchezza (è uno dei miei difetti), sia - rubandoLe un po’ il mestiere - per la didascalicità.
1. Premetto di non essere un esperto di nulla e quindi La prego di prendere con le molle ciò che ora scriverò, che è basato soltanto su poche, buone letture, sulla mia esperienza e sulla mia capacità logico-deduttiva (ma ho bisogno soprattutto di dettagli; anche semplicemente scritti, vanno bene. Il mio modello di riferimento è l’Auguste Dupin de "I delitti della via Morgue", che è stato il primo giallo della storia, scritto da Edgar Allan Poe e pubblicato nel 1841. In particolare, la ricostruzione da parte dell’investigatore – incredibile, ma vero – dei pensieri dell’amico, l‘io narrante, durante il tragitto che li porta al luogo degli omicidi. Una ricostruzione frutto di osservazione e di applicazione del metodo logico-deduttivo.
Un metodo che seguo anch’io, e che induce talvolta qualcuno a ritenere che anch’io legga il pensiero, ma ovviamente non è vero, applico soltanto l’osservazione – soprattutto dei dettagli (che gli stupidi ignorano sempre) – ed il metodo logico-deduttivo.
Nel 1998, “guidato” da Auguste Dupin – non scherzo - anch’io riuscii a scoprire l’autore di un omicidio colposo, un pirata della strada, tornato in incognito sul luogo dell’incidente, dove assieme a molti altri ero rimasto bloccato per 2 ore, in attesa del medico legale. 
http://it.wikipedia.org/wiki/I_delitti_della_Rue_Morgue ).
2. Provo ad analizzare gli elementi a disposizione. Io La conoscevo di fama, ma soltanto da pochi mesi, nell’ordine, a) ho letto, nel settembre scorso, un Suo articolo su Europa.it, in calce al quale lasciai questo commento:
da magnagrecia inviato il 25/9/2010 alle 21:17
Io sono un riformista (di sinistra), ma noto volentieri che i Senatori Pietro Ichino e Tiziano Treu non hanno una grossa "audience" né a sinistra, né nel centrosinistra. Credo, anche basandomi sui commenti dei lettori dei giornali on-line, essenzialmente per due motivi: il primo, perché, quando progettano le loro belle e razionali riforme, si preoccupano di considerare tutte le variabili in gioco, ma poi, quando le traducono in articolati di legge di attuazione, per problemi di copertura finanziaria, ma anche per un fatto – come dire? - di cultura, di logica e di etica di fondo nazionale piuttosto stortignaccole e strabiche, omettono sempre una gamba del tavolo: quella di sostituire le tutele e le indennità particolari e selettive dei tanti privilegiati (tra cui quelle dei parlamentari) con quelle universalistiche; il secondo, perché, essendo essi professori dipendenti pubblici (oltre che parlamentari), con tutte le tutele e la sicurezza connesse, sono sempre severi a pretendere dagli altri l'accettazione dei rischi legati ad un 'posto' che non può essere più solo fisso o i sacrifici – quasi sempre iniquamente distribuiti tra privilegiati e non - per l'equilibrio dei conti pubblici”;
b) stimolato dalla discussione con G. Ardizzone (ottobre) sulle proposte da presentare come PDnetwork, mi sono iscritto alla Sua newsletter, il che mi ha fatto cambiare giudizio su di Lei; c) da una delle sue newsletter, ho guardato ed ascoltato il Suo intervento alla Camera di Commercio di *; d) poi, ho visto ed ascoltato le Sue dichiarazioni ad “Annozero” (da anni non ho la tv e, su RAIweb, per tenermi aggiornato sulla politica, guardo solo “Ballarò, “Annozero” e “Lineanotte”); mi piacque la Sua "veemenza" contro Silvio B.; piacque anche a Lei manifestarla; e) Infine, questo scambio di e-mail.
3. Che cosa ne ho ricavato: a) leggendoLa ed ascoltandoLa, fui colpito - positivamente – dalla preparazione, competenza, capacità argomentativa, franchezza, coraggio; negativamente, dalla voce: insieme, strumento fondamentale di comunicazione e spia infallibile sia della personalità che dei sentimenti più riposti. Si può dire: dimmi che voce hai e ti dirò chi sei. Mi venne allora, il desiderio di scriverLe al riguardo. Purtroppo, non trovo on-line un ottimo articolo esplicativo su Repubblica Salute “Esercizi di voce”, allora allego questi link appena trovati:
http://canali.kataweb.it/salute/2010/03/31/per-la-voce-o-per-le-dita-la-terapia-si-fa-nella-spa/ soprattutto    questo: http://www.romolocalandruccio.com/Allegaticoro/Rieducazione_voce_Esercizi.pdf : b) Dallo scambio di e-mail, mi pare emerga la conferma della sua scarsa capacità comunicativa ed empatica nel rapporto diretto (non giustificata dalla modalità usata): vedi la comparazione tra i rispettivi “incipit” (il "caro" l'ho usato apposta) e chiuse; e, soprattutto (Freud docet), il dettaglio che nel Suo ultimo quesito Lei ha “omesso” la parola “empatia”, spia evidente che è su questo aspetto che dovrebbe lavorare, ancorché comprensibilmente scomodo per un giuslavorista… riformista.
4. Suggerimenti conclusivi: è un peccato che il Suo ottimo lavoro e le Sue indubbie capacità debbano scontare poi un deficit di efficacia e di – aggiungo – equità, se non altro percepita, a causa della scarsa capacità comunicativa ed empatica, ed allora: 1. poiché il Placebo di Peter recita: “Un grammo di immagine vale più di un chilo di fatti”, sarebbe utile la frequentazione sia di un breve corso di scienza della comunicazione, adattato alla natura dell'italiano medio, che in stragrande maggioranza si ferma all'apparenza e s'informa alla tv; sia di un buon corso di esercizi della voce, allargati alla struttura corporea e muscolare per sciogliere le rigidità; 2. per accrescere la capacità empatica, dovrebbe risalire alla causa determinante, che è sempre collocabile cronologicamente nell’infanzia ed al rapporto con la figura educativa prevalente (per avere qualche cenno a questo riguardo, potrebbe dare un’occhiata, fino in fondo, al mio lungo ‘post’ riportato nella nota 18 della Lettera, nel quale racconto la mia esperienza
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2580796.html ).
Cordiali saluti
PS: più tardi andrò a leggere - se c'è - la voce di Wikipedia che La riguarda.

***

Secondo scambio di e-mail:

Oggetto:
La forza dei numeri
Data:
08/10/2012 12:31
Egr. Sen. Ichino,
Dopo aver letto la Sua intervista all’Agenzia Public Policy (http://www.pietroichino.it/?p=23362 ), Le trasmetto questo mio ‘post’ (con in calce altri 'post' collegati) per invitarLa a mantenere i piedi per terra, a evitare di darsi ragione costruendo una premessa "ad hoc" ed a basare i Suoi giudizi in primo luogo sui numeri, poi sul tifo:
“La macroscopica mistificazione pro-Monti e la slealtà dei democratici ‘montiani’”  http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2756061.html
Cordialmente,

Oggetto:
Bersani e la finanza
Data:
23/10/2012 20:54
Egr. Sen. Ichino,
Ma che Le è venuto negli ultimi tempi? Mi costringe di  nuovo a scriverLe nel giro di pochi giorni.
Che Bersani, persona intelligente ed esperta, sia contro la finanza non può che essere una sciocchezza, perché allora anche Draghi, presidente della BCE ed ex governatore della Banca d’Italia, sarebbe contro la finanza:
“Tra Bersani e Renzi il gioco si fa duro” http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2758539.html
Premessa
Il gioco si fa duro, ecco la cronologia dei fatti:
1. Su L’Unità del 16 ottobre scorso, Michele Prospero ha scritto “Il termine stesso di rottamazione ha una ascendenza fascistoide” (link in “Il probabile effetto-valanga della ‘rottamazione’ renziana”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2758409.html  ).
2. Renzi ha reagito duramente. Qui la replica del direttore de L’Unità, Claudio Sardo (che ricostruisce la vicenda): "Renzi vuol chiudere l'Unità, la difesa di Claudio Sardo" 20 ottobre 2012
http://www.unita.it/italia/matteo-renzi-contro-l-unita-br-in-difesa-del-nostro-giornale-1.457202
3. Poi, Renzi ha partecipato ad una cena elettorale per le primarie, ospite di un finanziere gestore di una società finanziaria con sede alle Isole Cayman, uno dei tanti paradisi fiscali.
4. Bersani, per questo, lo ha attaccato ripetutamente. I sostenitori di Bersani e di Renzi si sono schierati con l’uno o con l’altro. [*]
[*] Vedi, tra gli altri, su Repubblica, “Fascisti e rottamatori”
http://bracconi.blogautore.repubblica.it/2012/10/21/fascisti-e-rottamatori/ .
Prima parte
L’attuale, terribile crisi economica è scoppiata a causa delle disfunzioni della finanza. I finanzieri basati nei paradisi fiscali manovrano i cosiddetti capitali-ombra, [1] tra i principali responsabili dell’ingovernabilità dell’attuale crisi; [2] anche il presidente della BCE, Mario Draghi, ex presidente del FSB, [3] ed ex governatore della Banca d’Italia, il quale, dopo lo scoppio della crisi alla fine del 2007, ebbe l’incarico di definire le proposte di regolazione dei mercati finanziari, ha rammentato e chiesto che i predetti capitali-ombra, enormi, vengano controllati. (v. [1], nota 3). [...]
Cordialmente,

Oggetto:
R: Bersani e la finanza
Data:
23/10/2012 21:52
Grazie dell'interessante messaggio!
p.i.

Oggetto:
Finanza malata
Data:
03/11/2012 01:20
Egr. Sen. Ichino,
Mi fa piacere che Lei abbia trovato interessante il mio ‘post’ e La ringrazio. Chissà, forse può trovare interessante anche questo: “Carteggio tra il Prof. Massimo Arcangeli e me sulla capacità comunicativa di Pierluigi Bersani” http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2759360.html .
Tuttavia, dopo aver letto, nella Sua newsletter n. 221,
ANCORA SULLA "FINANZA CATTIVA": PERCHÉ DICO CHE BERSANI HA SBAGLIATO
Alla bella e pacata lettera di un lettore in difesa dell'invettiva lanciata dal nostro segretario nazionale, rispondoaltrettanto pacatamente: la lotta politica non giustifica che si insultino delle terze persone perbene, solo per colpire l'avversario. Sul tema vedi anche le interessanti osservazioni di Leonardo Padovan (nello stesso post). Lo scambio nasce dalla mia dichiarazione che il Foglio ha pubblicato il 20 ottobre scorso.
che francamente considero errate, immotivate e fuorvianti, ritengo opportuno inviarLe questo mio nuovo ‘post’ (per la cui elaborazione ho perso un po’ di tempo perciò glielo invio soltanto adesso e me ne scuso), e Le chiedo di tenerne conto nella Sua preziosa – di solito corretta, ma purtroppo non in questo caso - opera di informazione e divulgazione:
La globalizzazione non è un gioco equo  http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2760049.html
Dal lungo ‘post’ stralcio la parte che più è idonea a fare da replica al Suo reiterato, immotivato commento ed a quello parziale, capzioso e perciò fuorviante di Leonardo Padovan (dopo aver aggiunto, e gliele riferisco con beneficio d’inventario, che a) dal Fatto Q., ho appreso che le Isole Cayman non fanno più parte della lista dei cosiddetti paradisi fiscali; e b) da L’Unità, che le imposte pagate in GB dai «resident not domiciliated» su attività basate all’estero sono molto più basse del 53%; Serra dichiara di pagare le imposte inglesi normali, ma occorrerebbe vedere se su tutti i suoi redditi):
Misure regolatrici anticrisi
Ha ragione chi dice che questo non è proprio il momento per ridurre il debito e continuare, alimentando una spirale perversa, con le misure correttive recessive, ma purtroppo il gioco di tutti gli organismi (UE, BCE, FMI, Società di rating, Governo), v. ad esempio “Lettera al Vice Presidente UE Olli Rehn” http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2697319.html, si salda con i desiderata dei ricchi potenti, egoisti, avidi e spietati per fregare il popolo bue (e pure quello intelligente). Bisognerebbe dare l’assalto alla Bastiglia. Oppure farlo metaforicamente, mettendo mano finalmente, assieme agli altri Paesi UE e agli Usa, alla riforma delle leggi che regolano la finanza, in particolare quella malata. Ma bisognerà smettere la nostra abitudine all’ammuina e pungolarne e sostenerne l’azione, poiché è qui il nodo da sciogliere, la criticità che ha messo in crisi il sistema. Le misure da prendere ormai sono note e si basano sulla semplice ma terribile costatazione che il potere di poche grandi banche (in totale nove) è sovraordinato al potere politico. Due anni fa, Eugenio Scalfari, in un suo editoriale domenicale, ne ha parlato con toni preoccupati, desumendone la notizia dal New York Times. [*]
 (nei “principali parametri di macroscenario”; vedi anche la nota 3), ho scritto che le transazioni finanziarie pare assommino a 4 mila miliardi al giorno. Chomsky evidenzia che uno dei principali problemi della nostra epoca è la globalizzazione dei capitali, ma non del potere politico.
[*]Nel suo editoriale del 19 dicembre 2010, “Nove banche vogliono dividere l'euro in due”, Eugenio Scalfari, citando il New York Times, ha scritto:
“(…). È vero, gli "hedge funds" sono un'ingente massa di manovra ma non rappresentano il cervello della speculazione. Il cervello sta al vertice del sistema bancario internazionale e vede insieme sia le grandi banche di credito sia le grandi banche d'affari americane, inglesi, svizzere, tedesche. Il “New York Times” ha descritto pochi giorni fa il funzionamento di questa <b>"Cupola"</b> ed ha anche indicato le banche che la compongono: J. P. Morgan, Bank of America, Goldman Sachs, Ubs, Credit Suisse, Barclays, Citigroup ed altre per un totale di nove. Ma ciascuna di esse possiede una quantità di partecipazioni e diramazioni in tutto il mondo e capitali immensi a disposizione.
In un giorno fisso della settimana i capi delle nove banche principali si riuniscono in un club riservato, esaminano gli ultimi dati sull'occupazione, sui mutui immobiliari, sulla produzione manifatturiera, sui tassi di cambio delle principali valute (dollaro, euro, yen, yuan), sugli "spread" tra i principali debiti sovrani, sulle materie prime. L'esame dura un'ora o poco più. Poi tirano le somme e decidono come muoversi sui mercati oppure non muoversi e restare in attesa”.
Sono esattamente le stesse banche che fanno parte del ristretto numero di istituti finanziari (in totale 20 specialisti in titoli di Stato) che hanno la licenza per acquistare, alle aste del mercato primario, i nostri titoli di Stato, che poi vendono sul mercato secondario, determinando assieme agli acquirenti lo spread (cfr, I facitori dello spread http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2748019.html ).
In questo post “Tra Bersani e Renzi il gioco si fa duro” http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2758539.html, ho riepilogato la situazione e indicato i provvedimenti da prendere:
L’attuale, terribile crisi economica è scoppiata a causa delle disfunzioni della finanza. I finanzieri basati nei paradisi fiscali manovrano i cosiddetti capitali-ombra, [1] tra i principali responsabili dell’ingovernabilità dell’attuale crisi; [2] anche il presidente della BCE, Mario Draghi, ex presidente del FSB, [3] ed ex governatore della Banca d’Italia, il quale, dopo lo scoppio della crisi alla fine del 2007, ebbe l’incarico di definire le proposte di regolazione dei mercati finanziari, ha rammentato e chiesto che i predetti capitali-ombra, enormi, vengano controllati. (v. [1], nota 3).
I soldi servono alle campagne elettorali di tutti i candidati, molti soldi, ma possono diventare anche la farina del diavolo, che come si sa finisce in crusca.
Anche Obama fu finanziato la volta scorsa dalle grandi banche USA, e ne fu inevitabilmente condizionato, in termini di scelte e di immagine. Ora è un bene ed un fatto di chiarezza che quelle stesse grandi banche appoggino Mitt Romney.
La mia (e di tantissimi altri) critica a Obama è che non ha cambiato finora le leggi, ad esempio (a) ripristinando, com’è stato per 70 anni dopo la crisi del 1929, la separazione tra banche commerciali e banche d’investimento (divieto peraltro tolto nel 1999 sotto la presidenza del democratico Clinton!); [4] (b) controllando i capitali-ombra (come chiesto, appunto, anche dal governatore Draghi), (v. [1], nota 3); (c) disciplinando i derivati e (d) vietandoli – assieme alle vendite allo scoperto – per i prodotti alimentari; (e) regolando le vendite allo scoperto sui titoli pubblici, (v. [1], nota 4); ed infine (f)  introducendo la TTF. (v. [1], nota 5). Spero lo potrà fare – se non lui, l’uomo più potente del mondo, chi? - se vincerà senza il condizionamento dei finanziamenti delle grandi banche, sulla base dei dati e dei fatti le vere padrone del mondo. [2]
Ma lo stesso ovviamente vale per l'Europa e soprattutto per la Germania, la cui cancelliera Merkel ha mantenuto finora (e solo recentemente) soltanto la promessa sull'introduzione della TTF. [5]
Cordialmente,
Ps: Mi corre l’obbligo di informarLa che probabilmente riporterò questo nostro scambio di e-mail nel mio blog.

Oggetto:
R: Finanza malata
Data:
03/11/2012 10:47
Grazie di tutto questo materiale, che leggerò con grande attenzione e interesse, pur nel dissenso su qualche punto.
    p.i.

p.s. Serra è (non solo domiciliato ma anche) residente a Londra: paga dunque nel Regno Unito le imposte su tutti i propri redditi.

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