A
causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000
visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi
pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio,
alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 234 del 26-11-2012 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Le proposte del
Partito Democratico/8 - Cultura
LE
PROPOSTE DEL PARTITO DEMOCRATICO/8
Cultura
L’Italia deve tornare ad essere una fabbrica di
cultura, rafforzando l’identità nazionale, la sua autorevolezza e
riconoscibilità; per costruire e cementare nuove funzioni di cittadinanza,
pluralismo, partecipazione; per riattivare crescita economica ed occupazione.
La promozione della cultura come bene pubblico.
La dimensione pubblica (i luoghi, le istituzioni, le
funzioni), piuttosto che un male necessario, deve promuovere e favorire la
cultura come bene a cui tutti hanno diritto, interpretando così i principi
costituzionali. Principi che non contraddicono criteri di economicità nella
conservazione, gestione e promozione dei beni; e che non misurano il valore, il
senso e l’esperienza culturale esclusivamente in termini di incassi, biglietti
staccati, copie vendute. Si torni a riconoscere il valore educativo, formativo
e creativo della risorsa culturale, la qualificazione del territorio e il
capitale sociale che grazie ad essa si costituisce, il nodo di relazioni
sociali che consente di creare.
Incentivi fiscali e politiche industriali per la
produzione culturale.
Perché ciò sia possibile occorrono investimenti e
riforme. In particolare, vanno estesi gli incentivi fiscali che tanti benefici
hanno prodotto nel settore cinematografico, anche per le casse dello Stato. Il
nostro Paese deve essere un luogo adatto alla produzione culturale e non solo
un mercato di distribuzione. Il governo deve prevedere politiche industriali
che stimolino lo sviluppo della produzione culturale, favorendo l’innovazione e
la sperimentazione.
Professionalità, diritti, tutele: vogliamo vere
riforme.
L’operatore del settore deve finalmente essere
considerato a tutti gli effetti un lavoratore, vedendo riconosciute
professionalità, diritti e tutele. L’intero sistema della cultura ha bisogno di
riforme vere, in grado di rendere funzionali gli strumenti di governo ormai
invecchiati e di interpretare in modo razionale la sfida del federalismo,
superando la ormai logora contrapposizione tra centralismo e decentramento.
Vogliamo riforme che riguardino il sistema di tutela, ma anche il cinema e lo
spettacolo dal vivo. Riforme che ridiano una prospettiva a questo settore. La
promozione della cultura come bene pubblico, per la riqualificazione del
territorio e lo sviluppo di nuove relazioni sociali. Riforme per la tutela dei
diritti e delle professionalità e che spazzino via la retorica populista del
governo, fondata sulla consolidata equazione: Cultura=Inefficienza=Spreco=
Inutilità=Privilegio, per affermare invece nella prossima agenda di governo il
binomio: Cultura=Innovazione per la Crescita quale perno di un nuovo Patto
sociale.
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La promozione della cultura come bene pubblico, per la
riqualificazione del territorio e lo sviluppo di nuove relazioni sociali.
Riforme per la tutela dei diritti e delle professionalità
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Cultura (da
Wikipedia)
Definizione
Il concetto
moderno di cultura può essere inteso come quel bagaglio di conoscenze acquisite
ritenute fondamentali e che vengono trasmesse di generazione in generazione.
Tuttavia il termine cultura nella lingua italiana denota due significati principali
sostanzialmente diversi:
- Una concezione umanistica o
classica presenta la cultura come la formazione individuale, un'attività
che consente di "coltivare" l'animo umano; in tale accezione
essa assume una valenza quantitativa, per la quale una persona può essere
più o meno colta.
- Una concezione antropologica
o moderna presenta la cultura come il variegato insieme dei costumi, delle credenze, degli atteggiamenti, dei valori, degli ideali e delle abitudini
delle diverse popolazioni o società del mondo. Concerne sia l'individuo sia le collettività di cui egli fa parte. In questo
senso il concetto è ovviamente declinabile al plurale, presupponendo
l'esistenza di diverse culture, e tipicamente viene supposta l'esistenza
di una cultura per ogni gruppo etnico o raggruppamento sociale
significativo, e l'appartenenza a tali gruppi sociali è strettamente
connessa alla condivisione di un'identità culturale.
- Una concezione di senso comune, ma anche epistemologica vede la cultura in luogo non
esclusivo ma tipico, l'insieme delle conoscenze o dei "saperi" sulle scienze, sulle arti, e sulle tradizioni, nonché sugli avvenimenti storici, ma anche sui fenomeni sociologici e orientamenti filosofici delle diverse popolazioni o società a livello planetario. Concerne
sia l'individuo che la collettività cui egli appartiene. Il termine è
applicabile a livello universale e multietnico, suol dirsi che vi sono
molteplici culture, e normalmente si ritiene egualmente
"importante" la cultura di ogni gruppo etnico o raggruppamento sociale
significativo. Far parte di tali etnie sociali o aree geografiche
presuppone la relativa connotazione e quindi "l'identità culturale".
Ministero per i beni e le
attività culturali
Riporto
un ‘post’ pertinente di Repubblica/Amato ed un mio commento:
Eppure la lirica può anche far crescere il Pil…
Molti
teatri di prosa sono in grave crisi e qualcuno ha anche chiuso, i teatri lirici
sono in grave difficoltà (e il ripristino del Fus è solo una boccata
d’ossigeno) alcuni tra i principali siti archeologici italiani (a cominciare da
quello di Pompei, come ricorda un lettore, in un commento al post precedente)
cadono letteralmente a pezzi. Eppure, l’eredità che ci hanno consegnato dal
passato non è certo da buttare. E la lirica in particolare,
adeguatamente valorizzata, produce Pil, fino al 2,1% in più. A provarlo è la
ricerca di tre economisti tedeschi, Oliver Falck (Ifo), Michael Fritsch
(Università di Jena) e Stephan Heblich (Max Planck Institute of Economics),
pubblicata dall´Ifo (Institute for Economic Research) di Monaco, con il titolo “The Phantom of the Opera: Cultural Amenities, Human Capital, and
Regional Economic Growth” (Il Fantasma dell’Opera: intrattenimento culturale, capitale
umano, e crescita economica regionale).
Esaminando
le zone limitrofe a 29 teatri lirici tedeschi, alcuni dei quali costruiti in
grandi città come Dresda e Monaco, ed altri in centri più piccoli, in un arco
di tempo che precede la Rivoluzione Industriale, dal 1600 ai primi anni del
1800, i tre economisti hanno notato una maggiore concentrazione di artisti,
accertata attraverso i dati delle statistiche sociali nell’arco di sei anni,
tra il 1998 e il 2004. La presenza di artisti si traduce in una maggiore
quantità di attività culturali, e in generale in una migliore vivibilità della
zona. Di conseguenza nella zona si riscontra (dato verificato sempre attraverso
le statistiche sulle assicurazioni sociali) una maggiore presenza di persone
laureate o con titoli di studio superiori alla laurea: a parità di condizioni
lavorative, le persone altamente qualificate preferiscono vivere in una zona
con una maggiore e migliore offerta culturale.
Le
persone che lo studio tedesco definisce “high-human capital individuals” sono
lo 0,3% in più nelle 29 aree considerate, rispetto alle aree con
caratteristiche analoghe, prive però di teatri dell’opera. La maggiore presenza
di persone colte e con titoli di studio universitari o post universitari ha un impatto
positivo sull’economia della zona, e si traduce in una maggiore crescita del
Pil pro capite che va dall’1 al 2,1% annuo.
Conclusione
discutibile? L’aumento del Pil pro capite è un dato di fatto, sottolineano i
tre economisti, che escludono che tale differenza sia dovuta ad altri fattori.
Ecco perché, concludono, i governi dovrebbero pensarci due volte prima di
tagliare le spese per la cultura. Per valutare fino in fondo però lo studio, è
bene dare un’occhiata alle statistiche sulla lirica pubblicate da www.operabase.com. dalle quali emerge, per esempio, che
la Germania è il primo Paese per rappresentazioni liriche: nella stagione
2009/2010 ne ha date in scena 7892, contro le 1935 degli Stati Uniti e le 1206
dell’Italia, al quinto posto. Nella classifica delle 100 città più ‘liriche’
del mondo, 47 sono tedesche. Ecco perchè in un Paese come la Germania, è
normale che la lirica crei benessere.
Leggendo
questo bel ‘post’, mi è venuta in mente la teoria di Richard Florida delle 3T,
cioè tecnologia, talento e tolleranza, “le
quali devono essere sempre associate per garantire lo sviluppo, che a sua volta
non dipende dal basso costo del lavoro o dalla capacità di attrarre le aziende,
ma dalla capacità di attrarre i creativi” (“3T: la chiave della competizione mondiale” [1]).
D’altronde, quartieri
degradati di grandi città hanno potuto rigenerarsi proprio attraverso la scelta
di convertirsi in o almeno ospitare attività culturali e creative, le quali evidentemente forniscono i propellenti giusti: tolleranza -- > apertura al nuovo -- >
contaminazione -- > ibridazione -- > talento geniale (“Non avvi genio
sine ibridatione”, Guicciardini, citato anche da Machiavelli nel “Principe”) -- > spirito
positivo e vitale, la precondizione di qualunque progetto di sviluppo.
[1] http://www.fondimpresa.it/Comunicazione/Zero30_Archivio/numero_12_di_Zero30/info-1231107220.html
Restauro Colosseo, dall’Authority il via libera a Della Valle
10/02/2012
17:09
A norma il contratto da 25 milioni di euro del Gruppo Tod’s per
il restauro dell’Anfiteatro Flavio
La RAI,
la principale azienda culturale italiana.
La Rai? Mal gestita, asservita alla
politica e iperburocratica
10/02/2012 12:10
Il quadro presentato dalla ricerca “Rai: quale futuro”. Nessuna
privatizzazione nel futuro della tv pubblica, ma la gestione deve iniziare a
essere efficiente. La riforma secondo Upa
Borsa Italiana
Rai: Sassoli
(Upa), riforma ideale con conferimento a Fondazione
February 09, 2012
Di seguito, 3 articoli
complementari presi dal sito InGenere, che hanno grosse implicazioni di ordine
culturale (cfr. anche la nota 18 della Lettera di PDnetwork).
InGenere
I "motivi di famiglia" delle ragazze Neet
di Francesco
Pastore, Simona
Tenaglia
09/02/2012
09/02/2012
Le donne
all'interno del mondo "Neet", ossia del gruppo - notevole in Italia -
di giovani che non lavorano né studiano: quante sono, dove sono, e perché non
cercano lavoro né formazione? I dati di una ricerca lombarda mostrano che ai
fattori economici si aggiunge il peso di retaggi culturali. Soprattutto quando
arrivano i bambini
Il lavoro femminile
ai tempi della crisi
di Gina
Pavone
09/02/2012
09/02/2012
L'occupazione
femminile è in diminuzione, anche se ha tenuto meglio di quella maschile. La
differenza sembra essere determinata da un aumento dei lavori femminili meno
qualificati e sottopagati. E' uno dei dati che sono emersi dagli Stati generali
del lavoro delle donne in Italia (Cnel)
Un nuovo contratto
sociale. Tra i sessi
di Manuela
Naldini, Chiara
Saraceno
07/02/2012
07/02/2012
La conciliazione
non ha funzionato perché ne è stata fatta una questione solo femminile, senza
mettere in discussione la distribuzione dei compiti tra i generi. E senza
considerare l'invecchiamento della popolazione. Ne parla il libro
"Conciliare famiglia e lavoro", di cui pubblichiamo l'introduzione
“Agenda europea per la
cultura in un mondo in via di globalizzazione”
La
Commissione propone una nuova agenda europea per la cultura, che tenta di
rispondere alle sfide della globalizzazione. Questa nuova strategia è destinata
ad intensificare la cooperazione culturale nell'Unione europea (UE)
focalizzandosi su una serie di proposte concrete al fine di realizzare un
insieme di obiettivi comuni.
Il
programma “Europa creativa” prevede lo stanziamento di 1,8 miliardi per il
periodo 2014-2020: un aumento di budget consistente, +37% rispetto al settennio
precedente.
In tempo di
crisi, non tagli ma più risorse. Anche dall'Europa
Silvia Costa
link sostituito da:
Post precedenti:
Le proposte del
Partito Democratico/1 - Lavoro
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2760256.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/le-proposte-del-partito-democratico1.html
Le proposte del
Partito Democratico/2 – Famiglia e Politiche sociali
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2760566.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/le-proposte-del-partito-democratico2.html
Le Proposte del
Partito Democratico/3 - Fisco
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2760711.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/le-proposte-del-partito-democratico3.html
Le proposte del
Partito Democratico/4 - Scuola
Le proposte del
Partito Democratico/5 - Giustizia
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2762322.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/le-proposte-del-partito-democratico5.html
Le proposte del Partito
Democratico/6 - Salute
Le proposte del
Partito Democratico/7 - Immigrazione
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