sabato 23 maggio 2015

Le proposte del Partito Democratico/7 - Immigrazione


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 233 del 25-11-2012 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Le proposte del Partito Democratico/7 - Immigrazione


LE PROPOSTE DEL PARTITO DEMOCRATICO/7

Immigrazione

Estendiamo gli accordi bilaterali.
Gli accordi bilaterali avviati dai governi di centrosinistra (il 90% di quelli esistenti) hanno dimostrato di essere la strada piu` efficace per governare l’immigrazione. La Lega e il centrodestra ripetono “aiutiamoli a casa loro”, ma il governo Berlusconi ha ridotto le risorse per la cooperazione. Risultato: un fallimento. Bisogna invece estendere quegli accordi e rendere operative le intese che prevedano l’impegno reciproco per il contrasto all’immigrazione clandestina - terreno su cui l’Italia deve migliorare e non recedere - e l’ingresso di quote regolari tra mercati del lavoro nazionali, mercato unico europeo, area Schengen, all’interno di una politica estera di pace e cooperazione. La dimensione puramente nazionale non e` sufficiente a governare un fenomeno che e` per sua natura sovranazionale. L’Unione europea e` impegnata da tempo nella definizione di accordi bilaterali in materia di immigrazione con i Paesi terzi di origine e transito dei flussi migratori. Occorre incrociare questo sforzo con la dimensione nazionale.

Chi nasce e cresce in Italia è italiano.
Sono 864.000 i figli degli immigrati che vivono in Italia, nel 1992 erano 50.000: in queste cifre e` scritto il cambiamento che l’Italia ha vissuto nell’arco di 20 anni. Questi bambini e ragazzi crescono con i nostri figli, frequentano le nostre scuole, i nostri centri sportivi, le nostre piazze e le nostre discoteche. Sono italiani di fatto, ma stranieri per la legge perche´ la nostra legge sulla cittadinanza obbliga a risiedere in modo continuativo per 18 anni nel nostro Paese prima di poter rivolgere la domanda per ottenerla. In nessuno stato europeo esiste una legge cosi` ostile nei confronti dei minori. Bisogna preparare questi figli dell’immigrazione a essere membri della nostra comunita` con relativi diritti, ma anche doveri. Per questo bisogna modificare la legge in vigore sulla cittadinanza e prevedere che i figli di genitori stranieri, da alcuni anni residenti nel nostro Paese, che nascono in Italia o che arrivano bambini in Italia, al momento della nascita o quando concludono il primo ciclo scolastico, possano essere riconosciuti come cittadini italiani.

A scuola, per imparare l’italiano.
Gli alunni figli di immigrati sono il 7 per cento della popolazione scolastica. Prezioso e`, in tutto questo, il lavoro silenzioso degli insegnanti che fanno della scuola pubblica italiana una formidabile fucina della convivenza. Siamo impegnati a sostenere questo carattere inclusivo, pubblico e universalistico della scuola e a contrastare le gravi politiche del governo. Il primo passo resta l’apprendimento della lingua e della cultura italiana per i bambini e per gli adulti. Per questi ultimi proponiamo un programma nazionale della scuola pubblica in sinergia con il volontariato, le associazioni e le imprese.

La residenza europea.
Dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea potrebbe scaturire una Carta europea dei diritti dei migranti che attribuisca ai migranti quelli che la Carta riconosce come diritti della persona. Si potrebbe inoltre estendere ai migranti lungo-residenti la cittadinanza di residenza e consentire loro forme adeguate di partecipazione politica a livello locale in tutta l’Unione europea.

Chiudere la fabbrica della clandestinita`
Con il lavoro legale e l’integrazione sui territori. Dobbiamo promuovere un patto per la dignita` e la legalita` del lavoro che combatta lo sfruttamento, il lavoro sommerso e irregolare che colpisce gli italiani e gli immigrati.

I punti della nostra piattaforma
·         Utilizzare tutti gli strumenti gia` disponibili per l’emersione del lavoro irregolare;
·         prevedere l’introduzione nel nostro ordinamento del reato di grave sfruttamento del lavoro (caporalato), aggravato quando interessa minori e migranti clandestini;
·         estendere ai lavoratori immigrati gli ammortizzatori sociali previsti per i lavoratori italiani;
·         ridurre i tempi per il rilascio ed il rinnovo dei permessi di soggiorno;
·         adottare forme di regolarizzazione ad personam per evitare il formarsi di cicliche “bolle” di irregolarita` che poi comportano il ricorso alle periodiche sanatorie. Tali regolarizzazioni dovrebbero essere attuate sulla base di specifici requisiti: il lavoro, la casa, il rispetto delle leggi, la buona integrazione. Potrebbe riguardare coloro che contribuiscono all’individuazione di fattispecie criminali legate all’immigrazione; per coloro che compiono atti di rilevanza umanitaria e sociale;
·         riattivare le quote dell’ingresso regolare e semplificare le procedure;
·         applicare l’articolo 18 del decreto legislativo 286/98 che prevede un permesso di soggiorno umanitario per le persone che denunciano i propri sfruttatori;
·         applicare la direttiva del 18 giugno 2009 che impegna gli Stati membri dell’Unione europea a sanzioni e provvedimenti nei confronti dei datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno e` irregolare;
·         incentivare il rimpatrio volontario degli irregolari sulla base di quanto previsto dalla direttiva europea 2008/115/ EC;
·         prevedere l’inserimento dei rifugiati e delle persone vittime di tratta tra le categorie svantaggiate che possono essere inserite nella cooperazione sociale attraverso la modifica della relativa legge 382/91;
·         ingresso per ricerca di lavoro sponsorizzata e garantita da istituzioni e organizzazioni certificate (sindacati, associazioni di imprenditori, istituzioni pubbliche);
·         ingresso per ricerca di lavoro su domanda dei singoli, dietro prestazioni di garanzia da parte del richiedente entro tetti numerici prefissati;
·         la conversione del permesso di soggiorno ad altro titolo in permesso di soggiorno per lavoro, in presenza di determinate condizioni l’ingresso di persone con profili professionali di alta qualita` che apportino particolari contributi alle conoscenze scientifiche e tecnologiche, o alla qualita` anche artistica della produzione, o che esercitino attivita` di riconoscimento e particolare valore sociale.

Votare per partecipare.
Il diritto di voto amministrativo per gli immigrati rientra dentro il processo di “manutenzione” della democrazia. La partecipazione politica in forme uguali agli italiani, facilita la collaborazione e la ricerca di interessi comuni, favorisce l’apprendimento di regole e pratiche democratiche, incentiva l’integrazione politica e abbassa i rischi di conflitto interetnico e di corporativismo.

Moschee e burka: no al volto coperto.
La Costituzione italiana prevede la liberta` religiosa e il suo esercizio quale diritto umano fondamentale. Attraverso lo strumento delle intese tra Stato italiano e confessioni religiose, l’esercizio di questo diritto e` riconosciuto e praticato nel nostro Paese. Proprio per questo non si puo` continuare ad eludere la questione dell’esercizio della religione musulmana, la seconda religione d’Italia. E` inoltre essenziale che il governo solleciti le molte comunita` musulmane a costruire tra loro un punto di sintesi per definire finalmente l’Intesa tra lo Stato e questa religione.

I respingimenti: legge e diritti.
Il diritto di richiedere asilo e il diritto di non essere respinti verso un Paese dove si corra il rischio di morte o di subire trattamenti disumani e degradanti, sono sanciti dalla Convenzione di Ginevra e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Gli intercettamenti in mare e i rimpatri sono leciti solo nel pieno rispetto dei diritti umani a partire dal diritto del migrante intercettato di avanzare domanda di asilo e di protezione umanitaria.

Ci sono punti irrinunciabili per garantire il rispetto della convenzione di Ginevra:
·         nel caso di riaccompagnamento o respingimento al Paese d’origine/transito, al migrante deve essere garantito il diritto di rivolgere domanda di asilo per il tramite dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). Le domande devono essere esaminate con le garanzie giuridiche prescritte e in tempi ragionevoli. Queste condizioni oggi non esistono;
·         deve esserci accordo tra il Paese di destinazione degli intercettati/riaccompagnati, il Paese che opera l’intercettazione e gli altri Paesi europei sui criteri per l’insediamento di coloro la cui domanda di asilo e` stata accolta. Ricordiamo che un criterio proporzionale (il PIL di ogni Paese, per esempio) di ridistribuzione dei richiedenti asilo tra i 27 Paesi europei, addosserebbe all’Italia un numero di ospiti maggiore dell’attuale.

Rom.
Dalle persone rom bisogna esigere il rispetto delle regole. Al contempo offrire loro le opportunita` di inserimento nella societa`. A partire dall’obbligo scolastico dei bambini e dal superamento dei campi rom, dannosi sia per loro che per i cittadini italiani. Esistono nel nostro Paese molte esperienze positive di integrazione. L’Unione europea ha messo a disposizione da anni risorse per l’integrazione della comunita` rom, che il governo italiano non ha usato.

Pd, partito della convivenza tra italiani e migranti.
I circoli del PD possono e devono diventare protagonisti della civile convivenza attraverso un lavoro sul territorio che coinvolga i cittadini italiani e gli immigrati delle donne. Possono e devono favorire l’incontro e la conoscenza reciproca, attraverso attività concrete come il coinvolgimento delle associazioni degli immigrati, i corsi di lingua e cultura italiana, la conoscenza e la promozione delle altre culture, il coinvolgimento dei giovani e delle donne. Ci sono esperienze importanti come quella del Circolo Esquilino di Roma o i Circoli di via Padova a Milano.

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Imparare a vivere insieme: diritto di cittadinanza, di residenza, di voto per gli immigrati. Lavoro legale e integrazione sui territori. Diritto di asilo. Rispetto delle regole. Civile convivenza ed integrazione.
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ISTAT
Popolazione residente straniera
Continua a crescere la popolazione straniera residente in Italia
UNO SGUARDO D'INSIEME
I cittadini stranieri iscritti nelle anagrafi all’inizio del 2011 sono oltre 4,5 milioni, il 7,5 per cento del totale dei residenti. Rispetto al 2001 sono più che triplicati; nel 2010 sono cresciuti del 7,9 per cento. Il ritmo di crescita, pur consistente, rispetto agli ultimi anni è meno sostenuto. Il rallentamento, oltre che alla crisi, è dovuto all’attenuarsi degli effetti dell’ingresso della Romania e della Bulgaria nell’Unione europea e dell’entrata in vigore della nuova normativa sul soggiorno dei cittadini comunitari nei paesi dell’Unione, cambiamenti normativi che hanno determinato una crescita vertiginosa delle iscrizioni in anagrafe di cittadini rumeni e bulgari nel 2007 e, in misura più contenuta, anche nel 2008 e nel 2009. </i>

L’ITALIA NEL CONTESTO EUROPEO
Al 1° gennaio 2010, data più recente della disponibilità dei dati a livello europeo, l’incidenza degli stranieri in Italia è pari a 7,0 per cento: in linea con la media europea (6,5 per cento), che si colloca al tredicesimo posto della graduatoria dei 27 paesi. Si tratta di un valore non molto lontano da quello della Germania (8,7 per cento) e superiore a quello della Francia (5,8 per cento), due paesi in cui la storia dell’immigrazione ha radici più antiche e per i quali si può presumere che una quota più rilevante di residenti originariamente cittadini stranieri abbia acquisito la cittadinanza. Tra le principali economie europee, la Spagna è uno dei paesi in cui il fenomeno migratorio è meno antico: gli stranieri sono il 12,3 per cento della popolazione. Occorre sottolineare d’altra parte che al Padrón Municipal (l’equivalente delle Anagrafi italiane) possono iscriversi anche i cittadini stranieri irregolari.

L’ITALIA E LE SUE REGIONI
Storicamente gli stranieri sul territorio italiano si sono concentrati soprattutto nelle ripartizioni del Centro-Nord. Negli anni più recenti tuttavia essi sono cresciuti più intensamente nel Mezzogiorno che nel Centro-Nord: in particolare rispetto al 2010, dell’11,6 per cento e del 7,4 per cento. L’incremento per il Mezzogiorno è frutto soprattutto del movimento migratorio con l’estero, mentre al Nord e al Centro risente anche della dinamica naturale. Al 1° gennaio 2011 la regione con il maggior numero di stranieri è la Lombardia (1.064 mila, pari al 10,7 per cento della popolazione residente e al 23,3 del totale degli stranieri). Consistenti gruppi risiedono anche nel Lazio (oltre 542 mila), nel Veneto (quasi 505 mila), in Emilia-Romagna (500 mila), nel Piemonte (399 mila), in Toscana (364 mila). Roma, con 443 mila stranieri residenti e Milano, con 382 mila, sono le province più interessate dal fenomeno. Nelle province di Brescia, Prato, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Mantova, Modena e Parma ogni 100 residenti più di 12 sono stranieri. I flussi migratori nel corso del tempo sembrano aver privilegiato i comuni di maggiori dimensioni. Nei capoluoghi di provincia gli stranieri incidono per il 9,4 per cento. Tuttavia l’immigrazione non riguarda esclusivamente i centri metropolitani; i livelli massimi dell’incidenza si registrano infatti in alcuni piccoli comuni del Nord.

ISTAT: STRANIERI

ISTAT - RAPPORTO ANNUALE 2010
3.2.4 La situazione degli italiani e degli stranieri (pagg. 129-137)
Nell’Unione europea, nella prima parte del 2010 si è avviata un’attenuazione della precedente fase di deterioramento dell’occupazione straniera, poi consolidatasi a fine anno. In media d’anno il tasso di occupazione degli stranieri nell’insieme dei paesi Ue ha segnalato un modesto arretramento (-0,4 punti percentuali rispetto al 2009), raggiungendo un livello (59,7 per cento) di cinque punti percentuali inferiore a quello degli autoctoni (Tavola 3.12). In Francia e Regno Unito le sensibili riduzioni del tasso di occupazione degli stranieri segnalate nel 2009 (rispettivamente -2,9 e -1,4 punti percentuali su base annua) sono state seguite da significativi recuperi. Al contempo, il tasso di disoccupazione degli stranieri, anche se ancora all’incirca doppio rispetto a quello dei nazionali (16,7 contro 9,0 per cento), ha registrato nell’Ue un aumento di quattro decimi di punto, nettamente inferiore al risultato del 2009. In Francia, a fronte del lieve aumento del tasso di disoccupazione dei nazionali, quello degli stranieri è sceso; in Germania, l’indicatore è diminuito in misura più accentuata per la componente straniera. In Italia, invece, è proseguita per il secondo anno consecutivo la caduta del tasso di occupazione degli stranieri. Il ritmo di discesa (dal 64,5 per cento del 2009 al 63,1 per cento del 2010) è stato più che doppio in confronto a quello degli italiani. […].

Pro…

Dossier Statistico Immigrazione Caritas-Migrantes 2011
21° Rapporto "Oltre la crisi, insieme"

… e contro:

Libero pensiero
Tutte le balle sugli immigrati Bugia 1: fanno lavori di scarto
L'inchiesta di Libero sugli extracomunitari. Altro che risorsa, fanno concorrenza ai commercianti e ci costano quanto due finanziarie
di Gilberto Oneto
07/10/2011

Da "LIBERO - EDIZIONE MILANO" di venerdì 7 ottobre 2011
Inchiesta: tutte le balle
Gli immigrati ci costano due manovre
di Gilberto Oneto

PIL

Abi: "Gli immigrati sono il 10% degli occupati e producono l'11% del Pil"
Mercoledì 18 maggio 2011

ECONOMIA

Il rapporto della Fondazione Ethnoland, realizzato con Caritas, Abi e Unioncamere
Le imprese costituite dagli stranieri impiegano il 10% dei lavoratori dipendenti
Dal lavoro degli immigrati un decimo del Pil italiano
Si tratta di oltre 165.000 società, il triplo rispetto al 2003. Trentamila solo in Lombardia
I romeni prediligono l'edilizia, i marocchini il commercio, i cinesi il settore manifatturiero
di ROSARIA AMATO

RIMESSE

13 DIC 2010
Italia in testa nella Ue27 per le rimesse degli immigrati
Rosaria Amato

Riporto uno dei miei tre commenti in calce all’articolo:

Si tratta di rimesse uscite dall’Italia attraverso i canali formali: banche, poste, agenzie di money transfer (il canale del money transfer copre ad oggi, a livello globale, circa il 15% delle transazioni degli immigrati).
Non includono le rimesse effettuate tramite i canali informali (gli stessi immigrati quando vanno a casa loro e i numerosi automezzi che più o meno settimanalmente fanno la spola tra i Paesi d’origine e l’Italia).
Forse è utile leggere anche:
Analisi (fino al 2008) della Fondazione Leone Moressa su dati Bankitalia e Istat
http://www.fondazioneleonemoressa.org/newsite/wp-content/uploads/2010/10/comunicato_25.pdf
Le rimesse dei lavoratori immigrati – Intervento del dr Giovanni Carosio, Vice Direttore Generale della Banca d’Italia
http://www.bancaditalia.it/interventi/intaltri_mdir/carosio_91109/carosio_91109.pdf
Informazioni economiche generali sull’immigrazione
http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relann/rel08/rel08it/economia_italiana/rel08_11_immigrazione.pdf


Post e articolo collegati:

Immigrazione nel mare di Lampedusa

20 dicembre 2012     Migrazioni riformiste
In un e-book pubblicato su www. neodemos. it, il demografo Massimo Livi Bacci ragiona su come gestire l’immigrazione. Fuori da estremismi e ideologie
link sostituito da:

Post precedenti:

Le proposte del Partito Democratico/1 - Lavoro

Le proposte del Partito Democratico/2 – Famiglia e Politiche sociali

Le Proposte del Partito Democratico/3 - Fisco

Le proposte del Partito Democratico/4 - Scuola

Le proposte del Partito Democratico/5 - Giustizia

Le proposte del Partito Democratico/6 - Salute


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