A causa delle avarie frequenti della
piattaforma IlCannocchiale, dove - in
4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko
ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente.
O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a
fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con
quelli nuovi.
Post n. 218 del 12-11-2012 (trasmigrato da
IlCannocchiale.it)
Le proposte del
Partito Democratico/4 - Scuola
LE
PROPOSTE DEL PARTITO DEMOCRATICO/4
SCUOLA
Nuovo piano straordinario per un’educazione di qualità da 0 a 6 anni.
Trasformare l’asilo nido da servizio a domanda individuale a diritto
educativo di ogni bambina e bambino. Assicurare a tutti i bambini un posto
nella scuola dell’infanzia.
Dare certezza di risorse alle scuole per innovare la didattica.
Ogni scuola deve poter contare su risorse umane e finanziarie certe per
un triennio. Per assicurare continuità e innovare la didattica: assegnare un
organico funzionale che includa, anche per reti di scuole, personale stabile
per le supplenze brevi e professionalità specializzate a supporto dei ragazzi
con bisogni speciali (disabilità, autismo, dislessia, discalculia). Questo
sistema comporta molti vantaggi a parità di spesa:
·
il
superamento del precariato scolastico;
·
la
programmazione certa dei fabbisogni di insegnanti e conseguente piano di
reclutamento;
·
la piena
autonomia delle scuole nell’organizzazione della didattica per raggiungere
l’obiettivo del successo scolastico dei ragazzi e delle ragazze.
Scuola primaria.
Vogliamo l’estensione a tutto il Paese del tempo pieno e del modulo a 30
ore con le compresenze. È dimostrato che questi modelli educativi garantiscono
più alti livelli di apprendimento.
Definitiva attuazione del Titolo V.
Gli uffici scolastici regionali, trasferiti dal ministero alle Regioni,
alle quali spetta di definire il dimensionamento e il numero delle autonomie
scolastiche, la distribuzione nel territorio delle scuole, le specializzazioni
nella scuola superiore. Passare dai livelli essenziali delle prestazioni (Lep)
ai livelli essenziali degli apprendimenti e delle competenze (Leac), per
garantire l’unitarietà dell’ordinamento dell’istruzione: un ragioniere di
Torino deve avere le stesse competenze di uno di Trapani, competenze utili a
raggiungere gli obiettivi di Lisbona e gli standard internazionali.
Formare e reclutare gli insegnanti di domani.
Serve una terapia d’urgenza per il precariato, immettendo in ruolo a
tempo indeterminato coloro che oggi lavorano con incarichi annuali. Non costa
molto di più allo Stato e assicura qualità alla scuola. Il personale scolastico
deve restare in servizio per non meno di 3 anni nella stessa scuola per
garantire la continuità didattica. No alla chiamata diretta. Introdurre la
formazione in servizio obbligatoria e certificata.
Lotta alla dispersione.
Il tasso più alto di dispersione scolastica si ha tra gli 11 e i 16
anni. Servono quindi dei raccordi tra medie e biennio delle superiori che
vogliamo unitario, per aiutare i ragazzi a fare scelte più consapevoli.
Obbligo di istruzione a 16 anni. Realizzare in tutta Italia le anagrafi regionali degli studenti (ad oggi ne abbiamo 11 su 20 Regioni).
Obbligo di istruzione a 16 anni. Realizzare in tutta Italia le anagrafi regionali degli studenti (ad oggi ne abbiamo 11 su 20 Regioni).
Investire sull’istruzione tecnica e professionale di qualità.
Armonizzare il sistema dell’istruzione, di competenza dello Stato, con
quello della formazione professionale, di competenza delle Regioni. Il divario
territoriale è una delle criticità più rilevanti, da affrontare con:
·
la
fissazione dei Livelli essenziali di apprendimento e competenze;
·
la legge sull’apprendimento
permanente;
·
il
riconoscimento, la validazione, la certificazione pubblica dei crediti e delle
competenze e l’accreditamento delle strutture formative.
Piano straordinario per l’edilizia scolastica.
Due scuole su tre non sono a norma di legge. In Italia solo il 46% delle
scuole ha il certificato di agibilità statica, contro il 98% della Germania, il
93% della Francia e il 92% dell’Inghilterra. Le risorse stanziate, anche
dall’ultimo governo di centro sinistra, spesso non possono essere spese dagli
enti locali, per i vincoli imposti dal “patto di stabilità” interno. Chiediamo
per questo che dal patto vengano escluse le spese per l’edilizia scolastica.
_____________________________________________________________
Il diritto alla scuola d’infanzia, la continuità didattica, scuole
efficienti, funzionanti e sicure, istruzione tecnica e professionale di
qualità, lotta alla dispersione. _____________________________________________________________
“Lo scopo
principale della vita da cui dipendeva ogni felicità” (Lev Tolstoj, Anna Karenina).
Ciascuno
di noi è il prodotto di 2 fattori: i geni e l’educazione: il primo è una
variabile non controllabile, un dato immodificabile, a meno che non si prenda
in considerazione l’eugenetica; il secondo è invece una variabile
controllabile, attraverso l’interazione con l’ambiente: familiare, scolastico,
sociale. Possiamo chiamare questa interazione “educazione”.
Il
processo educativo dovrebbe svolgersi considerando, nell’ordine indicato,
questi 3 ambiti, che sono complementari ed uno la necessaria premessa
dell’altro.
Famiglia
L’educazione deve partire dalla
gravidanza e nei primi 3 anni di vita dei figli. E’ questa la fascia d’età critica; infatti, è in questo lasso di tempo che si formano
le sinapsi, che legano i neuroni, ma esse si fissano a condizione che vengano
utilizzate/stimolate dall’educazione.
La soluzione per crescere individui
intelligenti e forti: in famiglia (in senso lato) e poi a scuola, è tenendo
insieme la dimensione affettiva (amore) con la dimensione etico-normativa (regole): la sola educazione positiva,
completa e che costituisce un fattore protettivo enorme; la sola capace di
formare individui forti ed equilibrati, e non soggetti deboli e con
l’idiosincrasia alle valutazioni ed ai controlli.
(Cfr., al riguardo, gli studi sulla resilienza, che hanno riguardato i
bambini reduci dai campi di sterminio nazisti e, nonostante questo, diventati
uomini e donne di successo).
Occorre seguire – in una sana logica di
benchmarking – i dettami del
migliore, più innovativo, più efficace e meno costoso metodo, quello finlandese
(cfr., tra l’altro, l’illuminante articolo del prof. Massimo Ammaniti su “la Repubblica” del 26.7.2007 “Bambini,
prendiamo esempio dalla Finlandia” http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/07/26/bambini-prendiamo-esempio-dalla-finlandia.html ); occorre
implementare un metodo simile, capace più e meglio degli altri di affrontare,
in un’ottica di prevenzione, oltre al rischio – quantificabile nel 20% circa
dei casi – di fenomeni di depressione della madre e di problemi altrettanto
seri, di vario genere, riguardanti i piccoli figli, e l’inconsapevole e
meccanico “trasferimento” – a causa della coazione a ripetere che perpetua una
“catena”, che va quindi spezzata in tempo – dalla madre al figlio – ed ancor
più alla figlia – di comportamenti inconsapevolmente dannosi e pregiudizievoli
allo sviluppo affettivo normale del figlio, origine di futuri problemi, di
aiutare i genitori nell’opera difficile dell’educazione dei figli. (Cfr. Progetto educativo).
Scuola
E’ necessario: il riequilibrio del
rapporto numerico docenti uomini-donne; il miglioramento delle performance didattiche, segnatamente in
matematica; l’incremento delle iscrizioni alle Facoltà scientifiche e del
numero dei laureati – assoluto e relativo – nelle stesse; l’immissione nel
circuito educativo di tonnellate, vagoni, bastimenti di logica e di sano
pragmatismo (vogliamo o no avvicinarci ai paesi più evoluti): logica greca e
pragmatismo anglosassone, per dare nuova linfa all’albero bimillenario della
nostra civiltà, per farci dire, con il grande imperatore romano Adriano: “[…] tutto quel che c’è in noi di armonico,
cristallino e umano ci viene dalla Grecia. Ma mi veniva fatto, a volte, di dire
a me stesso ch’era stato necessario il rigore un pò austero di Roma, il suo
senso della continuità, il suo gusto del concreto, per trasformare ciò che in
Grecia restava solo mirabile intuizione dello spirito, nobile slancio
dell’animo, in realtà.” (Margherite Yourcenar, Memorie di Adriano);
Organismi
socio-culturali
Essi devono divulgare modelli maschili
e femminili positivi, esempi di passione civile e civiche virtù; avere attenzione
particolare ai concreti processi educativi riguardanti le donne (“Chi educa un
bambino educa un uomo, chi educa una bambina educa una famiglia”), per
misurarne le ricadute pratiche, anche quelle di ordine sociale; diffondere e
promuovere assiduamente concetti-guida quali “Io, italiano (in particolare
meridionale), non sono un padreterno, quindi perfetto: posso migliorare”, o anche
“La lamentela è peccato”, ed insegnamenti culturali favorenti il senso civico,
l’etica della responsabilità, la propensione al rischio, la partecipazione.
Post collegati:
Il ruolo dell’educazione - in famiglia e a scuola - nella formazione di
cittadini pensanti e felici: un approccio innovativo
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2752886.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/il-ruolo-delleducazione-in-famiglia-e.html
Educazione dei figli, in
famiglia, dalla gravidanza a tre anni
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2753847.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/educazione-dei-figli-in-famiglia-dalla.html
L’istruzione è alleanza
famiglia-scuola
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2753849.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/listruzione-e-alleanza-famiglia-scuola.html
Questione
femminile, questione meridionale, rivoluzione culturale e progetto educativo
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2580796.html
oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/questione-femminile-questione.html
Articoli
collegati:
InGenere - I nidi fanno bene a genitori e figli
di Daniela Del Boca, Silvia Pasqua, Chiara
Pronzato 15/12/2011
Test
di valutazione.
Io ho
lavorato per 25 anni nell’ambito del controllo economico di una grossa impresa,
con capitale a maggioranza pubblico. Poiché era ricca e guadagnava molto e vi
comandavano al suo interno quelli della produzione, che dovevano essere i
controllati, il controllo era molto lasco, edulcorato. Poiché allora ero molto
ingenuo, io invece lo esercitavo con imparzialità, rigore e severità. Mal me ne
incolse.
Ho
fatto questa premessa per dire che conosco bene il problema. Nessuno ama il
controllo; in Italia è particolarmente mal sopportato.
Ma la
valutazione ed il controllo dei risultati sono consustanziali alla valutazione
del merito. In Italia, si fa fatica ad affermare questo principio. per ragioni
storiche e culturali.
Il nostro è un popolo antico,
cinico, a-meritocratico e mammone.
I soggetti principali, checché se ne dica, che hanno agito e continuano ad agire in profondità e ne costituiscono il sostrato culturale più autentico - e conservatore - sono, da una parte, mamma-Chiesa - oscurantismo, nepotismo, controriforma, anti-giansenismo (non è l’uomo che si deve elevare per meritare la grazia, operando bene, ma il contrario) e, dall’altra, la donna-mamma, soggetto dominante nella sfera privata. In Italia, soprattutto al Sud, vige il matriarcato. Ora la donna ha preso in mano anche le redini della scuola.
I soggetti principali, checché se ne dica, che hanno agito e continuano ad agire in profondità e ne costituiscono il sostrato culturale più autentico - e conservatore - sono, da una parte, mamma-Chiesa - oscurantismo, nepotismo, controriforma, anti-giansenismo (non è l’uomo che si deve elevare per meritare la grazia, operando bene, ma il contrario) e, dall’altra, la donna-mamma, soggetto dominante nella sfera privata. In Italia, soprattutto al Sud, vige il matriarcato. Ora la donna ha preso in mano anche le redini della scuola.
Poi ci si meraviglia che il
mammone Silvio Berlusconi sia refrattario alle regole ed ai controlli…
La soluzione è nell’educazione,
prima in famiglia (in senso lato) e poi a scuola, che devono svolgerla –
ribadisco - tenendo insieme la dimensione
affettiva (amore) con la dimensione
etico-normativa (regole): la sola educazione positiva, completa e che
costituisce un fattore protettivo enorme; la sola capace di formare individui
forti ed equilibrati, e non soggetti deboli e con l’idiosincrasia alle
valutazioni ed ai controlli.
Gli insegnanti
rifiutano l’autovalutazione, e i premi, della Gelmini
SE L’ESAME NON SERVE NE’ AGLI STUDENTI, NE’ AGLI INSEGNANTI, NE’ ALLO
STATO CHE VUOL VALUTARE GLI UNI E GLI ALTRI
Articolo di Andrea Ichino pubblicato su Il Sole 24 Ore del 23 luglio
IL RIFIUTO DELLA MAGGIOR PARTE DELLE SCUOLE TORINESI NEI
CONFRONTI DELLA SPERIMENTAZIONE IN MATERIA DI VALUTAZIONE E INCENTIVO
ALL’EFFICIENZA SOLLECITA A UNA MIGLIORE COMUNICAZIONE POLITICA SU QUESTO
TERRENO
Editoriale
di Andrea
Ichino,
pubblicato su il Sole 24 ore il 12 gennaio 2011. In argomento leggi
anche l’articolo pubblicato su The Economist, il 6 gennaio 2011
“Sono poche le scuole che hanno accettato di ospitare le due
sperimentazioni Ministeriali finalizzate a disegnare un sistema di valutazione
e di riconoscimento del merito nel mondo dell’istruzione. Eppure, numerose
indagini dicono che almeno 2 insegnanti su 3 vorrebbero essere valutati e
vorrebbero vedere riconosciuti i meriti individuali. (…).”.
PERCHE’ E’ GIUSTA LA SCELTA COMPIUTA DALLA MINISTRA GELMINI DI
SOTTOPORRE A ESPERIMENTO LE DUE ALTERNATIVE IN MATERIA DI VALUTAZIONE E
INCENTIVAZIONE NEL SETTORE DELL’ISTRUZIONE PUBBLICA: QUELLA RIFERITA
ALL’ISTITUTO SCOLASTICO E QUELLA RIFERITA AL SINGOLO DOCENTE
Editoriale
di Andrea Ichino, pubblicato sul Sole 24 Ore del 20
novembre 2010
IL RIFIUTO DELLA SPERIMENTAZIONE DA PARTE DEGLI ISTITUTI
SCOLASTICI TORINESI E’ GIUSTIFICATO, NEL CONTESTO DETERMINATO DALLE SCELTE DI
QUESTO GOVERNO – SONO NECESSARI PROGRESSI NON EFFIMERI IN DIREZIONE DI UNA
SCUOLA DI LIVELLO EUROPEO - IL DIBATTITO POLITICO DEVE
PRECEDERE QUELLO TECNICO
Articolo
di Giovanni
Bachelet,
pubblicato sul Sole 24 ore il 18 gennaio 2011, in risposta all’articolo
di Andrea Ichino, pubblicato sul Sole 24 Ore il 6
gennaio 2011. Segue una breve risposta dello stesso Andrea
Ichino.
COME DIMOSTRANO LE MIGLIORI ESPERIENZE STRANIERE, LA
DISPONIBILITA’ DI DATI SULL’INTERA CARRIERA SCOLASTICA DI CIASCUNO STUDENTE E’
PREZIOSA NON SOLTANTO PER L’ORGANIZZAZIONE STESSA DEL SERVIZIO SCOLASTICO, MA
ANCHE PER LA SUA VALUTAZIONE E PER LA RICERCA SCIENTIFICA – VIETARLA IN NOME
DELLA TUTELA DELLA PRIVACY E’ UN ERRORE GRAVE DI VERO E PROPRIO
OSCURANTISMO, CHE SI RITORCE CONTRO GLI STUDENTI STESSI CHE SI VOGLIONO
PROTEGGERE
Articolo
di Andrea
Ichino
pubblicato sul Sole 24 Ore del 21 settembre 2010 – Segue la replica
della Responsabile per la Scuola del PD, Francesca Puglisi, pubblicata sullo
stesso quotidiano il 25 settembre
si fida della sua correttezza e imparzialità. Le sperimentazioni
ministeriali sulla valutazione,
che gli insegnanti hanno
platealmente rifiutato, puntavano, senza pregiudizi, a verificare nel concreto
l’utilità delle informazioni fornite dai test standardizzati, da ispettori
esterni, oppure dalla percezione dei “pari” e dell’utenza all’interno di
ciascuna scuola riguardo alla reputazione e…
LO STATO OGGI SPENDE 233 EURO ALL’ANNO PER CIASCUNO STUDENTE PER
UN INSEGNAMENTO DI EDUCAZIONE FISICA DI CONTENUTO MEDIAMENTE INFIMO: STANTE
L’ASSENZA IN QUESTA MATERIA DI IMPLICAZIONI IDEOLOGICHE, NON SAREBBE MEGLIO
DISTRIBUIRE UN VOUCHER DI PARI IMPORTO, CHE CONSENTISSE A CIASCUN
INTERESSATO DI SCEGLIERSI IL SERVIZIO MIGLIORE, SIA ESSO OFFERTO DALLA
SCUOLA PUBBLICA O DA PALESTRE PRIVATE?
Articolo
di Andrea
Ichino,
pubblicato sul Sole 24 Ore il 25 luglio – Segue la replica
dello stesso Autore alle numerose lettere pervenute al quotidiano –
A CHI CONVIENE BARARE AI TEST INVALSI? *
di Paolo Sestito 05.06.2012
Le prove Invalsi su base universale servono in primo
luogo a dare a tutte le singole scuole uno specchio sulla propria specifica
situazione. Ecco perché chi "imbroglia" fa del male innanzitutto a se
stesso. Quest'anno l'Istituto non restituirà le prove nelle situazioni dove i
dati non risultino affidabili e cercherà di migliorare la conduzione e i
controlli sull'espletamento delle prove. Ma più che in un'attività di
repressione, l'Invalsi si impegnerà a favorire una maggiore informazione e un
più trasparente dibattito sul contenuto e sulle finalità del test.
ECCO PERCHÉ C'È CHI BARA NEI TEST INVALSI
di Gerard Ferrer Esteban 19.06.2012
Le prove
Invalsi sono in alcune aree inaffidabili perché i risultati derivano da
comportamenti scorretti. Se nella scuola primaria sono spesso gli insegnanti a
dare una mano ai loro allievi, alle medie sono gli studenti che cercano di
copiare le risposte dai loro compagni. In entrambi i casi si tratta di fenomeni
di compensazione. Si bara di più nelle scuole con una situazione meno
privilegiata o dove si registrano più difficoltà nell'apprendimento della
disciplina. Una soluzione potrebbe essere quella di adottare un modello di
valutazione basato sul progresso cognitivo.
INVALSI SENZA BARARE
di Marco Bertoni , Giorgio Brunello e Lorenzo Rocco 25.05.2012
I test
Invalsi sono un momento imprescindibile nella valutazione dell'istruzione in
Italia. Ma uno studio mostra che nelle scuole dove era prevista la presenza di
un osservatore esterno il tasso medio di risposte esatte si riduce. Non solo
nella classe monitorata, ma in tutta la scuola. Accade in particolare al Sud.
Le spiegazioni possono essere diverse, ma in quelle classi è anche meno
probabile che molti studenti diano risposte simili, come invece avviene spesso
in presenza di comportamenti scorretti. È un effetto di cui tener conto nel
valutare i risultati.
COME SI
VALUTERANNO LE SCUOLE
a cura di Sheila
Bombardi 14.09.2012
Varato dal Consiglio dei ministri il
regolamento sul sistema nazionale di valutazione per istruzione e formazione.
L'obiettivo dichiarato è il miglioramento della qualità dell'offerta formativa
e degli apprendimenti. Il processo di valutazione si focalizza sull'istituto,
sui risultati finali misurabili, sul Pof e sulla sua organizzazione, facendo
leva sui principi di responsabilità dell’autonomia. Nessuna relazione con il
profilo professionale dei docenti o con la loro produttività. L'iter di
approvazione del Dpr è però ancora lungo.
Post precedenti:
Le proposte del
Partito Democratico/1 - Lavoro
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2760256.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/le-proposte-del-partito-democratico1.html
Le proposte del
Partito Democratico/2 – Famiglia e Politiche sociali
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2760566.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/le-proposte-del-partito-democratico2.html
Le Proposte del
Partito Democratico/3 - Fisco
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2760711.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/le-proposte-del-partito-democratico3.html
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