A
causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000
visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi
pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio,
alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 236 del 28-11-2012 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Le proposte del
Partito Democratico/10 – Green Economy
LE
PROPOSTE DEL PARTITO DEMOCRATICO/10
GREEN ECONOMY
Perché l’economia verde?
Per uscire da due grandi crisi, quella climatica e
quella economica; per lasciare un mondo vivibile alle generazioni future; per
costruire sviluppo e creare nuovi posti di lavoro, tenendo conto del vincolo
delle risorse naturali. L’economia verde è una via di sviluppo che incrocia la
qualità, la coesione sociale e la ricchezza dei territori. È la soluzione che
può rendere più competitive le nostre imprese. Essa ha i suoi cardini nell’efficienza
energetica, nell’uso delle fonti rinnovabili di energia, nelle tecnologie e
nelle innovazioni che riducono l’impatto ambientale dei prodotti e dei processi
produttivi. Non ci sono limiti al suo utilizzo: può applicarsi all’edilizia
come alla meccanica, alla chimica come all’agricoltura, al tessile come al
turismo di qualità. Tutti questi impieghi hanno comunque una cosa in comune: la
consapevolezza che l’economia verde si alimenta e si rafforza con scelte di
consumo responsabile.
L’economia verde al centro delle politiche
industriali.
La riconversione ambientale dell’economia può
rappresentare un vero balzo in avanti, come in passato è successo con
l’elettrificazione, le telecomunicazioni o la rivoluzione informatica. La
costruzione di una società a basso contenuto di carbonio è una prospettiva
sulla quale le imprese italiane si sono incamminate, pur in assenza di un
quadro di regole stabili e di incentivi certi. L’economia verde deve essere
protagonista di un disegno di sviluppo del Paese come era nel programma
Industria 2015 che va rafforzato ed aggiornato ai prossimi anni, anche per
contrastare il rischio che la crisi economica si traduca in una riduzione della
struttura produttiva, o in un accumulo di ulteriore ritardo.
Favorire l’economia verde è una vera politica
nazionale.
La sfida dell’economia verde è una sfida per l’intero
Paese, per la struttura produttiva del nord e per la crescita del sud. Proprio
nel Mezzogiorno, dove c’è la quota più giovane della popolazione italiana, la
quota maggiore degli inattivi e di donne che non partecipano al mercato del
lavoro, potrebbero realizzarsi i maggiori guadagni in termini di occupazione e
di capacità produttiva, puntando anche alla connessione tra ricerca,
innovazione e produzione.
Efficienza energetica e fonti di energia rinnovabili.
L’efficienza energetica è la vera fonte di energia del
futuro. Si può ottenere un minor consumo di energia negli edifici pubblici o
privati, nei processi produttivi, nelle modalità di trasporto. Molto può essere
già fatto con la tecnologia e con chiare indicazioni normative (a titolo di
esempio, in Gran Bretagna tutti gli edifici residenziali di nuova costruzione
al 2016 dovranno essere a emissioni zero), ma si deve investire di più nella
ricerca e nella collaborazione fruttuosa tra sistema della ricerca ed imprese.
Occorrono incentivi stabili e sostenibili per sviluppare le fonti rinnovabili
(eolico, solare, biomasse, energia idraulica, biocarburanti, geotermia).
Possiamo darci l’obiettivo di puntare a un’industria nazionale del settore,
senza rinunciare ad entrare in quegli spazi dell’intera filiera, inclusa la
parte alta di ricerca e produzione, che sono alla nostra portata. Non dobbiamo
dimenticare che alcuni paesi hanno già maturato esperienza e competenza, mentre
altri hanno già ottenuto vantaggi di costo.
Riciclo dei rifiuti.
Non è più solo un problema da gestire nel modo più
efficiente possibile e nel rispetto dell’ambiente e della salute. Oggi occorre
imparare a vedere i rifiuti come una risorsa in un mondo di risorse limitate.
Occorre quindi immaginare distretti del riciclo, favorendo lo sviluppo di
industrie locali che riutilizzino i materiali resi disponibili in quantità
sempre maggiori. Bisogna passare dalla semplice promozione della raccolta
differenziata ad una vera società del recupero, con l’obiettivo di non sprecare
risorse e quindi di ridurre alla fonte i rifiuti prodotti (sviluppando ad
esempio un processo innovativo per la progettazione degli imballaggi).
Legalità e controlli ambientali.
L’economia verde non può che essere un’economia
pulita, che rispetta i diritti e le leggi. Non può esserci spazio per il
malaffare e per l’uso indiscriminato del territorio e vanno quindi combattute
con il massimo rigore le infiltrazioni della criminalità organizzata, che più
di altri ha saputo vedere le potenzialità di espansione del settore, condizionando
pesantemente la gestione dei rifiuti in molte parti del Paese. Non può esserci
spazio per nuovi condoni edilizi o per il mancato rispetto dei vincoli
naturali e paesaggistici. L’ambiente va tutelato meglio, anche sotto il profilo
normativo, con l’introduzione di norme specifiche che puniscano i reati
contro di esso. Allo stesso modo va rafforzato il sistema dei controlli
ambientali, garantendone autorevolezza e indipendenza.
Il territorio è il principale patrimonio dell’economia
verde.
Dobbiamo incentivare la manutenzione del territorio
per adattare ogni metro quadro alle sfide del cambiamento climatico, cercando,
ad esempio, di trattenere l’acqua il più a lungo possibile ove cade, per
attenuare l’erosione del suolo e le piene e per ricaricare le falde. Vanno
sviluppate e diffuse le tecnologie avanzate di monitoraggio, basate
sull’integrazione di tecnologie in loco con tecnologie dallo spazio,
diffondendo a livello territoriale i risultati ottenuti alla scala
internazionale nei grandi programmi di cooperazione europea. Sono da
ripristinare:
·
i fondi
per la difesa del suolo e il contrasto al dissesto idrogeologico;
·
i fondi
per le infrastrutture a livello nazionale. Vanno cambiate le regole del “patto
di stabilità” interno, per consentire gli investimenti.
L’ambiente, anche nel nuovo patto fiscale tra stato e
cittadini.
La leva fiscale è uno strumento decisivo per
incoraggiare comportamenti virtuosi e al contrario penalizzare chi pregiudica
ambiente e generazioni future. Possiamo puntare a ridurre il carico su
lavoratori e imprese per spostarlo sui consumi di energia e di materie prime.
Il nostro Paese deve inoltre partecipare in maniera più attiva al dibattito
aperto in sede europea e mondiale su ipotesi di imposte sulle emissioni di co2
legate ai prodotti, una sorta di tassa ambientale per favorire le produzioni
più attente al rispetto dell’ambiente. Allo stesso modo devono essere resi
stabili e certi:
·
la
detrazione del 55% per la riqualificazione energetica, che va estesa alla messa
in sicurezza sismica degli edifici;
·
il
credito di imposta per la ricerca.
___________________________________________________________________
La green economy per uscire dalla crisi
climatica ed economica. Nuovi posti di lavoro, incentivi per sviluppare le
fonti rinnovabili, la difesa del suolo, la rinascita del Mezzogiorno, i rifiuti
come risorsa, un nuovo patto fiscale.
___________________________________________________________________
Economia
verde
Da Wikipedia
Al giorno d'oggi
si definisce economia verde, o più propriamente economia ecologica,
un modello teorico di sviluppo
economico che prende
origine da una analisi
econometrica del sistema economico
che oltre ai benefici (aumento del Prodotto Interno
Lordo) di un certo
regime di produzione prende in considerazione anche l'impatto
ambientale cioè i
potenziali danni ambientali prodotti dall'intero ciclo di trasformazione delle materie prime a
partire dalla loro estrazione, passando per il loro trasporto e trasformazione
in energia e
prodotti finiti fino ai possibili danni ambientali che produce la loro
definitiva eliminazione o smaltimento. Tali danni spesso si ripercuotono, in un
meccanismo tipico di retroazione
negativa, sul PIL
stesso diminuendolo a causa della riduzione di resa di attività
economiche che traggono
vantaggio da una buona qualità dell'ambiente come agricoltura, pesca, turismo,
salute pubblica, soccorsi e ricostruzione in disastri naturali.
Questa analisi
propone come soluzione misure economiche, legislative, tecnologiche e di
educazione pubblica in grado di ridurre il consumo
d'energia, di risorse naturali
(acqua, cibo, combustibili, metalli, ecc.) e i danni ambientali promuovendo al
contempo un modello di sviluppo
sostenibile attraverso
l'aumento dell'efficienza
energetica e di produzione
che produca a sua volta una diminuzione della dipendenza dall'estero,
l'abbattimento delle emissioni di gas serra,
la riduzione dell'inquinamento locale e globale fino all'istituzione di una vera e
propria economia
sostenibile a scala globale
e duratura servendosi prevalentemente di risorse
rinnovabili (come le biomasse,
l'energia eolica, l'energia solare,
l'energia
idraulica) e procedendo
al più profondo riciclaggio di ogni tipo di scarto domestico o industriale
evitando il più possibile sprechi di risorse. Si tratta dunque di un modello
fortemente ottimizzato dell'attuale economia di
mercato almeno nei suoi
intenti originari. […]
Lunedì
13 Febbraio 2012
Secondo la
Commissione Europea, chimica verde e bioplastiche generano in Europa ogni anno
50 miliardi di euro.
Commission
adopts its Strategy for a sustainable bioeconomy to ensure smart green growth
in Europe
The European Commission has today presented its
strategy and action plan for a sustainable bioeconomy in
Europe, called “Innovating for Sustainable Growth: a Bioeconomy for Europe”. The goal is a
more innovative and low-emissions economy, reconciling demands for sustainable
agriculture and fisheries, food security, and the sustainable use of renewable
biological resources for industrial purposes, while ensuring biodiversity and
environmental protection. The plan therefore focuses on three key aspects:
developing new technologies and processes for the bioeconomy; developing
markets and competitiveness in bioeconomy sectors; and pushing policymakers and
stakeholders to work more closely together.
COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN
PARLIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIAL COMMITTEE AND THE
COMMITTEE OF THE REGIONS
Innovating for Sustainable Growth: A Bioeconomy for
Europe
STRATEGY FOR "INNOVATING FOR SUSTAINABLE GROWTH: A BIOECONOMY FOR
EUROPE"
Ermete Realacci.it
L'Italia della green economy:
ottantuno storie aziendali di successo e di nuovi posti di lavoro
di Michael Pontrelli
Avanti tutta.
Per l'Europa verde
20/08/2011
La
gestione di Bruxelles ha sempre tradito le aspettative e gli impegni. Ora c'è
una prospettiva "verde" che potrebbe salvare, qui e ora, l'economia e
la società dell'Unione europea. Basta utilizzare seriamente le risorse di
ricerca e innovazione, con puntualità e rigore
Post precedenti:
Le proposte del
Partito Democratico/1 - Lavoro
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2760256.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/le-proposte-del-partito-democratico1.html
Le proposte del
Partito Democratico/2 – Famiglia e Politiche sociali
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2760566.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/le-proposte-del-partito-democratico2.html
Le Proposte del
Partito Democratico/3 - Fisco
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2760711.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/le-proposte-del-partito-democratico3.html
Le proposte del
Partito Democratico/4 - Scuola
Le proposte del
Partito Democratico/5 - Giustizia
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2762322.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/le-proposte-del-partito-democratico5.html
Le proposte del Partito
Democratico/6 - Salute
Le proposte del Partito
Democratico/7 - Immigrazione
Le proposte del
Partito Democratico/8 - Cultura
Le proposte del
Partito Democratico/9 - Sicurezza
Nessun commento:
Posta un commento