A causa delle avarie frequenti della
piattaforma IlCannocchiale, dove - in
4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko
ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente.
O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a
fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con
quelli nuovi.
Post n. 193 del 16-10-2012 (trasmigrato da
IlCannocchiale.it)
Il tappo gerontocratico
al naturale, fisiologico, salutare ricambio generazionale
Bersani: non chiederò a D'Alema di
candidarsi
16 ottobre 2012 13:15
http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=170417
16 ottobre 2012 13:15
http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=170417
Io sono un po' più vecchio di D'Alema (e non sono renziano), ma
ritengo che il problema del conflitto intergenerazionale sia un problema
cruciale, che va – deve andare - oltre D'Alema, il quale ha – detto per inciso
- i suoi meriti e i suoi demeriti.
Romano Prodi, 2 anni fa, disse una cosa ovvia ("devono essere i giovani a cacciare a calci gli attuali leader"), che nell'attuale situazione sembrò (sembra) rivoluzionaria, ed infatti suscitò scandalo.
L’Italia è un Paese bloccato, a-meritocratico, gerontocratico, governato da sessantenni, settantenni, ottantenni, non solo in politica. Per colpa dei giovani.
In effetti, quella che non a caso è stata definita la “quiet generation” sembra mettere in discussione tutto quello che la mitologia, e poi la tragedia (greca, inglese, ecc.), la letteratura, la psicanalisi e la stessa osservazione del mondo animale ci hanno raccontato per millenni: il conflitto intergenerazionale, rappresentato dal rapporto conflittuale archetipico padre-figlio.
Sembra quasi che con la scomparsa della famiglia patriarcale e poi lo scemare dell'autorità paterna, ben rappresentata dall'espressione “femminilizzazione della società”, sia anche venuto meno il motivo stesso del conflitto. Purtroppo.
Ritengo, perciò, fisiologico e salutare – ripetendo il motto di Mao – che i giovani, facendo il loro mestiere di giovani, non solo “bombardino il quartier generale”, come pungolo e sprone perché non si culli sugli allori, ma si pongano anche l'obiettivo di scalzare il re-padre-leader dal trono.
E' inutile, sterile recriminare per questo e piangersi addosso, bisogna impegnarsi individualmente e collettivamente per cambiare le cose. Nulla è gratis.
E sono i giovani soprattutto a doverlo fare; lo so che è difficile perché da piccoli, in famiglia, – è lì il luogo del “delitto" - hanno fatto loro il lavaggio del cervello o li hanno cresciuti nella bambagia, tarpando loro le ali e... qualcos'altro; ma sono loro che devono cacciare a calci nel sedere i sessantenni ed i settantenni e gli ottantenni che detengono ancora tutto il potere, non se ne andranno mai spontaneamente e fanno da tappo al naturale, fisiologico, salutare, necessario ricambio generazionale!
Romano Prodi, 2 anni fa, disse una cosa ovvia ("devono essere i giovani a cacciare a calci gli attuali leader"), che nell'attuale situazione sembrò (sembra) rivoluzionaria, ed infatti suscitò scandalo.
L’Italia è un Paese bloccato, a-meritocratico, gerontocratico, governato da sessantenni, settantenni, ottantenni, non solo in politica. Per colpa dei giovani.
In effetti, quella che non a caso è stata definita la “quiet generation” sembra mettere in discussione tutto quello che la mitologia, e poi la tragedia (greca, inglese, ecc.), la letteratura, la psicanalisi e la stessa osservazione del mondo animale ci hanno raccontato per millenni: il conflitto intergenerazionale, rappresentato dal rapporto conflittuale archetipico padre-figlio.
Sembra quasi che con la scomparsa della famiglia patriarcale e poi lo scemare dell'autorità paterna, ben rappresentata dall'espressione “femminilizzazione della società”, sia anche venuto meno il motivo stesso del conflitto. Purtroppo.
Ritengo, perciò, fisiologico e salutare – ripetendo il motto di Mao – che i giovani, facendo il loro mestiere di giovani, non solo “bombardino il quartier generale”, come pungolo e sprone perché non si culli sugli allori, ma si pongano anche l'obiettivo di scalzare il re-padre-leader dal trono.
E' inutile, sterile recriminare per questo e piangersi addosso, bisogna impegnarsi individualmente e collettivamente per cambiare le cose. Nulla è gratis.
E sono i giovani soprattutto a doverlo fare; lo so che è difficile perché da piccoli, in famiglia, – è lì il luogo del “delitto" - hanno fatto loro il lavaggio del cervello o li hanno cresciuti nella bambagia, tarpando loro le ali e... qualcos'altro; ma sono loro che devono cacciare a calci nel sedere i sessantenni ed i settantenni e gli ottantenni che detengono ancora tutto il potere, non se ne andranno mai spontaneamente e fanno da tappo al naturale, fisiologico, salutare, necessario ricambio generazionale!
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