A causa delle
avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale,
dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko
ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente.
O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli
(orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 276 del 05-02-13
(trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Un riflesso
condizionato ancora diffuso, anche nel PD
2 febbraio 2013 C’è
un alieno nel corpo di Monti
Stefano Menichini
[…]
Ieri Monti (forse per una questione anagrafica, come ha ironizzato Matteo
Renzi) s’è voltato indietro e ha provato a schiacciare il centrosinistra
riformista sulla foto d’archivio della scissione di Livorno. Un tale sproposito
che lo stesso senatore a vita (elevato a tale rango, sia detto per inciso, da
Giorgio Napolitano, a proposito di Pci) se l’è dovuto rapidamente rimangiare,
come un Berlusconi qualunque.
La storia di secoli e decenni è lì da leggere, nessuno la può negare né rinnegare. Ma la storia politica utile, quella che serve a capire il presente, è molto più recente. […]
La storia di secoli e decenni è lì da leggere, nessuno la può negare né rinnegare. Ma la storia politica utile, quella che serve a capire il presente, è molto più recente. […]
link sostituito
da:
Quello
di Monti è un riflesso condizionato ancora diffuso, anche nel PD. Leggendo
questo articolo, ho ripensato a questi altri due, da me commentati, prima in
Circolo PD-Obama e poi su “Europa”:
Riporto
quest'altro articolo pubblicato su L'Unità
(interessanti i commenti dei lettori), che svela i sentimenti "di
pancia" degli iscritti di un partito composito come il PD, sentimenti che
è opportuno portare alla luce del sole ed, eventualmente, al dibattito di
questo nostro circolo [il link de “l’Unità non è più attivo]:
Lettera dei nativi
PD «Caro Bersani basta con la parola 'compagno'...»
Come prevedevo, perciò
ho 'postato' ieri l'articolo de L'Unità, la
questione è seria.
Oggi, la ripropone
l'altro quotidiano del PD, Europa.
Reitero qui il mio
commento, che vi si può leggere in calce.
Editoriale 22
giugno 2010 Compagni,
con chi ce l’avete?
La polemica aperta dall’intervento di Fabrizio Gifuni alla
manifestazione del Pd rischia di degenerare e, cosa più grave, di risultare
incomprensibile, assurda, fuori tempo e fuori luogo. Invece c’è una questione
seria in ballo, un grumo di incomprensione e perfino di astio che non si
scioglie facendo spallucce o liquidando tutto come l’ennesimo harakiri
democratico.
La questione non dev’essere nell’uso della parola compagno in sé. Chi scrive l’ha usata, la usa, la userà sempre per salutare chi riconosce affine in un percorso di vita. Ma non è successo questo sabato. Non è successo solo che Gifuni, durante un bell’intervento, abbia salutato qualcuno come compagno, come prima di lui tanti altri in molti momenti della vita del Pd. È accaduto invece che Gifuni (uomo avveduto, non un passante) abbia voluto rimarcare l’uso della parola come atto liberatorio. E che la platea, cogliendo questo significato e questa volontà, abbia reagito con un’ovazione che era a sua volta una rivendicazione.
La questione non dev’essere nell’uso della parola compagno in sé. Chi scrive l’ha usata, la usa, la userà sempre per salutare chi riconosce affine in un percorso di vita. Ma non è successo questo sabato. Non è successo solo che Gifuni, durante un bell’intervento, abbia salutato qualcuno come compagno, come prima di lui tanti altri in molti momenti della vita del Pd. È accaduto invece che Gifuni (uomo avveduto, non un passante) abbia voluto rimarcare l’uso della parola come atto liberatorio. E che la platea, cogliendo questo significato e questa volontà, abbia reagito con un’ovazione che era a sua volta una rivendicazione.
link sostituito
da:
(da magnagrecia inviato il 22/6/2010 alle 17:14)
D'accordo, la questione è seria, e ripropone ed amplifica il problema posto dalla lettera dei cinque giovani dirigenti “nativi” del PD, pubblicata ieri da L'Unità «Caro Bersani basta con la parola 'compagno'...», col corredo di commenti dei lettori, poiché svela i sentimenti "di pancia" degli iscritti di un partito composito come il PD, sentimenti che è opportuno portare alla luce del sole e dibattere. Ma una parte dell'interpretazione è forse errata. Vale per me, ma credo valga anche per tantissimi altri che votavano PCI-PDS-DS, ed è un po' ipocrita far finta di non saperlo: ai comunisti (di vario genere, anche a quelli che come me votavano PCI in mancanza di meglio a sinistra, ad esempio un P.S. di stampo europeo) – l'ha scritto Eugenio Scalfari – non sarà mai sufficiente alcuna abiura o innovazione riformistica per essere accettati; ad essi si chiede semplicemente di scomparire, senza se e senza ma. E' questo che è inaccettabile e - come un tremendo, immane, ingiusto senso di colpa - lo rende insopportabile. Reso tale ancor di più da un sentimento - in buona parte ingiustificato, ma che purtuttavia trae origine dalla storia dei comunisti italiani - di superiorità morale.
D'accordo, la questione è seria, e ripropone ed amplifica il problema posto dalla lettera dei cinque giovani dirigenti “nativi” del PD, pubblicata ieri da L'Unità «Caro Bersani basta con la parola 'compagno'...», col corredo di commenti dei lettori, poiché svela i sentimenti "di pancia" degli iscritti di un partito composito come il PD, sentimenti che è opportuno portare alla luce del sole e dibattere. Ma una parte dell'interpretazione è forse errata. Vale per me, ma credo valga anche per tantissimi altri che votavano PCI-PDS-DS, ed è un po' ipocrita far finta di non saperlo: ai comunisti (di vario genere, anche a quelli che come me votavano PCI in mancanza di meglio a sinistra, ad esempio un P.S. di stampo europeo) – l'ha scritto Eugenio Scalfari – non sarà mai sufficiente alcuna abiura o innovazione riformistica per essere accettati; ad essi si chiede semplicemente di scomparire, senza se e senza ma. E' questo che è inaccettabile e - come un tremendo, immane, ingiusto senso di colpa - lo rende insopportabile. Reso tale ancor di più da un sentimento - in buona parte ingiustificato, ma che purtuttavia trae origine dalla storia dei comunisti italiani - di superiorità morale.
Come sempre per i
problemi seri, solo affrontandoli con intelligenza e sincerità si riesce a depotenziarne
o perfino annullarne la carica distruttiva e autodistruttiva.
Appendice
(giugno 2010)
e ora mi date
tutte le ragioni per non essere d'accordo io! E sul serio!
1) sono stato comunista molto di più di quanti lo erano perché iscritti al PCI. A me quella tessera non bastava e come tanti sono stato a sinistra del PCI se non contro il PCI, parte di un fenomeno globale che all'epoca io come tanti interpretavo come una degenerazione del comunismo. La storia ha dimostrato che o si risolveva quella degenerazione o il comunismo era fallito. Non si è risolta ed è fallito. A seguire io a differenza di tanti miei "compagni" non mi sono accontentato di dire che era fallito solo il "comunismo degenerato" ma ho preso atto del fallimento complessivo e ne ho indagato le cause. Qualcuno lo ha fatto nel PCI? Mai. La storia del PCI è ancora carica di tutti i tabù, dal Togliatti eroe delle democrazia italiana a Berlinguer santo e moralizzatore. Con quale diritto ora si fa l'ennesimo pianto greco dei poveri "compagni" costretti a vivere un "senso di colpa"? Il senso di colpa per definizione E' FIGLIO DELLA ASSENZA DI SENSO DI RESPONSABILITA'!!! Ad avere responsabilità non si sarebbe liquidato il PCI con un'operazione trasformista e ipocrita. Facendo spalluccie non si fa i conti con la propria storia. Il migliore dei riformisti DS non sa dire niente di più che "ormai il comunismo è superato dalla Storia". Veltroni sa dire che lui con la tessera del PCI in tasca quando si andava ancora a fare i viaggi in URSS, lui "non è mai stato comunista". E parlo di Veltroni, in fin dei conti quello tra di voi che considero più vicino a me.
Francamente avete rotto! Si. Fate i conti con la vostra storia! Non avete alcun diritto a presentarvi come gli eredi di una storia gloriosa. E sia chiaro non ce l'hanno nemmeno gli ex Democristiani. SIATE UMILI ENTRAMBI!
Per me posso stare con voi a patto di concepire il meglio nella vostra storia nell'essere stato gli uni il controaltare dell'altro. Il meglio della storia della DC è stato impedire che l'Italia finisse nelle mani di Togliatti per essere una specie di Jugoslavia o peggio finire come la Grecia dei Colonnelli. Il meglio della storia del PCI è aver raccolto la migliore intelligenza possibile contro lo sfacelo culturale e morale che è stata l'Italia democristiana, per non parlare delle stragi di stato ecc.
Poi però c'è il peggio! Ed il peggio è la sostanza di entrambi. Quindi tenetevi quel compagno per voi! La ragione per cui in Italia abbiamo ancora chi si chiama Rifondazione Comunista o chi come Vendola non sa ancora fare un passo decisivo siete voi ex DS. Condividete con loro lo stesso sentimento. Ma allora prendete il coraggio di farvi il vostro partito di reduci e datevi una ragione per cui nutrire nostalgia. Se filo rosso dev'essere cercatene un perché!
Al lavoro dunque compagni! Che a mettere la testa sotto la sabbia non ci guadagna nessuno.
Francamente incazzato.
Angelo
1) sono stato comunista molto di più di quanti lo erano perché iscritti al PCI. A me quella tessera non bastava e come tanti sono stato a sinistra del PCI se non contro il PCI, parte di un fenomeno globale che all'epoca io come tanti interpretavo come una degenerazione del comunismo. La storia ha dimostrato che o si risolveva quella degenerazione o il comunismo era fallito. Non si è risolta ed è fallito. A seguire io a differenza di tanti miei "compagni" non mi sono accontentato di dire che era fallito solo il "comunismo degenerato" ma ho preso atto del fallimento complessivo e ne ho indagato le cause. Qualcuno lo ha fatto nel PCI? Mai. La storia del PCI è ancora carica di tutti i tabù, dal Togliatti eroe delle democrazia italiana a Berlinguer santo e moralizzatore. Con quale diritto ora si fa l'ennesimo pianto greco dei poveri "compagni" costretti a vivere un "senso di colpa"? Il senso di colpa per definizione E' FIGLIO DELLA ASSENZA DI SENSO DI RESPONSABILITA'!!! Ad avere responsabilità non si sarebbe liquidato il PCI con un'operazione trasformista e ipocrita. Facendo spalluccie non si fa i conti con la propria storia. Il migliore dei riformisti DS non sa dire niente di più che "ormai il comunismo è superato dalla Storia". Veltroni sa dire che lui con la tessera del PCI in tasca quando si andava ancora a fare i viaggi in URSS, lui "non è mai stato comunista". E parlo di Veltroni, in fin dei conti quello tra di voi che considero più vicino a me.
Francamente avete rotto! Si. Fate i conti con la vostra storia! Non avete alcun diritto a presentarvi come gli eredi di una storia gloriosa. E sia chiaro non ce l'hanno nemmeno gli ex Democristiani. SIATE UMILI ENTRAMBI!
Per me posso stare con voi a patto di concepire il meglio nella vostra storia nell'essere stato gli uni il controaltare dell'altro. Il meglio della storia della DC è stato impedire che l'Italia finisse nelle mani di Togliatti per essere una specie di Jugoslavia o peggio finire come la Grecia dei Colonnelli. Il meglio della storia del PCI è aver raccolto la migliore intelligenza possibile contro lo sfacelo culturale e morale che è stata l'Italia democristiana, per non parlare delle stragi di stato ecc.
Poi però c'è il peggio! Ed il peggio è la sostanza di entrambi. Quindi tenetevi quel compagno per voi! La ragione per cui in Italia abbiamo ancora chi si chiama Rifondazione Comunista o chi come Vendola non sa ancora fare un passo decisivo siete voi ex DS. Condividete con loro lo stesso sentimento. Ma allora prendete il coraggio di farvi il vostro partito di reduci e datevi una ragione per cui nutrire nostalgia. Se filo rosso dev'essere cercatene un perché!
Al lavoro dunque compagni! Che a mettere la testa sotto la sabbia non ci guadagna nessuno.
Francamente incazzato.
Angelo
VORREI AGGIUNGERE CHE QUESTO CIRCOLO SI CHIAMA OBAMA! Ed Obama è un
anticomunista convinto, non gli passa nemmeno per l'anticamera del cervello di
pensare che possa essere confuso con degli ex post neo o "non più per
caso" comunisti.
Ecco voi volete diritto di cittadinanza per la parola "compagno"? D'accordo ma in cambio io voglio una chiara definizione del PD come partito anticomunista! Perché se così non è io me ne vado dal PD e con me dovrebbero andarsene tutti i sinceri democratici... francamente scoprire che siamo ancora a questo punto è deprimente.
Ecco voi volete diritto di cittadinanza per la parola "compagno"? D'accordo ma in cambio io voglio una chiara definizione del PD come partito anticomunista! Perché se così non è io me ne vado dal PD e con me dovrebbero andarsene tutti i sinceri democratici... francamente scoprire che siamo ancora a questo punto è deprimente.
Sarò
franco, as usual.
Tu
sei sempre indignato. Raffaele La Capria sostiene che bisogna diffidare di chi
s'indigna sempre.
Trovo
il tuo 'post' incongruo, esagerato. L'esperienza mi dice che qualunque reazione
incongrua, esagerata nasconde sempre una motivazione “sottostante”. Deduzione
in parte confermata dalla sovrabbondanza di punti esclamativi e di lettere
maiuscole, che rivela sempre un'esigenza di compensare un sentimento
d'insicurezza. Confermata ancor di più dal tuo rifiuto della parola “senso di
colpa”. Di che cosa “senti” di dover farti perdonare? Sono sicuro che hai
(avuto) un cattivo rapporto con tuo padre. I sensi di colpa, detto in generale,
sono solo il frutto di un'educazione troppo severa, colpevolizzante.
Il
tuo 'post' è anche indirizzato male. Capisco che senti il bisogno di sfogarti,
di sfogare la tua rabbia, ed hai bisogno di un bersaglio, e parli “a
prescindere”, e insegui ed assecondi un tuo pregiudizio. Ma ragionare per
pregiudizi non è mai segno d'intelligenza. Vedo anche che usi il “voi”. Ma
visto che rispondi a me, debbo almeno presumere di essere anch'io tuo
bersaglio. Io ho sempre stimato poco Togliatti (è un eufemismo); trovavo
insopportabile Berlinguer quando ha posto - e soprattutto il modo in cui l'ha
posta - la famosa “questione morale”; a differenza di Veltroni, visto che lo
citi, non sono mai stato dirigente di nulla, sono stato anche tesserato per un
anno (avevo già 33 anni), per fare qualcosa di utile (la prima cosa che ho
fatto è stata quella di pitturare con altri 3 compagni - su 80 - ed a mie spese
la sezione, indecente), ma ne sono scappato sia perché non avevo i requisiti
per fare attività politica, sia perché tra compagni non si era leali e la
preoccupazione maggiore di qualcuno era quella di mettere i bastoni tra le
ruote. E mi sono messo a lavorare coi socialisti. Una volta mi sono trovato nel gruppo di lavoro
che andavo organizzando (che poi è diventata Commissione comunale) anche un
fascista. Poi ho lasciato perdere per 30 anni, fino alla nascita del PD.
E
per favore non mi parlare di rifondaroli, ché io (l'ho già scritto, discutendo
con Vanishing) li definisco “ottusi” (= intelligentoni): praticamente una
iattura.
Che
cosa vuoi che sia “compagno”? Io personalmente non ho scheletri
nell'armadio, è una parola che non mi
dispiace. Il tuo rifiuto di essa rimanda ad altro, facci una riflessione.
Parli
proprio tu di pianto greco? Non fai altro che piangere e lamentarti (come il
90% degli Italiani). Ma stai tranquillo, lavora, rispetta gli altri e sii più tollerante,
non fare il padre severo: il nemico è Berlusconi, non i compagni
comunisti.
Infine,
Obama: propongo di mettere una sanzione pecuniaria a chi mette in mezzo a
sproposito il nome di Obama. A me è simpatico, ma che c'entra Obama?
***
Sono
non credente. Mi sono iscritto tardi al PCI (nel 1979) per una scelta non
ideologica, ma concreta, pragmatica, e lo sono rimasto non per molto, sia per
una mia "inadeguatezza" agli usi ed ai rituali politici, sia perché
deluso dalla qualità dei compagni e della cultura politica del partito.
Mi
è stato naturale tenere distinta la scelta politica da quella religiosa.
Poiché
non ho storie o eredità da rivendicare, né ho scheletri nell'armadio, colpe da
scontare, abiure da fare, non ho nessun problema ad usare il bell'appellativo
di "compagno".
Senza
denigrarlo o mitizzarlo, quindi, ma purché si accompagni ad una visione
politica moderna, pragmatica, riformista, rivolta al futuro.
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