venerdì 8 maggio 2015

Scuola: valutazione e merito


Il merito che premia il clientelismo
08/05/2015
La buona educazione/Non si garantiscono gli investimenti necessari a livello centrale e si lega tutto alla capacità di ogni singola scuola di rendersi appetibile agli interessi dei privati


Tutto si può valutare, anche il lavoro degli insegnanti. Dicono che non si fidano dei valutatori, in particolare se si tratti del dirigente d’Istituto, poiché non sarebbe all’altezza e sarebbe influenzato da fattori diciamo familistici e troppo discrezionali, generalizzando ed estremizzando casi sicuramente presenti, ma che, per evitare il circolo vizioso del cane che si morde la coda, andrebbero risolti sottoponendo anche i dirigenti ad una selezione severa.

E' che in Italia, Paese cattolico, mammone e a-meritocratico, siamo in generale refrattari al controllo e a premiare il merito e tiriamo fuori un sacco di scuse quando dobbiamo essere oggetto del primo o riconoscere anche economicamente il secondo. Gli insegnanti di scuola, che hanno per mestiere il compito di giudicare, sono particolarmente refrattari ad essere valutati, il che, secondo me, la dice lunga sul livello qualitativo e di autostima degli insegnanti stessi. Rendendo la scuola - che è, dopo la famiglia, la fucina culturale in senso antropologico più importante - un fattore potente di conservazione dell’intera società. Trovo, pertanto, che la loro sia una posizione inaccettabile e dannosa, non soltanto per la scuola, ma per tutto il Paese.


Appendice

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Cervello Pensante Per iniziare propongo che i dirigenti siano valutati e scelti dai collegi dei docenti! Così tanto per rovesciare la retorica falsa della valutazione.

L'ho scritto, ogni scusa è buona per evitare di essere valutati. E' indizio di problemi col principio di autorità, cioè del rapporto col padre. Infatti, la scuola italiana è piena di donne e strapiena di mammoni. Come le famiglie degli scolari. PS: mi permetto di suggerirti di cambiare nickname: è un altro brutto indizio...


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