A
causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000
visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi
pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio,
alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.
Post n. 233 del 25-11-2012 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Le proposte del
Partito Democratico/7 - Immigrazione
LE PROPOSTE DEL PARTITO DEMOCRATICO/7
Immigrazione
Estendiamo gli accordi bilaterali.
Gli accordi bilaterali avviati dai governi di
centrosinistra (il 90% di quelli esistenti) hanno dimostrato di essere la
strada piu` efficace per governare l’immigrazione. La Lega e il centrodestra
ripetono “aiutiamoli a casa loro”, ma il governo Berlusconi ha ridotto le
risorse per la cooperazione. Risultato: un fallimento. Bisogna invece estendere
quegli accordi e rendere operative le intese che prevedano l’impegno reciproco
per il contrasto all’immigrazione clandestina - terreno su cui l’Italia deve
migliorare e non recedere - e l’ingresso di quote regolari tra mercati del
lavoro nazionali, mercato unico europeo, area Schengen, all’interno di una
politica estera di pace e cooperazione. La dimensione puramente nazionale non
e` sufficiente a governare un fenomeno che e` per sua natura sovranazionale.
L’Unione europea e` impegnata da tempo nella definizione di accordi bilaterali
in materia di immigrazione con i Paesi terzi di origine e transito dei flussi
migratori. Occorre incrociare questo sforzo con la dimensione nazionale.
Chi nasce e cresce in Italia è italiano.
Sono 864.000 i figli degli immigrati che vivono in
Italia, nel 1992 erano 50.000: in queste cifre e` scritto il cambiamento che
l’Italia ha vissuto nell’arco di 20 anni. Questi bambini e ragazzi crescono con
i nostri figli, frequentano le nostre scuole, i nostri centri sportivi, le
nostre piazze e le nostre discoteche. Sono italiani di fatto, ma stranieri per
la legge perche´ la nostra legge sulla cittadinanza obbliga a risiedere in modo
continuativo per 18 anni nel nostro Paese prima di poter rivolgere la domanda
per ottenerla. In nessuno stato europeo esiste una legge cosi` ostile nei
confronti dei minori. Bisogna preparare questi figli dell’immigrazione a essere
membri della nostra comunita` con relativi diritti, ma anche doveri. Per questo
bisogna modificare la legge in vigore sulla cittadinanza e prevedere che i
figli di genitori stranieri, da alcuni anni residenti nel nostro Paese, che
nascono in Italia o che arrivano bambini in Italia, al momento della nascita o
quando concludono il primo ciclo scolastico, possano essere riconosciuti come
cittadini italiani.
A scuola, per imparare l’italiano.
Gli alunni figli di immigrati sono il 7 per cento
della popolazione scolastica. Prezioso e`, in tutto questo, il lavoro
silenzioso degli insegnanti che fanno della scuola pubblica italiana una
formidabile fucina della convivenza. Siamo impegnati a sostenere questo
carattere inclusivo, pubblico e universalistico della scuola e a contrastare le
gravi politiche del governo. Il primo passo resta l’apprendimento della lingua
e della cultura italiana per i bambini e per gli adulti. Per questi ultimi
proponiamo un programma nazionale della scuola pubblica in sinergia con il
volontariato, le associazioni e le imprese.
La residenza europea.
Dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione
europea potrebbe scaturire una Carta europea dei diritti dei migranti che
attribuisca ai migranti quelli che la Carta riconosce come diritti della
persona. Si potrebbe inoltre estendere ai migranti lungo-residenti la
cittadinanza di residenza e consentire loro forme adeguate di partecipazione
politica a livello locale in tutta l’Unione europea.
Chiudere la fabbrica della clandestinita`
Con il lavoro legale e l’integrazione sui territori.
Dobbiamo promuovere un patto per la dignita` e la legalita` del lavoro che
combatta lo sfruttamento, il lavoro sommerso e irregolare che colpisce gli
italiani e gli immigrati.
I punti della nostra piattaforma
·
Utilizzare
tutti gli strumenti gia` disponibili per l’emersione del lavoro irregolare;
·
prevedere
l’introduzione nel nostro ordinamento del reato di grave sfruttamento del
lavoro (caporalato), aggravato quando interessa minori e migranti clandestini;
·
estendere
ai lavoratori immigrati gli ammortizzatori sociali previsti per i lavoratori
italiani;
·
ridurre i
tempi per il rilascio ed il rinnovo dei permessi di soggiorno;
·
adottare
forme di regolarizzazione ad personam per evitare il formarsi di cicliche
“bolle” di irregolarita` che poi comportano il ricorso alle periodiche
sanatorie. Tali regolarizzazioni dovrebbero essere attuate sulla base di
specifici requisiti: il lavoro, la casa, il rispetto delle leggi, la buona
integrazione. Potrebbe riguardare coloro che contribuiscono all’individuazione
di fattispecie criminali legate all’immigrazione; per coloro che compiono atti
di rilevanza umanitaria e sociale;
·
riattivare
le quote dell’ingresso regolare e semplificare le procedure;
·
applicare
l’articolo 18 del decreto legislativo 286/98 che prevede un permesso di
soggiorno umanitario per le persone che denunciano i propri sfruttatori;
·
applicare
la direttiva del 18 giugno 2009 che impegna gli Stati membri dell’Unione
europea a sanzioni e provvedimenti nei confronti dei datori di lavoro che
impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno e` irregolare;
·
incentivare
il rimpatrio volontario degli irregolari sulla base di quanto previsto dalla
direttiva europea 2008/115/ EC;
·
prevedere
l’inserimento dei rifugiati e delle persone vittime di tratta tra le categorie
svantaggiate che possono essere inserite nella cooperazione sociale attraverso
la modifica della relativa legge 382/91;
·
ingresso
per ricerca di lavoro sponsorizzata e garantita da istituzioni e organizzazioni
certificate (sindacati, associazioni di imprenditori, istituzioni pubbliche);
·
ingresso
per ricerca di lavoro su domanda dei singoli, dietro prestazioni di garanzia da
parte del richiedente entro tetti numerici prefissati;
·
la
conversione del permesso di soggiorno ad altro titolo in permesso di soggiorno
per lavoro, in presenza di determinate condizioni l’ingresso di persone con
profili professionali di alta qualita` che apportino particolari contributi
alle conoscenze scientifiche e tecnologiche, o alla qualita` anche artistica
della produzione, o che esercitino attivita` di riconoscimento e particolare valore
sociale.
Votare per partecipare.
Il diritto di voto amministrativo per gli immigrati
rientra dentro il processo di “manutenzione” della democrazia. La
partecipazione politica in forme uguali agli italiani, facilita la
collaborazione e la ricerca di interessi comuni, favorisce l’apprendimento di
regole e pratiche democratiche, incentiva l’integrazione politica e abbassa i
rischi di conflitto interetnico e di corporativismo.
Moschee e burka: no al volto coperto.
La Costituzione italiana prevede la liberta` religiosa
e il suo esercizio quale diritto umano fondamentale. Attraverso lo strumento
delle intese tra Stato italiano e confessioni religiose, l’esercizio di questo
diritto e` riconosciuto e praticato nel nostro Paese. Proprio per questo non si
puo` continuare ad eludere la questione dell’esercizio della religione
musulmana, la seconda religione d’Italia. E` inoltre essenziale che il governo
solleciti le molte comunita` musulmane a costruire tra loro un punto di sintesi
per definire finalmente l’Intesa tra lo Stato e questa religione.
I respingimenti: legge e diritti.
Il diritto di richiedere asilo e il diritto di non
essere respinti verso un Paese dove si corra il rischio di morte o di subire
trattamenti disumani e degradanti, sono sanciti dalla Convenzione di Ginevra e
dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Gli intercettamenti
in mare e i rimpatri sono leciti solo nel pieno rispetto dei diritti umani a
partire dal diritto del migrante intercettato di avanzare domanda di asilo e di
protezione umanitaria.
Ci sono punti irrinunciabili per garantire il rispetto
della convenzione di Ginevra:
·
nel caso
di riaccompagnamento o respingimento al Paese d’origine/transito, al migrante
deve essere garantito il diritto di rivolgere domanda di asilo per il tramite
dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). Le domande
devono essere esaminate con le garanzie giuridiche prescritte e in tempi
ragionevoli. Queste condizioni oggi non esistono;
·
deve
esserci accordo tra il Paese di destinazione degli intercettati/riaccompagnati,
il Paese che opera l’intercettazione e gli altri Paesi europei sui criteri per
l’insediamento di coloro la cui domanda di asilo e` stata accolta. Ricordiamo
che un criterio proporzionale (il PIL di ogni Paese, per esempio) di
ridistribuzione dei richiedenti asilo tra i 27 Paesi europei, addosserebbe
all’Italia un numero di ospiti maggiore dell’attuale.
Rom.
Dalle persone rom bisogna esigere il rispetto delle
regole. Al contempo offrire loro le opportunita` di inserimento nella societa`.
A partire dall’obbligo scolastico dei bambini e dal superamento dei campi rom,
dannosi sia per loro che per i cittadini italiani. Esistono nel nostro Paese
molte esperienze positive di integrazione. L’Unione europea ha messo a
disposizione da anni risorse per l’integrazione della comunita` rom, che il
governo italiano non ha usato.
Pd, partito della convivenza tra italiani e migranti.
I circoli del PD possono e devono diventare
protagonisti della civile convivenza attraverso un lavoro sul territorio che
coinvolga i cittadini italiani e gli immigrati delle donne. Possono e devono
favorire l’incontro e la conoscenza reciproca, attraverso attività concrete
come il coinvolgimento delle associazioni degli immigrati, i corsi di lingua e
cultura italiana, la conoscenza e la promozione delle altre culture, il
coinvolgimento dei giovani e delle donne. Ci sono esperienze importanti come
quella del Circolo Esquilino di Roma o i Circoli di via Padova a Milano.
______________________________________________________
Imparare a vivere insieme: diritto di cittadinanza, di
residenza, di voto per gli immigrati. Lavoro legale e integrazione sui
territori. Diritto di asilo. Rispetto delle regole. Civile convivenza ed
integrazione.
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ISTAT
Popolazione residente straniera
Continua a crescere la
popolazione straniera residente in Italia
UNO SGUARDO D'INSIEME
I cittadini stranieri
iscritti nelle anagrafi all’inizio del 2011 sono oltre 4,5 milioni, il 7,5 per
cento del totale dei residenti. Rispetto al 2001 sono più che triplicati; nel
2010 sono cresciuti del 7,9 per cento. Il ritmo di crescita, pur consistente,
rispetto agli ultimi anni è meno sostenuto. Il rallentamento, oltre che alla
crisi, è dovuto all’attenuarsi degli effetti dell’ingresso della Romania e
della Bulgaria nell’Unione europea e dell’entrata in vigore della nuova normativa
sul soggiorno dei cittadini comunitari nei paesi dell’Unione, cambiamenti
normativi che hanno determinato una crescita vertiginosa delle iscrizioni in
anagrafe di cittadini rumeni e bulgari nel 2007 e, in misura più contenuta,
anche nel 2008 e nel 2009. </i>
L’ITALIA NEL
CONTESTO EUROPEO
Al 1° gennaio
2010, data più recente della disponibilità dei dati a livello europeo,
l’incidenza degli stranieri in Italia è pari a 7,0 per cento: in linea con la
media europea (6,5 per cento), che si colloca al tredicesimo posto della
graduatoria dei 27 paesi. Si tratta di un valore non molto lontano da quello
della Germania (8,7 per cento) e superiore a quello della Francia (5,8 per
cento), due paesi in cui la storia dell’immigrazione ha radici più antiche e
per i quali si può presumere che una quota più rilevante di residenti
originariamente cittadini stranieri abbia acquisito la cittadinanza. Tra le
principali economie europee, la Spagna è uno dei paesi in cui il fenomeno
migratorio è meno antico: gli stranieri sono il 12,3 per cento della
popolazione. Occorre sottolineare d’altra parte che al Padrón Municipal
(l’equivalente delle Anagrafi italiane) possono iscriversi anche i cittadini
stranieri irregolari.
L’ITALIA E LE
SUE REGIONI
Storicamente
gli stranieri sul territorio italiano si sono concentrati soprattutto nelle
ripartizioni del Centro-Nord. Negli anni più recenti tuttavia essi sono
cresciuti più intensamente nel Mezzogiorno che nel Centro-Nord: in particolare
rispetto al 2010, dell’11,6 per cento e del 7,4 per cento. L’incremento per il
Mezzogiorno è frutto soprattutto del movimento migratorio con l’estero, mentre
al Nord e al Centro risente anche della dinamica naturale. Al 1° gennaio 2011
la regione con il maggior numero di stranieri è la Lombardia (1.064 mila, pari
al 10,7 per cento della popolazione residente e al 23,3 del totale degli
stranieri). Consistenti gruppi risiedono anche nel Lazio (oltre 542 mila), nel
Veneto (quasi 505 mila), in Emilia-Romagna (500 mila), nel Piemonte (399 mila),
in Toscana (364 mila). Roma, con 443 mila stranieri residenti e Milano, con 382
mila, sono le province più interessate dal fenomeno. Nelle province di Brescia,
Prato, Piacenza, Reggio nell’Emilia, Mantova, Modena e Parma ogni 100 residenti
più di 12 sono stranieri. I flussi migratori nel corso del tempo sembrano aver
privilegiato i comuni di maggiori dimensioni. Nei capoluoghi di provincia gli
stranieri incidono per il 9,4 per cento. Tuttavia l’immigrazione non riguarda
esclusivamente i centri metropolitani; i livelli massimi dell’incidenza si
registrano infatti in alcuni piccoli comuni del Nord.
ISTAT:
STRANIERI
ISTAT
- RAPPORTO ANNUALE 2010
3.2.4 La situazione degli
italiani e degli stranieri (pagg. 129-137)
Nell’Unione europea, nella prima parte del 2010 si
è avviata un’attenuazione della precedente fase di deterioramento dell’occupazione
straniera, poi consolidatasi a fine anno. In media d’anno il tasso di
occupazione degli stranieri nell’insieme dei paesi Ue ha segnalato un modesto
arretramento (-0,4 punti percentuali rispetto al 2009), raggiungendo un livello
(59,7 per cento) di cinque punti percentuali inferiore a quello degli autoctoni
(Tavola 3.12). In Francia e Regno Unito le sensibili riduzioni del tasso di
occupazione degli stranieri segnalate nel 2009 (rispettivamente -2,9 e -1,4
punti percentuali su base annua) sono state seguite da significativi recuperi.
Al contempo, il tasso di disoccupazione degli stranieri, anche se ancora
all’incirca doppio rispetto a quello dei nazionali (16,7 contro 9,0 per cento),
ha registrato nell’Ue un aumento di quattro decimi di punto, nettamente
inferiore al risultato del 2009. In Francia, a fronte del lieve aumento del
tasso di disoccupazione dei nazionali, quello degli stranieri è sceso; in
Germania, l’indicatore è diminuito in misura più accentuata per la componente
straniera. In Italia, invece, è proseguita per il secondo anno consecutivo la
caduta del tasso di occupazione degli stranieri. Il ritmo di discesa (dal 64,5
per cento del 2009 al 63,1 per cento del 2010) è stato più che doppio in
confronto a quello degli italiani. […].
Pro…
Dossier Statistico
Immigrazione Caritas-Migrantes 2011
21° Rapporto "Oltre la crisi, insieme"
http://www.caritasitaliana.it/pls/caritasitaliana/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=2486
…
e contro:
Libero pensiero
Tutte le balle sugli immigrati Bugia 1: fanno lavori di scarto
L'inchiesta di Libero sugli
extracomunitari. Altro che risorsa, fanno concorrenza ai commercianti e ci
costano quanto due finanziarie
di Gilberto Oneto
07/10/2011
Da
"LIBERO - EDIZIONE MILANO" di venerdì 7 ottobre 2011
|
Inchiesta:
tutte le balle
Gli immigrati ci costano due manovre
di Gilberto
Oneto
|
PIL
Abi: "Gli immigrati sono il 10%
degli occupati e producono l'11% del Pil"
Mercoledì 18
maggio 2011
ECONOMIA
Il rapporto della Fondazione Ethnoland, realizzato con
Caritas, Abi e Unioncamere
Le imprese costituite dagli stranieri impiegano il 10% dei lavoratori dipendenti
Le imprese costituite dagli stranieri impiegano il 10% dei lavoratori dipendenti
Dal lavoro degli immigrati un decimo del Pil
italiano
Si tratta di oltre 165.000 società, il triplo rispetto
al 2003. Trentamila solo in Lombardia
I romeni prediligono l'edilizia, i marocchini il commercio, i cinesi il settore manifatturiero
di ROSARIA AMATO
I romeni prediligono l'edilizia, i marocchini il commercio, i cinesi il settore manifatturiero
di ROSARIA AMATO
RIMESSE
13
DIC 2010
Italia in testa nella Ue27 per le
rimesse degli immigrati
Rosaria
Amato
Riporto
uno dei miei tre commenti in calce all’articolo:
vincesko 13 dicembre 2010 alle 17:28
Si tratta di rimesse uscite dall’Italia attraverso i canali
formali: banche, poste, agenzie di money transfer (il canale del money transfer
copre ad oggi, a livello globale, circa il 15% delle transazioni degli
immigrati).
Non includono le rimesse effettuate tramite i canali informali (gli stessi immigrati quando vanno a casa loro e i numerosi automezzi che più o meno settimanalmente fanno la spola tra i Paesi d’origine e l’Italia).
Forse è utile leggere anche:
Analisi (fino al 2008) della Fondazione Leone Moressa su dati Bankitalia e Istat
http://www.fondazioneleonemoressa.org/newsite/wp-content/uploads/2010/10/comunicato_25.pdf
Le rimesse dei lavoratori immigrati – Intervento del dr Giovanni Carosio, Vice Direttore Generale della Banca d’Italia
http://www.bancaditalia.it/interventi/intaltri_mdir/carosio_91109/carosio_91109.pdf
Informazioni economiche generali sull’immigrazione
http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relann/rel08/rel08it/economia_italiana/rel08_11_immigrazione.pdf
Non includono le rimesse effettuate tramite i canali informali (gli stessi immigrati quando vanno a casa loro e i numerosi automezzi che più o meno settimanalmente fanno la spola tra i Paesi d’origine e l’Italia).
Forse è utile leggere anche:
Analisi (fino al 2008) della Fondazione Leone Moressa su dati Bankitalia e Istat
http://www.fondazioneleonemoressa.org/newsite/wp-content/uploads/2010/10/comunicato_25.pdf
Le rimesse dei lavoratori immigrati – Intervento del dr Giovanni Carosio, Vice Direttore Generale della Banca d’Italia
http://www.bancaditalia.it/interventi/intaltri_mdir/carosio_91109/carosio_91109.pdf
Informazioni economiche generali sull’immigrazione
http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/relann/rel08/rel08it/economia_italiana/rel08_11_immigrazione.pdf
Post e articolo
collegati:
Immigrazione nel
mare di Lampedusa
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2761338.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/immigrazione-nel-mare-di-lampedusa.html
20 dicembre 2012 Migrazioni
riformiste
In un e-book pubblicato
su www. neodemos. it, il demografo Massimo Livi Bacci ragiona su come gestire
l’immigrazione. Fuori da estremismi e ideologie
link sostituito
da:
Post precedenti:
Le proposte del
Partito Democratico/1 - Lavoro
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2760256.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/le-proposte-del-partito-democratico1.html
Le proposte del
Partito Democratico/2 – Famiglia e Politiche sociali
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2760566.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/le-proposte-del-partito-democratico2.html
Le Proposte del
Partito Democratico/3 - Fisco
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2760711.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/le-proposte-del-partito-democratico3.html
Le proposte del
Partito Democratico/4 - Scuola
Le proposte del
Partito Democratico/5 - Giustizia
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2762322.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/le-proposte-del-partito-democratico5.html
Le proposte del Partito
Democratico/6 - Salute
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