A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5
mesi - il mio blog Vincesko ha
totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O,
meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini
di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli
nuovi.
Post n. 216 del 12-11-2012 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
L’Italia è stata
fatta con il Sud, ma poi…
10 novembre 2012 Saggistica L’Italia
è stata fatta con il Sud Nicola Mirenzi
link
sostituito da:
“Ma
davvero il Mezzogiorno è stato colonizzato dal Piemonte? L’Italia è stata fatta
contro il Sud? I meridionali erano ostili all’Unità nazionale?”
Non
sono un esperto. E se fossero vere entrambe le cose? L'Italia non è stata fatta
contro il Sud, ma poi il Piemonte ne ha approfittato ed ha colonizzato il Sud
(avendo conosciuto dei piemontesi, non faccio fatica a crederlo...). [1]
E
una terza: nordisti polentoni hanno combattuto e sono morti per l'indipendenza
del Sud e, viceversa, terroni sudisti per l'indipendenza del Nord.
Ed
una quarta: purtroppo, dopo il '799 (è sufficiente leggere l'elenco dei
giustiziati della rivoluzione napoletana [2] che il prof. Marotta ha fatto
affiggere nell'atrio della Chiesa del Carmine in Piazza Mercato a Napoli, per
rendersene conto), la nobiltà, il clero e la borghesia napoletani hanno smesso
di fare gli eroi e, con qualche rarissima eccezione, via via, si sono dedicati
esclusivamente e indefessamente ai fatti propri e alla bella vita.
[1] Banca
d'Italia - Mezzogiorno e politiche regionali *
“Nel
Mezzogiorno risiede un terzo della popolazione italiana; si produce solo un
quarto del prodotto interno; si genera soltanto un decimo delle esportazioni
italiane. Un innalzamento duraturo del tasso di crescita di tutto il Paese non
può prescindere dal superamento del sottoutilizzo delle risorse al Sud” (pag.
7).
“A
metà di questo decennio il PIL pro capite delle regioni meridionali non
raggiungeva il 60 per cento di quello centro-settentrionale; alla metà degli
anni sessanta tale ritardo era di dimensioni identiche.
La
frattura territoriale nel nostro paese appare almeno altrettanto ampia, anche
con riferimento ad indicatori di sviluppo più direttamente correlati alle
condizioni materiali di vita delle popolazioni, come i tassi di occupazione, la
diffusione della povertà, i livelli di istruzione o il funzionamento dei
servizi pubblici locali. L’elevata ampiezza percepita dei trasferimenti di
risorse effettuati nel corso dei decenni in favore delle aree meridionali
acuisce il senso di insoddisfazione verso le attuali dimensioni del dualismo
territoriale italiano” (pag. 427).
“Fino
alla conclusione del XIX secolo, il PIL pro capite delle regioni meridionali
non scese mai al di sotto del 90 per cento di quello centro-settentrionale”
(pag. 427).
link sostituito
da:
Post collegato:
Lettera a Marco
Demarco, direttore del “Corriere del Mezzogiorno” (“Terronismo”)
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2681858.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/lettera-marco-demarco-direttore-del.html
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