Carlo Clericetti - 26 MAG 2015
Il renzismo-veltronismo di Bankitalia
[…] Il presidente Renzi ha commentato i recenti risultati
elettorali in vari paesi europei affermando che sono un segnale che l'Europa
deve cambiare la sua politica. Lui poi fa poco o nulla per perseguire questo
cambiamento, ma se non altro l'ha detto. Nelle Considerazioni non c'è neanche
questo.
Anche io ho trovato le Considerazioni deludenti, ma non ho
trovato neanche un "ma anche", almeno formale (mi sarei meravigliato
del contrario). Mi han colpito di più i passi seguenti:
“I rischi connessi con un periodo prolungato
di inflazione particolarmente bassa, se non di deflazione, sono stati da noi
ripetutamente sottolineati”. (pag. 6)
Evidentemente, non è servito a smuovere
il Consiglio direttivo della BCE, che ha mancato clamorosamente il suo
obiettivo statutario principale: la stabilità dei prezzi (sotto ma vicino al
2%), con vantaggio dei creditori e – come rivela Visco - danno dei debitori
pubblici e privati.
“La politica
monetaria da sola non può garantire una crescita duratura ed elevata. Nel breve
periodo un sostegno alla domanda può derivare, nel rispetto delle regole di
bilancio europee, da un ragionevole utilizzo dei margini di flessibilità
esistenti”. (pag.
9)
Effettivamente troppo
poco, peraltro già bruciato dalla restituzione dell'adeguamento delle pensioni,
ma anche Visco sembra sperare in un cambiamento nel medio periodo.
“Rispetto ad altri grandi paesi, in Italia le
imprese non solo nascono mediamente più piccole, ma faticano anche a
espandersi; in termini di occupati, anche quando hanno successo crescono a
ritmi più bassi e per un periodo più limitato. Come abbiamo più volte
rimarcato, ostacoli all’attività delle imprese e alla loro crescita vengono in
Italia – oltre che da limiti di natura finanziaria sui quali mi soffermerò più
avanti – soprattutto dal contesto in cui è condotta l’attività economica. La
complessità del quadro normativo, la scarsa efficienza delle procedure e delle
azioni delle amministrazioni pubbliche, i ritardi della giustizia, le carenze nel
sistema dell’istruzione e della formazione frenano lo spostamento di risorse
produttive verso le aziende più efficienti, uno dei principali meccanismi alla
base della crescita della produttività. Una situazione, questa, aggravata dai
fenomeni di corruzione e in più aree dall’operare della criminalità organizzata”. (pag. 11)
Ne emerge l'elenco
delle riforme secondo Visco ancora da implementare, visto che quella del lavoro
è stata già approvata e trova il consenso del governatore.
Grazie anche
agli interventi di riforma del sistema pensionistico pubblico, più che in altri
paesi europei la sostenibilità di lungo periodo della finanza pubblica può
essere garantita.
(pag. 13)
La prendo come un'autorevole conferma dell'evoluzione
decrescente della spesa pensionistica nel lungo periodo. Ma se la si depura
delle voci spurie (TFR, spesa assistenziale e imposte, che assommano a 90 mld),
l'obiettivo al 2060 (13,8% sul Pil) è già raggiunto, anzi più basso di 1 punto
percentuale.
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Segnalo
volentieri:
Pubblicato il 03 feb
2015
Pablo Iglesias: "La politica non è
solo marketing e belle parole. Renzi è stato capace di far credere di essere la
novità. In realtà Renzi è un politico vecchio, ma con la faccia da
giovane".
«L’austerity? In Grecia
l’abbiamo già fatta» (di Y. Varoufakis)
di Yanis Varoufakis
con un post da Econopoly - altro articolo di A.Merlili 26 maggio 2015
Un utile sguardo
all’indietro.
Rammento
il dialogo in questo blog [di Clericetti] sulle dichiarazioni eterodosse di Ignazio Visco al
Palazzo Reale a Napoli, durante il semestre italiano di presidenza dell’UE:
6 OTT 2014
Quelle riforme sono sbagliate: lo dice il Tesoro
Post collegato:
La BCE a
trazione tedesca le spara grosse
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