giovedì 7 maggio 2015

Se il PD non avesse avuto forza attrattiva invincibile

A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 177 del 02-09-12 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Se il PD non avesse avuto forza attrattiva invincibile


4 agosto 2012
Pd, ritorno al Pds?
Mario Rodriguez
link sostituito da:

Ho letto questo articolo poco dopo mezzanotte non appena è stato pubblicato, ma confesso che non mi è sembrato degno di commento per la debolezza delle argomentazioni, trite e ritrite. Ma vedo ora che ha fatto scattare il solito riflesso condizionato nei pessimisti per inclinazione in servizio permanente effettivo, intolleranti fustigatori dell'intolleranza altrui. Per cui commento ora dedicando il mio commento ai pessimisti e/o intolleranti.
Il PD [1] è più forte sia del peccato d'origine (unire un po' il diavolo e l'acqua santa), sia dei conservatorismi strumentali dei vari capi e capetti e semplici iscritti e commentatori, sia delle beghe interne frutto di personalismi ed egocentrismi e miopie, sia delle promesse non mantenute, sia delle carenze organizzative (v. in particolare i circoli territoriali e on-line, spesso inesistenti o perennemente chiusi), sia dello scetticismo più o meno latente e giustificato dei sostenitori.
Per cui ribadisco ciò che ho scritto 2 anni fa in “PD-Obama” (all’epoca la situazione era ben peggiore perché c’era Berlusconi e Bersani era meno cattivo e determinato di adesso), che il PD avesse forza attrattiva intrinseca invincibile, suscitando scandalo nei pessimisti in servizio permanente effettivo:
1. Se il PD non avesse avuto forza attrattiva invincibile, basta averne seguito la lunga, travagliata gestazione, cui ha fatto seguito un parto... prematuro, con taglio cesareo per rendersene conto: nessuno lo voleva, i vari ras politici - gelosi della loro cadrega - opponevano forte resistenza, poi all'improvviso, non si sa come, fu deciso di... consentirgli di venire alla luce.
2. Se il PD non avesse avuto forza attrattiva non avrebbe albergato, anche se per un breve periodo, il diavolo - Pannella - e l'acqua santa - Binetti –, [2] la quale è stata praticamente costretta ad uscire dal partito, se no sarebbe ancora lì.
3. Se il PD non avesse avuto forza attrattiva, quando il ras Rutelli, [3] in evidente crisi di astinenza, ha deciso di uscirne per fondare un nuovo partito, l'avrebbero seguito non quattro gatti, ma molte più persone.
4. Se il PD non avesse forza attrattiva intrinseca, con tutti i problemi che vive, le lotte interne, l'afasia, l'assenza di leadership forte, il deficit di comunicazione, ecc. [4] non farebbe registrare un consenso intorno al 26-27 %, incrementabile, ma meno, molto meno.
(19-09-10)

[1] Partito Democratico (da Wikipedia)
[2] Paola Binetti (da Wikipedia)
[3] Francesco Rutelli (da Wikipedia)
[4] La capacità comunicativa ed empatica di Pierluigi Bersani

Sulla capacità comunicativa di Bersani, riporto anche questi 2 miei commenti sul blog di Alexander Stille, su Repubblica:

Il giudizio contenuto nel ‘post’ è in parte giusto, in parte errato.
In parte giusto, perché effettivamente Pierluigi Bersani – per ragioni caratteriali e di educazione – non sembra possedere una grande capacità comunicativa, secondo i canoni ormai imperanti.
In parte errata, perché essa dipende dalla situazione ambientale in cui egli si esprime: elevata, nelle assemblee di partito, nei convegni “tranquilli” e nei dibattiti di natura tecnica; bassa, nelle interviste volanti per strada (ma sta migliorando), nei dibattiti accesi con interlocutori maleducati, o quando, come nella trasmissione di Fazio, è soverchiato dall’emozione.
Poiché questo problema è molto dibattuto anche nell’ambito della base del PD, proprio ieri ho ‘postato’ questo mio commento in PDNetwork (“La capacità comunicativa ed empatica di Pierluigi Bersani”
http://partitodemocratico.gruppi.ilcannocchiale.it/?t=post&pid=2564322 ), al quale rimando coloro che hanno tempo e voglia di leggere una selezione di “performance” bersaniane, relative al periodo giugno-agosto 2010, corredate di qualche mia chiosa critica, di segno talora positivo, talaltra negativo.
Infine, vorrei fare tre osservazioni: 1. ho notato che, in generale, il giudizio su Bersani è influenzato dal fattore pregiudizio, positivo o negativo; 2. Francesca è forse anch’ella vittima di pregiudizio – negativo -, poiché ha basato il suo giudizio sul discorso “aumento delle tasse”; 3. Bersani e Fini (come tutti i politici) vanno giudicati non tanto per quello che dicono e per come lo dicono, ma per quello che fanno in concreto.

Se ne è accorto finalmente anche un esperto di comunicazione come Curzio Maltese che l’efficacia comunicativa di Pierluigi Bersani dipende dal luogo e dalle modalità in cui egli si può esprimere (cfr. qui il mio commento del 20.11 ore 18:34).
(…). “Nel suo bel discorso Bersani, assai più efficace in piazza che in televisione, ha rivendicato con orgoglio la diversità del Pd”. (…).
http://www.repubblica.it/politica/2010/12/12/news/maltese_manifestzione-10097911

Infine, allego:
Pier Luigi Bersani at the Renaissance Conference in Paris, 17.03.2012


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