mercoledì 5 agosto 2015

False opinioni sull’Italia e la Germania


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 513 del 24-12-14 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
False opinioni sull’Italia e la Germania


L’Italia è meglio e la Germania è peggio di quel che parecchi Italiani pensano

Mi capita abbastanza spesso nel web di leggere sciocchezze elogiative sulla egemone Germania e sulla “bottegaia” Merkel, cane da guardia degli interessi dell’establishment politico-economico-finanziario-industriale tedesco, i quali per egoismo stanno affossando l'Euro e le economie dei Paesi periferici (tra cui l’Italia)[1]; sul supposto effetto salvifico dei fantomatici 315 mld per 3 anni per tutta l'Eurozona promessi dalla Commissione europea (già insufficienti se fossero effettivi), che in realtà sono 21 (16 dell'UE, per giunta travasati da altri capitoli, e 5 della BEI), e che miracolosamente si moltiplicherebbero per 15;[2] appetto invece alle “sprecone” politiche keynesiane per uscire dalla recessione-depressione economica, che peraltro sono suggerite, oltre che da numerosi premi Nobel per l’Economia, dall’FMI.[3]

Oppure, come ha fatto Eugenio Scalfari ieri sera a “Ballarò”, sul conto del presidente della BCE, Mario Draghi, che secondo me, invece, è il principale responsabile del permanere della crisi economica nell’Eurozona.[4]

Oppure commenti edificanti sulle nequizie italiane (corruzione, sprechi, evasione, inefficienze) e sulla necessità anzi l’urgenza di porvi rimedio prendendo esempio dalla Germania, prima di chiedere aiuto all’UE. Premesso che io condivido l’opinione che l’Italia debba completare i compiti a casa, temo che essi siano privi di aderenza con la concretezza: l'Italia è questa e porsi obiettivi impossibili (almeno nel breve periodo) significa a) votarsi al fallimento; e b) fare il gioco del "nemico" – l’arrogante ed egoista Germania -, che non è esente da pecche gravi, come svela plasticamente la sua severità esagerata verso gli Italiani e altri. E in parte radicalmente infondato: l'Italia a) è un contributore netto dell’UE;[5] b) contribuisce al MES (il fondo salva-Stati da cui non ha preso finora 1 €) in ragione della sua quota, esattamente come la Germania, in ragione della sua,[6] e in più paga un tasso d’interesse sui contributi (presi a debito e poi prestati) più alto della Germania; c) presenta – tranne nel biennio 2009-2010 - un avanzo primario significativo da 15 anni,[7] il che attesta che non vive, come si pensa, al di sopra delle sue possibilità (il debito è cresciuto per colpa degli interessi passivi e dal 2012 anche per poste straordinarie, quali i contributi al MES – 60 mld finora -, che sono prestiti a titolo oneroso ai Paesi in difficoltà, ed il pagamento dei debiti della PA – 31 mld finora); d) in realtà, ha dato essa (assieme agli altri Piigs) soldi alla Germania, che lucra dall'Euro come moneta unica;[8] ed e) dovrebbe esserle consentito di avvalersi, esattamente come fu permesso nel 2003-2005, senza sanzioni, alla Germania (ed alla Francia, alla quale viene permesso anche ora, o alla Spagna, da 3 anni), né più né meno, della deroga sul deficit/Pil, nella fase dell’implementazione delle c.d. riforme e della deflazione dei salari, peraltro impostale dalla Germania per evitarsi egoisticamente aggiustamenti interni del surplus commerciale eccessivo (> 6%)[9]; invece, per di più, le viene imposta un'interpretazione della formula del deficit strutturale penalizzante;[10] e con l'aggravante che la Germania, oltre alla deroga sul deficit, fece dumping sociale verso i partner UE (aiuti di Stato surrettizi, che sono vietati), attraverso sussidi diretti e indiretti (welfare: rmg e sussidi all'affitto, ecc. ai salariati) alle imprese, che le ha dato un vantaggio competitivo difficilmente colmabile, poiché chi deflaziona per primo costringe gli altri ad una competizione ad handicap.

Non è la prima volta – ripeto - che incrocio nel web Italiani iperseveri con l'Italia e indulgenti con la Germania (in particolare tra gli emigrati); ovviamente è sciocco generalizzare e per esprimere un giudizio compiuto occorre approfondire le motivazioni, tuttavia sono incline a pensare - intuitivamente - che non soltanto sbagliano ma che lo fanno perché hanno avuto un'educazione stortignaccola (troppo severa), com'è sempre quando si è incapaci di essere equanimi e si usano due pesi e due misure.

[1] Esportare depressione, la formula tedesca da ribaltare
Gli stimoli Ue e le riforme non funzioneranno se non si superano i freni imposti dalla Germania
Sergio De Nardis*
19/12/2014
Gaetano Perone - 15 dicembre 2014
Come conferma anche il recente dietrofront del Fondo Monetario Internazionale [1], le politiche di austerità imposte dalla Germania in questi anni hanno determinato una pericolosa e progressiva erosione della domanda interna, senza alcun effetto positivo sulla crescita. Le numerose stime dei moltiplicatori fiscali[2] - che misurano l’effetto di una variazione della spesa pubblica sul pil - hanno ormai dipanato i dubbi a riguardo. A ulteriore conferma dei danni dell’austerità, verifichiamo gli effetti medi complessivi dei tagli alla spesa pubblica e degli aumenti della pressione fiscale in 38 Paesi, avanzati ed emergenti. In particolare, mettiamo in relazione le variazioni nella dinamica dei deficit/surplus di bilancio dei Paesi considerati con le variazioni del rapporto debito/PIL, del PIL reale nazionale e del tasso di disoccupazione, nel periodo 2009-2013 (l’arco temporale immediatamente successivo allo scoppio della crisi finanziaria mondiale). […]
http://www.economiaepolitica.it/europa-e-mondo/lausterita-deprime-ovvero-la-fallacia-dellideologia-tedesca/
[2] investimentiJunckerUe di Andrea Baranes - 05/12/2014
Juncker, il funambolo
[3] Il FMI: gli investimenti pubblici si ripagano da soli
Pubblicato da keynesblog il 9 ottobre 2014
[4] Mario Draghi
[5] Un bilancio del «dare e avere» con l'Europa per ritrovare un nuovo protagonismo dell’Italia
Siamo il terzo contribuente netto dell'Ue, pur essendo al 12° posto per Pil pro-capite: nel 2012 versati 16,4 miliardi di euro e ricevuti indietro 10,7 miliardi, con un saldo negativo di 5,7 miliardi. Restiamo un mercato molto appetibile e diamo un forte contributo alla competitività europea
19/03/2014
[6] La quota della Deutsche Bundesbank nel capitale della BCE è pari al 18,9373%, quella della Banca d’Italia al 12,4966% e quella della Banca di Francia al 14,2212%, quindi bastano Italia e Francia per superare ampiamente la Germania. 2) Le quote del MES (Fondo salva-Stati) sono rispettivamente 27,1464%, 17,9137% e 20,3859%.
[7] Avanzo Primario (%) 1999=4,9; 2000=5,5; 2001=3,2; 2002=2,7; 2003=1,6; 2004=1,2; 2005=0,3; 2006=1,3; 2007=3,5; 2008=2,5 2009=-0,7; 2010=-0,10; 2011=1,0; 2012=2,5; 2013=2,2.
[8] Il vero "bail-out"? Quello della Germania
Scritto da
Thomas Fazi on 21 Giugno 2014
“Che conclusioni possiamo trarre da questi dati? Prima di tutto che sarebbe il caso di smetterla di dire che la Germania ha “sborsato molti soldi” per salvare le povere economie della periferia, quando in realtà è accaduto esattamente l’inverso”.
http://www.scenariglobali.it/europa/675-il-vero-bail-out-quello-della-germania.html
Ecco come l’Europa sta salvando la Germania (e non i Paesi periferici)
20 - 12 – 2014 Tino Oldani
[9] Scoreboard Indicators
The headline indicators consist of the following eleven indicators and indicative thresholds, covering the major sources of macroeconomic imbalances:
3 year backward moving average of the current account balance as percent of GDP, with thresholds of +6% and -4% ;
http://ec.europa.eu/economy_finance/economic_governance/macroeconomic_imbalance_procedure/mip_scoreboard/index_en.htm
[10] Dialogo sulla lettera di Padoan all’UE, la sostenibilità del debito pubblico e la formula del deficit strutturale


Post e articoli collegati:


Sul limite del surplus commerciale eccessivo, segnalo questo articolo che ho trovato interessante, poiché avvalora ciò che vado affermando da un paio d’anni*: che i Tedeschi hanno imparato bene il detto napoletano del “Chiagne e fotte”, e Der Spiegel, col suo doppio standard, ne è il vessillifero:

Economic Doghouse: Complaints about German Exports Unfounded
By Alexander Jung, Christian Reiermann and Gregor Peter Schmitz
November 05, 2013 – 12:00 PM

http://www.spiegel.de/international/business/complaints-about-export-surplus-of-germany-unfounded-a-931607.html

* E-mail inviata a "Der Spiegel" (tramite il suo sito)
Two observations (Bing translation):
1) Only the control of the media and the “ammuina”of the poors can make the domain of a tiny minority of powerful, selfish, ruthless and bulimics super-rich on the rest of humanity. Murdoch is one of them.
2) These German shopkeepers have learned well the Neapolitan byword 'chiagne e fotte’ (‘cry and fuck'). Can someone explain to the editor of Der Spiegel: a) that the Italians (not all) are so rich that they are buying a half Berlin? b) that Italy contributes to the fund-saving states, because of its share in the ECB, exactly like Germany, because of its share? c) that the "shopkeeper" Merkel is the problem not the solution, not only for Italy but for Europe? [1]
[1] The sailor's promises of "shopkeeper" Merkel
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2739381.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/le-promesse-da-marinaio-della-bottegaia.html

[Due osservazioni:
1) Ho scritto più volte che soltanto il controllo dei media e l’ammuina dei poveri rendono possibile il dominio di un’infima minoranza di straricchi potenti, egoisti, bulimici e spietati sul resto dell’umanità. Murdoch è uno di loro.
2) Questi bottegai tedeschi hanno imparato bene il detto italiano del chiagne e fotte. Qualcuno può spiegare a Der Spiegel: a) che gli Italiani (non tutti) sono talmente ricchi che si stanno comprando mezza Berlino?; b) che l’Italia contribuisce al fondo salva-stati, in ragione della sua quota nella BCE, esattamente come la Germania, in ragione della sua quota?; c) che la “bottegaia” Merkel è il problema, non la soluzione, non solo per l’Italia ma per tutta l’Europa?]

IL CASO
Decreto sviluppo, l'ironia del Wsj "Come svuotare un lago col mestolo"
Il quotidiano di Murdoch stronca il provvedimento varato dal governo Monti la scorsa settimana. "Economia italiana moribonda per colpa della legislazione sul lavoro che favorisce l'economia sommersa". E Der Spiegel attacca i sindacati
22 giugno 2012
[…] E a salire in cattedra per fare lezione all'Italia è oggi anche il settimanale tedesco Der Spiegel. La crisi in cui versa l'Italia, sostiene Jan Fleischhauer in un articolo dal titolo "Appello alla mamma", è colpa in gran parte dei sindacati, aggrappati alle loro "rendite di posizione". "Purtroppo - aggiunge - molti italiani credono che solo la cancelliera possa salvare il loro paese" e invece "dovrebbero finalmente spezzare il potere dei sindacati, per rimettere in moto la loro economia". Non è la prima volta che Fleischhauer prende di mira l'Italia. Suo fu anche il polemico commento in cui si accomunava il comportamento del capitano Schettino a quello degli italiani in genere.

Segnalo volentieri, sul tema della deflazione tedesca dei salari ottenuta attraverso i mini job, ma integrati dal welfare: rmg e sussidio all’affitto, quindi con aiuti di Stato surrettizi (concorrenza sleale):

Mi' cuggino all'abbiemmevvu (prima parte)
Molto spesso si confrontano gli stipendi dei dipendenti Fiat con quelli delle case automobilistiche tedesche. Peccato che ogni volta ci si dimentichi di parlare dei lavoratori precari e degli appaltatori esterni. Lo stabilimento BMW di Liepzig è un esempio perfetto: una piccola società su 5 livelli. Un'altra grande inchiesta giornalistica da Die Zeit. (prima parte)
http://vocidallagermania.blogspot.it/2013/12/mi-cuggino-allabbiemmevvu-prima-parte.html

Mi' cuggino all'abbiemmevvu (parte seconda)
Seconda parte dell'inchiesta giornalistica sullo stabilimento BMW di Leipzig, da "Die Zeit"
http://vocidallagermania.blogspot.it/2013/12/mi-cuggino-allabbiemmevvu-parte-seconda.html

«BUONGIORNO ITALIA»
«Siamo affetti da strabismo e non vediamo il lato positivo delle cose»
Il 1 gennaio, su iPad un Corriere fatto solo di buone notizie. Pagnoncelli: «Prevale
una generica percezione dei problemi rispetto alla realtà. Così nasce il pessimismo»
di Paolo Conti
25 dicembre 2014

I servizi segreti tedeschi per anni hanno spiato politici, imprenditori e funzionari europei
LENA PAVESE
24 aprile 2015

NEGLI STATI UNITI
Volkswagen crolla in Borsa su scandalo emissioni «truccate»
Il gruppo tedesco blocca la vendita dei modelli diesel sia a marchio Vw sia Audi negli Usa dopo che l’amministratore delegato Winterkorn ha ammesso le manipolazioni dei test sulle auto con motori diesel, ritira 500mila vetture e rischia sanzioni per 18 miliardi
di Daniela Polizzi
21settembre 2015
http://www.corriere.it/economia/15_settembre_21/volkswagen-cede-20percento-scandalo-emissioni-truccate-usa-2280eeec-603f-11e5-9acb-71d039ed2d70.shtml

La Germania non ha rispettato le regole che ha imposto. Riequilibrare la politica industriale europea
Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero del 25 settembre 2015
http://www.romanoprodi.it/strillo/la-germania-non-ha-rispettato-le-regole-che-ha-imposto-riequilibrare-la-politica-industriale-europea_11979.html

Patuelli: "Il salvataggio delle banche è una legnata"
Il presidente dell'Abi critica l'Europa: "Siamo imbestialiti, la Germania può usare soldi pubblici e noi no. Così non va". Il Tribunale Ue ha autorizzato l'intervento di Berlino a sostegno di una banca tedesca
28 novembre 2015

GERMANIA
Tedeschi a parole italiani nei fatti. Clientelismo e corruzione vanno di moda anche a Berlino
Il salvataggio delle banche con i fondi dello Stato. E il cartello tra i big dell’auto. Il rigore teutonico vale per tutti, non per la Germania. Qui il familismo amorale di stampo italiano la fa da padrone: «Hanno pensato a salvare se stessi per poi diventare rigoristi a spese altrui»
DI VITTORIO MALAGUTTI  -  21 settembre 2017



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